domenica 31 ottobre 2021

ORO, ARGENTO, BRONZO e ....FERRO

 

Nel precedente articolo abbiamo parlato dell'Età dell'oro, ora coerentemente con  le antiche credenze dell'umanità, da Esiodo alle concezione dei vari Yuga della tradizione indiana, passiamo in rassegna le  altre.  L’argento si addice ai sonnambuli dice un antico adagio e difatti ha una associazione piuttosto marcata con tutto ciò che a fare con la luna, la notte, e quel culto delle dee lunari che hanno a che fare con la notte : d’argento e’ anche la pallottola che può uccidere il lupo mannaro, ovvero un altro figlio della notte, magari in una accezione un tantino più truculenta, possiamo anche dire orrorifica: l’argento è ben lungi dall’avere quelle peculiarità di non corruttibilità dell’oro e quindi anche quel riferimento giammai preciso e circostanziato. L’argento se non continuamente pulito  annerisce e si deteriora, abbisogna quindi di continua attenzione, proprio come il complesso delle civiltà cge cominciando a scrivere la storia con la comparsa dell’analogo io e quindi la messa in situazione di sé stessi, ovvero la coscienza,  nell’ambiente. Si ha storia quando si hanno successi, ma anche insuccessi e vere e proprie cadute; i guerrieri lottano ma non è detto che sempre vincano, entra in gioco il principio  del kairòs, ovvero quello spazio/tempo che i greci antichi denominavano “opportuno” ponendo una equivalenza con la figura dell’arco con frecce e il bersaglio che deve essere colpito, previo un attento calcolo delle numerose componenti che decidono del risultato (forza muscolare e grado di tensione del tirare la corda,  temperatura atmosferica e influenza dei venti, tipo di freccia e tipo anche dello stesso arco, etc. Tutti coloro che si sono prodotti ad una riesamina di questa età dell’argento, contemporanei  come colui che ne ha indicato il primo manifestarsi ovvero Omero, e a seguire Erodoto, Tucidide, fino ad arrivare agli storici di professione con più o meno evidenti influenze filosofiche, psicologiche, artistiche, sociali, economiche  ne hanno con crescente precisione indicato spazi, tempo, località, durata : dall’ancora indefinito spazio tempo dell’Iliade ancora sotto influenza della mente bicamerale, al molto più circostanziato scenario dell’Odissea con
l’affievolirsi della potenza delle voci bicamerali previa moltiplicazione di àuguri, dei che prendono le sembianze di umani, ritualità per avere accesso a indicazioni (tutte cose assolutamente non presenti nell’Iliade dove la comunicazione voce allucinatoria portamento-umano era sempre diretta)  fino ai dettagliatissimi eventi di grandi battaglie Termopili, Maratona, Salamina, Alessandro Magno e quindi la lunga epopea di Roma, dove il leggendario dei primi Re si precisa in una vera e propria cronaca coi tempi della Repubblica e dell’Impero. Così avviene anche nelle altre grandi culture e civiltà di un passato lontano si, ma non mitico,  quella Cinese, quella Indiana, Mongola, delle piu’ diverse etnie, con però una precisazione : andando avanti col tempo il dettaglio, diciamo così storicistico tende a diminuire; forse per quella associazione con l’argento che è un metallo che richiede cura, attenzione per non  annerire, ma il dettaglio dei tempi, chessò dei Grandi tragici,  delle guerre puniche dei Romani, di Scipione, di Mario e Silla, di Cesare, di Tacito e anche della prime invasioni barbariche  viene meno e  questa è la più palese manifestazione che si va passando ad una nuova e diversa Era,  alle prime affermazioni di un diverso metallo e di una diversa categoria di rappresentanti :  il bronzo e i mercanti . Ecco in questo allungato passaggio epocale,  tutta la precisione, il dettaglio di tutti gli storici contemporanei  agli eventi ma anche successivi  tende a diminuire, specie da un punto di vista non specialistico – sapevamo tutto di Augusto e le famiglie romane, di Marc’Aurelio, di Costantino e sua madre Elena,  sappiamo molto meno  del succedersi delle invasioni barbariche nell’Impero Romano;  la stessa data della  caduta dell’Impero 476 d.c. è un qualcosa di arbitrario, abbastanza forzatamente  attribuita alla deposizione dell’ultimo imperatore  Romolo Augustolo da parte di Odoacre, con varie e diverse tesi da parte di studiosi successivi che però attenzione cominciano solo con l’Umanesimo nel ‘300,  ovvero con la definitiva messa in ombra di quel Medio Evo anche inteso come periodo di declino e la deteriore attribuzione dell’epiteto di “secoli bui”. E' piuttosto noto che tale attributo di "secoli bui" attribuita ai secoli dal V al XIV e' oggetto in tempi recenti di profonda revisione, ma è un qualcosa rimasta allo stadio di addetti ai lavori o tutt'al più a pensatori di estrema destra più reazionaria che conservatrice ovvero come Guenon, Fulcanelli, Evola, Pound, Mircea Eliade,  uniti dalla fermissima idea che in merito alla storia umana si debba parlare più di involuzione che di evoluzione, sicchè molto poco propensi ad accettare l'assioma che il Medio evo abbia rappresentato una epoca di  decadenza. Ora tutti questi studiosi sono sempre stati molto avversati dalla nuova classe di potere, venuta fuori dalla fine dell'età dell'argento e dall'affermarsi di quella del bronzo, ovvero dei mercanti, una concezione a ben vedere  che ha finito per condizionare anche il senso comune praticamente, anzi forse con maggiore forza , nei tempi recentissimi , in ispecie questi del secondo decennio del terzo millennio caratterizzati dalle menzogne più spudorate e dal tentativo , giustappunto dei pochissimi al potere (un potere eminentemente mercantile, addirittura bottegaio sia pure in accezioni ultra moderne come le tecnologie informatiche e digitali e il supporto di una larga fetta di opinione pubblica disposta a  dar man forte in cambio di briciole di potere o di danaro, dai quali in precedenza erano sempre stati tenuti estranei) di dominare con la paura, l’inganno, il raggiro l’intera totalità della umanità. Esiodo, le diverse concezioni sulle diverse Età del mondo , non ci danno ragguagli atti a stabilire un distinguo soprattutto temporale : abbiamo visto la assoluta indeterminazione dell’età dell’oro, ma anche quella  dell’argento, sia pure scandita con un certo grado di precisione soprattutto cronachistico (battaglie, ordinamenti sociali, letteratura, poesia, arte, filosofia etc) manca di ragguagli  referenziali : quando comincia l’età dei guerrieri? E quando finisce ? quando l’argento annerisce e quando viene ripulito e torna ad un certo splendore? Quando vi è il puntuale trapasso nel metallo più vile : il bronzo? Anche in questo possiamo avanzare ipotesi, teorie, spesso illazioni:  quel famoso indefinitissimo 476 potrebbe essere preso a fine e dell’una e inizio dell’altro, ma le ingerenze di un principio mercantile possono essere recuperate in numerosi tratti della storia dei guerrieri : l’oro di Brenno il suo “Vae Victis” e la celeberrima frase di Furio Camillo “non auro sed ferro patria recuperando est” , i sesterzi su cui fondavano le loro carriere personaggi altolocati come gli Scipioni o  Cornelio Silla, una figura sia pure non della rilevanza di un Cesare  come Crasso e su fino alle grandi proprietà e fortune di intere famiglie delle classi senatoriali ma anche equestri, quindi l’istituzione chiesastica sempre più ricca e possessore di beni , l’inizio delle fortune di proto mercanti, usurai ebrei, associazioni di mestieri, le controverse origini della Massoneria (Maestri Muratori) : eppure a tale dilagante interesse economico  che magari possiamo ritrovare una origine ancora più lontana in quel cadere in disuso della pratica del “Potlac” , ovvero il cosidetto sacrificio sacro che consisteva nel distruggere la parte dell’accumulo di merci, derrate e anche denaro, considerata la “parte maledetta” dalle comunità simboliche (che avevano a cuore il simbolo ovvero ciò che ri-mette insieme i veri valori di una comunità) e invece ambitissima e anzi messa a profitto, dalle comunità diaboliche come già società tipo la romana , che facevano dell’accumulo, ovvero la parte maledetta,  elemento di divisione e di supremazia: non ancora l’unica e la più importante, ma tuttavia non priva di relativa importanza. In questo dilatatissimo quadro eppure si collocano eventi come il ripristino dell’Impero Romano denominato “Sacro” ad opera di Carlo Magno proprio all’inizio del IX secolo, le  celeberrime Lotte per le Investiture tra Impero e Papato, figure come il Barbarossa  che resta però sconfitto da una Lega dei Comuni Lombardi che ha molto a che vedere e fare con quella mentalità mercantile e bottegaia che finirà per prevalere , come Federico II lo “Stupor Mundi “ acerrimo nemico del Papato, un’opera letteraria come la Divina Commedia di Dante Alighieri che non accetta compromessi con il mercantilismo ….questi sono tutti fatti , persone, opere,  contemplate nei cicli delle Eta’ del mondo come  sorta di eccezioni, denominata “età degli eroi” senza attribuzioni di metallo, che ricercavano un ritorno alla tradizione, all’antico , alla spiritualità contro la materialità, come d’altronde  avviene lo stesso nel mondo dell’arte grazie allo svilupparsi dello stile Gotico  e alla sua applicazione da parte di tutta la cittadinanza alla coralità delle Cattedrali.
Sono queste le eccezioni che costituiscono come una variante al dominio di una classe che fonda invece il suo potere sul mercato, sul movimento di merci e soprattutto di danaro come avviene ad esempio con Filippo il Bello e la sua azione contro il Papato ed anche contro l’Ordine dei Templari soppresso e sterminato  per motivi strettamente economici. Commercianti, banchieri come i Chigi, i Medici ascendono al dominio di città e Stati, divengono cardinali e papi, esempio lampante di come l’interesse mercantile va prendendo piede su tutto, superando nel nome del denaro e dell’opulenza anche le tradizionali differenze aristocratiche: con la Rivoluzione Industriale la Età dei mercanti ha la sua più vistosa e definitiva  affermazione, in quanto riesce a sottrarre alla Religione il suo elemento più informante: la credenza escatologica con relativa paura del castigo divino, e lo fa espropriando l’uomo della sua stessa essenza: l’umanità. Umanità  che viene trasferita ad una macchina e come una macchina si può costruire, cambiare, assemblare, distruggere. Con l’avvento della macchina ora anche le idee, la stessa verità non ha più valore assoluto: tutto si fabbrica e tutto  si distrugge, soprattutto tutto si vende, tutto deve essere comprato. Rivoluzioni (americana, francese) sommosse, idee politiche, aspirazioni personaggi, non soggiacciono più ad alcuna obiettività, sono tutte farse, messe in scena con copioni prestabiliti, come ad esempio la vicenda di un mediocre militare Napoleone Bonaparte grazie a menzogne e farse,  viene elevato al rango di genio militare, o una filosofia banale come l’idealismo hegeliano contrabbandata come  summa del pensiero filosofico
(tra l’altro Hegel aveva più volte detto che vedendo Napoleone subito dopo la battaglia di Jena  lo aveva gratificato dell’epiteto di “spirito della storia” e anche se nella sua concezione lo spirito, come giustamente ha osservato Kojevè,  si intesse con la fine o morte della storia, resta l’abbaglio di chi ha creduto in una colossale farsa....un Mephisto di Klaus Mann ante litteram).      Mercanti e bottegai  hanno dominato anche questi ultimi due secoli , sia pure con qualche battuta d'arresto, quale ad esempio la  sconfitta di Napoleone e delle esiziali idee della Rivoluzione francese, persone come Metternich Radetzsky , la pur bottegaia Inghilterra che pure rappresenta un altro ordine di mercanti, in quanto rimasta fedele alla sua istanza nazional/tradizionale  (tant'è che a tutt'oggi  è stata l'unica nazione a sottrarsi a quell'infamità istituzionalizzata che è la UE), ed ancora  personaggi come  John Maynard Keynes, Ferruccio Parri, Federico Caffè, Enrico Mattei, John Fitzgerald Kennedy, Donald Trump, Vladimir Putin, e pochi altri, hanno rappresentato e rappresentano le istanze congiunte di "guerrieri ed eroi" fornendo una sorta di modello per tutti coloro che non vogliono essere ridotti allo stato di servi , ovvero l'ultima età quella del ferro, cui i soliti mercanti, con il supporto delle più bieche idee contrabbandate da sedicenti filosofi come Popper e messe in pratica dal suo allievo Soros,  vorrebbero portare il grosso dell'umanità 

   


venerdì 29 ottobre 2021

LA STORIA E' UN'ALTRA COSA

 

Hanno annichilito la storia! Menzogne, falsità, manipolazioni… come si dice oggi nell’orrido gergo bottegaio “fake news”, hanno finito per annullare ogni narrazione : colpa di pochi magnati iper capitalisti, ma anche iper socialisti, iper egualitari in un rivoltante buonismo e colpa dei loro volenterosi servi e  carnefici di libertà della mentalità e ideologia di sinistra  che  in cambio di briciole di potere e denaro, si sono prestati a gettare la loro maschera falso populista  che in realtà era fatta solo di invidia e di frustrazione e quindi farsi squallidi e solleciti  interpreti dei desideri di dominio di appunto pochi magnati, devocando ai loro disegni ogni residuo di umanità, giustizia e libertà. E’ questo il quadro che sempre più si delinea in merito a questa presunta frattura socio/sanitaria di questo secondo ventennio del terzo millennio, indotta da una completamente inventata  pandemia, diffusa solo con la totale mobilitazione dei sempre più asserviti mass media, veicolando immotivata paura, proprio come asseriva nel suo rispondere al Coro un incatenato Prometeo:
Dal fissare il destin distolsi gli uomini.   CORO:Quale farmaco a tal morbo trovasti?Promèteo:Nei lor petti albergai cieche speranze.   CORO:Gran beneficio fu questo per gli uomini.Promèteo:Ed oltre a questo, il fuoco a lor donai.   CORO:Il fuoco, occhio di fiamma, ora posseggono?" Promèteo: E molte arti dal fuoco apprenderanno. “ 
Grazie al famoso furto Prometeo da’ all’uomo la technè ovvero quello specifico esclusivamente umano , che ha però in se’ la stessa consistenza del ferro delle catene che lo avvincono alla roccia del Caucaso, per cui possiamo ritenere che Eschilo appunto nel suo “Prometeo incatenato” delinea la storia stessa del genere umano; una storia però che non ha nulla a che  vedere con la narrazione che una esigua minoranza ha imposto di fare : sono i mercanti, i bottegai, coloro che hanno mescolato l’essenza umana con la sua protesi della Tecnè e anche con il denaro, ovvero  lo strumento che consente di veicolare tale tecnica, gli artefici di un mondo sempre più de-umanizzato e avviato alla inverazione di quei cicli che sempre gli antichi racconti avevano posto come suprema minaccia: dal rimpianto di una età dell’oro, di cui non sappiamo però nulla per il semplice fatto che è come l’inconscio non rimosso che non può essere abreagito proprio perché manca il ricordo e quindi anche gli autori più profondi come Esiodo o le culture più disparate  non possono dare alcuna concreta indicazione né spaziale, né tantomeno temporale: quanto è durata l’età dell’oro di cui si possono dire le cose più strabilianti: governata da dei o magari da non meglio definiti super uomini? Immortali come gli dei greci  dell’Olimpo, come il dio indù Krisna che nel pieno dellabattaglia si presenta al guerriero Arjuna e lo rende edotto dei principi che dovrebbero governare qualsivoglia azione umana, le illazioni su una presunta era dei giganti, la teoria della quattro lune di Horbiger e il loro diverso effetto di attrazione sugli esseri viventi,  gli Elohim intesi come sorta di coordinatori di un potere altro, proveniente da …..???? che addirittura potrebbero ancora essere presenti qui sulla terra,  secondo le ipotesi di Biglino.
Di questa età dell’oro, rimpianta in tutti gli antichi testi  di tutte le culture e tutte le genti, non ci resta ovviamente nulla, nessuno scritto, nessun reperto, niente che possa farci azzardare uno spazio/tempo, meno che mai uno svolgimento o una sua durata. C’è un saggio, molto recente che potrebbe darci una risposta a questo atavico dilemma: il saggio di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza (1976), dove tutto viene ricondotto ad una modalità di funzionamento del cervello umano relativizzato all’adattamento primordiale  all’ambiente, laddove con estrema dovizia e abbondanza di particolari viene tracciato un funzionamento di cervello adattivo con specifiche funzionalità localizzate nei due emisferi cerebrali:  la prima quella che l’autore denomina mente bicamerale fondata sul trascinamento dei significanti di tale adattamento che escogita un meccanismo neuronale di tipo auditivo con implicazioni di ammaestramento : le voci allucinatorie di non mai identificati dei che in verità altro non sono che la somma di tutti gli insegnamenti che lo stare al mondo, lo spuntarla sulle numerosissime avversità, ha come condensato; giustappunto come voci, che debbono sempre essere ubbidite (ob-audite) ed eseguite senza discussioni. Linguisticamente e retoricamente questo meccanismo informa la figura della metonimia, ovvero il trascinamento di tutta una serie di disposizioni che diventano il patrimonio comune e trasmettibile di una comunità. Quando e quanto tempo possa aver dominato questa figura non ci è assolutamente dato di sapere, però ben si adatta a una concezione di Età dell’oro, dove senza dubbio tali voci trasmesse di generazione in generazione, possono essere equiparate a voci degli dei e quindi immortali; certamente tale predominio neuronal/comportamentale potrebbe spiegare molti misteri della cosidetta evoluzione umana, che potrebbe benissimo non essere stata una evoluzione, ma piuttosto una involuzione: dicevo in apertura del presente articolo che la narrazione che i mercanti hanno imposto della storia è pressocchè universalmente falsa  (leggi mercanti in generale, ma  interpreta come una minoranza che comincia ad individuare una modalità di dominio su di una totalità, facendo leva su alcuni meccanismi,  tipo una tecnologia più avanzata, uno scambio più proficuo di merci,  una crescente importanza data al danaro, un rilevanza particolare assegnata al convincimento e alla diffusione di notizie, notizie attenzione mai vere, ma sempre gonfiate, inventate, manipolate. Abbiamo visto che di una Età dell’oro dominata da dei, o perlomeno da voci allucinatorie intese come dei, possiamo dire poco e niente, se non fare diverse congetture su di un antichissimo rimpianto diffuso in tutte le culture e in tutte le aree del mondo  “perché gli dei ci hanno abbandonato? Perché non ci parlano più?”  Congetture tra le quali ci metto anche la mia che prende a sostegno la teoria di Jaynes sopra citata di una mente bicamerale e di una coscienza  emersa solo dopo la formazione del linguaggio articolato e quindi mescolata con la ben nota teoria freudiana delle formazioni inconsce che si porrebbe solo dopo l’affermazione, non più sulla figura della  metonimia ovvero il trascinamento di significanti , ma di una ulteriore figura della  specializzazione del cervello umano innescata non dal trascinamento di significanti,  ma dal significato letterale di ogni singola parola  dalla lingua ovvero la metafora fondata sul principio della condensazione di tale  significato di ogni singola parola della lingua parlata e  utilizzata per similitudine “Che cosa è questo ? Bhe!!!!.... è come se….” Ebbene è proprio su questo “ come se “ che il linguaggio parlato si arricchisce creando sempre più analoghi (questo è come quello, somiglia a quello, etc) finche rivolgendosi verso se’ stesso, crea un analogo particolarissimo :
l’analogo io, ovvero il mettere se’ stesso e non  dei, o piuttosto voci di dei , al centro della volizione adattiva e quindi perviene alla narratizzazione di se stesso in situazione con l’ambiente. Solo dopo il linguaggio articolato può nascere una coscienza, cioè una messa in situazione di se col mondo  e quindi anche un inconscio che si ritira in una sua area specifica e molto misteriosa del cervello (la differenza della suddivisione degli emisferi ognuno preposto ad un suo compito e ruolo). Ad una lingua articolata che si specializza sempre più grazie al meccanismo di condensazione metaforica e si situa sull’emisfero sinistro, corrisponde quindi un linguaggio oscuro, misterioso, perlopiù oscuro, quasi sempre inintellegibile che va a porsi sull’emisfero destro e solo straordinariamente manifesta i suoi significanti tramite persone particolarmente ispirate  - stregoni, sciamani, oracoli, o tramite comportamenti apparentemente non adattivi, appannaggio di artisti, sognatori e solo molto recentemente (il Freud di fine ottocento e primi novecento) oggetto di una sistematica analisi che non a caso verrà denominata Psicoanalisi. Se dunque possiamo dire pochissimo su di una età dominata non dal linguaggio articolato e neppure azzardare una sua temporalità e durata, non altrettanto si verifica al passaggio dell’età successiva quella denominata “età dell’argento” e appannaggio dei “guerrieri” Qui il tempo,  grazie alla quasi simultanea espressione di applicazione della parola, ovvero il suo passaggio in una forma scritta, diviene subito intellegibile addirittura scandito con esattezza, grazie al ritrovamento di reperti giustappunto scritti: dice a piena ragione Jaynes che i primi scritti dell’umanità che possiamo davvero interpretare e capire senza lasciarci suggestionare da illazioni proiettive tipo test di Rosearch, sono i poemi omerici dell’Iliade e dell’Odissea (quindi siamo grosso modo su mille massimo mille e duecento anni prima della nostra era cristiana ) : e’ proprio in tale periodo che possiamo collocare l’affermarsi di quell’analogo-io, che mettendo l’uomo in situazione all’ambiente e potendo anche narratizzare tale evento, perviene alla piena narrazione di una storia: La storia comincia solo con la trasformazione dell’Età dell’oro in Età dell’argento e con la sostituzione di Dei (o per intenderci voci allucinatorie di Dei ) con Guerrieri. Mi rendo perfettamente conto che molti, anche studiosi, sobbalzeranno dalla sedia “ma come l’Iliade e l’Odissea  primi testi scritti dell’umanità???? Ma allora l’epopea di Gilgamesh, il Mahabaratta, e tutte le iscrizioni tipo la Stele di Hammurabi, i geroglifici egizi???? Ho fatto cenno prima di una suggestione proiettiva alla test di Rosearch tipica della traduzione e interpretazione di tali testi , laddove c’è sempre la tendenza di mettere nel significato il proprio personale sentito (che è un significante e non un significato), ovvero una sorta di aspettativa per conformazione, cosa che come giustamente osserva Jaynes avviene sempre quando si è presente di uno scritto non schematizzato e astratto, ma figurato:  la barca, il sole, fiumi, monti, mare, alberi, animali, maschere, quando compongono uno scritto risentono un po’ troppo della precedente mente bicamerale, ovvero tendono a porsi in maniera di ispirazione, interpretando in maniera non metaforica ma giustappunto metonimica e quindi lasciandosi trascinare dal proprio sentito, financo dal proprio vissuto che va quindi giocoforza a interpretare in maniera troppo soggettiva il significato. Così non si fa storia, ma si avranno  sempre e solo parziali ricadute nella mente bicamerale, espressione di emozioni e suggestioni, quasi un riallaccio alle antiche voci degli dei, ma non mai a gesta di guerrieri.  Ecco dell'età d'argento e dei guerrieri se ne può cominciare a parlare con cognizione di spazio e con cognizione di tempo, ed è una età in cui ancora non si è addivenuti alla menzogna, al mercimonio dei mercanti dell'età del bronzo 

   

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...