giovedì 31 agosto 2023

C'E' ANCHE UNA ORIGINE DELL'INCONSCIO

 

"La coscienza è l'ultimo e più tardo sviluppo dell'organico e di conseguenza anche il più incompiuto e il più depotenziato. Si pensa che qui sia il nocciolo dell'essere umano: ciò che di esso è durevole, eterno, ultimo, assolutamente originario! Si considera la coscienza una stabile grandezza data! Si negano il suo sviluppo, le sue intermittenze! La si intende come unità dell'organismo! Questa ridicola sopravvalutazione, questo travisamento della coscienza hanno come corollario un grande vantaggio, consistente nel fatto che con ciò è stato impedito un troppo celere perfezionarsi della medesima. Perchè gli uomini ritenevano di possedere già la coscienza, si sono dati scarsa premura per acquistarla, e anche oggi le cose non stanno diversamente!" (Friedrich Nietzsche).            Cavolo!!!! Lo vedi !? -  Nietzsche ci aveva acchiappato su tutto!!!! In questo pensiero sembra, non solo anticipare Freud e l'inconscio, cosa che prima di lui avevano fatto in parecchi, Cervantes, Poe, Melville, ma addirittura delineare chiaramente Julian Jaynes e la sua mente bicamerale e quindi porre l'origine della coscienza molto ma molto più ravvicinata in quanto derivata del linguaggio e a questo posteriore (grosso modo tremila anni fa o giù di là). Ci pensi alla sconvolgente affermazione “La coscienza e’ posteriore al linguaggio” quante incredibili conseguenze determina nella nostra cultura e persino civilta’? significa ammettere che l’uomo ha fatto tutta una serie di cose, dal costruire paesi, citta’, monumenti, realizzare diverse civilta’, fare guerre, il tutto, senza esserne cosciente, ma semplicemente facendo leva su di un altro meccanismo neuronale, uno appunto non derivato dal linguaggio, ma su qualcos’altro.  Beh e’ notorio che c’è stato  un certo signor Freud che ha dato il nome a questo “qualcos’altro” perfettamente biologico, denominandolo “inconscio”. Ma e’ anche vero che da tempo immemorabile l’uomo ha sempre avvertito questo “esser-ci”- altro,  molto molto prima di Freud e anche di Heidegger cui quel “ci” ha dato comunanza all’essere, e alquanto piu’ poeticamente l’aveva chiamato “eta’ dell’oro”   
Una età dell’oro, una denominazione comune un po’ a tutte le civilta’ del passato la cui peculiarita’ era quella di essere  caratterizzata da voci ? Voci allucinatorie tout court identificate con le voci degli dei, anzi l’unica modalità di manifestazione di non meglio precisati dei. E per quanto tempo durarono queste voci, per quanto tempo questi dei abitarono qui sulla terra ? Di certo assai più dei tremila anni scarsi della coscienza, stante la sua dipendenza dal linguaggio articolato, diciamo una temporalità indefinita, fatta di decine, centinaia di migliaia di anni, chi può dirlo, mancante l’elemento di trascrizione di una data esperienza? Mancando quell’analogo-io in grado di mettere in situazione se’ stesso con uno scritto? Ecco che qui entra in gioco un pensatore piu’ recente di Freud o di Heidegger, un pensatore a noi contemporaneo che nel 1976 scrisse un saggio di fondamentale importanza “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza" giustappunto il sopracitato Julian Jaynes. Cosa significa mente bicamerale?
Significa un cervello ben distinto nelle sue funzioni:
 una funzione pratica adattiva per sbrigare le faccende del quotidiano con una certa rispondenza fondata sulla condensazione di un significato acquisito che prendeva in esame la modalita’ comunicativa degli esseri umani, quella appunto di un linguaggio articolato , in grado cioe’ di comprendere sempre piu’ dati e trasmetterli al proprio simile, quindi un codice metaforico un “cosa e’ questo?.... beh e’ come quest’altro….” Metafora e’ parola greca e significa letteralmente “portare nei pressi, nell’intorno“.  avvicinare un significato ad un altro per effetto di rassomiglianza. Tale funzione eminentemente metaforica quindi si allocava nell’emisfero sinistro del cervello con tanto di specializzazioni nelle varie aree (Broka, Vernicke, etc). significa pero’ anche una diversa parte allocata  nell’emisfero opposto dello steso cervello, preposta ad una funzione assai differente  : sfruttare l’esperienza acquisita del singolo, del gruppo e trasmetterla alla comunita’ non per condensazione, non metaforicamente ma per spostamento, per trascinamento di quel significato letterale correlato ad un oggetto, che va anche caricandosi di tutta una serie di implicazioni correlate all’essere in una certa situazione e quindi, secondo la teoria di De Saussure  diventa “significante”, una operazione che la retorica linguistica indica con il nome di metonimia e che resta compresa appunto dal meccanismo di trascinamento di significante quale puo’ essere una composita esperienza a fronte di un determinato evento di tipo eccezionale (l’attacco di una belva feroce, una alluvione, un incendio,  altri tipi di eventi piu’ o meno naturali. Una mente bicamerale quale quella descritta da Jaynes può in effetti essere durata centinaia di migliaia di anni e lo stesso può dirsi se un tale paradigma viene applicato e adattato ad un qualcosa di così misterioso, così fumoso, per nulla documentato come la prima Era della Umanità quella dell’oro , quella degli dei, della quale non ci rimangono che illazioni e una forma comune a tutte le culture, di larvata nostalgia , quel “perché gli dei non ci parlano più?” Come dovettero essere tali voci, abbiamo detto, o meglio ci ha detto esaurientemente Jaynes nel suo saggio – stress, situazioni nuove, adattamento all’ambiente , modalità non discutibile della comunicazione auditiva, etc’- semmai , è il caso di andare a scoprire che fine abbiano fatto tutte queste voci, una volta che l’emisfero sinistro del cervello ha costruito quell’analogo io che ha consentito di mettere l’individuo “in situazione” e narratizzare la sua presenza e quindi di quelle prescrizioni non ha alcun bisogno? Sembrerebbe avallata l’ipotesi di zona muta, se difatti una voce non ha più nulla da indicare a livello comportamentale, a cosa serve l’emisfero destro? a niente! è un emisfero del tutto superfluo in quanto le zone corrispondenti a quelle del linguaggio articolato non rivestono più alcuna utilità. Così sembrerebbe se utilizziamo il referente della singola eventualità comportamentale, ma cosa succede se prendiamo in esame un qualcosa di molto più generalizzato? cosa succede se ci focalizziamo sul “desiderio” che della vita ne costituisce l’essenza? Succede che viene investito qualcosa di molto più complesso e articolato di una singola evenienza; la modalità allucinatoria delle parti dell’emisfero destro del cervello, preposte alle suggestioni/comandamenti, in correlazione a quella costruzione di analogo io, perde quella funzione di rapporto tra i due emisferi e si precisa in un qualcosa che assume una essenza a sè stante, quella appunto che informa il desiderio, tutto il desiderio come correlato sempre presente fin dall’apparizione dell’uomo e di quel suo distacco dallo stato animale, che attenzione non è la coscienza, ovvero l’analogo io, è un qualcosa che sta localizzata nell’emisfero destro che esaurita la sua funzione allucinatoria/prescrittiva, la evolve in una generalizzazione di quello che da sempre ha rappresentato l’istanza della presenza dell’uomo sulla terra, una sorta di pieno ritorno a quel “de-sidera” ovvero quel “venire dalle stelle”.
Un’entità più o meno misteriosa, certamente ancora sconosciuta, che ha rappresentato l’inizio della vita, ovvero, come dice Freud in Al di là del principio del piacere, un turbamento in un qualcosa di preesistente alla sua apparizione, ovvero una fenomenologia irrelata dove è presente un corpo turbato (il pianeta, terra, lo stato inanimato) che tende incessantemente a ritornare nello stato precedente a tale turbamento e un corpo turbante (l’apparire della vita, non insita allo stato inanimato, ma proveniente da altrove) che ha invece una duplice istanza : quella di permanere nel proprio stato a tutti i costi (il famoso “la vita ama la vita), ma anche quella di tornare anch’essa da dove è venuta, una nostalgia, direbbe Freud “una coazione a ripetere” ovvero da altrove , lo spazio, il cielo...le stelle... e quindi ri-tornare tra le stelle (de-sidera).
Della reazione della prima entità, la terra, che potremmo anche definire totale assoluta indifferenza, ne abbiamo continuamente esaurienti prove: terremoti, inondazioni, mareggiate, eruzioni vulcaniche, sconvolgimenti tellurici, cambiamenti climatici, caldo, freddo, gelo, diciamo che la terra è un ambiente quanto mai inidoneo all’ordine delle volontà e dei disegni umani, mentre per la seconda entità, avendo invece una duplice istanza, quella del permanere e quella del ritornare, si era reso necessario, nell’essere vivente maggiormente evoluto grazie allo sviluppo del suo cervello, suddividere appunto tale cervello in due distinte parti/funzioni, una preposta a tutti i problemi del difficile adattamento ad un ambiente ostile/indifferente, grazie ad uno strumento di aggregazione ovvero il linguaggio articolato che nominasse ogni cosa e provvedesse grazie ad un meccanismo di paragone/condensazione a nominarne sempre di nuove, un’altra invece che doveva giocoforza trovare in una diversa, anzi opposta localizzazione cerebrale, la sua manifestazione: non quella di nominare tutte le cose, ma di trascinarne più che il significato, il significante, ovvero il sentito dire, quindi una metonimia ovvero tutte le possibili eventualità che una certa azione comportasse, applicandovi una sorta di imprimatur rappresentato dalla somma delle esperienze in situazioni simili, che appunto si imponessero come assolute in termini di comportamento. Questi potrebbero essere stati i tempi di dominio degli dei, giustappunto l’età dell’oro, che non ha bisogno di spiegazioni, non ha bisogno di giustificazioni e meno che mai ha bisogno di temporalizzazione: essa si manifesta in sé stessa, giustappunto in una voce, informante nel suo stesso porsi “Va! Fa! Agisci!“ Le voci ovvero le manifestazioni degli dei, ad un certo punto della storia, che non è la banale storia evolutiva delle moderna società umana, questo è un giudizio di merito prettamente umano, si esauriscono per il banalissimo motivo che “non hanno più nulla da dire”, e quindi a quella mente che Jaynes ha denominato bicamerale si sostituisce la coscienza, ovvero quell’analogo Io, che prodottosi nell’emisfero sinistro del cervello, consiste nel mettere in situazione il proprio vissuto senza più aver bisogno di attendere l’allucinazione/prescrizione trasmessa dal corrispondente emisfero destro e che il gruppo, la socialità, l’evolversi della civiltà aveva arbitrariamente attribuito agli dei. L’evoluzione del linguaggio una volta consentito che tramite un analogo che aveva fatto di se’ stesso, l’uomo fosse in grado di mettere se’ stesso in relazione agli eventi, non abbisognava più delle antiche voci ammonitorie e prescrittive di fantomatici dei, e torna quindi imperiosa la domanda : che fine hanno fatto tali voci e più specificamente che fine ha fatto tutta una parte del cervello che per millenni e’ stata preposta a tale compito? Come anzidetto non si tratta di un banale giudizio di merito o demerito , di valore o di non valore, quale l’uomo, specie da Platone in poi con la sua invenzione del concetto (un uno che sta per molti) ha applicato praticamente ad ogni suo scibile, si tratta della stratificazione della tradizione, un qualcosa di eminentemente simbolico che non cataloga, non elenca, non giudica , e che noi in questa sede denominiamo inconscio una funzione vestigiale che non si è estinta, non è diventata un’area muta del cervello come vorrebbero ipotesi scientiste, ma semmai diciamo che si è andata ad occupare di un qualcosa di molto più generale, insita in quella seconda istanza che abbiamo visto appartenere all’elemento turbatore, ovvero assolte, diciamo al meglio o perlomeno autonomamente, le funzioni di adattamento ad un ambiente ostile o indifferente, quindi di condensazione della propria permanenza, si è andata ad occupare del trascinamento di quell’eterno ritorno nei dettami del desiderio, ovvero quel “de-sidera” che non si contenta di un semplice elenco con termini sempre nuovi, ma vuole il senso di quel suo operare in un contesto che non lo conosce, che lo avversa, che lo opprime e contro il quale deve sempre lottare: vuole ritrovare la sua più profonda essenza, quella che solo il ritorno da dove è venuto può forse spiegare e giustificare.
Così se il “crollo della mente bicamerale”, prospettato tanto brillantemente da Jaynes ingenera giocoforza una “origine della coscienza” per logica associazione dovremo asserire che ingenera altresì una “ORIGINE DELL’INCONSCIO” Ammessa così una origine non solo della coscienza, ma anche dell’inconscio, Il desiderio non è più un singolo evento circoscritto e limitato da risolvere previa una voce allucinatoria e strettamente contingente, ma diviene il desiderio in senso lato, quello originario all’apparire della vita e del turbamento ingeneratosi nell’ambiente; ovvero è l’intera vicenda del genere umano che pervenuto al linguaggio ha specializzato tale strumento fino a coprire praticamente tutti o quasi i conflitti di attribuzione delle cose del mondo circostante, ha piegato il mondo ad una sua capillare nominalizzazione, ma ha tralasciato tutto quello che faceva parte del desiderio della sua stessa essenza, non solo adattarsi all’ambiente con la sua vita, con il suo “esser-ci” e quindi una condensazione/permanenza, ma anche fare ritorno da dove era venuta e quindi tornare intorno alle stelle (de-sidera) ovvero trascinare un significante nei meandri del proprio desiderio, non prendendo più in esame una singola conflittualità, ma il conflitto in sè: l’essere qui gettato in un mondo che non ci conosce e che ci osteggia con la sua totale indifferenza: insomma le eterne domande del genere umano ”chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?”, che da tempo immemorabile sono sprofondate in una diversa accezione del linguaggio articolato, prerogativa di sciamani, auguri, indovini, ma anche artisti, poeti, musicisti, filosofi, e negli ultimi secoli anche studiosi, fisici, pensatori, che hanno costruito un linguaggio parallelo e alternativo a quello della cosidetta logica e che uno di questi ne ha individuato la struttura profonda e metodologica del suo manifestarsi, e qui facciamo ritorno a Sigmund Freud, che gli ha dato il nome di “INCONSCIO” e che noi in questa sede azzardiamo che, come la coscienza ha anche esso una origine e questa origine può benissimo trovare, come in un ulteriore estremo integrale sui cammini, una sua spazialità ed una sua temporalità del tutto indefinita si ma anche coincidente con tutto quello che l’uomo ha
considerato come desiderio e che non ha i dettami della localizzazione (vedi la fisica quantistica e la teoria degli insiemi ) e neppure della banale evoluzione a linea diretta da uno stato primitivo ad uno di cosidetto progresso, ma piuttosto la spezzata a zig e zag del ritorno, la teoria dell'eterno ritorno dell'identico nuovamente di Nietzsche che diviene  il mito dell’eterno ritorno in  Mircea Eliade, ma supposto dalle infinite voci della tradizione, un  ritorno all'Eta' dell'Oro

 

giovedì 10 agosto 2023

RUBLO DIGITALE CONTRO GREAT RESET


Sono fermamente convinto che l’unica speranza per il mondo venga dalla Russia di Putin! Non v'e' difatti altro Paese che non stia dimostrando, nei fatti, nelle idee, una capillare azione di disturbo e di annichilimento  di tutte le distopie di Great Reset e di controllo Orwelliano della Societa' , come i recenti eventi di farsa pandemica e di altri improbabilissimi  cataclismi climatici  starebbero a dimostrare . Anche il progetto di un rublo digitale rientra a tutto tondo in tale strategia : difatti  sembra proprio che la Banca Centrale Russa vada ipotizzando un rublo digitale  CBDC (Central Bank Digital Currency)  solo per combattere la finanza occidentale assoggettata alle élite finanziarie, dato che la Russia è stata estromessa dal BIS (Banca Regolamenti Internazionali) e dallo SWIFT.(ovvero Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale, in acronimo SWIFT, società cooperativa con sede legale a Bruxelles, in Belgio, fondata nel 1973 dai principali azionisti di Clearstream e Euroclear che agisce come intermediario finanziario esecutore delle transazioni finanziarie, in moneta o di asset diversi, ad esempio titoli, digitali che si svolgono sulla rete da lei gestita ed utilizzata dalla quasi totalità delle banche del mondo). La tendenza ad introdurre le valute digitali delle banche centrali (CBCD) si sta rapidamente affermando in
molti Stati del mondo: dopo il recente annuncio della Banca Centrale Europea di una proposta di legge per immettere l’euro digitale, è la volta della Russia dove il presidente Vladimir Putin ha firmato 
 una legge sull’introduzione del rublo digitale e la creazione di una piattaforma elettronica corrispondente. Sarà possibile effettuare transazioni con il nuovo formato monetario utilizzando la piattaforma del rublo digitale, uno speciale sistema informativo gestito dalla Banca di Russia. Il rublo, dunque, avrà tre forme: contante, non contante e digitale. Secondo la legge, il rublo digitale sarà utilizzato come mezzo per pagamenti e bonifici, ma non si prevede la possibilità di aprire un conto in banca utilizzando rubli digitali o di ottenere un prestito in rubli digitali. Uno degli obiettivi principali nell’accelerazione del progetto del rublo digitale è creare un nuovo sistema di pagamenti in grado di aggirare le sanzioni occidentali e l’esclusione dal sistema Swift. 
I cittadini russi non saranno costretti a utilizzare la CBDC e l’uso del rublo digitale sarà una scelta volontaria lasciata alla decisione dei singoli, secondo quanto riferito il 24 luglio dal governatore della Banca di Russia Elvira Nabiullina: «Nessuno costringerà nessuno a entrare nel rublo digitale, m a speriamo davvero che sia più conveniente ed economico sia per le persone che per le imprese, e inizieranno a usarlo. Questa è una nuova opportunità». Resta, però, il fatto che  tale Banca Centrale sia uno strumento che, se finisse  in mani sbagliate, potrebbe generare quello che tutti temono, cioè, il controllo assoluto sulla società, un “lager digitale”, come ha avuto modo di esprimersi l’economista russo Valentin Katasonov. Tale rischio potrebbe crescere qualora in Russia, dopo Putin, sorgesse un leader liberista e filo-occidentale- In realtà, in Russia si può quasi dire che la situazione bancaria sia inversa a quella degli Stati Uniti nel modo seguente:  negli Stati Uniti, le maggiori banche private controllano il governo e la sua politica monetaria grazie al loro controllo diretto sulla Federal Reserve stessa.
In Russia, le maggiori banche del Paese, come Sberbank, VTB, ecc. sono in realtà a maggioranza statale, il che significa che il governo russo detiene la quota di controllo e ha la totale voce in capitolo. Il motivo per cui temiamo un rublo digitale CBDC è che esso venga usato dal cartello finanziario globalista in una distopica azione di controllo, come la farsa della recente pandemia  ha mostrato , quasi a mo’ di grandi manovre.  Ciò avverrebbe, ipoteticamente, in vari modi, consentendo loro di bandire il contante e di utilizzare solo CBDC tracciabili, nonché di programmare CBDC per servire gli interessi del capitale finanziario; ad esempio, aumentando la “velocità del denaro” di un sistema bancario mettendo dei timer sulla valuta, costringendovi a spenderla entro una determinata scadenza anziché accumularla nei risparmi.
Ma ricordiamo che la  banca centrale russa non è collegata alle istituzioni finanziarie occidentali e al gigantesco sistema bancario Rothschild del mondo. Il capitale privato e le istituzioni bancarie aziendali non possiedono la banca centrale russa, non hanno alcuna partecipazione o azione in essa, a differenza delle istituzioni occidentali. Pertanto, qualsiasi CBDC creato dalla banca centrale russa serve di fatto solo lo Stato russo. Inoltre, Putin ha espressamente dichiarato che il Rublo digitale non sostituirà il denaro contante – anche se, è vero, nessuno di noi prende in parola i governi quando si tratta di queste cose, quindi non vanno biasimate perplessita’, dubbi e riserve. Diciamo pero’ che il governo russo ha una storia di ascolto delle richieste della popolazione molto piu’ rassicurante dei governi occidentali in ispecie, lo ripeto dopo il grande trauma della farsa pandemica e di quelli che hanno cercato di far seguito tipo la mobilitazione della guerra tra Russia e Ucraina e ora la risibile emergenza climatica. E’ pur vero che  durante la farsa  pandemica, il governo russo si è inizialmente unito al carrozzone delle vaccinazioni e delle relative restrizioni, ma dopo una serie di proteste e anche legittime perplessita’ della parte sia  pure minoritaria dei cervelli piu’ lucidi,   la maggior parte delle discrasie distopiche è stata eliminata. È così che dovrebbe funzionare una sana governance. Nessuno sta suggerendo che i governi debbano essere sempre perfetti e non introdurre mai idee sbagliate, ma quello che noi cittadini chiediamo è che se le idee sbagliate sono state inventate, dopo aver espresso il nostro rifiuto, vengano rimosse in modo sommario. Il governo russo lo ha fatto finora, almeno per la maggior parte. Rimangono alcune mele marce all’interno della struttura che continuano a spingere certe istanze nefaste, che si tratti di vaccinazioni o di certificati digitali, eccetera, ma non si otterrà mai un sistema completamente amichevole alla distopia, salvo che non si istituisca un controllo orwelliano totale; d’altronde ricordiamo che la banca centrale russa non è più membro della BRI o del sistema SWIFT, i suoi membri del consiglio di amministrazione non fanno parte di alcuna società “internazionale” come i direttori delle banche centrali occidentali. Quindi perché i loro CBDC dovrebbero servire istituzioni occidentali o internazionali di qualsiasi titolo? -
 Si può persino sostenere che il CBDC della Banca di Russia sia un’arma contro la finanza internazionale, dato che le altre banche commerciali russe – le poche rimaste – hanno già manifestato la preoccupazione che il CBDC possa causare loro gravi perdite di profitto. Il motivo è ovvio: I cittadini russi che scelgono di aprire conti in “Rublo digitale” direttamente presso la banca centrale russa rappresenteranno una perdita di potenziali clienti per le banche commerciali che si contendono quegli stessi conti e depositi. Ricordiamo anche  che la Banca di Russia ha dovuto persino rassicurare le Banche commerciali  ricordando che la maggior parte dei clienti preferirà comunque tenere conti anche presso di loro, dato che i conti in Rublo digitale presso la Banca centrale non matureranno interessi come quelli delle banche commerciali. Questo dimostra che ci sono più argomenti a favore del fatto che il CBDC russo danneggi le banche commerciali private e i loro interessi che non il contrario:  in particolare viste le prove che Putin ha utilizzato la  Nabiullina e la banca centrale per distruggere e limitare gli interessi delle banche private in Russia.
Putin e la Nabiullina 
Certo, è probabilmente un’ipotesi molto lontana dal percorso Putin-5D, ma è anche lontanamente possibile che la Banca di Russia e il CBDC facciano parte di un piano a lungo termine per strappare completamente il controllo della finanza occidentale/londinese e restituirlo al popolo. Ma un simile piano ipotetico funzionerebbe a lungo termine solo in concomitanza con diversi altri sviluppi critici, come la rivoluzione multipolare Russia-Cina che sconvolge l’intera architettura finanziaria del globo, o almeno la loro sfera, e riporta il mondo a valute sostenute da beni reali. Quindi, questo significa che dovremmo amare e fidarci del CBDC russo? Non necessariamente, il motivo è che, anche se per il momento rimane apparentemente innocuo, tutto può cambiare in futuro.  Come si e’ detto in precedenza un politico filo-occidentale/liberale potrebbe ipoteticamente succedere a Putin e decidere di riorientare completamente la Russia nella direzione del “Grande reset”, quindi di trasformare i CBDC in tutto ciò che si temeva che fossero. Questo non vuole nemmeno essere un’approvazione clamorosa del sistema di banche centrali della Russia o di qualsiasi altra banca centrale, in generale si deve continuare ad essere sostanzialmente  critici nei confronti di qualsiasi tipo di istituto bancario di stampo usuraio,  ma quello  russo sembra certamente il migliore del lotto.  C’è la possibilità che Putin stia conducendo una lunga crociata personale per riformare lentamente l’intero sistema, con l’obiettivo finale di una vera
e propria moneta garantita dall’oro o da asset, utilizzata dall’intera nascente sfera di resistenza/multipolare  alla Dugin rappresentata dai BRICS.
 (Acronimo che rappresenta  i paesi che condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche e, soprattutto, sono stati caratterizzati da una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e della quota nel commercio mondiale e si propongono di costruire un sistema commerciale globale attraverso accordi bilaterali che non siano basati esclusivamente sul  petrodollaro, il che significa una de-dollarizzazione  delmercato finanziario globale) In effetti, una piccola ma interessante notizia è passata sotto silenzio molto recentemente.
Putin ha firmato una legge per una serie sperimentale di “banche islamiche” in quattro regioni chiave della Russia, che hanno una maggiore popolazione musulmana: Daghestan, Cecenia, Bashkiria e Tatarstan. Questa sperimentazione durerebbe due anni, fino al 2025, e vieterebbe l’uso della banca per finanziare tabacco, alcol, armi, gioco d’azzardo, ecc. Soprattutto, però, vieterebbe l’uso di tassi di interesse in qualsiasi prestito o transazione. Il che potrebbe davvero essere l’innesto verso quel processo di mondo multipolare ipotizzato dal pensiero di Aleksander Dugin che potrebbe davvero rappresentare la fine del mondo commerciale di bottegai inaugurato dallo spirito anglosassone e dal suo successore statunitense

 

TERRA-MARE : SCHMITT CON JAYNES

  Terra e Mare , proprio oggi che la tensione tra l'ultima vera potenza di terra la Russia e la naturale  erede della tradizione di mare...