sabato 4 maggio 2024

TERRA-MARE : SCHMITT CON JAYNES

 

Terra e Mare , proprio oggi che la tensione tra l'ultima vera potenza di terra la Russia e la naturale  erede della tradizione di mare anglosassone, gli stati Uniti d'America, e' arrivata allo scontro, se non proprio diretto, perlomeno interposto (UE e un Paese esca l'Ucraina),  valgono le  considerazioni di questa dicotomia terra-mare individuata settant’anni fa da Carl Schmitt un filosofo e giurista tedesco, tenuto alquanto in penombra dalla cultura occidentale del dopoguerra con la scusa di essere stato un generico
fiancheggiatore del Regime nazista. Non e’ la prima volta che affronto tale argomento in quanto recentemente  stimolato da un saggio di uno dei pensatori che stimo di piu’ :  Alain De Benoist che ha scritto in collaborazione con Julien Freund, un altro pensatore non allineato alla grande menzogna liberalista,  un libro su  tale tematica  che viene riletta  giustappunto approfondendo   quella dicotomia  di Schmitt,  partendo dal saggio titolato “Terra-Mare”
in cui tutta la storia del mondo nella particolare accezione della storica  era interpretata nella prospettiva di una opposizione fondamentale tra nazioni di terra e nazioni di mare  saggio il cui sottotitolo recitava   “una considerazione sull
storia del mondo raccontata a mia figlia Anna” che riassume  in 

 termini estremamente logici  e semplici  l’evoluzione geo-storico-giuridica del mondo   a partire dalla scoperta dell’America, quindi la fine del XV secolo con gia’ in corso tutta la serie di sconvolgimenti epocali - viaggi, nuovi continenti, invenzioni, commerci, diversi stili artistici, modalita’ differenti di guerre e assedi, financo  pandemie ricorrenti, dopo quella famosissima del 1348, che induce alla domanda “cui prodest” (ieri come oggi)-  che rimandano ad una ulteriore analisi,  quella delle eta’ del mondo di Esiodo da cui siamo indotti  alla considerazione che ci troviamo in piena eta’ dei mercanti o del bronzo, subentrata a quella dell’eta’ dei guerrieri, ovvero l’eta’ dell’argento. L'originalità dell'opera risiede nell'individuazione, da parte dell'autore, della dicotomia Terra-Mare come motore della storia umana ed e’ ovviamente questa la tematica che interessa ai due piu’ recenti pensatori che hanno tanto ispirato anche me: difatti nel loro  breve ed intenso saggio, scritto a quattro mani, affiora l’importanza di tale dicotomia   non tenuti in sufficiente considerazione dai metodi degli storici, anche quelli piu’ raffinati tipo Oswald Spengler o  Arnold Toynbee, ma forse in qualche modo contemplati dai soliti pensatori piu’ fuori del sistema e ostracizzati  tipi Guenon, Evola, Mircea Eliade. In  questo mio articolo pero’ riprendo il saggio di Schmitt, ma mi piace commisurarlo non solo al molto piu’ antico sistema ripartito delle “eta’ del mondo” di Esiodo, comune anche a tutte le altre antiche civilta’,  ma anche alla mia Bibbia personale di possibile e alternativa interpretazione della storia del mondo, che e’ il saggio di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza” (lo so, lo so… i pochi che per avventura si siano avvicinati ai miei scritti,  indubbiamente lo diranno a gran voce  “ah Ma’…. e mo’ hai rotto co’ sto’ Jaynes e la sua mente bicamerale” 
Eppure vedete se applichiamo la bipartizione del cervello, con quella sua parte sinistra  preposta al linguaggio articolato tramite condensazione metaforica del significato di una cosa (il famoso confronto per similarita’ “ cosa e’ questo ? -  bhe e’ come …quello”), ed un’altra parte strutturata per trasferimento metonimico di un  significante (“come devo fare  per interagire con…? ) così  come ti viene impartito da una voce allucinatoria che rappresenta il condensato di tutte (o quasi) le situazioni in cui un individuo viene a contatto, ci veniamo a trovare in una situazione ottimale di organizzazione cerebro/comportamentale,  che con tutta probabilita’ ha funzionato per migliaia d’anni e che nella sua indistinzione e fumosita’, la tradizione popolare, una volta pervenuta alla coscienza e quindi ad un Io analogale  sulla base del linguaggio, ha denominato “eta’ dell’oro “ una eta’ nella quale potevano proiettarsi e anche  condensarsi (non dimentichiamo la funzione eminentemente metaforica e quindi di condensazione di significati della coscienza) tutti i miti, tutte le leggende, tutte  le storie, e anche tutte le esagerazioni, che la nuova funzione poteva ritrovare nel suo  percorso. Comincia quindi il racconto, un qualcosa del tutto escluso nella organizzazione della mente bicamerale, che aveva un impianto estremamente pragmatico di adattarsi all’ambiente, un racconto a volte stupendo che si colora dei tratti dell’epica, della lirica, della  poesia e di tutte le condensazioni metaforiche della coscienza. Ovviamente non si puo’ piu’ ricorrere alla metafora aurea per designare  il nuovo periodo e neppure far riferimento agli dei, che restano un qualcosa di molto indistinto, tutt’al piu’ raffigurabile in una altra forma di rappresentazione, quella della parola scritta in primis, ma anche  quella pittorica/visiva, ovvero  statue, idoli, totem, templi, quella musical/emozionale  tipo poesia, anche teatrale. E’ indubbio pero’ che
c’e’ un calo di livello, anche nella presunzione della nuova organizzazione cerebrale e si designa il metallo subito meno nobile. l’argento, per caratterizzare la nuova era  e si indica nella classe “dei guerrieri “  la nuova categoria di protagonisti nella scena del mondo. Sembrerebbe così leggendo racconti, ascoltando musiche e quant’altro che si sia trattato tutto sommato di un passaggio indolore da una era all’altra, per alcuni versi addirittura propizio…ma … ecco c’e’ un ma grosso come una montagna: il passaggio dalla mente bicamerale alla coscienza non ha solo un carattere di minore valore  quale si addice alla differenza tra oro e argento, ha anche un risvolto di estremo sviluppo della crudelta’ umana, che difatti esordisce sul teatro del mondo con guerre, eccidi, massacri, stupri, violenze di ogni genere e si serve di strumenti atti a tale pratica sempre piu’ sofisticati che segnano appunto lo sviluppo delle armi e quindi la dizione di “eta’ dei guerrieri”   per questo periodo di esordio della coscienza e quindi della storia che su di essa e solo su di essa puo’ essere raccontata    Il subentrare dopo due millenni e mezzo di un’altra classe che sara’ caratterizzata da un metallo ancora meno prezioso,  il bronzo e da attivita’ sempre improntate a sopraffazione , violenza , crudelta’,  perseguite solo con maggiore ipocrisia, e’ detta Eta’ dei mercanti ed e’ innescata da una, per buona parte,  inventata o comunque gonfiata in maniera abnorme , pandemia, che in breve  porto’ alla obsolescenza di tutti i valori fino allora perseguiti dal mondo medioevale e nelle sue alterne vicissitudini dalla cosidetta eta’ dell’argento o dei guerrieri.  Quello che bene o male fino a quell’evento era considerato rispondente ai valori della  civilta’ , la tradizione, il senso di un Impero. che salvaguardasse o si rifacesse a tali valori, come ad  esempio il Sacro Romano Impero di Carlo Magno e l’estremo tentativo di un suo recupero e  riproposizione da parte di Federico II di Svevia,  ed ancora la Cavalleria ,  una opera come la Divina Commedia di Dante Alighieri,  lo stile Gotico  delle  Cattedrali con il loro bagaglio di conoscenze e esperienze  da trasmettersi per coralita’,  sono soppiantate  dai  commerci, del valore di scambio , del denaro,  quindi dall’avvento di quella  che in una parola io definisco, non lo nego con un tantino di disprezzo “l’eta’ dei bottegai e dei garzoni”  e che rispecchiano in toto (ecco che prende corpo l’ipotesi di Schmitt)  l’ascesa delle potenze di mare di cui la prima piu’ compiuta espressione e’ l’Inghilterra, soprattutto a principiare dalla Regina Elisabetta detta la Grande, con le forti spinte espansioniste e la formazione di un tutt’altro tipo di  impero, del tipo marittimo/coloniale, sino a passare in  tempi piu’ recenti  il testimone (diciamo dopo la seconda guerra mondiale) agli Stati Uniti che ne hanno preso il posto. Riassumendo possiamo dire che si e' andati da un peggiore ad un molto piu'  peggiore (lo so! non si dice, ma mi sia concesso il massimo della riprovazione su tali passaggi epocali), comunque sia rispetto all'eta' dell'oro che e' l'equivalente all'organizzazione bicamerale, si e'  prodotta una frattura che probabilmente non ha rimedio. Jaynes, tra gli altri  possibili motivi di frattura  - sprofondamento isola di Santorino, invasione dei Dori - probabile riscontro storico di Atlantide e della sua scomparsa - individuava nell'elemento mare la  principale  causa del crollo della 
mente bicamerale e l'origine della coscienza. Il mare  e un popolo di navigatori tipo i Fenici,  che costretti in un elemento poco atto a comportamenti catechizzati, pian piano a fronte di sempre nuovi problemi abbiano trovato sempre meno voci allucinatorie  rispondenti alla bisogna e quindi siano stati per cosi' dire, costretti  fare ricorso all'elemento metaforico e non metonimico, applicando la condensazione al proprio stesso io e mettendolo in diretta relazione con il contesto e il comportamento da scegliersi, ecco la principale motivazione della crisi e quindi crollo della mente bicamerale e la necessita' di trovare un sostituto per mettersi in situazione con il contesto  e quindi interagire autonomamente    

lunedì 29 aprile 2024

IN MORTE DI BENITO

 

Dopo il 25 aprile e le sue magagne parliamo del 29 che e’ il giorno in cui venne ufficializzata la morte di Benito Mussolini (inutile andare dietro a tutte le versioni che nel corso degli anni sono stati avanzati su tale morte : fucilazione immediata subito dopo la cattura, fucilazione durante la notte in cui lui e la Petacci erano stati rinchiusi in un casolare con tanto di possibile colluttazione, doppia fucilazione l’ultima sui cadaveri,  quella indicata a Giuliano di Meszzegra, quindi una vera e propria teoria di esecutori materiali,  dal celeberrimo Colonnello Valerio che alcuni hanno identificato in Walter Audisio altri addirittura nello stesso Luigi Longo  tra i comandanti piu’ importanti dei comitati del CLN,  assieme a Parri, Cadorna e Mattei, quindi un certo Lampredi e addirittura 50 anni dopo a meta’  degli anni novanta un certo Lonati con compiti di cripto spionaggio sulla documentazione del carteggio Churchill-Mussolini. Insomma a ben vedere non si sa come raccapezzarcisi, di certo rimane solo che il 29 aprile Mussolini era morto e comincio’ la lugubre esposizione della sua salma nel vergognoso evento di piazzale Loreto : orbene  ma le troviamo giustificate tutte queste contraddizioni, forzature e anche drammatizzazioni in relazione al personaggio ? Beh ! direi proprio di si! Mussolini nel bene e nel male non e’ certo un personaggio  che per la storia e’ passato indifferente, senza farsi notare, e lo stesso vale per me con tutto che non l’ho mai amato. Quello che innanzi tutto non mi e’ mai piaciuto di lui e’ stata la provenienza  dalla sinistra, per la precisione la sinistra piu’ estrema e poi il suo alto grado di scendere a compromessi che gia’ e’ piuttosto evidente nella sua militanza nel Partito Socialista , e che diverra’ plateale con  lo scoppio della Grande Guerra e le piroette in merito all’intervento o non intervento, per intenderci dalla neutralita’ assoluta senza se e senza ma dei primi giorni dopo l’attentato di Sarajewo, come si evince da un suo articolo sull’Avanti del 26 luglio 1914 di cui si trasmette un estratto: "Abbasso la guerra"del 26 /7/14  Nel caso deprecato di una conflagrazione europea, qual è il posto dell’Italia Accanto all'Austria contro la Francia?  Noi non sappiamo quali siano i patti segreti di quella Triplice che fu così precipitosamente rinnovata dai monarchici all'insaputa e contro la volontà dei popoli, sappiamo solo e sentiamo di poterlo dichiarare altamente, che il proletariato italiano straccerà i patti della Triplice se essi lo costringeranno a versare una sola goccia di sangue per una causa che non è sua.Anche nel caso di una conflagrazione europea, l'Italia, se non vuole precipitare la sua estrema rovina, ha un solo atteggiamento da tenere: neutralità assoluta.   O il governo accetta questa necessità o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi. È giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato d'Italia permetterà dunque che lo si conduca al macello un'altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze.  Sorga dunque dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido solo, e sia ripetuto per le piazze e strade d'Italia: «Abbasso la guerra!». È venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: «Non un uomo! Né un soldo!» A qualunque costo! e che portera’ appena tre mesi dopo  al famoso articolo del 18 ottobre  ultimo intervento del nostro sull’Avanti  “dalla neutralita’ assoluta alla neutralita’ attiva e operante ” per sfociare all'espulsione del Partito Socialista  e alla uscita del nuovo quotidiano Il Popolo d'Italia, che proprio il Governo francese ne  aveva permesso la fondazione con cospicui fondi al patto pero' di farsi l'emblema stesso dell'interventismo  nlla guerra a fianco di francia e Inghilterra. in verita' la formulazione del principio della neutralita' attiva e operante era certamente ben congegnata  e c'era la concreta possibilita'  che potesse essere accettata dalla dirigenza del Partito Socialista  : era difatti una posizione  che non precludeva
dogmaticamente l'intervento  ma nello stesso tempo poteva benissimo farsi interprete del diffuso senso di pacifismo e non solamente del Partito. Insomma poteva benissimo rappresentare un antecedente  del famosissimo "parecchio" di Giolitti del gennaio 1915,  solleticando un certo attendismo che in fin dei conti era quello che  voleva il Paese, ma i soldi che oramai gli arrivavano dalla Francia resero Mussolini sempre piu' audace, che a questo
punto non tento' alcuna azione di compromesso e lascio' che lo espellessero dal partito per titolare  difatti "audacia" il suo primo articolo sul novello giornale Il Popolo d'Italia  del 15 novembre 1914  e il testo di cui riportiamo alcuni stralci e' oltremodo violento, bellicoso che non lascia spazio ad alcuna conciliazione    "Oggi – io lo grido forte – la propaganda antiguerresca è la propaganda della vigliaccheria. Ha fortuna perché vellica ed esaspera l’istinto della conservazione individuale. Ma per ciò stesso è una propaganda anti-rivoluzionaria. La facciano i preti temporalisti e i gesuiti che hanno un interesse materiale e spirituale alla conservazione dell’impero austriaco; la facciano i borghesi, contrabbandieri o meno, che – specie in Italia – dimostrano la loro pietosa insufficienza politica e morale; la facciano i monarchici che specie se insigniti del laticlavio, non sanno rassegnarsi a stracciare il trattato della Triplice che garantiva - oltre alla pace (nel modo che abbiamo visto) - l’esistenza dei troni; codesta coalizione di pacifisti sa bene quello che vuole e noi ci spieghiamo ormai facilmente i motivi che ispirano il suo atteggiamento! Ecco il voltafaccia è completo, il grande tradimento consumato: l'uomo della neutralità assoluta non si vergogna di gridare il suo invito alla guerra.  Proprio con le vicende personali di questo Mussolini ai suoi quasi esordi  nel ruolo di uomo di guerra e di compromesso, valutiamo quanta importanza possa rivestire il denaro e la corruttela. Si e' detto che questo, ancora agli esordi,  Mussolini sia stato estremamente abile  a condurre  il lettore alle sue tesi di traditore e di spudorato voltafaccia,  smontando le contraddizioni del suo medesimo percorso intellettuale ad una ad una, quasi un esercizio di  prova tecnica di persuasione di massa che egli ripetera' nel corso di tutta la sua vicenda politica e umana, ma a me pare questo il persuadere di masse di idioti, di gente che non riesce a discernere i propri interessi e giustappunto finira' per perdere la vita tra le trincee del Carso  nell'immediato futuro e piu' avanti sempre ascoltando la parola fallace e bugiarda di Mussolini ad accettare disposizioni da operetta,  leggi razziali, a legarsi al carro di improbabili alleati e nuovamente a consumare la propria  vita tra gli  assolati deserti africani,  il fango della Grecia, le  distese gelate della Russia. 
Questa di una supposta abilita' di Mussolini, ovvero gli scritti cafoni, l'oratoria magniloquente e sbruffona e' 
un’altra caratteristica che detesto del personaggio, sia l'uno che l'altra  sono state definito graffianti, incisivi, atto a convincere, e quindi  estremamente efficaci;   a mio parere e’ solamente lo stile grezzo, magniloquente e sensazionalista del piazzista,   grezzo, tipico di una societa’ frustrata e con enormi complessi di inferiorita’ e questo vale non tanto per le classi piu’ diseredate, quanto per quelle che potremmo definire dirigenti : una dirigenza da cui traspare oltre alla frustrazione anche una congenita ignoranza e assoluta mancanza di raffinatezza;  purtroppo c’è da dire che e’ uno stile che ha fatto scuola e specie quando si attraversano periodi di difficolta’, quali ad esempio quelli della recente farsa pandemica del 2020-2022, si risveglia,  e’ uno stile che torna di moda, si chiude la discussione con un categorico “PUNTO!” come faceva spesso il capo del Governo della prima falsa emergenza  o qualcuno dei suoi sgherri  come il Ministro Speranza che si permetteva anche di imporre i dettami di comportamento , il tristemente noto “tachipirina e vigile attesa” oppure il “vi renderemo la vita difficile come stiamo facendo” di ulteriori sgherri dell’apparato politico e anche del potere amministrativo, militare e anche consultivo dei vari consulenti cosidetti esperti,  che continuavano a lanciare anatemi  dalla televisione in trasmissioni pilotate, dai social  tacciando coloro che contestavano le massicce vaccinazioni di veri e propri insulti “vi staneremo casa per casa e vi faremo fare quello che vogliamo noi “ come asseriva il Presidente della Regione Romagna e persino un Generale a tre botte improvvisatosi uno stratega non da tavolino, ma da iniezione da vaccino . Eh si questa e’ una indubbia eredita’ di Mussolini che a parte qualche sollecito epigono tipo Starace, Muti, o gerarchetto di provincia, per fortuna nel suo Partito  non fece questo grande proselitismo: Grandi, Balbo, Bottai, Suardo, Federzoni anche Ciano e non parliamo D’Annunzio che magari fascista non possiamo etichettare, ma certamente di certe idee si, erano persone non solo intelligenti, ma anche raffinati comunicatori e senza dubbio persone che non avevano mai bisogno di scendere all’anatema o all’alterco,  persone che, come purtroppo abbiamo visto abbondano tra le fila della cosidetta sinistra   sempre in questi ultimi anni utilizzando al peggio  in comunanza al frasario,  gli strumenti della nuova tecnologia informatica e dei cosidetti “social” 

 

giovedì 25 aprile 2024

MA QUALE FESTA !?

 

Festa il 25 aprile? Anzitutto non e’ una data esatta, il 25 aprile non sanci’ ne’ la fine della guerra ne’ la resa di tedeschi o italiani della Repubblica di Salo’, e quindi non libero' alcunche', difatti tutto quello che dovrebbe rievocare avvenne solo parecchi  giorni dopo:  la fine della guerra con resa incondizionata addirittura l’8 maggio 1945. Semplicemente il 25 aprile inizio’ la ritirata dalle citta’ di Milano e Torino di truppe tedesche e italiane, ma rimasero parecchie sacche di resistenza in tutta l’Italia settentrionale,  Mussolini ad esempio venne fu ucciso  solo il 29 aprile e la repubblica Sociale tracollo’ senza neppure una resa ufficiale, mentre la X Mas non si arrese a nessuno , ma semplicemente smobilito’ e i suoi ufficiali a cominciare dal suo comandante Junio Valerio Borghese furono oggetto del massimo rispetto da parte dei membri del CLN, che li lasciarono liberi.  Una data quindi inesatta come un po’ tutta la storia della cosidetta resistenza, con una canzone-inno “Bella ciao” fabbricata a tavolino vent’anni dopo da raffinati  artisti e cultori di musica popolare : gli interpreti  del  Nuovo CanzoniereItaliano (Roberto Leydi, Gianni Bosio,  Fausto Amodeo, Michele
 Straniero, Sandra Mantovani, Giovanna Marini, etc.) che l’avevano presentata al Festival dei due Mondi di Spoleto del 1964, eventi di valore strategico molto dubbi e stradiscussi tanto da indurre il cte alleato Gen, Alexander a lanciare un proclama nel dicembre 1944 ove si invitava le forze partigiane dal desistere dalle loro azioni di guerriglia in quanto assai spesso contrastanti con la strategia degli eserciti regolari, un comando fortemente egemonizzato dal Partito Comunista e quindi operante per obiettivi politici di parte, anzi di partito, e infine, elemento che solo pochi (vedi Giampaolo Pansa)hanno cercato di mettere in luce, un intento strettamente vendicativo, assai spesso con motivazioni del tutto  personali, che ha fatto decine di migliaia di vittime, del tutto da estrapolare a fattori bellici, di cui irrilevanti sono i dati di riscontro. Insomma una resistenza che di resistente ha molto poco, per non parlare di una alea di spirito guerriero che ha una  indicizzazione di caduti e feriti irrilevanti, ascrivibili piu’ ad azioni di polizia e ritorsione, che  a reparti combattenti tra loro. Si e’ provato nel dopoguerra, specie negli anni sessanta quando le forze di sinistra si fecero piu’ pretenziose,  a stabilire una sorta di ideale nesso tra Risorgimento e Resistenza, ma in verita’ nell’immaginario collettivo della Nazione tale connubio non e’ mai passato. Questo in verita’ non perche’ vi e’,  come sembrerebbe di primo acchitto una troppa vistosa
sproporzione di valori e ideali tra i due mementi storici, quanto perche’ quella stessa sinistra che aveva caldeggiato la cosa si cominciava a rendere conto negli anni ottanta e novanta con la critica storica fattasi piu’ profonda e articolata che anche il Risorgimento era un movimento che aveva magagne grosse come una casa, anzi come intere citta’
 (vedi il film Bronte, le revisioni sulla Impresa dei Mille, il ruolo dei Rotschild nel finanziare il massone e faccendiere degli inglesi Conte di Cavour, l’altra faccia del fenomeno del cosidetto Brigantaggio nel sud italia che impegno’ le forze armate del nuovo Regno assai piu’ di quelle impiegate in tutte le campagne contro l’Austria  ) 
 La Resistenza non era una mammoletta, ma il Risorgimento con cui era stato tentato l'accostamento,  era forse addirittura peggio:  se sulla prima  pesava l'influenza di un partito, quello comunista  e una troppo spiccata partigianeria,  sul secondo  si stendeva l'ombra della massoneria e gli interessi di una potenza straniera l'Inghilterra, che aveva fatto dell'inganno e della mercificazione l'emblema del suo potere . La perfida albione, la nazione bottegaia come l'aveva definita Napoleone, si ripresentava sul panorama nazionale questa volta affiancata  dalla sua degna erede, gli iper consumisti e capitalisti per eccellenza ovvero gli Stati Uniti d''America : quell'Isola piu' grande che il filosofo e geo-politico Carl Schmitt aveva indicato  come naturale raccoglitrice dello spirito commerciale e quindi bottegaio inglese, ecco qui si che poteva allacciarsi una qualche associazione, dove a ben vedere il nostro Paese, l'Italia era sempre nella parte del complemento oggetto, la nazione da sfruttare da farci esperimenti, dal dominare tramite l'interesse economico : una terra di conquista per farne appunto una propaggine di bottega, una terra non di bottegai in quanto padroni di bottega, ma semplici garzoni . Ecco l'Italia che noi settantanove anni dopo dovremmo festeggiare  

mercoledì 10 aprile 2024

L'IMMAGINARIO DELLA FISICA

 

La fisica puo' venire intesa, specie se ci si rifa' piu' a Leibniz che a Newton una materia molto simile alla filosofia ed ecco allora che scatta l' interesse, addirittura la passione : si riprende del primo, quella  “vis viva” promanante da noi e non da fuori, in-sistente e non ex-sistente, e la si applica  a quel calcolo infinitesimale con proiezioni di numeri negativi, cioe' numeri immaginari che la fa divenire qualcosa di veramente entusiasmante  e molto molto piu' stimolante  : Heisenberg, Pauli, Schrodinger, Dirac, Bell,  quella nuova definizione “fisica quantistica”, l’effetto della doppia fenditura, l’entenglement, l’effetto farfalla, il principio di indeterminazione su particella e flusso, l’equazione d’onda e il suo collasso e poi dai, quel gatto vivo o morto riferito giustappunto al collasso d’onda: i campioni della nuova fisica Heisenberg, Schrodinger, avevano tutti i crismi per assurgere ai nuovi campioni della conoscenza, assieme a quelli piu’ collaudati della vecchia filosofia da Leibniz a Kant, saltando a pie’ pari l’improponibile Hegel (improponibile per chi come me ritiene la rivoluzione industriale la quintessenza dell’abominio della nostra civilta’ e altresi considera tutta la pratica e il teorico ad essa correlato - illuminismo, rivoluzione americana, rivoluzione francese, massoneria, cosidetta scienza economica e vari pseudo teorici tipo Smith, Ricardo, Say, Malthus, etc. del ciarpame derivato da quell’unica mentalita’ mercantile che io preferisco chiamare bottegaia) Si obiettera’ : ma come tu ritieni la rivoluzione industriale un passo indietro dell’umanita’ e anche la Rivoluzione Francese, il principio dei diritti e della liberta’, dell’eguaglianza dell’uomo un abominio? In realta’ io dico e sono in grado di dimostrare con lo studio, la conoscenza e un po’ di capacita’ di ragionamento, che a proposito de la piu’ famosa delle rivoluzioni, quella francese del 1789, fu solo una farsa, come d’altronde tutte le piu’ strombazzate pandemie della storia, non diversamente che per gli altri pseudo cambiamenti socio/politici passati alla storia come rivoluzioni o anche guerre, mettendoci magari l’epiteto di “indipendenza”, di “successione” , di “secessione”, oppure dandogli un nominativo piu’ colorito, trasferito da qualche oggetto o luogo  del contesto:  “ guerra delle tre rose, guerra del te’, guerra dell’oppio, rivolta dei garofani , rivoluzione d’ottobre , rivoluzione delle camicie nere,  marcia del sale,  primavera di Praga”….e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Massimo comun denominatore di tutti questi sconvolgimenti, la assoluta falsita’ rispetto a quello che dovrebbe essere un raccontato  obiettivo e veritiero sulla storia  e questo non proprio da sempre, ma in ispecie con l’avvento nella storia del mondo dell’eta’ dei mercanti, o bottegai ovvero con il progressivo affermarsi di una classe sociale , la borghesia che pone alla base del suo stesso essere e di ogni possibile giudizio di valore :  il denaro, il mercato, lo scambio.

Ci si potrebbe domandare : ma perche’ prima nell’eta’ dei guerrieri ancora in auge non avveniva lo stesso? Il denaro non aveva questa rilevante importanza? Un Crasso non era l’uomo piu’ ricco di Roma  e per questo aveva accesso alle cariche piu’ prestigiose della Repubblica? E poi la stessa differenza fra patrizi e plebei non era,  tutto sommato, ascrivibile a questioni di censo? … “Cesare il popolo chiede sesterzi” dice una simpatica freddura… “no vado dritto” risponde il condottiero, mostrando così anche  a livello di barzelletta che tutto sommato l’andare diritto, ovvero per una strada che non comporti alcuna deviazione, alcuna sterzata dal cammino del grande interesse dello Stato,  può anche essere contemplata, ma il sesterzio o “se-sterzo” non sara’ mai il cammino principale. Ecco mettiamoci un Feynman ante-ante litteram alle prese con il suo integrale sui cammini e questo tragitto diritto, senza sterzate del piu’ grande degli antichi romani : quale credete che sarebbe stato quello piu’ rispondente alle migliori opportunita’????
In sostanza il denaro diviene sempre piu’ importante con il corso del tempo ma in eta’ dell’argento e quindi dei guerrieri resta sempre in auge  la famosa risposta di di Marco Furio Camillo al “Vai victis” di Brenno : “non auro, sed ferro, reuperanda patria est” ;  così e’ anche nel periodo medioevale, con le Cattedrali, con la Cavalleria, in un Poema come la Divina Commedia di Dante Alighieri, con personaggi come Federico II, ma così non sara’ più con l’Umanesimo impostosi come nuova modalita’ di essere al mondo, grazie alla grande pandemia del 1348 e ad una sensibilita’ fondata su di un egoistico individualismo dove può fare enorme breccia la paura e un codice di rappresentazione della realta’ fondato su di una convenzione riduttiva desunta da un codice non verificabile, come quello di un immaginario classico. 
 Assunto quindi il principio che alla origine di ogni sovvertimento sociale  c’è sempre un potere costituito  e organizzato secondo ferrei dettami di precisi interessi economici, e che il tanto ipocritamente e buonisticamente  strombazzato popolo conta, ed e’ sempre contato meno del due a briscola, torniamo ai nostri interessi di fisica teoretica nell’accezione quantistica  per vedere se siamo in grado di stabilire una sorta di continuum con quelle forze che al potere bottegaio con relativi garzoni si e’ sempre opposto. In eta’ prebottegaia abbiamo figure come gli Imperatori germanici che lottarono sopratutto contro il Papato Federico Barbarossa, Federico II detto lo Stupor mundi,
ma con l’avvento del potere mercantile (i banchieri, i commercianti, l’emergente borghesia) trovata una nazione guida l’Inghilterra e poi strutturatosi in una vera setta la Massoneria, la Rivoluzione Industriale di meta’ del settecento, di cui abbiamo precisato il ruolo di acutizzazione del principio economico, realizzando il connubio con un altro elemento che diverra’ indissolubile al suo spirito : il tecnicismo con l’esaltazione del ruolo della macchina come nuovo paradigma a cui riferire la stessa essenza umana, e’ un qualcosa, non a caso di  primogenitura anglosassone , proprio in quanto altamente rappresentante dello spirito commerciale della emergente classe borghese , che come abbiamo avuto modo di osservare ha una originaria localizzazione nazionale in una specifica nazione l’Inghilterra  che aveva giustappunto scelto il commercio e il denaro come elementi di connubio con la propria tradizione – un qualcosa,  attenzione che nessuna altra nazione, specie in termini di vertice aveva mai operato, facendo oggetto di scambio il  proprio lignaggio aristocratico con non meglio precisati meriti di censo, in relazione al quale si poteva annoverare la spregiudicatezza ma anche vere e propri portamenti banditeschi e criminali. Le opposizioni al galoppante spirito bottegaio vengono unicamente da quei popoli, quelle civilta’ che si rifanno alla tradizione e pongono alla base del loro vivere sociale un certo conservatorismo dello spirito appunto di tale tradizione, venendo tuttavia ampiamente a contatto soprattutto con il tecnicismo dei tempi. E’ il caso dei Grandi Imperi della terra, quello Russo, quello austro ungarico e ultimo quello Germanico dopo l’unita’ sotto la guida prussiana di tutti i regni e ducati tedeschi. Un quarto Impero ma in grande decadenza e’ quello cinese, che tornera’ alla ribalta mondiale solo con l’adesione alla teoria comunista di cui ne elaborera’ una versione di carattere orwelliano . Un ulteriore Impero potrebbe essere annoverato nel Giappone, ma non nel XVIII e XIX secolo;  la sua rilevanza comincera’ ad essere pronunciata  solo con l’inizio del XX secolo, prima nel contrasto con un altro Impero, quello Russo , ma successivamente venendo a trovarsi in rotta di collisione con il piu’ ipocrita degli imperi,  quello statunitense che rifugge da tale epiteto e contrabbanda parole di untuoso buonismo : liberta’, democrazia, ma  è in verita’ l’erede piu’ che legittimo della bottegaia Inghilterra della quale ha fortemente  esasperato i principi,  sviluppando come mai prima si era visto, un consumismo dilagante ed un tecnicismo spersonalizzante, dandosi anche quel lustro teorico che gia’ l’Inghilterra si era accaparrata prezzolando pseudo intellettuali come i gia’ citati Smith, Say, Malthus e compagnia. In tutto questo complesso assunto si ravvede il distinguo tra popoli di terra e popoli di mare  operato dal filosofo geo politico Carl Schmitt  nel lontano 1942 . Liberalismo era stata chiamata alludendo ipocritamente alla liberta’ questa sotto teoria e con la solita mancanza di originalita’ l’america si e’ andata stringendo sotto l’etichetta di “neo Liberalismo.  Comunque sia contro questi Imperi le forze bottegaie , ovvero l’  Inghilterra coadiuvata prima dal suo impero coloniale  ed anche abilmente coinvolgendo nelle sue camarille  altre nazioni europee meno rilevanti come  Francia, Italia, Belgio, Olanda, Serbia, Grecia ed infine passando totalmente il testimone agli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, hanno sempre visceralmente e spasmodicamente combattuto. Si crede ingenuamente che il grande nemico dell’Inghilterra sia stato Napoleone, assolutamente non e’ così Napoleone ha rappresentato solo una forma di esasperazione di un movimento, la Rivoluzione francese, che la Massoneria inglese aveva perfettamente contemplato nei suoi piani di egemonia mondiale, e che proprio l’imprevedibilita’ dell’ascesa al potere di un parvenu,  aveva costretto a correre ai ripari. Sconfitto Napoleone a Waterloo, piu’ pero’ da Radetzski e da Blucher che da Wellington, la palma del potere europeo era stata colta da quel personaggio eccezionale che fu il Principe Metternich e finche ‘ fu operativo lui, l’Inghilterra dovette rinfoderare le sue mire egemoniche europee.
Un periodo alquanto lunghetto perlomeno fino al 1848/49, quando non a caso l’inghilterra tramite i suoi faccendieri, tipo i  Rotschild, prese a fomentare le varie aspirazioni nazionaliste dei popoli  (Sicilia, Lombardo Veneto in Italia,  Ungheria, Boemia ) ed anche a creare discordie e contrasti nello stesso Impero austriaco. Con il 1849 si registrano le ultime vittorie di reazione degli Imperi conservatori e tradizionalisti, ma ecco che appena qualche anno dopo i bottegai tornano alla carica sfruttando la crisi dell’impero turco ottomano (non contemplato nella precedente elencazione per la poca rilevanza del suo impianto) e l’occasione della guerra di Crimea: perfino il risibile regno di Sardegna viene coinvolto nel conflitto fidando sulla compiacenza di uno dei piu’ solerti faccendieri dei Rotschild : quel Camillo Benso di Cavour annoverato tra i padri della patria unitamente ad un esaltato visionario (Mazzini) un brigante arruffapopoli (Garibaldi) ed un re cialtrone tipo Miles gloriosus. La miccia torna a riaccendersi e nel giro di due anni (1859- 1861) l’Inghilterra riesce a sconvolgere in suo favore non poco l’equilibrio europeo. Crea difatti  una nuova nazione sua vassalla (l’Italia) indebolisce sensibilmente l’Impero Asburgico che fa scrociare con la Francia, indebolendo anche quest’ultima (Solferino) , ratifica e afferma la sua influenza in Sicilia anche in virtù di profique iniziative commerciali (i famosi principi sotto il vulcano Ingham, Woodhouse, Whitaker),  propizia di li’ a poco uno scontro fratricida tra Austria e Prussia, non puo’ impedire pero’ l’affermazione della Prussia  nello scontro contro la Francia (1870). Tornera’ all’assalto nel 1914  favorendo una guerra fratricida dell’Europa e anzi riuscendo a coinvolgere gli Stati Uniti e ingenerare la Prima Guerra Mondiale che fara’ piazza pulita degli Imperi del territori europei . Come spesso avviene nella legge del mondo, il paradosso si insinua nei suoi anfratti
 e difatti il trionfo verso i Paesi Europei deve passare il testimone agli USA che diventano i nuovi iper bottegai del mondo e l’Inghilterra passa da padrone a garzone  in una dialettica che un filosofo tedesco aveva dato per scontato (fenomenologia dello spirito di Hegel) e che un altro tedesco Karl Marx ha cercato di tradurre in termini prettamente economici (non a caso sotto parcella di un industriale con spiccati interessi in Inghilterra  Friederic Engels)

domenica 7 aprile 2024

IL FUTURO ANTERIORE DI UNA FASCINAZIONE

 

Ma lo vedi ? Anche in questo la grande farsa del COVID con tutte le angherie, ma anche buffonate, annesse, connesse e ossessivamente rimesse, ha profondamente cambiato certe concezioni che insomma ad oltre settant'anni (nel marzo 2020 io andavo per i 72) sì pensava fossero consolidate. Una delle piu’ rilevanti e’ quella di una certa infatuazione per il militare che a causa di storia e tradizioni familiari, nonche’  l’influenza di certe persone come la mia maestra elementare Lilia Marinelli fervente monarchica, amici di mio nonno Mario, Colonnello degli alpini di complemento, mi avevano ingenerato fin dalla piu’ tenera eta’ quell fascinazione neppure tanto inconscia:  il cappello d'alpino, quello di mio nonno purtroppo perduto alla sua morte , ma anche quello di vecchi commilitoni del Pasubio e del Grappa, le medaglie cogli stinti nastrini azzurri e l’argento tutto annerito del vecchio stemma dei Savoia, la greca di generale tutt’attorno al berretto con il fondo rosso, 
gradi ancora piu’ antichi in particolare quelli a fiore che si portavano  sulle maniche fino al grado di Colonnello, le aquile e le fiamme, i calzoni alla cavallerizza con le bande, le fasce mollettiere e gli stivaloni, la Sahariana  bianca dell’Africa  e poi tutta una serie di personaggi non necessariamente italiani, ma indomiti militari: il Principe Eugenio di Savoia  a cavallo tra XVII e XVIII secolo, Federico di Prussia e la decorazione Pour le merite’, mai Napoleone Bonaparte ma parecchi suoi generali si :  Andre’ Massena, quindi lo sfortunato Desaix “una battaglia e’ perduta c’è tempo per
vincerne un’altra” in quel di Marengo, Lannes, Davout, Ney e anche Murat, di converso il Feldmaresciallo Radetzsky, a cui si debbono i piani della vittoria su Napoleone di Lipsia,
 cui la faziosa e menzognera propaganda nostrana mai era  riuscita a convincermi che non fosse un gran militare;  di tutti i garibaldini l’unico che mi abbia davvero entusiasmato fu quel Giovanni Corrao che assieme a Rosolino Pilo organizzo’ le bande dei famosi “picciotti” e  poi nel 1863 guido’ un vasto e minaccioso movimento anti Savoia in tutta la Sicilia fino al punto di finire assassinato nell’agosto di quello stesso anno  e poin ancora  Von Moltke, Tomaso Salsa in Africa orientale ai tempi della disastrosa batosta di Adua , quindi il mitico custode del cimitero delle penne mozze Antonio Cantore, un altro non  generale ma Colonnello Brigadiere proveniente dagli alpini,  medaglia d’oro in vita Carlo Felice Giordana, nonno e straordinariamente somigliante al nipote Andrea Giordana il famoso attore del Conte di Montecristo in tv, quindi come non menzionare l’inimitabile Gabriellino
nazionale, il D’Annunzio poeta/soldato e quindi altri insigni militari
  italiani, tedeschi,  Francesco Baracca, Francesco Saverio Grazioli,Enrico Caviglia,  il barone rosso Manfred Von Richtofen, Erwin Rommel, Runsdet,  infine anche Graziani, Junio Valerio Borghese,  ma mai e poi mai un inglese o un americano, fatta eccezione solo per il leggendario Lawrence d’Arabia.Insomma un vero e proprio immaginario, forse un tantino contraddittorio con questa ostinata repulsione per tutto cio ‘ che atteneva alle nazioni bottegaiae per antonomasia della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, dove gli unici personaggi di spicco specie statunitensi era solamente genere che il militare lo aveva interpretato magari benissimo e con un massimo di la phisique du role : John Waine, Gary Cooper, Charleston  Heston, ma solo per finta, in pellicole cinematografiche (anche qui
una sola eccezione
  il non eccelso attore Audye Murphy che fu pero’ nella seconda guerra mondiale, il soldato piu’ decorato d’america  e che non proveniva ne’ dagli strombazzati Marines ne’ da altri corpi speciali ma dall’umile fanteria). Forse proprio per questo “recitare una parte“  di cui con il libro Avventura del semisconosciuto, ma importantissimo storico Guglielmo Ferrero, avevo scoperto le origini tutte costruite del mito di Napoleone Bonaparte fin dall’inizio delle sue millantate gesta militari durante la prima campagna d’Italia del 1796/97, non ero mai stato colpito da militari francesi, dopo il periodo napoleonico, diciamo anche qui con una parziale eccezione in Charles De Gaulle le cui qualita’ esulano pero’ dal fattore militare. Questa fascinazione con parziali debordamenti nel mito, ma anche sempre pericolose revisioni in agguato  mai portate a termine (ad esempio sul Risorgimento, sulla Resistenza, su un po’ tutte le nostre guerre e battaglie ivi compresa quella Grande Guerra  che specie fino a pochi anni fa era un qualcosa di assolutamente intoccabile ) era durata grosso modo tutta una vita, finchè  nel giro di pochi mesi se non giorni,  da quel marzo 2020 è stata miseramente frantumato.
Vedere i militari ad inseguire un povero cristo sulla spiaggia, gli alpini, i miei alpini che con tanto di infame museruola inibivano l'accesso al mare o ai parchi ai bambini,
 sentire un generale a tre botte che parlava di vaccinare la gente con una pomposa  fraseologia da manuale di unità tattica e strategica, che ahimè ostentava proprio quel cappello colla penna che aveva popolato la mia vita eh beh , era stato troppo.  In ultimo, proprio l’altro giorno  vedere nel filmato di Ostia, dove si era presentato il peggiore, o quasi, degli aguzzini del covidiotismo, un azzimato ufficiale superiore dei Carabinieri che 
proteggeva tale sordido figuro, mi ha fatto crollare ogni tentativo di recupero. Quella riesamina totale assoluta che tutto sommato stante la mia tradizione avevo sempre rinviato di fare, proprio sui temi del militare dell'appartenenza all'onore, alla lealtà o invece del più vile servilismo, mi è venuta automatica e si è andata ad appuntare proprio dall'inizio della nostra storia nazionale, anzi facciamo ancor prima, come minimo dal 1848, forse dal momento in cui Carlo Alberto tento’ di profittare dei moti di Milano per intervenire in una guerra che fin dall'epoca i Rotschild gli finanziarono (in quell'occasione per fortuna con poca efficacia ) e
  a seguire, specie con l’entrata in scena del più infimo dei lacchè del potere massonico, ovvero quel Conte Camillo Benso di Cavour, subdolo, profittatore, persino lenone, che a sua immagine e somiglianza, per nostra sventura,  costrui’ le basi della nuova Nazione  

domenica 31 marzo 2024

UNA ORIGINE EXTRATERRESTRE?

  

Ci siamo tutti sempre chiesti quale potesse essere l’origine dell’uomo, tenendo soprattutto  conto delle varie accezioni ed eccezioni di diversi apporti? Quella di una origine extra terrestre e' sempre stata una di quelle piu' fantasiose, ma anche piu' insistenti. Magari ecco non faremo l'errore di chiamarli  Astronauti dello spazio, Annunachi e neppure Elohim, cerchiamo di non non chiamarli i in alcun modo,  però conveniamo che in effetti un qualcosa di estraneo alla nostra biologia e persino alla natura del nostro pianeta, dovette in questo benedetto inizio presentarsi. Lo ripeto, io non materializzerei  omini verdi, ne’ giganti, ne’ esseri con tre occhi, ma  semmai andrei alla ricerca di una forma di energia del tutto incommensurabile al pensiero umano, che in una qualche maniera ebbe modo, in un determinato momento, di entrare in contatto col nostro pianeta: come? Non ne ho la minima idea;  quando ? bhe quando, precisamente non sono in grado di rispondere, ma di certo parecchio tempo fa, senza dubbio, diciamo senz’altro prima di tremila anni fa, cioe’ prima dei periodi che possiamo andare a denominare storici, prima che...  ecco qui cominciamo a convenire con una componente che reputo fondamentale : quella contenuta nel saggio di Julian Jaynes "il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza " prima che l’essere umano pervenisse ad un linguaggio articolato ben delineato con segni e quindi con capacita’ di trascrivere pensieri in grado di essere compresi da altri e senza bisogno di intermediari tipo auguri, sciamani, profeti, profetesse, sibille – diciamola papale papale, prima che l’uomo pervenisse a quell’analogia tra se e l’ambiente che e’ sostanzialmente quello che viene definito coscienza. Ecco quindi di para patta Julian Jaynes e il suo straordinario citato  saggio che ci dice che la coscienza e’ un meccanismo neuronale posteriore al linguaggio e del cui linguaggio utilizza gli assi portanti della sua struttura,  ovvero la condensazione per similarita’ di significazione di una appartenenza, che e’ stata chiamata metafora (cosa e’ questo? ….Be’ e’ come quello!....) ovvero lo spostamento non tanto di una significato, quanto di un significante ovvero secondo la distinzione di De Saussure:  tutto quello che ha a che fare con una data cosa (per intenderci oltre al netto significato di rassomiglianza, piuttosto tutto quello che e’ annesso a qualla data cosa, il sentito dire, l’odore, il gusto, la cenestesi ?) - un insieme di conoscenza e sensazione che e’ stato denominato metonimia. Torniamo quindi a quel “quando?” riferito alla temporalita’, ma aggiungiamoci anche le preposizioni “per quanto?”  per quanto tempo si e’ avuto questo quando? Eh qui sono davvero dolori, perche’ manca qualsivoglia dato, ci sono solo una serie di manufatti impossibili tipo le piramide egizie, ma anche quelle del sudamerica, mura ciclopiche, costruzioni del tutto inspiegabili con il metro di giudizio delle nostre conoscenze che hanno appunto dato adito alle ipotesi piu’ fantasiose e che non sono assolutamente catalogabili e databili, non sono neppure 

minimamente concepibili nel racconto della nostra vicenda che ripeto ha un calendario che non riesce ad andare oltre ai tremila anni . La domanda quindi “per quanto” puo’ essere durata questa correlazione tra queste misteriosissime entita’ quasi certamente neppure corporee e la nostra invece concreta corporeita’ in una accezione neuronale e intellettiva del tutto  imprecisata, non puo’ neppure essere ipotizzata – determinate scoperte o calcoli astrofisici su condizioni climatici o eventi meteorologico o tellurici  ci danno manufatti costruiti  con una approssimazione temporale  databile a cinque, sei, sette , anche oltre diecimila anni fa. Anche le stesse considerazioni sulla fisicita’ degli uomini o ominidi, come si voglia denominarli, sono quanto mai imprecise  e suscettibili di errori e continui aggiustamenti; le diatribe su homo sapiens, homo di Neanderthal e altre supposte appartenenze e qualificazioni non hanno alcun serio fondamento e c’e’ poi la sconvolgente constatazione che tutte le civilta’ dell’antichita’, egiziana, sumerica, assiro, babilonese, indiana, cinese, non abbiano affatto quello che somiglia ad una evoluzione, il passaggio cioe’ da uno stadio piu’ primitivo e rozzo ad uno via via sempre piu’ evoluto, ma comincino praticamente d’acchitto, gia’ belle e e confezionate in tutto il loro armamentario e il loro bagaglio di conoscenze, cultura e civilta’ – d’altronde e’ quanto mai indicativo che quegli autori liberi, originali e non asserviti ad un precostituito ordine sociale, tra cui annoveriamo Guenon, Evola, Pound, Eliade, non abbiano mai preso nella minima considerazione il passaggio da uno stadio meno evoluto ad uno piu’ elaborato ed anzi, Evola ad esempio, nel suo “Rivolta contro il mondo moderno” abbia mostrato l'inconsistenza della stessa 
 dicitura “uomo delle caverne”  sottolineando che mai e
poi mai e’ stato dimostrato  che l’uomo abbia vissuto in caverne, ma semmai le frequentava occasionalmente per scopi ritualistici o di raduno. Quando e per quanto dunque potrebbe essere stato il periodo di contemporaneita’ tra entita’ e umani? Si va da un minimo di limite di tremila anni fa, ad un massimo che non  e’ assolutamente definibile : diecimila, ventimila, cinquantamila, centomila anni fa, tutto e’ possibile, poiche’ nessun riscontro di datazione effettiva puo’ essere esperito e difatti i miti di Atlantide, Lemuria, Pandeia e quant’altro di narrazioni di luoghi e tempi non determinati, abbondano in tutte le civilta’. Diciamo dunque che non sappiamo niente di e su queste entita’ e del loro rapporto con l’uomo,  possiamo solo supporre certe modalita’ anche di frequentazione o magari di subordinazione nostro nei riguardi loro, soprattutto in virtu’ di un fortissimo  divario di conoscenze e abilita’.  Ammettiamo dunque che queste entita’ capitate per chissa’ quale caso o necessita’ sulla terra si siano trovate nella necessita’ di utilizzare, come manovalanza, come supporto, come schiavi,  gli esseri viventi presenti nel pianeta,  animali di vario tipo tra cui ovviamente anche questo strano bipede, un tantino piu’  composito degli altri e in grado di poter apprendere certe tecniche, che avrebbero potuto tornare utili a chissa’ quali  fini dei nostri particolarissimi viaggiatori. Certo loro avrebbero messo le tecniche piu’ raffinate, i calcoli piu’ che infinitesimali per una stretta correlazione con l’intero cosmo, gli allineamenti coi pianeti, con le costellazioni, i codici di orientamento, mentre per gli uomini si sarebbero riservati compiti più umili, dapprima poco piu’ di quelli di una bestia da soma, ma via via sempre piu’  elaborati e complessi, tipo quello di riuscire da soli a costruire edifici, templi, monumenti, dighe, argini, innalzare difese e anche cominciare a edificare citta’. Per riuscire appieno in tale compito bisognava pero’ innescare nel cervello umano una specie di codice, che assicurasse una pronta e assoluta risposta ad ogni richiesta da loro effettuata ed ecco che torniamo al nostro Jaynes e alla sua mente bicamerale.
Quale miglior codice di un meccanismo di suddivisione cerebrale, dove una parte del cervello restava deputata ad ampliare una conoscenza del proprio ambiente fondata sulla condensazione di significati accostati per somiglianza e similarita’ ovvero attraverso metafore (emisfero sinistro) ed un’altra nell’emisfero opposto (destro) specializzata invece nel ricevere informazioni trasmesse per trascinamento di significanti, metonimie
  incentrate su prescrizioni, accorgimenti, suggerimenti ordini, tutta una serie di prescrizioni che dovevano avere la peculiarita’ di essere immediatamente recepite ed eseguite senza indugio, senza alcuna pausa  di incertezza e dubbio, senza la minima riflessione. Per la prima di questi due meccanismi  cioe’ la metafora, andava  benissimo il linguaggio articolato che forse proprio grazie a qualche intervento  delle nostre entita’, si rese subito abbastanza disponibile con progressiva accellerazione;  per la seconda il linguaggio articolato era fuori gioco, non c’era alcun bisogno di stabilire paragoni o di capire cio’ che si doveva fare, doveva essere fatto e basta, quindi bisognava utilizzare nel trascinamento di esperienze ripetute, ammaestramenti, comandi, financo imposizioni,  qualcosa che non potesse essere dissuaso, meno che mai discusso, qualcosa che dovesse essere solo obbedito. La parola obbedire viene dalla radice del verbo latino audire piu’ il prefisso ob, che conferisce al termine il significato  di “ascoltare stando di fronte”, quindi   l’uomo in quuesta sua seconda modalita’ di apprendimento, con tutta probabilita’ anche questa  propiziata da un intervento genetico di predisposizionamento da parte delle misteriose, incommensurabili entita’,  deve disporsi ad ascoltare la disposizione che di volta in volta gli verra’ impartita a secondo del compito assegnatogli per interagire efficacemente con l’ambiente che lo impegna- una faccenda piu’ che altro auditiva  e difatti viene scelta la modalita’  delle voci per impartire tali disposizioni, voci ingenerate automaticamente dall’emisfero destro del cervello non appena una situazione raggiunga il grado di stimolo per innescarla. (oggi lo chiameremmo stress da impegno).
L’udito, si badi bene e ‘ il senso
  di minor controllo dell’apparato umano, noi possiamo gestire le immagini, la  vistam  chiudendo gli occhi, distogliendo lo sguardo, possiamo evitare il contatto di un oggetto, evitare un percorso, non bagnarci in un fiume, ma non possiamo per quanto  ci turiamo le orecchie, non sentire una voce, specie se questa promana dal nostro interno, innescata da un certo grado di eccitazione; ecco perche’ le entita” avevano scelto la voce, una loro voce,  assertiva, categorica, imperativa per assicurarsi che gli uomini non mancassero di ricevere questo tipo di comunicazione, di loro comunicazione. Come spiega esaurientemente Jaynes nel suo  citato libro, si trattava in sostanza di un cervello suddiviso in due distinti comparti : uno per articolare sempre piu’ un linguaggio pratico fondato sulla condensazione metaforica di significato e quindi interagire piuì che altro con i proprio simili, un altro di carattere allucinatorio auditivo (sentire le voci)  di carattere di trascinamento di significanti per assolvere a compiti piuì impegnativi, per lo piu’ assegnati dalle entita’ In altre parole: una mente bicamerale. Del tutto superflua in una tale struttura cerebrale la presenza di una coscienza , ovvero un analogo-io, cioe’ un io in situazione in grado di narratizzare la sua presenza in un dato contesto, anzi non solo superflua, ma dannosa, specie nell’organizzazione metonimica delle voci allucinatorie che dovevano conservare sempre il loro impianto categorico/imperativo, senza contemplare alcuna obiezione o anche discussione. Si ripropone quindi il quesito: quanto puo’ essere durata una simile organizzazione cerebrale e tutto sommato comportamentale?
A mio parere “parecchio”  e’ un po’
  il parecchio di Giolitti  che si riferiva a quello che avremmo ottenuto se non fossimo entrati in guerra nel 1915 contro gli Imperi Centrali, molto troppo indistinto, soprattutto da un punto di vista temporale, un qualcosa sulla quale in effetti non si puo’ dire niente - diciamo pero’ che se ne ammettiamo un lasso piuttosto lungo, molti misteri trovano spiegazione e plausibilita’ : gli undicimila anni della Sfinge sull’indizio della sua umidita’ sulle fondamenta che ha riscontro in una era riscontrabile solo in un periodo di tale  piovosita’, la vera eta’ delle piramide di Giza, le modalita’ costruttive senza malta ad incastro di blocchi di spropositata grandezza e tanti tantissimi altri esempi. L’elemento di assoluta novita’, abbastanza sconvolgente, riguarda una ripresa della famosa tesi delle eta’ del mondo di Esiodo per coniugarla appunto con l’ipotesi della mente bicamerale  di Jaynes  che in effetti ha una evidente rassomiglianza con quella che potrebbe essere stata l’eta’ dell’oro. “perche’ gli dei non ci parlano piu ?’” si chiede disperato Esiodo, ed e’ una geremiade comune a tutte le civilta’ , a tutti i popoli della terra in quel periodo di passaggio che,  quello si che e’ un  tempo ben precisato, segna l’inizio della coscienza, ovvero un io metaforizzato sulla base del linguaggio articolato,  che mette in relazione l’uomo e il suo ambiente, e che,  se dovessimo continuare a seguire Esiodo e compagnia, indicheremmo come il passaggio all’eta’ dell’argento, dove non ci sono piu’ gli dei, che come abbiamo appurato non parlano piu’, non ci sono piu’ le loro  voci allucinatorie  che ci dicono quello che dobbiamo fare, ci sono i guerrieri correlati all’argento come gli dei lo erano all’oro. Quindi l’eta’
dell’oro, indefinita, fumosa, senza limiti e’ la mente bicamerale, mentre con l’argento comincia la decadenza della coscienza: non ci sono piu’ le voci che regolano il comportamento, ora l’’uomo e’ in grado di prendere le decisioni, in quanto dispone di un analogo tra se e l’ambiente che gli consente di essere in situazione e quindi prendere quelle
  decisioni, che prima riceveva in forma di voci allucinatorie dagli dei, ovvero dalle entita’ che si erano interposta tra uomo e contesto. Sono decisioni pero’ quasi sempre sbagliate, soprattutto sono decisioni che comportano rivalita’, rabbia, violenza e   cattiveria. E’ questa la peculiarita’ della coscienza fin dalle sue prime battute  e difatti i suoi rappresentanti sono guerrieri, persone cioe’ votate alla guerra, alla distruzione, al sangue, alla violenza. E’ questo il primo piu’ appariscente riscontro di essere,  gli uomini pervenuti alla coscienza, e’ questo il segno piu’ evidente che le voci  degli dei  non dirigono piu’ il comportamento, la volizione, il pensierio umano:  non a caso Jaynes parla di “crollo” dell’organizzazione  della mente bicamerale, cui fa riscontro l’origine della coscienza, contrassegnata da violenza e distruzione, per cui e’ ribadito il senso di una “caduta! “ non tanto una caduta degli dei, quanto una caduta dell’uomo. Gli dei, difatti esauriti i loro interessi, non cadono, se ne vanno, partono e checche’ ne dicano certi scoop giornalistici e alcuni fantasiosi scrittori, non sono mai tornati. Dalla violenza dei guerrieri, ovvero comunita’ rissose, violente, guerrafondaie che hanno contrassegnato una  narrazione della storia fondata su uno stato di continua tensione  fatta di lotte, contrasti, (non a caso c’e’ sempre l’imbecille di turno, tipo Hegel, tipo Marx, tipo Fuckayama che strombazza una fine della storia appena la tensione tende a venire meno), siamo passati ad un’epoca dove all’elemento di violenza guerriera si e’ sostituita una violenza economica, non meno distruttiva, ma soprattutto sempre piu’ orientata verso la decadenza: la cosidetta eta’ del bronzo caratterizzata dalla classe dei mercanti, ovvero non piu’ una classe  dedita prevalentemente alla violenza e alla sopraffazione fisica come erano stati grosso modo i primi duemila e trecentocinquant’anni dall’inizio della coscienza (Grandi Imperi, continue guerre, conquiste, etc.) 
ma con un epocale cambiamento provocato a bella posta da una gonfiatissima e quasi del tutto inventata pandemia (quella del 1348), la continuazione di violenza guerre e distruzione, con l’aggiunta pero’ di un meccanismo di ipocrisia fondato sul tornaconto economico e quindi sul denaro che diviene in breve l’unico referente di valore in un mondo sempre piu’ turpe, un mondo ulteriormente aggravato da  uno sviluppo tecnologico totalmente asservito al principio economico. E’ il nostro mondo moderno che ben conosciamo e che a quasi settecento anni da quella trasformazione dall’argento al bronzo, le recentissime iniziative di quegli  stessi mercanti che si sono denominati imprenditori, industriali, magnati e tutto lo stuolo dei loro lacche’ (la solita questione dei bottegai e loro garzoni), ha voluto accorciare le distanze per un passaggio di eta’ dal bronzo al ferro, che non e’ neppure un metallo, ma una lega, riproponendo l’escamotage della pandemia, altrettanto falsa e inventata come quella di settecento anni fa,  per creare appunto un mondo fatto solo di pochissimi padroni e di uno stuolo di Servi. 
Ecco a cosa ha portato, magari ecco diciamo, che sta portando quella partenza degli dei di tremila anni fa, ecco a che cosa ha portato la tanto decantata coscienza, quell’analogo io fondato sul linguaggio che ha cercato anche di raccontarci, con  l’invenzione della scrittura, non contemplata dalle entita’ che ci avevano dato la mente bicamerale, una storia della sua affermazione. Peccato che questa storia non sia sempre lì lì per finire per mancanza di tensione, come hanno cercato di spacciare  alcuni professionisti della menzogna, tipo Hegel,  Malthus, Say, Spencer, Marx, Van Eyeck, Popper , ma sia sempre stata, in particolar modo con l’avvento dell’eta’ del bronzo e certe sue dirette conseguenze,  sempre inventata e contrabbandata come unica verita’  (rivoluzione industriale, sommosse e rivoluzioni create  ad hoc, emergenze climatiche, buchi dell’ozono e altre scempiaggini del genere). Se quindi la storia e’ tutta una menzogna, che si e’ andata sempre piu’ sviluppando, in sostanza quella che l’ha ingenerata e’ proprio la coscienza, ovvero la metafora analogale dell’io costruita sulla base del linguaggio, un meccanismo neuronale sviluppatosi  a seguito del ritiro delle entita’ che avevano impostato invece un tutt’altro funzionamento del cervello umano, e che ha creato un mondo impostato sulla violenza e sulla prevaricazione.

TERRA-MARE : SCHMITT CON JAYNES

  Terra e Mare , proprio oggi che la tensione tra l'ultima vera potenza di terra la Russia e la naturale  erede della tradizione di mare...