giovedì 31 marzo 2022

ACCELLERAZIONE DA DISTOPIA

 

Quante cose sono cambiate specie nei nostri cervelli a seguito di questi due anni di distopia!?  Non parlo di cose esterne, abitudini, comportamenti, convinzioni…. no! Parlo proprio di processi neuronali, sinapsi che si sono dovute sostituire con drammatica urgenza, e che hanno profondamente modificato cultura e conoscenza stesse, prese sia nei particolari che sulle generali  e che sono state sottoposte  ad un vero e proprio processo di revisione con tanto di ribaltamento. Una "res ex-tensa", per dirla alla Kant,  che ha fortemente e irreversibilmente condizionato una "res in-tensa", fino a produrre, di fatto e di pensiero, una nuova entita’ di ragione(-amento).   La prima a passare a questa sorta di vaglio indotto e’ stata la cosidetta scienza, in particolare la medicina di cui si e’ toccato con mano l’inconsistenza e la sostanziale presupponenza e arbitrierita’ vieppiu’ aggravata dall’essere usata come strumento di paura e di controllo sociale da parte di una minoranza elitaria che si serve di un unico valore quello dello scambio commerciale fra mercati che ha come suo referente il danaro; un qualcosa che l’aveva ben definito Manzoni descrivendo una precedente epidemia  quella del 1630 per lo scenario del suo famoso romanzo “I Promessi Sposi” : Cabala ordita per far bottega del pubblico spavento”  Mentalità bottegaia dunque per capire matrice e movente di quanto il sociale umano va assimilando nel suo presunto evolversi, che corrisponde piuttosto ad un continuo inesorabile passaggio dal bene al male, dal perfetto, o quasi, ben precisato da tutte le antiche storie della tradizione delle civilta’ del mondo (nelle nostre contrade occidentali il Mito delle Quattro Età  oro, argento, bronzo, ferro, in un costante deterioramento del vissuto, cui corrispondono i quattro Yuga della  cultura indiana).
Comunque sia non una evoluzione, ma una involuzione, un declino, una continua perdita di valori; si va da quella
Eta’  dell’Oro  rappresentata dagli Dei a quella d’Argento dei Guerrieri, al Bronzo dei Mercanti e Bottegai in cui saremmo noi, grosso modo da quasi settecento anni ovvero dalla prima grande pandemia quella del 1348 che ha una suo ulteriore declino fino ad arrivare  alla Eta' del ferro che non e’ piu’ neppure un metallo puro, ma una lega , una mistura che caratterizza la socialita’ dei Servi, che e’ oramai la quintessenza della decadenza e dell’abominio: i suoi podromi e prime manifestazioni sono la rivoluzione industriale di meta' del XVIII secolo e tutte le relative emanazioni dovute al sempre maggiore  tecnicismo e alla concentrazione dell'unico valore  dominante nel pianeta  : il danaro e la sua diffusione come valore di scambio, nelle mani di pochi oligarchi che come si sta dimostrando oggi, secondo decennio del terzo millennio, sono quanto mai intenzionati  a fare di questi due fattori (strapotere economico e finanziario piu' virtuale che reale e esasperato tecnicismo a livello informatico/digitale) gli elementi su cui fondare il loro dominio sull'intero pianeta, che quindi sprofonderebbe dal bronzo al ferro, da mercanti evolutisi in magnati,  ma sempre piu' concentrati e ridotti di numero, ad una pletora di stragrande maggioranza ubbidiente ai loro voleri, appunto in stato di servitu'. Per la verità c'è un terzo fattore da considerare, che non ha la caratteristiche di estrema modernita' dei due precedenti, ma anzi e' da riferirsi ad un qualcosa di quanto mai antico, atavico addirittura, correlato alla specificita' umana : la Paura. E' proprio attraverso la paura che tutte le classe dominanti di ogni epoca hanno fatto leva per tener soggiogate le masse, sempre i medesimi meccanismi  accentuatisi con il passaggio dai Guerrieri ai Mercanti ovvero dall'eta' dell'argento a quella del bronzo, come si dimostra dall'estrema virulenza con la quale e' stato perseguito il trapasso dalla coralita' medioevale, rappresentato dalla somma esperienziale delle Cattedrali, all'individualismo sfrenato della riproduzione dei codici, tipo quello pochissimo verificato dei classici antichi, tramite il tecnicismo della prospettiva, che inaugura sostanzialmente quella riproducibilita' delle esperienze che diverra' 
 assoluta  e permeante di ogni aspetto del sociale nel XX secolo.
Come giustamente osserva Walter Benjamin nel suo "l'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica". La paura piu' assoluta e' stata sempre quella che riguarda la propria fisicita', che la minaccia, che la corrode, e cosa c'e' piu' della malattia che ha tali caratteristiche ? La malattia distrugge a
l salute e porta con facilita' alla morte, dunque e' sempre stata la maggiore fonte di frattura della sicurezza umana, ovvio quindi che le classi di potere abbiano sempre fatto incetta di tale fattore, magari moltiplicandolo a dismisura, diffondendola dappertutto, anche come semplice flatus vocis, non piu' semplice malattia, ma epidemia  e addirittura pandemia , ovvero che riguarda tutto e tutti. Così gia' ai tempi della peste di Atene del 480 a,v. ovvero ancora in eta dei guerrieri e dell'argento laddove Tucidide rimarcava che non era la pestilenza ad uccidere gli ateniesi, ma la paura, paura opportunamente diffusa  dai suoi nemici. Così, come fatto cenno, in quella del 1348 sfruttando i disagi e la miseria di continui stati di guerra e anche quella di una grande carestia degli anni precedenti che aveva spopolato le campagne e fatto inurbare le citta' fino al collasso, favorendo infezioni per sporcizia e comunanza (la celeberrima peste bubbonica non mortale pero', in quanto interessante solo affezioni dermatologiche dovute appunto a carenze igieniche e sovrappopolazione in contesti limitati) , in verita' la peste passata alla storia come falcidia di intere citta' e popolazioni, fu quella aerea, cioe' riguardante i polmoni e l'apparato respiratorio,che e' spiccicata a quella spacciata, 
  ai giorni nostri come covid - e questo come fa notare l'unico vero medico apparso dopo Ippocrate, Rick Geerd Hamer:  perche' le affezioni polmonari e bronchiali sono in stretta dipendenza di uno stato di paura. Così a Roma nel famoso Sacco del 1527 operato dai Lanzichenecchi, dopo uno stato di grande disagio e indigenza - fase  attiva simpaticotonica  dell'affezione secondo le Leggi di Hamer, ecco arrivare 
 puntuale la fase  vagotonica di riparazione o passiva, ovvero la malattia in tutta la sua virulenza per riparare appunto un grande stato di paura. lo stesso dicasi per tutte le altre epidemie e pandemie, sempre a monte uno stato di estremo disagio, miseria, guerra, assedi, cattivita' e quindi paura messa subdolamente in atto da chi persegue determinati scopi di dominio. Ieri come oggi, sempre il medesimo meccanismo

venerdì 25 marzo 2022

LA MENTE D'ORO

 Ne sono straconvinto : L'eta' dell'Oro,  non sarebbe altro che la "mente bicamerale" del saggio di Julian Jaynes il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, ovvero le Voci degli Dei, allucinazioni auditive dovute a formazioni neuronali costituite da tutta la somma di esperienze esperite nel corso di molteplici generazioni ed un numero imprecisato di anni,(certamente molti molti di piu' di quelli che possiamo attribuire alla coscienza che a malapena arrivano a tremila), trasferite metonomicamente, cioe' per spostamento di significanti, spostamenti  dettati dalle diverse situazioni ambientali che di volta in volta potevano presentarsi e richiedenti un pronto adattamento degli individui appartenenti alla specie umana. Un processo fortemente adattivo dunque, che ha una metodologia temporale che possiamo chiamare una "messa in situzione" dell'individuo in un certo contesto con relative istruzioni che debbono essere necessariamente "ob - audite" e anche una metodologia che rimanda ad una precisa localizzazione nell'emisfero destro del cervello.

Una funzione  alternativa, ma anche interrelata con l'emisfero sinistro dello stesso cervello che resta deputato all'altra funzione  precipua dell'adattamento all'ambiente, quella  di un continuo arricchimento del linguaggio articolato. Così se nella prima metodologia viene usato il meccanismo della Metonimia che si avvale dello spostamento dei significanti di volta in volta acquisiti nel processo di adattamento all'ambiente, nella seconda  si delinea l'atra forma di adattamento umano che e' quella di un linguaggio sempre piu' vario e articolato  ovvero la Metafora, una comparazione dei significati per similarita' e somiglianza ("che cosa e' quello? Bhe!?...e' come ...questo!" - siamo quindi  nelle due figure essenziali e strutturanti della retorica del linguaggio : metafora e metonimia, condensazione e trascinamento, assi portanti di una lingua).
La distinzione tra significante e significato, gia' posta da De Saussure e approfondita da Lacan, si delinea come rappresentante della modalita' delle due diverse figure:  la condensazione metaforica opera attraverso significati immediati ottenuti attraverso la comparazione dei due termini del confronto, uno noto e quindi referente appunto di un giudizio gia' operato, l'altro meno noto, cioe' un riferito che assume componenti del termine di confronto e acquista così un nuovo significato; al contrario il trasferimento metonimico agisce attraverso una diffusa continuita' non solo riferita agli oggetti, ma anche al comportamento utilizzato in una determinata occasione, il vissuto del soggetto, il suo relazionarsi in merito a tutta una somma di fattori...e' tutto questo che deve essere trasmesso nella voce allucinatoria  che non a caso viene attribuita agli dei. 
L'eta'  dell'oro e degli dei, ecco io trovo una attribuzione legittima proprio in quella mente bicamerale  postulata da Jaynes, laddove mi sembra proprio che i due emisferi e le onde da essi prodotte funzionavano in perfetta sinergia, direi anche in una sorta di simmetria che ricorda molto la Super Simmetria dei fisici quantistici , dove magari al posto delle particelle io proverei a sostituire le stringhe, intese come frequenze d'onde  e magari con un tantino di forzatura identificate nella condensazione e nello spostamento dei rispettivi processi metaforico e metonimico. A rompere tale sinergia, tale simmetria si e' pervenuti con la coscienza ovvero quel famoso "analogo io" che individualizzando uno solo dei meccanismi, ha condensando l'ambiente esterno con il proprio essere in situazione e ha quindi avviato un processo di narratizzazione di se stesso che ha giocoforza ingenerato  un pronunciato  occultamento del processo metonimico.   
Attenzione questo evento, non precisato, ne' localmente ne' temporalmente, e' tuttavia riportato in tutti i miti delle civilta' umane con differenze solo formali di narratizzazione, ma strutturalmente tutti riconducenti ad un qualcosa di nuovo, di inusitato che ad un certo punto ha cominciato ad emergere dalla nebbia di una storia umana che proprio in forza di tale forza nuova ha cominciato a narratizzare se stessa : Eh si ! e' lei la coscienza ,e generalmente  la cosa viene enfatizzata come momento catartico, presa  come evento epocale, originario del tutto o quasi, esaltata come l'emergere della luce della ragione, dal buio delle tenebre dell'incoscienza. Ma non e' così, anzi siamo proprio al netto contrario! Con il sopravvento di una funzione cerebrale sull'altra  (la metafora sulla metonimia, la condensazione di significato, sul trascinamento di significante ) gli dei cessano di far sentire la propria voce , tutto resta affidato a questa identita' tra proprio io e comportameno in situazione, che si rivelera' fallacissima, perche' espressione di un individualismo supposto e facile a scadere nella presunzione, nella tracotanza e a sviluppare le caratteristiche piu' deleterie della specie umana (violenza, intolleranza, menzogna, crudelta', etc.). La narratizzazione dell'analogo io in situazione pone una narratizzazione sempre parziale, incurante della verita', bugiarda e incline al raggiro e  alla continua oppressione dei propri simili; non e', in altre parole, una narratizzazione della ragione  , ma piuttosto un racconto , una storia della volonta' di avere ragione : ragione ad ogni costo, a dispetto di verita, giustizia e qualsivoglia idealita'.    E' così che l'eta' dell'oro e il divino ad essa sotteso,  vengono messi in sottordine, e le voci allucinatorie che erano espressione di quel rapporto  relegate in un emisfero che viene etichettato come secondario, non dominante, espressione di una rappresentazione non razionale  affidata perlopiu' a   personaggi strani, bizzarri, invasati  o tutt'al piu' a funzioni  di poco valore pratico: intuizione, fantasia, misticismo, magia. Via via col tempo ci sara' qualcuno che comincera' a dare valore a tali manifestazioni, ma dovranno passare molti molti anni e sempre con una certa ambiguità, riconosciuti ma sempre da una esigua minoranza: gli sciamani di certe culture, gli adepti di particolari discipline come l'alchimia,  il tentativo di edificare sorta di monumenti del tipo delle Cattedrali medioevali, alcuni corpi dottrinali e comportamentali come la Cavalleria, l'impianto di opere letterario di particolare simbolismo (La Divina Commedia di Dante Alighieri, il Don Chisciotte di Cervantes, le filosofie di un Leibniz, di un Kant, financo di un NIetzsche, di uno Schopenauer e a sugello:  il riconoscimento attraverso sintomi e manifestazioni di quel famoso  impianto metonimico  dell'emisfero destro, di un altro modo di interagire con il reale, una modalita' non piu' solo immaginaria ma simbolica (che cioe' ri-mette insieme") cui uno studioso di Vienna non trovera' niente di meglio che denominare " in-conscio " .            
Gli dei abbandonano la scena, come viene ripetuto spesso "non abitano piu' qui" l'oro quasi scompare dal mondo, e' tempo di un altro metallo, meno nobile, non splendente e soggetto a deterioramento : e' l'argento la cui eta' viene assimilata alla classe dei "guerrieri"  L'argento si addice ai sonnambuli e tali si muovono nello scenario di una umanita' sempre piu' volgarizzata, i suoi adepti, ovvero i grandi imperi, i condottieri di uomini, i grandi pensatori, l'Atene della filosofia ma anche della Commedia e della Tragedia, Alessandro il Macedone, la grande Roma repubblicana, Giulio Cesare, l'Impero, quindi le manifestazioni dianzi citate. In verita' anche l'argento viene soppiantato da un metallo meno nobile : il bronzo che trova corrispondenza nell'eta' dei "Mercanti" ovvero il principio del baratto, gli scambi commerciali che attraverso il danaro  divengono l'unico valore su cui far leva: il valore di scambio. Banchieri e faccendieri, rapporti di compra-vendita, ancora piu' enfasi alla corruttela, all'inganno, al raggiro, senza neppure quel corrispettivo di coraggio, fierezza che aveva caratterizzato l'eta' dei guerrieri. 
Al contrario di Guenon, forse piu' influenzato da Evola ho cercato di dare un corrispettivo temporale  a tutto questo processo delle varie Eta' del mondo, trovandolo per quest'ultima nella Grande Pandemia del 1348 che chiuse la partita con le esperienze di coralità del medioevo (le Cattedrali e le dimore filosofali di Fulcanelli), la Cavalleria e i suoi paladini, il senso di un Impero extra nazionale , Federico II di Svevia, la Divina Commedia di Dante, il calcolo infinitesimale d Leibniz, il Criticismo Kantiano.
Non e' un caso che la Grande Pandemia del 1348 , a mio parere molto esagerata come tutte le pandemie, in realta' sia stata espressione solo di una reazione ad un prolungato stato di disagio, e in forza di una paura della malattia, del contagio, abbia fatto piazza pulita di tutte le espressioni di coralita' e tradizione, per favorire un esasperato  individualismo avallato dal  ricorso a codici del tutto inventati (tale l'Ordine Classico desunto da scarsi ritrovamenti archeologici e non suffragato da alcuna verifica ne' formale, ne' strutturale) e a forse il primo degli strumenti tecnico/scientifici di controllo : la prospettiva di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Rossellino)

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...