Attenzione questo evento, non precisato, ne' localmente ne' temporalmente, e' tuttavia riportato in tutti i miti delle civilta' umane con differenze solo formali di narratizzazione, ma strutturalmente tutti riconducenti ad un qualcosa di nuovo, di inusitato che ad un certo punto ha cominciato ad emergere dalla nebbia di una storia umana che proprio in forza di tale forza nuova ha cominciato a narratizzare se stessa : Eh si ! e' lei la coscienza ,e generalmente la cosa viene enfatizzata come momento catartico, presa come evento epocale, originario del tutto o quasi, esaltata come l'emergere della luce della ragione, dal buio delle tenebre dell'incoscienza. Ma non e' così, anzi siamo proprio al netto contrario! Con il sopravvento di una funzione cerebrale sull'altra (la metafora sulla metonimia, la condensazione di significato, sul trascinamento di significante ) gli dei cessano di far sentire la propria voce , tutto resta affidato a questa identita' tra proprio io e comportameno in situazione, che si rivelera' fallacissima, perche' espressione di un individualismo supposto e facile a scadere nella presunzione, nella tracotanza e a sviluppare le caratteristiche piu' deleterie della specie umana (violenza, intolleranza, menzogna, crudelta', etc.). La narratizzazione dell'analogo io in situazione pone una narratizzazione sempre parziale, incurante della verita', bugiarda e incline al raggiro e alla continua oppressione dei propri simili; non e', in altre parole, una narratizzazione della ragione , ma piuttosto un racconto , una storia della volonta' di avere ragione : ragione ad ogni costo, a dispetto di verita, giustizia e qualsivoglia idealita'. E' così che l'eta' dell'oro e il divino ad essa sotteso, vengono messi in sottordine, e le voci allucinatorie che erano espressione di quel rapporto relegate in un emisfero che viene etichettato come secondario, non dominante, espressione di una rappresentazione non razionale affidata perlopiu' a personaggi strani, bizzarri, invasati o tutt'al piu' a funzioni di poco valore pratico: intuizione, fantasia, misticismo, magia. Via via col tempo ci sara' qualcuno che comincera' a dare valore a tali manifestazioni, ma dovranno passare molti molti anni e sempre con una certa ambiguità, riconosciuti ma sempre da una esigua minoranza: gli sciamani di certe culture, gli adepti di particolari discipline come l'alchimia, il tentativo di edificare sorta di monumenti del tipo delle Cattedrali medioevali, alcuni corpi dottrinali e comportamentali come la Cavalleria, l'impianto di opere letterario di particolare simbolismo (La Divina Commedia di Dante Alighieri, il Don Chisciotte di Cervantes, le filosofie di un Leibniz, di un Kant, financo di un NIetzsche, di uno Schopenauer e a sugello: il riconoscimento attraverso sintomi e manifestazioni di quel famoso impianto metonimico dell'emisfero destro, di un altro modo di interagire con il reale, una modalita' non piu' solo immaginaria ma simbolica (che cioe' ri-mette insieme") cui uno studioso di Vienna non trovera' niente di meglio che denominare " in-conscio " .
Gli dei abbandonano la scena, come viene ripetuto spesso "non abitano piu' qui" l'oro quasi scompare dal mondo, e' tempo di un altro metallo, meno nobile, non splendente e soggetto a deterioramento : e' l'argento la cui eta' viene assimilata alla classe dei "guerrieri" L'argento si addice ai sonnambuli e tali si muovono nello scenario di una umanita' sempre piu' volgarizzata, i suoi adepti, ovvero i grandi imperi, i condottieri di uomini, i grandi pensatori, l'Atene della filosofia ma anche della Commedia e della Tragedia, Alessandro il Macedone, la grande Roma repubblicana, Giulio Cesare, l'Impero, quindi le manifestazioni dianzi citate. In verita' anche l'argento viene soppiantato da un metallo meno nobile : il bronzo che trova corrispondenza nell'eta' dei "Mercanti" ovvero il principio del baratto, gli scambi commerciali che attraverso il danaro divengono l'unico valore su cui far leva: il valore di scambio. Banchieri e faccendieri, rapporti di compra-vendita, ancora piu' enfasi alla corruttela, all'inganno, al raggiro, senza neppure quel corrispettivo di coraggio, fierezza che aveva caratterizzato l'eta' dei guerrieri.
Al contrario di Guenon, forse piu' influenzato da Evola ho cercato di dare un corrispettivo temporale a tutto questo processo delle varie Eta' del mondo, trovandolo per quest'ultima nella Grande Pandemia del 1348 che chiuse la partita con le esperienze di coralità del medioevo (le Cattedrali e le dimore filosofali di Fulcanelli), la Cavalleria e i suoi paladini, il senso di un Impero extra nazionale , Federico II di Svevia, la Divina Commedia di Dante, il calcolo infinitesimale d Leibniz, il Criticismo Kantiano.Non e' un caso che la Grande Pandemia del 1348 , a mio parere molto esagerata come tutte le pandemie, in realta' sia stata espressione solo di una reazione ad un prolungato stato di disagio, e in forza di una paura della malattia, del contagio, abbia fatto piazza pulita di tutte le espressioni di coralita' e tradizione, per favorire un esasperato individualismo avallato dal ricorso a codici del tutto inventati (tale l'Ordine Classico desunto da scarsi ritrovamenti archeologici e non suffragato da alcuna verifica ne' formale, ne' strutturale) e a forse il primo degli strumenti tecnico/scientifici di controllo : la prospettiva di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Rossellino)
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