venerdì 25 marzo 2022

LA MENTE D'ORO

 Ne sono straconvinto : L'eta' dell'Oro,  non sarebbe altro che la "mente bicamerale" del saggio di Julian Jaynes il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza, ovvero le Voci degli Dei, allucinazioni auditive dovute a formazioni neuronali costituite da tutta la somma di esperienze esperite nel corso di molteplici generazioni ed un numero imprecisato di anni,(certamente molti molti di piu' di quelli che possiamo attribuire alla coscienza che a malapena arrivano a tremila), trasferite metonomicamente, cioe' per spostamento di significanti, spostamenti  dettati dalle diverse situazioni ambientali che di volta in volta potevano presentarsi e richiedenti un pronto adattamento degli individui appartenenti alla specie umana. Un processo fortemente adattivo dunque, che ha una metodologia temporale che possiamo chiamare una "messa in situzione" dell'individuo in un certo contesto con relative istruzioni che debbono essere necessariamente "ob - audite" e anche una metodologia che rimanda ad una precisa localizzazione nell'emisfero destro del cervello.

Una funzione  alternativa, ma anche interrelata con l'emisfero sinistro dello stesso cervello che resta deputato all'altra funzione  precipua dell'adattamento all'ambiente, quella  di un continuo arricchimento del linguaggio articolato. Così se nella prima metodologia viene usato il meccanismo della Metonimia che si avvale dello spostamento dei significanti di volta in volta acquisiti nel processo di adattamento all'ambiente, nella seconda  si delinea l'atra forma di adattamento umano che e' quella di un linguaggio sempre piu' vario e articolato  ovvero la Metafora, una comparazione dei significati per similarita' e somiglianza ("che cosa e' quello? Bhe!?...e' come ...questo!" - siamo quindi  nelle due figure essenziali e strutturanti della retorica del linguaggio : metafora e metonimia, condensazione e trascinamento, assi portanti di una lingua).
La distinzione tra significante e significato, gia' posta da De Saussure e approfondita da Lacan, si delinea come rappresentante della modalita' delle due diverse figure:  la condensazione metaforica opera attraverso significati immediati ottenuti attraverso la comparazione dei due termini del confronto, uno noto e quindi referente appunto di un giudizio gia' operato, l'altro meno noto, cioe' un riferito che assume componenti del termine di confronto e acquista così un nuovo significato; al contrario il trasferimento metonimico agisce attraverso una diffusa continuita' non solo riferita agli oggetti, ma anche al comportamento utilizzato in una determinata occasione, il vissuto del soggetto, il suo relazionarsi in merito a tutta una somma di fattori...e' tutto questo che deve essere trasmesso nella voce allucinatoria  che non a caso viene attribuita agli dei. 
L'eta'  dell'oro e degli dei, ecco io trovo una attribuzione legittima proprio in quella mente bicamerale  postulata da Jaynes, laddove mi sembra proprio che i due emisferi e le onde da essi prodotte funzionavano in perfetta sinergia, direi anche in una sorta di simmetria che ricorda molto la Super Simmetria dei fisici quantistici , dove magari al posto delle particelle io proverei a sostituire le stringhe, intese come frequenze d'onde  e magari con un tantino di forzatura identificate nella condensazione e nello spostamento dei rispettivi processi metaforico e metonimico. A rompere tale sinergia, tale simmetria si e' pervenuti con la coscienza ovvero quel famoso "analogo io" che individualizzando uno solo dei meccanismi, ha condensando l'ambiente esterno con il proprio essere in situazione e ha quindi avviato un processo di narratizzazione di se stesso che ha giocoforza ingenerato  un pronunciato  occultamento del processo metonimico.   
Attenzione questo evento, non precisato, ne' localmente ne' temporalmente, e' tuttavia riportato in tutti i miti delle civilta' umane con differenze solo formali di narratizzazione, ma strutturalmente tutti riconducenti ad un qualcosa di nuovo, di inusitato che ad un certo punto ha cominciato ad emergere dalla nebbia di una storia umana che proprio in forza di tale forza nuova ha cominciato a narratizzare se stessa : Eh si ! e' lei la coscienza ,e generalmente  la cosa viene enfatizzata come momento catartico, presa  come evento epocale, originario del tutto o quasi, esaltata come l'emergere della luce della ragione, dal buio delle tenebre dell'incoscienza. Ma non e' così, anzi siamo proprio al netto contrario! Con il sopravvento di una funzione cerebrale sull'altra  (la metafora sulla metonimia, la condensazione di significato, sul trascinamento di significante ) gli dei cessano di far sentire la propria voce , tutto resta affidato a questa identita' tra proprio io e comportameno in situazione, che si rivelera' fallacissima, perche' espressione di un individualismo supposto e facile a scadere nella presunzione, nella tracotanza e a sviluppare le caratteristiche piu' deleterie della specie umana (violenza, intolleranza, menzogna, crudelta', etc.). La narratizzazione dell'analogo io in situazione pone una narratizzazione sempre parziale, incurante della verita', bugiarda e incline al raggiro e  alla continua oppressione dei propri simili; non e', in altre parole, una narratizzazione della ragione  , ma piuttosto un racconto , una storia della volonta' di avere ragione : ragione ad ogni costo, a dispetto di verita, giustizia e qualsivoglia idealita'.    E' così che l'eta' dell'oro e il divino ad essa sotteso,  vengono messi in sottordine, e le voci allucinatorie che erano espressione di quel rapporto  relegate in un emisfero che viene etichettato come secondario, non dominante, espressione di una rappresentazione non razionale  affidata perlopiu' a   personaggi strani, bizzarri, invasati  o tutt'al piu' a funzioni  di poco valore pratico: intuizione, fantasia, misticismo, magia. Via via col tempo ci sara' qualcuno che comincera' a dare valore a tali manifestazioni, ma dovranno passare molti molti anni e sempre con una certa ambiguità, riconosciuti ma sempre da una esigua minoranza: gli sciamani di certe culture, gli adepti di particolari discipline come l'alchimia,  il tentativo di edificare sorta di monumenti del tipo delle Cattedrali medioevali, alcuni corpi dottrinali e comportamentali come la Cavalleria, l'impianto di opere letterario di particolare simbolismo (La Divina Commedia di Dante Alighieri, il Don Chisciotte di Cervantes, le filosofie di un Leibniz, di un Kant, financo di un NIetzsche, di uno Schopenauer e a sugello:  il riconoscimento attraverso sintomi e manifestazioni di quel famoso  impianto metonimico  dell'emisfero destro, di un altro modo di interagire con il reale, una modalita' non piu' solo immaginaria ma simbolica (che cioe' ri-mette insieme") cui uno studioso di Vienna non trovera' niente di meglio che denominare " in-conscio " .            
Gli dei abbandonano la scena, come viene ripetuto spesso "non abitano piu' qui" l'oro quasi scompare dal mondo, e' tempo di un altro metallo, meno nobile, non splendente e soggetto a deterioramento : e' l'argento la cui eta' viene assimilata alla classe dei "guerrieri"  L'argento si addice ai sonnambuli e tali si muovono nello scenario di una umanita' sempre piu' volgarizzata, i suoi adepti, ovvero i grandi imperi, i condottieri di uomini, i grandi pensatori, l'Atene della filosofia ma anche della Commedia e della Tragedia, Alessandro il Macedone, la grande Roma repubblicana, Giulio Cesare, l'Impero, quindi le manifestazioni dianzi citate. In verita' anche l'argento viene soppiantato da un metallo meno nobile : il bronzo che trova corrispondenza nell'eta' dei "Mercanti" ovvero il principio del baratto, gli scambi commerciali che attraverso il danaro  divengono l'unico valore su cui far leva: il valore di scambio. Banchieri e faccendieri, rapporti di compra-vendita, ancora piu' enfasi alla corruttela, all'inganno, al raggiro, senza neppure quel corrispettivo di coraggio, fierezza che aveva caratterizzato l'eta' dei guerrieri. 
Al contrario di Guenon, forse piu' influenzato da Evola ho cercato di dare un corrispettivo temporale  a tutto questo processo delle varie Eta' del mondo, trovandolo per quest'ultima nella Grande Pandemia del 1348 che chiuse la partita con le esperienze di coralità del medioevo (le Cattedrali e le dimore filosofali di Fulcanelli), la Cavalleria e i suoi paladini, il senso di un Impero extra nazionale , Federico II di Svevia, la Divina Commedia di Dante, il calcolo infinitesimale d Leibniz, il Criticismo Kantiano.
Non e' un caso che la Grande Pandemia del 1348 , a mio parere molto esagerata come tutte le pandemie, in realta' sia stata espressione solo di una reazione ad un prolungato stato di disagio, e in forza di una paura della malattia, del contagio, abbia fatto piazza pulita di tutte le espressioni di coralita' e tradizione, per favorire un esasperato  individualismo avallato dal  ricorso a codici del tutto inventati (tale l'Ordine Classico desunto da scarsi ritrovamenti archeologici e non suffragato da alcuna verifica ne' formale, ne' strutturale) e a forse il primo degli strumenti tecnico/scientifici di controllo : la prospettiva di Brunelleschi, Leon Battista Alberti, Rossellino)

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