Purtroppo per noi , Generali un titinin piu’ capaci li troveremo ben presto : appena un mese dopo, nel fine ottobre del 1917, nella arcinota disfatta di caporetto, dove ci fu inflitta una delle piu’ sonore batoste della storia militare di ogni tempo. Nel giro di un paio di giorni l’intero Comando della 2^ armata di Capello fu letteralmente polverizzato, con Generali di corpo d’Armata e di Divisione, in fuga, addirittura sorpresi in mutande, tanto non si erano accorti della rapidita’ dell’offensiva nemica (si disse di Cavaciocchi e di Farisoglio) , anche un suicidio per disperazione (Gen. Villani), oppure l’eclissarsi dal posto di comando per ore e giorni (Badoglio) - unica eccezione in tutto questo sfacelo il Gen. Caviglia che alla testa del suo XXIV Corpo d’armata si sobbarco’ anche due divisioni e poi una terza del contiguo XXVII Corpo giustappunto del collega Badoglio, al totale sbando; Caviglia non esegueguendo pedissequamente gli ordini di Cadorna di ritirarsi per i ponti sul Tagliamento assegnati a ciascun Corpo, e neppure dirigendosi verso Casarsa della Delizia e Codroipo, troppo distanti, fece passare tutte le sue le truppe per i ponti di Madrisio e Latisana che erano totalmente sgombriLa verita’ e’ che nel corso dei tre anni di conflitto, lo Stato Maggiore tedesco soprattutto ad opera dei suoi piu’ influenti generali Hindeburg, Ludendorff, Below, Krauss, Dellmsinger, per il quale non mi risulta fosse in vigore nessun “paradigma di affidabilità’ “ nel ruolino dei Generali era andato rivalutando le tecniche difensive e offensive dei combattenti istituendo anche le famose Sturmtruppen che erano un po’ ma in termini ancora piu’ leggere e rapide l’equivalente dei nostri “arditi” . Va notato che quando gli austriaci , immediatamente dopo la battaglia della Bainsizza , avevano chiesto aiuto ai Tedeschi Hindenburg e il suo vice Ludendorff avevano acconsentito a inviare al fronte italiano il generale Krafft von Dellmensingen per un sopralluogo; assicuratosi che il fronte dell’Isonzo non era in immediato pericolo (famoso l’episodio in cui traccio’ un cerchio dell’equivalente raggio di 10 chilometri per asserire che stante il parco delle artiglierie, i carriaggi, i rifornimenti e tutto l’impianto logistico dell’esercito italiano non sarebbe mai riuscito a superare quel tratto, comincio’ a vagliare le probabilita’ di una offensiva congiunta giusto in quel settore del fronte. Terminate le varie verifiche e dopo aver vagliato le probabilità di vittoria, Dellmensingen tornò in Germania per riferire ai suoi superiori che approvarono il piano, rassicurati sia dalla drammatica situazione in corso nella Russia dei bolscevichi sia del fatto e che sul fronte occidentale, dopo il fallimento della 2^ battaglia dell'Aisne dell’aprile, gli alleati non avrebbero attaccato. Già l'11 settembre fu posto a capo della nuova 14ª Armata il Gen, Otto Von Below e fu nominato suo capo di Stato Maggiore lo stesso Dellmensingen. Venne chiarita con l'alleato austriaco la strategia da adottare: un primo sfondamento sarebbe dovuto avvenire a Plezzo con direzione Saga e Caporetto, per conquistare M. Stol e puntare verso l'alto Tagliamento; contemporaneamente da Tolmino si sarebbe dovuto risalire l'Isonzo e imboccare la valle del Natisone fino a Cividale del Friuli; un altro attacco frontale sarebbe partito invece contro il massiccio dello Jesa per impossessarsi successivamente di tutta la catena del Kolovrat, da cui era possibile dominare la valle dello Judrio, accerchiando così l'altopiano della Bainsizza
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