L’attuale distopia mondiale che da oramai 20 mesi ci opprime ha prodotto nella gente tutta una serie di sconvolgimenti, che nel mio caso si sono appuntate su differenti modalità di conoscenza e comportamento. La prima più vistosa e permeante è quella di una sorta di “eterno ritorno”, con tanto di implicazioni più mitiche ed emozionali che storiche, alle idee, convinzioni e anche passioni della primissima giovinezza, quasi infanzia (14-17 anni) ovvero una visione filosofica di destra, estrema destra, reazionaria e aristocratica, a volte anche esoterica, che specie ora fattomi più grandicello(inverti quel 17 e aggiungici anni qualche altro anno : 71 + 2 ) e arricchita di più di uno specifico all’impostazione originaria (filosofia, psicoanalisi, calcolo infinitesimale, fisica quantistica, pragmatica comunicazionale) si compiace di una aggiunta del prefisso “super” ad ogni sua manifestazione : SUPER DESTRA quindi e non estrema o altra definizione (meno che mai fascista), ma proprio quel “super” tanto diffuso proprio negli specifici di mio maggior interesse e dedizione - il famoso Super-io della psicoanalisi da me arricchito da un contrastante Super-es, per chiudere lo schema della seconda topica freudiana quella di Al di là del principio del piacere fondata sulla scoperta della pulsione di morte, il Super attribuito alle stringhe in fisica quantistica, ipotizzate da Gabriele Veneziano nel 1968 e quindi la Super Simmetria che, qualche annetto più tardi, va a comporre la sconvolgente M-Theory (Susskind-Greene-Witten), per intenderci quella che pone l’affascinante ipotesi dei multi universi, quindi il Super uomo di Zarathustra , ovvero Nietzsche con Schopenauer da sempre uno dei filosofi da me prediletto, ancora il Super man del fumetto che però ai miei tempi era stato italianizzato in Nembo Kid (anni cinquanta) , le Super Nove della fisica astronomica, financo la benzina SuperCorteMaggiore, col suo cane a sei zampe che incanalava la mia scelta di rifornimento anche per via dell’associazione con un personaggio come Enrico Mattei da sempre uno degli uomini d’azione da me più stimati. Super destra di recupero quindi, recupero dopo tanti anni anche di quella istanza politica, che dopo la uccisione di Kennedy nel novembre 1963 e la sconfitta di Barry Goldwater nelle elezioni del novembre 1964 era stata negletta e aveva portato ad una pronunciatissima e diffusa indifferenza di tale istanza ( a mò della demondizzazione professata da Carl Gustav Jung) anche per non incorrere in quella sindrome di Mephisto esposta da Klaus Mann nel suo famoso romanzo che ha contaminato la quasi totalità della intellettualità e anche artisticità di tanti illustri esponenti in relazione ieri al Fascismo, Nazismo e regimi dittatoriali in genere, oggi, e c’è da dire con ancora maggiore diffusione e partecipazione, rispetto alla distopia in atto del potere economico e finanziario con l’avallo incondizionato di tutta la mentalità cosidetta di sinistra. Un’altra componente di scoperta indotta dall’attuale cattività è stata quella di una profondissima revisione di tutto il fenomeno della storia, intesa nel senso proprio di una storiografia, laddove galeotto e’ stato il ritrovamento di un vecchio libro che parlava della campagna d’Italia del 1796/97 del Generale Napoleone Buonaparte : un saggetto di uno storico molto poco conosciuto Guglielmo Ferrero che con dati alla mano e profonda conoscenza elencava dati e battaglie di quella campagna dove veniva fuori senza ombra di dubbio che tutte le strombazzate vittorie sul territorio italiano altro non erano state che dei veri e propri falsi, marchiani errori dell’inesperto generale che aveva avuto il comando dell’Armata solo per “meriti di letto” avendo sposato Josephine Beauharnais l’ingombrante amante del più influente membro del Direttorio Barras, errori tattici e strategici rimediati sul campo di battaglia solo dalla perizia dei suoi Generali sottoposti, ma molto più esperti, ovvero soprattutto Massena, ma anche Augereau e Serurier e sostenuti da un Piano studiato dal Direttorio gia’ dal 1795 e commissionato a uno stuolo di Generali, di cui Buonaparte faceva parte parte, ma che di certo se non avesse ottemperato ai desideri di Barras di togliergli dai piedi l’amante , mai più ne sarebbe stato incaricato di eseguire; piano si badi bene dal quale Napoleone non si discosterà in nessuna delle sue indicazioni (in questo Ferrero fornisce delle prove inconfutabili) cambiate solo da eventi inaspettati e spesso fortuiti, tipo la defezione e resa del Piemonte che in verità non aspettava altro che togliersi dall’alleanza con l’Austria o tipo la piena adesione di Napoleone alle teorie piuttosto rivoluzionarie di un ufficiale di qualche decennio prima Guibert che propugnava una guerra senza orpelli tipo magazzini, salmerie, artiglierie pesanti, improntata alla massima rapidità d’azione e soprattutto al principio di una guerra che si alimentava da se’ , ovvero rifornirsi tramite razzie, saccheggi, un po’ a somiglianza delle compagnie di ventura di trecento quattrocento anni addietro. Una teoria controcorrente alla concezione stanziale dei grandi eserciti del recente passato, quella per interderci del Principe Eugenio di Savoia ed anche di Federico il Grande, teoria di cui uno dei sottoposti dell’Armata d’Italia il Generale Serurier era uno dei maggiori esperti e in tal senso aveva catechizzato Napoleone, di cui, in questo bisogna convenirne, il giovane Generale fu un esecutore esemplare, come d’altronde la condotta delle operazioni soprattutto della seconda fase della campagna, dopo gli scontri sul Mincio e le proditorie violazioni di neutralità della Repubblica di Venezia e altri Statarelli, dimostrarono in maniera lampante .
Eh si ! lo devo ammettere: il libro
di Guglielmo Ferrero che si chiama “Avventura” e che cominciai a rileggere con maggiore
attenzione nel giugno 2020, riportandone
impressioni e una sorta di riassunto in parecchi articoli di questo Blog, è
stato la primigenia occasione per una capillare ri-lettura di tutta una serie
di letture volte ad una profonda ri-assunzione di originarie e archetipiche istanze
culturali e direi anche di vera e
propria impostazione ideologica e
caratteriale. Tale istanza unita a determinate
peculiarità fisiche - il ritrovamento di una forma eccellente, il peso di 35
anni prima – a miglioramenti caratteriali, a acquisizione di recenti
impostazioni teoriche di carattere scientifico e culturale tipo la teoria di
Hamer, gli studi di calcolo infinitesimale e una vera e propria passione per la
fisica quantistica, e quant’altro che faceva come da contrappasso alle distopia
sociale dilagante , cominciato a prendere in seria considerazione la tesi di un “vantaggio
secondario” si da bilanciare in soggettiva quanto perduto in collettività
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