sabato 29 gennaio 2022

FULCANELLI AL FUTURO ANTERIORE

 

Ancora per la serie “influenza” o meglio “ri-influenza “ da testo libresco, nella fattispecie Il mattino dei maghi” di Pauwels e Bergier e sul proseguo passiamo dalla fisica quantistica con la sua doppia fenditura, lo spin, il collasso dell’equazione d’onda e l’integrale sui cammini di Feynman oltre ovviamente a stringhe, e al più possibile di Super, nelle stringhe, nella simmetria, nell’inconscio e alla fin fine, augurabile anche ad un certo “uomo” e perveniamo all’alchimia cercando di fare una bella miscellanea tra i due specifici, quello che i fisici  chiamano “fusione di zona” ovvero il raffinamento dei materiali protratto  per un numero altissimo di volte  che serve a preparare il germanio e il silicio puri dei transistor e dei vari microchips, ma che la alchimia raccomandava in tuitti i suoi manuali e insegnamenti, ovvero distillare mille e mille volte l’acqua  che costituirà l’elisir, non necessariamente solo di lunga vita. Quanto più ci si indentra nell’alchimia  e si risale nel passato, tanto più si trovano ammaestramenti genericamente ascritti all’alchimia ma espressi nelle forme e con gli strumenti più disparati. La più immediata delle associazioni è con la chimica, ma non meno rilevante è l’architettura : le opere di Fulcanelli , questo misteriosissimo “ultimo alchimista” che scrisse le sue opere negli anni venti del novecento, sono dedicate al Mistero delle Cattedrali e a minuziose descrizioni delle “Dimore filosofali”, per lui l’alchimia  sarebbe il legame  con antiche civiltà scomparse, del tutto ignorate dalla archeologia ufficiale, e comunque tutta l’architettura medioevale  è per lui la testimonianza  della consuetudine antichissima di trasmettere  il messaggio della conoscenza attraverso cattedrali e giustappunto “dimore filosofali” Ancora apprendiamo dal libro di Pauwles e Bergier che Newton  credeva all’esistenza di una catena di iniziati  di remotissima ascendenza  che conosceva  i segreti della trasmutazione della materia e pertanto anche quelli della sua disintegrazione – lo scienziato atomico Andrade in una conferenza a Cambridge del 1946 in occasione del terzo centenario di Newton, lasciò palesemente intendere che lo stesso  Newton apparteneva a tale catena  e non aveva rivelato al mondo che una piccola parte del suo sapere ”io non posso sperare di convincere gli scettici“ aveva detto ”che egli aveva poteri di profezia, nonche’ di antichissime conoscenze (un canonico futuro anteriore) che lo avevano raccordato ad una comprensione dell’antimateria e anche dell’energia atomica. Sempre a proposito dell’alchimia e sempre nel nostro oramai accreditato libro guida alla conoscenza, apprendiamo che uno degli autori  Jacques Bergier  che dal 1934 al 1940 fu assistente di Andrè Helbronner un geniale e originalissimo professore insegnante di “chimico-fisica” che aveva appunto creato questo inusitato connubio tra le due scienze e vantava importantissime scoperte  sui metalli colloidali, sulla liquefazione dei gas e sui raggi ultravioletti. Questo professore era anche perito legale  presso i tribunali in merito alle trasmutazione degli elementi e pertanto  aveva modo di frequentare studiosi, scienziati, ma anche impostori e falsi alchimisti. Così un pomeriggio di giugno del 1937 Bergier che si trovava spesso  a seguire il prof.Helbronner nei suoi incontri con i personaggi più disparati  si trovò all’appuntamento e con un soggetto decisamente fuori le righe, che nessuno gli tolse mai la convinzione che potesse trattarsi di Fulcanelli in persona  che cominciò a parlare al professore e quindi anche a lui in termini quanto mai apocalittici “il professore Helbronner, di cui voi  credo, siate assistente  ha voluto tenermi al corrente di di alcuni risultati ottenuti  in merito alle proprie ricerche di energia nuclear, in particolare  dell’apparizione della radioattività dovuta al polonio quando un filo di bismuto è volatizzato da una scarica  elettrica nel deuterio ad alta pressione: voi siete molto vicini alla riuscita, come d’altronde altri scienziati contemporanei (pensiamo a Einstein Heisenberg, Bohr, De Broglie, Dirac, Pauli, Schrodinger ed anche ai nostri “ragazzi di via Panisperna” Fermi, Amaldi, Segre, Pontecorvo, Majorana, soprattutto Majorana). Atmosfera pesante, un gelido soffio di vento attraversa l’aria nelle vicinanze del Pont Neuf e scompiglia i capelli dei tre interlocutori, questo Bergier non lo trasmette, ma ho supplito io, trascinato in questo costruito spazio/tempo innescato da pagine scritte e compenetrato in uno di quei momenti fortemente significanti, dove non è tanto la descrizione dei fatti e delle situazioni che conta, quanto l’atmosfera, le emozioni sottese, la suggestione e un bel surplus di stato d’animo…. Ed ecco il parlato, proprio dell’uomo più o meno individuato come Fulcanelli che come chiosa il momento con un lapidario  “Posso permettervi di mettervi in guardia?” cui fa seguito l’esplicazione “gli studi ai quali vi dedicate, voi e i vostri simili, sono terribilmente pericolosi; essi mettono in pericolo non soltanto voi, sono temibili per l’intera umanità. La liberazione dell’energia nucleare è più facile di quanto non pensiate, e la radioattività prodotta può avvelenare l’atmosfera del pianeta per lunghi anni, inoltre deflagrazioni atomiche possono essere prodotti con pochi grammi di metallo e radere al suolo città intere. Bhe! diciamo che un tipo di incontro del genere vale la pena di essere riportato ed è quanto mai istruttivo per noi lettori leggerlo e ri-leggerlo, magari anche con un intervallo di quasi sessant’anni. Il probabile Fulcanelli avrebbe infine chiosato con un palese accenno alle ultime tendenze della fisica: la relatività, il principio di indeterminatezza, quello di complementarietà, le equazioni d’onda e il loro collasso, pongono sempre in  crescente rilevanza il ruolo dell’osservatore nella esamina dei fenomeni, ed ecco quindi il segreto dell’alchimia che potrebbe appunto riguardare proprio questo ruolo dell’osservatore come precipuo mezzo di manipolare materia e energia in modo da produrre un campo di forza, che giustappunto re-agisce  all’osservatore  e lo mette in una situazione  privilegiata di accesso alla realtà, altrimenti occultata. “L’essenziale” doveva quindi concludere  il probabile Fulcanelli “non è la trasmutazione dei metalli, ma la modalità d’essere dello sperimentatore…. è proprio questo che gli alchimisti i veri alchimisti  chiamano “la grande Opera “   Modalità d’essere e anche di fare , che si avvale di un principio che potremmo chiamare di “ripetizione” un po’ a somiglianza di quanto Lacan diceva a proposito dell’inconscio…. “egli  non parla ….ripete!” ,    l’alchimista e in qualche modo, il fisico moderno che vuole riprendere l’antica tradizione, che vuole coniugare il tempo al futuro anteriore,  deve portarsi come l’inconscio, ovvero trasferire la sua immaginazione con un’opportuna coniugazione che lo trasferisca al registro del simbolico: ovvero si produce migliaia di volte lo stesso esperimento, facendo variare ogni volta uno solo dei fattori attraverso la moltiplicazione dell’immaginario per il suo coniugato e così pervenendo al simbolico proprio dell’inconscio, fino a raggiungere qualcosa di straordinario, qualcosa che fa del Reale un qualcosa in più dove scompare l’ordinario razionale tanto decantato da Hegel e fa capolino l’irrazionale che va a braccetto col Simbolico. In fondo  è una sorta di legge che ricorda il principio di esclusione di Pauli, ovvero in un dato sistema (ad esempio l’atomo e le sue molecole) non possono esservi due particelle eguali (neutroni protoni, elettroni, mesoni) e neppure due onde con il medesimo punto di collasso: Tutto è unico in natura mutano solo i modi di osservazione e quindi lo stato di chi osserva: Se si ripete migliaia di volte un esperimento , alla fin fine   si perverrà a qualcosa di straordinario sia esso un limite, una derivata, un integrale che avranno tutti un loro cammino. E’ quindi con la ripetizione che i segreti dell’energia e della materia potranno essere svelati, una operazione del tutto simile al funzionamento dell’inconscio, il fisico che ri-assume l’alchimista nel suo cammino al futuro anteriore entra in possesso della chiave che regola la meccanica dell’Universo, la manipolazione degli elementi  permette dunque di trasmutare gli elementi ma anche di trasformare  lo sperimentatore stesso, e di stabilire nuovi rapporti tra il suo “spirito” oramai animato  e lo spirito universale  in eterno stato di concentrazione. Ultima tratta di conoscenza tratta dal libro Il mattino dei maghi,  riguarda il fatto che tutti i testi di alchimia asseriscono che in Saturno si trovano le chiavi della materia.
Per coincidenza tutto quello che si sa oggi in fisica nucleare si basa
  sulla descrizione  dell’atomo saturniano, ovvero una massa centrale che esercita una attrazione  circondata da anelli di elettroni ruotanti (l’atomo di Bohr e della celeberrima Interpretazione di Copenaghen) Ora come è noto la teoria dei Quanta e la meccanica ondulatoria si basano sul comportamento degli elettroni; nessuna teoria e nessuna meccanica ci spiegano con esattezza le leggi che regolano il nucleo. Ancora da L’interpretazione di Copenaghen si immagina che tale nucleo sia  composto di protoni e neutroni, ma nulla di preciso si conosce  sulla entità elle forze nucleari esse non sono né elettriche, né magnetiche, né gravitazionali, si ipotizza che siano una sorta di particelle intermedie  tra neutrone e protone denominate mesoni, oppure chissà forse cedono di più a quel melange tra particella e onda che potrebbe riferirsi a stringhe di energia come  la musica espressa da corde in tensione tipo la corda di un violino, fino ad andare a comporre una   misteriosa Teoria, detta appunto M dove tutto quello che la compone  merita la qualifica di Super (super stringhe , Super Simmetria, e un inconscio come  Super Es  ) Ora, tutti questi dubbi, tutte queste teorie, anche tutti questi Super, che caratterizzano l’intera essenza  delle forze nucleari e della stessa struttura del nucleo ci obbliga anche a perseguire le ipotesi più ardite : se l’antica trasmutazione alchemica  può rivestire quel senso al futuro anteriore è perché le proprietà del nucleo non sono state ancora sondate a sufficienza.
Si cominciano ad intravedere strutture infinitamente complesse all’interno del protone, del neutrone e si intravedono leggi che potrebbero essere fondamentali e unificanti (tipo quella di coniugazione tra relatività e meccanica quantistica, o magari quel principio di parità che non si applica al nucleo; si comincia a parlare di una anti-materia
  e di materia oscura  e della possibile esistenza  di più uniiversi, coevi e paralleli al nostro universo visibile. Il futuro anteriore e cioè la congiunzione tra fisica moderna e antica alchimia, potrebbe essere prossimo, in quel simbolico che ripete e di cui è depositario l’inconscio  

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