L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
giovedì 29 dicembre 2022
MOLTE FENDITURE, FORSE INFINITE
La fisica a scuola mi piaceva poco; all’universita’ presi 29 perche’ il professore era incline a mettere da parte la fisica classica e incedeva invece sulla relativita’ di Einstein ma anche sulla interpretazione di Copenaghen del rivale Bohr. Svincolata dal noioso iter, diciamo cosi’ Newtoniano, la fisica diveniva una materia moto simile alla filosofia ed ecco allora che scattava il mio interesse : Heisenberg, Pauli, Schrodinger, Dirac, Bell, poi quella nuova definizione “fisica quantistica”, che magari si rifaceva piu’ a Leibniz che a Newton, ovvero la “vis viva” promanante da noi e non da fuori, in-sistente e non ex-sistente, applicata in quel calcolo infinitesimale con proiezioni di numeri negativi, rendeva il tutto anche per il passato, infinitesimamente piu’ stimolante. L’effetto della doppia fenditura, l’entenglement, l’effetto farfalla, il principio di indeterminazione su particella e flusso, l’equazione d’onda e il suo collasso e poi dai, quel gatto vivo o morto riferito giustappunto al collasso d’onda: i campioni della nuova fisica Heisenberg, Schrodinger, avevano tutti i crismi per assurgere ai nuovi campioni della conoscenza, assieme a quelli piu’ collaudati della vecchia filosofia da Leibniz a Kant, saltando a pie’ pari l’improponibile Hegel (improponibile per chi come me ritiene la rivoluzione industriale la quintessenza dell’abominio della nostra civilta’ e altresi considera tutta la pratica e il teorico ad essa correlato - illuminismo, rivoluzione americana, rivoluzione francese, massoneria, cosidetta scienza economica e vari pseudo teorici tipo Smith, Ricardo, Say, Malthus, etc. del ciarpame derivato da quell’unica mentalita’ mercantile che io preferisco chiamare bottegaia) Si obiettera’ : ma come tu ritieni la rivoluzione industriale un passo indietro dell’umanita’ e anche la Rivoluzione Francese, il principio dei diritti e della liberta’, dell’eguaglianza dell’uomo un abominio? In realta’ io dico e sono in grado di dimostrare con lo studio, la conoscenza e un po’ di capacita’ di ragionamento, che a proposito de la piu’ famosa delle rivoluzioni, quella francese del 1789, fu solo una
farsa, come d’altronde tutte le piu’ strombazzate pandemie della storia, non
diversamente che per gli altri pseudo cambiamenti socio/politici passati alla
storia come rivoluzioni o anche guerre, mettendoci magari l’epiteto di
“indipendenza”, di “successione” , di “secessione”, oppure dandogli un
nominativo piu’ colorito, trasferito da qualche oggetto o luogo del contesto:
“ guerra delle tre rose, guerra del te’, guerra dell’oppio, rivolta dei
garofani , rivoluzione d’ottobre , rivoluzione delle camicie nere, marcia del sale, primavera di Praga”….e chi piu’ ne ha piu’ ne
metta. Massimo comun denominatore di tutti questi sconvolgimenti, la assoluta
falsita’ rispetto a quello che dovrebbe essere un raccontato obiettivo e veritiero sulla storia e questo non proprio da sempre, ma in ispecie
con l’avvento nella storia del mondo dell’eta’ dei mercanti, o bottegai ovvero
con il progressivo affermarsi di una classe sociale , la borghesia che pone
alla base del suo stesso essere e di ogni possibile giudizio di valore : il denaro, il mercato, lo scambio.Ci si
potrebbe domandare : ma perche’ prima nell’eta’ dei guerrieri ancora in auge
non avveniva lo stesso? Il denaro non aveva questa rilevante importanza? Un
Crasso non era l’uomo piu’ ricco di Roma
e per questo aveva accesso alle cariche piu’ prestigiose della
Repubblica? E poi la stessa differenza fra patrizi e plebei non era, tutto sommato, ascrivibile a questioni di
censo? … “Cesare il popolo chiede sesterzi” dice una simpatica freddura… “no
vado dritto” risponde il condottiero, mostrando così anche a livello di barzelletta che tutto sommato
l’andare diritto, ovvero per una strada che non comporti alcuna deviazione,
alcuna sterzata dal cammino del grande interesse dello Stato, può anche essere contemplata, ma il sesterzio
o “se-sterzo” non sara’ mai il cammino principale. Ecco mettiamoci un Feynman
ante-ante litteram alle prese con il suo integrale sui cammini e questo tragitto
diritto, senza sterzate del piu’ grande degli antichi romani : quale credete
che sarebbe stato quello piu’ rispondente alle migliori opportunita’???? In
sostanza il denaro diviene sempre piu’ importante con il corso del tempo ma in
eta’ dell’argento e quindi dei guerrieri resta sempre in auge la famosa risposta di di Marco Furio Camillo
al “Vai victis” di Brenno : “non auro, sed ferro, reuperanda patria est” ; così e’ anche nel periodo medioevale, con le
Cattedrali, con la Cavalleria, in un Poema come la Divina Commedia di Dante
Alighieri, con personaggi come Federico II, ma così non sara’ più con
l’Umanesimo impostosi come nuova modalita’ di essere al mondo, grazie alla
grande pandemia del 1348 e ad una sensibilita’ fondata su di un egoistico
individualismo dove può fare enorme breccia la paura e un codice di
rappresentazione della realta’ fondato su di una convenzione riduttiva desunta
da un codice non verificabile, come quello di un immaginario classico. Assunto quindi il principio che alla
origine di ogni sovvertimento sociale
c’è sempre un potere costituito e
organizzato secondo ferrei dettami di precisi interessi economici, e che il
tanto ipocritamente e buonisticamente
strombazzato popolo conta, ed e’ sempre contato meno del due a briscola,
torniamo ai nostri interessei di fisica teoretica nell’accezione
quantistica per vedere se siamo in grado
di stabilire una sorta di continuum con quelle forze che al potere bottegaio
con relativi garzoni si e’ sempre opposto. In eta’ prebottegaia abbiamo figure
come gli Imperatori germanici che lottarono sopratutto contro il Papato
Federico Barbarossa, Federico II detto lo Stupor mundi,ma con l’avvento del potere
mercantile (i banchieri, i commercianti, l’emergente borghesia) trovata una
nazione guida l’Inghilterra e poi strutturatosi in una vera setta la
Massoneria, la Rivoluzione Industriale
di meta’ del settecento, di cui abbiamo precisato il ruolo di acutizzazione del
principio economico, realizzando il connubio con un altro elemento che diverra’
indissolubile al suo spirito : il tecnicismo con l’esaltazione del ruolo della
macchina come nuovo paradigma a cui riferire la stessa essenza umana, e’ un
qualcosa, non a caso di primogenitura
anglosassone , proprio in quanto altamente rappresentante dello spirito commerciale
della emergente classe borghese , che come abbiamo avuto modo di osservare ha
una originaria localizzazione nazionale in una specifica nazione
l’Inghilterra che aveva giustappunto
scelto il commercio e il denaro come elementi di connubio con la propria
tradizione – un qualcosa, attenzione che
nessuna altra nazione, specie in termini di vertice aveva mai operato, facendo
oggetto di scambio il proprio lignaggio
aristocratico con non meglio precisati meriti di censo, in relazione al quale
si poteva annoverare la spregiudicatezza ma anche vere e propri portamenti
banditeschi e criminali. Le opposizioni al galoppante spirito bottegaio vengono
unicamente da quei popoli, quelle civilta’ che si rifanno alla tradizione e
pongono alla base del loro vivere sociale un certo conservatorismo dello
spirito appunto di tale tradizione, venendo tuttavia ampiamente a contatto
soprattutto con il tecnicismo dei tempi. E’ il caso dei Grandi Imperi della
terra, quello Russo, quello austro ungarico e ultimo quello Germanico dopo
l’unita’ sotto la guida prussiana di tutti i regni e ducati tedeschi. Un quarto
Impero ma in grande decadenza e’ quello cinese, che tornera’ alla ribalta
mondiale solo con l’adesione alla teoria comunista di cui ne elaborera’ una
versione di carattere orwelliano . Un ulteriore Impero potrebbe essere
annoverato nel Giappone, ma non nel XVIII e XIX secolo; la sua rilevanza comincera’ ad essere
pronunciata solo con l’inizio del XX
secolo, prima nel contrasto con un altro Impero, quello Russo , ma
successivamente venendo a trovarsi in rotta di collisione con il piu’ ipocrita
degli imperi, quello statunitense che
rifugge da tale epiteto e contrabbanda parole di untuoso buonismo : liberta’,
democrazia, ma è in verita’ l’erede piu’
che legittimo della bottegaia Inghilterra della quale ha fortemente esasperato i principi, sviluppando come mai prima si era visto, un
consumismo dilagante ed un tecnicismo spersonalizzante, dandosi anche quel
lustro teorico che gia’ l’Inghilterra si era accaparrata prezzolando pseudo
intellettuali come i gia’ citati Smith, Say, Malthus e compagnia . Liberalismo
era stata chiamata alludendo ipocritamente alla liberta’ questa sotto teoria e
con la solita mancanza di originalita’ l’america si e’ andata stringendo sotto
l’etichetta di “neo Liberalismo. Comunque
sia contro questi Imperi le forze bottegaie , ovvero l’ Inghilterra coadiuvata prima dal suo impero
coloniale ed anche abilmente
coinvolgendo nelle sue camarille altre
nazioni europee meno rilevanti come
Francia, Italia, Belgio, Olanda, Serbia, Grecia ed infine passando
totalmente il testimone agli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, hanno
sempre visceralmente e spasmodicamente combattuto. Si crede ingenuamente che il
grande nemico dell’Inghilterra sia stato Napoleone, assolutamente non e’ così Napoleone
ha rappresentato solo una forma di esasperazione di un movimento, la
Rivoluzione francese, che la Massoneria inglese aveva perfettamente contemplato
nei suoi piani di egemonia mondiale, e che proprio l’imprevedibilita’
dell’ascesa al potere di un parvenu,
aveva costretto a correre ai ripari. Sconfitto Napoleone a Waterloo,
piu’ pero’ da Radetzski e da Blucher che da Wellington, la palma del potere
europeo era stata colta da quel personaggio eccezionale che fu il Principe
Metternich e finche ‘ fu operativo lui, l’Inghilterra dovette rinfoderare le
sue mire egemoniche europee.Un periodo alquanto lunghetto perlomeno fino al
1848/49, quando non a caso l’inghilterra tramite i suoi faccendieri, tipo
i Rotschild, prese a fomentare le varie
aspirazioni nazionaliste dei popoli
(Sicilia, Lombardo Veneto in Italia,
Ungheria, Boemia ) ed anche a creare discordie e contrasti nello stesso
Impero austriaco. Con il 1849 si registrano le ultime vittorie di reazione
degli Imperi conservatori e tradizionalisti, ma ecco che appena qualche anno
dopo i bottegai tornano alla carica sfruttando la crisi dell’impero turco
ottomano (non contemplato nella precedente elencazione per la poca rilevanza
del suo impianto) e l’occasione della guerra di Crimea: perfino il risibile regno
di Sardegna viene coinvolto nel conflitto fidando sulla compiacenza di uno dei
piu’ solerti faccendieri dei Rotschild : quel Camillo Benso di Cavour
annoverato tra i padri della patria unitamente ad un esaltato visionario
(Mazzini) un brigante arruffapopoli (Garibaldi) ed un re cialtrone tipo Miles
gloriosus. La miccia torna a riaccendersi e nel giro di due anni (1859- 1861)
l’Inghilterra riesce a sconvolgere in suo favore non poco l’equilibrio europeo.
Crea difatti una nuova nazione sua
vassalla (l’Italia) indebolisce sensibilmente l’Impero Asburgico che fa
scrociare con la Francia, indebolendo anche quest’ultima (Solferino) , ratifica
e afferma la sua influenza in Sicilia anche in virtù di profique iniziative
commerciali (i famosi principi sotto il vulcano Ingham, Woodhouse,
Whitaker), propizia di li’ a poco uno
scontro fratricida tra Austria e Prussia, non puo’ impedire pero’
l’affermazione della Prussia nello
scontro contro la Francia (1870). Tornera’ all’assalto nel 1914 favorendo una guerra fratricida dell’Europa e
anzi riuscendo a coinvolgere gli Stati Uniti e ingenerare la Prima Guerra
Mondiale che fara’ piazza pulita degli Imperi del territori europei . Come
spesso avviene nella legge del mondo, il paradosso siinsinua nei suoi anfratti e difatti il trionfo verso i Paesi
Europei deve passare il testimone agli USA che diventano i nuovi iper bottegai del mondo e l’Inghilterra passa da padrone a servo in una dialettica che un filosofo
tedesco aveva dato per scontato (fenomenologia dello spirito di Hegel) e che un
altro tedesco Karl Marx ha cercato di tradurre in termini prettamente economici (non
a caso sotto parcella di un industriale con spiccati interessi in
Inghilterra Friederic Engels)
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