domenica 29 gennaio 2023

FANTAGENETICA

 

A cosa poter addurre la scomparsa  di queste entita’  di cui abbiamo cercato di tracciarne una fumosa identita’,  grosso modo tremila anni fa ? forse  alla formazione della coscienza ovvero un analogo io  costruito su base linguistico/metaforica che poneva del tutto superfluo il meccanismo neuronale delle voci come trascinamento metonimico di significanti? ma possibile che queste raffinatissime stringhe di energia non avessero contemplato l’eventualita’ che ad un certo punto il cervello della parte sinistra della loro …non chiamiamola proprio creazione, ma insomma… “co-istruzione”,  non arrivasse a costituire una metafora-io, che si rende conto di essere in situazione con l’ambiente e quindi  pensa, con la logica conseguenza che qualche millennio piu’ tardi ci sara’ chi asserira’ convinto….” dunque sono” ????  O magari all’esaurimento del compito che era emerso impellente per tali entita’ e quindi al loro conseguente venire meno senza curarsi troppo di quello che sarebbe successo alle loro manipolazioni genetiche? Noi poi datiamo  il loro abbandono a tremila anni fa, ma potrebbe essere  molto, molto piu’ arcaico, cinquemila, diecimila anni fa, forse anche ventimila;  difatti cosa ci dice che l’uomo non abbia continuato a coabitare con le voci allucinatorie oramai saldamente assimilate nell’emisfero destro del proprio cervello, assolvendo tutte le necessita’ del vivere,  compatibili col proprio ambiente? Le voci non erano piu’ dirette come un tempo, la soglia di stress per provocarla si era fatta molto piu’ alta, magari abbisognavano di persone particolari per essere interpretate, ecco ad esempio Jaynes cita i due poemi dell’Iliade e dell’Odissea per sottolineare una forte differenza non solo di stile di scrittura, di ambientazione sociale, di costumi, ma anche di struttura mentale dei protagonisti nelle rispettive narrazioni: nell’Iliade la voce e persino la presenza  del dio, e’ giustappunto sempre diretta, immediata, senza alcun intermediario; al contrario nell’Odissea ci sono una pletora di auguri, di sibille e anche gli dei incedono sempre al travestimento o alla sostituzione con un personaggio familiare del personaggio cui vogliono comunicare. L’eta’ dell’oro o comunque la si voglia chiamare, non da’ alcuna certezza, così come non danno certezze le modalita’ dei comportamenti degli umani e di questa sorta di entita’ che potrebbero anche  configurarsi come stringhe energetiche in accordo tra di loro come le corde di un violino su alti e bassi di determinate frequenze, la cui melodia risuona ai due spettri di polarita’ per una misteriosa simmetria. Di concreto, di carnale c’e’ pero’ la corporeita’ umana che in effetti come per magia e soprattutto d’improvviso, risulta abissalmente differente rispetto a tutti gli altri esseri viventi del pianeta, anche quelli con i quali si vorrebbe stabilire una certa affinita’. come diceva un antropologo “e’ come se con l’uomo, l’evoluzione che fino ad un certo punto disegnava una linea diritta in lieve anche se costante rialzo, di colpo si impenna ad angolo retto sfrondando tutti gli schemi precostituiti” Tutti i famosi dilemmi della storia umana concorrono a questa tesi : l’anello mancante, l’assoluta mancanza di indizi che confortino una naturale evoluzione, l’elemento mare come sorta di demarcazione sulla fisicita’, i misteri sulla nascita repentina di tutte le piu’ celebrate civilta’ , le lampanti discrasie su certi assiomi legati al tipo di organizzazione sociale, tipo quello evidenziato in un  precedente articolo di questo stesso blog (l’uomo primitivo non ha mai abitato le caverne) ed infine la stessa aleatorieta’ del termine uomo primitivo e la questione sempre aperta sulla sua origine di cui la presente e’ solo  una delle tante , che cerca di non mancare come informazione, giustappunto  Esiodo, gli Yuga degli Indu’, Darwin, Lamark, Guenon, Evola, Biglino, piu’ qualche nuova aggiunta tipo la teoria della mente bicamerale di Julian Jaynes e in ultima analisi un apporto sul serio e il faceto di un bel po’ di fantasia . Ecco che ci facciamo improvvisamente propositivi e dismettiamo qualsivoglia cautela nei termini di possibile riscontro spazio/temporale, diamo per scontato, o quasi,  una narrazione che, ripeto intraprende da questo punto un percorso alquanto fantasioso, o magari diciamo immaginario, come i numeri che tanto apporto hanno dato al calcolo infinitesimale,  proiezioni di negativi, come ad esempio i -1, -2, -3….-n sotto radice quadrata: venendo meno gli impegni sul pianeta le entita’ dovettero allentare il controllo delle allucinazioni e subito si resero conto che tale diminuizione di una funzione cerebrale ampliava quella dell’emisfero opposto, ovvero difficolta’ di metonimie,  cioe’ trascinamento di significanti a favore di un proliferare di condensazioni metaforiche di cui per conseguenza ecco  cominciare a far capolino la metafora-io: non così immediata e repentina, ma insomma sempre piu’ frequente, in primis tra la gente di mare la cui navigazione su  barche ed in mezzo a sconfinate distese d’acqua  poneva giocoforza delle situazioni del tutto inusitate  cui le famose voci non erano in grado di dare una soluzione così immediata: anche Jaynes e’ dell’idea che le prime formazioni di un analogo io, cioe’ di una coscienza, dovettero manifestarsi  in popoli dediti a lunghi viaggi di mare, quali ad esempio i Fenici. Abbiamo visto il grado di violenza, di devastazione, che comportarono  le prime manifestazioni di questa coscienza: mai e poi mai nei millenni  di mente bicamerale si era vista tanta crudelta’, tanta sistematica voglia di aggredire, di conquistare , tanto desiderio di sopraffazione di altri esseri umani. Di certo le entita’, che attenzione erano oramai in procinto di abbandonare la  loro frequentazione del pianeta,  dovettero riflettere sulle motivazioni di questa esplosione di violenza nei loro, un tempo, docili pupilli. Un qualcosa di assolutamente  imprevisto “colpa di questa dannata metafora che l’emisfero linguistico ha fatto di se stesso in relazione al contesto” dovette dire qualcuna delle entita’, non ovviamente con parole, ma con frequenze di stringa, per molti versi simili, come abbiamo detto a melodie ingenerate dalla tensione di corde di violino. “cosa si piò fare?” “e cosa vuoi fare? oramai stiamo rientrando della nostra dimensione  in altro universo. Probabilmente non avremo mai piu’  niente a che fare con questo pianeta, cosa ci importa? lasciamoli scannare da soli” Cio’ nonostante , come nelle corde di un violino ce ne è una che produce un suono leggermente differente, vuoi per la tensione esercitata dalla corda, o meglio dalla stringa, vuoi per l’angolazione che un determinato suono prende in relazione ad un ambiente, anche nelle entita’, la musica, o meglio la modalita’ espressiva, non era la stessa…“sai che ti dico… “ fece ad un certo punto una nota, non sapremmo  dire se stonata o troppo acuta, o magari stridula o forse suadente “siamo riusciti ad indurre un cambiamento genetico, lavorando sul cervello, cioe’ all’interno di loro,  potremmo fare qualcosa per indurre una variante sul loro comportamento, puntando all’esterno, cioe’ ad una diversa, molto piu’ efficace   modalita’ di interazione sull’ambiente e quindi anche sui propri simili”   “e come oramai ? vedi bene che dispongono tutti di quella dannata metafora-io che li fa essere così rabbiosi, così crudeli, ed in stretta correlazione  le difficoltà e la conseguente frustrazione, che il loro stato gli ha imposto: i peggiori tra di loro, quelli che vanno sempre alla ricerca di nuove conquiste di terre, di gente da dominare, da schiavizzare , sono quelli difatti che sono nati e cresciuti in territori brulli, aridi, con poche risorse, dove ogni cosa dal cibo, a certe comodita’, agi,  persino divertimenti , erano di difficile reperimento. “noi ce andiamo “ fece un’altra entita’ “  e lasciamo un pianeta dove praticamente in ogni angolo,  c’’e’ una guerra, uccisioni, eccidi , stupri, saccheggi” “ecco quindi la mia proposta…” riprese quella entita’ che abbiamo paragonato ad una nota diversa ”prendiamo un essere , magari due,  un maschio e una femmina, che selezioneremo tra i meno influenzati da questo tipo di coscienza maligna volta alla violenza e alla sopraffazione, scegliamoli da territori floridi di grande fertilita’, ricchi di messi  con miti temperature ed una serie di obiettivi vantaggi, del tipo  abbondanti acque, fiumi, boschi, vegetazione lussureggiante ed anche realizzazioni di una certa efficacia tipo comode abitazioni, citta’ popolose, possibilita’ di scambi, attrezzature di svago, di divertimento e quindi portati ad un certo tipo di empatia con gli altri esseri umani, una naturale predisposizione al bene, sentimenti di solidarieta’ e propensione a favorire il prossimo, insomma quel che si dice proprio una brava e bella persona, eh si!  perche’ nella scelta  daremo spazio anche a questo: un aspetto davvero attraente, i tratti del volto, fluenti capelli, fisico perfetto, alta statura e forme ben proporzionate” “ d’accordo, ma gia’ ci sono individui del genere, specie in certe comunita’, che differenza c’è con quella piu’ brutta, sporca e cattiva?” Ecco il punto, gli immetteremo alcune peculiarita’ così come facemmo a suo tempo con tutti, perche’ ci serviva che avessero le medesime capacita’; questa volta opereremo per singoli, e gli daremo delle peculiarita’ straordinarie sicche’ possano eccellere e quindi indirizzare gli altri, gli daremo due grandi forze : una “di attrazione” che fara’ si che possino influenzare il prossimo  con la stessa efficacia con la quale le nostre voci influenzavano un tempo il loro agire, un’altra “di re-azione” per la quale niente e nessuno gli possa fisicamente nuocere:  insomma li renderemo come quello che loro immaginavano essere delle entita’,  cioe’ noi : seduttivi, invulnerabili, immortali, e che chiamavano dei…ecco noi ….”li faremo come dei !”  Perche’ questo secondo progetto delle entita’ , su solo due individui, un maschio e una femmina opportunamente selezionati per qualita’ positive di “ben-essere” non ha avuto ne’ tempo, ne’ luogo? E perche’ nello svolgimento successivo - i famosi tremila anni di storia, che tra l’altro sono stati anche doviziosamente  raccontati con tutto il loro bagaglio di nefandezza e sempre piu’ di menzogna, falsita’ e ipocrisia-  non abbiamo mai avuto manifestazione alcuna di questi “come dei”?  Forse le entita’ in particolare quella entita’/nota stonata,intonata che fosse non e’ stata presa in considerazione, oppure non c’e’ stato tempo per effettuare l’esperimento, oppure chissà,  potrebbe essere rimasto interrotto, magari in attesa di una ripresa che potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Momento piu’ opportuno per riprendere quell’antico progetto, di questo, secondo ventennio del terzo millennio (secondo un calendario molto opinabile concepito dalla specie umana addivenuta alla coscienza)  in cui quell’impulso di  di violenza, malignita’  che abbiamo visto accompagnare la nascita della coscienza, ha avuto una delle manifestazioni piu’ rappresentative (si fa cenno  ovviamente alla invenzione, da parte di una ristretta elites, evoluzione degli antichi bottegai,  e  crescita abnorme di una pletora di servi/garzoni, di un  supposto virus, di una sua strombazzata falsa  letalita’ e di un generalizzato contagio tanto da dichiarare una pandemia e paralizzare con tale menzogna,  per mesi, anni l’intera popolazione mondiale),    francamente non se ne riesce a individuare. Al contrario delle nostre misurazioni temporali, quelle delle stringhe/entita’ dovevano essere molto diverse, un qualcosa che forse poteva avere dei correlati con la teoria della relativita’, considerando il fatto che loro in quanto onde di frequenza energetica di puro pensiero andavano molto oltre la velocita’ della luce e quindi i famosi tremila anni del nostro razzaffonato e cangiante calendario, corrispondevano  ad un periodo molto molto piu’ breve, diciamo un mesettp  - diciamo quindi che tutta la loro missione nel nostro pianeta  per loro non era durata piu’ di un anno. Quanto crediate che ci abbia messo quella famosa entita’ che abbiamo definito “nota diversa” ritrovatosi quindi in una sorta di controllo simmetrico a  riaffacciarsi sul pianeta e a rendersi conto di tutto quello che la nascita della coscienza aveva prodotto dopo dipartita delle entita’: pochi minuti ! e voila’ a considerare il molto male;  le guerre, le distruzioni, la violenza,  e il poco bene : la famosa Techne’ piu’ arte che tecnica, la poesia, la lirica, la musica, l’architettura, e certe realizzazioni, determinati cibi,  e un tantino di affiato tra di loro, molto poco pero’, anche un po’ di affettuosa commisarazione per certi tentativi del pensiero cosciente tipo la filosofia, la matematica, il calcolo infinitesimale qualche racconto abbastanza gradevole tipo chesso’ l’Odissea di Omero,  Le Odi di Orazio, il Mahabaratta indù,  la Divina commedia di Dante, le novelle di Shakespeare, il Don Chisciotte di Cervantes e  magari ancora  il criticismo di Kant, la psicoanalisi di Freud che cercava di indagare proprio su quel vuoto che la partenza delle entita’ aveva lasciato e che era stato denominato inconscio. “bisogna riconoscere “  argomentava nelle sue frequenze,  l’entita’ che oramai potremmo cominciare a chiamare “la nostra stringa” “ che una parte di questi umani addivenuti alla coscienza, ha svolto un compito ammirevole, alcune volte particolarmente azzeccato, come appunto questo signor Freud  o certi racconti del tipo di questi che chiamano scrittori Fiodor  Dostojesky, Thomas Mann, Franz Kafka, Calvino,  o poeti che non hanno niente a che invidiare a loro predecessori di un paio di millenni, come il gia’ citato dante Alighieri o questo Petrarca o anche Leopardi, Carducci, D’annunzio” Abbiamo detto che a svolgere tutto lo scibile di tutte le civilta’,  la nostra stringa avra’ impiegato pochi minuti, cinque,forse sei, massimo sette.- certo a parte le guerre, gli orrori anche dal punto di vista intellettivo si annoveravano  grosse corbellerie e erano state tutte puntualmente rimarcate, come ad esempio il concetto di Platone o anche quell’uomo misura di tutte le cose di quel, come si definiva, ah si , sofista;  c’era poi   quella ridicola ricerca di un metodo fondata sul dubbio e sul cogitoma niente a confronto del sequel di scemenze proposto dalla cosidetta filosofia idealista, in particolare dal suo piu’ celebrato rappresentante, si ecco Giorgio hegel e lo stuolo di suoi  seguaci tra cui magari si potevano annoverare tutti quegli idioti che ponevano al centro della loro speculazione il fattore economico, ecco si Smith, Malthus, Say, che si erano autodefiniti Liberisti o anche il loro oppositore, ma solo di facciata,  Karl Marx la cui teoria in sostanza poteva definirsi solo la faccia nascosta della stessa medaglia, una faccia da cui traspariva solo invidia e frustrazione e spasmodico desiderio di rivalsa. Interessante molto interessante invece aveva trovato un  pensatore Julius Evola  che la perversa societa’  dei consumi, in effetti molto ma molto rispondente alla eta’ dei mercanti affermatasi con l’inganno di una sorta di grande affezione generalizzata e denominata pandemia, che aveva  soppiantato  la precedente eta’ detta dei guerrieri,  aveva cercato di avversare con tutte le proprie forze. Questo Evola aveva difatti individuato al dettaglio i perversi meccanismi che avevano caratterizzato l’ascesa di quella mentalita’ fondata sul denaro e , sul mercato, elidendo tutti gli altri valori che non fossero appunto che quello di scambio. La sintonia simmetrica avveniva ora in quel preciso momento in cui quella classe al potere di mercanti/bottegai con il loro stuolo di servi/garzoni, stava ancora effettuando il tentativo di  dominare l’intero consesso umano, servendosi dello stesso meccanismo che quasi settecento anni prima era stato utilizzato per debellare la precedente classe dominante, ovvero una gonfiata diffusione di una  malattia spacciata per letale,  alimentata da una massiccia diffusione della paura. Nulla di nuovo sotto il sole  - diceva un antico adagio delle comunita’ umane (superfluo sottolineare che la superstringa aveva   passato in rassegna anche tutte le abitudini, tutte le usanze, tutti i modi di dire, proverbi, aneddoti, sviluppatisi in quei tremila anni.) All’ammirazione marcata su quel pensatore Julius Evola venuto a mancare mezzo secolo prima,  si aggiungeva quella verso un altro studioso piu’ di diritto e di geopolitica Carl Schmitt  che nella lotta delle varie coscienze aveva individuato una sorta di antitesi e di perenne lotta  tra forze che si rifacevano all’elemento tellurico e forze che si rifacevano all’elemento  marino, ovvero imperi di Terra Imperi di Mare; quindi un ulteriore riferimento ad un altro filosofo puro alla stregua di un Kant, ma non certo ad un imbecille come Hege, tal  Martin Heidegger che aveva redatto un saggio davvero interessante Essere e Tempo che lo aveva impegnato qualche secondo in piu’ di altri testi: il su fosse stata detto Da-sein = esser-ci gli sembrava la cosa piu’ plausibile che in termini teorici  fosse stata concepita da un essere umano  e anche ad un filosofo.   Ovvio e naturale che avrebbe fatto leva su questo tipo di idee, costrutti e anche persone che erano state avanzate magari senza questo grande riscontro, stante il potere coercitivo e di esclusivita’ interpretativo delle classi di potere, non dimentichiamolo, ancora di estrazione bottegaia/commerciale e quindi legata al denaro all’economia e alla compravendita di un mondo a loro immagine equiparato ad una grande bottega. L’espressione diciamo coso teorico/pratica di tale appartenenza era la cosidetta teoria economica liberista che aveva impulso soprattutto grazie ad un progressivo affermarsi dell’elemento Schmittiano delle  potenze talattiche (mare) tra cui si erano distinte con particolare virulenza, prima l’Inghilterra (dal XVII secolo ) e negli ultimi 80  anni dagli Stati Uniti d’America che ne avevano raccolto il testimone accentuandone gli elementi consumistici ed anche di totale adesione ad un tecnicismo esasperato, che aveva avuto origine con la cosidetta Rivoluzione Industriale della meta’ del XVIII secolo ed aveva assunto sempre piu’ un carattere di assoluta espropriazione dello specifico, un tempo riservato all’essenza umana  a favore dell’elemento meccanico della macchina e dello strumento sempre piu’ elaborato della cosidetta era informatico/digitale. Proprio un bel pasticcio quello della situazione venutasi a creare in quel primo ventennio del terzo millennio secondo la datazione  prevalente delle comunita’ sociali del pianeta. L’elemento paura  insito nella specie umana  che aveva  giocato la parte prevalente del recentissimo progetto di asservimento da parte delle classi di potere, era di certo quello che andava affrontato in prima battuta , ma di certo non poteva essere condotto nei termini di una scienza su commissione e di una medicina totalmente asservita all’elemento economico del piu’ spudorato mercimonio, bisognava trovare qualche altro elemento su cui far leva e lei la superstringa lo aveva immediatamente reperito nella folgorante ma avversatissima figure di Rick Geerd Hamer un medico tedesco che, a causa di un terribile trauma personale occorsogli nel 1978 si era ravveduto del suo specifico di prezzolato operatore di lobbies farmaceutiche e sanitarie e con un paziente percorso di revisione e verifica era addivenuto ad una nuova formulazione di tutto lo specifico legato alla salute e alla malattia, individuandone il profondo nesso di correlazione mente/corpo nella nosologia di quaalsivoglia affezione. Bisognava cercare di accellerare un processo di cambiamento di pafradima così come formulato da un altro studioso di valore Thomas Kuhn che aveva particolarmente studiato l’andamento delle cosidette rivoluzioni scientifiche.  Tutte queste idee dovevano trovare corpo giustappunto nel nuovo progetto genetico della nostra stringa in relazione  all’individuo da apparecchiare a correttivo dell’andamento disastroso del pianeta  con quella malaugurata nascita della coscienza che si era oramai andata a a caratterizzare come dominante nel processo di modernizzazione. Andavano anche aggiunti  al corpo dell’uomo simile agli dei,  le reazioni di alcuni recenti studiosi che si rifacevano un po’ a tutte queste idee passate in rassegna (Evola, Pound, Heidegger, Schmitt, etc.) e cioe’ Alexander Dugin, Alain De Benoist  e persino persone d’azione come il Presidente Americano Donald Trump, ovviamente messo subito fuori gioco da inganni e manipolazioni elettorali o il Presidente russo Vladimi Putin costretto suo malgrado ad una guerra di maniera sempre dal solito strapotere economico liberista  statunitense, che avevano cercato di contrastare  e che quindi dovevano essere usate come volano nel processo di  messa in crisi del sistema vigente. Alle due super forze concepite originariamente, all’atto della partenza delle entita’  “di attr- azione” e di “re-azione” ,  andavano quindi aggiunte  tutte le componenti specificamente umane frutto di una parte, quella buona, della coscienza, quale solo un individuo della vigente epoca che avesse tutte tali idee ben assorbite, potesse riversare  nel “quasi dio” che al piu’ presto dovevasi attivare

 

martedì 24 gennaio 2023

NON C'E' MAI STATO L'UOMO DELLE CAVERNE


Forti delle premesse tracciate nell’articolo precedente di questo stesso blog, su tutte le componenti di una questione delle origini (Darwin-Lamark-Esiodo-Kali yuga-Bibbia-Guenon-Evola-Freud-Ferenczi-Van Danichen-Biglino-Sitchin-Jaynes-Hamer) andiamo a comporre una narrazione su quella che potrebbe essere stata l’origine dell’uomo, tenendo anche ovviamente conto delle varie accezioni ed eccezioni di ognuno degli apporti sopracitati.  
Non chiamiamoli Astronauti dello spazio, Annunachi e neppure Elohim, non chiamiamoli in alcun modo,  però conveniamo che in effetti un qualcosa di estraneo alla nostra biologia e persino alla natura del nostro pianeta, dovette presentarsi.
No io non vedo omini verdi, ne’ giganti, ne’ esseri con tre occhi, vedo semmai una forma di energia del tutto incommensurabile al pensiero umano, che in una qualche maniera ebbe modo, in un determinato momento, di entrare in contatto col nostro pianeta.   come? Non ne ho la minima idea;
  quando ? bhe quando, precisamente non sono in grado di rispondere, ma di certo parecchio tempo fa senza dubbio, diciamo senz’altro prima di tremila anni fa, cioe’ prima dei periodi che possiamo andare a denominare storici, prima che…,  ecco qui cominciamo a convenire con le componenti che abbiamo elencato, prima che l’essere umano pervenisse ad un linguaggio articolato ben delineato con segni e quindi con capacita’ di trascrivere pensieri in grado di essere compresi da altro e senza bisogno di intermediari tipo auguri, sciamani, profeti, profetesse, sibille – diciamola papale papale, prima che l’uomo pervenisse a quell’analogia tra se e l’ambiente che e’ sostanzialmente quello che viene definito coscienza. Ecco quindi di para patta Julian Jaynes e il suo straordinario saggio “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”  che ci dice che la coscienza e’ un meccanismo neuronale posteriore al linguaggio e del cui linguaggio utilizza gli assi portanti della sua struttura,  ovvero la condensazione per similarita’ di significazione di una appartenenza, che e’ stata chiamata metafora (cosa e’ questo? ….Be’ e’ come quello!....) , e lo spostamento non tanto di una significato, quanto di un significante ovvero secondo la distinzione di De Saussure:  tutto quello che ha a che fare con una data cosa (per intenderci oltre al netto significato di rassomiglianza, piuttosto tutto quello che e’ annesso a qualla data cosa, il sentito dire, l’odore, il gusto?) - un insieme di conoscenza e sensazione che e’ stato denominato metonimia. Torniamo quindi a quel “quando?” riferito alla temporalita’, ma aggiungiamoci anche le preposizioni “per quanto?”  per quanto tempo si e’ avuto questo quando? Eh qui sono davvero dolori, perche’ manca qualsivoglia dato, ci sono solo una serie di manufatti impossibili tipo le piramide egizie, ma anche quelle del sud
america, mura ciclopiche, costruzioni del tutto inspiegabili con il metro di giudizio delle nostre conoscenze,
  che hanno appunto dato adito alle ipotesi piu’ fantasiose e che non sono assolutamente catalogabili e databili, non sono neppure minimamente concepibili nel racconto della nostra vicenda che ripeto ha un calendario che non riesce ad andare oltre ai tremila anni . La domanda quindi “per quanto” puo’ essere durata questa correlazione tra queste misteriosissime entita’ quasi certamente neppure corporee e la nostra invece concreta corporeita’ in una accezione neuronale e intellettiva del tutto  imprecisata, non puo’ neppure essere ipotizzata – determinate scoperte o calcoli astrofisici su condizioni climatici o eventi meteorologico o tellurici  ci danno manufatti costruiti  con una approssimazione temporale  databile a cinque, sei, sette , anche oltre diecimila anni fa. Anche le stesse considerazioni sulla fisicita’ degli uomini o ominidi, come si voglia denominarli, sono quanto mai imprecise  e suscettibili di errori e continui aggiustamenti; le diatribe su homo sapiens, homo di Neanderthal e altre supposte appartenenze e qualificazioni non hanno alcun serio fondamento e c’e’ poi la sconvolgente constatazione che tutte le civilta’ dell’antichita’,  egiziana, sumerica, assiro, babilonese, indiana, cinese, non abbiano affatto  quello che somiglia ad una evoluzione, passaggio cioe’ da uno stadio piu’ primitivo e rozzo ad uno via via sempre piu’ evoluto, ma comincino praticamente d’acchitto, gia’ belle e e confezionate in tutto il loro armamentario e il loro bagaglio di conoscenze, cultura e civilta’ – d’altronde e’ quanto mai indicativo che quegli autori liberi, originali e non asserviti ad un precostituito ordine sociale, tra cui annoveriamo Guenon, Evola, Pound, Eliade, non abbiano mai preso nella minima considerazione il passaggio da uno stadio meno evoluto ad uno piu’ elaborato ed anzi, Evola ad esempio, nel suo “Rivolta contro il mondo moderno” abbia mostrato l’inconsistenza della stessa dicitura del termine “uomo delle caverne” sottolineando che mai e poi mai e’ stato dimostrato  che l’uomo abbia vissuto in caverne, ma semmai le frequentava occasionalmente per scopi ritualistici o di raduno. Quando e per quanto dunque potrebbe essere stato il periodo di contemporaneita’ tra entita’ e umani? Si va da un minimo di limite di tremila anni fa, ad un massimo che non  e’ assolutamente definibile : diecimila, ventimila, cinquantamila, centomila anni fa, tutto e’ possibile, poiche’ nessun riscontro di datazione effettiva puo’ essere esperito e difatti i miti di Atlantide, Lemuria, Pandeia e quant’altro di narrazioni di luoghi e tempi non determinati, abbondano in tutte le civilta’. Diciamo dunque che non sappiamo niente di e su queste entita’ e del loro rapporto con l’uomo,  possiamo solo supporre certe modalita’ anche di frequentazione o magari di subordinazione nostro nei riguardi loro, soprattutto in virtu’ di un fortissimo  divario di conoscenze e abilita’.  Ammettiamo dunque che queste entita’ capitate per chissa’ quale caso o necessita’ sulla terra si siano trovate nella necessita’ di utilizzare, come manovalanza, come supporto, come schiavi,  gli esseri viventi presenti nel pianeta,  animali di vario tipo tra cui ovviamente anche questo strano bipede, un tantino piu’  composito degli altri e in grado di poter apprendere certe tecniche, che avrebbero potuto tornare utili a chissa’ quali  fini dei nostri particolarissimi viaggiatori. Certo loro avrebbero messo le tecniche piu’ raffinate, i calcoli piu’ che infinitesimali per una stretta correlazione con l’intero cosmo, gli allineamenti coi pianeti, con le costellazioni, i codici di orientamento, mentre per gli uomini si sarebbero riservati compiti più umili, dapprima poco piu’ di quelli di una bestia da soma, ma via via sempre piu’  elaborati e complessi, tipo quello di riuscire da soli a costruire edifici, templi, monumenti, dighe, argini, innalzare difese e anche cominciare a edificare citta’. Per riuscire appieno in tale compito bisognava pero’ innescare nel cervello umano una specie di codice, che assicurasse una pronta e assoluta risposta ad ogni richiesta da loro effettuata ed ecco che torniamo al nostro Jaynes e alla sua mente bicamerale.
Quale miglior codice di un meccanismo di suddivisione cerebrale, dove una parte del cervello restava deputata ad ampliare una conoscenza del proprio ambiente fondata sulla condensazione di significati accostati per somiglianza e similarita’ ovvero attraverso metafore (emisfero sinistro) ed un’altra nell’emisfero opposto (destro) specializzata invece nel ricevere informazioni trasmesse per trascinamento di significanti, metonimie
  incentrate su prescrizioni, accorgimenti, suggerimenti ordini, tutta una serie di prescrizioni che dovevano avere la peculiarita’ di essere immediatamente recepite ed eseguite senza indugio, senza alcuna pausa  di incertezza e dubbio, senza la minima riflessione. Per la prima di questi due meccanismi  cioe’ la metafora, andava  benissimo il linguaggio articolato che forse proprio grazie a qualche intervento  delle nostre entita’, si rese subito abbastanza disponibile con progressiva accellerazione, per la seconda,   il linguaggio articolato era fuori gioco, non c’era alcun bisogno di stabilire paragoni o di capire cio’ che si doveva fare, doveva essere fatto e basta, quindi bisognava utilizzare nel trascinamento di esperienze ripetute, ammaestramenti, comandi, financo imposizioni,  qualcosa che non potesse essere dissuaso, meno che mai discusso, qualcosa che dovesse essere solo obbedito. La parola obbedire viene dalla radice del verbo latino audire piu’ il prefisso ob, che conferisce al termine il significato  di “ascoltare stando di fronte”, quindi   l’uomo in quuesta sua seconda modalita’ di apprendimento, con tutta probabilita’ anche questa  propiziata da un intervento genetico di predisposizionamento da parte delle misteriose, incommensurabili entita’,  deve disporsi ad ascoltare la disposizione che di volta in volta gli verra’ impartita a secondo del compito assegnatogli per interagire efficacemente con l’ambiente che lo impegna- una faccenda piu’ che altro auditiva  e difatti viene scelta la modalita’  delle voci per impartire tali disposizioni, voci ingenerate automaticamente dall’emisfero destro del cervello non appena una situazione raggiunga il grado di stimolo per innescarla. (oggi lo chiameremmo stress da impegno). L’udito, si badi bene e ‘ il senso  di minor controllo dell’apparato umano, noi possiamo gestire le immagini, la  vistam  chiudendo gli occhi, distogliendo lo sguardo, possiamo evitare il contatto di un oggetto, evitare un percorso, non bagnarci in un fiume, ma non possiamo per quanto  ci turiamo le orecchie, non sentire una voce, specie se questa promana dal nostro interno, innescata da un certo grado di eccitazione; ecco perche’ le entita” avevano scelto la voce, una loro voce,  assertiva, categorica, imperativa per assicurarsi che gli uomini non mancassero di ricevere questo tipo di comunicazione, di loro comunicazione. Come spiega esaurientemente Jaynes nel suo gia’ citato libro, si trattava in sostanza di un cervello suddiviso in due distinti comparti : uno per articolare sempre piu’ un linguaggio pratico fondato sulla condensazione metaforica di significato e quindi interagire piuì che altro con i proprio simili, un altro di carattere allucinatorio auditivo (sentire le voci)  di carattere di trascinamento di significanti per assolvere a compiti piuì impegnativi, per lo piu’ assegnati dalle entita’ In altre parole: una mente bicamerale. Del tutto superflua in una tale struttura cerebrale la presenza di una coscienza , ovvero un analogo-io, cioe’ un io in situazione in grado di narratizzare la sua presenza in un dato contesto, anzi non solo superflua, ma dannosa, specie nell’organizzazione metonimica delle voci allucinatorie che dovevano conservare sempre il loro impianto categorico/imperativo, senza contemplare alcuna obiezione o anche discussione. Si ripropone quindi il quesito: quanto puo’ essere durata una simile organizzazione cerebrale e tutto sommato comportamentale? A mio parere “parecchio” ma e’ un po’  il parecchio di Giolitti  che si riferiva a quello che avremmo ottenuto se non fossimo entrati in guerra nel 1915 contro gli Imperi Centrali, molto troppo indistinto, sopratutto da un punto di vista temporale, un qualcosa sulla quale in effetti non si puo’ dire niente.diciamo pero’ che se ne ammettiamo un lasso piuttosto lungo, molti misteri trovano spiegazione e plausibilita’ : gli undicimila anni della Sfinge sull’indizio della sua umidita’ sulle fondamenta che ha riscontro in una era riscontrabile solo in un periodo di tale  piovosita’, la vera eta’ delle piramide di Giza, le modalita’ costruttive senza malta ad incastro di blocchi di spropositata grandezza e tanti tantissimi altri esempi. L’elemento di assoluta novita’, abbastanza sconvolgente, riguarda una ripresa della famosa tesi delle eta’ del mondo di Esiodo per coniugarla appunto con l’ipotesi della mente bicamerale  di Jaynes  che in effetti ha una evidente rassomiglianza con quella che pottrebbe essere stata l’eta’ dell’oro. “perche’ gli dei non ci parlano piu ?’” si chiede disperato Esiodo, ed e’ una geremiade comune a tutte le civilta’ , a tutti i popoli della terra in quel periodo di passaggio che,  quello si che e’ un  tempo ben precisato, segna l’inizio della coscienza, ovvero un io metaforizzato sulla base del linguaggio articolato,  che mette in relazione l’uomo e il suo ambiente, e che,  se dovessimo continuare a seguire Esiodo e compagnia, indicheremmo come il passaggio all’eta’ dell’argento, dove non ci sono piu’ gli dei, che come abbiamo appurato non parlano piu’, non ci sono piu’ le loro  voci allucinatorie  che ci dicono quello che dobbiamo fare, ci sono i guerrieri correlati all’argento come gli dei lo erano all’oro. Quindi l’eta’ dell’oro, indefinita, fumosa, senza limiti e’ la mente bicamerale, mentre con l’argento comincia la decadenza della coscienza: non ci sono piu’ le voci che regolano il comportamento, ora l’’uomo e’ in grado di prendere le decisioni, in quanto dispone di un analogo tra se e l’ambiente che gli consente di essere in situazione e quindi prendere quelle  decisioni, che prima riceveva in forma di voci allucinatorie dagli dei, ovvero dalle entita’ che si erano interposta tra uomo e contesto. Sono decisioni pero’ quasi sempre sbagliate, soprattutto sono decisioni che comportano rivalita’, rabbia, violenza e   cattiveria. E’ questa la peculiarita’ della coscienza fin dalle sue prime battute  e difatti i suoi rappresentanti sono guerrieri, persone cioe’ votate alla guerra, alla distruzione, al sangue, alla violenza. E’ questo il primo piu’ appariscente riscontro di essere,  gli uomini pervenuti alla coscienza, e’ questo il segno piu’ evidente che le voci  degli dei  non dirigono piu’ il comportamento, la volizione, il pensierio umano:  non a caso Jaynes parla di “crollo” dell’organizzazione  della mente bicamerale, cui fa riscontro l’origine della coscienza, contrassegnata da violenza e distruzione, per cui e’ ribadito il senso di una “caduta! “ non tanto una caduta degli dei, quanto una caduta dell’uomo. Gli dei, difatti esauriti i loro interessi, non cadono, se ne vanno, partono e checche’ ne dicano certi scoop giornalistici e alcuni fantasiosi scrittori, non sono mai tornati. Dalla violenza dei guerrieri, ovvero comunita’ rissose, violente, guerrafondaie che hanno contrassegnato una  narrazione della storia fondata su uno stato di continua tensione  fatta di lotte, contrasti, (non a caso c’e’ sempre l’imbecille di turno, tipo Hegel, tipo Marx, tipo Fuckayama che strombazza una fine della storia appena la tensione tende a venire meno), siamo passati ad un’epoca dove all’elemento di violenza guerriera si e’ sostituita una violenza economica, non meno distruttiva, ma soprattutto sempre piu’ orientata verso la decadenza: la cosidetta eta’ del bronzo caratterizzata dalla classe dei mercanti, ovvero non piu’ una classe  dedita prevalentemente alla violenza e alla sopraffazione fisica come erano stati grosso modo i primi duemila e trecentocinquant’anni dall’inizio della coscienza (Grandi Imperi, continue guerre, conquiste, etc.)
ma con un epocale cambiamento provocato a bella posta da una gonfiatissima e quasi del tutto inventata pandemia (quella del 1348), la continuazione di violenza guerre e distruzione, con l’aggiunta pero’ di un meccanismo di ipocrisia fondato sul tornaconto economico e quindi sul denaro che diviene in breve l’unico referente di valore in un mondo sempre piu’ turpe, un mondo ulteriormente aggravato da  uno sviluppo tecnologico totalmente asservito al principio economico. E’ il nostro mondo moderno che ben conosciamo e che a quasi settecento anni da quella trasformazione dall’argento al bronzo, le recentissime iniziative di quegli  stessi mercanti che si sono denominati imprenditori, industriali, magnati e tutto lo stuolo dei loro lacche’ (la solita questione dei bottegai e loro garzoni), ha voluto accorciare le distanze per un passaggio di eta’ dal bronzo al ferro, che non e’ neppure un metallo, ma una lega, riproponendo l’esacamotage della pandemia, altrettanto falsa e inventata come quella di settecento anni fa,  per creare appunto un mondo fatto solo di pochissimi padroni e di uno stuolo di Servi. 
Ecco a cosa ha portato, magari ecco diciamo, che sta portando quella partenza degli dei di tremila anni fa, ecco a che cosa ha portato la tanto decantata coscienza, quell’analogo io fondato sul linguaggio che ha cercato anche di raccontarci, con  l’invenzione della scrittura, non contemplata dalle entita’ che ci avevano dato la mente bicamerale, una storia della sua affermazione. Peccato che questa storia non sia sempre lì lì per finire per mancanza di tensione, come hanno cercato di spacciare  alcuni professionisti della menzogna, tipo Heghel,  Malthus, Say, Spencer, Marx, Van Eyeck, Popper , ma sia sempre stata, in particolar modo con l’avvento dell’eta’ del bronzo e certe sue dirette conseguenze,  sempre inventata e contrabbandata come unica verita’  (rivoluzione industriale, sommosse e rivoluzioni create  ad hoc, emergenze climatiche, buchi dell’ozono e altre scempiaggini del genere). Se quindi la storia e’ tutta una menzogna, che si e’ andata sempre piu’ sviluppando, in sostanza quella che l’ha ingenerata e’ proprio la coscienza, ovvero la metafora analogale dell’io costruita sulla base del linguaggio, un meccanismo neuronale sviluppatosi  a seguito del ritiro delle entita’ che avevano impostato invece un tutt’altro funzionamento del cervello umano, e che ha creato un mondo impostato sulla violenza e sulla prevaricazione. D’accordo l’eta’ del bronzo e’ senza dubbio peggiore, soprattutto piu’ ipocrita di quella dell’argento, la mentalita’ bottegaia di assimilazione del mondo ad uno squallido mercato e’ senza dubbio molto piu’ meschina dello spirito del guerriero che al di la’ del sangue e della morte che diffondeva, poteva anche avere,  in qualche sua secondaria manifestazione, degli elementi di fascinazione:  la gloria della vittoria, il fascino delle schiere in battaglia, la perizia di determinate azioni, il talento di qualche comandante, insomma episodi e personaggi che sono stati quanto mai enfatizzati ed anzi hanno costituito il nerbo del racconto storico:  il sacrificio dei trecento spartani di Leonida alle Termopili contro centinaia di migliaia di soldati persiani, Maratona, Salamina, le vittorie di Alessandro Magno, la Roma di Orazio Coclite, di Furio Camillo, di Scipione contro Annibale, di Caio Mario contro i Cimbri e i Teutoni, di Cesare, soprattutto di Caio Giulio Cesare: Alesia, Farsalo il Veni vidi vici   ed ancora  con altri secoli di passaggio,  il recupero del Sacro Romano Impero di Carlo Magno, la Cavalleria, le gesta sia pure leggendarie di Artu’,  Lancillotto,  e la regina Ginevra, l’ultimo rampollo di questo mondo al tramonto:  Federico II detto lo Stupor mundi.  

sabato 21 gennaio 2023

L'ORIGINE COMPOSTA DELL'UOMO

 

Allora come la mettiamo con questa origine dell’uomo? Ci atteniamo a Darwin e così comprendiamo tutta la specie, oppure….gia’ oppure…. di ipotesi sull’inizio dell’uomo ce ne sono a bizzeffe e quella di Darwin, che postula una continua incessante evoluzione accompagnata da una sorta di selezione naturale per favorire gli elementi piu’ adatti alla vita,  e’ solo una, che anche se piuttosto avversata sugli inizi, poi ha finito per dominare quasi incontrastata  nel panorama,  diciamo cosi’ scientifico, della conoscenza umana. Per la verita' la teoria evolutiva di Darwin che come detto ai suoi inizi fu ferocemente avversata dalla scienza ufficiale vigente, mostra piu’ che altro la sua perfetta aderenza ad un’altra teoria non sull’origine, ma piuttosto sulla relativita’e variabilita’  delle modalita’ di conoscenze umane, quella di Thomas Kuhn che per suffragare le sue tesi ha imposto  l’utilizzo del termine paradigma, intendendo con tale espressione l’insieme di teorie, leggi e strumenti  che definiscono una ricerca fino alla sua accettazione e ne ha messo in moto il suo procedere per fasi che finiscono appunto per determinare quelle che si intendono per rivoluzioni scientifiche. Tutta la teoria evolutiva di Darwin per la quale e’ stata ovviamente applicata la dicitura di una di queste “rivoluzioni scientifiche”  altro   non e’ che un paradigma che rappresenta l’inverazione della tesi di Kuhn, ovvero il suo prevalere sui precedenti paradigmi non e’ stato dovuto ad una particolare evidenzia o efficacia,  ma dall’abbandono degli schemi precostituiti dal paradigma precedente, quindi non sarà necessariamente il paradigma più "vero" o il più efficiente ad imporsi, ma quello in grado di catturare l'interesse di un numero sufficiente di scienziati, e di guadagnarsi la fiducia della comunità scientifica dominante. La scelta del paradigma avviene, come detto, per basi socio-psicologiche oppure biologiche, ovvero i vecchi scienziati, fermi nelle loro convinzioni muoiono e sono sostituiti da giovani scienziati che si sono familiarizzati col nuovo paradigma. Forti quindi della effettiva e riscontrabile validita’ della teoria delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn, (l’unica cosa fissa e’ il cambiamento) passiamo ad esaminare altri paradigmi,  che non solo non contemplano  l’evoluzione come  motore della vicenda umana, ma  considerano il tempo come una sorta di caduta da un’epoca di splendore, grandezza e felicita’ a successivi stadi di decadenza e considerano l’attuale stato di cosidetto  progresso e i tempi moderni come il piu’ grande male.
E’ questa la tradizione piu’ antica, quella di cui parla  Esiodo  nel suo Le Opere e i giorni dove viene menzionata una primigenia eta’ dell’oro  equiparata agli dei e di  successive eta’ caratterizzate da metalli sempre meno preziosi fino ad una ultima eta’ che non ha piu’ neppure il referente di un metallo, ma di una lega, cioe’ una mescolanza, un ibrido:  il ferro che e’ correlato alla classe sociale piu’ abietta : i servi. Lo  stesso  si rimarca un po' in tutte le piu’ antiche culture, ivi compresa la grande tradizione indiana dove tali eta’ sono denominate Yuga e l’ultima detta kali Yuga ha una inquietante similarita’ con il ferro dei servi. Una tradizione  si badi bene che coerentemente ai passaggi di eta’, le societa’ piu’ evolute o piu’ decadenti (dipende dal punto di vista adottato) nel loro  frenetico perseguire  del progresso e del modernismo ha lasciato cadere, ma che  pensatori meno legati a interessi particolari e piu’ liberi mentalmente,  non hanno mancato di rilevare, sottolineando in genere lo stadio di decadenza piu’ appropriato  al periodo preso in considerazione.
E’ questo il caso di Julius Evola un filosofo particolarmente ostracizzato dalle classi di potere e quindi condizionanti della cultura, che si sono affermate specie dopo la seconda guerra mondiale.  Fin dai suoi primi saggi Evola ha riconosciuto il particolare grado di decadenza della societa’, in particolare occidentale , riconoscendovi in essa l’appartenenza alla classe dei mercanti ovvero l’eta’ del bronzo con la prevalenza e sistematica progressiva dominanza dell’interesse commerciale, del denaro, del mercato, di un unico valore quello di scambio in tutti i rapporti della convivenza umana,  con ulteriore aggravio dovuto all’adozione di un esasperato tecnicismo inauguratosi con la Rivoluzione industriale di meta’ del XVIII secolo e ulteriori tasselli di supporto : una nazione come l’Inghilterra incline a scendere a patti con tale classe di i mercanti, in nome di interessi economici, la scelta di farsi paladina di tali  interessi e rinunciare in nome di questi a qualsivoglia privilegio di ordine dinastico  esemplificativo e modello dei secoli a venire il titolo di Lord conferito dalla regina Elisabetta detta la Grande, ad un volgare criminale e bandito  come Francis Drake, le manipolazioni della massoneria nel suo continuo fomentare di guerre, sommosse, rivoluzioni, rivalita’ tra stati, crisi economiche, epidemie su larga scala, etc.  e le sempre maggiori implicazioni e correlazioni tra il fattore economico e il fattore tecnico, fino addirittura ad una vera e propria  sostituzione della specificita’ umana con il referente del prodotto piu’ vincolante della rivoluzione industriale : la macchina. Anche Rene’ Guenon , un altro di questi liberi pensatori non asservito al carro del mercimonio delle societa’ di mercanti (che detto per inciso io definisco “bottegai”), ha denunciato in tutta la sua opera il modernismo e il progresso, astraendosi però in una temporalita’ molto piu’ dilatata e  ispirata alla filosofia indu’ che correla l’ultimo periodo quello del kali Yuga ovvero dell’estrema decadenza, a ben 6 mila anni fa. Con Evola restiamo nell’ambito del possibile e del vissuto perche’ sono numerosi gli indizi che correlerebbero l’inizio dell’eta’ dei mercanti e quindi del bronzo ai tempi della fine del Medioevo e dell’inizio dell’Umanesimo, un periodo che ha anche riscontro nella Grande Pandemia di peste del 1348 - curioso eh!?... questo inciso che  correla periodi di gran cambiamento sociale, perlopiu’ a beneficio di pochi e a detrimento di molti, ad una terribile emergenza sanitaria. Si tratta di  una cosa ricorrente proprio a partire da quella meta’ del trecento e ripresentatasi a scadenze quasi obbligate, praticamente fino ai nostri giorni… dopo una guerra, un assedio, una carestia, tutti frangenti presi a pretesto, sempre da quei pochi,  per imporre misure straordinarie inevitabilmente a tutto sfavore della liberta’ e della ragione, in quanto alimentate dalla menzogna di un abnorme gonfiaggio della gravita’ della pestilenza,  della letalita’ e da una sempre piu’ diffusa paura a bella posta innescata da compiacevoli servi (i garzoni dei bottegai, ovvero politici, informatori, comunicatori, pseudo esperti  e altre sottocategorie di umanita’). Antiche tradizioni quindi  con opportune rivisitazioni, prendendo in esame sia altre ipotesi evolutive come quella di Lamark, ma lasciando spazio anche a concezioni decisamente piu’ fantasiose tipo  gli antichi 
astronauti di Erich 
Von Danichen gli Elohim di Biglino, gli Annunachi di Zacharia Sitchin. 
 Diciamo che tutto concorre a formulare un ulteriore paradigma piu’ composito e forse un tantino piu fantasioso di quello di Darwin, che proprio le ultime battute del cosidetto progresso sociale,  nelle sue manifestazioni  più distopiche potrebbero forse indicare che siamo alla vigilia di un passaggio di fase.  Ipotizziamo che abbiano tutti una parte di ragione, tutti indiscriminatamente,  anche quello che siamo andati a formulare prendendo un po’ da questo un po’ da quello, prendendo anche parti  da quello che di solito non rientra nelle teorie dell’origine dell’uomo, come ad esempio nel libro di Julian Jaynes “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza (1976) dove viene presa in considerazione solo una porzione dell’essenza umana  - be’ una porzione “di tutto rispetto ” visto che e'
stata tirata in ballo probabilmente la specifica piu’ rilevante che fa l’uomo uomo, quella da cui non a caso cominciano tutte le storie, la civilta’, e tutto sommato l’idea stessa di uomo che abbiamo potuto farci, proprio in quanto abilitati in tal senso dalla coscienza, la facolta’ di stabilire una connessione tra la nostra presenza e il mondo : l’io in relazione all’ambiente. Una ulteriore componente da non sottovalutare in alcun modo e’ quella del pensiero psicoanalitico con la messa in campo
dell’inconscio e quindi la teoria di Freud, in particolare quella della seconda parte del suo pensiero inaugurata con il saggio Al di la’ del principio del piacere e  la formulazione della pulsione di morte, dove tra l’altro sempre Freud si produce in una vera e propria ipotesi cosmogonica di un impatto tra una cometa staccatosi dalla spirale primordiale e il nostro pianeta con quindi una prassi metodologica di continua creazione  previa coazione a ripetere. Assieme a Freud tanto per rimanere in ambito psicoanalitico  possiamo quindi aggiungere Sandor Ferenczi  con il suo straordinario  libello “Thalassa” sottotitolato “psicoanalisi delle origini della vita sessuale” che io scherzosamente ho sempre chiamato la teoria del pescetto primordiale, ovvero ….” la teoria del cazzo”.
Un’’ultima  aggiunta  e’ data infine da un medico operativo  Ricke Geerd Hamer che ha scoperto (1978) l’origine di un’altra componente che a rigore non fa parte della struttura umana, ma ne condizione lo stato, l’essenza, il suo essere al mondo : una origine della malattia. 

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IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...