Allora come la mettiamo con questa origine dell’uomo? Ci atteniamo a Darwin e così comprendiamo tutta la specie, oppure….gia’ oppure…. di ipotesi sull’inizio dell’uomo ce ne sono a bizzeffe e quella di Darwin, che postula una continua incessante evoluzione accompagnata da una sorta di selezione naturale per favorire gli elementi piu’ adatti alla vita, e’ solo una, che anche se piuttosto avversata sugli inizi, poi ha finito per dominare quasi incontrastata nel panorama, diciamo cosi’ scientifico, della conoscenza umana. Per la verita' la teoria evolutiva di Darwin che come detto ai suoi inizi fu ferocemente avversata dalla scienza ufficiale vigente, mostra piu’ che altro la sua perfetta aderenza ad un’altra teoria non sull’origine, ma piuttosto sulla relativita’e variabilita’ delle modalita’ di conoscenze umane, quella di Thomas Kuhn che per suffragare le sue tesi ha imposto l’utilizzo del termine paradigma, intendendo con tale espressione l’insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una ricerca fino alla sua accettazione e ne ha messo in moto il suo procedere per fasi che finiscono appunto per determinare quelle che si intendono per rivoluzioni scientifiche. Tutta la teoria evolutiva di Darwin per la quale e’ stata ovviamente applicata la dicitura di una di queste “rivoluzioni scientifiche” altro non e’ che un paradigma che rappresenta l’inverazione della tesi di Kuhn, ovvero il suo prevalere sui precedenti paradigmi non e’ stato dovuto ad una particolare evidenzia o efficacia, ma dall’abbandono degli schemi precostituiti dal paradigma precedente, quindi non sarà necessariamente il paradigma più "vero" o il più efficiente ad imporsi, ma quello in grado di catturare l'interesse di un numero sufficiente di scienziati, e di guadagnarsi la fiducia della comunità scientifica dominante. La scelta del paradigma avviene, come detto, per basi socio-psicologiche oppure biologiche, ovvero i vecchi scienziati, fermi nelle loro convinzioni muoiono e sono sostituiti da giovani scienziati che si sono familiarizzati col nuovo paradigma. Forti quindi della effettiva e riscontrabile validita’ della teoria delle rivoluzioni scientifiche di Kuhn, (l’unica cosa fissa e’ il cambiamento) passiamo ad esaminare altri paradigmi, che non solo non contemplano l’evoluzione come motore della vicenda umana, ma considerano il tempo come una sorta di caduta da un’epoca di splendore, grandezza e felicita’ a successivi stadi di decadenza e considerano l’attuale stato di cosidetto progresso e i tempi moderni come il piu’ grande male. E’ questa la tradizione piu’ antica, quella di cui parla Esiodo nel suo Le Opere e i giorni dove viene menzionata una primigenia eta’ dell’oro equiparata agli dei e di successive eta’ caratterizzate da metalli sempre meno preziosi fino ad una ultima eta’ che non ha piu’ neppure il referente di un metallo, ma di una lega, cioe’ una mescolanza, un ibrido: il ferro che e’ correlato alla classe sociale piu’ abietta : i servi. Lo stesso si rimarca un po' in tutte le piu’ antiche culture, ivi compresa la grande tradizione indiana dove tali eta’ sono denominate Yuga e l’ultima detta kali Yuga ha una inquietante similarita’ con il ferro dei servi. Una tradizione si badi bene che coerentemente ai passaggi di eta’, le societa’ piu’ evolute o piu’ decadenti (dipende dal punto di vista adottato) nel loro frenetico perseguire del progresso e del modernismo ha lasciato cadere, ma che pensatori meno legati a interessi particolari e piu’ liberi mentalmente, non hanno mancato di rilevare, sottolineando in genere lo stadio di decadenza piu’ appropriato al periodo preso in considerazione. E’ questo il caso di Julius Evola un filosofo particolarmente ostracizzato dalle classi di potere e quindi condizionanti della cultura, che si sono affermate specie dopo la seconda guerra mondiale. Fin dai suoi primi saggi Evola ha riconosciuto il particolare grado di decadenza della societa’, in particolare occidentale , riconoscendovi in essa l’appartenenza alla classe dei mercanti ovvero l’eta’ del bronzo con la prevalenza e sistematica progressiva dominanza dell’interesse commerciale, del denaro, del mercato, di un unico valore quello di scambio in tutti i rapporti della convivenza umana, con ulteriore aggravio dovuto all’adozione di un esasperato tecnicismo inauguratosi con la Rivoluzione industriale di meta’ del XVIII secolo e ulteriori tasselli di supporto : una nazione come l’Inghilterra incline a scendere a patti con tale classe di i mercanti, in nome di interessi economici, la scelta di farsi paladina di tali interessi e rinunciare in nome di questi a qualsivoglia privilegio di ordine dinastico esemplificativo e modello dei secoli a venire il titolo di Lord conferito dalla regina Elisabetta detta la Grande, ad un volgare criminale e bandito come Francis Drake, le manipolazioni della massoneria nel suo continuo fomentare di guerre, sommosse, rivoluzioni, rivalita’ tra stati, crisi economiche, epidemie su larga scala, etc. e le sempre maggiori implicazioni e correlazioni tra il fattore economico e il fattore tecnico, fino addirittura ad una vera e propria sostituzione della specificita’ umana con il referente del prodotto piu’ vincolante della rivoluzione industriale : la macchina. Anche Rene’ Guenon , un altro di questi liberi pensatori non asservito al carro del mercimonio delle societa’ di mercanti (che detto per inciso io definisco “bottegai”), ha denunciato in tutta la sua opera il modernismo e il progresso, astraendosi però in una temporalita’ molto piu’ dilatata e ispirata alla filosofia indu’ che correla l’ultimo periodo quello del kali Yuga ovvero dell’estrema decadenza, a ben 6 mila anni fa. Con Evola restiamo nell’ambito del possibile e del vissuto perche’ sono numerosi gli indizi che correlerebbero l’inizio dell’eta’ dei mercanti e quindi del bronzo ai tempi della fine del Medioevo e dell’inizio dell’Umanesimo, un periodo che ha anche riscontro nella Grande Pandemia di peste del 1348 - curioso eh!?... questo inciso che correla periodi di gran cambiamento sociale, perlopiu’ a beneficio di pochi e a detrimento di molti, ad una terribile emergenza sanitaria. Si tratta di una cosa ricorrente proprio a partire da quella meta’ del trecento e ripresentatasi a scadenze quasi obbligate, praticamente fino ai nostri giorni… dopo una guerra, un assedio, una carestia, tutti frangenti presi a pretesto, sempre da quei pochi, per imporre misure straordinarie inevitabilmente a tutto sfavore della liberta’ e della ragione, in quanto alimentate dalla menzogna di un abnorme gonfiaggio della gravita’ della pestilenza, della letalita’ e da una sempre piu’ diffusa paura a bella posta innescata da compiacevoli servi (i garzoni dei bottegai, ovvero politici, informatori, comunicatori, pseudo esperti e altre sottocategorie di umanita’). Antiche tradizioni quindi con opportune rivisitazioni, prendendo in esame sia altre ipotesi evolutive come quella di Lamark, ma lasciando spazio anche a concezioni decisamente piu’ fantasiose tipo gli antichi astronauti di Erich Von Danichen gli Elohim di Biglino, gli Annunachi di Zacharia Sitchin. Diciamo che tutto concorre a formulare un ulteriore paradigma piu’ composito e forse un tantino piu fantasioso di quello di Darwin, che proprio le ultime battute del cosidetto progresso sociale, nelle sue manifestazioni più distopiche potrebbero forse indicare che siamo alla vigilia di un passaggio di fase. Ipotizziamo che abbiano tutti una parte di ragione, tutti indiscriminatamente, anche quello che siamo andati a formulare prendendo un po’ da questo un po’ da quello, prendendo anche parti da quello che di solito non rientra nelle teorie dell’origine dell’uomo, come ad esempio nel libro di Julian Jaynes “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza (1976) dove viene presa in considerazione solo una porzione dell’essenza umana - be’ una porzione “di tutto rispetto ” visto che e'stata tirata in ballo probabilmente la specifica piu’ rilevante che fa l’uomo uomo, quella da cui non a caso cominciano tutte le storie, la civilta’, e tutto sommato l’idea stessa di uomo che abbiamo potuto farci, proprio in quanto abilitati in tal senso dalla coscienza, la facolta’ di stabilire una connessione tra la nostra presenza e il mondo : l’io in relazione all’ambiente. Una ulteriore componente da non sottovalutare in alcun modo e’ quella del pensiero psicoanalitico con la messa in campo dell’inconscio e quindi la teoria di Freud, in particolare quella della seconda parte del suo pensiero inaugurata con il saggio Al di la’ del principio del piacere e la formulazione della pulsione di morte, dove tra l’altro sempre Freud si produce in una vera e propria ipotesi cosmogonica di un impatto tra una cometa staccatosi dalla spirale primordiale e il nostro pianeta con quindi una prassi metodologica di continua creazione previa coazione a ripetere. Assieme a Freud tanto per rimanere in ambito psicoanalitico possiamo quindi aggiungere Sandor Ferenczi con il suo straordinario libello “Thalassa” sottotitolato “psicoanalisi delle origini della vita sessuale” che io scherzosamente ho sempre chiamato la teoria del pescetto primordiale, ovvero ….” la teoria del cazzo”.Un’’ultima aggiunta e’ data infine da un medico operativo Ricke Geerd Hamer che ha scoperto (1978) l’origine di un’altra componente che a rigore non fa parte della struttura umana, ma ne condizione lo stato, l’essenza, il suo essere al mondo : una origine della malattia.
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
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