IL PASSATO NON E’ PIU’ QUELLO DI UNA VOLTA : Non mi ricordo bene chi è che aveva detto Il futuro non e’ piu’ quello di una volta: Churchill, Paul Valery, un altro ancora ? comunque ha poca importanza perche’ per me non e’ vero, o perlomeno non e’ completo, difatti oggi che abbiamo avuto una distopia talmente abnorme che non ha avuto niente da invidiare a quelle dei piu’ celebri romanzi di fantapolitica di Orwell, Huxley, Bradbury, Dick, Matheson, siamo stati, noi pochi che abbiamo conservato un po’ di ragione e non ci siamo lasciati irretire dalle bugie e manipolazioni a sfondo terroristico/sanitario del potere costituito, quasi costretti a rivedere un po’ tutte le certezze e posizioni che ci eravamo costruiti, e quindi a dire questa frase che corregge la precedente: Il passato non e' piu' quello di una volta. In effetti non avevamo ben capito la vera essenza del potere commerciale che ci governa perlomeno da quasi settecento anni, per l’esattezza dalla fatidica data del 1347/48 ovvero da una precedente pandemia, in effetti la prima dell’era moderna realmente accreditata, quella della cosidetta “peste nera” di cui si e’ detto un po’ roboantemente e senza nessun riscontro di dati effettivi, che aveva ridotto a meno della meta’ la popolazione di quel drammatico secolo XIV. Viziaccio del significante delle pandemie (sentito dire) a partire da quell’annaccio in cui si erano concentrati una serie di eventi negativi: continui stati di guerra, assedi, ma soprattutto una terribile carestia che aveva imperversato in tutta europa dalla meta’ degli anni quaranta e che aveva desertificato le campagne con un fortissimo inurbamento dei centri abitati, vera causa di affezioni dapprima dermatologiche (peste bubbonica) dovute appunto all’inurbamento nelle citta’ con crollo delle condizioni igieniche, poi la vera e propria peste nera, cioe’ affezioni polmonari, che inducono il sospetto, come d’altronde oggi a quasi settecento anni di distanza, che qualcuno abbia voluto profittare e quindi spingere quel sottofondo di paura verso il contagio, per trarre vantaggi personali. Per comprendere chi era quel qualcuno dobbiamo far riferimento ad un testo antichissimo, quell’Opera e i giorni di Esiodo, dove veniva raccontato che le eta’ del mondo potevano distinguersi in quattro grandi categorie: una eta’ dell’oro, una dell’argentro, una del bronzo e un ultima del ferro, di cui ad ognuna facevano riscontro una determinata categoria di soggetti: gli dei, i guerrieri, i mercanti, i servi. Esiodo poneva queste 4 eta' o cicli dove solo una di tali eta' non era contrassegnata da un metallo, ma da una lega il ferro, rifacendo il verso quindi anche a diverse culture tipo quella indiana con il Kali Juga" che ha anche la denominazione di "eta' dei servi" che il grande filosofo tradizionalista Rene’ Guenon, ne accettava i termini estremamente dilatati, che sarebbe cioe' iniziata 6000 anni fa, mentre un altro grande della cultura della Tradizione Julius Evola si mantiene piu' prudente e ammette una sorta di sotto-era corrispondente alla eta' degli eroi piu' come eccezione dell'eta' del bronzo o dei mercanti in termini di nostalgia per l'argento e la stirpe dei guerrieri (per intenderci un po' il Sacro Romano di Carlo Magno Impero fino Federico II di Svevia) stabilendo quindi tempi un po' meno allungati per ogni eta' e piu' rispondenti ad un giudizio piu' circostanziato . Ora in questo mio articolo mi rifaccio ad una sola età di quelle elencate dalla teoria dei Cicli, quella del bronzo (o acciao) , l’età dei mercanti ovvero del predominio economico e del principio del baratto e poi dell’accumulazione di denaro che è il leit motive del suo svolgersi, laddove la successiva quella dei Servi o del ferro la vedo piu' come appendice di tale età dei mercanti che sta sta alla base della liquidazione definitiva dell’età dei guerrieri (la tradizione greco/romana) e di quella di tentativo di recupero degli eroi (il medioevo con il Sacro Romano Impero , le caste e la tradizione corale), il cui svolgimento e deterioramento sta alla base della recente anzi quotidiana distopia che stiamo vivendo. Viviamo quindi in una sorta di passaggio: passaggio ad una età dove ai pochissimi magnati che hanno accumulato buona parte di tutto il denaro del mondo, (le lobbies farmaceutiche con il loro terrorismo mediatico sanitario diffuso a bella posta grazie al servilismo della loro faccia nascosta quella di un buonismo sinistrorso e il mercimonio dell’informazione rappresentato dai cosidetti Media ) fa riscontro una massa spaventata e ignorante pronta a farsi ridurre allo stato di Servi. La mia preoccupazione e inquietudine e’ data appunto dal riscontrare come questa tabella di marcia dell’ipercapitalismo consumista e comunista, stia procedendo col vento in poppa e giustappunto vado a riprendere quella affermazione /preoccupazione che titola il presente articolo “Il passato non e’ piu’ quello di una volta” . Sono loro i mercanti ed i loro servi (cioe’ bottegai e garzoni come li ho sempre definiti) che ci inducono a tale conclusione per il fatto che avendo oramai calato tutte le carte della loro tracotanza e di desiderio di dominio globale , proprio con la recente buffonata di una pandemia ancora meno riscontrabile della peste nera del 1348 o della cosidetta spagnola del 1919, ci hanno precluso ogni possibile futuro e nel contempo ci hanno fatto comprendere che tutto quel tantino di razionalita’ che ancora eravamo soliti assegnare alla realta’ , magari ancora influenzati dalla celeberrima formula del piu’ imbecille di tutti i filosofi, ovvero “cio’ che è reale e’ razionale, cio’ che è razionale e’ reale “, deve essere invece del tutto ritirata, e dobbiamo invece familiarizzarci con l'assunto che la storia del mondo così come ci e’ stata propinata e’ invece il dominio assoluto dell’irrazionale e quindi tutto quello che abbiamo creduto non solo non e’ vero, ma e’ il dominio della bugia e della manipolazione; quindi tutto da riscrivere, senza disporre non solo di un futuro, ma neppure di un passato, non esiste ne e' mai esistito alcun "quello di una volta" quindi proprio come diceva Evola nel suo saggio “Cavalcare la tigre” a proposito dell’uomo differenziato che si pone nella tradizione senza disporre di una tradizione. dobbiamo anche noi perseguire un qualcosa che non si trova all'esterno, ne' nel passato, ne' nel futuro, ma solo all'interno di noi in una sorta di sovrattempo che crea da solo le sue modalita'
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
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