lunedì 27 marzo 2023

UOMINI AL FUTURO ANTERIORE

 

Eh si! un futuro anteriore prossimo venturo, e’ quello che gli uomini di ragione, che non si sono lasciati prendere da alcun sonno, dogmatico o meno,  in questi ultimi tre anni (2020/21/22 e strascichi ancora in questo 2023) e quindi nelle loro menti non si sono materializzati mostri, che invece hanno scorrazzato in lungo e largo per l’intero pianeta, i soliti Rotschild, Rockfeller, Morgan, Carnegie bottegai antesignani coi loro garzoni con  diverso livello di servilismo:   Soros, Schwab, Gates, Fauci, Biden, Macron, Trudeau, il papa Francesco  e da  noi in Italia i vari ragionierucoli e avvocaticchi o ancor peggio i cosidetti esperti da Carosello: Monti, Conte, Draghi, Speranza, Bassetti, Burioni, Pregliasco e via dicendo, e’ proprio quello il tempo della tradizione, che questi uomini “altri” che ancora non abbiamo nominato, hanno bene o male perseguito, differenziandosi  dal resto del mondo, quello che ha pedissequamente seguito l’impero del male e della menzogna. Una  tradizione indicata parecchi anni fa da uno dei grandi veri filosofi  della storia Julius Evola in ispecie per un suo
saggio del 1953 “Cavalcare la tigre” dove si faceva riferimento ad una tradizione senza tradizione, ovvero non suffragata storicamente quindi non “ex-sistente”, ma insita nell’uomo che riusciva appunto a differenziarsi dal contesto di menzogne e falsita’  facendo leva soprattutto su se stesso, quindi “in-sistente” e che oggi e’ stata recuperata da alcuni pensatori, ovviamente  ferocemente osteggiati e ostracizzati dalla pseudo cultura dominante liberista e globalista nonche’ ipocritamente sinistrorsa;  parlo in prima battuta dei vari Aleksander  Dugin, Giorgio Agamben, Alain De Benoist , che ovviamente sono tra i primi a meritare la qualifica di uomini di questo prossimo venturo “futuro anteriore”,  che dovra’ fare piazza pulita di tutte le falsita’ di tutte le menzogne, di tutte le “parti” a bella posta costruite e non solo di questi ultimi decenni, ma un po’ di tutta la storia dall’avvento della cosidetta eta’ del bronzo o dei mercanti (meta’ secolo XIV) per precisarsi con maggiore incisivita’ trecento anni dopo, con la cosidetta rivoluzione industriale (meta’ secolo XVIII), che ha posto la tecnologia a docile servizio del principio economico (la macchina al servizio del denaro). Ovviamente il solo pensiero, la sola teoria non sono sufficienti per incanalare una nuova prospettiva di concezione mondiale, occorre la pratica (chi e’ che ha detto che un’oncia di pratica vale piu’ di  cento cerretti di teoria ?), una pratica operativa, fattiva e ben congegnata  dalle  persone opportune: e’ questa la condizione necessaria perche ‘ una credenza possa sostituirsi ad una precedente,  quasi sempre, come ha osservato Kuhn nel suo famoso paradigma a proposito del cambiamento correlato alle “rivoluzioni scientifiche” antitetica, addirittura opposta. Se ad esempio nel negativo, espresso dal momento presente  possiamo ravvedere quella continuita’ necessaria tra la teoria  e pratica dell’opera teorica del sedicente filosofo Karl Popper in ispecie nel suo famoso  saggio “La Societa’ Aperta e i suoi nemici” e la prassi sistematica e operativa della struttura economica e finanziaria  con la medesima denominazione  The open Society”del suo allievo George Soros, che tanto si e’ adoperata per diffondere liberalismo, sinistrismo di maniera e speculazioni per fomentrare sommosse, rivolte, colpi di Stato negli ultimi trent’anni, non possiamo non ravvedere oggi, nel campo opposto della giustizia della verita’,  della tradizione,  la correlazione tra il citato filosofo Dugin con le sue idee di Mondo Multipolare, di
Quarta via politica e di una emergente societa’ Euroasiatica che sia pero’ rispettosa di tutte le altre civilta’, la concreta opera di uno statista come Vladimir Putin il Presidente della nuova inusitata Russia, none erede della Russia Sovietica, ne’ di quella degli Zar, ma neppure di identificazione con il sempre piu’ unilaterale mondo liberista  di derivazione bottegaia anglosassone e di totale esplicazione statunitense, che ha rappresentato il leit motive della continua opposizione tra potenze di mare e potenze di terra,  acutamente analizzato  dal pensiero geopolitico di Karl Schmitt (1942).  Tra gli uomini di pratica si può anche aggiungere l’Ex Presidente degli USA Donald Trump, vero e proprio uomo di Futuro anteriore così come era stato un altro Presidente degli USA John Fitzegerald Kennedy, entrambi con un qualcosa di profondo in comune : la provenienza dalla classe sociale verso poi la quale si sono scagliati contro, operando in senso opposto. Per il primo fu scelta la strada dell’eliminazione fisica tramite attentato, per il secondo si e’ mobilitato tutto l’establishment  liberista e sinistrorso (il sedicente George Soros in prima istanza)  per contraffarre le elezioni  e invalorare con l’espediente del voto per corrispondenza, dove la manipolazione ha interessato milioni di voti,  il netto trionfo che dell’unico presidente USA che non ha mai fatto una guerra. Viene anche da pensare che tutta la buriana allestita, dai soliti noti,  con la pandemia, il virus inventato, il contagio tipo peste nere del 1348, sia stata allestita con il compito,  si di fare una prova generale di asservimento al principio economico e ipertecnologico  di tutto il mondo , ma anche quello specifico e piu’ immediato di potere,  con la scusa del contagio, accampare il ricorso al voto per corrispondenza, proprio per scongiurare la sicurissima rielezione di Trump, 
e quindi dover desistere da tutte le velleita’ di “Great reset”  così come stabilito da Klaus Schwab l’ideatore del termine/processo, nonche’ presidente del Centro di Davos dal 1971,  che nella tabella di marcia di realizzazione, aveva chiaramente sostenuto che senza gli USA non sarebbe mai stato possibile realizzare tale meccanismo per realizzare il sogno dei nuovi bottegai, ovvero la societa’ aperta alla Popper ma anche  alla Orwell/Huxley.  Il presente articolo esula  comunque dalla pretesa del saggio sia pure esplicativo, ma rappresenta solo il tentativo di riconoscere quei personaggi che Kuhnianamente potrebbero e dovrebbero rappresentare la possibile realizzazione  di qualcosa di profondamente diverso da quello che i mostri del capitale e anche delle loro emanazioni, comunismo e fascismo, da troppo tempo stanno cercando di apparecchiare per un mondo sempre piu’ irretito da menzogne e falsita’, di cui proprio questa sorta di prova generale  della pandemia di covid 19, ha rappresentato un pericolosissimo precedente. Dopo aver espresso alcune figure fondamentali a livello internazionale Dugin, De Benoist, Putin, Trump, Oban,  Luckacensko, Bolsonaro, quindi  retaggi di tradizione tipo la filosofia di Evola, di Guenon, di Jungher, di Eliade, di Schmitt, tutti soggetti che sono investiti dalla qualifica di uomini al futuro anteriore, un futuro anteriore che ci si augura possa essere al piu’ presto “prossimo venturo” viene da valutare quanti della nostra compagine nazionale, che non dimentichiamo e’ stata in prima fila in quanto a servilismo  di questa espressione di malefatta internazionale, quanti si siano sottratti a questa infamia ed invece si siano portati con quel minimo di dignita’,  di onore, di senso della verita’ e di liberta’ da poter essere ascritti alla qualifica di uomini al futuro anteriore? Sono pochi, pochissimi e, per il momento,  scelti esclusivamente tra personaggi piuttosto noti che nel frangente di questa sordida prova generale di soppressione di liberta' e instaurazione di un terrorismo sanitario, si sono
sottratti all'abominio della collusione con il potere neoliberista e sinistrorso e non hanno avuto paura di denunciarne le malefatte. Anzitutto il giornalista e addirittura ex senatore del Movimento 5 Stelle  Gian Luigi Paragone, che da  membro di uno dei movimenti politici che piu' si e' distinto nell'opera di repressione delle liberta' civili, dopo l'abbandono  di tale Gruppo e' stato uno dei piu' solleciti e appassionati difensori della ragione accanendosi anche contro la UE, coacervo delle peggiori malefatte perpetrate contro le popolazioni, fondando un nuovo movimento l'ITALEXIT che appunto proponeva il subitaneo abbandono dell'Italia dall'infame
comunita', purtroppo non premiato dagli elettori nel 2022. Subito dopo il celeberrimo Vittorio Sgarbi che al di la' delle  intemperanze verbali e comportamentali degli ultimi decenni e anche di certi cedimenti di impegno ( l'ammirazione per Mario Draghi, l'accettazione del principio del virus, e quindi del vaccino, anche se da sempre contrarissimo all'obbligatorieta') e' stato sempre un  paladino della liberta' e della ragionevolezza. Infaticabile l'azione contro i luoghi comuni, l'ignoranza il fanatismo di giornalisti come Maurizio Belpietro , Alessandro Sallusti e in parte anche Vittorio Feltri, veri e propri vessilliferi di buon senso e giustizia a fronte del marasma di menzogne e falsita' della quasi totalita' della stampa nazionale. Anche  Daniele Capezzone merita l'inclusione in questa ristretta e, si spera non completa, schiera di grandi personaggi che si sono distinti come paladini della liberta', proprio per le sua analisi lucide e corrette, scevre da fanatismo e volgarita', peculiarita' che caratterizzano i rappresentanti della parte opposta specie dagli schiavi del buonismo ipocrita e sinistrorso   Giorgio Agamben e' gia' stato citato a proposito dei grandi e veri intellettuali che senza "se" e senza "ma" hanno denunciato la vergognosa situazione in cui bottegai e i loro servi politici hanno cercato di imbrigliarci , accanto a lui possiamo mettervi il grande attore Enrico Montesano (l'ultimo della  grandissima tradizione dei Gassman, dei Sordi, di Toto', Fabrizi, Manfredi) che si e' giusto rifatto ad Agamben leggendone dei passi e si e' sempre portato con grande dignita' professionale e di uomo, non incedendo mai al "servo encomio" ma anzi ribadendo il proprio talento e la propria
professionalita' partecipando ad un programma televisivo dal cui e' stato proditoriamente allontanato previa una banalissima scusa (la censura del potere costituito dei bottegai e loro garzoni trova sempre una strada per nuocere alla liberta', in particolare la delazione ) . Ci si ferma qui, come detto, sperando di difettare per conoscenza,  dispiace altresì di non poter mettere nessuna donna  in questo novero di illustri personaggi, ecco magari una eccezione per Eleonora Brigliadori per aver pubblicamente  rifiutato di prestare la sua persona ad uno spot pro-vaccini, e magari per la cantante Laura Pausini per essersi rifiutata di cantare la falsissima canzone Bella Ciao, spacciata per un inno partigiano della Resistenza , ma composta solo nel 1964 in occasione del Festival dei due mondi di Spoleto, dal Gruppo Nuovo Canzoniere Italiano erede dei famosi  Cantacronache, un gruppo musicale   non nuovo a questo tipo di manipolazione della storia (altro esempio con la Canzone "Gorizia tu sei maledetta" spacciata per un canto della Grande Guerra, ma composta dallo stesso Gruppo ben quasi  cinquant'anni dopo  (1916-1964). Tra i personaggi non famosi, ma diventati tali per un singolo gesto, una azione che vale mille e piu' stampelle tirate al nemico,
quella di quel Mario Ferri  che  fugge nella spiaggia a fronte dei poliziotti. E' vero che si dice che  tale personaggio si sia  poi pentito,  addirittura invitando  la gente a non fare come lui, e anzi a tenersi rinchiusa a casa, ma questa confessione a posteriore sa tanto di imposizione ricattatoria, per cui non c'e' da prestarvi fede e ritenere invece il gesto della fuga un qualcosa che ricorda quella "Fuga dalla Liberta' di Erich Fromm" sostituendovi pero' la preposizione "dalla"  con  "per" : FUGA PER LA LIBERTA' 

 

 

mercoledì 22 marzo 2023

MASSONERIA E BOTTEGAI

Ma nella storia d'Italia, quanto c'e' di vero e quanto invece e' da addursi ad una sistematica alterazione della realta', in special modo considerando l'influenza perniciosa che la nazione bottegaia per eccellenza, l'Inghilterra,  ha avuto nelle vicende del nostro Paese. Quando si dice  Inghilterra , si dice in sostanza Massoneria, che con la Rivoluzione Industriale e' divenuta la vera protagonista della politica e ne ha incanalato e diretto ogni manifestazione.  Probabilmente le nostre logge massoniche non hanno la stessa rilevanza e neppure lo stesso prestigio di quelle inglesi e probabilmente neppure di quelle francesi o americane, pero’ la Massoneria ha recitato anche da noi e da tempo immemorabile la sua ingombrante influenza. Non sto parlando di Logge piu’ o meno deviate tipo la P2 di Licio Gelli degli anni settanta del novecento, ma della massoneria piu’ rinomata, quella inglese di cui le nostre confraternite sono state sempre delle derivate con un altissimo grado di sudditanza. Chi fu a finanziare la campagna sia pure rovinosa di Carlo Alberto nel 1848 contro l’Austria? C’è da chiederlo? Un esponente  della potentissima famiglie ebrea e massone dei Rotschild : il potere imperiale austriaco così come quello,  sia pure nella meta’ ottocento ancora frammentato,  della Germania,  sono stati sempre visti come il fumo negli occhi dalla Massoneria:  di certo per quel rifarsi ancora a quello spirito dell’Impero e per quel non volersi sottomettere al volere anche pseudo etico del denaro come collante di tutto. Se difatti leggiamo le pagine dei Buddendrock di Thomas Mann e vediamo la figura dei commercianti tedeschi, noteremo  che hanno delle caratteristiche molto differenti dai loro colleghi anglosassoni : accanto al denaro vi sono altri elementi tipo la  l’onore, il decoro, la lealta' .

Insomma in qualche maniera siamo ancora in una accezione di eta’ dei guerrieri e solo con una certa riluttanza la etnia germanica e mitteleuropea e’ scesa a patti con lo spirito bottegaio tipico dell’ascesa dei mercanti . Insomma lo abbiamo detto anche Giulio Cesare indulgeva alla potenza del denaro, ma fino ad un certo punto, lui non sarebbe mai divenuto un Crasso e così un prussiano, un bavarese, un austriaco non sarebbe mai divenuto un inglese. La monarchia francese era stata come abbiamo visto eliminata e anche se dopo la rivoluzione era tornata in una accezione molto piu osservante del potere economico, tant’e’ che quando il Re Carlo X aveva manifestato tratti non in linea con le direttive del potere massone ecco che era stato fatto fuori nella solita maniera con rivolte tipo rivoluzione e al potere era salito quel Philippe Egalite’ che era stato favorevole alla decapitazione di Luigi XVI ed era un maestro massone di antichissima data. Cosi’ Napoleone III che doveva arrivare al potere prima come Presidente di una nuova Republica nel 1848 e poi come Imperatore ricalcando il suo famoso zio. E comunque i Rorschild tornarono a piu’ riprese nel finanziare il velleitario Regno di Sardegna specie quando al suo governo era salito il conte Cavour un docile esecutore delle loro direttive.
Così finanziarono per intero la ridicola spedizione in Crimea nel 1855 a favore di inglesi e francesi nella famosa guerra di Sebastopoli, per poi ammettere il piccolo Stato al congresso di Plombiers e stringere quindi la discussa e pochissimo onorevole alleanza con la Francia di Napoleone III. L’Imperatore francese ci mise faccia e proprie truppe in cambio di Nizza e la Savoia , ma a tessere le fila dell’intera operazione fu ancora una volta la Massoneria inglese, che smise di appoggiare l’intera campagna solo dopo la carneficina della battaglia di Solferino tra Francesi e austriaci  e non certo dopo la scaramuccia di San Martino  con protagonisti i savoiardi dove solo nella nostra storia nazionale si mettono insieme le due localita’ quasi si fosse trattato di una stessa battaglia: meglio molto meglio finanziare la scalcinata spedizione dei mille capitanata dal noto brigante internazionale Giuseppe Garibaldi per la conquista di uno Stato da burla dove il capitale inglese controllava praticamente tutte le leve del  potere economico, ma anche militare, come ben si vide in tutte le fasi di tale campagna, dallo sbarco delle due navi di garibaldini di cui una si incaglio’ nel porto di Messina e solo l’intervento di una fregata inglese impedi’ che la flotta borbonica potesse profittare dell’occasione “ se una palla borbonica sfiora le vele di questa nave” fece sapere il comandante della fregata “voi siete in guerra con Sua Mesta’ la regina Vittoria” Stessa storia nella prima battaglia campale tra garibaldini ed esercito borbonico nella piana di Calatafimi. Il Gen. Landi che era stato comprato con piastre d’oro  turche ,  aveva assicurato che appena uno solo dei garibaldini avesse raggiunto il settimo terrazzamento della collina a fronte di Calatafimi,  avrebbe ordinato la ritirata dell’intero esercito  borbonico . Purtroppo questo settimo terrazzamento sembrava maledetto, perche’ non un solo uomo di tutta la compagine garibaldina riusciva a raggiungere tale obietttivo concordato per la ritirata dell’avversario  e questo non perche’ ci fosse un qualche fuoco di interdizione, ma proprio per la fatica di superare i diversi terrazzamento. Forse poteva riuscire qualcuno degli scavezzacolli arruolati  dal duo RosolinoPilo-Giovanni Corrao, nelle famose bande, poi denominate “picciotti” ragazzi giovani e forti foraggiati da una sorta di proto mafia, che però Garibaldi aveva disposto che attaccassero di lato, ripeto giovani forti e svelti di mano,probabilmente anche di gambe, ma totalmente digiuni  di guerra e combattimenti,  che malauguratamente per loro,  si  ritrovarono contro un reparto di uno dei pochissimi ufficiali che forse per il suo basso grado non era stato comprato, il Maggiore Sforza, il quale ordino’ il fuoco disperdendoli all’istante, Fu probabilmente a quel punto che Garibaldi pronuncio’ il suo famoso “Bixio qui si fa l’Italia o si muore “
Nino Bixio e’ stato spacciato per un generale indomito e coraggiosissimo; in effetti lo era , ma era anche un individuo collerico, severissimo coi sottoposti e anche sanguinario  - sembra che durante il viaggio da Quarto  avesse sparato in faccia ad un suo ufficiale che non lo aveva prontamente ubbidiito e non e’  un caso se pochi mesi  dopo gli inglesi pretesero che fosse lui a guidare la repressione per dei fatti incresciosi accaduti a Bronte una cittadina sotto giurisdizione inglese (la ducea di Bronte di proprieta’ degli eredi dell’Ammiraglio.Nelson ) dove la rabbia contadina sperando in una improbabile liberazione da servitù millenarie aveva ucciso alcuni notabili e proclamato la annessione  delle terre – comunque sia, li’ a Calatafimi Bixio era comandante in seconda  e dipendevano da lui i Colonnelli  dei tre settori centrali a fronte della collina, senza dubbio le parole di Garibaldi dovettero  spingerlo ad usare parole molto piu’ forti verso i suoi subalterni non scevre di tremende minacce, sicche’ in uno di questi settori finalmente un trafelato colonnello Sirtori raggiunse il fatidico settimo terrazzamento: come da copione scatto’ l’ordine di ritirata del comandante borbonico Gen. Landi  che aveva bellamente ignorato le richieste del maggiore Sforza di passare al contrattaco dopo lo sbandamento dei picciotti delle colonne laterali, Testimoni oculari, ovviamente  ignorati o messi a tecere,  riferirono che i soldati borboni piangevano all’idea di ritirarsi, imprecando contro i loro generali che impedivano loro di cogliere una sicura vittoria. Stesso copione per le fasi successive della campagna, che i libri di storia continuano a dirci gloriosa, ma che fu invece  dall’inizio alla fine una campagna sotto tutela della massoneria inglese che aveva tra l’altro in Sicilia tutta una serie di grandi famiglie di imprenditori, con le mani in pasta in vari settori commerciali:  l’estrazione dello zolfo, la commercializzazione del sale, tutta una serie di tonnare con locali e macchinari atti alla pesca e alla conservazione e inscatolartura del tonno con relativa spedizione in Inghilterra e persino negli Stati Uniti, grandi coltivazione di terreni agricoli con uliveti e vite  a scopo di diffusione di olio e vini e financo la produzione di uno speciale liquore fatto con uve della zona di Marsala, particolarmante gradito dagli anglosassoni in quanto molto simile allo Cherry : stiamo parlando degli Ingham, dei Woodhouse, dei Whitaker, i famosi “principi sotto il vulcano”, che da numerosi anni (piu' di sessanta,  al seguito della donazione  del re Ferdinando III
 Borbone, della Ducea di Bronte all’ammiraglio Orazio Nelson per ricompensarlo del soffocamento della Repubblica Partenopea) si erano trasferiti e stabiliti in Sicilia  e avevano avviato le diversificate attivita’ di cui fatto cenno. Furono proprio questi “  principi “tutti strettamente implicati nella Massoneria che cominciarono a lamentarsi con la Madre Patria dell’intrusione della famiglia reale dei  Borbone nei loro affari,  gia’ negli anni subito dopo il ’48: probabilmente e’ proprio da tali lamentele che comincio’ da parte del Governo inglese una vera e propria campagna denigratoria del regno delle Due Sicilie  che ebbe il suo clou nel 1851 in due  lettere scritta dal politico inglese William Gladstone  ad un suo collega parlamentare George Hamilton Gordon,  dove c’era quell’espressione “la negazione di dio eretta a sistema di governo” riferita appunto al Governo borbonico, che fece il giro del mondo e il suo eco non si del tutto spento neppure ai nostri giorni: era una frase che in realta’ si riferiva al sistema carcerario, ma non e’ questo il fatto importante, il fatto davvero importante  e’, che come qualche anno dopo lo stesso Gladstone in visita a Napoli oramai facente parte del regno d’Italia,  ammise,  che  tale frase  fu abilmente sfruttata dal leader liberale John Temple conosciuto come Lord Palmerson, che tra l’altro gli aveva  anche commissionato la stesura delle due lettere, per orchestrare una gigantesca campagna denigratoria del Regno delle Due Sicilie.
Per la cronaca Gladstone era stato si a Napoli  nel 1850, ma non aveva visitato alcun carcere e si era invece limitato a riferire delle livorose impressioni dei liberali napoletani a seguito dei fatti del ’48. Superflo sottolineare che tutti e tre i personaggi protagonisti di questa ante litteram “fake news” erano influenti Maestri Massoni.

I Principi sotto il Vulcano furono costanti interlocutori e consigliori (e detto per inciso qualcosa di piu’) durante la campagna di Sicilia, di Garibaldi e di tutto il suo Stato maggiore : Bixio, Sirtori, Crispi, La Masa, Turr, Corrao facevano la spola tra il Palazzo delle Aquile dove aveva sede il comando rivoluzionario e i sontuosi palazzi dove risiedevano i nobili inglesi e non a caso parlavano tutti fluentemente l’inglese, Vi e’ poi il giallo della cassa segreta con tutta la documentazione finanziaria della spedizione, di cui chi scrive è in grado di fornire una versione di prima mano, in quanto conoscente e amico di Stanislavo Nievo scrittore e regista televisivo, nonche autore del libro “Il prato in fondo al mare” dove si racconta del tragico naufragio con il piroscafo Ercole e del suo antenato lo scrittore Ippolito Nievo, in quel 1860 Tenente Colonnello responsabile dell’Intendenza militare, che giustappunto trasportava nel piroscafo tale cassa con non solo le riserve auree e di valuta dell’impresa, ma con anche tutta la documentazione finanziaria, che se non si fosse inabissata con il piroscafo e l'equipaggio tra cui lo stesso Ippolito Nievo, si sarebbe potuto risalire a chi realmente finanziò
l’Impresa. I misteri di Sicilia e le probabili ingerenze massoniche non finiscono con la conquista del regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi e quindi il passaggio tramite plebisciti al Regno d’Italia sotto sua Maesta’ Vittorio Emanuele II e Capo del governo il più ossequioso dei cavalier serventi della Massoneria Inglese Camillo Benso di Cavour: uno dei piu’ valenti sottoposti di Garibaldi il Colonnello e poi Generale, promosso sul campo Generale, Giovanni Corrao, l’amico intimo del concittadino palermitano Rosolino Pilo, tornato Colonnello con il passaggio dal cosidetto Esercito Meridionale all’Esercito Regio del nuovo Regno, non era durato a lungo nei ranghi dell’Esercito regolare e aveva fatto ritorno tra le fine garibaldine nel ’62 combattendo ad Aspromonte dove Garibaldi fu ferito dalle truppe Regie del Col. Pallavicini (episodio riportato nel film Il Gattopardo di Luchino Visconti con Ivo Garrani nella parte del Colonnello).

Amnistiato per la diserzione dalle truppe regolari e i fatti di Aspromonte,  Corrao  torno’ nella sua Palermo e comincio’ a tessere le fila di una sedizione popolare che rinnegava la spedizione di due anni prima e proponeva la secessione della Sicilia dal regno d’Italia. Le sue qualita’ di capo popolo e abile organizzatore, che si erano d’altronde messe in luce nel ’60 come co-arruolatore assieme a Rosolino Pilo, dei cosidetti picciotti, stavano tornando prepotentemente alla ribalta in quei primi mesi del 1863, tanto da preoccupare non poco il Governo centrale e la Corona (e aggiungiamo noi…. la Libera Muratoria, anche quella oltre Manica). Corrao era un personaggio pittoresco, alto, imponente, energico e volitivo. Poteva sembrare anche un Brigante con quella sua espressione fiera e l’aspetto minaccioso e difatti non mancarono le accuse di essere una sorta di trait d’union con la Mafia allora emergente. Sta di fatto che nell’agosto 1863, quando il suo movimento di opposizione al Governo centrale stava facendosi davvero pericoloso, venne ucciso da ignoti sicari, che pero’ una donna delle vicinanze testimonio’ di avere visto aggirarsi nei luoghi dell’agguato in divisa di carabinieri reali. Per la cronaca, nella relazione delle indagini sul  suo assassinio, venne utilizzato per la prima volta in un atto ufficiale del regno d’Italia, il termine Mafia.
Per giusto cent’anni, fino al 1963, la sua mummia era conservata nelle famose Catacombe dei Cappuccini  in via Pindemonte a Palermo e il sottoscritto la vide, di poi però’ con la revisione della sua figura storica, che era stata adombrata appunto di implicazioni proto mafiose, la sua salma e’ stata traslata nel cimitero di san Domenico, la Santa Croce palermitana, sepoltura dei Siciliani piu’ illustri. L’ultimo colpo di coda del malcoltento siciliano e’ di tre anni dopo, subito dopo la rovinosa guerra del nuovo regno d’Italia alla sua prima prova militare, battuta per terra (Custoza) e per mare (Lissa) : ultimo per modo di dire, perche’ all’endemica guerriglia con i Briganti per tutti gli anni sessanta, fara’ riscontro  nel 1894 la grande rivolta dei fasci siciliani repressa con stati di assedio e cariche di cavalleria, pero’ in quel  settembre del 1866 abbiamo degli insorti che prendono la citta’ di Palermo e la tengono per sette giorni e mezzo,  da cui la dicitura di “rivolta del sette e mezzo” si tratta di una nuova rivolta popolare che puo’ essere considerata una propaggine dell’azione sobillatrice di Corrao -  non a caso uno dei principali protagonisti Giuseppe Badia era un amico e collaboratore di Corrao fin dai tempi delle formazione delle bande di picciotti nel 
1860 – repressa con il fuoco dei cannoni della flotta della regia Marina e con un vero e proprio corpo di occupazione comandato dal Generale che 4 anni dopo occupera’ Roma : Raffaele Cadorna. Tratto velocemente di queste rivolte perche’ non vi si ravvede piu’ la matrice massone, ma si misura solo  la pochezza di una classe dirigente che battuta sui campi di battaglia in guerre vere, e da generali stranieri  veri,  riesce a rifarsi , giustappunto in accezione militare, solo contro dei quasi inermi cittadini

 

venerdì 17 marzo 2023

PANDEMIE DI PAURA

 

Quello che troppo spesso viene passato sotto silenzio a proposito di pandemie, e' che da quella, diciamo così archetipa  del 1347 ovvero la peste bubbonica  agli inizi della fase appunto detta bubbonica, non uccideva, in quanto trattavasi di una affezione del derma, somigliante piu' ad una lebbra, la cui eziologia e' sempre da ricercarsi in situazioni di forte connubio di genti con crollo delle condizioni igienico-sanitarie  (panorama perfettamente riscontrabile in quella meta' del secolo XIV , che oltre ai soliti assedi, guerre e conflitti aveva a suo carico una lunga carestia da perlomeno l'inizio degli anni quaranta che aveva spopolato le campagne e inurbato le citta' ) In verita'  quella che comincio’ ad uccidere fu la peste nera, ovvero una seconda ondata dell’affezione, che comincio’ a verificarsi l’anno seguente nel 1348 e che aveva un carattere polmonare, colpiva cioe’ l’apparato respiratorio e gli organi ad esso preposti, ovvero polmoni, bronchi, alveoli e i relativi tessuti interstiziali. Ora tale fatto per la medicina di allora , ma anche per quella odierna riduzionista e iatrogena, era del tutto inspiegabile salvo a tirare in ballo animaletti di varia fatta, in genere sempre piu’ piccola: ratti, scarafaggi, mosche, pidocchi per passare nel XIX secolo a animaletti ancora piu’ piccoli non visibili all’occhio umano scoperti solo grazie all’invenzione del microscopio e denominati microbi. Nel XX secolo con l’invenzione di microscopi sempre piu’ sofisticati tipo il microscopio a scansione elettronico di particelle, grazie alle ricerche della fisica quantistica si arrivo’ a ipotizzare un ulteriore tipo di microbi, i cosidetti virus che si univano, sia pure in una dimensione davvero infinitesimale e pertanto rappresentabili solo attraverso immagini computerizzate,  ai molto piu’ abbordabili batteri, funghi e micobatteri, tutti indistintamente giudicati responsabili della stragrande maggioranza delle affezioni che colpivano l’essere umano, anche se a rigorre la loro tossicita’ e’ stata ben lungi dall’essere mai esplicata cion chiarezza in special modo per i moto piu’ piccoli e ultimi arrivati virus che a rigore non si potevano neppure piu’ definire esseri viventi e quindi neppure microbi, in quanto neppure provvisti di organizzazione cellulare, senza citoplasma, senza attivita’ metabolica, privi di DNA e quindi non ascrivibili alla categoria di materia vivente, tutt’al piu’ a quella di un capside parassita del tutto dipendente dalla cellula in cui e’ ospite. L’unica cosa che un virus sembra  condividere con i piu’ accreditati precedessori  microbici ovvero funghi, batteri e micobatteri, e’ la sua carica  di infettivita’ e dannosita’ per gli esseri viventi (non a caso il termine virus deriva dal latino e ha il significato di veleno) ma anche questa si rivela una questione tutta da dimostrare .

Certo per un cialtrone impostore come Pasteur pronto a vendersi al miglior offerente, la situazione era piu’ che palese “sono loro i responsabili di tutte le nostre affezioni”  diceva ; ovviamente ce l’aveva con i microbi, non certo con i virus di cui ignorava non solo l’esistenza (quella la mettiamo in dubbio anche noi che abbiamo studiato Bernard, Bechamp e altri studiosi seri le cui ricerche non erano congeniali ai vari Rockfeller, Carnegie, Flexner e a tutte le emergenti lobbies farmaceutiche ) , ma anche limitandoci ai microbi riconosciuti, la loro pericolosita’ per la salute e’ ben lungi dal dimostrarsi. Certo  batteri, micobatteri, funghi sono presenti quando c’è una alterazione corporea che può essere descritta come malattia, ma in verita’ sono presenti solo dopo che una infezione si e’ manifestata e scompaiono quando questa e’ avviata al suo termine (viene chiamata guarigione), il Dr. Rick Geerd Hamer che ha completamente ribaltato la conoscenza della medicina ha utilizzato in tal senso la metafora dei pompieri: 
anche i pompieri sono presenti solo dopo che un incendio e’ scoppiato e se ne vanno quando questo e’ sedato, ma a nessuno verrebbe in mente di sostenere  che sono i responsabili dell’incendio. Il punto e’ che dobbiamo risalire ad uno studioso che proprio per sfatare la leggenda che topi, scarafaggi, pidocchi e anche funghi, batteri potessero essere i responsabili di una malattia e vieppiu’ di una epidemia:  Paul Bernard il piu’ grande fisiologo dell’ottocento, un  quasi contemporaneo di Pasteur che al contrario di lui affermava che “il terreno e’ tutto, il microbo niente” e quindi faceva piazza pulita dell’assurdita’ che degli innocenti animaletti, di qualsiasi foggia potessero essere responsabili di cataclismi epocali quali giustappunto una pandemia. Cosa significa questo assunto?  che semmai accade che animali di diversa foggia siano attratti da un ambiente sporco, malsano in quanto trovano con facilita’ nutrimento, ma di certo non sono loro i colpevoli, così come non lo sono i pompieri rispetto ad un incendio. Il punto e’ che se continueremo a credere alle balle della medicina ufficiale, riduzionista e iatrogena non potremo mai capire nulla della malattia e del suo decorso; come per la fisica quantistica occorre cambiare non solo punto di vista, ma proprio di stato, farsi parte del fenomeno, utilizzare ora la particella ora l’onda come insiste il principio di indeterminazione di Heisenberg e fare un integrale di ogni cammino valutando le diverse possibilita’ integrare, come ci ha edotto Feynman. Nell’articolo precedente e’ stata analizzata la prima accreditata grande pestilenza del nostro mondo occidentale, quella del 1347/48 passata alla storia come “peste nera” che di nero pero’ non aveva niente, semmai ecco si poteva definire trasparente, impalpabile come la paura che andava a inibire l’aria  che l’apparato respiratorio coi suoi organi avrebbe dovuto  far circolare per il corpo. Ora abbiamo citato Hamer come unico riferimento per una conoscenza corretta della medicina: e’ stato lui per primo a sistemizzare quello che parecchi studiosi e scienziati avevano postulato in termini pero’ non sistematici,  ovvero una correlazione e perfetta sintonia tra corpo e pensiero e quindi una stretta dipendenza tra sintomi e vissuto, la cui estremizzazione e drammatizzazione va messa alla base di ogni affezione…. altro che topi o pidocchi o microrganismi invisibili, neppure iscritti nell’ordine del vivente, quindi riecco la formula di Bernard e con lui Bechamp, ma anche, come fatto cenno quella di illustri scrittori e pensatori di ogni epoca : dall’Iliade di Omero al cavallo di Ippocrate e le origini delle emorroidi, al Don Chisciotte di Cervantes, la filosofia di Schopenauer e di Nietzsche, piu’ di un passo di Sigmund Freud nella sua formulazione dell’inconscio ed ancora George Groddeck ascritto come ideatore della psicosomatica, tutti antesignani di Rick Geerd Hamer che sara’ tuttavia il primo e l’unico a  dare un corpo e uno spirito a tutto questo sotteso del pensiero umano, inquadrandolo in 5 straordinarie Leggi definite, non a caso, biologiche. Avevamo sostenuto, con dati alla mano,  che in realta’ il primo apparire della peste bubbonica nel 1347 non era una affezione mortale, ecco poteva essere sgradevole, financo disgustoso e terrificante vedere la gente piena di pustole e bubboni, ma in quanto a mortalita’ niente di allarmante. Fu la seconda ondata quella del 1348 ad avere come suo correlato una elevata mortalita’, gia’ ma il suo carattere era totalmente cambiato : non si manifestava piu’ con bubboni, ma con tosse e problemi di respirazione sia a livello polmonare che bronchiale ed ecco quindi farsi illuminante il ricorso ad Hamer e alle sue Leggi Biologiche : quando una persona si trova in una situazione che qualcuno ha fatto credere disperata, o comunque di estremo pericolo per la salute, tipo una malattia sconosciuta, inespiegabile  ecco che comincia a manifestare problemi dell’apparato respiratorio perche’ e’ entrata in ballo la paura di morire.   Ecco il punto “qualcuno ha fatto credere….” Ravvisiamo oggi a proposito della farsa pandemica denominata Covid 19, precisi soggetti che hanno non solo cavalcato la tigre della paura della gente, ma la hanno fomentata a bella posta (ovviamente non tutti, anzi una esigua minoranza che e’ riuscita malgrado tutto a conservare la ragione e il discernimento e non si e’ fatta irretire dal terrore sparso a bella posta, da politici corrotti e  dagli infami Media, servi di lobbies farmaceutiche e di interessi finanziari), eh si! i vari Soros, Gates, Schwab, Rotschild, Fauci,  i grandi Gruppi finanziari e multisocietari tipo Vanguard, Blackrock, che hanno guadagnato cifre mai viste dalla pandemia e dalla messa sul mercato di vaccini eminentemente iatrogeni, ma settecento anni fa ed anche per tutti i secoli successivi chi e’ che poteva trarre vantaggio da una messa in crisi del vigente sistema sociale ? Semplice! sempre loro:  i Mercanti, che io chiamo Bottegai, ovvero tutti quei gruppi di potere emergente che traevano vantaggio dall’eliminare lo status quo, coincidente con la mentalita’ corale e di trasmissione delle esperienze. Torna prepotente l’istanza delle diverse  Eta’ del mondo descritta da noi in Occidente da Esiodo nel suo testo “Le Opere e i giorni” con correlati in tutte le tradizioni del pianeta, che individua tale passaggio nel subentrare appunto dei Mercanti /Bottegai ovvero una concezione fondata sul denaro, sugli scambi commerciali, sul Mercato, sul valore di scambio, alla Eta’ dei Guerrieri, che possiamo grosso modo individuare con il periodo greco/romano fino alle sue manifestazioni della Rinascita Carolingia del Sacro Romano Impero e quelle delle lotte  contro il Papato e gli ultimi grandi Imperatori:
Enrico IV, Federico Barbarossa, Carlo IV,  ma soprattutto Federico II di Svevia detto lo Stupor mundi, e che ha probabilmente il suo manifesto piu’ celebrato nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Come ho piu’ volte rilevato da un punto di vista di critica artistica con la grande pandemia del 1348 si assiste ad un repentino cambiamento di prospettiva (tra l’altro uno strumento inventato proprio in quel periodo) : in nome di un contesto urbano da ristrutturare con urgenza,  giustappunto per i presunti danni e lo spopolamento  della pandemia,  viene rigettato quel codice fondato sulla coralita’ e la trasmissione delle esperienze di cui il simbolo piu’ appariscente era la Cattedrale Gotica, e al suo posto applicato,  praticamente in tutte le contestualita’ del costruire,  come mera pellicola un codice desunto da pochi ritrovamenti di antiche vestigia - in particolare stralci del De Architectura” di Vitruvio  per nulla verificato, non trasmettibile, ma anzi generato da una “reductio” che ogni singolo artista poteva applicare a seconda della bisogna (progettazione di una chiesa, di un palazzo, di una strada, addirittura di una intera citta’ come fece il Rossellino a Pienza su commissione del Papa Pio II Piccolomini). E’ così che nasce prima il cosidettlo Umanesimo e subito dopo il Rinascimento, in verita’ un unico grande movimento aristico ma subito dopo anche culturale ed in maniera onnicomprensiva, su impulso di una mentalita’ bottegaia fondata sul denaro che si affretta a far piazza pulita di tutti valori che ancora nella cultura medievale venivano scambiati (nella coralita’ delle cattedrali, nelle tradizioni spirituali ed anche nelle organizzazioni di casta ad esempio la Cavalleria, in nome di un unico valore , quello di scambio che fondato sul mercato e sul denaro, costituira’ il solo elemento di distinguo per una umanita’ sempre piu’ irretita da pochi “Mercanti” che andra’ sempre piu’ sprofondando verso l’abominio.
Un qualcosa questo, che nessuna storia, o meglio nessun racconto/farsa sulla storia ha mai affrontato, e poi spuntano fuori idioti totali come Hegel, precursore degli attuali covidioti che nella sua Fenomenologia dello Spirito,  parla di “fine della storia” prendendo a motivo l’incontro casuale dopo la battaglia di Jena  con uno dei piu’ “costruiti” parvenu di ogni tempo quel Napoleone Bonaparte la cui vittoria in qualche scaramuccia, non considerando però il numero molto piu’ rilevante di brucianti sconfitte (tutta la campagna d’italia del 1796/97, Marengo - vittoria solo per Desaix ed il suo “una battaglia e’ perduta? C’e’ il tempo di vincerne un’altra” Eylau, Campagna di Russia, Lipsia, Waterloo – lo ha fatto passare per un genio militare. Altro che fine della storia, come altri sulla scia di Hegel, hanno insistito (Marx, Engels, Popper, Koyeve, Fukuyama) semmai bisognerebbe cominciare a pensare ad “un vero inizio della storia”, un qualcosa che solo pochissimi pensatori hanno correttamente posto alla base del loro lavoro (Schopenauer, Nietzsche, Freud, Hamer, Jaynes, Guenon, Evola, Eliade) e ai quali dovremmo fare al piu’ presto affidamento e rigettare tutte le menzogne che anni,  anzi secoli,  di predominio dei bottegai e dei loro garzoni  ci hanno propinato.

mercoledì 8 marzo 2023

LA STRATEGIA DEL RAGNO

 

Ho fatto larga incetta nel precedente articolo qui su questo blog e in forma ridotta anche nel correlato “preservativoimperfetto", del saggetto originale “Terra e mare” di Carl Schmitt, per evidenziare come l’inghilterra, nazione “bottegaia” per eccellenza  secondo la  definizione di Napoleone, e di fatto nel giudizio unanime,  abbia cominciato nel XVI secolo ad egemonizzare il mare e una volta costruito un vero e proprio impero marittimo e cioe’ fondato sull’elemento fluido, mobile per eccellenza, senza confini e senza quasi limite se non quello della sua assoluta predominanza, si sia spasmodicamente adoperata per espandere questo dominio a tutto il contesto continentale europeo. Diciamo che in tale azione  non si sia servita di  mezzi diretti, tipici di tutte le compagini nazionali europee del calibro di Francia, Prussia, Austria, Russia, ma piuttosto abbia adoperato l’arma della diplomazia con peculiarita’ pero’ di pronunciata spregiudicatezza, quando non addirittura  di vero e proprio raggiro e inganni di diversa portata sempre al fine di seminare zizzania tra gli Stati continentali e indurli  a farsi guerra tra loro. Diceva l’Imperatore Vespasiano in epoca ancora non tacciata di spirito bottegaia “pecunia non olet” ebbene l’Inghilterra ha   aggiornato  tale frase con l’accezione di scambio, anzi di valore di scambio del denaro per incrementare commerci, quindi concepire il mondo intero come un grande mercato, raggiungendolo in ogni angolo, in ogni piu’ nascosto anfratto grazie al potenziale di movimento del libero scambio marittimo. Attenzione,  pero’ tale liberta’ del valore di scambio, su questo l’Inghilterra e’ sempre stata ben determinata, non si applica con equita’ su tutti gli Stati, ma in forza del dominio del mare e di una tecnologia sempre piu’ concepita a proprio favore, cosa che diverra’ preminente a seguito della cosidetta Rivoluzione Industriale, fenomeno originariamente di chiara marca anglosassone, finisce per riguardare solo un Paese e cioe’ se stessa. V’e’ di piu’ : per operare al meglio con  tale prassi e rimanere ancora piu’ nascosta, lo Stato,  il potere reale, ma anche il  governo, i diversi potentati che operano sempre sul lato economico, che si compiacciono  di definirsi democratici non operano direttamente, ma utilizzano il meccanismo delle sette, rifacendosi, per convenienza e utilitarismo ancora piu’ mascherati, ad un antico passato molto poco verificato, e cioe’ al leggendario tempio di Salomone e alla confraternita della libera muratoria - cioe’ le persone abilitate all’esercizio della professione di architetto (archè – techne’ = tecnica del principio) nella impersonificazione del mitico Hiram appunto il costruttore del tempio, ucciso da alcuni suoi allievi per carpigli il segreto del fare edificatorio. Il nome di “setta”si tramuta in quello di “Loggia” e la Massoneria (anche il nome e tutta la simbologia ad essa correlata richiamano la Libera Muratoria di Hiram e del tempio di Salomone )  diviene di fatto una sorta di braccio operativo dello Stato che assume sempre maggiore rilevanza fino a incanalre lei la direttivita’ della politica e della stessa Casa Regnante, sempre piu’ subordinate al potere economico e al principio del libero mercato,  pero’ a senso univoco. Tramite la Massoneria,  lo spirito marittimo dell’Inghilterra si fa sempre piu’ subdolo e tende a seminare zizzania tra gli stati continentali unicamente per conseguire vantaggi economici che alla fin fine vanno a coincidere con i propositi di dominio di tutta l’area europea. Come diceva   Raleigh    “chi domina il mare, domina il commercio del mondo e a  chi domina il commercio del mondo, appartengono tutti i tesori del mondo e il mondo stesso” ecco questa potremmo definire la massima a mo’ di imperativo categorico della bottegaia Inghilterra e del suo braccio operativo: la Massoneria. Nell’ambito di quel seminare zizzania e provocare sempre piu’ scontri tra i popoli continentali, di certo grande piacere dovettero provare i nostri bottegai e loggisti  con le guerre fratricide tra Austria e Prussia e l’emergere di nuovi effimeri campioni di quell’ancora non appannato del tutto carisma del  prode guerriero come e’ il caso di Federico II di Prussia uno degli ultimi epigoni a essere qualificato dell’epigono di “grande”, ma ci sono altri ambiti che possono essere interpretati secondo canoni alquanto diversi da quelli ufficiali  come quello ad esempio del “cui prodest” di una rivoluzione, ovvero un sovvertimento violento e improvviso di un certo “Statu quo “ la risposta e’ presto data : sempre a loro: bottegai e loggisti, gente che oramai antepone a tutto l’interesse economico, il denaro, il commercio, il mercato e ne ha fatto dei veri e propri parametri di misurazione della rilevanza della potenza di una intera civilta’ nel mondo. Cosi’ anche la cosidetta rivoluzione delle colonie americane di poco antecedente a quella in territorio europeo in Francia, denota quasi uno spirito di contro assicurazione  che garantisca una entita’ territoriale ma con spirito non terricolo bensi’ talassico  per scegliersi sempre una base operativa in grado di mantenere quella supremazia non territoriale, non militare, ma marittima e quindi continuare ad esercitare il potere commerciale. Non e’ quindi un caso che tutti i principali protagonisti della rivoluzione americana, sia dalla parte dei ribelli che da parte del governo inglese fossero dei conclamati massoni a cominciare da Washington ed anche dal famoso Marchese  Lafayette, generale sia dell’esercito dei ribelli americani che successivamente della Francia rivoluzionaria. E lo stesso vale per tutti indiscriminatamente i protagonisti della rivoluzione in Francia: Lafayette,  Marat, Danton, Robespierre. Saint Just, Barrat, Carnot, tutti framassoni a prescindere dalle idee politiche di destra o sinistra secondo la pseudo differenza che deve proprio al periodo della Rivoluzione la ben nota differenziazione nominalistica. Viene quindi da chiedersi, stante questa pronunciata presenza massone (anche la celeberrima presa della Bastiglia difatti fu guidata da drappelli guidati da noti massoni) se l’Inghilterra non ci abbia messo lo zampino sia nella sua preparazione che nella sua realizzazione, ovviamente l’Inghilterra tramite il suo braccio operativo della Massoneria che, proprio in virtu’ di questi due eventi che fanno seguito alla Rivoluzione Industriale, piu’ che un braccio abbia assunto il ruolo della mente.  Si obiettera’ “ma come?” l’inghilterra nemica irriducibile di Napoleone, che addirittura sta dietro la rivoluzione francese? Suvvia….” Attenzione signori perche’ anche il Generale Napoleone Buonaparte fu originariamente affiliato alla Massoneria, anche per compiacere il suo piu’ indefesso padrino ovvero quel Paul Barras, che lo aveva favorito agli inizi della carriera  a Tolone promuovendolo da capitano a Generale e quale membro piu’ influente del Direttorio non solo nominato qualche anno dopo comandante dell’armata d’italia, ma gonfiate in maniera abnorme le sue battaglie, era stato il vero creatore del mito del nuovo genio militare. Solo che Napoleone una volta raggiunte le inusitate e insperate  vette della sua, diciamo  un po’ fortuna, un po’ opportunismo,  indubbiamente una certa scaltrezza, come aveva prontamente scaricato Barras, così aveva preso le distanze dalla massoneria e quindi anche dagli inglesi che anzi erano divenuti i suoi peggiori nemici. E’ successo spesso nella storia, che personaggi partiti da un certo contesto, lo abbiano poi abbandonato ed anzi si siano rivelati i piu’ strenui avversari di tale loro contesto:  così ad esempio il principe Eugenio di Savoia che aveva chiesto un incarico da Generale a Luigi XIV e non avendolo ottenuto era divenuto il suo grande nemico, prendendosi anche la soddisfazione di sconfiggerne spesso i suoi eserciti ,  così Benito Mussolini che partito da socialista massimalista e barricadiero era divenuto il Duce del fascismo e quindi il persecutore di tutta la sinistra, così perfino John Fitzgerald Kennedy dal pieno appoggio della mafia anche per la sua elezione, si era talmente  emancipato da tale influenza, che per impedirne ulteriori ritorsioni la grande mafia statunitense (Carlos Marcello, Santo Trafficante, Sam Giancana, etc.)  si era vista costretta a ucciderlo. La massoneria, e dietro di essa l’intero Paese dell’Inghilterra sempre piu’ asservito in ogni sua manifestazione al dio denaro, al commercio, al mercato e quindi all’elemento mare, entrambi sempre dietro ai disordini, alle sommosse, ad ogni piu’ piccolo turbamento dello “statu quo” di ogni singolo paese dell’europa continentale: Austria, nei suoi diversi domini, ma anche nel cuore della sua capitale,  Regno delle Due Sicilie, financo nell’insignificante Regno di Sardegna, stimolando con tanto di generosi finanziamenti  da parte di uno della piu’ potente famiglia massone i Rotschild, a intervenire a favore degli insorti di Milano e dichiarare guerra all’Austria. Lo si sara’ capito,  siamo nel turbolento 1848, le feste per i bottegai cominciano in Sicilia nel gennaio e continuano per tutto l’anno a Milano, a Brescia, a Praga, a Budapest e come si e’ detto,  nella stessa capitale dell’Impero Asburgico Vienna, con strascichi anche nell’anno successivo. Strascichi che per fortuna sono stati tutti ricomposti e le rivolte tutte sedate. Sembra una sconfitta per le forze di mare ovvero i bottegai e i loro garzoni, pero’ sono riuscite nel colpo piu’ grosso e piu’ saturo di implicazioni : l’ allontanamento del principe di Metternich, il  garante di trenta e piu’ anni  di pace e di tutta terricola, senza bisogno di andare a ricercare astrusi mercati e un commercio che in verita’ alimenta piu’ che altro se stesso. E’ vero che il grande statista era alquanto invecchiato (75 anni) ma la sua perdita, si fara’ inesorabilmente sentire di li’ a poco, quando contando sulla pochezza dei successori di Metternich e sulla giovane eta’ e quindi inesperienza del nuovo imperatore Franz Joseph (diciott’anni al momento dell’ascesa al trono nel dicembre 1848), ancora una volta Inghilterra e Massoneria  erano  riuscite a seminare zizzania tra i Paesi
europei convincendo il borioso nipote di Napoleone, Luigi Napoleone autonominatosi anche lui imperatore, a impegnarsi in guerra contro Turchia e Russia per il possesso della Crimea e finendo anche per coinvolgere l’altrettanto velleitario Regno di Sardegna tramite il proprio Capo del Governo il Conte Camillo Benso di Cavour  ovviamente fra massone anche lui e particolarmente asservito alla casa Rotschild, con la promessa di favorirne le ambizioni di sottrarre all'Austria il possesso dei territori dell'alta Italia 
Lombardia e Veneto. La accennata inesperienza del giovane Imperatore austriaco, tra l’altro, proprio nel periodo piu’ acuto del conflitto per la Crimea, infiammato dalla passione di un romantico amore (per la famosa Sissi), e la assoluta incapacita’ dei governanti imperiali,  portera’ anche l’Austria dalla parte di Inghilterra, Francia e Piemonte finendo per mettersi contro l’altro grande impero di terra del continente difatti lo Zar di Russia infuriato per il mancato appoggio dell’Austria, che lui non aveva mancato di dare nel ’49 contro i ribelli Ungheresi, passera’ inesorabilmente dalla parte delle potenze succubi dell’Inghilterra e questo non solo non aiutando l’Austria contro Francia e Piemonte nella successiva guerra del ’59, ma mantenendo tale antistorica posizione ancora nel 1914 nella apocalisse della Grande Guerra. Come si vede  la bottegaia Inghilterra e la sua emanazione piu' informante la Massoneria,  sono state la zizzania d'Europa e con un'ottica un tantino piu' allungata  la disgrazia dell'intero pianeta che si e' trovato irretito in una spirale di violenza e  mercimonio che ancora oggi ne costituiscono come una ragnatela. Per dirlo con il titolo di un famoso film La strategia del ragno            

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...