Ho fatto larga incetta nel precedente articolo qui su questo blog e in forma ridotta anche nel correlato “preservativoimperfetto", del saggetto originale “Terra e mare” di Carl Schmitt, per evidenziare come l’inghilterra, nazione “bottegaia” per eccellenza secondo la definizione di Napoleone, e di fatto nel giudizio unanime, abbia cominciato nel XVI secolo ad egemonizzare il mare e una volta costruito un vero e proprio impero marittimo e cioe’ fondato sull’elemento fluido, mobile per eccellenza, senza confini e senza quasi limite se non quello della sua assoluta predominanza, si sia spasmodicamente adoperata per espandere questo dominio a tutto il contesto continentale europeo. Diciamo che in tale azione non si sia servita di mezzi diretti, tipici di tutte le compagini nazionali europee del calibro di Francia, Prussia, Austria, Russia, ma piuttosto abbia adoperato l’arma della diplomazia con peculiarita’ pero’ di pronunciata spregiudicatezza, quando non addirittura di vero e proprio raggiro e inganni di diversa portata sempre al fine di seminare zizzania tra gli Stati continentali e indurli a farsi guerra tra loro. Diceva l’Imperatore Vespasiano in epoca ancora non tacciata di spirito bottegaia “pecunia non olet” ebbene l’Inghilterra ha aggiornato tale frase con l’accezione di scambio, anzi di valore di scambio del denaro per incrementare commerci, quindi concepire il mondo intero come un grande mercato, raggiungendolo in ogni angolo, in ogni piu’ nascosto anfratto grazie al potenziale di movimento del libero scambio marittimo. Attenzione, pero’ tale liberta’ del valore di scambio, su questo l’Inghilterra e’ sempre stata ben determinata, non si applica con equita’ su tutti gli Stati, ma in forza del dominio del mare e di una tecnologia sempre piu’ concepita a proprio favore, cosa che diverra’ preminente a seguito della cosidetta Rivoluzione Industriale, fenomeno originariamente di chiara marca anglosassone, finisce per riguardare solo un Paese e cioe’ se stessa. V’e’ di piu’ : per operare al meglio con tale prassi e rimanere ancora piu’ nascosta, lo Stato, il potere reale, ma anche il governo, i diversi potentati che operano sempre sul lato economico, che si compiacciono di definirsi democratici non operano direttamente, ma utilizzano il meccanismo delle sette, rifacendosi, per convenienza e utilitarismo ancora piu’ mascherati, ad un antico passato molto poco verificato, e cioe’ al leggendario tempio di Salomone e alla confraternita della libera muratoria - cioe’ le persone abilitate all’esercizio della professione di architetto (archè – techne’ = tecnica del principio) nella impersonificazione del mitico Hiram appunto il costruttore del tempio, ucciso da alcuni suoi allievi per carpigli il segreto del fare edificatorio. Il nome di “setta”si tramuta in quello di “Loggia” e la Massoneria (anche il nome e tutta la simbologia ad essa correlata richiamano la Libera Muratoria di Hiram e del tempio di Salomone ) diviene di fatto una sorta di braccio operativo dello Stato che assume sempre maggiore rilevanza fino a incanalre lei la direttivita’ della politica e della stessa Casa Regnante, sempre piu’ subordinate al potere economico e al principio del libero mercato, pero’ a senso univoco. Tramite la Massoneria, lo spirito marittimo dell’Inghilterra si fa sempre piu’ subdolo e tende a seminare zizzania tra gli stati continentali unicamente per conseguire vantaggi economici che alla fin fine vanno a coincidere con i propositi di dominio di tutta l’area europea. Come diceva Raleigh “chi domina il mare, domina il commercio del mondo e a chi domina il commercio del mondo, appartengono tutti i tesori del mondo e il mondo stesso” ecco questa potremmo definire la massima a mo’ di imperativo categorico della bottegaia Inghilterra e del suo braccio operativo: la Massoneria. Nell’ambito di quel seminare zizzania e provocare sempre piu’ scontri tra i popoli continentali, di certo grande piacere dovettero provare i nostri bottegai e loggisti con le guerre fratricide tra Austria e Prussia e l’emergere di nuovi effimeri campioni di quell’ancora non appannato del tutto carisma del prode guerriero come e’ il caso di Federico II di Prussia uno degli ultimi epigoni a essere qualificato dell’epigono di “grande”, ma ci sono altri ambiti che possono essere interpretati secondo canoni alquanto diversi da quelli ufficiali come quello ad esempio del “cui prodest” di una rivoluzione, ovvero un sovvertimento violento e improvviso di un certo “Statu quo “ la risposta e’ presto data : sempre a loro: bottegai e loggisti, gente che oramai antepone a tutto l’interesse economico, il denaro, il commercio, il mercato e ne ha fatto dei veri e propri parametri di misurazione della rilevanza della potenza di una intera civilta’ nel mondo. Cosi’ anche la cosidetta rivoluzione delle colonie americane di poco antecedente a quella in territorio europeo in Francia, denota quasi uno spirito di contro assicurazione che garantisca una entita’ territoriale ma con spirito non terricolo bensi’ talassico per scegliersi sempre una base operativa in grado di mantenere quella supremazia non territoriale, non militare, ma marittima e quindi continuare ad esercitare il potere commerciale. Non e’ quindi un caso che tutti i principali protagonisti della rivoluzione americana, sia dalla parte dei ribelli che da parte del governo inglese fossero dei conclamati massoni a cominciare da Washington ed anche dal famoso Marchese Lafayette, generale sia dell’esercito dei ribelli americani che successivamente della Francia rivoluzionaria. E lo stesso vale per tutti indiscriminatamente i protagonisti della rivoluzione in Francia: Lafayette, Marat, Danton, Robespierre. Saint Just, Barrat, Carnot, tutti framassoni a prescindere dalle idee politiche di destra o sinistra secondo la pseudo differenza che deve proprio al periodo della Rivoluzione la ben nota differenziazione nominalistica. Viene quindi da chiedersi, stante questa pronunciata presenza massone (anche la celeberrima presa della Bastiglia difatti fu guidata da drappelli guidati da noti massoni) se l’Inghilterra non ci abbia messo lo zampino sia nella sua preparazione che nella sua realizzazione, ovviamente l’Inghilterra tramite il suo braccio operativo della Massoneria che, proprio in virtu’ di questi due eventi che fanno seguito alla Rivoluzione Industriale, piu’ che un braccio abbia assunto il ruolo della mente. Si obiettera’ “ma come?” l’inghilterra nemica irriducibile di Napoleone, che addirittura sta dietro la rivoluzione francese? Suvvia….” Attenzione signori perche’ anche il Generale Napoleone Buonaparte fu originariamente affiliato alla Massoneria, anche per compiacere il suo piu’ indefesso padrino ovvero quel Paul Barras, che lo aveva favorito agli inizi della carriera a Tolone promuovendolo da capitano a Generale e quale membro piu’ influente del Direttorio non solo nominato qualche anno dopo comandante dell’armata d’italia, ma gonfiate in maniera abnorme le sue battaglie, era stato il vero creatore del mito del nuovo genio militare. Solo che Napoleone una volta raggiunte le inusitate e insperate vette della sua, diciamo un po’ fortuna, un po’ opportunismo, indubbiamente una certa scaltrezza, come aveva prontamente scaricato Barras, così aveva preso le distanze dalla massoneria e quindi anche dagli inglesi che anzi erano divenuti i suoi peggiori nemici. E’ successo spesso nella storia, che personaggi partiti da un certo contesto, lo abbiano poi abbandonato ed anzi si siano rivelati i piu’ strenui avversari di tale loro contesto: così ad esempio il principe Eugenio di Savoia che aveva chiesto un incarico da Generale a Luigi XIV e non avendolo ottenuto era divenuto il suo grande nemico, prendendosi anche la soddisfazione di sconfiggerne spesso i suoi eserciti , così Benito Mussolini che partito da socialista massimalista e barricadiero era divenuto il Duce del fascismo e quindi il persecutore di tutta la sinistra, così perfino John Fitzgerald Kennedy dal pieno appoggio della mafia anche per la sua elezione, si era talmente emancipato da tale influenza, che per impedirne ulteriori ritorsioni la grande mafia statunitense (Carlos Marcello, Santo Trafficante, Sam Giancana, etc.) si era vista costretta a ucciderlo. La massoneria, e dietro di essa l’intero Paese dell’Inghilterra sempre piu’ asservito in ogni sua manifestazione al dio denaro, al commercio, al mercato e quindi all’elemento mare, entrambi sempre dietro ai disordini, alle sommosse, ad ogni piu’ piccolo turbamento dello “statu quo” di ogni singolo paese dell’europa continentale: Austria, nei suoi diversi domini, ma anche nel cuore della sua capitale, Regno delle Due Sicilie, financo nell’insignificante Regno di Sardegna, stimolando con tanto di generosi finanziamenti da parte di uno della piu’ potente famiglia massone i Rotschild, a intervenire a favore degli insorti di Milano e dichiarare guerra all’Austria. Lo si sara’ capito, siamo nel turbolento 1848, le feste per i bottegai cominciano in Sicilia nel gennaio e continuano per tutto l’anno a Milano, a Brescia, a Praga, a Budapest e come si e’ detto, nella stessa capitale dell’Impero Asburgico Vienna, con strascichi anche nell’anno successivo. Strascichi che per fortuna sono stati tutti ricomposti e le rivolte tutte sedate. Sembra una sconfitta per le forze di mare ovvero i bottegai e i loro garzoni, pero’ sono riuscite nel colpo piu’ grosso e piu’ saturo di implicazioni : l’ allontanamento del principe di Metternich, il garante di trenta e piu’ anni di pace e di tutta terricola, senza bisogno di andare a ricercare astrusi mercati e un commercio che in verita’ alimenta piu’ che altro se stesso. E’ vero che il grande statista era alquanto invecchiato (75 anni) ma la sua perdita, si fara’ inesorabilmente sentire di li’ a poco, quando contando sulla pochezza dei successori di Metternich e sulla giovane eta’ e quindi inesperienza del nuovo imperatore Franz Joseph (diciott’anni al momento dell’ascesa al trono nel dicembre 1848), ancora una volta Inghilterra e Massoneria erano riuscite a seminare zizzania tra i Paesi europei convincendo il borioso nipote di Napoleone, Luigi Napoleone autonominatosi anche lui imperatore, a impegnarsi in guerra contro Turchia e Russia per il possesso della Crimea e finendo anche per coinvolgere l’altrettanto velleitario Regno di Sardegna tramite il proprio Capo del Governo il Conte Camillo Benso di Cavour ovviamente fra massone anche lui e particolarmente asservito alla casa Rotschild, con la promessa di favorirne le ambizioni di sottrarre all'Austria il possesso dei territori dell'alta Italia Lombardia e Veneto. La accennata inesperienza del giovane Imperatore austriaco, tra l’altro, proprio nel periodo piu’ acuto del conflitto per la Crimea, infiammato dalla passione di un romantico amore (per la famosa Sissi), e la assoluta incapacita’ dei governanti imperiali, portera’ anche l’Austria dalla parte di Inghilterra, Francia e Piemonte finendo per mettersi contro l’altro grande impero di terra del continente difatti lo Zar di Russia infuriato per il mancato appoggio dell’Austria, che lui non aveva mancato di dare nel ’49 contro i ribelli Ungheresi, passera’ inesorabilmente dalla parte delle potenze succubi dell’Inghilterra e questo non solo non aiutando l’Austria contro Francia e Piemonte nella successiva guerra del ’59, ma mantenendo tale antistorica posizione ancora nel 1914 nella apocalisse della Grande Guerra. Come si vede la bottegaia Inghilterra e la sua emanazione piu' informante la Massoneria, sono state la zizzania d'Europa e con un'ottica un tantino piu' allungata la disgrazia dell'intero pianeta che si e' trovato irretito in una spirale di violenza e mercimonio che ancora oggi ne costituiscono come una ragnatela. Per dirlo con il titolo di un famoso film La strategia del ragno
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