mercoledì 31 maggio 2023

LIBERTA' "da".... LIBERTA' "per"

John Stuart Mill ideologo del principio bottegaio 
Troppo a lungo siamo stati condizionati da pseudo pensatori che il potere costituito ha fatto si che considerassimo esaustivi della complessita’ intellettuale in nome del principio economico . Si parte da Hegel che e’ un po’ il prototipo antesignano  di questo falso costrutto, e quindi si comprendono tutta una serie di cosidetti “economisti” che hanno infarcito il pensiero filosofico di questo nuovo principio mercantile (non a caso eta’ dei mercanti come indicato da Esiodo) facendo del mondo un unico grande squallidissimo mercato all’insegna di aggiornamenti  piu’ o meno utili  del vecchio “conto della serva”: i vari Smith, Say, Malthus, Ricardo, Bentham, Stuart Mill, non a caso quasi tutti di scuola anglosassone  e arriviamo oggi agli aggiornamenti intrisi di esasperata  tecnologia di supporto, di stampo soprattutto statunitense,  che ha fatto del mondo una sorta di enorme bottega dove le uniche cose che contano sono il commercio, i mercati, il denaro e l’unico valore mantenuto tra quelli che un tempo si scambiavano nella comunita’ è il “valore di scambio”. Lo hanno chiamato Liberalismo o Liberismo ed oggi con il passaggio del testimone tra la vecchia nazione bottegaia per eccellenza l’Inghilterra e quella nuova gli Stati Uniti (l’isola piu’ grande secondo una accezione del grande filosofo geo politico Carl Schmitt che nel suo saggio del 1942 “Terra e Mare” aveva correttamente distinto la storia del mondo tra civiltà telluriche e civiltà talassiche, le prime rappresentanti della tradizione, di una certa sacralita’ dello spirito, quindi della solidita’ dei principi che rappresentavano l’idea di  coralita  riassunte nel concetto di “Impero”, le seconde di cui ci basta annoverare le due nazioni bottegaie citate Inghilterra e USA, come rappresentanti di quel mondo senza confini, senza principi, senza limiti di cui e’ espressione la liquidita’ dell’elemento marino e quindi il commercio, i mercati, il lasciapassare del denaro). A suffragio di tale concetto comportamentale  e’ stato adottato  il termine ideologico-politico di “liberalismo” dove stride quel riferimento alla “liberta’ “ l’eleuteria della lingua greca,  cui pero’ uno dei ronzini di questa pseudo ideologia, John Stuart Mill  ha applicato la distinzione del termine liberta’ utilizzando i due termini ovviamenti inglesi di “Liberty “ e “Freedom” -  la prima difatti  espressa dal primo termine sarebbe una “liberta’ da”, ovvero una liberta’  da qualsivoglia legame sociale, da obblighi di  moralita’, di interdipedenza con altri esseri umani in una esaltazione parossistica dell’individualismo, dell’interesse personale, dell’egoismo del singolo  nel corrispettivo del denaro e della sua circolazione sui mercati per un commercio vincolato da un unico e solo valore : il citato “valore di scambio. Viene corretta l’antica massima di Protagora “l’uomo e’ la misura di tutte le cose” togliendo quel termine generico uomo e sostituendolo con “homo oeconomicus”  ovvero colui dedito solo alla compravendita, come essenza e  principio di tutte le cose.  Tale homo oeconomicus, ovvero  l’imprenditore, il banchiere, il bottegaio, spinto solo dall’avidita’ e dal proprio tornaconto diviene  il modello universale della ideologia liberale “da”  in quanto rappresentante univoco dell’etica del commercio e del mercato, quindi dcel denaro. Tutte le restrizioni legali, amministrative e sociali, non parliamo poi di quelle etiche, morali, di rispetto di tradizioni  debbono quindi essere rimosse per permettere al suo egoismo di affermarsi nel mondo sempre piu’ omologato appunto ad una generale bottega. In sostanza deve essere la mano invisibile del mercato  a condizionare e dirigere in toto questo processo di accaparramento di un singolo rispetto ai piu' e quanto piu' si osserveranno meno scrupoli e si faranno valere le astuzie del raggiro, della corruzione, della menzogna tanto piu' l'obiettivo e addirittura lo scopo, il senso di una vita saranno esaltate. Per dare ancora piu' senso a questa abiezione sempre Stuart Mill rincara la dose e introduce una nuova definizionde di liberta' non piu' Liberty ma "freedom" e la qualifica con una forte connotazione di dispregio come "Liberta' per" denunciandone la sostanziale inconsistenza per il meccanismo del mondo liberale fondato sul commercio. i Riferimenti insiti in tale altro tipo di Liberta', appunto la "Liberta' per", Freedom alla tradizione, alla lealta' financo ad aspetti di sacralita' correlate all'esistenza sono banditi come facezie e addirittura come ostacolo, impedimento al, per loro, svolgersi della vita umana  

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