venerdì 29 settembre 2023

GLI SCHERZETTI CAMMINANDO

 

Mi cominciai  ad interessare di Fisica Quantistica  nel settembre 1965 seguendo il fisico che quell’anno aveva preso il Premio Nobel :   Richard Feynman. Galeotta di questo interesse era stata una sua teoria che risaliva all'anno della mia nascita il 1948  “l’integrale sui cammini” che proprio in  quel 1965, l'anno in cui aveva conquistato il Nobel,mi aveva particolarmente suggestionato per via di certi ripensamenti comportamentali della mia vita che intendevo ridefinire e quindi ero appunto alla ricerca di una sorta di riformulazione generale  in termini di limite , di derivata e alla fin fine anche di integrale  di tutta una certa storia fatta di eventi, situazioni, suggestioni, atmosfere   e anche persone quantistica, storie che diventavano percorsi, cammini quindi che un io/particella  o magari flusso si trovava a definire . Americano classe  1918, Richard Phillips Feynman aveva cominciato a interessarsi alla scienza grazie a un atteggiamento mentale che conserverà sempre: la curiosità. Da ragazzino si era messo in luce riparando e montando rudimentali apparecchi radiofonici, ed aveva sviluppato  una vera passione per le combinazioni, che si divertira’ a sottoporre a continua verifica  e anche a violare sistematicamente. Prima ancora che adolescente, aveva già un suo laboratorio personale a casa, dove si divertiva  a collegare fili, radio, lampadine, circuiti - 

Ecco! Feynman manterrà sempre questo gusto pragmatico per la scienza sviluppato fin dall'infanzia, ma la sua dedizione alle scienze esatte e formalizzate,  parte in realtà dalla matematica. Si impadronisce presto di miriadi di trucchi e strategie di calcolo.
Impara delle tecniche di calcolo mentale che renderanno le sue abilità matematiche ancora più impressionanti. La sua carriera universitaria parte dal MIT (Massachussetts Institute of Technology), dove si laurea nel 1939, prosegue a Princeton, dove, diventato il pupillo di John Archibald Wheeler, ottiene il dottorato nel 1942; poi alla Cornell University, dove insegna fisica teorica per cinque anni; infine al Caltech (California Institute of Technology) dove termina la sua carriera. A Princeton inizia a familiarizzarsi con i metodi variazionali, ovvero, la ricerca di equazioni dinamiche minimizzando un'opportuna funzione. In pratica, si cerca la minore "traiettoria" in opportuni spazi. Sorprendentemente, il principio variazionale, anima della formulazione di Feynman della meccanica quantistica, non piace subito al giovane Richard. Il metodo, che applica una sorta di principio di Fermat alla meccanica e utilizza coordinate astratte (o "lagrangiane"), non lo entusiasma. Feynman preferisce avere sempre in mente le forze: vuole visualizzarne le componenti, proiettare tutto sugli assi cartesiani e ragionare "newtonianamente". Non si accontenta della potenza del formalismo di Lagrange o di Hamilton che, al prezzo di coordinate e momenti generalizzati, consente di ricavare le equazioni del moto da un principio variazionale e di visualizzare meglio le simmetrie. Una tecnica oggi universale in fisica e che Lagrange aveva portato al massimo dell'eleganza e dell'astrazione nella sua "Mecanique Analitique" del 1788, in cui si vantava di aver "domato" l'intera meccanica newtoniana solo con le equazioni, senza neanche una figura. Successivamente, una volta imparato ad apprezzare il calcolo variazionale, Feynman tira fuori il suo capolavoro: la riformulazione della meccanica quantistica in termini di integrale su tutte le "storie" o "cammini" percorsi dalla particella (che io stavo cercando di rendere effettiva per un flussso, quindi un'onda essendo parimenti attratto da un altro mostro sacro della fisica qquantistica Erwin Schrodinger che appunto l'equazione d'onda porta al collasso e vi trova anche la sua metafora col famoso gatto "vivo o morto"  . Ma ovviamente Feynman va ben oltre e non finirà di stupire, contribuendo alla teoria dell'Elettrodinamica Quantistica (QED), nalla quale lunghi e complicati integrali possono essere schematizzati dai celebri "diagrammi di Feynman".
La QED, insieme ai diagrammi che portano il suo nome, lo renderà immortale con il premio Nobel per la fisica nel 1965 (condiviso con il "rivale" Jullian Schwinger e con Sin Itiro Tomonaga). Sua è anche l'interpretazione delle 
antiparticelle come oggetti che vanno... indietro nel tempo! La facilità con cui Feynman apportava modifiche sostanziali e anticonvenzionali all'ordinario modo di vedere le cose ricorda il genio innovatore di Einstein: accettare anche ciò che sembra assurdo, che il mondo vada effettivamente come suggeriscono le equazioni e gli esperimenti pur di soddisfare a principii di simmetria e semplicità.  Negli anni più bui per la fisica, quelli di Los Alamos, Feynman, come molti altri, ha prestato il suo genio e le sue doti di calcolatore e programmatore per la costruzione della bomba atomica. Come accade nel caso di FermiEinsteinBohr e molti altri, anche per Feynman si pone il dilemma (tuttora irrisolto) del ruolo dello scienziato nella società e della non neutralità della fisica, soprattutto dei grandi fisici. In quegli anni dovette affrontare anche dei drammatici momenti personali, come nei suoi lunghi andirivieni in autostop tra Los Alamos e l'ospedale di Albuquerque in cui la sua moglie  moriva di tubercolosi. Negli anni più recenti Feynman era ormai una leggenda, un modello per i colleghi e gli studenti. Oltre all'immagine del genio anticonformista, dell'affascinante cacciatore di donne, del frequentatore di locali notturni, del goliardico suonatore di bongo, un'altra figura ha arricchito il mito di Feynman: l'insegnante e il comunicatore della scienza. Molte sue lezioni sono state oggetto di culto tra studenti e colleghi, spesso registrate su cassette audio o video. Alcune sono state raccolte da editori illuminati, creando libri diventati poi un classico come La Fisica di Feynman. In Italia la casa editrice "Gli Adelphi" ha pubblicato i due volumetti Sei pezzi facili e Sei pezzi meno facili in cui, come un grande pianista che illude l'ascoltatore sulla "facilità" dei suoi virtuosismi rendendoli apparentemente alla portata di tutti, Feynman "esegue" 12 piccoli capolavori didattici che solo la sua straordinaria comunicativa fanno sembrare alla portata di ogni insegnante. Lo stesso Feynman si è concesso ai lettori con un paio di pubblicazioni a carattere autobiografico che ne hanno ulteriormente consacrato il mito: Sta scherzando, Mr Feynman! Che t'importa di ciò che dice la gente? in cui Feynman ci regala una divertente carrellata di aneddoti e momenti di fisica "alla Feynman", spesso anche autocelebrativi... Chi lo sa  come un simile personaggio avrebbe preso  lo sviluppo del personal computers e di internet. Lui, esperto calcolatore e programmatore, che contribuì, tra le mille altre cose, alle prime idee sulle nanotecnologie, forse avrebbe avuto piu' d'una perplessita' allo sviluppo di quella massificazione  della cultura e sopratutto della scienza,  contro le quali aveva  indirizzato  la sua ironia, il suo sarcasmo e anche la sua critica. 
La sua immagine è stata sfruttata persino dai pubblicitari ingaggiati per la campagna think different della società di computers Apple , in due poster. In uno si vede l'immagine di Feynman campeggiare accanto a Maria Callas e Miles Davis. Lo slogan della campagna è quanto mai azzeccato per Feynman: pensare in modo differente è stato il suo principale biglietto da visita con chiunque entrava in contatto, dal semplice studente al più blasonato dei colleghi. Spesso rifiutava l'invito a conferenze ufficiali ma si concedeva sempre nelle occasioni meno pompose e più popolari, per studenti o persone comuni. Ad esempio, nel 1975 tenne un ciclo di memorabili conferenze in Nuova Zelanda, nelle quali realizzò un'impresa forse unica: spiegare a un pubblico di non specialisti alcuni fenomeni di fisica delle interazioni elettromagnetiche in termini della teoria che egli stesso aveva contribuito a costruire: la QED. Da quelle lezioni, riprese da una telecamera, è stato tratto QED - la strana teoria della luce e della materia (edito in Italia da "Gli Adelphi", 1989). Leggendo quelle lezioni-conferenza, ma soprattutto ascoltandole direttamente dalla sua voce, si può avere un assaggio di Feynman nel pieno del suo splendore di maestro di fisica e di comunicazione: complesse interazioni e diagrammi di Feynman (ma non li chiama mai con quel nome) passano nella mente dell'ascoltatore senza che questi, ignaro di tutta l'immensa matematica che c'è dietro, se ne accorga. Dando poche regolette pratiche, ultrasemplificate ma rigorose, su certe "freccette" (i vettori dello spazio di Hilbert, dove "vivono" le funzioni d'onda) e su certe lancette che girano ognuna a una certa frequenza (i fattori e iωt), Feynman riesce a portare chiunque, magari solo per un attimo, a spasso tra le leggi dell'elettrodinamica quantistica, lasciando una sensazione di "ovvio", di bello e semplice nelle cose che spiega. Anche in quegli argomenti che fisici e matematici hanno costruito in decenni di calcoli, esperimenti, teoremi, idee rivoluzionarie, arricchendole anche con un irresistibile houmor. In queste come in altre lezioni, Feynman aveva ben chiaro il dilemma di ogni scienziato che si dedichi alla divulgazione o alla comunicazione scientifica: coniugare il rigore con la completezza; non farsi prendere dalla smania di non poter assolutamente tralasciare quel concetto o quella formula. In realtà, chi non può seguire completamente un discorso non si accorge nemmeno delle incompletezze, ma coglie lo spirito, l'essenza. E' quella che va comunicata, e Feynman ci riesce sempre. Sono questo tipo di argomentazioni "alla Feynman" che avvicinano la fisica alle persone (o, se si vuole, le persone alla fisica), convincendo l'ascoltatore che il fisico si occupa anche di fenomeni dell'esperienza comune (come la rifrazione della luce), e non solo di astrusi modelli matematici o complicati esperimenti da eseguire con macchine spropositate. Uno degli aspetti interessanti del Feynman divulgatore è la sua deliberata rinuncia a spiegare quei concetti che non possono esistere senza la matematica opportuna, come a volerne salvaguardare la purezza. Un atteggiamento che ricorda il teorico per eccellenza, il suo idolo Paul Dirac, tutto sommato sorprendente per uno come Feynman. Il mondo ha potuto ammirare Feynman in TV in un'occasione tragica: nel 1986 il governo USA lo chiamò come consulente per le indagini sull'incidente al Challenger. Feynman, senza rinunciare al pragmatismo che lo aveva accompagnato in tutta la sua vita, spiegò le cause dell'incidente (un difetto in un anello di gomma detto "o-ring") comparendo in conferenza stampa, visibilmente invecchiato, con un o-ring e un bicchiere d'acqua.Avvicinare un pubblico di non specialisti a teorie astratte e apparentemente lontane dalla scienza "per il pubblico", affrontare le complessità della fisica con lo sguardo di un bambino e contemporaneamente influenzare le basi della fisica come solo Newton, Heisenberg, Fermi, Einstein, Dirac e pochi altri hanno fatto non è impresa facile. Ci vuole un genio, ma non basta; ci vuole una profonda conoscenza della materia, ma non basta; ci vogliono grande capacità di sintesi, attitudine didattica, originalità, anticonformismo, spirito critico, ma non bastano. Servono tutte quelle qualità messe insieme più qualcos'altro di non ben definibile, se non come un modo di essere Feynman.

mercoledì 20 settembre 2023

LA MEDICINA NON C'ENTRA

 

E’ uno dei piu’ triti luoghi comuni quello di affermare  che la medicina moderna avrebbe allungato la vita della gente - si riportano dati che dicono che l’età media di vita, chesso’ dei tempi dei Romani o ancor peggio del medioevo non arrivava ai trent’anni di vita, salvo pero’ a rimarcare che un Giulio Cesare non era considerato affatto vecchio all’eta’ di 56 anni e per toglierlo di torno erano stati costretti ad assassinarlo, così lo stesso per la piu’ parte dei personaggi  famosi, quando non uccisi in congiure o pronunciamenti, quasi tutti arrivati ad una eta’ piu’ che ragguardevole (Scipione, Catone, Cicerone, Augusto, Tiberio etc.) e lo stesso dicasi per i cosidetti “secoli bui” del Medioevo (i vari Papi, i Reali, i Dogi di Venezia  molti dei quali ancora attivi superato i novantenni), fino ai secoli successivi antecedenti la Rivoluzione Industriale di meta’ secolo XVIII con la quale si suole indicare l’inizio della eta’ moderna. Abbiamo fatto cenno della longevita’ì di Papi, Reali, Dogi e comunque persone di spicco:  un Dante indicava il limite di “nostra vita” nei settantanni e siamo nel 1300, nei secoli successivi ci sono stati politici, artisti ottuagenari e addirittura novantenni ancora perfettamente attivi come Michelangelo, ribadendo comunque che la maggior parte delle persone di agiatezza o anche di media agiatezza, arrivavano  tutti abbondantemente sopra la soglia della sessantacinque anni, eta’ che ancor oggi e’ giudicata di limite alla soglia della vecchiezza e questo molto molto prima dell’affermarsi della medicina cosidetta moderna. Sembra insomma che la statistica non  si applichi alle persone con un certo tenore di vita, ma solo alla massa di diseredati, che vivevano per lo piu’ in disastrose condizioni di igiene ed anche di enorme penuria alimentare, aggiungendovi a questo le fatiche e i pericoli  del vivere quotidiano cui erano  esposti contadini, manovali, financo artigiani e soldati di basso grado, tra carestie, guerre, assedi  .    Insomma per farla breve considerando l’eta’ media delle persone si sarebbe piu’ che raddoppiata quella famosa  eta’ media di vita,  ma nulla o quasi nulla si sarebbe aggiunto all’eta’ di una persona benestante.    

Quindi precisiamo che la medicina moderna, ovvero quella serie di scoperte, invenzioni, anche nozioni e nuove abitudini, che ha cominciato ad affermarsi parecchio dopo la Rivoluzione Industriale e soprattutto col positivismo del XIX secolo, riguarda non la vita in generale come fenomeno biologico, che ripetiamo non ha aggiunto un giorno di piu’ a quello che e’ sempre stata  -  ottantenni, novantenni, come abbiamo visto anche arzilli, ce ne sono sempre stati e neppure sono mancati i centenari, per cui lo straordinario allungamento non puo ‘ essere addotto ad una qualche nuova pratica di chissa’ quanto  nuova straordinaria scoperta, ma piuttosto ad una diffusione di uno stato che prima era di pochissimi e via via col tempo e’ cominciato a diffondersi:  potremmo azzardare  ad una sorta di democratizzazione, di emancipazione di uno stato d’essere privilegiato, divenuto sempre piu’ comune  : quello della persona ben nutrita, non oberata da pesanti lavori, non sottoposta a  ripetuti disagi. Non si tratta quindi di efficacia, ma piuttosto di diffusione e per la verita’ in questo la medicina c’entra poco,  anche perche’ quella che si considera al massimo grado medicina moderna non e’ quell’insieme di  conoscenze, abilita’ che farebbero si che la qualsivoglia affezione  venga subito contrastata e respinta , ma piuttosto una serie di rimedi a posteriori che pochissimo incidono sul decorso di una patologia. Quando questa medicina ha voluto poi cimentarsi sulla prevenzione di tali patologie o malattie, come sempre piu’ tali stati sono stati denominati, ha mostrato tutta la sua pochezza. Non parliamo infatti piu’ di quel famoso “occhio clinico” cui faceva riferimento anche il grande Medico dell’antichita’ Ippocrate, di cui i medici di vecchissima generazione quelli che la nostra generazione (nati intorno alla meta’ del XX secolo) ha fatto appena a tempo a conoscere nell’infanzia, esercitavano con naturalezza e vera competenza  e neppure di quella medicina fondata sulla fattualita’ del pronto intervento su organo colpito da trauma,  come l’anestesia e la chirurgia, che in effetti hanno risolto molti problemi, legati alla contingenza dell’evento, secondo il detto da alcuni attribuito sempre ad Ippocrate, ma da altri a Galeno, del “Divinum est sedare dolorem”, parliamo in verita’ della medicina affermatasi grazie al nume tutelare del denaro e di societa’ fondate sulle speculazioni commerciali e di mercato, quella che ha origine nella Rivoluzione industriale e nello spirito bottegaio della cultura anglosassone, affermatasi soprattutto nel XIX secolo con lo sviluppo di quella cultura positivista e tutto sommato commerciale cui avevano dato impulso  una serie di teorie  di pensatori prevalentemente inglesi (Smith, Malthus, Say, Ricardo, Stuart Mill, Spencer, etc) , ma di ispirazione hegeliana, il cui corpus filosofico al di la’ delle apparenze si sposava appieno ad una concezione di compravendita anche di idee;  così soprattutto nel conflitto “servo-padrone” della Fenomenologia dello Spirito,  o vieppiu’ in tutte le morti rituali della storia, dell’arte, scandite dalla famosa dialettica ed anche di risibili incontri con personaggi, improbabili rappresentanti di un certo spirito come ad esempio il mediocre e gonfiatissimo genio militare di Napoleone Bonaparte, visto 

all’indomani della battaglia di Jena,  che avrebbe incarnato lo spitito della storia  (sarebbe stato curioso vedere come si sarebbe portato il nostro super filosofo avesse avuto lo stesso incontro con Napoleone, ma appena qualche mese dopo, ovvero dopo Eylau e non Jena ).  L’unico vero spirito che sta alla base della medicina moderna e’ come abbiamo detto, quello commerciale, bottegaio che ha i suoi prodromi nella mentalita’ bottegaia anglosassone, il cui testimone e’ stato piu’ che degnamente raccolto dagli Stati Uniti d’America come ulteriore elemento di potere e dominio  talassico e non terricolo secondo la illuminante interpretazione di Carl Schmitt in “Terra e Mare”. Diciamo che l’atto di nascita della medicina moderna e allopatica si ha con le pseudo scoperte di Louis Pasteur un vero e proprio arruffone della scienza che aveva spacciato delle teorie di suoi maestri (soprattutto Bechamp) per sue al fine di  acquisire credibilita’ non tanto per desiderio di gloria, quanto di vil denaro, favorendo una concezione di perniciosita’ dei microbi, che ben si adattava alle speculazioni di un onnipotente industriale del petrolio come Rockfeller che con la sua fondazione e l’avallo di prezzolati scienziati intendeva dominare il mondo della farmacologia scagliandosi contro la medicina naturale e favorendo l’impiego della chimica e quindi del petrolio nei farmaci. Io non credo come e’ stato ipotizzato da qualcuno,  che la fondazione Rockefeller con l'invenzione della medicina moderna avesse intenzione di ridurre l'età media di vita della gente, rendendo  
sempre più deboli e malate le masse, questo e’ un fenomeno indotto ed e’ un po’ di contrappasso a quanto osservato su eta’ media di vita e vita biologica . A Rockfeller e ai suoi accoliti delle lobbies farmaceutiche, soprattutto dopo il famigerato Protocollo Flexner del 1910 (siamo quindi arrivati al XX secolo, cioe’ appena ieri) importava sancire la fine di ogni naturalezza dei trattamenti terapeutici e stabilire il primato assoluto del farmaco chimico derivato dal petriolio, proprio facendo leva sulla teoria di una perniciosita’ dei microbi, invisibili e spesso e volentieri neppure esistenti animaletti nemici del genere umano, la teoria appunto che gli aveva confezionato a bella posta Pasteur contraddicendo platealmente l’assioma del grande fisiologo Claude Bernard  “il microbo e’ nulla, il terreno e’ tutto!”   
E’ stato detto anche questo che  attraverso farmaci, vaccini e piu’ recentemente  chemioterapia la fondazione Rockefeller ha avuto,  e anche questo testimone e’ stato prontamente raccolto (Big Pharma, OMS, Bill Gates, Open Society di Soros, etc.), e ha intenzione di eliminare gran parte della popolazione mondiale( sorta di ritornello dei vari eredi di Rockfeller, di Schwab, Kissinger, Gates, insomma i soliti noti) Eppure come spiegare il fatto che proprio la popolazione mondiale intesa come massa e non come singolarita’ biologica  Eppure paradossalmente e’ proprio l'età media si innalzata. Come è possibile ciò? In realtà se noi diamo uno sguardo ai libri di storia vediamo che l'età media di vita delle classi agiate del passato (Roma antica, medioevo, età dei lumi, ecc.) si aggirava - come oggi - intorno agli 80 anni. Per lo più - vedendo quanto riportato dai libri di storia - la vita di condottieri, monarchi, nobili, scrittori, filosofi e di tutti gli appartenenti alle classi superiori era molto lunga e terminava in media intorno ai 70 - 80 anni. Chi moriva prima erano gli uomini appartenenti alle classi inferiori, alle classi disagiate e senza redditi. Ma perché questa gente moriva prima? Forse perchè la medicina antica era meno efficace della medicina moderna? La medicina antica non era per nulla meno efficace della medicina moderna, anzi, considerando quel famoso “occhio clinico” la perizia acquisita sul campo da medici di buona volonta’,  forse era anche migliore. Ma allora perchè l'età media della gente si è innalzata e le aspettative di vita si sono fatte così  dilatate ? ? La risposta è più semplice di quanto si creda: l'età media si è innalzata perchè sono stati inventati l'Istituito delle pensioni, i servizi sociali e tutto l'insieme di misure di sostegno che lo Stato prevede per le classi più umili e disagiate. L'erogazione delle pensioni ha fatto sì che le persone non più in età di lavoro potessero vivere più a lungo una volta espulsi dal mondo del lavoro. Ciò che faceva morire prematuramente queste persone infatti era - non il fatto che non fosse stata ancora inventata la medicina allopatica - ma il fatto che non disponessero di alcun reddito una volta buttati fuori dal mondo del lavoro. Se queste persone non muoiono più a 50 o 60 anni è perchè essi adesso hanno di che vivere, perchè hanno un reddito sicuro. Togli a queste persone la pensione (o la disoccupazione prevista per chi perde il lavoro) e vedrai come da subito l'età media di vita della popolazione si riduce bruscamente di 20 o di 30 anni. Lo stesso discorso si deve fare per bambini orfani, vedove, handicappati, mutilati, ecc. Senza l'aiuto dello Stato queste persone non avrebbero nessuna possibilità di sopravvivere. Dunque non è stata la medicina moderna ad innalzare l'età media di vita della popolazione ma semmai, l'invenzione dello Stato Sociale, la creazione di istituti quali la pensione, la disoccupazione e dei servizi sociali, tutto un insieme di istituzioni che specie i Paesi che non si sono fatti irretire dal populismo buonista e ipocrita delle ideologie di sinistra, hanno sviluppato proprio in concomitanza con l’affermarsi purtroppo della malefica medicina moderna fondata sulla chimica e sul petrolio In uno stato di estrema povertà e di miseria  la funzione della medicina e' praticamente inesistente, non solo la cosidetta medicina tradizionale, ma anche quella omeopatica , la Ayurvedica, i vari metodi terapeutici, le strumentazioni piu' sofisticate e, udite udite... persino l'unica medicina valida e
scientificamente  fondata, in quanto riposante sulla connessione cervello-corpo-organo  come la medicina di Hamer  potrebbe fare fare ben poco; difatti la gente muore  ugualmente di fame, di abbandono di disperazione... nonostante Hamer e le sue 5 Leggi Biologiche…una persona senza mezzi e senza prospettive di vita, senza reddito e senza lavoro, abbandonata a se stessa è praticamente impossibile,
 che non cada malata, aggredita da tutti i traumi, da tutte le DHS di questo mondo.

 

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...