domenica 7 aprile 2024

IL FUTURO ANTERIORE DI UNA FASCINAZIONE

 

Ma lo vedi ? Anche in questo la grande farsa del COVID con tutte le angherie, ma anche buffonate, annesse, connesse e ossessivamente rimesse, ha profondamente cambiato certe concezioni che insomma ad oltre settant'anni (nel marzo 2020 io andavo per i 72) sì pensava fossero consolidate. Una delle piu’ rilevanti e’ quella di una certa infatuazione per il militare che a causa di storia e tradizioni familiari, nonche’  l’influenza di certe persone come la mia maestra elementare Lilia Marinelli fervente monarchica, amici di mio nonno Mario, Colonnello degli alpini di complemento, mi avevano ingenerato fin dalla piu’ tenera eta’ quell fascinazione neppure tanto inconscia:  il cappello d'alpino, quello di mio nonno purtroppo perduto alla sua morte , ma anche quello di vecchi commilitoni del Pasubio e del Grappa, le medaglie cogli stinti nastrini azzurri e l’argento tutto annerito del vecchio stemma dei Savoia, la greca di generale tutt’attorno al berretto con il fondo rosso, 
gradi ancora piu’ antichi in particolare quelli a fiore che si portavano  sulle maniche fino al grado di Colonnello, le aquile e le fiamme, i calzoni alla cavallerizza con le bande, le fasce mollettiere e gli stivaloni, la Sahariana  bianca dell’Africa  e poi tutta una serie di personaggi non necessariamente italiani, ma indomiti militari: il Principe Eugenio di Savoia  a cavallo tra XVII e XVIII secolo, Federico di Prussia e la decorazione Pour le merite’, mai Napoleone Bonaparte ma parecchi suoi generali si :  Andre’ Massena, quindi lo sfortunato Desaix “una battaglia e’ perduta c’è tempo per
vincerne un’altra” in quel di Marengo, Lannes, Davout, Ney e anche Murat, di converso il Feldmaresciallo Radetzsky, a cui si debbono i piani della vittoria su Napoleone di Lipsia,
 cui la faziosa e menzognera propaganda nostrana mai era  riuscita a convincermi che non fosse un gran militare;  di tutti i garibaldini l’unico che mi abbia davvero entusiasmato fu quel Giovanni Corrao che assieme a Rosolino Pilo organizzo’ le bande dei famosi “picciotti” e  poi nel 1863 guido’ un vasto e minaccioso movimento anti Savoia in tutta la Sicilia fino al punto di finire assassinato nell’agosto di quello stesso anno  e poin ancora  Von Moltke, Tomaso Salsa in Africa orientale ai tempi della disastrosa batosta di Adua , quindi il mitico custode del cimitero delle penne mozze Antonio Cantore, un altro non  generale ma Colonnello Brigadiere proveniente dagli alpini,  medaglia d’oro in vita Carlo Felice Giordana, nonno e straordinariamente somigliante al nipote Andrea Giordana il famoso attore del Conte di Montecristo in tv, quindi come non menzionare l’inimitabile Gabriellino
nazionale, il D’Annunzio poeta/soldato e quindi altri insigni militari
  italiani, tedeschi,  Francesco Baracca, Francesco Saverio Grazioli,Enrico Caviglia,  il barone rosso Manfred Von Richtofen, Erwin Rommel, Runsdet,  infine anche Graziani, Junio Valerio Borghese,  ma mai e poi mai un inglese o un americano, fatta eccezione solo per il leggendario Lawrence d’Arabia.Insomma un vero e proprio immaginario, forse un tantino contraddittorio con questa ostinata repulsione per tutto cio ‘ che atteneva alle nazioni bottegaiae per antonomasia della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, dove gli unici personaggi di spicco specie statunitensi era solamente genere che il militare lo aveva interpretato magari benissimo e con un massimo di la phisique du role : John Waine, Gary Cooper, Charleston  Heston, ma solo per finta, in pellicole cinematografiche (anche qui
una sola eccezione
  il non eccelso attore Audye Murphy che fu pero’ nella seconda guerra mondiale, il soldato piu’ decorato d’america  e che non proveniva ne’ dagli strombazzati Marines ne’ da altri corpi speciali ma dall’umile fanteria). Forse proprio per questo “recitare una parte“  di cui con il libro Avventura del semisconosciuto, ma importantissimo storico Guglielmo Ferrero, avevo scoperto le origini tutte costruite del mito di Napoleone Bonaparte fin dall’inizio delle sue millantate gesta militari durante la prima campagna d’Italia del 1796/97, non ero mai stato colpito da militari francesi, dopo il periodo napoleonico, diciamo anche qui con una parziale eccezione in Charles De Gaulle le cui qualita’ esulano pero’ dal fattore militare. Questa fascinazione con parziali debordamenti nel mito, ma anche sempre pericolose revisioni in agguato  mai portate a termine (ad esempio sul Risorgimento, sulla Resistenza, su un po’ tutte le nostre guerre e battaglie ivi compresa quella Grande Guerra  che specie fino a pochi anni fa era un qualcosa di assolutamente intoccabile ) era durata grosso modo tutta una vita, finchè  nel giro di pochi mesi se non giorni,  da quel marzo 2020 è stata miseramente frantumato.
Vedere i militari ad inseguire un povero cristo sulla spiaggia, gli alpini, i miei alpini che con tanto di infame museruola inibivano l'accesso al mare o ai parchi ai bambini,
 sentire un generale a tre botte che parlava di vaccinare la gente con una pomposa  fraseologia da manuale di unità tattica e strategica, che ahimè ostentava proprio quel cappello colla penna che aveva popolato la mia vita eh beh , era stato troppo.  In ultimo, proprio l’altro giorno  vedere nel filmato di Ostia, dove si era presentato il peggiore, o quasi, degli aguzzini del covidiotismo, un azzimato ufficiale superiore dei Carabinieri che 
proteggeva tale sordido figuro, mi ha fatto crollare ogni tentativo di recupero. Quella riesamina totale assoluta che tutto sommato stante la mia tradizione avevo sempre rinviato di fare, proprio sui temi del militare dell'appartenenza all'onore, alla lealtà o invece del più vile servilismo, mi è venuta automatica e si è andata ad appuntare proprio dall'inizio della nostra storia nazionale, anzi facciamo ancor prima, come minimo dal 1848, forse dal momento in cui Carlo Alberto tento’ di profittare dei moti di Milano per intervenire in una guerra che fin dall'epoca i Rotschild gli finanziarono (in quell'occasione per fortuna con poca efficacia ) e
  a seguire, specie con l’entrata in scena del più infimo dei lacchè del potere massonico, ovvero quel Conte Camillo Benso di Cavour, subdolo, profittatore, persino lenone, che a sua immagine e somiglianza, per nostra sventura,  costrui’ le basi della nuova Nazione  

Nessun commento:

Posta un commento

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...