lunedì 2 dicembre 2024

ESTETICA E CLERICALESIMO

 

La Democrazia Cristiana per quasi mezzo secolo ha dato una impronta baciapile e bacchettona alla politica italiana e stante quel che e’ seguito dopo,  non si puo ‘ certo dire che tale fatto costituisca un’onta per il nostro Paese, anzi….persino persone come me, da sempre atea e contrarissima ad ogni religione e persino ad ogni fideismo, ha rappresentato una sorta di onta che si riveste di paradosso. Ma come? abbiamo passato una vita a dir male dei preti, della DC, salvo poi
a fare un po’ come don Camillo e Peppone di Guareschi:
  un alterco  pacioccone, quasi giullaresco con sul finale un po’ l’addio alla stazione successiva, abilmente orchestrato da Don Camillo, ma senza il contro paradosso di improvvisarsi facchino . C’eravamo tanto “amati/odiati “ chissa’ ? …. ma a conti fatti  e a posteriori  i vari Prodi, Ciampi, Napolitano,  eh si!  anche Berlusconi per non parlare di quelli ancora dopo,  Monti Bersani, Renzi e proprio al fondo del barile i politici della farsa pandemica,  Conte, Draghi, Speranza, Di Maio, Brunetta, Renzulli e vari cavalier serventi  gratificati del titolo di esperti : Bassetti, Burioni, Crisanti, Silieri, piu’ la stragrande maggioranza dei giornalisti e della gente dello spettacolo (davvero un patetico aggiornamento dei  volenterosi carnefici di ….) hanno finito per farci rimpiangere i vari “a Fra che te serve?” e le infelici  tirate clericali, facendo assurgere il famosissimo detto Montanelliano “Turatevi il naso ma votate DC!” ad un 
vero e proprio Imperativo categorico di stampo kantiano. Non si puo’ difatti dire “eh certo se non ci fossero state tutte queste clericalate, chi sa che cosa avremmo potuto avere? ,
  perche ci sono belli pronti questi citati personaggi che ti danno subito la risposta super dettagliata : “peggio, mille volte peggio!”. Un qualcosa di simile sempre a riguardo della perniciosa influenza della Religione nel mondo,  ho osservato riguardo al fattore estetico proprio della rappresentazione artistica. Non solo il Medioevo, piu’ o meno buio, ma anche rivisitato con i vari Guenon, Evola,  Le Goff, e persino Fulcanelli, Cattedrali e stile  Romanico e poi Gotico, Dante e Federico II, la renovatio Imperi,  ma anche il fior fiore del Rinascimento, con l’Umanesimo ed anche il Barocco e tutto lo stuolo dei sommi maestri
che caratterizzarono piu’ di tre secoli , Brunelleschi, Alberti, Bramante, Leonardo, Michelangelo, Piero della Francesca,  Bernini, Borromini solo per citarne qualcuno . Come sarebbe stata quella incredibile fioritura artistica se non fosse stata condizionata dal fattore religioso, col suo corredo di Madonne, Cristi in croce, martirii di santi e quant’altro?
  Immaginiamoci un Raffaello, un Michelangelo,un Bernini,  alle prese con fatti di   cronaca, eventi realiprefi ati a blandi rituali, che solo ingegni e talenti straordinari impedirono di divenire terribilmente noiosi . Solo nel XVIII secolo la artisticita’ diffusa in pittura, scultura ed anche architettura  comincio’ ad abbandonare i temi clericali, ma purtroppo questo passaggio non si espresse in forme di pura liberta’ espressiva, ma anche questo nacque condizionato da un tema che di fatto sostitui’ le tematiche religiose, l’asservimento al tema parimenti deificato, della “macchina” quale si era venuta a delineare con la cosidetta Rivoluzione Industriale , ovvero il prevalere di uno spirito e di una prassi fondati sul fattore economico, sul commercio, sul denaro, una modalita’ di approccio al mondo inaugurata dai mercanti gia’ del XIV secolo che difatti cominciarono a fare piazza pulita della poco economica  mentalita’ medioevale  e del troppo lento stile di rappresentazione, per operare nei secoli successivi una vera e propria strategia  fondata sull’economia della quale si fece principale interprete lo spirito anglosassone,  sia a livello nazionale (la Gran Bretagna della Regina Elisabetta del XVI secolo ), sia a livello di una organizzazione per sette (la Massoneria dei primi decenni del XVIII secolo). Importante sottolineare come detta preferenziazione  procedurale che investi’ tutto il modo di fare dello spirito anglosassone in tali due accezioni , trovo’ anche un elemento specifico di applicazione e di realizzazione nel mare , ovvero un mondo fluido, senza confini, aperto alle piu’ ardite delle scorribande, che si fece subito alternativo a quel mondo di terra benstretto tra confini della sua territorialita’  e 
giurisdizione . “ Terra e Mare ” titola un suo saggio del 1942 il grande filosofo e
  geo politico Carl Schmitt e ne individua il vero contendere delle potenze del mondo nell’appartenenza ad una di queste due specifiche, quella  terricola fondata sulla territorialita’ appunto, su solidi  confini, sull’appartenenza e quindi anche sulla tradizione, quella talassica invece, senza  confini, quale si addice all’elemento fluido per eccellenza delle distese marine, dove tutto e’ sempre di nuovo in gioco e non v’è alcun limite all’espansione equiparata al nuovo dio denaro, mobile anche esso e in continuo movimento   che prende il posto dell’antico dio e ne soppianta anche l’immagine  .

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