lunedì 3 marzo 2025

ETICHETTE CHE CAMBIANO

 

Etichette, ma messe giuste : Destra/sinistra oramai non significano piu’ nulla, lo si dice dappertutto e anche il sottoscritto ci ha fatto piu’ di un articolo sulla obsolescenza piu’ che altro di significante, che oramai non sta a indicare piu’ nulla, o quasi. O quasi appunto, perche’ la differenza tra una concezione del mondo e l’altra ci sta eccome, ma ecco non  informa piu’  quelle modalita’ categoriali di appartenenza, come cinquanta, sessant’anni fa: colpa della fine del comunismo? della vittoria del liberismo?  - un po’ come alludeva nel 1992, poco dopo la svolta epocale del 1989,  un ronzino di filosofo certo Fukayama, giapponese di origine, ma statunitense di formazione culturale che pomposamente alludeva
ad una “Fine della storia” proprio in relazione al logoramento delle posizioni destra sinistra stante la piena vittoria del capitalismo? Macche’ fine della storia: a stronzate del genere abbiamo gia’ fatto il callo con Hegel per sentirle riproposte da ancora piu’ mediocri epigoni; la verita’ e’ che la dicitura di destra e sinistra era gia’ logora anche alla fine del secondo millennio o perlomeno non esprimeva piu’ quella demarcazione di posizione che forse il bipolarismo tra capitalismo e comunismo poteva ancora suggerire.
  L’etichetta di destra era quella del conservatore  spesso reazionario, in genere ostile alle novita’ e profondamente legato alla tradizione, mentre quella di sinistra accarezzava sempre un progressismo di maniera e una diffusa concezione egualitaria e democratica, ora specie con il terzo millennio e piu’ platealmente durante la farsa pandemica del 2020 queste cose sono andate sensibilmente modificandosi: il pensiero di destra e’ andato arricchendosi di componenti sempre un po’ elitarie, ma di forte spessore culturale (De Benoist, Dugin)  mentre quello di sinistra
nel suo populismo forzato ha finito per farsi servo del potere delle elites globaliste e interessate solo ad una espansione incondizionata dei mercati che avevano tutto l’interesse a sposare ed esaltare le concezione egualitarie e democratiche (di fronte al mercato, al consumo e quindi al profitto,
conviene che siano tutti eguali senza differenze: clienti alla bottega, pazienti per la sanita’, soldati per le armi, burocrati per gli uffici…. tutti uniformati rispetto al dio denaro). Così un po’ paradossalmente specie negli ultimi anni abbiamo assistito che le leggi piu’ liberticide (il green pass, il domicilio forzato, la vaccinazione obbligatoria, i vari lasciapassare e le disposizioni piu’ assurde alla “dittatore dello stato di Bananas di Woody Allen, tipo il caffe’ in piedi si, ma seduti no, il virus come una camera ad ore  per una mignotta… “dalle cinque alle sette”, siano state avallate e anche spinte soprattutto dal popolo della sinistra, i vari Speranza, Zingaretti, Bonaccini, Annunziata, Landini etc. che si sono fatti servi dell’alta finanza e delle lobbies industriali soprattutto farmaceutiche dimostrandosi i piu’  volenterosi carnefici della liberta’ in ossequio alla fantomatica e ipocrita affermazione assicurazione suggeritagli dai loro padroni “lo facciamo per il vostro interesse” vera e propria parole d’ordine per quanti vogliono opprimere il prossimo. E non basta al paradosso si e' aggiunto ulteriore paradosso senza ombra di quel controparadosso che
dovrebbe rimettere un po' le cose in gioco, di vedere sempre le solite forze di sinistra andare a braccetto con le istanze piu' guerrafondaie che un tempo venivano attribuite alla destra  (il sindacalista CGIL Landini docile e spaurito  con tanto di manuzza sulla spalla da parte del banchiere Draghi noto esponente del capitalismo piu'  bieco,  tutti i Governi della cosidetta UE a plaudere alla guerra ucraina e all'aumento delle forniture di armi per continuare la guerra, appoggiando le 
farneticazioni di un ex attore, asceso grazie ai vari Soros,  al ruolo di Presidente del Paese in questione, non dismettendo i suoi atteggiamenti caricaturali e di recita di una parte,   con tanto di abbigliamento da combattente spesso e volentieri dietro sacchi di iuta sistemati in uno studio televisivo 

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