28 giugno e’ una data davvero sfortunata direi esiziale per il mondo occidentale della tradizione e della lealta' : Il 28 giugno 1914 fu il giorno dell’attentato a Francesco Ferdinando che fu il pretesto per lo scoppio della guerra 1914-18, a mio parere , e non credo solo il mio, fortemente voluta dall’inghilterra che non avendo piu’ conseguito successi ragguardevoli dopo la campagna di Crimea e le operazioni fomentate indirettamente per l’unificazione d’Italia, specie quella della cosidetta Impresa dei Mille, era spasmodicamente alla ricerca di una scusa per riprendere le sue macchinazioni contro le Grandi potenze di terra Germania e Austria, custodi appunto del mondo della tradizione e dello sprito, contro il principio del commercio e del profitto inaugurato secoli prima da una nazione bottegaia quale appunto l’Inghilterra. Vedi in tal senso l’illumminante libello di Geo-politica nel corso del tempo "Terra Mare" del filosofo tedesco Carl Schmitt che giustappunto individuava nei rispettivi elementi della terra e del mare, il motivo e anche l'origine del dissidio tra le grandi potenze del mondo: il primo principio quello terricolo con il riferimento alla solidita', la stabilita' e quindi sulle generali il rispetto di una tradizione conla sua storia i suoi costumi e limiti ben definiti, sanciti da precisi confini il secondo quello talassico, aperto e fluido come le acque del mare, nessun confine, nessun limite, suscettibile di assumere di volta in volta i dettami della sua espressione stabilendo un principio di massima che e' quello del denaro e della sua diffusione attraverso il commercio come motivo squisitamente utilitaristico. E' piuttosto evidente come le nazioni dell'Europa continentale, della Francia, della Germania, dell'Austria ed in genere dei paesi balcanici fino alla Russia possono essere assimilati alla prima eccezione, mentre quelli dell'Italia, della Spagna, del Portogallo della Grecia e dei paesi baltici avevano diciamo così una "vocazione mista" in parte terricola, in parte talassica, ma furono tutti eclissati dalla specie nella seconda accezione dall'esasperato spirito commerciale della Gran Bretagna che fin dal XVI secolo con la propria Regina Elisabetta I Tudor si schiero' con inusitata decisione a favore dell'elemento marino e mercantile riuscendo in breve a prendere un netto predominio in tal senso e facendone, con appoggio di sette tipo la Massoneria e di idee appositamente confezionate da una schiera di servili pensatori del principio economico bottegaio, tipo Smith, Ricardo, Say, Malthus, Stuart Mill, che si autodefini' pensiero liberalista, unitamente ad uno scientismo incanalato pesantamente sulla macchina e l'ottimizzazione del mezzo e prodotto, un vero e proprio principio informatore del tutto, la realizzazione in pratica dell'antica ricerca fin dai tempi di Talete di un principio di tutte le cose : il denaro e la sua diffusione come massimo comun denominatore. A prima vista detta suddivisione in potenze di terra e potenze di mare potrebbe lasciare intendere una reciproca indifferenza tra le due appartenenze, un qualcosa che potrebbe alludere ad un recipropo "splendido isolamento" ma la storia non ha mai suffragato tale principio, anzi alle guerre per ampliamenti territoriali delle potenze territoriali specie dopo la cosidetta guerra dei Trent'anni (1618-1648) e la pace di Westfalia che sanci' l'inizio dei veri e propri nazionalismi, fece seguito nel secolo successivo da parte dell'Inghilterra, una ingerenza sempre piu' marcata con caratteristiche di fomentazione dei dissidi interni ed esterni tra le nazioni terricole. Gli accordi presi nella pace di Westfalia difatti avevano stabilito e ancora oggi vengono considerati come uno dei cardini della concezione del moderno Stato nazionale sovrano, che oltre a stabilire confini territoriali fissi per molti dei paesi coinvolti nel conflitto (così come per quelli più recenti, creati in seguito) avevano mutato il rapporto dei sudditi ai loro governanti. In precedenza, molte persone erano costrette a sopportare sovrapposizioni di potere, talvolta in conflitto tra le alleanze politiche e religiose. A seguito dei trattati di pace, gli abitanti di un determinato stato furono soggetti prima di tutto alle leggi e alle disposizioni emanate dai rispettivi governi e non alle pretese di qualsiasi altro ente, sia esso religioso o laico. Da un punto di vista più generale, la guerra segnò la fine dei conflitti religiosi nell'Europa occidentale che accompagnarono la riforma protestante la fin da più di un secolo prima: dopo il 1648, nessuna grande guerra europea fu più giustificata da motivazioni confessionali. Inoltre, le depravazioni e la distruzione causate dai soldati mercenari comportarono una tale repulsione, che fece terminare l'era dei Lanzichenecchi e inaugurò quella degli eserciti nazionali, caratterizzati da una maggior disciplina, ordine e un arruolamento autocno: tutto questo nelle potenze continentali ma non nell'Inghilterra che nel suo esasperato sviluppo delle concezioni marittime, era arrivata ad progressivo disinteresse nel dotarsi di un potente esercito a tutto favore invece del rafforzamento di una potentissima marina, Come detto pero' niente splendido isolamento, ma piuttosto una funzione sempre ben mascherata nell'impicciarsi dei fatti delle nazioni continentali, grazie anche al prevalere negli organi governativi e di rappresentanze regali di elementi di setta come la Massoneria e lo sposarsi con influenze di tipo ebraico ( vedi la dinastia dei Rotschild spesso e volentieri molto piu' che semplici rappresentanti del potere costituito) Questa ingerenza si fa fortissima dopo la cosidetta Rivoluzione Industriale, pilotando le istanze di dissidio e protesta di ogni singolo Paese continentale, primo fra tutti la Francia dei Borboni. Ci e' stato lasciato credere che la famosissima Rivoluzione Industriale sia stata un movimento spontaneo di popolo stufo delle angherie del potere monarchico (le leleberrime brioches di Maria Antonietta) in verita' le influenze della Massoneria nelle leve della borghesia emergente di meta' secolo XVIII erano notevolissime e i 5 manipoli che presero la Bastiglia nel luglio 1789 erano capitanati tutti da massoni francesi affiliati alla loggia di Francia strettamente dipenfdente da quella inglese, cosi' gli stesi protagonisti della Rivoluzione Marat, Danto, Robespeierre, Saint Just, erano tutti dichiarati massoni . Era Massone anche Paul Barras che fu il principale nemico di Robespierre e colui che lo fece cadere, quindi capo del Direttorio e nume tutelare delle fortune del Generale Buonaparte fin dai tempi della presa di Tolone quando era solo capitano, così come sulle prime era massone lo stesso Napoleone che pero' in seguito ubriacatosi di potere ne divenne avversario, suscitando così le implacabili ire della nazione da lui definita "bottegaia" che non mollo' la presa finche ' non lo trascino' nella polvere (Waterloo 1815) . Non era pero' Massone, Metternch che infatti riusci' a tenere fuori l'Inghilterra dalle cose d'Europa per oltre trent'anni. Come al solito fin dai primi moti rivoluzionari a Palermo nel 1848 c'erano dietro anche al primo Presidente del governo Provvisorio Siciliano Ruggero Settimo, Inghilterra e Massoneria, in quanto a camillo Benso di Cavour era il piu' sollecito servitore dei Rotschild. Essendo riusciti massoneria e inghilterra a far cadere Metternich sul seguito appunto dei moti del 48, dopo aver incassato l'ulteriore smacco delle guerre del 1849 sia in Italia che a Praga e in Ungheria, tornarono a tessere le loro infide trame profittando dell'occasione della Crimea (1853) e da li' si diparte una obbiettiva serie di successi che vanno dallo smacco dell'Austria al processo di unificazione italiana , fortemente voluto dal potere bottegaio. C'è da dire che negli anni successivi e fino appunto al fatidico 28 giugno 1914 le loro manipolazioni, magheggi e quant'altro non sortirono questi grandi risultati grazie anche all'emergere di personaggi straordinari sopratutto in ambito prusssiano e poi tedesco come Bismark, Moltke e anche il kaiser Guglielmo che riuscirono ad arginare l'ingerenza inglese . Con l'inizio del XX secolo ancora a leccarsi le ferite per lo smacco della guerra anglo-boera, era pero' pronta nel primo decennio per ordire nuove trame fino a quella decisiva di fomentare le turbolenze dei Paesi confinanti con l'Impero Austro Ungarico altro grande baluardo contro il suo spirito commerciale e bottagaio fino appunto al triste giorno 28 giugno del 1914 in cui venne ucciso l' erede al trono asburgico Francesco Ferdinando e con la prima guerra mondiale si consumo' l'idea stessa di un'europa continentale per soggiacere completamente al principio bottegaio ing lese che per spuntarla definitivamente sui suoi avversari era riuscita a far intervenire nel conflitto quell'Isola piu' grande , che sempre Smith aveva individuato come ideale passaggio del testimone dutio lo spirito bottegaio che erano gli Stati Uniti dìAmerica.
Il secondo 28 giugno esiziale per l'Europa della terra e della tradizione e' quello che vide la morte di Italo balbo nei cieli della Libia colpito per sbaglio dalla contraerei italiana menttre tornava da una missione nelle linee nemiche. Folco Quilici figlio di Nello che era un amico personale di Balbo e suo collaboratore che mori' assieme a lui storno' qualsiasi ipotesi di complotto, rimarcando la tesi del puro sbaglio della contraerei italiana che fece fuoco sul suo aereo, pero' nel suo libro sull'accaduto avanza delle ipotesi che potrebbero dare adito ad altre argomentazioni L ’aereo di Italo Balbo, maresciallo dell’Aria e governatore della Libia, fu effettivamente abbattuto dalla contraerea italiana nel cielo di Tobruk alle 17.30 del 28 giugno 1940, diciotto giorni dopo l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. Balbo veniva da Derna, dove aveva installato il suo quartier generale e apparve nel cielo di Tobruk pochi minuti dopo la fine di un raid dell’aviazione inglese che aveva ripetutamente colpito la base italiana. Ancora non sappiamo se l’aereo sia stato abbattuto dai cannoni della contraerea terrestreo da quelli dell’incrociatore San Giorgio, all’ancora nella rada, o dalla raffica di una mitragliatrice di piccolo calibro collocata all’estremità della pista sulla quale il trimotore stava cercando di atterrare.
. Folco Quilici in un libro apparso recentemente presso Mondadori («Tobruk 1940, la vera storia della fine di Italo Balbo»). Il libro non è soltanto una ricerca storica. È anche un viaggio tra i ricordi familiari e personali di un uomo che in quella vicenda perdette il padre. Nello Quilici era amico del governatore della Libia, aveva lungamente diretto il giornale ferrarese Corriere Padano controllato dal maresciallo, era divenuto capo del suo ufficio stampa in Libia e viaggiava con lui nell’aereo che venne abbattuto.Le voci a cui lei allude, caro Dell’Oro, cominciarono a circolare immediatamente dopo il disastro. Balbo aveva carattere, coraggio, indipendenza di giudizio e, all’interno del regime, una irrefrenabile inclinazione a esprimere liberamente il proprio dissenso. Tutti sapevano che l’eco delle sue spettacolari trasvolate sul Mediterraneo e sull’Atlantico aveva infastidito il capo del fascismo.
Molti sospettavano, con ragione, che Mussolini lo avesse nominato a Tripoli nel 1934 per allontanarlo dalla capitale.
E parecchi, infine, non ignoravano che era stato nettamente contrario, nel 1938, all’adozione delle leggi razziali.
Ce n’era abbastanza perché il popolo dei complottisti e dei dietrologi vedesse nella sua morte la mano nascosta di un disegno omicida.
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