 |
| DALL'INVIDIA ALL'ODIO DI CLASSE |
La tesi dell'articolo del 13 novembre su questo stesso blog sulla differenza fondamentale tra odio e disprezzo, ingenerata dalla presenza o meno dell'invidia, viene riaffermata con forza nel presente scritto in cui viene data una impronta piu' collegata alla politica, nella fattispecie al collocarsi in quella che piu' o meno genericamente viene definito di sinistra o destra, dove giustappunto si sosteneva che un odio
vero si puo' avere solo in presenza di invidia e quindi di frustrazione, come ben evidenziato dall'ideologia di sinistra e che rapportata alla mentalita' bottegaia di stampo anglosassone ha una sorta di esemplificazione in quel conflitto servo-padrone evidenziato da Hegel in Fenomenologia dello Spirito e portato al parossismo da Marx ed epigoni, che si puo' riassumere con lo spasmodico desiderio dei servi di diventare padroni, in ambito della dilatata bottega del mercato e del commercio attuali, e che quindi esprime un senso di rivalsa e compensazione dettato appunto dall'invidia che rappresenta il tratto distintivo e caratterizzante dell'ideologia di sinistra e di tutte le idee che hanno questa compulsione ad appropriarsi di cose altrui e questo a prescindere della giustezza o meno di tale assunto; ecco, come sostenevo nel sopracitato articolo di Blog, solo nell'ambito della ideologia di sinistra difatti si tira in ballo l'odio, per spiegare determinate modalita' di comportamento verso altri essere umani - tutti difatti abbiamo sentito piu' volte pronunciare la terribile espressione "ODIO DI CLASSE" ecco direi che solo una ideologia perversa di frustrati e di corrosi dall'invidia, come in effetti era l'inventore di tale teoria, Carl Marx e la totalita' dei suoi accoliti e seguaci, Gramsci, Togliatti e, guarda ci metto pure Mussolini prima di superare il suo livore sociale e di invidia, proprio grazie ai suoi successi e riscontri (dalla nomina a direttore dell'Avanti ai soldi dei francesi per fondare il Popolo d'Italia e poi all'ascesa politica a fasti inusitat) puo' rispecchiarsi in un'espressione così fastidiosa nella sua sordida rabbia verso chi ha maggiore merito, possibilità e talento, anche se purtroppo debbo ammetterlo, specie oggi, anche entrature sociali e quindi clientelismo, raccomandazioni e a sostegno un comportamento di piaggeria e portato al compromesso. Ho spiegato che il disprezzo e' un'altra cosa in quanto non contrassegnato da invidia, difatti io ho il massimo disprezzo chesso' per un Soros, per un Gates, per un Draghi o per uno Speranza, ma neppure un'oncia di odio per il semplice fatto che non sono persone che invidio: mi nuocciono, mi disturbano e quindi li combatto, ma non coinvolgono altri sentimenti che non siano di pura reazione ad un loro agire che detesto. Diverso, assai diverso e' il sinistro che invidiando profondamente un qualcosa che l'altro ha (soldi, potere, financo donne e salute e tutto quanto di materiale e alcune volte anche di spirituale quegli possa avere) , vorrebbe appropriarsene, vorrebbe sostituisi a lui e quindi odia,profondamente con tutto il livore che la sua condizione di perenne frustrato puo' suggerire. Purtroppo c''e' da dire che la pseudo filosofia contenuta nel famoso saggio di Hegel "Fenomenologia delle Spirito" segnatamente nel tema del sopracitato conflitto "servo-padrone" non solo avalla tale invidia e quindi odio, ma gli da' anche un esito positivo per il frustrato, lasciando intravedere una sua futura, non si capisce quanto escatologica, vittoria. cio' ha ovviamente aumentato a dismisura il meccanismo reattivo di affrancamento dal proprio stato e con altrettanta perniciosita' lo ha ficcato nelle mente di accoliti e seguaci sia essi di carattere teorico come Marx, Engels, sia di carattere piu' pragmatico come e' stato il caso di nefasti personaggi della storia tipo Lenin, Stalin e anche sia pure di entita' non così devastante, con politici di bassa taratura tipo Gramsci, Togliatti, Berlinguer e tutti i sinistri contemporanei del PD e partitini di raccatto. Possiamo dire, senza tema di abbagli che tutta la sinistra, dal giacobinismo al marxismo e alle varie teorie di mimesi del famoso conflitto delle fenomenologia hegeliana, hanno questa caratteristica dominante : fomentando l'invidia di persone frustrate verso l'altro sono eziologiche in merito alla fornazione dell'odio che da semplice peculiarita' personale, diviene appunto previa adesione ad ideologie aberranti, una caratteristica sociale ad altissimo incremento numerico, assumendo l'aspetto tanto perseguito dalla scienza moderna di una infezione microbica raccordata con la teoria di perniciosita' di Pasteur avallata da vari industriali produttori di farmaci e vaccini piu' di un secolo fa ( vedi PROTOCOLLO FLEXNER DEL 1910 ) Abbiamo così combinato due tra le piu' nefaste tendenze della civilta' moderna agli albori di questo terzo millennio : quella dell'odio e quella della paura, la prima diciamo con obiettivo un sociale considerato privilegiato rispetto ad uno stato considerato di subordinazione da ribaltare e impadronirsi delle sue prerogative (" mario!...." mi fece tronfio di soddisfazione un mio ex amico comunista sfegatato, appena riuscì a comperarsi una villa di proprieta' ...."sono diventato padrone!" ) , la seconda con l'obiettivo di ridurre l'umanita' ad uno stato di totale sottomissione mantenendola irretita dallla minaccia di perdere la salute, cosa di cui abbiamo avuto una palese dimostrazione con la recente farsa di una pandemia dovuta ad un virus altrettanto farsesco e totalmente inventato
Nessun commento:
Posta un commento