domenica 25 ottobre 2020

GOETHE E GLI ECONOMISTI

 

Gli economisti ??? a parte Keynes, e pochi altri tutti comunque raccordabili alla sua teoria, fulgido esempio il nostro Federico Caffè, ritengo che spesso uno scrittore e una grande opera surclassino una teoria di azzimati economisti, che poi alla fin fine si riducono a fantozziani ragionieri (sempre noi in Italia ne abbiamo avuti e ne abbiamo fin troppi epigoni all'insegna di un neo-liberismo di maniera e una prassi politico/economica a dir poco sciagurata) Ecco qui vado a riprendere nientemeno che Gethe e il suo Faust per avere una lezione di economia, ma anche espressioni artistiche molto meno qualificate tipo una stornellata romana come quella di le stornellate romane a volte riassumono al meglio tanta stracca teoria e tanta razzaffonata prassi lo possono sottolineare, come dimostra il caso di Rodolfo D’Angelo col suo ”ma cos'è questa crisi,cos'è?" : aumentar l'esportazione, diminuir l'importazione ...." e questo nel pieno della Grande Crisi a seguito del crollo di Wall Street, ripreso  da Il Quartetto Cetra


Ma torniamo al nostro Faust di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832). La sua opera in due tempi è considerata uno dei migliori lavori della letteratura tedesca. Questo testo complicato e a volte inquietante narra la storia di un giovane studioso, Faust, che fa un patto con il diavolo, Mefistofele in cambio del supporto di quest’ultimo alla realizzazione delle sue ambizioni, ….l’inizio della seconda parte, l’opera fa una sorprendente panoramica economica: Faust, accompagnato da Mefistofele, frequenta la corte di un sovrano il cui impero sta affrontando la rovina economica a causa delle spese dissolute del governo. Invece di spingere l’imperatore ad essere più responsabile, da un punto di vista economico, Mefistofele, travestito da buffone di corte - suggerisce un approccio diverso, che ha degli inquietanti punti in comune con il nostro tempo: notando il fatto che la moneta dell’impero è l’oro, Mefistofele afferma che c’è sicuramente una grande quantità d’oro sotto terra nei possedimenti dell’imperatore. Così sostiene che l’imperatore può emettere delle cambiali per il valore dell’oro che ancora non è stato trovato, generando, in questo modo, nuove risorse monetarie per il governo e risolvendo il problema del debito. Non c’è da sorprendersi del fatto che l’imperatore e i suoi tesorieri sono entusiasti della sua idea. Così l’imperatore può evitare scelte economiche drastiche provvedendo, allo stesso tempo, a soddisfare il disperato bisogno di moneta dell’impero. Quindi Mefistofele sommerge la corte di denaro di carta, e Faust viene elogiato sia dall’imperatore, che da tutta la popolazione. I risultati, però, come si vedrà, sono catastrofici: prima di tutto l’emissione di cambiali non risolve i problemi delle spese dell’imperatore, anzi le spese dell’imperatore e dei suoi cortigiani diventano addirittura più stravaganti: sapendo che possono sempre emettere più cambiali per coprire le loro spese che aumentano sempre più, ovviamente tutti fanno larga incetta a tale meccanismo, per di più Mefistofele ha cambiato in modo impercettibile, ma nell’essenza le basi della moneta dell’impero: invece di essere radicate nella solidità offerta da elementi tangibili e di valore, ora, sono radicate su promesse di carta inconsistenti. Così la stabilità monetaria a lungo termine e le forti restrizioni sulle spese esagerate del governo sono sacrificate per i guadagni a breve termine. Goethe finì di scrivere la seconda parte di Faust nel 1832. L’economia moderna, allora, era appena emersa dalla sua infanzia, tuttavia, l’intuito di Goethe si colloca proprio al centro di alcuni dei nostri problemi economici più difficili in genere irrisolvibili al lungo termine. Uno riguarda l’impatto della moneta a corso forzoso. Tecnicamente parlando, la moneta a corso forzoso è una valuta a cui un governo dà corso legale, anche se non ha valore intrinseco. Attraverso la storia, la moneta a corso forzoso è stata l’eccezione piuttosto che la regola. Molte monete si basavano su beni fisici, in modo particolare sull’oro. Invece la moneta a corso forzoso, alla fine, è basata sul fatto che abbastanza persone hanno fiducia nel fatto che una data valuta sarà accettata per le transazioni economiche. Tale fede, tuttavia, vacilla facilmente. Le recenti tribolazioni dell’euro sono un buon esempio di ciò che succede quando la gente comincia a perdere la propria fiducia nella moneta a corso forzoso. L’espressione “valere tanto oro quanto pesa” sottolinea quella che è la fiducia che la gente ha sempre attribuito alla moneta del baratto. Il secondo problema riguarda la tentazione affrontata dai governi quando combattono per risolvere i loro problemi di deficit, di immettere sempre nuova moneta o correlato di moneta. Nel 2009, il governo federale americano ha registrato un deficit di $1,4 trilioni di dollari. Valore che corrisponde al 10% del PIL degli Stati Uniti, un livello mai raggiunto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Dovendo scegliere tra un taglio alle spese, un prestito o mettere in circolo una maggiore quantità di denaro, la terza opzione ha sempre attratto molti politici. Ma forse, la più grande lezione del Faust di Goethe è che l’inganno è intrinseco a tutte le azioni di speculazione finanziaria messa in atto dai Governi e d politici più che spregiudicati. In qualsiasi momento in cui un Paese sceglie di alimentare le illusioni economiche a danno della difficile verità economica, allora, come Mefistofele, impiegherà mezzi discutibili di ingegneria governativa e finanziaria, come inflazionare la valuta, creare derivati e tutto quello che abbiamo visto negli ultimi vent'anni indebitando il settore pubblico, e creando una fittizia del tutto virtuale e non reale economia. La tragedia più grande però e questa neppure Goethe poteva supporla, è se, quello stesso Paese o forse su pressioni di altri Paesi o lobbies di vari interessi e poteri, sceglie la strada di passare dall'economia alla società stessa, applicando grosso modo le stesse soluzioni (scherzando e tirando un pò il collo al concetto io ho detto : invece che "derivati" passiamo al femminile : "derivate" e andiamo quindi ad incontrare quelle funzioni matematiche che se utilizzate tramite proiezioni, ad esempio radici quadrate di numeri reali ma negativi(quindi numeri immaginari) mi daranno sul sociale e non più solo sul finanziario risultati di assoluta virtualità, in un calcolo infinitesimale che potrà essere verificato punto per punto con parametri di artificiosità cui una pseudo scienza come la statistica me ne darà strumento e la diffusione della "paura" a bella posta gonfiata da Media compiacenti e lacchè istituzionali, provvederà a espandersi capillarmente

DERIVATI DERIVATE  

Nessun commento:

Posta un commento

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...