giovedì 26 novembre 2020

IL DESIDERIO TRA FREUD E LACAN

Lacan diceva "leggere e rileggersi Freud!" io dico "leggere e rileggersi Lacan" e come lui rileggersi tutti coloro che hanno incentrato la loro speculazione sull'unica cosa davvero importante dell'essere umano: il desiderio ! E' sul desiderio che si gioca la partita, dall'inizio alla fine . Lacan è uno di quelli che subito si si interroga sull'oggetto del desiderio e lo chiama piccolo oggetto (a) 
 E' quindi L’oggetto piccolo (a) la causa del desiderio e noi diamo per scontato che il desiderio abbia un’intenzione e che si diriga verso gli oggetti che gli stanno davanti, quindi detta in altri termini significa che il desiderio sarebbe sempre desiderio di qualcosa. Ma, e qui va recuperata la lezione del buddismo è sempre Lacan che ci chiarifica come il merito della filosofia buddista consiste nel mostrare che gli oggetti del desiderio sono illusori, e del tutto evanescenti, ovvero che l’oggetto sarà pure la meta del desiderio ma è parimenti accompagnato ad un’illusione. se quindi è l’oggetto piccolo (a) causa del desiderio, noi non stiamo ad interrogarci sulla meta del desiderio, su ciò verso cui si dirige il desiderio, ma su ciò che causa il desiderio. ed ecco allora che questo nostro "oggetto piccolo a" non ci sta davanti, ma assume un pò la peculiarità dell'ottimo titolo del libro di Gassman "un grande avvenire dietro le spalle" ovvero è situato alle spalle del desiderio come ciò che causa il movimento del desiderio stesso.Mentre gli oggetti del desiderio sono visibili e hanno come si diceva all'inizio, sguardi, espressioni, anche parole "per dirlo" questo fatidico oggetto piccolo (a) è senza immagine; e quindi tutte le immagini dell’oggetto del desiderio sono tutte raffigurazioni inadeguate del carattere invisibile dell’oggetto piccolo (a). Dice Lacan "dobbiamo collocare l’oggetto piccolo (a) dietro al desiderio".dietro alle spalle, un pò come l'avvenire di Gassman- La prima caratteristica dell’oggetto piccolo (a) è quindi che è "dietro" e non davanti. L’oggetto piccolo (a) è causa invisibile e non intenzionale del desiderio. È causa e non meta. si applica su di lui anche il principio della teoria dei tipi logici:presuppone tutti gli elementi del desiderio, ma non è lui un desiderio. È un oggetto però che alla fin fine si riferisce solo a te, è quindi soggettivo, non esterno a te, ma interno, laddove questa interiorità ha una caratteristica apparentemente paradossale tende sempre a manifestarsi all'esterno da te. L’oggetto piccolo (a) appartiene al soggetto, potremmo dire, che è una parte del soggetto, che però il soggetto ritrova come altro da sé. Ed ecco l'insegnamento di Lacan farsi più operativo: per lui difatti l’oggetto piccolo (a) ha le sue matrici nelle zone erogene del corpo che per Freud erano tre: orale, anale e fallica. Ad esse Lacan aggiunge quella vocale e quella scopica. Quindi abbiamo cinque zone erogene, cinque buchi erogeni del corpo, che sono le matrici libidiche dell’oggetto piccolo (a) che sarebbero dunque l’espressione del carattere frammentato del corpo pulsionale. Ma questi oggetti del corpo (il seno, le feci, la voce…) sono oggetti del corpo del soggetto solo in quanto perduti quindi interni/esterni. Il seno è nel corpo del soggetto in quanto traccia lasciata dal mio rapporto originario con il seno, ma in quanto perduto è totalmente esterno- Sono oggetti del corpo ma separati dal corpo. Sono oggetti che strutturano il corpo in quanto corpo pulsionale ma sono oggetti staccati dal corpo, separati dal corpo.
Nella misura in cui sono oggetti staccati dal corpo sono oggetti perduti e sono oggetti che causano il desiderio. È solo nella misura in cui sono oggetti perduti che diventano oggetti causa del desiderio. Il fantasma non è altro che uno schema inconscio singolare, soggettivo, non universale presente in ciascuno di noi; ciascuno ha il suo fantasma-dice Lacan- che permette a ciascuno di noi di ritrovare l’oggetto perduto, l’oggetto che causa il desiderio.... ed è in tal senso che dobbiamo fare una maniacale attenzione a quanto il mondo ci mette a disposizione: dalla lacrima sul viso, ad uno sguardo, ad una mezza parola. Lacan non è certo un pensatore per tutti - ci mancherebbe solo che lo fosse - la va a pochi! anzi a pochissimi! elidiamo la democrazia dall'intelligenza, quella lasciamola ai poveri di spirito che qualcuno ha chiamato beati e a quelli che credono al sol dell'avvenire, alla salvezza eterna, all'odio di classe (andatevi a vedere come rispose Lacan agli studenti che volevano coinvolgere in quell'idiozia del '68) Li rimandò ai problemi dell'Edipo, anche se, io da parte mia più attento ai problemi del desiderio, gli avrei piuttosto suggerito di andare ad occuparsi di Narciso e quindi dell'ultima figura del desiderio Thanatos, in una specie di istanza uroborica che riprende il filo de Al di la' del principio del piacere . Lo ripeterò fino all'estremo è Narciso il mentore della psicoanalisi non Edipo

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