Uno dei romanzi direi proprio costitutivi della mia formazione. Lo lessi nel dicembre 1959 su quella grande implosione di attrazione per tutto ciò che riguardava la letteratura e anche cinematografia orrorifica, all'epoca particolarmente fiorente: Dracula il vampiro, Frankestein, la Mummia(Fisher) e primi films di Corman (da Poe), Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” mi è rimasto impresso certo per la potenza e lo stile dello scritto cui davano man forte tutta una serie di films con interpreti d'eccezione John Barrymore, Frederic March, Spencer Tracy, Ingrid Bergman, Lana Turner e anche per un eccezionale versione che ne fece la Televisione con protagonista e anche autore Giorgio Albertazzi, questo però avveniva 10 anni dopo quando la tv ancora proponeva riletture intelligenti di classici facendo leva sulla genialità e anche l'istrionismo di fenomeni quali Giorgio Albertazzi. Ecco si può dire che era possibile assistere a veri e propri gioielli, come appunto la versione del celeberrimo romanzo di Stevenson estremamente moderna e anche cerebrale. L'orrore della vita non sta negli effetti speciali, tantomeno nel mostruoso e truculento di certi prodotti contemporanei, può, invece, essere generato dalla consapevolezza del nostro "dualismo" e da una mente troppo brillante che rivolge verso se' stesso una vera e propria "doppia fenditura" a mò di un effetto di fisica quantistica. In quanto all'originaria lettura cartacea ero in una particolare situazione psicologica ingeneratami da un trauma molto particolare che solo una trentina d'anni dopo sono riuscito a portare a risoluzione, servendomi della bi-logica di Mattè Blanco e del suo inconscio come insiemi infiniti, e quindi molto molto attento allo stile dell'autore che in ogni pagina, in ogni riga mi suscitava in me ragazzetto di 11 anni e mezzo sensazioni ineffabili, stante questa differenza indotta tra bene e male che per me era quello che mi era accaduto: l'associazione tra cattiveria e malattia mediata da un bullaccio che mi tormentava e che alla fine era stato punito, ma che poi del tutto indipendentemente si era ammalato di una malattia a fortissimo impatto stoico emozionale (la tubercolosi) : ecco ricordo perfettamente come l'autore del libro (per me allora non particolarmente conosciuto) mi accompagnava in quel viaggio del doppio di me stesso creando progressivamente ogni volta una atmosfera speciale e suggestiva, carica di tensione. In realtà non ci sono elementi precisi, eventi, ma è il modo di presentare i luoghi e le persone che determina un cambiamento della nostra percezione. Nel pezzo cui faccio riferimento uno dei personaggi, Utterson, sta accompagnando un poliziotto a casa di Hyde. Ecco come Stevenson descrive il tragitto di Utterson verso casa di Hyde:“Saranno state ormai le nove del mattino ed erano calate le prime nebbie della stagione. Un immenso velario color cioccolata gravava opprimente dal cielo, ma il vento sospingeva senza tregua e sbaragliava sovente quelle vaporose falangi; perciò, mentre la carrozza scivolava lenta da una strada all’altra, al signor Utterson di dischiuse una gamma incredibile e stupenda di sfumature: qui infatti s’addensava l’ombra cupa della sera che muore, là il bagliore di un bruno livido e intenso simile al riverbero di una qualche strana conflagrazione, altrove la bruma si diradava per un attimo e fra quelle volubili spire guizzava la lama del giorno. Intravisto fra questi mutevoli squarci, il tetro quartiere di Soho, con le sue strade melmose, i passanti infagottati di cenci, i lumi che non erano mai stati spenti o erano stati riattizzati per combattere quella luttuosa resipiscenza delle tenebre, apparve agli occhi dell’avvocato come se facesse parte di una metropoli d’incubo”. Se ci pensate, la scena di per se è pacifica: una carrozza si aggira per le strade di Londra, nessuno la minaccia, non ci sono eventi violenti incombenti. Eppure, il clima è di paura e di tensione. Stevenson lo crea con un sapiente utilizzo del lessico e facendo un appello continuo ai sensi e alle percezioni, un crescendo rossiniano di termini allusivi sempre più inquietanti. Guardate questa successione di vocaboli: Nebbie -Velario color cioccolata-Opprimente-Il vento sbaragliava-Falangi (un termine militare come se si trattasse di un esercito pronto ad aggredirti)-La carrozza scivolava lenta (come se fosse in pericolo e dovesse nascondersi)-Ombra cupa-Bagliore bruno livido -Strana conflagrazione-Volubili spire -Strade melmose-Tenebre E’ una scena normalissima di una carrozza che si muove in un giorno qualunque nella nebbiosa Londra ma la narrazione di Stevenson utilizza insistentemente termini che richiamano l’oscurità, il lato sinistro della nostra esistenza. E’ un crescendo che alla fine convince Utterson di vivere in una metropoli d’incubo (la narrazione infatti è fatta in prima persona da Utterson: quello che leggiamo è ciò che prova Utterson osservando il panorama). Dopo tutto, noi percepiamo la realtà con i sensi e se i nostri sensi “leggono” minacce anche il più innocuo dei luoghi può diventare un luogo da incubo.
Ed ecco comunque un altro mito che nasce anch'esso nello stesso periodo : Nascere nell'800 e vivere in quel tempo si di assistere all'adempimento delle due facce dell'essere umano. Dal 1890 al 1914 il progresso scientifico si fece risentire all'interno della società : le città iniziarono ad illuminarsi, grazie agli studi compiuti sulla Corrente Elettrica, le Automobili presero vita , il clima,quindi, che si andava manifestando nella vita comune era quello che, finalmente il '900, potesse portare ad un progresso senza tregua. Scienza e Società stavano avanzando a braccetto. In un periodo di pace e progresso la guerra era solo il passato, eppure nel 1914 l'Epoca d'Oro terminò e il mondo cadde nella tragedia della prima guerra mondiale. La tecnica e il progresso, che avevano contribuito a permettere una vita degna, vennero utilizzati per la distruzione e la morte. La scienza in quel periodo ha vissuto il massimo splendore ma,allo stesso tempo, venne messa in discussione alla fine della prima guerra mondiale : le ricerche degli scienziati iniziarono a far paura alla popolazione ,e a riguardo vennero scritti molti libri e molti spettacoli descrissero bene quell'aria. La storia successiva ha messo in mostra, in maniera ancor più radicale, la divisione tra l'utilizzo della scienza per perseguire scopi benefici e permettere il progresso della società e quello dell'utilizzo di tale studio per la distruzione. L'uomo dai fatti avvenuti ha dimostrato di possedere due maschere di un'unica sola faccia : Creatore di Idee e Distruttore di Sogni come nel romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dottor Jeckyll e il signor Hyde”. Lo vedi come un singolo romanzo si presta a svariate interpretazioni?.... Oltre il doppio
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