Per me è sempre il giorno di ieri! ho sempre avuto bisogno di un surplus di tempo per elaborare fatti e misfatti .... eh si diciamo che vale un pò la metafora del ritardo espressa da Napoleone a proposito dell'Austria "arriva sempre troppo tardi, di una idea, di una alleanza, di un matrimonio, di una Armata", però che devo farci ? e' come il tempo sugli articoli corti e lunghi di quel certo giornalista: ci si deve attenere ai propri tempi: il molto passato della donna di malaffare, relazionato al poco presente e al niente futuro, come modalità di interazione col tempo appunto e la questione del gradiente che non ce lo scegliamo noi, ma è lui che ci sceglie. Un mese fa Pochi giorni fa Ieri e'stato anniversario della "unica " vittoria delle nostre Forze Armate, ed io non mi sono unito al coro di commemorazioni. Come mai? tu che sei abbastanza preso dall'atmosfera di quella guerra e che prima che conoscessi certi campioni giustappunto del Gruppo FB della Grande Guerra, ritenevi di essere una sorta di super competente in materia.... gli è che la guerra del 15-18 HA PER ME UNA INFLUENZA TUTTA EMOZIONALE, legata sopratutto alla persona per me più importante correlata ala primissima infanzia, quella che si ricorda poco e sopratutto si abreagisce meno; il mio lettino di pargolo era la brandina da campo usata da mio nonno Mario Nardulli sul Pasubio e sul Grappa, in casa disseminati cimeli, dal cappellaccio a falde larghissime, con l'aquila e i gradi a V rivoltato, stinti, le penna oramai bianca, ma ravvivata dai segni di rossetto dei baci delle fanciulle ovviamente "di qua, di là del...." le medaglie nella scatola con l'interno di velluto amaranto scuro e tutto un "sentito dire" ovvero "significante" a raccontarti qualche verità, ma sopratutto un ri-assunto a mo' della vignetta di Novello nel libro fatto con Monelli "la guerra è bella ma scomoda" Però come mi trovo a sostenere spesso: un conto è l'emozione, un conto sono i fatti, anche con l'ammissione che "nulla è mai successo davvero" e quindi il ricordo è sempre un ri-assunto, un conto è un titinin di studio e di critica che si cerca di applicare all'accaduto, ecco per esempio non ero scevro dall'avere certe certezze che proprio uno del gruppo citato, mi ha infranto (senza traumi però) rimarcavo difatti gli errori sulle uniformi di Uomini contro di Rosi (le mostrine del Gen.Leone), non parliamo poi di vere e proprie cialtronate come Novecento o il recente film di Olmi e asserivo invece la perfetta aderenza di La Grande Guerra " di Monicelli., ebbene sbagliavo e di grosso. Non mi sento di celebrare una Vittoria che sostanzialmente è stata una vittoria per telegramma : quando difatti gli Imperi Centrali erano ormai nell'ottica della resa, sarebbe stato davvero esiziale che si giungesse ad un armistizio con gli austriaci ancora profondamente dentro il territorio nazionale, il Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando scongiurava lo Stato Maggiore di lanciare l'offensiva che un pò razzafonatamente un Colonnello di S.M. aveva buttato giù sulla carta , e che difatti doveva rivelarsi quanto mai inefficace, "date l'ordine, date l'ordine" continuava a ripetere , ma il sottocapo di S.M. Gen. Badoglio che aveva la responsabilità dell'organizzazione generale , niente ! aveva anzi risposto "l'ordine!? dovete metterlo per iscritto" e così si era avuto quel lapidario ed anche un pò vergognoso (ovviamente per i nostri Generaloni dello S.M.) telegramma "Tra la sconfitta e l'inazione preferisco la sconfitta! MUOVETEVI!" Lo stesso vale per mille e uno episodi della guerra, i madornali errori strategici e tattici, l'assurdità logistica di attaccare proprio sulla linea del vecchio confine, il lunghissimo tratto del fiume Isonzo su posizioni quanto mai collaudate (dagli austriaci) per la difesa, laddove data la conformità del terreno, ad esempio sul famigerato Carso, bastava una mitragliatrice posta su di una altura per fermare, falciandola, una intera Divisione, l'illusione della presa di Gorizia e l'esaurimento dell'offensiva (ben condotta) di Capello col suo VI Corpo d'Armata per sfinimento strategico e logistico, ed ancora lo sbaglio delle Armate Montane (1^, 4^ e lo sbarramento carnico ) preposte solo alla difesa, l'episodio di Carzano e poi, bhe certo Caporetto ! I generali felloni (ma Graziani non era il peggiore, anzi...perlomeno professionalmente non ha demeritato, sia ante guerra nel terremoto di Avezzano quando era Colonnello, poi al comando della 44^ divisione che aveva l'organico di un Corpo d'Armata e che fu la principale artefice della resistenza alla Straf Expedition, nel movimento di sgombro di un primo riassettamento sul Piave delle truppe sbandate nella ritirata, dove avvenne la fucilazione di quel soldato che gli passo' davanti col sigaro in bocca e che oggi sembra polarizzare l'interesse un pò di tutti qui su FB ed infine al comando della Divisione cecoslovacca che sul Piave fece faville). Ma sopratutto alla Grande Guerra imputo la colpa più grave, e qui siamo in una accezione internazionale, l'avere distrutto quel mondo di ieri, riesumato nella nostalgia del libro di Zweigh, ma anche nelle immagini virate seppia di Kaiser Franz Joseph, i lunghi capelli della Principessa e Imperatrice Sissi, le note della Marcia di Radetzsky e del "bel Danubio blu" lo stile artistico/architettonico della Secession , la correlazione col Liberty Belga/francese, ma anche italiano. Nostalgia, infinita nostalgia, per un mondo perduto che invece avrebbe preludere a ben altro che a fascismo, nazismo, una seconda guerra mondiale ancora più devastante e poi sfrenato consumismo che ci ha portati all'attuale marasma e tramonto di tutti gli scambi di valore che hanno ceduto ad un unico valore, quello di scambio.

"si siamo stati anche al funerale del Generale a Cortina" mi precisò "e tuo nonno che era quel gran pezzo di marcantonio, alto oltre il metro e ottanta, con quei baffetti e il drappo nero sul braccio per la morte della sorella Caterina al terremoto di Avezzano , fu scelto per la prima fila del picchetto d'onore" Insomma qualcosa che ricorda molto quel pezzo delle Storie di Erodoto.... "e queste cose ho sentito udire da quell'uomo che veniva da Orcomeno"
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