Ho sempre auto una grande propensione per personaggi non di primissimo piano della storia, famosi si, ma non protagonisti assoluti, tutti come ammantati da un velo di sotteso rimpianto “Ah se però avesse…. se solo…” ovvero sempre quel famoso “se” dove, come insegnano gli storici “non si fa la storia” Diciamo però che oggi che la menzogna, la manipolazione, il recitare una parte, hanno assunto una preponderanza così marchiana nel cosidetto “reale” quel famoso “se” si va a rivestire di tutt’altro significato e se si va ad approfondire non siamo poi così nel fantastico, diciamo che per somiglianza con il procedimento matematico, il momento che ci rendiamo conto che il famoso assioma Hegeliano “il reale è razionale e il razionale è reale” e’ solo una balla, siamo semmai nel netto contrario, e quindi dicevamo prendiamo ispirazione dalla matematica, ampliamo il referente della realtà numerica ammettendo la proiezione di numeri negativi quale ad esempio la radice quadrata ed ecco che perverremo ad un sottoinsieme quello dei numeri immaginari, con cui potremo librarci in ben altre congetture. Con l’insieme dei numeri immaginari ecco che quei citati “secondi” o comunque non personaggi protagonisti, possono benissimo assurgere all’attenzione, risaltare dallo sfondo e conquistare il primo piano. Mi propongo di scrivere una biografia più o meno immaginaria di qualcuno di tali personaggi, quelli che hanno più colpito la mia attenzione, o dovrei dire meglio la mia immaginazione, introducendo un ulteriore strumento oltre la matematica con magari un calcolo infinitesimale con limiti derivate e integrali più alla Liebniz che alla Newton, ovvero più emozionale, rifacendomi a quel mancato che appunto informa un altro scibile di conoscenza: la psicoanalisi di Sigmund Freud. Cosa si trova qui come necessario correlato del conscio, ovvero della parola espressa, apparentemente razionale , eh si proprio quell’irrazionale che spaventava tanto Hegel e che invece introdotto sotto l’aspetto meno inquietante del simbolico, composto sia dall’insieme del reale che da quello dell’immaginario, rientra anch’esso e a pieno titolo nel messaggio umano, la proiezione del negativo altro no è che quel mancato del discorso conscio per esaurire tutte le componenti di una comprensione, un mancato che come insiste ad affermare Freud, è sempre “un discorso riuscito” . Forte di tale duplice istanza (calcolo infinitesimale con numeri immaginari - psicoanalisi freudiana) mi accingo quindi a trattare del primo dei personaggi “mancati” e quindi simbolici, cui ho fatto cenno : ANDRE’ MASSENA. Diciamo subito che Massena , grande generale di Napoleone ha una prima caratterizzazione proprio dovuta al suo sempre superiore fin da quel marzo 1796 in Italia "Massena sei un ragazzino!" racconta l’anedottica quando appunto il neo nominato Comandante dell’Armee’ d’Italie Gen Napoleone Bonaparte (assurto a tale nomina solo per meriti di letto, in quanto aveva sposato la ingombrante e petulante amante di Barras, il più influente Membro del Direttorio e ne aveva avuto da questi in dono di nozze appunto l’Armata d’Italia) arrivò alla tenda dei tre comandanti in seconda Massena, Augereau e Serurier , e proprio Massena sollevo’ dei dubbi sulla prospettiva di attaccare gli austro/Piemontesi( l’episodio è magnificamente riportato nel film Napoleon di Abel Gance), c'era poi la scritta incisa sulla lama della sua sciabola VIVE LA REPUBBLIQUE che aveva conservato anche quand'era divenuto Maresciallo dell'Impero e insignito di altissimi titoli nobiliari guadagnatosi sul campo di battaglia , Principe di Rivoli, Duca di Essling: successivamente, proprio in tema di titoli si beccò sempre da Napoleone quel famoso "duca di Rivoli non siete più Massena " per il non adamantino portamento tenuto alla battaglia di Ebensberg, rifacendosi, e’ doveroso precisarlo, ad Aspern-Essling ove si guadagnò il suo secondo titolo nobiliare. Ma Massena era molto altro: ex sottufficiale del regno sabauda, si era avvalso dell'eccezionale opportunità offerta dalla Rivoluzione francese per ascendere ai più alti gradi dell'esercito e più d'uno lo considerava più che papabile ad assumere il comando dell'Armata d'Italia in quei primi mesi del 1796, quando invece arrivò quel generale di ventisette anni che doveva tale nomina a camarille di cortile e anche di letto, cui abbiamo fatto cenno , da cui il ben noto risentimento che lo aveva prima indotto assieme agli altri due generali in sottordine a non togliersi il cappello davanti a quel raccomandato superiore al suo ingresso nella tenda comando ) Si era beccato il "ragazzino" giusto da uno che aveva 15 anni meno di lui, ma poi nel corso della campagna, sul campo di battaglia aveva fatto faville recuperando delle situazioni parecchio compromesse dal non deciso portamento e scarsa perizia sia tattica che strategica del ventisettenne generale, così a Cairo Montenotte, a Ceva e anche a quel famoso Ponte di Lodi dove il Direttorio cominciò a far circolare la voce del generale invincibile novello Cesare. Stessa musica ad Arcole dove Napoleone fu tanto sgraziato da cadere in un fosso e per puro miracolo non venire fatto prigioniero, ancora nella Napoleone decisiva battaglia di Rivoli, lui Massena unitamente agli altri due Generali subalterni Augereau e Serurier aveva fatto meraviglie; anche nella seconda campagna d'Italia nel 1800, era tornato a fare grandi cose o meglio poco prima, a Zurigo e poi durante l'assedio di Genova, però a Marengo, la battaglia preferita di Napoleone, ma non certo la sua piu’ brillante , lui non c'era, ma ancora una volta, qualcuno aveva vinto per lui , un altro Generale che disubbidendo agli ordini era tornato indietro e si era presentato sul campo di battaglia con Napoleone irrimediabilmente sconfitto, tant’è che il generale Austriaco Melas, era smontato da cavallo e aveva lasciato il terreno per mandare dispacci a tutte le corti europee che la battaglia di Marengo era stata vinta dagli austriaci e napoleone sconfitto ….. "una battaglia è perduta c'è il tempo di vincerne un'altra" aveva detto il Gen. Desaix gettando le sue due divisioni in un feroce contrattacco e avendo altresi’ l'ottima idea (per Napoleone) di farsi beccare in pieno petto da una palla nemica, nel pieno dell’assalto, sicchè la strepitosa vittoria il fortunato Primo Console la doveva dividere con un morto Cominciano per Massena i grandi riconoscimenti, titoli nobiliari, il titolo di Maresciallo dell'Impero e quell'epiteto coniato sempre da Napoleone di "figlio prediletto della vittoria" . Nel corso della campagna del 1805, quella per intenderci di Austerliz, e Jena , Massena tornò a distinguersi in varie occasioni : a Essling, grandissimo anche a Wagram dove sebbene ferito continuò ad esercitare magistralmente le sue funzioni di comando. Fini però per impantanarsi nella sfortunata offensiva del Portogallo e perse quasi del tutto il favore di Napoleone, cosa che a posteriori, può anche ritenersi una fortuna, perchè gli permise di evitare il disastro della Russia e rimanere defilato durante le ultime fasi del potere napoleonico. Dopo i 100 giorni e il ritorno di Napoleone dall'Elba non si unì a lui e questa fu un ulteriore riprova di una certa fortuna, perchè gli evitò tutti i guai della restaurazione, e potè anche mantenere tutta la sua dignità rifiutando di partecipare all'atto di accusa contro Ney, che pure era un suo grande rivale. Quindi in tutto e per tutto : una gran bella figura di soldato e di uomo..
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