sabato 14 agosto 2021

LE CATTEDRALI NON SONO SOLO BIANCHE

 

Non crediate che per me antico studioso di arte, e entusiasta seguace del Classicismo nel suo trascorso pluri secolare,  fanatico di Brunelleschi, di Michelangelo, di Bernini, allievo di Manfredo Tafuri e come ho riportato in più di un articolo sul presente blog, convinto assertore di originali teorie di eziologia di tale movimento (giustappunto quello della grande epidemia del 1348 come causa prima dell’emergere dell’ordine classico  come principium individuationis dell’intero processo) sia stato facile attraverso questo ri-approccio  dell’opera di Evola “rivolta contro il mondo moderno” e ri-assunzione attraverso una ridda di conoscenze intese come ulteriori possibilità da integrare, che richiamano il più volte citato “integrale sui cammini” del fisico quantista Richard Feynman, pervenire ad un giudizio diametralmente opposto, come non solo Evola ma tutto il pensiero di una destra che a me è stata sempre intimamente congeniale (Guenon, Spengler, la Thule, Drieu de La Rochelle, Mircea Eliade, Pound, etc.)  palesano insistentemente, ovvero una rivalutazione incondizionata della coralità medioevale come summa di esperienze  e la “Cattedrale bianca” di Le Corbusier, come integrale privilegiato sui cammini della vera conoscenza  e una parallela critica feroce del movimento dell’Umanesimo e poi Rinascimento, infine Barocco, fino alla sua stracca  e oramai normata ripetizione del Neo-classicismo come “reductio” dedotto dall’adozione di un codice imprecisato. Reductio a cosa? Riduzione come involuzione, ben evidenziato dalla Teoria delle Quattro età del mondo (una idea come abbiamo detto non certo del solo Evola)  che contrariamente alla storiografia moderna  individuano non un antico e indefinito passato  di bruta animalità, ma piuttosto una vera e propria età dell’oro, con tratti talmente fantastici da apparire mitica, passata a livelli sempre inferiori fino a quello finale  di una età detta del ferro  che produce solo mercanti e servi  Ecco giustappunto il mondo moderno di  Evola in primis, ma  con il pieno contorno e sugello  di tutti  autori citati  e anche molti altri non citati che concorrono in soggettiva a tale nuova e antica concezione/conoscenza: Mi scuso per alcune  ripetizioni, e  chiedo venia al mio non occasionale lettore di tutta questa serie di articoli di blog, ispirati da la più volte citata opera,  ma questo e i precedenti scritti, diciamo, in presa diretta, vanno intesi come intento di pervenire a nuove modalità di apprensione (dico non a caso apprensione e non apprendimento, in quanto da intendersi nel doppio significato semantico  del termine) Ho fatto cenno di una convergenza che si applicherebbe a quella prima età dell’oro nella tesi del libro di Julian Jaynes “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”che potrebbe identificare quella prima fumosa indistinta consistenza di tratti decisamente mitici quasi fantastici, addirittura in una diversa modalità del funzionamento del cervello umano, quasi a somiglianza di un esperimento di doppia fenditura della fisica quantistica, ma anche a diversi principi come quello di  Indeterminazione di Heisenberg e di Complementarietà di Bohr, dove per spiegare alcuni fenomeni  apparentemente impossibili bisogna far ricorso ad una diversa modalità di intendere  tali fenomeni (particella o flusso? Essere o divenire?): nella fattispecie della indicazione di Jaynes : non la coscienza intesa come derivato del linguaggio articolato e quindi vincolata da meccanismi metaforici, di rassomiglianza tra una cosa non conosciuta e una conosciuta che opera da referente,  ma piuttosto quella mente bicamerale di cui possiamo ravvisare ben poco e sempre solo per indizi metonimici , di trasferimento e non di condensazione un po’ come l’inconscio scoperto da Freud e perseguito solo da un esiguo numero di continuatori  (Lacan, Mattè Blanco)  che opera per simmetria, saltando il significato per ricercare significanti. Ma a questo punto gioca un altro contingentissimo fattore : la pressione indotta dall’attuale momento storico (secondo decennio del terzo millennio)  che vede il mondo avviarsi quasi (sottolineo quasi) improvvisamente, con i meccanismi di controllo e paura indotta da una supposta pandemia, verso la conclusione ultima di un processo metastorico, identificabile drammaticamente nell’ultimo passaggio delle età del mondo , quello dell’età del ferro per la cultura occidentale, quello del Kali Yuga per la cultura orientale, in cui i “mercanti” concentratisi in pochissimi individui, una sorta di oligarchia elitaria di stampo però solo mercantile,  sta cercando di ridurre la stragrande della popolazione mondiale allo stato ultimo di “servi” ; un processo appunto a rileggere Evola e compagnia, di carattere sopra storico e  indiziario con tutta una serie di riscontri, di cui il più macroscopico risulta appunto quello della repentina fine della coralità medievale e l’apparire improvviso di un Umanesimo, per molti versi misterioso e come indotto artificialmente e volontariamente  da parte di una cricca identificabile nei mercanti,  sulla scena del mondo.  Sottolinea Evola che la prima forma di apparire di tale Umanesimo, al di là degli schemi arbitrariamente sottratti al mondo antico  è quella dell’individualismo, un individualismo però di tecnica e di merce, non certo di spirito e di tradizione  come quello che era stato tentato proprio in età degli eroi nel periodo medioevale, ricorrendo ad una grande idea sovra individuale come l’Impero da personaggi come Carlo Magno,  Federico II , i Re teutonici , la coralità delle esperienze  stigmatizzata dalla Cattedrale e tradotti in costrutto conoscitivo dall’Alighieri nella sua Divina Commedia. Non nego che a questo punto v'è anche da considerare  la misteriosa figura di Fulcanelli (come è noto nessuno è mai riuscito a verificare la sua identità  e in tal senso si sono fatte le illazioni piu' esasperate:  di certo siamo in presenza in pieno XX secolo  di un autore di libri di alchimia il cui pseudonimo utilizzato è formato dall'unione delle parole Vulcano ed Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici) e il cui libro più famoso "Il mistero delle cattedrali" pone giusto l'accento su tale manufatto visto come coagulo di tutte le istanze di cultura altra, a carattere mistico/esoterico che risale appunto al Medioevo e che informa come ulteriore "cammino" anche il cammino iniziatico dell'alchimia, un ulteriore apporto verso la comprensione di un periodo storico, o diciamo che stiamo cercando di di storicizzare, ovvero la coralità medioevale in rapporto con  una nuova modalità di presenza al mondo, fondata non sulla coralità , ma su di un  individualismo che l'Umanesimo pone  come costruzione di un nuovo “centro”, del tutto illusorio e come pretesa prevaricatrice  di un IO che ricerca costruzioni  veloci e di adattamento  tramite opere  di facoltà intellettuali  che si traducono in prassi  tramite “riductio” e scelte meramente tecniche e di convenienza, in sintesi una qualcosa che non appartiene più all’Essere, ma al divenire .”Da qui” dice ancora Evola “un radicale irrealismo, una radicale inorganicità in tutto cio’ che è moderno : all’interno come all’esterno , nulla ha più a che fare con la vita , tutto diviene costruzione . Si apre con l’Umanesimo e verrà sempre più rafforzato con il Rinascimento, con il Barocco e anche con il neoclassicismo, che apparentemente ne chiude il ciclo,  un processo  che aprirà la via a tutti i parossismi, a tutte le smanie innovatrici che sostituiscono allo Spirito l’immagine di uno spirito, alla Storia l’immagine di una storia , assumendo di volta in volta gli aspetti di uno degli scibili in cui viene frammentata l’esperienza umana. La formula che dà credito a tale processo è quella di identificare il reale nel razionale e il razionale nel reale, una illazione del tutto arbitraria e quanto mai lontana  dalla verità, che costituisce la quintessenza dell’irrealismo del filosofo più falso, più pretestuoso che aveva riconosciuto in  un volgare impostore,  un uomo meschino e portato ai più biechi compromessi, un mercante con la pistola,  l’incarnazione dello Spirito della Storia. Con questo tipo di individualismo  che si autotitola “idealismo critico” ogni consapevolezza di un mondo diverso, un mondo dove alberga lo spirito del passato, della tradizione financo di un sopramondo, va perduta  e resta ben intesa solo la visione materiale delle cose; tutto il mondo viene visto come esteriorità e come fenomeno, la realtà, una volta che per statuto è definita razionale, diviene sinonimo di materialità e la cosidetta scienza si appropria di tale concezione occupandosi solo di cose fisiche  che alla fin fine si esauriscono in una costruzione che non è piu’ sintesi  di intuizione , ma solo sforzo di facoltà materiali, sicche’ all’avvento di questo razionalismo che Hegel identificherà tout court come reale,  fa seguito lo scientismo che segna fatalmente l’avvento  della tecnica e della macchina  che diviene il vero paradigma dell’età moderna : mercanti e tecnocrati preparano il passaggio alla triste età dei Servi. Ecco, in ultima analisi la grande paura personale che va prendendo sempre più piede in questa angosciosa epoca del terzo millennio,  dopo 18 mesi di questa farsa che contro ogni raziocinio, contro ogni logica, contro ogni barlume di intelligenza e senso critico, sta affermandosi pel mondo intero:  paura che la profezia delle Quattro Ere di Esiodo, dei cicli dello Yuga indiani, e  di tutte le antiche  culture, approfondita da grandi veri pensatori e non da ronzini della conoscenza tipo Hegel , Marx, Popper, si stia effettivamente realizzando sotto i nostri occhi. E’ un nefando procedere che come abbiamo avuto modo di constatare non parte da oggi e neppure dall’inizio di questo terribile millennio, parte da molto,  molto più lontano : da Pasteur e i suoi microbi assassini e il patrocinio di Rockfeller ai farmaci e ai vaccini ? = più lontano! parafrasando il giochetto dell’infanzia : acqua, acqua; parte dall’idiota formula Hegeliana “ciò che è reale è razionale” e viceversa o  magari da quello “spirito della storia” incarnato da un mediocre generale e gonfiato da mass media ante litteram?  = acqua; parte dalla Rivoluzione francese  e dai supposti propositi di eguaglianza? = ancora acqua;  dallo scientismo  e dal meccanicismo della Rivoluzione Industriale ? = fuochino . Oh cavolo! siamo al fuochino, ma il fuoco???, l’epicentro della crisi dove sta? Ancora più indietro… eh si sembra proprio che ci avviciniamo, ma dobbiamo retrocedere ancora , un secolo, due , tre, addirittura quattro e ci ritroviamo alle soglie di quel capovolgimento radicale di impostazione epocale segnato appunto dalla sopracitata  fine della coralità medioevale a favore di un movimento definito Umanesimo  fondato su di un atto arbitrario di scelta di un  discutibilissimo codice (quello di un passato estraniato da ogni realtà e privo di qualsivoglia verifica  come l’ordine cosidetto classico ) da adottare con urgenza e anche indifferenza ai vari aspetti di una realtà in rapido cambiamento . Torniamo così alla  tesi di Manfredi Tafuri del Classicismo come risultato di uno spopolamento  dovuto ad un fattore contingente esterno di grande impatto come la grande peste di metà del Trecento. Una tesi che fino a poco fa condividevo appieno anche io: ma attenzione!!! se vogliamo  scottarci le dita nelle fiamme,  per  approfondire ancora un tantino e subito dopo ritrarle e trarre nuove considerazioni, dobbiamo ancora andare un tantino indietro . Proprio sicuri che tutto sia stato dovuto ad un fattore casuale ma anche naturale, sia pure con tutta una ridda di spiegazioni/interpretazioni (carestia, guerre, spopolamento delle campagne, inurbamento delle città, collasso del sistema igienico sanitario ) degli anni precedenti l’esplodere del morbo come una pestilenza?  Fino a ieri, prima di questo ripresentarsi, dopo  settecento anni, di una condizione molto similare, in effetti si: certo solo gli imbecilli o i collusi e servi delle lobbies  medico/farmaceutiche hanno creduto e credono ancora ai pidocchi, alle pulci, ai topi, o anche ai pipistrelli o alle scimmie  come causa del morbo . Claude Bernard ai primi dell’ottocento era stato chiaro e lapidario “il microbo è niente, il terreno è tutto, ma più della intelligenza e del sapere potè il danaro (non a caso siamo sempre nell’era del dominio dei mercanti) e così si trovano sempre sedicenti studiosi più accomodanti, di cui l’esempio più calzante, che li riassume tutti è proprio Louis Pasteur, per sconfessare ogni raziocinio, ogni ricerca sensata e imporre il diktat, quello che i finanziatori dei farmaci, dei vaccini, i vari Rockfeller, Rotschild, Carnegie, per arrivare anche ai nostri giorni con altri loro adepti Gates, Soros, Fauci, hanno bisogno per  perseguire il loro mercimonio : un microbo colpevole. Ieri il batterio, il fungo, il micobatterio, il vibrone, dopo un po’ addirittura un qualcosa che non si può vedere, ma solo ipotizzare ed eleborare in vitro con scansioni computerizzate: il virus. Oggi però che siamo dentro alle fiamme, siamo altro che “al fuoco, al fuoco”  qualche  domandina viene da farsela : la rassomiglianza tra la società di metà del trecento e quella di oggi è piuttosto inquietante:  due periodi di passaggio di epoche, per dirla con Evola , dall’eta’ degli eroi,  che nel periodo medioevale avevano tentato di far ritorno se non proprio all’età dell’oro, perlomeno a quella dei guerrieri cioè l’eta’ d’argento, ovvero il Sacro Romano Impero, il ricorso alla sacralità, allo Spirito, alla tradizione, contro la mercificazione dell’età dei mercanti con il  loro umanesimo mercantilista, quel falso individualismo e il prevalere di una mentalità bottegaia, il tutto avallato da opportuni strumenti tecnici come la prospettiva, al passaggio che tali mercanti, rappresentanti dell’età del bronzo, divenuti pochissimi (monopolio del capitalismo) cercano di imporre alla totalità della popolazione e quindi realizzando l’ultima delle ere quella del ferro ovvero “dei servi” Allora la mia domandina e’ la seguente : se oggi è quanto mai palese che il pretesto di un inesistente virus, con relativa diffusione di immotivata paura  è utilizzato come una sorta di cavallo di Troia per far traghettare l’umanità allo stato di servi, non potrebbe essere che già settecento anni fa, gli antenati di quei pochissimi magnati tipo Rotschild, Rockfeller, che magari si chiamavano  Medici, Chigi, ma che oggi come ieri  tiravano le fila delle cose del mondo, abbiano pensato che potevano sfruttare a loro favore, una affezione che stava  cominciando a diffondersi nelle città inurbate fino al collasso per causa di una precedente carestia che aveva spopolato le campagne?  Attenzione la cronologia della epidemia del 1348 dice che solo la seconda ondata del morbo  fu estremamente letale, non quella iniziale detta peste bubbonica che consisteva in pustole che si formavano sul corpo a somiglianza di una psoriasi e di una lebbra (tipiche affezioni dermatologiche dovute ad una stretta comunanza di corpi in ambienti ristetti e scarse condizioni igieniche ). I morti quelli veri, tra l’altro , secondo me, gonfiati in modo abnorme,  si cominciarono ad avere solo quando la affezione dal derma cominciò a passare ai polmoni, alle vie aeree: questa e solo questa è “la peste nera”  che provocò tante vittime: un qualcosa che somiglia tanto ad una polmonite curata tra l’altro malissimo,  nel XIV secolo come d’altronde oggi nel  XXI (un’altra considerazione i numeri sono sempre esageratissimi, chi dice venti milioni di morti, chi quaranta, ma più che ai numeri, sempre a somiglianza tra lo ieri e l’oggi e tutti i periodi intermedi con altre epidemie, (quella di Roma del 1528 a seguito del famoso Sacco dei Lanzichenecchi, quella del 1630  dopo la Guerra dei 30 anni, quella della cosidetta “spagnola” dopo la prima guerra mondiale) c’è sempre la curiosa tendenza  all’iperbole ovvero a metafore  non direttamente collegate ad un referente di riscontro, ma ad una esagerazione di carattere emozionale, spesso e volentieri solo verbale, e non corredata di alcun dato preciso, in grado di colpire veementemente l’opinione pubblica specie quella meno informata e più ignorante, quindi più impressionabile “ il mondo si è dimezzato” “la tal città si è ridotta di oltre la metà”“muoiono come cavallette””ci sono stati più  morti in un anno, che tra tutti i reparti combattenti di ogni nazione belligerante nei 5 anni dell’intero conflitto (quest’ultima a proposito della Grande Guerra del 1914_18) “ Orbene vai a spiegare alle masse spaventate dalla diffusione del terrore mediatico di tipo sanitario  che quando si fanno questo tipo di associazioni è sempre perché non si dispone di dati certi (o non se ne vuole disporre) , in relazione poi all’ultima iperbole che avanzerebbe pretese di tipo statistico  ebbene basta soffermarsi un tantino su tali indici di riferimento per scoprire la magagna = ogni nazione belligerante avrà impiegato in reparti combattenti una media del 3%, massimo 4%  della sua popolazione , moltiplica tale percentuale per gli anni di guerra, e il dato confrontalo con la mortalità di un solo anno    ma dell’intera popolazione di una data nazione , per di più provata da anni di  guerra e quindi di disagio, malnutrizione, paura, preoccupazione, indigenza,etc. Ho fatto più volte cenno in questo e nei precedenti scritti su questo tema, al ricorso a parallelismi con il calcolo infinitesimale  con limiti, derivate e integrali ottenuti anche con numeri immaginari (proiezioni di numeri negativi) ed anche a vari effetti e principi della fisica quantistica tipo entenglement, doppia fenditura, indeterminazione, complementarietà, relatività e soprattutto ad uno speciale “integrale” elaborato dal grande fisico Richard Feynman detto “integrale sui cammini”
che definisce tutte le possibilità di percorso di una data particella o flusso, fatti passare per una doppia fenditura: ebbene nella riesamina delle vicissitudini di una pandemia, siamo grosso modo nella stessa situazione : può essere questo, ma può anche essere quello. L’integrale sui cammini che si può evincere in un calcolo a ritroso nel 1348,
  come in uno di oggi nel 2021, riguarda la possibilità che tutto l’ambaradam sotteso ad una certa emergenza, strombazzata fino all’esasperazione,  sia sotto sotto, un espediente con cui una classe dominante di pochi vuole accelerare un cambiamento indirizzandolo verso i propri interessi che sottendono nuove finalità. Non a caso la classe che sovraintende ai suddetti eventi, sia quello del 1348, sia quello di oggi, è per statuto quella denominata dei “mercanti” in settecento anni ovviamente evolutasi, da banchieri bottegai che tuttavia prestavano soldi a Re, Principi, Signoria, alle moderne lobbies industriali di oligopolio capitalista, digitali e ipertecnologiche  a prevalenza di stampo medico/sanitario, in quanto più  facilitate a servirsi della paura come metodo di convincimento da diffondere con i capitali oramai quasi inesauribili del loro mercimonio. Detto in parole povere, io credo che tutte le epidemie della storia, siano state in realtà sempre e solo un espediente delle classi dominanti per portare il mondo sui binari del loro interesse: l’umanesimo, il codice classico ieri, la “reductio” della norma e della tecnologia nei secoli successivi  ed infine oggi  la digitalizzazione della intera umanità, laddove l’invenzione di un morbo e di un contagio generalizzato,  poggiante solo su iperboli indefinite, è finalizzato ad un “great reset”  corrisponde in tutto e per tutto all'ultimo 
passaggio delle età del mondo, quello non più assimilabile ad un metallo puro , ma ad  una lega come il ferro che non ha più alcun riferimento alla natura delle cose, ma solo ad un espediente  di commistione, dove ai pochissimi che tirano le fila (e che le hanno tirate diciamo perlomeno da settecento anni) si sottopongono le sterminate masse di una umanità informe oramai equiparata allo stato di “servi”

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