mercoledì 25 agosto 2021

I CAMMINI DELLA TIGRE

Mi rifaccio al correlato articolo sul mio blog “Unasolidainsicurezza.blogspot.com” dal titolo “Intrepidi tigrotti” dove manifestavo la mia apprensione dovuta alla constatazione di trovarmi immerso, io e ovviamente tutta l’ umanità che ha avuto la disgrazia di entrare in questo secondo decennio del terzo millennio, nella fase di quella che tutti i più antichi testi, sia occidentali che orientali, e i pensatori più profondi, tipo Evola, Guenon, Fulcanelli, Avalon, Eliade, etc. concordano nel definire l’ultima e di estremo degrado dei cicli della storia dell’umanità : età del ferro (non più un metallo nobile naturale come l’oro, l’argento e il bronzo, ma una mescolanza impura, una lega, un miscuglio e non solo di metalli) o “dei servi” per Esiodo e la tradizione occidentale, il Kali’ Yuga, ovvero il principio di un materno ancestrale tellurico, con prevalenza di forze oscure per la tradizione orientale. Ad una riesamina più attenta e approfondita non sfugge che, non è che tutto questo orrore si sia palesato all’improvviso, nei primi mesi del 2020, con la farsa di una pandemia totalmente inventata, ma ha inquietanti precedenti in perlomeno settecento anni di cosidetta storia, che hanno le stesse peculiarità dei meccanismi di diffusione del momento attuale (la immotivata paura di un  morbo il cui contagio e letalità sono quanto mai gonfiati e manipolati, l’adozione di sempre più gravi provvedimenti lesivi della libertà individuale, un supporto sempre più marcato dei mezzi di diffusione di massa totalmente asserviti al potere vigente che, attenzione con il prevalere della classe dei mercanti  ovvero  la protagonista della cosidetta età del bronzo che  ha soppiantato quella d’argento dei guerrieri  (ideale olimpico e continuità greco-romana) ha sconfitto i tentativi di ritorno di pochi “eroi”  (l’idea di ritorno al Sacro Romano Impero, da Carlo Magno a Federico II, la coralità espressiva della Cattedrale come summa delle esperienze individuali, il Poema di Dante Alighieri) proprio grazie ad una prima manifestazione di pandemia, quella del 1348 che ha permesso l’insinuarsi di un individualismo egoico e strumentale fondato su di un giudizio di assolutezza sulla bontà di un procedimento totalmente non verificato come l’ordine classico degli antichi - un po’ a stracca riproposizione del “concetto “ di Platone, quell’ “uno che sta per molti” origine di tutti i dualismi sul merito delle cose del mondo ovvero il giudizio su ciò che vale e ciò che non vale –  e affidato  non a meccanismi di effetto/risultato in fieri quale appunto era lo stile romanico e gotico delle Cattedrali, espressione di tutta una comunità, ma per la prima volta ad un espediente tecnico, una invenzione in grado anche di anticipare gli effetti visivi della costruzione: la prospettiva. Tutto il mondo venuto fuori da questa “rivoluzione” che doveva elidere e anche liquidare l’intera esperienza medioevale come dominata da ignoranza e immersa nelle tenebre della superstizione, restava affidato a questo giudizio di merito su una “reductio” quale l’ordine classico non verificato imponeva, strettamente correlato ad un fattore squisitamente tecnico, anzi tecnologico, quale la prospettiva formalmente  rappresentava . Quindi ecco contemplati i settecento anni di cammino all’indietro per pervenire al quasi inizio della distopia, una sorta di “integrale sui cammini” di Feynman dove ci siamo andati a circostanziare su di un percorso all’indietro della particella o del flusso, fatti passare per una delle due fenditure dove abbiamo cominciato a calcolare l’integrale composto sia di numeri reali che di immaginarti (proiezioni di negativi) Ho detto di “quasi” inizio, perché in realtà   ho preso in esame  sostanzialmente una sola età di quelle elencate dalla teoria dei Cicli, quella del bronzo  (o acciao) , l’età dei mercanti ovvero del predominio economico e del principio del baratto e poi dell’accumulazione di denaro è il leit motive del suo svolgersi. L’età dei mercanti sta alla base della liquidazione definitiva dell’età dei guerrieri (la tradizione greco/romana) e di quella di tentativo di recupero degli eroi (il medioevo con il Sacro Romano Impero , le caste e la tradizione corale) e proprio la recente anzi quotidiana distopia che stiamo vivendo ne rappresenta per così dire l’epilogo : il passaggio ad una età dove ai pochissimi magnati che hanno accumulato buona parte di  tutto il denaro del mondo, (le lobbies farmaceutiche con il loro terrorismo mediatico sanitario diffuso a bella posta grazie al servilismo della loro faccia nascosta quella di un buonismo sinistrorso e il mercimonio dell’informazione  rappresentato dai cosidetti Media ) fa riscontro una massa  spaventata e ignorante pronta a farsi ridurre allo stato di Servi. La mia preoccupazione e inquietudine e’ data appunto dal riscontrare come questa tabella di marcia dell’iperpercapitalismo consumista e comunista, stia procedendo col vento in poppa e giustappunto mi rivolgevo ad un saggio di sicura affidabilità quale il Cavalcare la tigre di Julius Evola per trovare indicazioni sul da farsi in questi tempi oscuri. In tale articolo ne è scaturito appunto su consiglio di Evola, questa antica formula dello Zen giapponese ed in genere della cultura orientale più che occidentale, riflessa anche dalla parole del dio Krisna al guerriero/eroe Arjuna  nella  Baghvadad Gita: adattarsi, non affrontare direttamente l’avversario:  Le forze nemiche sono troppo forti, quindi non conviene contrapporglisi contro in maniera diretta, per il momento glissare, ma nel contempo mai dismettere l’azione, agire d’astuzia e mostrare quel tanto di ardire per montare su il dorso della tigre, come dei tigrotti più intrepidi.  Questo consiglia Evola nel suo “Cavalcare la tigre” in questo tristissimo periodo  laddove nel mio caso lo studio, l’analisi, senza ricercare assurde compensazioni dialettiche alla Hegel o alla Marx (non solo ronzini, ma anche cialtroni della filosofia e della economia), l’approfondimento, la verifica, l’apertura alle tesi più ardite, si rivela nel dettaglio di un calcolo che ha i tratti del calcolo infinitesimale e  che ho definito narcisistico in quanto passante in rassegna tutte le componenti di un integrale sui cammini, proprio come quello individuato da Feynman . Per il chiarimento di ognuno di questi “cammini “si profilano magari non solo come integrale, ma anche  come limite e come derivata, per cui affrontando il tutto da un punto narcisistico si profila l’occasione di pervenire con maggiore precisione e chiarezza ad una loro rappresentazione Ho manifestato il sospetto che ad ogni cambiamento epocale di ciclo, o era, o età, come la si voglia definire,  corrisponda una qualche improvvisa e quanto mai roboante malattia che colpisce l’intera comunità. Le ragioni di tale manifestazione possono essere spiegate razionalmente ma solo fino ad un certo punto,  difatti nella seconda fase di quella del primo contagio  assistiamo in genere al passaggio da una fase di affezione di tipo dermatologico- esempio più marchiano  la peste bubbonica del 1348,  ad una di tipo polmonare che si rivela estremamente più letale, come in effetti successe nei due anni successivi  (impressionanti sono gli  addentellati con la seconda  Legge Biologica di Hamer, quella delle due fasi , attiva o simpaticotonica la prima, risolutiva o vagotonica la seconda) L’affezione del derma ha una spiegazione abbastanza logica, sempre restando alla grande pandemia di metà trecento, dovuta all’inurbamento delle città a causa della spopolazione delle campagne motivata da una micidiale carestia della metà degli anni quaranta e anche da oggettivi fatti di disagio tipo guerre, assedi, che aveva quindi spinto la popolazione delle città a vivere molto più ammassata con collasso delle misure igieniche, ma quella delle vie aeree del corpo, polmoni, bronchi, alveoli  ????
Sempre da Hamer traiamo l’assioma che ogni affezione del corpo ha la sua ferrea motivazione: così il bubbone
  rappresenta un forte disagio della vita fattasi improvvisamente di troppa comunanza, ma la tosse, la malattia polmonare, che è tra l’altro molto più letale, anzi è proprio quella che nel 1340, ma anche a Roma nel 1528 ,dopo il Sacco della città da parte dei Lanzichenecchi,  nel 1630 dopo la lunghissima guerra dei trent’anni che si era particolarmente sentire nei Ducati lombardi di Milano, Mantova e in genere dell’Italia Settentrionale ????? la matrice della malattia dell’apparato aereo del corpo è sempre uno : la paura. Paura! che ha si elementi oggettivi, ma anche la peculiarità di poter essere facilmente indotta, creata a bella posta, per favorire certi interessi che stiamo pur sicuri… ieri come oggi, non sono mai a favore del popolo e della povera gente, ma sempre e solo di chi detiene il potere ed è in grado di esercitarlo facendo leva su volenterosi “cavalier serventi” che si prestano a far da diffusori di tale paura.

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