venerdì 24 dicembre 2021

UNIVERSI SIMMETRICI E/O PARALLELI!?

 

Sulla scia o meglio sul flusso di tutte le riflessioni fatte negli ultimi articoli del Blog, comincia ad essere legittimo ipotizzare che l’intero Universo possa obbedire alle leggi che il gruppetto di geni dei primi trent’anni del XX secolo era andato formulando, soprattutto Einstein, De Broglie, Dirac e infine lui Erwin Schrodinger che sancì l’equazione d’onda, ovvero una unica, ma reiterata funzione d’onda con tanto di collasso, per l’intero Universo. Avete sentito bene l’intero Universo e cioè Galassie, nebulose, pianeti, stelle, comete, asteroidi, buchi neri, materia oscura, tutto coinvolto in una unica equazione d’onda che non collassa una sola volta, ma infinite volte dando ogni volta origine ad un inizio, che quindi coinvolge anche noi, infinitesimi abitanti di un minuscolo pianeta, equiparati all’intero universo o ad una particella o giustappunto ad un flusso caratterizzato da onde. Lo abbiamo detto la funzione d’onda è un numero complesso, ovvero caratterizzato da una parte reale e da una parte immaginaria con la peculiarità quest’ultima di essere restituita alla sua parte reale previa moltiplicazione per il suo coniugato ovvero il numero negativo cambiato di segno, che però perde la sua implicazione razionale, assorbendo anche l’irrazionale e quindi andando a comprendere il simbolico che come hanno osservato parecchi filosofi e psicoanalisti (Freud, Lacan, ma con più precisa formulazione Mattè Blanco) è la modalità di funzionamento dell’inconscio o Es, come forse più correttamente dovremmo denominarlo (alla Groddeck) . Va notato difatti che questo allargamento al simbolico dei numeri complessi consente di interpretare le funzioni d’onda al massimo come le intendeva Heisenberg ovvero “tendenze” a trovare il sistema di riferimento in una certa posizione ad un dato istante; ma ecco che sorge subito il problema che tali funzioni d’onda in quanto esperienze senzienti non possono essere valutate perchè le tendenze così riflesse nella coniugazione di un negativo con un positivo sono equiparate al reale, ma un reale che accoglie nella sua accezione non più solo il razionale ma anche l’irrazionale, per cui con buona pace di Hegel, la realtà partecipa, deve partecipare, di quell’irrazionale che va comporre il simbolico. Torniamo quindi all’ipotesi davvero geniale cui è pervenuto Hakwing e di cui abbiamo già fatto cenno nel precedente articolo su questo stesso Blog: la funzione d’onda di un grande oggetto come un pianeta e persino dell’intero universo può essere paragonata alla funzione d’onda o tendenza riflessa di un qualcosa di abbastanza familiare : un gruppo in una città; ecco dato che siamo in questo periodo in cui ciò tende ad avvenire frequentemente stante la situazione distopica che impone a gente ancora dotata di intelletto e ragione di radunarsi per protestare e manifestare il proprio dissenso a tutte le imposizioni liberticide e di terrorismo mediatico sanitario di una sorta di individui che fanno leva sulle più ancestrali paure dell’umanità – terrore della malattia, senso di conformismo e uniformità di massa, dipendenza dai cosidetti media che oramai stravolgono impunemente qualsiasi informazione – Il gruppo che andiamo a prendere in esame è giustappunto quello, molto determinato e molto attuale, di tali persone che tendono a radunarsi in un dato punto della città a forte impatto emozionale, ecco ad esempio a Roma Piazza del Popolo, piazza della Bocca della Verità, a Parigi Place de la Concorde, a Vienna la Hofburg, a Londra Trafalgar Square….la funzione d’onda è questa tendenza a trovarsi in un dato punto in un dato tempo, analogamente la funzione d’onda per un insieme di pianeti è la tendenza a raggrupparsi in una certa zona dell’Universo che potrebbe avere anche essa una determinata caratteristica di opportunità: la descrizione della tendenza a trovarsi in un certo posto e in un certo istante è appunto la funzione d’onda che altro non è che la tendenza di una certa circostanza a verificarsi , quando viene coniugata con la riflessione del segno cambiato (quindi una simmetria) che ci dice dove è più probabile trovare le proprietà consensuali di un oggetto, di una persona, di un elettrone, di una particella, di un pianeta, di una folla, e alla fin fine dell’intero universo. Ecco è proprio su questo ultimo passaggio che Stephen Hawking ha compiuto il suo vero “balzo” intellettuale : sostituendo l’entità più piccola – la particella o anche il flusso con quella più vasta l’Universo intero. Invece di pensare ad una particella o ad un flusso la cui funzione si estende ovunque , ha pensato ad un Universo dove la funzione d’onda è dappertutto. Il ragionamento si presta quindi a dilatarsi ulteriormente andando a comprendere non più un solo Universo , ma una pluralità di Universi, tutti con un loro inizio e quindi una loro origine.
E’ questa la premessa logica e necessaria per intendere l’ipotesi del principio degli Universi paralleli che in Hawking affianca quella di Everett e De Witt, stabilendovi però una differenza : nella concezione di Everett e De Witt gli universi paralleli sono indipendenti e non hanno nessun collegamento tra di loro, in Hakwing che si trova ad applicare le equazioni di Einstein della Relatività generale, gli universi paralleli sono localizzati nella discontinuità di tali equazioni e hanno quindi interconnessioni tra di loro attraverso condotti spazio-temporali che, d’accordo nessuno è mai riuscito finora a trovare, ma come diceva l’ultimo film di Sean Connery su James Bond : “mai dire mai”; va sottolineato inoltre che concordando con Hakwing, ma anche con tutti i fisici quantistici specie quelli della teoria del flusso e quindi
dell’onda (Einstein, De Broglie, Dirac, Feynman e appunto Hawkings) più di quelli particellari (Bohr, Heisenberg, Pauli) l’Universo sembra dotato di una tendenza ad esistere per se stesso ed è una tendenza che non si verifica una sola volta , ma molteplici, anzi infinite, presupponendo qualcosa o qualcuno che ha cominciato a osservarlo coniugando la sua funzione d’onda , ovvero riflettendo la sua essenza senziente, trasformando la sua tendenza in realta’ non solo reale, ma soprattutto simbolica. Come alcuni dei suoi abitanti, cioè noi essere umani dotati di intelletto e non tutti, ma solo alcuni, del tipo dei personaggi sopracitati, cui qualcun altro potremmo anche aggiungere e non solo fisici quantistici, ma poeti, artisti, filosofi, romanzieri, sciamani, l’Universo è curioso, ovvero è un Universo senziente, sognante e capace di riflettere su se stesso: più si espande e più si autoriflette. Proprio come noi quando ci svegliamo la mattina, chiedendoci chi siamo, cosa facciamo, cosa vogliamo, dove andiamo e la curiosità ci costringe a guardarci allo specchio , dove ci riflettiamo e considerando la nostra immagine riflessa acquistiamo la nostra personalità, la nostra essenza. Analogamente il nostro universo è il suo stesso osservatore , il suo riflettente, il suo auto creatore. Tutte le antiche mitologie le credenze primigenie hanno questo principio: il dio Awanawilona dei nativi americani Zuni ha concepito se stesso attraverso il pensiero e si è dato forma di nebulosa, il dio indù si è pensato e diviso in maschio e femmina, i greci  immaginavano le parti dell’universo riflettersi in un uovo cosmico diviso
in due, anche i Navajo delle americhe pensavano ad una divisione tra cielo e terra che crea il mondo. Ogni mito cosmologico è caratterizzato da una simmetria di opposti e da una diagramma simile a quella dell’equazione d’onda con una parte reale, una parte immaginaria ossia “a+ib” ed una parte coniugata “a-ib” che fa accedere al simbolico e quindi ad una realtà composita che riflette sia l’essere che il non essere


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