La terza credenza anche essa cominciante per “esse” dopo la Scienza e la Storia e’ quella che generalmente e' denominata la “Scena” , ovvero il recitare, creare parti con tanto di copioni, fare spettacolo con una certa regia precostituita: non a caso in francese, il fatto di comporre un’opera filmica si dice “la mise en scene “ e il “metteur en scene” e’ giustappunto quel professionista che si occupa di realizzare un’opera compiuta con trama, immagini, luci e ovviamente recitazione degli attori chiamati a interpretare parti. Buona, cattiva parte, buona o cattiva opera, tanto da scomodare l’arte; probabilmente il cinema e’ quella parte della Scena o spettacolo che ha avuto maggior impatto sul pubblico, e quindi una influenza somma nel condizionare gusti, preferenze, movimenti d’opinione. Diceva addirittura Groucho Marx che tra la realta’ e la finzione di un film la seconda e’ di gran lunga preferibile “se non altro “aggiunse spiritosamente “si puo’ contare su di un finale meno scontato!” Di certo il cinema ha sviluppato a dismisura quel tipo di rappresentazione che era peculiarita’ del teatro (anche quello antico classico) e della “Commedia dell’arte” perfezionando appunto la “messa in scena” e costruendo con la riproducibilita’ tecnica (quella di cui fa cenno Walter Benjamin) un vero e proprio mondo parallelo che ha finito per condizionare molto piu’ incisivamente e capillarmente il contesto sociale dell’intero pianeta, non solo, ma quando il cinema e’ diventato non solo a portata di sempre piu’ crescenti masse, ma si e’ per cosi’ dire accasato, diventando cioe’ televisione e assolvendo ad ogni funzione correlata alla informazione, siamo pervenuti ad un mondo dove tutto e’ diventato “scena” e la realta’ quindi perde di significanza, diviene non tanto “irrazionale” per dirla in antitesi al filosofo dello Spirito, quanto una farsa, una bugia, giustappunto una “messa in scena”
Nessun commento:
Posta un commento