ho sempre candidamente ammesso di non essere un esperto di storia militare , ma solo un relativo conoscitore, molto emozionale e non tanto per motivi di vero interesse, quanto per una somma di circostanze che fin dall’infanzia mi ha fatto respirare un’aria letteralmente intrisa dell’atmosfera della Grande Guerra. I miei genitori, giovanissimi andarono, ancora prima della mia nascita, a vivere nella casa di mio nonno Mario in via Nicolo’ V dove tutti gli ambienti riflettevano quella atmosfera che richiamava quell’allora non lontanissimo periodo (1915/18 - 1948); dalle schegge di Shranpels che erano state estratte dalla mano e braccio destro di mio nonno nell’ospedaletto da campo a ridosso della prima linea del col della Borcola nella infuocata estate del 1916, che facevano mostra in una vetrinetta in salone, a fianco di una serie di medaglie annerite, coi nastrini stinti e sfilacciati, alla cassetta militare che fungeva da porta bottiglie di sgnappa verace, qualche cordiale, una di Fernet Branca, una di “Strega” e qualcuna di vino pregiato “Barolo e Amarone” . La brandina da campo del Pasubio, del Grappa sarebbe stata adattata a mia prima culla, quindi faceva spicco in ingresso il vecchio cappellaccio d’alpino a falde larghissime con la penna bianca screziata del rosso del rossetto dei baci delle fanciulle che vi avevano accostato le labbra. La sciabola e la fascia azzurra erano in ingresso a fianco di uno scudo di un guerriero Galla e due lance, con un casco coloniale schiacciato, che forse erano gli unici elementi di diversa atmosfera assieme ad un Naghile’ che pero’ era in sala da pranzo. A rigore anche la coramella appesa ad un grosso gancio nell’interno della porta del bagno, non era propria della Grande Guerra, così come la serie di rasoi a mano libera che facevano spicco assieme ad una pietra ben levigata, ma l’atmosfera riprendeva alla grande in camera da letto, dove quasi tutte le foto appese erano appunto della guerra del 15-18, quella di lui in Cadore al battaglione Fenestrelle del giugno 1915 quando era Sergente allievo ufficiale, quella da Sottotenente di prima nomina al battaglione Vestone , alcune assieme a commilitoni tra cui l’occhio esperto avrebbe riconosciuto un giovane Gastone Gambara colle tre stelle di capitano sulla manica, il giornalista Paolo Monelli che era di un altro battaglione , mi pare l’Exilles, ma inquadrato nello stesso Gruppo del Monte Suello, quella infine di lui con baffi e pizzetto, il cappellaccio d’alpino con la giubba aperta di Capitano dei Reparti d’assalto e sotto il maglione a collo alto, ma anche un altro paio che lo ritraevano piu’ anziano da Maggiore subito dopo la campagna d’Etiopia e da Tenente Colonnello al Corpo d’Armata di Lubiana nel 1942.Tutta la cosidetta mia passione per la Grande Guerra e' in verita' solo un riflesso, un riflesso di mio nonno che ha anche un piu' profondo correlato : quello di rappresentare un ulteriore riflesso, quello di un inconscio molto poco abreagito, quale e' quello di una primissima infanzia che si e' andato ad appuntare su di una specifica persona. Che la prima guerra mondiale si sia in qualche modo appropriata di tale assunto e' invero alquanto paradossale: in linea di principio uno con le mie idee, con le mie convinzioni, con anche la mia caratterialità e complessita' dell'Esser-ci Heideggeriano comprendente anche l'inconscio, dovrebbe aborrire al massimo grado tutto quello rappresentato da quell'evento, ha fatto piazza pulita del mondo della Belle Epoque, quello si un mondo davvero a mia misura e passione, ha provocato la fine della tradizione rappresentata in ultima battuta dai due grandi Imperi delle potenze dell'Europa centrali, le uniche che ancora potevano rappresentare lo spirito delle potenze di terra contrapposte alle potenze di mare del mondo anglosassone e americano, secondo la correttissima visione del filosofo geo/politico Carl Schmitt, ha fatto trionfare i principi economici dei bottegai e garzoni che hanno annichilito ogni tradizione facendo leva su di un esasperato tecnologismo e mercimonio di ogni aspetto della vita umana, giustappunto elidendo persone come Schmitt, Junger, Evola, Pound Guenon per far emergere ronzini del pensiero e della azione come Popper, Soros ed infine e' stata sporca, sordida, infame, ed anche vigliacca e traditrice in special modo nell'accezione del nostro Paese.
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
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