sabato 21 ottobre 2023

IL MONDO MULTIPOLARE E L'ETA' DELL'ORO

 

Ecco questa ipotesi, accennata nel precedente articolo di questo stesso Blog, di rivolgersi all’eta’ dell’oro e non a quelle d’argento e di bronzo, ovvero direttamente agli dei e non a  guerrieri e mercanti  come abbiamo fatto finora, senza prendere neppure in considerazione quella iattura che ha fatto drammaticamente capolino oggi in occasione di una farsa di pandemia, dell’eta’ del ferro che vede l’intera  umanita’ degradata al ruolo di servi, servi di pochi, pochissimi scellerati padroni… questa si sarebbe sul serio una opportunita’ inusitata, anzi che dire inusitata:  una opportunita’unica e sola in tutta la storia dell’umanita’, una di quelle che non e’ stata mai e poi mai tentata, per dirla anche in termini di fisica quantistica, un diverso flusso di equazione d’onda, un diverso integrale sui cammini che si discosta  sia come limiti che come derivate, da tutte le scelte prese in esame finora. Alla base di tale ipotesi bisogna fare piazza pulita di quella che ci e’ stata passata come storia, come cultura, come essenza di questo nostro mondo oramai al capolinea della decenza e   abbracciare invece tutt’altro punto di vista, un cambiamento radicale di osservazione, ma anche di  posizione e quindi prendere in esame  un nuovo alternativo riferimento di essere al mondo.

Sono molteplici  i tentativi piu’ o meno accreditati in tal senso e spesso e volentieri hanno avuto l’epiteto di “rivoluzione “ : la rivoluzione copernicana, quella piu’ terra terra, anzi piu’ “mercato mercato” di rivoluzione industriale, quindi quelle sociali come la francese e poi qualche tempo dopo quella bolscevica;  hanno dato l’epiteto di rivoluzione anche a sorta di farse  della storia come la rivolta delle colonie americane o il cosidetto  risorgimento italiano, movimenti totalmente pilotati e asserviti ad una classe egemonica di potere come quella dei mercanti, emersa in chiave dominante nella mentalita’ anglosassone che ha costituito anche un suo braccio segreto , ma altamente operativo come la setta della Massoneria, non a caso coeva come istituzione ai cambiamenti economici indotti dalla Rivoluzione Industriale (anche questo fenomeno eminentemente inglese). Beh si! hanno chiamato rivoluzione anche quella fascista del 1922, che di rivoluzionario aveva davvero poco e ci hanno anche provato a dare un simile epiteto alla risibile “resistenza” contro le truppe tedesche sempre in Italia, emersa solo sotto copertura delle truppe angloamericane e negli ultimi giorni di guerra con la sola unica eccezione delle “quattro giornate di Napoli” che con il fenomeno  Resistenza  aveva ben poco a che fare , un po’ come la famosa canzone Bella Ciao eletta a inno, diciamo magari  colonna sonora solo  vent’anni dopo,  su ideazione di un gruppo di colti e raffinati musicisti (Nuovo Canzoniere Italiano) che l’avevano presentata al festival dei Due Mondi di Spoleto del 1964. C’è stata anche una rivoluzione in termini di conoscenza, magari per decretare una qualche fine , così come ci aveva provato Hegel nel suo “fenomenologia dello spirito” a  prendere di petto alcuni aspetti particolari dell’essenza umana, addirittura l’intera storia, ma certo l’identificazione  di uno spirito della storia con un mediocre generale del tutto gonfiato e costruito nelle sue pseudo glorie, ha costituito forse una delle piu’ grosse cantonate mai presa da un cosidetto filosofo. Piu’ seria e concreta la rivoluzione della scoperta dell’inconscio messa in atto con l’inizio del XX secolo da Sigmund Freud, anche se preceduta da molte intuizioni di geni artistici come Dante Alighieri, Shakespeare, Cervantes, Melville, ma di certo tutte queste rivoluzioni non hanno minimamente cambiato il punto di riferimento generale che e’ sempre quello bottegaio e commerciale che origina da un’altra grande grandissima gonfiatura : la pseudo peste nera del 1348. Di tale epocale evento e della sua poca attendibilita’ ho gia’ parlato in precedenti articoli, ritrovando per molti aspetti lo stesso tentativo delle stesse forze (mercanti, cioe’ bottegai, gente asservita solo al denaro, al commercio e a quell’unico valore che e’ il valore dio scambio) di innescare con la paura di una malattia e di una sua abnorme diffusione un capovolgimento giustappunto epocale del vivere sociale e dei suoi riferimenti tradizionali, quale appunto e’ stata oggi in inizio di terzo millennio  l’operazione passata sotto la denominazione di Covid-19. Bottegai e relativo bagaglio di nefandezze ascrivibile a un mondo considerato come una unica grande bottega, un mondo quindi unipolare in quanto asservito a quell’unico e solo valore che ha la sua emanazione sociale nello spirito del capitalismo e persino in una serie di credenze pseudo filosofiche denominate “liberismo”  quali efficacemente rappresentate e perseguite  dal suo epigono piu’ convincente : il mondo, la mentalita’ anglosassone e la sua derivazione in prassi, idee, convinzioni che si sono fatte scudo di tutta una serie di parole, per lo piu’ riprese dall’antico:  liberta’, democrazia, societa’ aperte, libero scambio,   ma rimanipolate a bella posta, come si era fatto in prima battuta con l’apparire appunto delle prime tendenze economiche e di mercato con l’Umanesimo e poi con il Rinascimento e il recupero di uno sfalsatissimo codice classico , per  dare impulso ad mondo concepito come unico grande mercato.
Spetta al filosofo e geo-politico Carl Schmitt di avere dato una entita’ specifica a tale
 tendenza, individuando nell’elemento mare e quindi l’elemento liquido dell’acqua come assenza di confine, di limite,  per avallare tutti i principi  di   mercimonio contenuti nello spirito anglosassone che si mescolera’ a quello nomade dell’ebraismo e avra’ nella ex colonia di isola piu’ grande degli Stati Uniti d’america, il degno e  ancora piu’ efficace perseguitore di tale tendenza al dominio fondato sul denaro (saggio del 1942 “Terra Mare”). I tempi che viviamo e le catastrofi che  come fosche nubi si addensano non soltanto tra le nostre contrade occidentali non consentono più di avere un atteggiamento accondiscendente o di indifferenza, verso le storture che alimentano il sistema mediatico e culturale di derivazione anglosassone talassica che  ha enormi responsabilità rispetto alla situazione che stiamo attraversando. Abbiamo il dovere di svelare ogni opacità, di spazzare via le tenebre, accendendo non una ma mille fiaccole, per fare in modo che la luce vinca.
Questo vuol dire fare una grossa forzatura anche dentro di noi. Dobbiamo eliminare ogni residuo di ambiguità, ogni connivenza con questo orribile mondo post moderno. Bisogna avere il coraggio di tagliare ogni collegamento, per quanto minimo sia, con i gangli del potere liberal-globalista.
  Come ha ben detto Aleksandr Dugin, "secondo i dettami del pensiero unico dominante, si può essere liberali di destra, di centro o di sinistra. Ma non si può non essere liberali" Quindi nonostante l’effervescenza del nostro mondo dal punto di vista meta politico, chiunque voglia scrivere o comunque lavorare nel sociale e' costretto a farlo su mezzi la cui linea di pensiero  è il più delle volte, antitetica alle nostre convinzioni . Questo ci porta ad essere marginali, almeno da quel punto di vista. Ma la nostra marginalità aumenta se continuiamo a tenere aperta la linea di credito nei confronti di certi giornali o certi giornalisti poiché li avvertiamo come meno ostili. Non dobbiamo accontentarci di essere rappresentati, per giunta sporadicamente – da persone meno ostili, dobbiamo pretendere di esserlo da nostri reali consimili. Per fare questo dobbiamo cambiare i rapporti di forza. Non ce lo concederanno mai per grazia ricevuta. Dobbiamo lavorare per imporci e dobbiamo avere una idea di fondo che coincide appunto con il ripudio totale e iper convinto di qualsivoglia unipolarismo e invece perseguire, il piu' lucido filosofo e nuovo geo-politico  erede della possibile risanatura del conflitto individuato da Schmitt, ovvero fare nostra la "Teoria del mondo multipolare" di Aleksander Dugin.
L'Unipolare che e' coincidente 
 con il  “pensiero unico” è oggi  il sistema culturale e valoriale dell’occidente american-centrico, di derivazione anglosassone e emanazione massonica  piu' varie sette e idee consimili (Fabian Society, Societa' aperta di Popper e concretizzazione di Soros, Big Pharma e eredita' Rockfelleriana, Protocollo Flexner  del 1910 e avri continuatori dell'industria del farmaco e dei vaccini (Gates, Fauci, OMS, etc). Per manifestarsi come tale, esso si è servito nel corso dei secoli del lavoro svolto dalle varie catastrofi succedute dalla fine dell’Impero Romano, passando per la Rivoluzione dei Lumi fino alla comparsa delle caterve allogene, e alla snaturalizzazione dei contesti sociali ed etnici dell’Europa. Quindi arriviamo ad oggi con l’apparizione della “cultura della cancellazione”, e con i tentativi di criminalizzazione di tutta quella cultura europea non compatibile con tali devianze. Detto questo, il pensiero non conforme per essere realmente tale non può che avversare sia dal punto di vista culturale e sia dal lato geopolitico, tutto ciò che conduce al mantenimento dell’egemonia americana di derivazione anglosassone . Quindi in parole più nette o il pensiero anticonformista, non conforme, antagonista etc. diventa eurasiatista o semplicemente non è. Poiché è l’eurasiatismo l’unico sistema culturale, valoriale e politico in grado di poter mettere in discussione i capisaldi del pensiero unico. Bisogna ragionare e muoversi mantenendo di pari passo sia l’aspetto filosofico e culturale con quello geopolitico. E iniziare ad occupare gli spazi. Bisogna partire da una presa di coscienza chiara. I nostri nemici non si accontentano più di relegarci ai margini, vogliono la nostra distruzione, la cancellazione di tutto quello che rappresenta la nostra storia , la nostra tradizione .
Dopo quanto accaduto con la farsa pandemica del Covid 19 l' ultimo e recentissimo tentativo globalista di annientarci, forse e'  arrivato il tempo di scendere da quella famosa tigre che sessan'anni fa il grande filosofo Julius Evola invitava a cavalcare attendendo il tempo opportuno  per una azione dirompente di recupero della tradizione, anche non disponendo di una tradizione. Quanto indicato da Dugin  con il mondo multipolare e facendo leva su alcune azioni di determinati personaggi come Trump, Dugin e  pochi altri, tutti all'opposto del mellifluo mondo del liquame del liberismo e della prassi talassico-commerciale, potra' essere fin d'ora il nostro possibile riscatto 

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