mercoledì 29 novembre 2023

LA NORMALITA' INVOLUTA

 

Questo  aborto di mondo di bottegai ci ha resi convinti assertori di una presunta normalita’ che in verita’ contrasta ed e’ altamente stridente con tutto cio’ che dovrebbe essere non dico giusto, ma perlomeno, normale: diamo valore a comportamenti, modi di vita, ripugnanti, che se solo ci fermassimo un attimo a considerare, grideremmo allo scandalo e dovremmo sentirci profondamente offesi e colpevoli per averli permessi. Un esempio calzante : se dovessimo osservare  una scimmia che fa incetta di banane e non permette a nessun altro della sua specie di accedervi, riducendo quindi  i suoi simili alla fame e alla morte, mentre lei si rimpinza fino al gozzoviglio, cosa diremmo? La considereremmo certamente un animale  malato, un vero e proprio abominio della natura, un qualcosa da eliminare e estirpare per sempre da qualsivoglia consesso di vita in comune, o al massimo da rinchiudere in una struttura apposita  per simili casi di abiezione. Ecco invece che nel nostro consesso, cosidetto civile, specie con l’avvento della classe dei mercanti o bottegai,  a partire dalla meta’ del XIV secolo e sempre ad aumentare nei secoli successivi, fino all’esasperazione odierna del cosidetto turbo capitalismo o post progressismo, tale comportamento applicato agli esseri umani, risulta essere non solo piu’ che legittimo, ma addirittura lodevole e degno della massima considerazione, un esempio da seguire. E’ cosi’ che abbiamo eletto a campioni e modelli di rappresentanza sociale, veri e propri mascalzoni che hanno insozzato il mondo coi loro abietti  comportamenti di furbastri bottegai previe  azioni di spregevole opportunismo, spesso e volentieri non disdegnando di accompagnare il loro operato oltrepassando i limiti della decenza e sprofondare in vera e propria criminalita’.
I pirati elevati a rango nobiliare dalla Regina Elisabetta tipo Francis Drake, le piu’ plateali ruberie premiate e encomiate, le associazioni appositamente costituite per favorire inganni e mercimoni, tipo la Massoneria e sempre piu’ personaggi ascesi ai vertici dei poteri fino a costituire vere e proprie caste come i Rotschild, i Carnegie, i Rockfeller, piu’ recentemente
 anche singoli personaggi,  tipo George Soros, Bill Gates,Klaus Schwab, finanziatori dei peggiori crimini della storia e diffusori di terrore mediatico a livello sanitario per imporre il loro dominio avvalendosi di tutto uno stuolo di compiacenti  servi scelti attraverso il piu’ assoluto dei mercimoni,  che hanno messo a disposizione del vile denaro, il loro scibile,  purtroppo assai spesso anche culturale e artistico, come abbiamo avuto modo di rimarcare proprio in occasione della recente cosidetta pandemia di coronavirus. Dicevamo terrore mediatico a livello sanitario, in effetti una pandemia, cioe’ un qualcosa che tocca una delle cose piu’ sacre del genere umano la supposta buona salute,  rimane l'espediente piu' consono
per 
innescare il piu’ cieco dei  terrori nella massa in caso di sua  messa in crisi  e si e' sempre rivelata l’arma piu’ ricorrente delle classi di potere correlate al denaro e al commercio come non mi stanchero’ mai di ripetere : potere bottegaio, con tanto di padroni (appunto i Rotschild, Rockfeller, Soros, Gates) e tanto di servi (i cosidetti esperti, medici, pseudo virologi, tecnici e la quasi totalita’ degli addetti all’informazione, allo spettacolo). Fu Hegel  nel suo saggio Fenomenologia dello Spirito a rimarcare tra i primi un conflitto servo/padrone che alla fin fine si concluderebbe con la vittoria del primo, piu' che altro per una sorta di esaurimento dialettico che e' un è po' ricorrente nelle interpretazioni della storia che sembrano voler sempre decretarne una fine  (oltre Hegel, Kojeve' e piu' recentemente Fukayama  dopo la caduta del comunismo). In verita' tutte queste "fini" lasciano un po' il tempo che trovano e perlomeno a tutt'oggi,  quello che si rimarca e' una inverazione dei processi grosso modo descritti da Esiodo delle varie eta' del mondo e ricorrenti un po' in tutte le antiche civilta' oro, argento, bronzo e ferro per le nostre contrade occidentali con l'equivalente delle classi cui ad esse fanno riferimento : dei, guerrieri, mercanti, servi, i vari Yuga della cultura indiana, tutte con la costante di far riferimento sempre ad una progressiva decadenza, quando non addirittura a vere e proprie cadute del genere umano fino allo squallore odierno e mai neppure per celia alludere ad una qualche forma di evoluzione o progresso, veri e propri miti della  societa' moderna , in ispecie dopo la rivoluzione industriale del XVIII secolo,  cloù dell'eta' dei mercanti/bottegai 

lunedì 27 novembre 2023

UN DIVERSO INIZIO DELLA VERITA'

 

Se dovessimo supporre di un inizio di verita’ nella storia, dovremmo far piazza pulita di non meno del 99% di quello che  in questi quasi ultimi sette secoli abbiamo appreso - partire non a caso da quel 1347/48 ovvero da quella pandemia denominata peste bubbonica e poi peste nera fino a  pervenire alla attuale pandemia con tutta probabilita’ ancora piu’ falsa e inventata di quella antica, in quanto veicolata con maggiore efficacia dai mezzi di comunicazione piu’ evoluti. Menzogna ieri,  come menzogna oggi  e un percorso preferenziato nel corso dei secoli che richiama una sorta di integrale sui cammini , del tipo di quelli ideato da Richard Feynman, laddove quella che dovrebbe essere opportunita’ di scelta  si  e’ sempre sposata alla menzogna, alla macchinazione, all’inganno e soprattutto al perseguire l’interesse di pochi (ricchi bottegai) a scapito dei molti (poveri e gente comune non coinvolta in meccanismi di mercato): vale, come esemplificazione di massima, la  lapidaria osservazione di un famoso scrittore Alessandro Manzoni a proposito della descrizione di  uno dei tanti regurgiti (quello della peste degli anni trenta del ‘600 nell'Italia settentrionale) di questo ricorso alla pandemia e alla conseguente  paura di massa, come garanti di diffusione di straordinaria efficacia:  “Cabala ordita per far bottega del pubblico spavento”  - “far bottega” eccolo il principio informatore di ogni azione di ogni pensiero della nuova classe sociale che si e’ cominciata ad affermare giustappunto grazie ad una mobilitazione della paura, quella dei Mercanti o bottegai, che hanno deciso di uniformare il contesto sociale ad una enorme bottega, dove si muovono loro come padroni e manovratori di ogni manifestazione, grazie anche al servile ausilio di garzoni o servi, ricompensati con briciole di potere e di pecunia (politici, intellettuali, poliziotti e soldati, comunicatori prezzolati, etc). Oggi quindi che ancora non abbiamo attraversato del tutto la terribile penombra (per la verita' tenebre oscurissime) dell'ultima pandemia ascritta ad un improbabilissimo virus denominato covid 19, proprio se vogliamo ricostruire o meglio costruire ex novo un nuovo, diverso, piu' corretto sapere, improntato alla verita' e non alla menzogna e alla manipolazione, dobbiamo disporci con animo sereno, ma nel contempo attento, rispetto a tutta la narrazione della storia così come ci e' stata propinata.  Cominciamo magari con uno degli eventi piu’ dirompenti del racconto storico : una rivoluzione. Rivoluzione e’  un termini usato per parecchi eventi, molto spesso con diverse accezioni, qualche volta a sproposito, ma si intende in genere un sovvertimento di principi ed anche di modi di essere : c’è stata una rivoluzione industriale, una rivoluzione scientifica, una rivoluzione sociale, una rivoluzione politica, insomma un po’ chi piu’ ne ha piu’ ne metta; c’e’ stato anche chi ha, su questo  tema della rivoluzione vi ha  costruito una sorta di paradigma piu’ o meno ineluttabile come 

Thomas Kuhn con il suo saggio  “la struttura delle rivoluzioni scientifiche” del 1962, che al di la’ delle patetiche critiche di un ronzino del pensiero come il mediocre Popper, resta a tutt’oggi l’analisi piu’ dettagliata e piu’ precisa della rivoluzione, limitata pero al cambiamento anche di opinione in campo scientifico;   nell’accezione del presente articolo intendiamo dedicarci al concetto piu’ rappresentativo della rivoluzione con tanto di movimento di opinione e anche di masse, non scevro di episodi di violenza e di vero e proprio terrore :  Indubbiamente la rivoluzione diciamo così canonica per questo tipo di immaginario collettivo e’ la Rivoluzione Francese. 
Anzitutto siamo proprio  sicuri che la Rivoluzione Francese fu un moto spontaneo di rivolta,  partito da un popolo vessato da leggi ingiuste e da un potere corrotto, inefficace e del tutto indifferente delle afflizioni provocate sulla stragrande maggioranza della popolazione ???? O piuttosto non fu un qualcosa provocato a bella posta proprio da quel ristretto gruppo di potere  che anelava a raggiungere obiettivi più consoni alla sua posizione che da quattrocento anni andava consolidandosi come emergente ? stiamo parlando dell’avvento dell’eta’ dei Mercanti, così come postulata da Esiodo nel suo “Le Opere e i giorni” ma anche prospettata nei suoi esiti piu’ esiziali per l’umanita’, dalla cultura indu’ con l’ ulteriore avvento di una eta’ ancora piu’ buia  : il Kali Yuga,  che Esiodo definiva  "l'eta' dei servi”.  Ho detto che questi Mercanti io li chiamo soprattutto “bottegai” nel senso che l’instaurarsi di una cultura ove a dominare e’ il denaro con tutti i suoi meccanismi di scambio univoco e con le leggi che assegnano valore e appartenenza sono solo quelle di un enorme sconfinato mercato, non c’è piu’ posto per altri valori, quali la tradizione, il sapere, financo un certo tipo di comportamento e di trasmettibilita’ (la Cattedrale e la Cavalleria)  che un tempo venivano invece scambiati. I depositari di questo tipo di potere vanno anche identificati con un progressivo affermarsi di una classe media che potremmo anche cominciare a denominare borghesia, che e’ andata formandosi proprio con il passaggio dall’eta’ dei guerrieri a quella dei mercanti,  laddove l’elemento di distinguo  e di unico valore e’ diventato il denaro e il suo scambio, quindi la societa’ e’ andata sempre piu somigliando ad una bottega;
come in ogni bottega che si rispetti c’è il padrone assoluto, quello che fa i commerci, compra vende e soprattutto guadagna ed uno stuolo di garzoni o servitori di diverso lignaggio: quelli che, per cosi’ dire hanno fatto carriera ed allora partecipano sia pure in modalita’ ridotta ai proventi della compravendita e quindi ne traggono relativi vantaggi e benefici (la classe dei politici, dei tecnici cosidetti esperti, dei comunicatori
  e specie coi tempi odierni praticamente la totalita’ degli addetti ai mass media, ovvero giornali, televisioni, social) ,e quelli invece mantenuti ad uno stato meramente esecutivo, di manovalanza (poliziotti, soldati ed anche la classe dei medici e degli addetti sanitari ). C’è da dire che questa suddivisione non e’ cosi’ precisa come indicato, spesso e volentieri una data categoria sociale sconfina nell’altra: anche se sempre nel libro paga delle elites commerciali v’e’ una grossa differenza tra un politico di livello governativo centrale ed uno di livello locale(per intenderci diverso un parlamentare, un ministro,  da un sottosegretario in qualche comune  di provincia così come differente e’ un Generale dell’esercito o della polizia da un semplice agente). Comunque sia, non al di sotto, ma di certo meno che mai al di sopra, di  questa suddivisione sociale, si colloca la gran massa della gente comune, che non si identifica coi padroni, ma non si identifica neppure nei garzoni;  e’ la gente che lavora, studia, discute, ma anche consuma, compra, ma solo marginalmente vende -  e’ la gente che cerca dei valori alternativi alla mera pecunia, la gente che studia,  fa cultura, ricerca, si informa, ma è anche la gente che persegue esclusivamente il proprio tornaconto, che se ne frega, che non vuole essere coinvolta, e che si limita a vivere e a consumare  - ecco la parola magica per le elites, per i bottegai e quindi anche per i garzoni  : consumare!!! questo e’ quello che conta in una eta’ contrassegnata dal termine di “mercanti”  gente che consuma e che apparentemente non sembra partecipare del mercimonio in atto nel mondo moderno da quasi sette secoli – paradossalmente e’ proprio questa gente che come detto costituisce la stragrande maggioranza della popolazione mondiale - che e’ oggetto dello spasmodico contendere delle classi dominanti, e’ questa la gente verso cui sono sempre state indirizzate le grandi macchinazioni, tutti i falsi, tutte le montature, di cui il cammino della recente (si fa per dire) storia e’ costellato: così nel 1348, così nei regurgiti di gonfiatissime e pilotate pandemie nel corso dei secoli, ma così anche con le guerre, gli assedi, i colpi di stato, le alternanze di potere e soprattutto…..le rivoluzioni. Prima di andare a approfondire la piu’ famosa delle rivoluzioni, quella francese, cerchiamo di chiarire chi sono queste elites, questi mercanti o bottegai, che da così lungo periodo perseguono nel tentativo di dominare la gran massa delle popolazioni di tutto il mondo, instaurando quindi una sorta di dittatura del denaro che possa fungere da principio informatore della socialita’.
Si e’ parlato molto degli ebrei come massimi rappresentanti di tale spirito commerciale e, trovandone anche la giustificazione a livello storico : estromessi da tempo immemorabile dalla effettiva conduzione di un proprio territorio o stato, essi sono andati vagando per i diversi stati nazionali spesso e volentieri osteggiati, discriminati soprattutto nell’esercizio del potere pubblico e quindi costretti a dedicarsi al commercio, all’usura, e a tutto quello che attiene il commercio.
  Subito dopo gli ebrei e’ stata messa in ballo proprio come entita’ sovranazionale,  lo spirito delle cosidette Societa’ segrete, i Rosacroce, i Templari, gli Illuminati di Baviera, ma soprattutto la Massoneria, che rappresenta un condensato di tale spirito incentrato sul denaro, sul commercio, e sulla distinzione sociale solo sulla base del censo …molti massoni furono ebrei, ma non necessariamente, in realta’ vi furono insigni massoni anche tra i gentili, però la massoneria piu’ influente e’ sempre stata quella inglese.
Come mai ? Semplice, definita da Napoleone Bonaparte la nazione bottegaia, l’Inghilterra e’ stata sempre una antesignana nel preferenziare meccanismi di compravendita nei suoi affari nazionali e internazionali
  fino a concedere con facilita’ dignita’sociale, prebende e   titoli nobiliari proprio sulla base del riscontro economico, senza andare per il sottile in merito al come tale riscontro fosse stato ottenuto (vedi  il titolo di Sir concesso dalla Regina Elisabetta al pirata Francis Drake, che ha avuto innumeri  esempi, fino ai nostri giorni ), quindi ovvio che una borghesia così solleticata dal potere politico, abbia fatto da battistrada in merito ad associazione che aveva come suo interesse precipuo quello di dilatare la sua influenza economica facendo appunto leva a fattori di censo. Nella prima delle pandemie considerata quella del 1348 ne’ ebrei ne’ inglesi hanno una rilevanza particolare, anzi per lo piu’ e’ l’area mediterranea coi suoi mercanti, banchieri  emergenti, tipo i Bardi, i Peruzzi, i Datini,  Chigi, i Medici, a dominare, per passare il testimone  nel secolo successivo a Mercanti tipo tedesco, anseatico, e dopo l’apertura del canale americano,  prima a spagnoli e Portoghesi, successivamente a mercanti olandesi, delle Fiandre e un po’ tutta l’europa centrale per vedere quindi nel corso del XVIII secolo l’affermarsi delle prime grandi compagnie commerciali  inglesi strettamente legate al potere reale, e di cui probabilmente quella dei Rotschild /che ha tra l’altro diversificazioni extra insulari, e’ una che ha maggiormente colpito l’immaginario collettivo

domenica 26 novembre 2023

I FANTASMI CON LO SCUDO DELLA MEDICINA

  

Ma esiste davvero questo fantomatico sistema immunitario?  Questa sorta di scudo ideale di cui tutti parlano e tirano in ballo ? C'e' qualcuno che lo ha mai visto? non dico  in terreno corporeo,  dove per il virus si e' stati costretti a ricorrere a elaborazioni computerizzate del tutto arbitrarie e falsate degli ancor visibili batteri tramite microscopi, ma perlomeno in vitro magari con la forma appunto di un bello scudo tipo quello di Achille?  In verita' si tratta di una invenzione  non meno falsa e ipergonfiata tipo quella dei virus, difatti  l'invenzione di un Sistema Immunitario era diventata necessaria dopo aver scoperto che il terzo postulato di Kock (le malattie sono causate dai microbi) non è dimostrabile.
Ad oggi non si vuole ammettere che la teoria dell'infezione è sbagliata. Ricordi quando da bambino succhiavi e mangiavi avidamente il ghiaccio dai cui blocchi i pezzi spaccati dall'accetta del ghiacciaiolo finivano in terra tra terra, polvere, formiche???? Ti ha mai preso qualche infezione? Mai e poi mai, anzi era proprio quel mettere mani, bocca tra lo sporco che ti preservava da qualsivoglia infezione, ti eri rifornito di microbi, necessari, indispensabili per mantenere un corpo in salute.
La cricca Pasteur - Kock (, poi Rockfeller, AMA, Big Pharma) furono costretti ad inventarsi di sana pianta l'esistenza di un sistema immunitario (mai prima d'allora visto da nessuno e da nessuno considerato) davanti alle obiezioni di valenti scienziati i quali - davanti all'affermazione di Pasteur e di Kock che sono i microbi a causare la malattia - ribatterono che ciò non poteva essere vero perchè anche le persone sane sono piene di microbi, di batteri. Davanti a questa giusta obiezione la cricca di Pasteur si difese inventandosi l'esistenza del sistema immunitario.
In sostanza Pasteur ribatté che se le persone sane non si ammalavano è perchè avevano un sistema immunitario forte, un sistema immunitario che fungeva da barriera insormontabile contro l'assalto dei microbi, mentre al contrario le persone che si ammalavano si ammalavano perchè non avevano un sistema immunitario abbastanza forte da proteggerle dall'assalto dei microbi. Diciamo che
il Sistema Immunitario è una balla ed anche una truffa, così com'è una balla e una truffa la Teoria dei Germi, ovvero la panzana che che siano i microbi a farci ammalare. Non esiste sistema immunitario che ti protegge dalle malattie, per il semplice fatto che le malattie non sono un male, esse originariamente erano utili all'animale - trasformando il suo corpo, i suoi organi e tessuti - per far fronte a pericoli o a situazioni eccezionali che l'individuo non sapeva come fronteggiare o risolvere. La malattia cioè potenziando, migliorando, rendendo più efficienti organi e tessuti del tuo corpo ti permetteva di superare determinate situazioni eccezionali o di grave pericolo. In natura l'individuo ha solo il suo corpo per rispondere alle sfide dell'ambiente.
La malattia - che nella prima fase, come ha ampiamente dimostrato Hamer, è sempre indolore per permetterti di affrontare al meglio la situazione eccezionale o di pericolo (mentre lotti non noti che qualcuno ti ha accoltellato) - trasformando il tuo corpo (dilatando i bronchi per avere più ossigeno, ulcerando le arterie coronarie per pompare più sangue nei muscoli, trasformando il pancreas per immettere più zuccheri nel tuo organismo, oppure nel caso del tumore allo stomaco secernendo più acido cloridrico per demolire il boccone indigesto, ecc) - la malattia ti permetteva di superare una situazione che altrimenti tu, con le forze che attingi dallo stato di normale salute, non avresti saputo come superare. Come dice il dottor Hamer " in situazioni di eccezionale emergenza o di pericolo il corpo funziona in maniera accelerata", e cioè squilibrata, anormale. Questa è la malattia. Una risorsa che la natura mette a tua disposizione per superare lo stato di pericolo. Quando tu poi hai superato la situazione di eccezionale pericolo si entra nella secondo fase della malattia, che è sempre una fase di guarigione e di riparazione. È in questa fase che hai la febbre e che senti dolore. Febbre e dolore che ti stanno portando alla guarigione.
In sintesi: secondo il dottor Hamer l'individuo reagisce ai pericoli e agli attacchi del mondo esterno non immunizzandosi o non ammalandosi (attraverso la difesa approntata da un presunto sistema immunitario, come vorrebbe la medicina ufficiale) ma AMMALANDOSI e cioè trasformando, alterando, potenziando funzioni e cambiando dimensioni di organi e tessuti del proprio corpo . Provate a leggere qualsiasi trattato di medicina sul SISTEMA IMMUNITARIO, suggerisce il
mio amico Claudio Trupiano nel suo eccezionale saggio "Grazie Dottor Hamer " ribadito dalla sua continuazione "Grazie ancora Dottor Hamer" , con un certo piacere apprendiamo dell'esistenza di un ottimo e programmato sistema, pronto a difenderci, con vere e proprie armate di soldati, dagli intrusi che attaccano il nostro corpo. Così si legge che dal midollo partono efficienti strutture di difesa: leucociti, linfociti T, B, granulociti vari, ecc.
Ma il compiacimento e la soddisfazione di essere difesi lasciano presto il posto a uno stato di rassegnato sconforto, quando si cerca di definire un fenomeno inspiegabile per la Medicina Ufficiale: questo esercito di difesa, all'improvviso, senza una ragione plausibile, decide di diventare nemico del nostro corpo e quegli stessi soldati, preposti alla difesa, si rivoltano contro di noi. La patologia quindi viene qualificata con l'aggettivo, valido per tutte quelle similari, di MALATTIA AUTOIMMUNE. E' come se il Ministro dell'Interno(il medico) dicesse: "Non capisco perchè, senza motivo, carabinieri e poliziotti (virus e batteri) impazziscono e cominciano a sparare sui cittadini (il nostro corpo)" Infatti, a parte i generici richiami a fattori ambientali, allo stress, alla cattiva alimentazione e all'onnipresente fumo di sigarette, non si comprende il motivo di questa destabilizzazione funzionale dell'organismo. Tanto meno ha una risposta la domanda perchè succede ad alcuni e ad altri no. Risultato finale: come pazienti ci sentiamo impotenti e restiamo con lo sguardo triste, pronti ad ascoltare quanti soldati dobbiamo acquistare per aumentare le nostre difese in previsione della prossima battaglia. Nel frattempo abbiamo solo l'imbarazzo della scelta delle molteplici proposte del circo mediatico farmaceutico, che fanno a gara per farci assumere l'ultimo ritrovato che fa alzare il sistema immunitario. Se uno ha capito il senso del discorso fatto da Claudio Trupiano questo qualcuno dovrebbe aver capito che senza il concetto del sistema immunitario, senza il concetto delle malattie autoimmuni inventato dalla medicina ufficiale tutto il mercato basato sui farmaci e sui vaccini di Big Pharma non avrebbe ragione di esistere e cadrebbe rovinosamente. È con la bufala del sistema immunitario debole o compromesso, del sistema immunitario che non fa più il suo dovere o che si rivolta contro di noi che Big Pharma ha potuto costruire tutto il suo mercato dei vaccini e le sue vergognose campagne vaccinali di cui abbiamo avuto i tristi esempi degli ultimi anni a proposito della colossale balla del coronavirus: infatti dopo aver elogiato l'efficienza di un presunto sistema immunitario che ci proteggerebbe dalle malattie non si manca mai di sottolineare che per le condizioni ambientali velenose in cui viviamo, per i cibi tossici che mangiamo, per la vita stressante che conduciamo e per il fatto che la maggior parte della popolazione è composta da anziani con un sistema immunitario ormai debole e compromesso e da bambini con un sistema immunitario in formazione, ci vengono a dire che tutti abbiamo un sistema immunitario ormai non funzionante, non all'altezza e quindi che tutti, ma proprio tutti avremmo bisogno di aiuti esterni per sconfiggere o proteggerci dalle malattie. tutti avremmo cioè bisogno di comprare degli anticorpi, dei soldati da schierare a difesa del nostro territorio, del nostro corpo. E con ciò il sistema del farmaco mentre sembrava che con il concetto di sistema immunitario ci volessero allontanare dalla medicina ufficiale e dalle sue pratiche in realtà ci avvicina, ci getta nelle braccia della medicina ufficiale. Infatti non bisogna mai dimenticare che la medicina ufficiale si basa, è fondata sul concetto di sistema immunitario. Cadendo questo cadrebbe tutta la sua teoria e la sua pratica, la sua prassi terapeutica fasulla. Come dice il dottor Hamer, in situazioni di eccezionale pericolo o di emergenza il corpo funziona in maniera ACCELLERATA, squilibrata; tu non vinceresti le tue sfide se il tuo corpo in fase di lotta, di combattimento funzionasse come in una normale fase di riposo: nella lotta hai bisogno di più sangue, di più ossigeno, di più zuccheri per far fronte alla situazione, per vincere o superare il pericolo. Hai bisogno che i tuoi bronchi e i tuoi polmoni si dilatino, che il cuore batta più forte e pompi più sangue, che ossa e muscoli siano più forti, più efficienti, ecc. Tutte le alterazioni e trasformazioni del tuo corpo quindi vengono in tuo soccorso per aiutarti a superare la fase di pericolo e di emergenza.
Se questa fase di emergenza durasse il tempo di un normale combattimento - come avviene agli animali in natura - gli squilibri e le alterazioni del tuo corpo non avrebbero nessuna conseguenza per il tuo stato di salute. Tu non ti accorgeresti neppure delle alterazioni e delle trasformazioni del tuo corpo. La fase di ristabilimento e di ricostruzione, di ritorno alla situazione normale per ossa, muscoli, cuore, polmoni avverrebbe in un non nulla, nello spazio di un attimo e senza nessuna conseguenze per il tuo stato di salute. Durante la notte o durante lo stato di riposo avverrebbe il ritorno allo stato normale degli organi del tuo corpo impegnati nella lotta o nel conflitto recuperando le energie sprecate nella fase di lotta.
Il problema sorge soltanto quando il tuo stato di lotta e di conflitto dura a lungo, in maniera permanente: in questo caso il ritorno alla normalità di organi e tessuti del tuo corpo potrebbe essere più doloroso. E questo perchè tante sono le energie che sono state sprecate nella lotta, perchè grandi sono state le trasformazioni dei tuoi organi e tessuti per far fronte alla nuova situazione createsi. Secondo quanto insegnatoci dal dottor Hamer la malattia ha due fasi: nella prima fase si ha - per permetterci di far fronte con successo alla situazione di pericolo o di eccezionale emergenza creatisi - l'alterazione o la trasformazione dei nostri organi e tessuti (crescita cellulare, perdita cellulare, paralisi, ecc). Questa fase è sempre indolore. Essa serve a migliorare, a potenziare o a trasformare - per permetterci di affrontare con successo la nuova situazione anormale o di pericolo nel frattempo creatisi - la struttura dei nostri organi e tessuti. La seconda fase - che avviene quando abbiamo superato il nostro conflitto esistenziale - è la fase di riparazione, di ricostruzione e di reintegro dei nostri organi e tessuti. È la fase del ritorno alla normalità. Risolto il conflitto il nostro corpo non ha più bisogno di funzionare in maniera accellerata o alterata. Gli organi e tessuti che nella prima fase si erano alterati per permetterci di risolvere il conflitto vengono riportati al loro stato di normalità. Questa seconda fase è la fase che la fasulla Medicina Ufficiale chiama malattia. Malattia che in realtà è una fase di guarigione e di reintegro, di ritorno alla normalità. Questa fase è accompagnata da dolori, da febbre, da debolezza, da infezioni, ecc. Tutti sintomi di guarigione. Ed è in questa fase che operano i microbi, non per farci ammalare ma per aiutarci a guarire (per smantellare i tumori o per aiutare a ricostruire i tessuti danneggiati o ulcerati. Quello che si deve capire - lo ripetiamo - è che il nostro organismo fa quello che gli diciamo di fare: se la realtà esterna per noi è insopportabile (non la vogliamo vedere) la retina dei nostri occhi ci rimanderà un'immagine sfocata e annebbiata della realtà (miopia). Se una persona o un fatto di vita ci sono rimasti sullo stomaco e non riusciamo a digerirli, a mandarli giu il nostro cervello ordinerà la proliferazione di un tumore nello stomaco (tumore che ha una capacità digestiva anche dieci volte superiore alle cellule normali) per farci digerire o mandare giù ciò che ci è rimasto sullo stomaco (il nostro cervello non distingue fra l'indigeriblitá di un pezzo di cibo, di una situazione di vita o di una persona). Se vogliamo sfidare o ci vogliamo opporre con successo ad una persona il nostro organismo produrrà più zuccheri (diabete) per contrastare con successo tale persona. La maggior quantità di zuccheri ci darà più forza per resistere o per opporci con successo a chi ci tormenta o ci sfida, ecc. Quindi nella malattia non c'è nessun processo degenerativo, nessun impazzimento delle nostre cellule, nessun indebolimento del nostro presunto sistema immunitario: il nostro organismo "ammalandosi" sta facendo né più e né meno ciò che gli abbiamo chiesto di fare.
Secondo la truffaldina medicina ufficiale le malattie autoimmuni sarebbero patologie caratterizzate da una reazione scorretta ed abnorme del nostro presunto sistema immunitario che - non si sa per quale motivo - attaccherebbe e distruggerebbe i tessuti (ossa, muscoli, ecc) sani del nostro organismo riconoscendoli come estranei per errore. In realtà noi sappiamo - da tutta la storia dell'evoluzione - che gli animali trasformano di continuo il loro corpo per adattarlo all'ambiente in cui si trovano a vivere. Gli animali potenziano, aumentano alcune parti del loro corpo oppure fanno in modo che alcune parti del loro corpo si atrofizzino, riducano le loro dimensioni fino a farle scomparire. Gli animali in natura di continuo affinano il loro corpo per rispondere con successo alle sfide dell'ambiente. Ma questa trasformazione del corpo degli animali avviene mediante quei meccanismi biologici che la fasulla medicina ufficiale chiama abnormi, e cioè facendo perdita cellulare (atrofia, ulcera, necrosi) o aumento, crescita cellulare (tumori). Per adattare il corpo dell'animale all'ambiente, alle sfide per l'esistenza la natura "attacca", distrugge alcuni organi o tessuti, li atrofizza. Oppure li potenzia aumentando le loro dimensioni: quando alcuni organi o tessuti non sono più necessari per la lotta per l'esistenza la natura li atrofizza, li fa scomparire. Quando invece c'è bisogno di un organo o di un tessuto la natura li fa comparire dal nulla ovvero li potenzia, li affina (denti, artigli, corna, ecc.). Senza quelli che la truffaldina medicina chiama attacchi "AUTOIMMUNI" non ci sarebbe stata evoluzione sulla terra, non ci sarebbe stata differenziazione fra gli animali, tutto sarebbe stato eternamente identico, lo stesso. Quello che si è verificato nel corso di tutta la storia dell'evoluzione continua a ripetersi immutato quotidianamente nel corpo degli animali: essi giornalmente, di continuo hanno bisogno che il loro corpo si trasformi per rispondere al meglio alle sfide dell'ambiente. E così quando sono insoddisfatti del loro corpo, quando si svalutano. il loro corpo fa perdita cellulare, si atrofizza si ulcera - attacca se stesso, secondo la medicina ufficiale (presunte malattie autoimmuni) - per essere ricostruito più forte, più grande e più resistente di prima. Distruggendo o rimaneggiando alcune parti del loro corpo gli animali creano una nuova base su cui la natura crea, costruisce organi e tessuti più grandi e più forti (così come succede a qualsiasi atleta il quale con l'allenamento rompe, lesiona i suoi muscoli per vederseli ricostruire più grandi e più forti di prima nei momenti di riposo). Sono processi del tutto logici e sensati: quando l'individuo si mostra insoddisfatto del suo corpo (come un atleta durante l'allenamento) la natura lo smonta - attraverso una perdita cellulare - per ricostruirlo più grande e più forte di prima. Il nostro corpo non impazzisce, non attacca o distrugge se stesso: il nostro corpo si trasforma di continuo per adattarsi all'ambiente circostante, per rispondere al meglio alle sfide dell'ambiente. Non c'è nessun attacco autoimmune, nessun impazzimento delle nostre cellule: se un organo o un tessuto (ossa, muscoli) del nostro corpo va trasformato esso si riduce o aumenta le sue dimensioni, fa perdita cellulare o aumento cellulare, a seconda delle esigenze dell'individuo. Il nostro corpo è uno strumento vivo che risponde continuamente all'ambiente, che assume questa o quella conformazione a seconda delle convenienze dell'individuo.

sabato 25 novembre 2023

MEZZO MITO DIMENTICATO

 

Una pausa di riflessione molto importante  alle considerazioni sulla miserevole attualita' odierna viene offerta dal libro  di Bernard Stiegler  "La colpa di Epimeteo " che e' il primo dei tre volumi dell'imponente suo studio "Il tempo e la tecnica" uscito in Francia trent'anni fa e che solo ora  grazie alla iniziativa della  Luiss University Press, e la ottima prefazione di Paolo Vignola che riporto in questo mio articolo su blog chiosandola leggermente, consente anche a noi lettori italiani  di avvicinarci ad una delle imprese filosofiche  di maggiore spessore e originalita' degli ultimi periodi. La quasi dialettica temporale  "Epimeteo - Prometeo" ci introduce difatti nel cuore di uno dei piu' famosi, anche se non interamente riportato, "Mito delle Origini", quello di Prometeo che ruba la scintilla del fuoco divino donandola agli uomini, quello che pero' sfugge ed e' sempre sfuggito ai piu', e' che cosi' riportato il Mito e' monco, impreciso ed anche fuorviante, un po' come... chessò il finale del film di Ernest Lubitsch "Il cielo puo' attendere" così come  riportato in Italia,nel 1947 avendo operato la bacchettona censura democristiana il taglio degli ultimi fotogrammi del film  che erano proprio quelli che davano senso al titolo del film
(il protagonista Dana Ameche che invece dell'ascensore diretto verso l'alto in  paradiso dove un simpaticissimo Diavolo lo aveva destinato,  sceglie invece  l'ascensore diretto giu' all'inferno caratterizzato dalla presenza di una esplosiva biondona e  pronuncia infatti la ben nota frase "il cielo  puo' attendere=Haven  can wait!"). Nel Mito al contrario del film, quello che viene eliso non e' la fine, ma l'inizio che funge da logica  premessa, e' il  tentativo fallito del fratello maggiore Epimeteo  che incaricato da Zeus di dare ordine a tutte le cose da lui create, dopo aver assolto alla perfezione  a tal compito  per tutte le specie viventi con l'assegnazione di determinati istinti per ognuno : il cibo, la tana, la procreazione, si dimentica degli uomini (l'etimologia del nome denota tale peculiarita' della dimenticanza in quanto Epi-Metheo e ' letteralmente "colui che pensa (verbo metheo = penso) dopo, in ritardo (particella epi')"   e li lascia quindi nudi, privi di qualsiasi qualita' e talento, indispensabili per sopravvivere. Sta qui La colpa di Epimeteo  ed e' a questa originaria colpa che deve rimediare Prometeo (lett. colui che pensa prima, in anticipo "pro-. metheo"), sempre su incarico di Zeus, visto il fallimento del fratello. Opera niente affatto facile perche' l'uomo e' del tutto privo, come abbiamo detto,  di talenti e qualita' e non ha neppure alcune caratteristiche, tipo la forza, le ali per volare, le pinne per nuotare, grandi denti, zampe poderose, veloci gambe,  che invece avevano gli altri animali, cui era quindi bastato fornire di istinti innati. Quello quindi che non si  poteva trovare all'interno dell'animale uomo, doveva giocoforza trovarsi all'esterno  ed e' proprio all'esterno che si rivolgera' Prometeo, piu'  particolarmente la scintilla del fuoco custodita da Efesto che unita al sapere tecnico di Atena produrra' appunto la "techne" che e' giustappunto lo specifico umano, uno specifico che non riposa in nessun organo del corpo, a rigore neppure nel cervello, ma e' sempre frutto di un  impegno, di una applicazione e abbisogna di un "kairos" che gli antichi greci interpretavano come "tempo opportuno" per riuscire nell'impresa di volta in volta rinnovatesi di vivere nel mondo. E' palese che l
’uomo l'essere senza qualita',  non è predestinato: deve inventare, realizzare, produrre qualità che, una volta prodotte, nulla indica che diventeranno sue, anziché di quella "Techne' ».«Gli uomini sarebbero, dunque, i dimenticati - ammonisce Stiegler -. Arriverebbero solo attraverso il loro oblio: apparirebbero solo scomparendo». E apparirebbero solo insieme alla tecnica, che, pertanto, non può intendersi alla stregua di un semplice strumento da usare, perché permetterebbe agli uomini di essere nel mondo. Lo sforzo intrapreso dal pensatore francese è imponente. Egli prova a porre al centro della sua attenzione quanto rimosso dalla tradizione del pensiero europeo fin dalle sue origini, vale a dire la tecnica. Questa rimozione non deriverebbe da una distrazione o da negligenza ma da una scelta . Se la tecnica è l’impensato della filosofia  è perché la filosofia, fin dal suo principio platonico e per combattere la strumentazione del logos da parte dei sofisti, ha separato la téchne dall’episteme e ha relegato la tecnica a mero mezzo in vista di fini prestabiliti». A fronte della tradizione filosofica, Stiegler tenta di porre rimedio a questa situazione intraprendendo un percorso che parte da una inedita storia dell’ominazione, elaborata a partire dalle riflessione di uno dei grandi paleoantropologi del Novecento, André Leroi-Gourhan, e alternativa sia ai determinismi biologici e tecnologici sia al culturalismo rampante. 

Leroy-Gouran e lo schema di catena operativa litica
Oggi più che mai l’esercizio di pensiero dovrebbe prendere le mosse dal lavoro di Stiegler.  Al tempo degli smartphone, dell’intelligenza artificiale, dell’estendersi della digitalizzazione a tutti i processi in atto non vale abbandonarsi a facili entusiasmi o ad altrettante facili paure. È il momento di compiere uno sforzo che si faccia carico, senza infingimenti romantici, del ruolo ricoperto dalla tecnica per l’uomo nel corso dei millenni, o  detto in maniera più marcata, il ruolo che essa ha recitato nel processo di ominazione. Senza affrontare questo nodo «la crisi del tempo - sottolinea Stiegler - diventerà tanto più paradossale quanto l’imminenza di un’impossibilità futura che non è mai parsa così grande». Portare la tecnica al centro del pensiero equivale a riconoscere che, nei confronti dell’uomo, essa può svolgere un ruolo “costituente” per farlo diventare tale, come è avvenuto ai tempi dell’ominazione, o “destituente” privandolo di se stesso, come minaccia di farlo al tempo della “società automatica”. Stiegler cerca di chiarire il modo in cui la storia dell’uomo sia legata alla storia delle sue protesi tecniche, interrogandosi sulla misura in cui questi organi esteriori, dal primo frammento di selce intagliata fino agli attuali sistemi di produzione iperindustriale, siano distinguibili da ciò che chiamiamo “umano”. Nel corso della sua riflessione giunge al punto di identificare un movimento biunivoco tra l’uomo e la protesi tecnica, che rende complicato distinguere se faccia la sua comparsa prima uno e poi l’altra. Quanto accade da questa stretta dipendenza dell’uomo e della tecnica, e quindi dalla organizzazione umana della materia inorganica, è un processo di esteriorizzazione di sé che proietta l’uomo in una nuova dimensione, e in particolare in una dimensione storica, con un suo passato e un suo futuro. Attraverso l’esteriorizzazione di sé tramite le protesi tecniche l’uomo non si estranea dalla natura ma da un lato vi si immerge ancora più profondamente e dall’altro, avvalendosi della “materia inorganica organizzata”, si dissocia dal programma genetico che condiziona l’evoluzione della nostra specie. Infatti la selce lavorata diventa un supporto di memoria, una registrazione dell’esperienza passata che può essere trasmessa di generazione in generazione, aprendo alla possibilità di “biforcare” rispetto ai determinismi genetici e a quelli tecnici oggi tanto pregnanti.

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mercoledì 8 novembre 2023

UN POSTO IN PARADISO

 

Ho piu’ volte sostenuto il mio disprezzo per l’ideologia marxista in quanto troppo dipendente dal filosofo per me piu’ abominevole e cioe’  Giorgio Hegel che fin dai primi approcci,  ancor prima della terza liceo,  mi e’ sempre apparso quanto mai antitetico a tutto il mio sentire e sapere  (la famosa dialettica per me di un semplicismo disarmante con quel suo schematismo, di tesi, antitesi e sintesi - le varie morti di praticamente tutti gli specifici umani Storia, Arte, Musica, Letteratura, financo Socialita’ come espresso in Fenomenologia dello Spirito col conflitto Servo-Padrone  in nome di una non meglio specificata funzione della filosofia -  le varie formulette e aforismi su voli notturni della nottola di Minerva, vacche tutte nere e quella vera e propria formula di pseudo logica col suo simmetrismo imperfetto  del “cio’ che e’ reale e razionale e cio’ che e’ razionale e’ reale”,  che mi ha sempre dato il senso della quintessenza della castroneria - come se non bastasse, poi c’è quell’ incontro con un gonfiatissimo personaggio storico, semplice attore di una parte  su copione prestabilito come Napoleone Bonaparte,  da lui identificato come spirito della storia, (laddove la parola spirito ha un che di fantasmatico e quindi ha sempre a che fare con la  morte, nella fattispecie la storia come senso dell’esaurimento di ogni tensione, stante la battaglia di Jena appena vinta da tale generale  e quindi una sorta di secondo principio della termodinamica, quasi una sorta di anticipazione della pulsione di morte de Al di la’ del principio del piacere di Freud) : se una piu’ o meno fortunosa battaglia puo’ decidere di tutta la storia e farne un residuato di tensione mi sembra quanto mai riduttivo affidarsi ad personaggio così aleatorio anche da un punto di vista  dell’azione - difatti viene da chiedersi che cosa avrebbe provato Hegel appena pochi mesi dopo se il suo incontro con Napoleone fosse stato  all’indomani non della battaglia di Jena, ma di Eylau nel febbraio 1807 ? Nutro  tutti i dubbi possibili e immaginabili su tali profeti di apocalittiche tensioni che hanno probabilmente in Hegel  un primissimo assertore e di cui anche l’ultimo Francis Fukayama pare si sia alquanto ricreduto, di  quando si era aggiunto alla lista,  individuando nella caduta del comunismo a Berlino,  a Praga, a Bucarest  e poi nel crollo dell’intera URSS (1991)   una ennesima fine della storia. Tutte queste morti annunciate hanno sempre come epilogo qualcuno che si ripresenta come fantasma, appunto giocando sui diversi significanti della parola “spirito” così ad esempio  Alain Badiou che ha tentato di riproporre l’ipotesi comunista  come cornice di riferimento per  analizzare e forse superare  la crisi dei tempi attuali. Diciamo che Badiou fa parte di quei pochi Marxisti che sono riusciti a trascendere il mio disprezzo per tale pensiero, ma non la mia perplessita’ per la sinistra in generale che come abbiamo visto in occasione delle recente farsa, si e’ fatta serva dei piu’ marchiani interessi consumistici di turbo capitalismo e più esasperato neo liberismo.  Badiou si rifa’ ad Althusser e a Lacan e questo compensa  alquanto il suo dogmatismo, ma rimane sempre un marxista e le sue ipotesi di lettura della crisi odierna in  chiave della sua non sconfessata ideologia, non solo non convincono, ma sostanzialmente risultano velleitarie. Un altro discorso va fatto per un altro pensatore di estrazione marxista Slavoj Zizek , di cui proprio in questi giorni ho tra le mani un suo libro  “PROBLEMI IN PARADISO“ con sottotitolo  “il comunismo dopo la fine della storia, che mi ha particolarmente intrigato per il suo tentativo di far riferimento da una parte a Lacan come Badiou, ma dall’altra al mezzo cinematografico inteso in senso scopico e didascalico/popolare trattando un immaginario che ricambia lo sguardo del reale solleticando un simbolico che non mostra la sua provenienza e neppure il supporto su cui tale sguardo si posa. Una chiara interpretazione psicoanalitica dunque che fa piazza pulita di tutti quei tentativi di seppellire storia, specifici e anche ideologie da Hegel a Fukayama,  che invece ribadiscono ad ogni angolo la loro perfetta vitalita’ e attendono solo di essere ancora una volta comprese, un po’ a mo’ del famoso integrale sui cammini di Feynman di cui vi e’ sempre un percorso alternativo per intenderne la rappresentazione di una certa sfaccettatura della realta’. Con Feyman siamo in presenza di particelle, flussi, onde, recentemente anche stringhe e superstringhe operanti in supersimmetrie - con Zizek mi e’ sembrato di ripercorrere  un tentativo di senso,  servendoci anche  dei mezzi di rappresentazione  di anche una mirata produzione cinematografica che  ci mostrano come non solo l'ideologia non è morta, ma è possibile comprendere e spiegare complessi fenomeni sociali, come la
crisi di valori e di senso attuali, partendo da quella che potrebbe essere intesa come evasione o forse per dirla,  facendo il verso al binomio Freud/Lacan,  come “svista”  Nel libro citato poi Zizek si serve, gia’ a partire dal titolo “ Problemi  in paradiso” di quello che e’ probabilmente il regista piu’ idoneo a rivestire il ruolo dell’integrale sui cammini di una diversa rappresentazione della realta’ che e’ arrivata a circondarci  in questo secondo decennio del terzo millennio : Ernst Lubitsch. Ecco l’incipit introduttivo del filosofo in relazione al confronto con il famoso film di Lubitsch del 1932 “Trouble in paradise” “ il film e’ la storia  di una coppia di ladri Gaston e Lily che ruba solo ai ricchi . La loro storia si complica quando Gaston si innamora di una delle sue vittime Mariette e qui cominciano “il problema = Trouble” , come indicato dal titolo che magari noi italiani non afferriamo subito per quell’inveterato viziaccio di cambiare i titoli originali, stravolgendone spesso il significato, anzi il significante , difatti in Italia il film arrivo’ col titolo “Mancia competente “  Nelle immagini di testa e’ difatti gia’ contenuto il senso del film : prima appaiono le parole “trouble in” = problemi in”  con sotto un letto e solo dopo la intera sequenza con anche la parola “paradise”  allora ecco che e’ subito chiaro che il paradiso in questione  ha a che fare con il sesso come sottolinea la canzoncina che fa da colonna sonora ai titoli : “that’s paradise/while arms entwine and lips are kissing/but if there’s somethings missing/that signifies/trouble in  paradise = questo e’ il paradiso/quando braccia  si intrecciano e labbra si baciano/ma se manca qualcosa/allora sono/problemi in paradiso “.
Quindi per dirla tutta, i problemi in paradiso sono problemi di sesso e uno come Zizek che e’ un cultore di Lacan non poteva che intenderlo come parafraso della celeberrima massima  lacaniana  “Il n’ya pas de rapport sexuel”
 = non esiste alcun rapporto sessuale – il che nell’universo Zizekiano si traduce nell’attenersi al Reale  che e’ quello minaccioso e di Lacan  aggirando l’ordine speculare dell’immaginario e sfuggire il significante del Simbolico. Tuttavia questa passione condivisa dalla pornografia e dalla scienza è destinata a infrangersi contro l’irrappresentabilità del Reale stesso: più siamo convinti di approssimarci a questo nucleo incandescente, più esso ci sfugge. Žižek in questo senso è categorico: «Che cosa separa noi umani dal “reale Reale” cui la scienza mira, che cosa ce lo rende inaccessibile? Non è la ragnatela dell’Immaginario (illusioni, false percezioni) che deforma quel che percepiamo, né il “muro del linguaggio”, ossia la rete simbolica attraverso la quale ci rapportiamo alla realtà, bensì un altro Reale. Questo Reale è, per Lacan, il Reale inscritto nel nucleo stesso della sessualità umana: “Non c‘è rapporto sessuale”.
La sessualità umana è segnata da un irriducibile fallimento; la differenza sessuale è infatti la rivalità fra i due punti di vista sessuali, che non condividono un denominatore comune. Il godimento può essere dunque ottenuto solo sullo sfondo di una perdita fondamentale»
 che Lubitsch aveva intuito nel suo film essere quella della comprensione nel rapporto di entrambi le donne. La incompiutezza del comprendere tutti e tre  conferisce un tocco malinconico al film , dove nel finale campeggia  l’immagine di un letto vuoto  che richiama e conclude giustappunto nella malinconia del mancato appagamento, l’immagine dei titoli di testa   Vedere ciò che non deve essere visto non coincide con ciò che non può essere scorto se non in negativo, insomma. Sono esattamente le lacune dell’Immaginario e del Simbolico a tradire l’insistenza del Reale, sono i vuoti delle formazioni immaginarie e delle costruzioni simboliche a suggerire, nella loro irrimediabile lacunosità, la sua inafferrabile eccedenza, e per far questo ben venga la rappresentazione filmica che si inserisce come discorso mancato nell’ottica di una futura diversa comprensione, non solo attraverso l’analisi d capolavori, ma anche nella produzione meno raffinata e persino di film hard come dimostra l’esemplificazione di un recente tentativo di un porno divo e regista Raphael Siboni  che ha scelto giusto il titolo dell’aforisma lacaniano «Il n’y a pas de rapport sexuel» per evidenziare la mancanza del reale che il rapporto sessuale non esiste, è reso impossibile dal godimento dell’organo che impedisce la fusione dei corpi, che trasforma l’atto sessuale in una sorta di masturbazione in presenza del partner. : «Per quanti rapporti sessuali io possa avere, nessun rapporto sessuale mi permetterà mai “di fare e di essere Uno con l’Altro”. Esiste una obiezione irriducibile all’integrazione reciproca del corpo dell’Uno nel corpo dell’Altro. È come e’ noto  la tesi centrale del Seminario XX giustappunto il rapporto sessuale non esiste. Manipolando il meno possibile il materiale di partenza Siboni trasferisce l’aforisma lacaniano nel genere che, apparentemente, si presta meno a convalidarne l’autenticità.
A giocare un ruolo decisivo è proprio l’avverbio “apparentemente”, poiché, concatenando blocchi di sequenze con stacchi ridotti al minimo, Siboni  ottiene un doppio, antitetico risultato: parlare direttamente della pornografia contemporanea, articolata per categorie repertoriate con parole chiave per facilitare la ricerca sul web, e mostrare indirettamente l’irriducibile distanza dall’oggetto rappresentato di questi frammenti meta-cinematografici archiviati in privato, dal momento che mostra il film nel suo farsi, dal momento che filma il film, intrattiene necessariamente una distanza col suo oggetto. Nel caso delle riprese questa materia siamo ancor piu’  nell’ambiguo, poiché è al tempo stesso un archivio personale e un prodotto commerciale destinato allo sfruttamento commerciale sotto forma di “falsa diretta”» Proprio quello che oggi si e’ ridotto il mondo nell’alludere a valori che forse non ci sono mai stati come la lealta’, l’onore, la tradizione, una forma addirittura di sacro, presentando solo il vuoto di una mancanza nella forma di una vacua rappresentazione, che si colora di parole oramai sempre piu’ vuote ….ecco il perche’ il pasticcio in paradiso che puo’ essere benissimo inteso come l’impasse attuale dove c’e’ chi parla di morte di storia e altri specifici (Hegel, Fukayama), chi di Kali yuga, o eta’ dei servi (Esiodo e antiche culture), chi invoca un nominalismo senza riscontro come la sinistra e le varie aporie tipo Societa’ Aperta di Popper e tentaivo di messa in pratica del suo allievo George Soros, chi pero’ anche di ripresa, di recupero, magari con nuove formule di organizzazione sociale la teoria del mondo multipolare di Dugin, l’euroasiatismo,  chi ha parlato di cavalcare la tigre come sosteneva  Evola, ma alla fine recuperare una tradizione anche senza averla mai avuta, contando sul fatto che tanto sono solo giochi di parte  nei vari registri indicati da Lacan ; Immaginario e Simbolico per ovviare ad un Reale che e’ sempre mancanza

 

 

 

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...