domenica 28 gennaio 2024

SIGARETTA E LUNA MALEDETTA

 

Era dai tempi di De Andre', di Dalla, di De Gregori, di Stefano Rosso tie' di Battiato, che non ascoltavo una canzone che mi piaceva tanto come questa "VIVO" di Andrea Laszlo De Simone, che e' uscita proprio nel periodo piu' buio dell'umanita' ovvero nel 2021 , il pieno della farsa pandemica che ha prostrato la vitalita' e ottenebrato, nonche' svilito la ragione. Una canzone che sembra essere una riflessione sulla natura imprevedibile e irrazionale della vita, laddove l'autore suggerisce che nonostante sia vivo, magari ecco con museruola e green pass, egli si sente come se non avesse alcun controllo o motivo per la propria esistenza. Il mondo viene rappresentato come imprevedibile e inesplicabile, facendo ciò che vuole senza fornire spiegazioni. Ecco questo del non dare spiegazioni e' forse la pietra angolare del testo musicato e quindi ci viene consigliato di cogliere il tempo rimanente prima che smetta di bruciare dentro il proprio cuore. Ciò implica un senso di urgenza nel sfruttare al massimo la vita, anche se significa aggrapparsi alle idee più piccole che possono tremare per la paura. Il cantante riconosce che la vita è breve e limitata, ma riconosce anche il potere della mente nel ricucire rapidamente i momenti, paragonabile al tempo che ci vuole per fumare una sigaretta. Ciò suggerisce che la mente come una gran sarta che cuce benissimo, ma in fretta, ha la capacità di creare un senso di realizzazione o scopo nel tempo limitato a disposizione, viene anche toccato il tasto che coloro che hanno una vita maledetta, piena di difficolta' e anche di vizi, possono trovare gioia in ciò che riescono a cogliere piu' o meno casualmente, un po' come le vecchie raccomandazioni di Bob Dylan in "all it's over now o Baby blu "

-Devi andartene, ora prendi quello che ti serve : You must leave, now take what you need - e che pensi che durerà: You think will last - L'autostrada è per i giocatori d'azzardo: The highway is for gamblers - Meglio usare il buon senso :Better use your sense - Prendi ciò che hai raccolto : Take what you have gathered - Per coincidenza : From coincidence
Viene anche menzionata la paura dell'invecchiare e di dimenticare quanto rapidamente si può cambiare, accennando alla transitorietà della vita e al desiderio di mantenere la propria identità nel passare del tempo. Il cantante Laslo De Simone ha un look ed una verve che ricordano vagamente echi zappiani ma c’è già chi da tempo nel panorama musicale nostrano lo considera un piccolo genio. Infatti, il torinese, abituato a fondere psichedelia e Lucio Battisti, i Radiohead e Domenico Modugno, nella sua immaginazione, da piccolo genio lo ha registrato con attrezzature
minimali nella sua cameretta alla fine del 2020 e, per non fermare la musica col lockdown, ha partecipato ad un progetto – il primo nel suo genere per la discografia italiana – che con l’ausilio di un software gli ha permesso di collegarsi con diversi posti del mondo, da Times Square al Circolo Polare Artico, diffondendo immagini in random di tutto il pianeta da una webcam e che avevano come corredo il suo brano. Il pezzo è geniale nella sua demenzialità: distopico ma divertente, originale nel suo ricalcare le musiche degli Anni Sessanta – che comunque sono trite e ritrite – quegli arpeggi terzinati e quel giro di do che si sono ormai consumati sulle chitarre e sotto i tasti della tipicissima melodia italiana, un concentrato di romanticismo e nostalgia ha fatto storia ma che, nelle corde di Andrea Laszlo De Simone, si trasforma nell’accompagnamento ideale per un brano dal testo ironico, curioso e simil-esistenzialista, che gli permette di giocare molto e con ironia. ecco comunque la trascrizione del testo :

 "Vivo, ma non ho scelta né un motivoIl mondo è un tipo irrazionaleFa come vuoleNon dà nessuna spiegazione
Ti convieneCogliere il tempo che rimanePrima che smetta di bruciareDentro al tuo cuoreAnche il più piccolo idealeChe sta tremando di terrore
Lo so beneLa vita è breve e pure strettaMa la tua mente è una gran sartaChe cuce in frettaIl tempo di una sigaretta
Che fa beneA chi ha la luna maledettaE dalla vita non si aspettaChe sia perfettaSi gode quello che gli spettaPerché si muore troppo in fretta

Tu lo sai che ti convieneFinger di non sapereChe il mondo è verticale e vai giùInsieme alla tua tempra moraleChe teme di invecchiareE di dimenticare
Come si cambia in fretta

Vivo è in sostanza  una canzone molto bella. È una ballata senza tempo, un valzer che fa venire in mente Canzone dell’amore perduto di De Andre' e difetti non e' un caso che  proprio a Fabrizio ho ripensato ascoltandola per la prima volta 



giovedì 18 gennaio 2024

CAMBIARE IL CAMBIAMENTO

 

Quante cose sono cambiate nei nostri cervelli a seguito di questi anni di distopia e relativo ritorno alla normalita' !?  Non parlo di cose esterne, abitudini, comportamenti, convinzioni…. no! Parlo proprio di processi neuronali, sinapsi che si sono dovute sostituire con drammatica urgenza, e che hanno profondamente modificato cultura e conoscenza stesse, prese sia nei particolari che sulle generali  e che sono state sottoposte  ad un vero e proprio processo di revisione con tanto di ribaltamento. Una "res ex-tensa", per dirla alla Kant,  che ha fortemente e irreversibilmente condizionato una "res in-tensa", fino a produrre, di fatto e di pensiero, una nuova entita’ di ragion-amento.   La prima a passare a questa sorta di vaglio indotto e’ stata la cosidetta scienza, in particolare la medicina di cui si e’ toccato con mano l’inconsistenza e la sostanziale presupponenza e arbitrarita’ vieppiu’ aggravata dall’essere usata come strumento di paura e di controllo sociale da parte di una minoranza elitaria che si e'  servita di un unico valore quello dello scambio commerciale fra mercati che ha come suo referente il danaro; un qualcosa che l’aveva ben definito Manzoni descrivendo una precedente epidemia  quella del 1630 per lo scenario del suo famoso romanzo “I Promessi Sposi” : Cabala ordita per far bottega del pubblico spavento”  Mentalità bottegaia dunque per capire matrice e movente di quanto il sociale umano va assimilando nel suo presunto evolversi, che corrisponde piuttosto ad un continuo inesorabile passaggio dal bene al male, dal perfetto, o quasi, ben precisato da tutte le antiche storie della tradizione delle civilta’ del mondo (nelle nostre contrade occidentali il Mito delle Quattro Età  oro, argento, bronzo, ferro, in un costante deterioramento del vissuto, cui corrispondono i quattro Yuga della  cultura indiana),

Comunque sia non una evoluzione, ma una involuzione, un declino, una continua perdita di valori; si va da quella Eta' dell'Oro rappresentata dagli Dei , a quella dell'Argento dei Guerrieri, al Bronzo dei Mercanti, che io preferisco chiamare "Bottegai" e che sarebbe quella corrispondente  alla Pandemia del 1348 e nella quale ci troviamo ancora sia pure  
in un ulteriore declino  che caratterizza la Eta' del ferro che non e’ piu’ neppure un metallo puro, ma una lega , una mistura che informa la socialita’dei Servi, ovvero la quintessenza della decadenza e dell’abominio; i suoi prodromi sono la rivoluzione industriale di 
meta' del XVIII secolo e tutte le relative emanazioni dovute al sempre maggiore  tecnicismo e alla concentrazione dell'unico valore  dominante nel pianeta  : il danaro e la sua diffusione come valore di scambio, nelle mani di pochi oligarchi che come si sta dimostrando oggi, secondo decennio del terzo millennio, sono quanto mai intenzionati  a fare di questi due fattori (strapotere economico e finanziario piu' virtuale che reale e esasperato tecnicismo a livello informatico/digitale) gli elementi su cui fondare il loro dominio sull'intero pianeta, che quindi sprofonderebbe dal bronzo al ferro, da mercanti evolutisi in magnati,  ma sempre piu' concentrati e ridotti di numero, ad una pletora di stragrande maggioranza ubbidiente ai loro voleri, appunto in stato di servitu'. Per la verità c'è un terzo fattore da considerare, che non ha la caratteristiche di estrema modernita' dei due precedenti, ma anzi e' da riferirsi ad un qualcosa di quanto mai antico, atavico addirittura, correlato alla specificita' umana : la Paura. E' proprio attraverso la paura che tutte le classe dominanti di ogni epoca hanno fatto leva per tener soggiogate le masse, sempre i medesimi meccanismi  accentuatisi con il passaggio dai Guerrieri ai Mercanti, ovvero dall'eta' dell'argento a quella del bronzo, come si dimostra dall'estrema virulenza con la quale e' stato perseguito il trapasso dalla coralita' medioevale, rappresentato dalla somma esperienziale delle Cattedrali, all'individualismo  sfrenato della riproduzione dei codici, tipo quello pochissimo verificato dei classici antichi, tramite il tecnicismo della prospettiva, che inaugura sostanzialmente quella riproducibilita' delle esperienze che diverra' 
 assoluta  e permeante di ogni aspetto del sociale nel XX secolo.
Come giustamente osserva Walter Benjamin nel suo "l'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica" la  paura piu' assoluta e' stata sempre quella che riguarda la propria fisicita', ovvero un qualcosa che la minaccia, che la corrode, e cosa c'e' piu' della malattia che ha tali caratteristiche ? La malattia distrugge a
l salute e porta con facilita' alla morte, dunque e' sempre stata la maggiore fonte di frattura della sicurezza umana, ovvio quindi che le classi di potere abbiano sempre fatto incetta di tale fattore, magari moltiplicandolo a dismisura, diffondendola dappertutto, anche come semplice flatus vocis, non piu' semplice malattia, ma epidemia  e addirittura pandemia , ovvero che riguarda tutto e tutti. Così gia' ai tempi della peste di Atene del 480 a,v. ovvero ancora in eta dei guerrieri e dell'argento laddove Tucidide rimarcava che non era la pestilenza ad uccidere gli ateniesi, ma la paura, paura opportunamente diffusa  dai suoi nemici. Così, come fatto cenno, in quella del 1348 sfruttando i disagi e la miseria di continui stati di guerra e anche quella di una grande carestia degli anni precedenti che aveva spopolato le campagne e fatto inurbare le citta' fino al collasso, favorendo infezioni per sporcizia e comunanza (la celeberrima peste bubbonica non mortale pero', in quanto interessante solo affezioni dermatologiche dovute appunto a carenze igieniche e sovrappopolazione in contesti limitati) , in verita' la peste passata alla storia come falcidia di intere citta' e popolazioni, fu quella aerea, cioe' riguardante i polmoni e l'apparato respiratorio,che e' spiccicata a quella spacciata, 
  ai giorni nostri come covid - e questo come fa notare l'unico vero medico apparso dopo Ippocrate, Rick Geerd Hamer:  perche' le affezioni polmonari e bronchiali sono in stretta dipendenza di uno stato di paura.Così a Roma nel famoso Sacco del 1527 operato dai Lanzichenecchi, dopo uno stato di grande disagio e indigenza - fase  attiva simpaticotonica  dell'affezione secondo le Leggi di Hamer- puntuale la fase  vagotonica di riparazione o passiva, ovvero la malattia in tutta la sua virulenza per riparare appunto un grande stato di paura. 
Lo stesso dicasi per tutte le altre epidemie e pandemie, sempre a monte uno stato di estremo disagio, miseria, guerra, assedi, cattivita' e quindi paura messa subdolamente in atto da chi persegue determinati scopi di dominio. Ieri come oggi, sempre il medesimo meccanismo

venerdì 5 gennaio 2024

LE DIATRIBE DELLA FISICA QUANTISTICA


In genere e' invalso l'assioma di  considerare l'essenza della fisica quantistica nella Scuola di Copenaghen di Niels Bohr con la celeberrima "interpretazione" giustappunto di tutti i fenomeni quantistici , fondata sul Principio di Indeterminazione  di Werner Heisenberg, ovvero quell'altrettanto celeberrimo principio che sostiene che e' impossibile  determinare contemporaneamente  la posizione e la quantita' di moto  di una particella.  Lo stesso principio ci avverte anche che non è possibile misurare contemporaneamente e con estrema esattezza le proprietà che definiscono lo stato di una particella elementare. Se ad esempio potessimo determinare con precisione assoluta la posizione, ci troveremmo ad avere massima incertezza sulla sua velocità.
Questo concetto si può esemplificare pensando a come, in linea di principio, si potrebbe misurare la posizione di una particella così piccola da sfuggire dall'osservazione ad occhio nudo. Utilizzando un microscopio, sempre più potente, si può pensare di individuarne la posizione con sempre maggiore precisione. Tuttavia, così facendo, noi dobbiamo illuminare la particella con un fascio di luce, ad esempio, e, così facendo, dato che la luce porta energia ed impulso, la nostra particella riceverebbe una piccola spinta che cambierebbe il suo stato di moto. E più si illumina la particella con potenti microscopi, più le si da energia, più si cambia il suo momento, cioè la sua velocità, e meno possiamo determinare la sua velocità di partenza. In altre parole le due misure, della posizione e dell' impulso (massa moltiplicata per la velocità) comportano un'indeterminazione complessiva. Il principio di indeterminazione da un punto di vista concettuale significa che l'osservatore, cioè lo scienziato che fa la misura, non può mai essere considerato un semplice spettatore, ma che il suo intervento, nel misurare le cose, produce degli effetti non calcolabili, e dunque un'indeterminazione che non si può eliminare. S
e indichiamo con ∆x e con ∆p rispettivamente le indeterminazioni nella posizione e nella quantità di moto di un corpo materiale, Heisenberg, partendo dallo studio della natura ondulatoria di tutte le particelle, arrivò alla conclusione seguente: ∆x * ∆p ≈ h/2π , dove h è la costante di Planck e ha un valore fisso. In parole semplici, più è piccolo il ∆x (cioè più la misura di x, o posizione, è accurata), tanto più il ∆p è grande (cioè la misura della quantità di moto è imprecisa). Questo principio vale per tutti i corpi, sia macroscopici sia microscopici, però per gli oggetti che ci circondano (macroscopici) ha delle conseguenze pratiche quasi inesistenti, perché la costante di Planck è molto piccola e le indeterminazioni ∆x e ∆p sono trascurabili rispetto agli errori di misura, comunque sempre presenti. Esiste anche una seconda formulazione del principio di indeterminazione di Heisenberg; in questo caso parliamo di indeterminazione sul tempo e sulla misura dell’energia: ∆t * ∆E ≈ h/2π. Questo vuol dire che se su un sistema si esegue una misura di energia, la precisione con la quale è possibile fornire il risultato è determinata dalla durata della misurazione: più la misura è breve e più impreciso sarà il valore trovato dell’energia. Al contrario, se si vuole conoscere quello che succede in un intervallo di tempo molto piccolo, il comportamento quantistico dei sistemi impone che si debbano utilizzare energie elevate. Siamo quindi in grado di affrontare la funzione d'onda In un’onda elettromagnetica difatti vibrano il campo elettrico e il campo magnetico. Cosa vibra in un’onda di materia? La fisica quantistica dice che quello che vibra in un’onda di materia è una grandezza che non può avere un’interpretazione classica, ed è chiamata con il termine ampiezza di probabilità o funzione d’onda. Introducendo l’ampiezza di probabilità la fisica quantistica da' quindi il senso della Interpretazione di Copenaghen e quindi spiega il principio di indeterminazione di Heisenberg. L’indeterminazione sulla posizione della particella (∆x) è di solito diversa da zero, cioè non si sa dove si trova la particella all’interno di una regione di spazio che ha le dimensioni di ∆x. È quindi necessario ritenere che la particella sia diffusa in questa zona di spazio. Ci si trova quindi di fronte a una nuova forma di descrizione dei fenomeni meccanici. Con le leggi della meccanica si può calcolare esattamente la posizione occupata dal corpo in ogni momento, purchè si conoscano posizione e velocità iniziali del corpo, massa e forze che agiscono su di esso. In fisica quantistica questo non è possibile, perché possiamo solo calcolare l’ampiezza di probabilità e quindi la probabilità che il corpuscolo si trovi ad un certo istante in una certa posizione.  Il punto e' che il Principio di indeterminazione  non si limita alla coppia "posizione-velocita" , ma si applica a tutte le coppie di grandezze  complementari osservabili, come ad esempio "tempo-energia": possiamo dire che su tutto si applica  la regola della probabilita' che fa  il paio con la casualità, ovvero la stragrande maggioranza delle cose  non possono essere osservate  o conosciute con precisione. E' la cosidetta visione ortodossa della Fisica Quantistica e  perlomeno dal 1927 quando il principio fu enunciato, rappresenta il grosso di tutta la comunita' scientifica internazionale. Il grosso, ma non tutto, ci sono difatti stati alcuni fisici di portata davvero immensa che dell'interpretazione di Copenaghen non ne hanno mai tenuto conto, ed in primis il piu' famoso di tutti Albert Einstein, cui fa immediatamente seguito uno dei piu' geniali, quasi altrettanto famoso, sopratutto per il suo famoso "gatto" sto parlando di Erwin Schrodinger;  anche De Broglie, Plank, Von Laue, Dirac  e in parte Pauli   e persino Feynman, che sono andati sostenendo altri filoni. A cominciare col disaccordo fu proprio Einstein  che in quello stesso anno della "interpretazione" il 1927,  gridò a Bohr la famosa frase "Dio non gioca a dadi  con l'universo" per esprimere il suo disaccordo con quel concetto di casualita' cui si basava appunto il principio di indeterminazione e quindi la Interpretazione di Copenaghen;  per lui era difatti inaccettabile  che le leggi di natura avessero a che fare con il caso , e Schrodinger rincarava la dose ritenendo che la probabilita'  fosse solo una sorta di stratagemma della scienza per non ammettere la propria ignoranza  e assoluta disconoscenza dei fenomeni naturali. Comunque sia, Einstein assieme ad altri due fisici Boris Podolsky e Nathan Rosen  escogito' un esperimento  proprio per dimostrare l'incompletezza  della interpretazione di Copenaghen che prese il nome di "paradosso EPR" dalle  rispettive iniziali dei  cognomi dei tre fisici, e divenne noto come "entanglement" quantistico .
Tale paradosso innanzi tutto viola il principio di localita'  per cui due oggetti distanti fra loro non possono  avere alcuna influenza reciproca . L'entaglement non fece altro che dare ulteriore forza  alla equazione d'onda che Schrodinger aveva elaborato nel 1925/26  e che poteva appunto applicarsi  alla evoluzione temporale  dello stato di qualsiasi  sistema, sia esso una particella, un flusso,  un'onda, un atomo, un elettrone, una molecola. 
L'equazione d'onda cui diede il simbolo della lettera  greca  ψ per la cui elaborazione Schrodinger  era partito dall'ipotesi dell'onda di materia di un altro grande fisico Louis De Broglie,  era una equazione differenziale  alle derivate parziali, lineare, complessa e non relativistica che aveva giustappunto come incognita la funzione d'onda, e che aveva il proposito di abbandonare ogni tentativo di misurazione degli elettroni con le leggi della
meccanica classica e adottare una interpretazione probabilista  tramite la fisica quantistica-, calcolando le onde di probabilita', ovvero le orbite intorno al nucleo ove l'elettrone si trova ad orbitare con maggiore probabilita' 
L'insieme di queste onde di probabilità individua una regione dello spazio  atomico, detta orbitale atomico, nella quale “probabilmente” si muovono gli elettroni. c'e' da dire che con l'entanglement e la equazione di Schrodinger sussiste la concreta possibilita' di porre fine alla concezione ottocentesca di certezza in fisica . Difatti con essa non e' piu' possibile  conoscere esattamente  l'orbita delle particelle, ma solo immaginare in quali regioni dello spazio atomico potrebbe trovarsi . Un ragionamento che sara' ripreso da Feynman nel 1948 col suo "integrale sui cammini"  e ancora da altri grandi fisici come Hakwing e Pensrose

martedì 2 gennaio 2024

UN BIGNAMI DUGINIANO con CHIAVE NELL'ESSER-CI

 

Le fonti da cui bisogna  attingere in un cammino che sia scientifico, filosofico e artistico nel contempo  sono: (1 La fisica quantistica nelle sue accezioni  piu’ ardite : Schrodinger, Pauli  Feynman, Pensrose, Hakwing, Veneziano, Greene, Susskind, Witten ; (2 la psicoanalisi freudiana con le aggiunte piu’ ardite di Lacan, Matte’ Blanco e di correlazione con la psicoanalisi; (3  Le leggi biologiche di Hamer e la profonda revisione di tutta la medicina; (4 il tradizionalismo integrale di GuénonEvola e anche il cosiddetto tradizionalismo "morbido" di Eliade e Jung); (5 il pensiero filosofico di Schopenauer e  Nietzsche  con le correlazioni e affinamenti di HeideggerJüngerSchmitt); 3) la destra francese di De Benoist con paralleli con il pensiero conservatore reazionario di Cianetti, Drieu de la Rochelle con i correttivi filosofici LacanBaudrillardFoucault); e i pensatori rumeni Cioran, Eliade Codreanu (4 La pragmatica comunicazionale di stampo americano (scuola di Palo Alto, Watzlavitch, Milton Erickson) - Una influenza operativa e pragmatica la si  deve ad Alain de Benoist, e alla Nouvelle Droite francese,  di poi fatta la conoscenza del filosofo russo Aleksander Dugin consigliere di Putin, la fascinazione si fa davvero pressante.
La quarta teoria politica apre una lotta escatologica contro tutto ciò che l'Occidente liberale-globalista incarna di nefasto, e apre al recupero di tutto ciò che non è moderno né occidentale: "il pre-moderno, il post-moderno, l'anti-moderno, l'Asia, la tradizione romana". Dugin teorizza la possibilità di una riorganizzazione della società nell'antica tripartizione indoeuropea di sacerdo
ti, guerrieri e contadini, affinché il Cielo riconquisti la Terra, in quello che identifica come un "socialismo indoeuropeo",o un verticale "platonismo politico". Si tratterebbe di invertire "il processo della modernità che iniziò con il posizionare, all'opposto, il materiale al di sopra dello spirituale, la Terra sopra il Cielo".Come identificate da Georges Dumézil, le caste tradizionali sono tre, mentre la quarta casta, le moderne masse urbane, borghesi nel loro dualismo tra capitalisti e proletari, sono il frutto dell'unione dei rifiuti delle caste tradizionali, Centrale in tal senso diviene il principio del Desein Heideggeriano che proprio con Dugin  diviene una sorta di  principio informatore, in correlazione con la teoria del tutto perseguita dalla fisica quantistica con le stringhe .
Il 
Dasein infatti per Dugin  rappresenta il futuro nuovo centro per un nuovo inizio di civiltà, nuovo punto di congiunzione tra Cielo e Terra, che nascerà in Eurasia (nonostante, per Dugin come per Evola, il mondo a occidente giungerà prima rispetto all'Oriente all'instaurazione del nuovo ciclo di civiltà, in quanto l'Occidente è giunto ormai al fondo finale della degenerazione, e allo stesso tempo l'uomo nuovo che lo indicherà "Riflettendosi, il Dasein si fa popolo", lingua, storia, spazio e tempo. Il Dasein è anche "una forma esistenziale di comprendere il popolo, che si oppone alle teorie dei liberali, con la loro idea vuota e insignificante di individuo; alle teorie dei comunisti, basate su classi e collettività, concetti altrettanto vuoti che non si oppongono affatto a quelli liberali, poiché questo tipo di collettività è solo un agglomerato di atomi individuali, come già detto; e, infine, alle teorie dei nazionalisti, che si rifanno al concetto di Stato nazionale, altra idea borghese antitetica all'impero e all'idea del sacro".Il Dasein e il Geviert (Il Quadrato, segno/simbolo in cui si manifestano le forze in gioco ) in cui sono rappresentati , nella post-modernità  di potenza liquida di mare secondo  l’accezione Schmittiana  risultata dall'involuzione delle caste sono completamente occultati e operanti nel nascondimento, sono funzione di ciò che Dugin chiama il "Soggetto Radicale" (o, secondo una traduzione migliore che lui stesso ha proposto, il "Sé Radicale"), corrispondente all'"Individuo Assoluto" o "Uomo Differenziato" di Evola. Il Dasein è l'essenza ed esperienza più radicale dell'uomo, "pura presenza dell'intelletto", ciò che rimane dell'uomo quando è liberato da qualsiasi forma storica secondaria, e non è né individuale né collettivo. Tutte queste idee di Dugin tra l’altro in fiefri e soggette a continue revisioni e aggiornamenti, affascinano oltre misura e rendono interessati a svolgere un ruolo di trasmissione e anche di correlazione con il decadente mondo occidentale che deve trovare al piu’ presto le ragioni di un suo ripensamento di essere nella storia, nella politica, nella civilta’, giustappunto un ESSER-CI

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...