lunedì 5 agosto 2024

ANCORA IL DISCRETO

 

Nel precedente articolo si e’ fatto cenno alla letteratura combinatoria tipo  il gioco Life di Conway o anche  autori come il nostro Calvino  o il francese  Georges Perec, come antesignani  della filosofia digitale e quindi non continua ma discreta . in tal senso davvero pionieristica si configura  l’operativita’ del cosidetto Oulipo, un movimento letterario che appunto si proponeva di introdurre il calcolo combinatorio nella narrativa : Oulipo e’ la Sigla di Ouvroir de littérature potentielle («Opificio di letteratura potenziale»),  la cui fondazione risale gruppo fondato nel 1960 ad opera di Raymond Queneau   e dal matematico François Le con l’intento di esplorare le potenzialità creative delle regole o ‘costrizioni’ (contraintes) formali e strutturali in letteratura, sia attraverso lo studio di testi già esistenti sia proponendo nuovi modelli operativi: come accennato oltre allo scrittore francese  Georges Perec aderi’ all’iniziativa anche il nostro Italo Calvino, pur non essendo una simile vocazione presente nella tradizione culturale italiana come invece lo era la Francia. Non sfugge  naturalmente che oggi  queste operazioni di permutazione e combinazione  trovano il loro strumento di elezione nel computer che realizza l’antico sogno di generare con un semplice click, tutte le successioni numeriche soggette a regola possibili , che possono essere rappresentate  di volta in volta anche dalle  proposizioni di una lingua, dalle istanze di un comportamento o per dirla coi termini della fisica quantistica dall’integrale sui cammini che si presta alle possibilita’ di costruire le diverse realta’ pressocche’ infinite di una scelta, così come ha espresso il grande scienziato Richard Feynman. A seguito  delle valenze immagnifiche del computer così come abbiamo osservato negli sviluppi della seconda meta’ del XX secolo e questi inizi del XXI, viene da chiedersi se il computer possa configurarsi come una metafora  capace di accendere la nostra coscienza   suscitando immagini ineludibili, ma non necessariamente veritiere o piuttosto  sia una sorta di rivelatore  di una natura intimamente digitale? Come sempre e’ accaduto  per le tecnologie innovatrici ( il fuoco, la ruota, le staffe per il cavallo, la polvere da sparo, la macchina a vapore, il motore a scoppio, il cinema, l’aereo,  l’energia nucleare, etc) il computer ha avuto un effetto deflagrante  sulla nostra visione ed anche pratica del mondo, andando a costituire una vera e propria filosofia digitale  che popugna l’assunto che  la natura non solo puo’ essere interpretata in termini digitali, ma e’ intrinsecamente digitale: il computer altro non sarebbe che una sorta di sonda  che da una parte  estrae nel profondo del cosmo l’essenza di ogni manifestazione, dall’altra sollecita la nostra mente nelle formazioni piu’ estreme di un inconscio ad accogliere con modalita’ inusitate quelle manifestazioni come verita’ (vedi in tal senso forse la forma piu’ estrema di tale assunto in un inconscio come insiemi infiniti postulata dallo psicoanalista cileno Ignacio Matte’ Blanco negli anni sessanta ). E’ una  costatazione che si puo’ dire psicoanalitica piu’ che filosofica, o perlomeno con un carattere che deve molto alla metafisica e  che rimanda si a Freud e all’inconscio,  ma anche ad Heidegger oltre che ad altri pensatori un po’ di confine,  tra il fisico e il metafisico  quali il gia’ citato Matte’ Blanco o anche Jacques Lacan e Carl Gustav Jung con le sue commistioni con esponenti di spicco della citata fisica quantistica (Wolfang Pauli sulla sincronicita’ ) con una vera e propria frotta appunto di fisici quantistici a cominciare da Einstein e a seguire con Niels Bohr, Weiner Heisenberg, Erwin Schrodinger e molti altri . Sono difatti proprio i fisici quantistici, quelli citati e molti altri in questa sede non citati che hanno intaccato  la concezione del continuum spazio temporale e quindi hanno aperto la strada ad una concezione appunto discreta, combinatoria del reale . Non siamo pero’ nella volgare e pretestuosa accezione del reale postulato dal filosofo Giorgio Hegel che con le sue dialettica, i suoi aforismi un po’ sciocchi, tipo “il reale e’ razionale e il razionale e’ reale”  e i suoi diversi conflitti finalistici e fenomenologici arriva a toccare il ridicolo (massimo esempio la personalizzazione di uno spirito della storia identificato in un mediocre generale, tutto costruito e anche molto fortunato, da lui incrociato dopo la battaglia di Jena e promosso a tal ruolo .
No qui siamo in una accezione filosofica seria, metafisica, psicoanalitica e quantistica, siamo nell’osservanza del principio Kantiano  ove la distanza tra fenomeno e noumeno non puo’ essere superata e permane “la cosa in se’” , quindi facciamo ritorno alle possibilita’ del  probabile prima di imbarcarci in un qualsiasi integrale sui cammini come ci ha indicato Feynman. Forse e’ proprio così : tutto e’ scelta, tutto e’ probabilita’, tutto e’ interpretazione, ovvero tutto alla fin fine  e’ basato sulla nostra natura psicofisica , sulle nostre caratteristiche biologiche, sulle illusioni  dovute alla nostra posizione, alla taratura dei nostri sensi, alla scala dei nostri strumenti. Il digitale insomma e la natura discreta delle cose  altro potrebbe anche essere che una ennesima domanda che l’uomo nel corso dei millenni si e’ fatto sul principio di tutte le cose (che attenzione non sono poi tanti anni : tre !  ovvero gli scarsi tremila anni che ci separano dalla nascita della coscienza, ovvero l’essere pervenuti alla metafora di una analogo io costruita su basi linguistiche per interagire con l’ambiente esterno al posto delle allucinazioni auditive di tipo metonimico pre-schizofreniche di una diversa formazione neuronale che ha dato origine alla credenza degli dei, o meglio a voci di  dei sostitutivi di scelte comportamentali - Julian Jaynes “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”) Una domanda posta per la prima volta da Talete e trovata nell’acqua, per poi essere riformulata innumere volte e sempre con una risposta autoriferita diversa. Nella cultura occidentale c’è tutta una tradizione  secondo la quale la natura  e’ un grande libro scritto di caratteri di volta in volta diversi : numeri, lettere, figure geometriche,  gli
atomi di Democrito e quelli di Bohr, i bit del procedimento digitale e quindi le unita’ discrete della fisica quantistica  i quanti di energia, materia e informazione. Una ulteriore considerazione riguarda il rapporto tra ordine, regole e liberta’, un rapporto che in letteratura  i seguaci dell’Oulipo avevano sostenuto in senso combinatorio ma che puo’ anche essere riferito al mondo dei frattali le cui formule generative di estrema semplicita’ portano a strutture di complessita’ straordinaria  e quindi anche al mondo degli enigmisti, degli scacchisti e di tutti coloro che cercano di perseguire  la stretta correlazione tra regole e liberta’ , ovvero  questa insistenza sull’ordine nemico del caos.   

 

 

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