giovedì 21 agosto 2025

IL PRINCIPIO DI LEGITTIMITA' COME GENIO DEL POTERE

 

C’è uno storico che qualsivoglia sia il periodo che affronti nei suoi saggi, riesce sempre a farti sobbalzare dalla sedia. Sto parlando di uno storico italiano, sconosciuto ai piu’ o perlomeno , mettiamola in altri termini, molto poco conosciuto anche da noi in Italia , Guglielmo Ferrero, che come detto qualsiasi periodo affronti ti colpisce per la sua originalità e per le sue argomentazioni che gettano sempre nuova luce su eventi e personaggi affrontati. Gia’ parecchi anni fa la rilettura di un suo saggio sulla prima campagna d’Italia di Napoleone quella del 1796/97 “Avventura”, mi illumino’... eh si !.... "quasi d’immenso" ribaltando completamente l’opinione, un po’ da libro di scuola e da filmati agiografici tipo il famoso film Napoleon di Abel Gance, che avevo sul cosidetto “grande Corso”. Ma quale grande generale? Uno squattrinato militare asceso a gli alti gradi in un periodo e contesto in cui le carriere vertiginose (che solo molto tempo dopo furono da lui appunto definite napoleoniche) erano quasi la norma, dovute tra l’altro sempre alla presenza
di una sorta di pigmalione, nel suo caso l’influentissimo Paul Barras che appunto nel 1793 in seguito ad una operazione  che questi gli aveva affidato durante
l’assedio di Tolone e che  lui da giovane capitano di artiglieria aveva condotto  con una certa brillantezza (la conquista del forte dell’Eguillette), gli fece conferire la nomina diretta a Generale di brigata. Barras fu l’anno seguente uno dei principali artefici della deposizione di Robespierre e non fece troppo caso alle voci che indicavano  il giovane generale nell'entourage nell’entourage del fratello del Dittatore, ricordandosi di lui lo scelse per sedare una rivolta di realisti presso la Chiesa di san Rocco  dove nuovamente  fece il suo dovere di esperto di artiglieria, sparando questa volta sulla folla . Ma piu’ di queste gesta di perizia prettamente militare, Napoleone ancora Buonaparte e non Bonaparte, si era messo in mostra con il sempre piu’ potente oramai accreditato  protettore, condividendone l’amante ovvero una avvenente e anche intelligente creola che era stata la moglie di un generale ghigliottinato  Alexandre de Beauharnais. Per carita’ trattavasi di una condivisione per nulla segreta, anzi Josephine Beauharnais , era famosa per la spregiudicatezza con la quale era solita cambiare partner  e il fatto di essere sempre legata a Barras era diventato per lui un vero e proprio peso.
PROLOGO AL CDO D'ARMATA 
Napoleone era solo uno dei tanti amanti  pero’ e questo
fatto comincio’ a farsi strada nella mente del piu’ influente membro del Direttorio, poteva essere il soggetto ideale per togliersi dai piedi l’oramai ingombrantissima amante . Bastava promettere all’ambizioso e giovane generale un qualcosa di veramente eclatante : il comando di una Armata , per la verita’ non una Armata  della stessa importanza di quelle sul fronte occidentale, ma pur sempre un’Armata combattente , l’Armata  d’Italia. Contraccambio ? Sposare la Joesephine Beauharnais sicche’ liberarlo dalla donna che oramai era per lui solo motivo di litigi e preoccupazioni . Ecco l’esordio del piu’ grande genio militare dei tempi moderni, un accomodamento con contropartita alquanto squallidiuccia, e non dubitiamo, Ferrero con il suo saggio “Avventura” provvedera’ a dettagliare che anche le sue famose folgoranti vittorie sul suolo italiano da Cairo Montenotte al Ponte di Lodi, ad Arcole, a Rivoli e al successivo armistizio di Campoformio furono piu’ che altro merito dei suoi subalterni generali Divisionari in primis Andre’ Massena , quindi il rozzo Augereau e anche il piu’ compito e istruito Serurier (era l’unico generale proveniente dai ranghi ufficiali dell’esercito) che provvide ad erudire il giovane generale sulle spregiudicate e dirompenti teorie tattiche  di un Generale della generazione precedente Guibert, che costituirono l’ossatura del successo della campagna di Napoleone in quel 1796/97 ( estrema agilita’ e velocita’ delle truppe, niente carriaggi, salmerie o artiglieria pesante , riferimento alle antiche compagnie di ventura che vivevano di razzia (la guerra che si alimenta della guerra) e soprattutto, cosa in cui il nostro fu davvero maestro: massima spregiudicatezza, nessuna assicurazione , e nessun rispetto di limiti o confini  di stati anche neutrali. Nel saggio Avventura di Ferrero tali notizie sono riportate con dovizia di particolari e  maniacale precisione, sicche’ si puo’ dire che se Ferrero fosse solo diventato un tantino piu’ famoso , del mito di napoleone genio militare oggi non ci sarebbe traccia . In un altro libro meno circostanziato “POTERE:  i Geni Invisibili della citta’” sono numerose le certezze che vengono meno,  grazie alla arguzia e allo spirito davvero critico e anticonformista culturale di questo autore  “l’uomo” afferma il Ferrero “e’ la piu’ paurosa delle creature  e trascorre la vita in mezzo ad ogni sorta di paure , ma pur vivendo così  si distingue dagli animali perche’ aspira ad essere coraggioso. Fra tutte le contraddizioni  della natura umana quella piu’ basilare  e’ “ l’uomo e’ un essere pauroso  che vuole vincere la propria paura”  E’ questa la contraddizione  che definisce  compiutamente la civilta’. In tal senso Ferrero fa un po’ il verso al Freud de Il disagio della civilta’ quando afferma che lo Stato, la societa’ stessa  non furono create per l’amore o la conoscenza ma piuttosto  per acquisire sicurezza e far fronte alla paura. Nel cercare un senso al suo stesso titolo e sottotitolo  pero’ Ferrero  fa una precisazione non da poco conto : man mano che l’uomo si libera delle sue paure  tende a istituire dei princìpi, princìpi che Ferrero definisce di legittimita’. L’intima natura dei princìpidi legittimita’ e’ la facolta’ di esorcizzare la paura , anche quella paura misteriosa e reciproca che insorge sempre tra il Potere e i suoi soggetti . E’ giusto quindi che tali principi siano venerati come  “Geni della citta’”  Se in un Societa’ coloro che detengono il potere e coloro che vi ubbidiscono  concordano  su tali princìpi, li riconoscono giusti e si impegnano a rispettarli ecco che i “geni della citta’” sono operanti  e quindi nasce l’accordo di legittimita’ che e’ in sostanza un qualcosa che umanizza e addolcisce sia il comando che l’obbedienza. Ad esempio e’ un errore rappresentarsi le monarche assolute del passato come regimi di terrore e di oppressione, questa tendenza di “senno di poi” e’ fuorviante e non permette di capire nulla di un dato periodo storico e diciamoci la verita’ e’ un errore in cui specie la societa’ moderna e post moderna e’ incorsa praticamente sempre “la storia la fanno i vincitori “ e’ piu’ di una frase veritiera , e’ una attestazione di fatto  e ha una derivazione anglosassone e americana,  le nazioni o meglio le civilta’ che hanno vinto le ultime due grandi guerre mondiale all’insegna di quello spirito commerciale e utilitaristico che il sottoscritto bolla come “spirito bottegaio” Purtroppo tutta la storia del XX secolo e vieppiu’ questo inizio del XXI che e’ anche l’inizio di un terzo millennio sembrano dimostrare che l’unico principio di legittimita’ in vigore e’ quello appunto “bottegaio” fondato sul commercio sull’economia e sui mercati , quindi detto in una parola.  fondato sul denaro  che e’ tra l’altro sempre meno tangibile e concreto e sempre piu’ virtuale e finanziario: v’e’ anche da aggiungere una connotazione spaziale ovvero l’individuazione di una localizzazione in determinate nazioni che hanno sviluppato determinate peculiarità’ invece che altre, e qui giova assumere un altro grande pensatore il filosofo geo politico Carl Schmitt che nel suo libello Terra Mare e successivamente nel piu’ corposo “il
Nomos della terra” ha  distinto appunto potenze di terra e potenze di mare come peculiari di un modo di rapportarsi con la legittimita’ del proprio potere . Le prime le potenze di terra  contando sulla territorialità e appartenenza del propria essenza, ovvero tradizione, confini, regole, disciplina  le seconde potenze di mare, fondate invece sulla fluidita’ del mare, senza confini, senza tradizioni se non formali e sempre soggiacente a meccanismi  utilitaristi e commerciali ( titoli nobiliari concessi  fin dal cinquecento a pirati, briganti e a tutt’oggi appannaggio di gente
che ha fatto fortuna economicamente, che e’ un buon business: dal capitano d’industria, al commerciante, al filosofo  sempre e comunque con riscontro economico  tipo chesso’ Popper, o  anche al cantante famoso tipo i Beatles, Tom Jones all’attore Alec Guinnes ma anche Sean Connery, al  campione di formula ,  John Surtees, Jack Brabham,  Jackie Stewart , etc.) . Ebbene se si vanno a studiare giustappunto le vicende storiche di questi ultimi duecento, forse anche trecento  anni vedremo che esse con poche eccezioni hanno sempre questo scontro di civilta’, terricola o talassica e quindi di differente legittimita’. Il deprecato postmodernismo, le famose invettive di Spengler, Guenon, Evola contro il mondo moderno, hanno di controparte la almeno finora,  vittoria della tendenza talassica e quindi commerciale:  la predominanza della lingua inglese, l’esasperato consumismo, i detti informanti tipo "ognuno ha il suo prezzo", l’esaltazione del successo commerciale, la finzione e il recitare parti alla bisogna per tutto e anche fatti, eventi, financo persone fisiche completamente inventate e estrapolate dalla realta’ con un massiccio onnipresente impiego di mezzi (stampa , cinema, televisione, mass media, oggi i cosiddetti social );  vedi come esempio la realta’ parallela e del tutto inventata di Hollywood, John Waine che non aveva fatto neppure il soldato divenuto Colonnello dei Marines per merito cinematografico, i massacri dei nativi americani come fulgida epopea, e non solo Hollywood anche da noi italiano  si vincono i premi, con le menzogne, i rifacimenti , i falsi storici ,   non parliamo di tempi ancora piu’ recenti : un virus inventato addotto prima a pipistrelli poi a chissa’ quale fantomatico microbo, spacciato per una pestilenza micidiale in grado di paralizzare l’intero pianeta in nome di una pandemia totalmente inventata che non ha spostato di una virgola l’indice di mortalità per nazione, la menzogna elevata a sistema, la cosidetta democrazia  mortificata da annullamento di elezioni  in caso di risultato non gradito dal potere in vigore, e così via. Insomma il cosidetto potere di legittimita’ forse lo si puo ‘ intendere ancora in vigore, purchè lo si intenda di legittimita’ della menzogna elevata a sistema dominante, mentre la connotazione  distintiva storica fondamentale individuata da Ferrero  nei due principi  del monarchico e democratico risulta forse piu’ profonda  se accoglie anche la connotazione spaziale di terricola o talassica di Carl Schmitt

 

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