venerdì 20 dicembre 2024

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

 

Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero eccezionali, tipo Al di la’ del principio del piacere di Freud,  l’io e l’inconscio di Jung, Fuga dalla liberta’ di Fromm, Rivolta contro il mondo moderno di Evola, il Tramonto dell’Occidente di Spengler,  Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza di Jaynes, Terra e mare di Schmitt. In tal senso come sto messo con Aleksander Dugin ? Be’ piu’ o meno come De Benoist, Preve, Badiou: un po’ a mezza strada!...diciamo una cinquantina di volte e magari per
stralci; così in questi ultimi giorni del dicembre del 2024 dopo le esaltanti notizie della vittoria di Trump in Usa e le preoccupazioni per la forzata e anche inaudita interruzione delle elezioni in Romania per non far vincere
  il candidato sgradito al sistema dominante,  Calin Georgescu  mi sono ritrovato a rileggere il breve ma informante saggio di Dugin “Contro il Grande Reset”  del 2022 con la illuminante introduzione di Francesco Borgonuovo, uno dei principali oppositori di casa nostra a tutta la farsa del Coronavirus e altre facezie e malefatte del sistema dei bottegai. Scrive quindi Dugin “Il grande Reset inizia con la vittoria di Biden.” Io magari dico “no! si ratifica con il rimbambito, ma non comincia con lui,  tutto aveva avuto inizio qualche mese prima,   con la farsa di un virus inventato e con l’aver fatto passare una banale influenza  per una micidiale pestilenza, manipolando tutti i dati statistici e correlandoli ad una mortalita’ del tutto ordinaria, spacciata come dovuta al virus, ma in realta’ non suffragata da alcun dato referenziale di spazio/tempo e di diffusione -  i leader mondiali, i capi delle grandi corporazioni – Big Tech, Big Data, Big Pharma, Big Finance, etc. si sono riuniti e mobilitati per  sconfiggere i loro avversari, in primis proprio Trump, che, come aveva riconosciuto espressamente il capo del Forum  di Davos  Klaus Schwab il massimo teorico appunto del “Great Reset”, era in quanto Presidente degli USA il massimo ostacolo alla realizzazione del piano di distruzione dell’umanita’ e questo perche’, sempre per sua ammissione “non e’ possibile alcun Great Reset senza gli Stati Uniti”. Diciamo quindi che l’estromissione di Trump e l’ascesa di Biden, non
importa quanto mentalmente ritardato e palesemente
  inadeguato, permette ai globalismi  di riprendere il cammino  da dove Trump e altri poli del multipolarismo  l’avevano interrotto. E’ proprio in questo momento,  osserva Dugin, che la censura, la manipolazione di tutti i social media, le segregazioni in casa, i passaporti sanitari, i cosidetti green pass introdotti in Italia, (la nazione che piu’ di tutte si era andata distinguendosi in misure repressive)  grazie all’atmosfera da caccia alle streghe diffusa a bella posta, che il Grande Reset  prevede di alterare  drammaticamente tutte le strutture di controllo  delle elites globaliste  sulla popolazione mondiale, e quindi Dugin non manca di rimarcare ( o meglio non mancava perche’ lo scritto e’ del 2022)  che il Grande Reset in geopolitica  si tradurra’ in una combinazione  di “promozione della ipocrita democrazia” e strategia aggressiva  neoliberista di dominazione  su larga scala, tramite appunto un  Presidente degli USA totalmente demente che non sa neppure dove e come si trova, che portera’ al rafforzamento della Nato e all’ingerenza degli USA in tutto il mondo, e quindi allo scoppio di sempre nuove guerre (quella con l’Ucraina era gia ‘ scoppiata appunto nel 2022). Dugin riconosce insomma che la vittoria di Biden non fu un episodio casuale , ma ha segnato appunto l’annuncio di un contrattacco globalista che ha i suoi prodromi nel passaggio dal medioevo al cosidetto umanesimo e poi anche rinascimento, che segno’  la fine della mentalita’ corale e di somma di esperienze quali si espressero  nello stile artistico del gotico con le sue cattedrali e che raggiunse la sua maturita’ con la cosidetta Rivoluzione Industriale ( fenomeno eminentemente anglosassone) e l’inaugurarsi dell’era della macchina come sostituto referenziale della stessa essenza
umana. Facile riconoscere il modello e l’antesignano del filosofo russo
  nell’Italiano Julius Evola (1898-1974) che in tutta la sua opera e in ispecie nello straordinario saggio “Rivolta contro il mondo moderno“ del 1934, ha sottolineato con acume e profondita’ questo capitale passaggio. Se quindi avevamo molto da preoccuparci all’epoca della pubblicazione del saggio di Dugin (2022)  in quanto prima, il successo della farsa pandemica del covid (cui anche il sottoscritto non ha mancato di ipotizzare che avesse proprio tra i suoi fini principali quello di spodestare Trump dalla Presidenza degli USA, favorendo con la scusa del contagio di promuovere un inusitato ricorso della votazione per corrispondenza infinitamente piu’ manipolabile e falsificabile di quella ordinaria) e poi la vittoria di Biden , stavano chiaramente  a indicare che  il principale vettore della civilta’ europea in direzione del progresso interpretato pero’ in un ottica liberalista di predominio capitalista e quindi erede dello spirito bottegaio anglosassone, avevano oramai partita vinta. Prima di saltare a pie’ pari questi ultimi due anni e valutare quello che e’ invece accaduto negli USA nel novembre 2024  spendiamo ancora un paio di paroline per affrontare il tema della seconda parte del saggio di Dugin : difatti ecco che la pag.51 cita il titolo del capitolo IV  con uno slogan che rappresenta il diretto opposto del precedente : non un “grande reset”, ma un “Grande Risveglio” Questo slogan  e’ stato coniato dagli antiglobalisti americani, ben rappresentati dal conduttore Alex Jones  del canale  Infowars e soprattutto dagli attivisti di QAnon, il Gruppo fondato da Steve Bannon  che ha rappresentato il centro di attrazione degli oppositori  al micidiale pericolo delle elites globaliste, e di tutti coloro che hanno resistito alle malefatte della cattivita’ Bideniana  a tutt’oggi non ancora conclusa (dic.2024)  e che, come una serpe velenosa cui non e’ ancora stata schiacciata la testa,  continua a spargere il suo veleno (vedi i fatti in Romania sulla ignominiosa sospensione forzata  delle elezioni a discapito del candidato anti globali sta Caline Georgescu, in quanto avviato ad una trionfale affermazione). Il Grande Risveglio,  afferma Dugin “e’ la risposta spontanea  delle masse umane al grande reset…le elite liberali controllano a tutt’oggi tutti i principali processi di civilizzazione , controllano le finanze del mondo e possono fare qualsiasi cosa con esse, dall’emissione illimitata a qualsivoglia manipolazione degli strumenti e delle strutture finanziarie ; nelle loro mani c’è l’intera macchina  militare statunitense  e della NATO, praticamente tutti i giganti dell’alta tecnologia sono subordinati ai liberisti, computer iPhone, telefoni cellulari e reti sociali sono strettamente controllati  dai membri del club globalista, tecnologia, centri scientifici, formazione e informazione, cultura, Media, medicina, sanita’, tutto e’ nelle loro mani, eppure ecco che Dugin ci parla di UN GRANDE RISVEGLIO, un qualcosa cui fare appello da parte di tutte quelle nazioni che non hanno rinunciato del tutto ad avere e coltivare un cervello pensante, una umanita’ che ha capito la farsa di una inventata pandemia e ha cominciato a soppesare i danni che questa ha provocato nella struttura sociale.  Ecco pero’ che a due anni dalle speranze scritte di questo ultimo grande pensatore  che abbiamo un primo concreto riscontro proprio negli Stati Uniti  : il ritorno di Trump con la sua strepitosa vittoria alle elezioni USA
del 5 novembre 2024 contro le elite globaliste e tutto il loro progetto di transumanesimo
 sempre piu’ infimamente rappresentate da Kamala Harris la vice del presidente rimbambito --  certo assistiamo a quegli squallidi colpi di coda da bestia ferita tipo il citato esempio della truffaldina sospensione delle elezioni in Romania o la grazia concessa al figlio dal rimbambito, l'autorizzazione ai missili a lunga gittata da usarsi nella guerra in Ucraina, tutte manovracce successive all' essere sconferrato dal popolo, ma per una assurda clausola (non l'unica della legislazione USA)  mantenuto al potere fino al 20 gennaio successivo. Ritorno che lascia ben sperare che questo famoso Grande Risveglio sara' prassi  effettiva  a cominciare dal 20 gennaio 2025 . ammettiamolo il mondo non e' mai stato tanto interessante come ora, anche perche' sussiste la possibilita' di interrompere il gran crimine dell'umanita' perpetrato dai bottegai a cominciare dal 1347 e svolto attraverso tutta una serie di iniquita' : la inghilterra della regina elisabetta nel XVI secolo e la compromissione con l'interesse economico, le sette tipo la massoneria, la Rivoluzione industriale, le rivoluzioni continentali, le guerre, il potere crescente del denaro e della meccanizzazione del mondo, il globalismo, lo sconsiderato progressimo, lo scientismo, il Liberalismo,  la cosidetta Societa' Aperta di Popper/Soros. Come sara' il mondo a venire ancora non possiamo dirlo, ma di certo la sua modalita' di realizzo nel rispetto dell'umanita', della tradizione, del valore e della ragione non potra'mai essere un qualcosa di semplice che sconfina nel  semplicistico tipo l'astratto futuro cui fanno riferimento liberalisti, progressisti e scientisti, ma sempre qualcosa di composto, di complesso come i numeri che dovranno informare un futuro anteriore, quel "sara' stato" che informa il nostro presente in una tradizione che si realizza in un av-venire 

sabato 7 dicembre 2024

C'ERANO UNA VOLTA GLI ALPINI

 

Ecco lo vedete questo alpino che ebbi modo di conoscere personalmente nel 1963 ad un raduno degli alpini a Milano : credo sia l’unica persona al mondo che si sia visto dedicare un monumento da vivo, e che monumento : quello di un massiccio alpino, lui appunto, che solleva un enorme masso per lanciarlo contro i nemici che in un furioso combattimento stavano oramai conquistando un ridottino  denominato “Ridotta Lombardia”  in Cirenaica,  precisamente presso Derna nella notte tra l’11 e il 12 febbraio  1912 -  azione, dettata dal fatto che i difensori del ridottino erano rimasti senza munizioni e stavano oramai soccombendo, quando quell’alpino che era in quell’ottobre di tanti anni dopo, li’ avanti a me in totale  ammirazionecon  un bel bicchiere di vino,  a raccontare ancora una volta quel suo  impulsivo gesto di utilizzare i grandi massi come estrema difesa contro gli assalitori,  gesto che fu  presto imitato dagli altri commilitoni del btg, Edolo del 
5° alpini, e che
 porto’ al respingere il nemico e salvare così la posizione. La medaglia d’argento col suo un po’ stinto nastrino azzurro  spiccava sul bavero della giacca del vecchio signore che aveva una lunghissima  barba a due punte  facendolo somigliare ad un personaggio preso da qualche antica favola, e per la verita’ mi venne da pensare che quella sola medaglia d’argento era ben poca cosa per uno che aveva segnato una così eroica reazione, addirittura inscritta nella pietra di un monumento;  altro che la stampella di Enrico Toti che nessuno, a pensarci bene,  avrebbe mai potuto notare nella enorme confusione di un attacco sul Carso (ho anzi letto da qualche parte a proposito del gen.Cigliana, comandante dell’XI Corpo d’armata, unita’ che assieme al VI Corpo di Capello in  quell’agosto del 1916 stava avanzando nell’ambito dell’offensiva verso Gorizia, che mentre stava esaminando l’entita’ dei caduti verso la zona di quota 85 sopra Monfalcone, un ufficiale gli fece “e qui pare sia anche morto, sa quel bersagliere senza una gamba, di cui molti anche la stampa hanno parlato, certo Enrico Toti, non un militare effettivo, ma una specie di mascotte, andava all’assalto assieme alle truppe combattenti con la stampella  ….”  “come come ? “pare ribadisse il Generale “e me lo dice così? -  quella stampella… diamine facciamo lanciaglierla in faccia al nemico” ”Ma signor generale” osservo’ il subalterno “ chi vuole che possa aver fatto caso nel corso di un assalto di migliaia di uomini, con gli shrapnels, le pallottole, i gas, alla  stampella di un singolo, tra l’altro neppure un militare di linea?” “Ci abbiamo fatto caso noi! “ Sentenzio’ imperioso il Generale “mi trovi il comandante del reparto dove questo Toti si appoggiava e gli faccia preparare la motivazione di una medaglia d’oro al valor militare sul campo”) - come Enrico Toti probabilmente anche tante altre medaglie d’oro con motivazioni quanto mai stiracchiate e spesso e volentieri anche inventate, magari ecco in relazione al grado e all’importanza del personaggio in questione. Ricordavo che anni prima quando ero alle elementari la maestra Mari-
nelli ci porto’ ad una conferenza di un grande mutilato di guerra Carlo Delcroix cieco e
  senza mani, e rimasi stranito che anche lui avesse solo la medaglia d’argento, mentre mi pareva che altri che l’avevano avuta d’oro non avessero poi questi grandi meriti in piu’;  anche Menini il cte del battaglione alpini d’africa fu decorato solo di medaglia d’argento mentre un suo sottoposto e non altrettanto conosciuto come nome, anzi quasi del tutto  sconosciuto ai piu’, il capitano Pietro Cella, la ebbe d’oro. Diciamo che puo' esserci una sorta di fortuna anche nella concessione delle medaglie, a volta in crescendo , ma a volte anche a decrescere di  valore Questa pero’ dell’alpino Antonio Valsecchi da Civate (Como)  cl.1888divenuto poi Sergente  era forse la piu’
eclatante;  c’era li’ in piena Milano il monumento in bronzo che lo rappresentava  scolpito dallo scultore Emilio Bisi nel 1914, e ristrutturato nel 1948,  di cui negli anni successivi ne avrebbero eretto altre copie a Merano (1938) a Edolo (1954), quindi un qualcosa di estremamente concreto quasi un aggiornamento dell’oraziano “Exsegi monumentum aere perennius,,,,” perche’ qui oltre al bronzo del monumento  c’era il personaggio  vivente che parlava e scherzava, e poteva infiammare noi che gli eravamo dappresso e in ispecie un ragazzetto come me, innamorato della storia militare, di quella degli alpini in particolare per una questione di familiarita’ stante l’appartenenza a tale Corpo del proprio nonno e omonimo Mario Nardulli cl. 1888, come Valsecchi ma che non era vissuto cosi’ a lungo. Per quel che ne ho saputo Antonio Valsecchi mori’ due anni dopo quell’incontro nel 1965 a settantasette anni, ma di certo nessuno piu’ di lui ha incarnato l’eroismo così come me lo ero costruito io nella mia familiarita’ con la figura di mio nonno, anche lui alpino, anche lui con quella medaglia d’argento  che non esauriva e forse neppure testimoniava adeguatamente tutto il vissuto di un eroismo che magari poteva anche rifarsi alla teoria di Junger 
sull'idealismo eroico ed anche alle concezioni in tal senso di Evola. Il punto e’ che in quell’ottobre del 1963 tutto in me  aveva come una interazione, che saltellava a mo’ di diavoletto di Maxwell tra il monumento e il personaggio, una sorta di applicazione di “vis viva” leibneziana nel calcolo infinitesimale, per la misurazione non di uno stato, ma di un flusso,  in cui si muovevano limiti, derivate e integrali, frammentandosi in tanti cammini che erano tutte possibilita’ di realizzare la probabilita’ piu’ opportuna. Discorso molto complesso e presa di posizione su di  una certa direzione, suscettibile pero’ di grande cambiamento, un cambiamento  indotto da fatti esterni, dall'evoluzione ovviamente in peggio della situazione sociale (quindi una involuzione, una decadenza) venuta in luce quasi improvvisamente,  quasi sessant’anni dopo (2020)  quando i metri di giudizio a causa di una diversa
Junger e Evola
emergenza avevano cambiato i termini del contendere : il cammino eroico di Junger ed Evola che era stato anche il mio, specie nella giovinezza, che avevo respirato nella casa di via Nicolo’ V alimentato da sciabole, medaglie, cappello d’alpino con penna bianca (mio nonno dopo la seconda guerra mondiale era stato nominato
 Colonnello del Ruolo d’Onore) tempestata dei segni di rossetto dei baci delle ragazze come si addice ad un vecio, ora assumeva tutt’altri parametri, il cappello con la penna bianca senza segni di rossetto e tutto azzimato, senza pieghe e rientri, con l’aquila generalizia bordata rosso e tre stelle stava dalla parte della paura, del conformismo, del pecoronismo, mentre l’eroismo quello vero, quello che rievocava il masso di  Antonio Valsecchi, era dalla parte di un
uomo 
che correva sulla spiaggia a fronte mare per sfuggire alle infami persecuzioni del potere e dei suoi servi e volenterosi carnefici.  Eroismo e liberta’, senza neppure quella modesta attestazione di riconoscimento, ma un atto degno, anzi superiore a tutte le Medaglie d’oro,Victorie cross, Legion d’Onore, Pour le meriteproprio come il monumento di Valsecchi, che nella fattispecie  si fadinamico e assume l'aspetto dei passi di corsa
del fuggitivo che merita un elogio con il titolo del libro di un famoso saggio di Henry Laborit "Elogio della fuga" che puo ' divenire la piu' alta forma di eroismo, non un idealismo eroico, ma un vero e proprio òpragmatismo eroico 
 

lunedì 2 dicembre 2024

ESTETICA E CLERICALESIMO

 

La Democrazia Cristiana per quasi mezzo secolo ha dato una impronta baciapile e bacchettona alla politica italiana e stante quel che e’ seguito dopo,  non si puo ‘ certo dire che tale fatto costituisca un’onta per il nostro Paese, anzi….persino persone come me, da sempre atea e contrarissima ad ogni religione e persino ad ogni fideismo, ha rappresentato una sorta di onta che si riveste di paradosso. Ma come? abbiamo passato una vita a dir male dei preti, della DC, salvo poi
a fare un po’ come don Camillo e Peppone di Guareschi:
  un alterco  pacioccone, quasi giullaresco con sul finale un po’ l’addio alla stazione successiva, abilmente orchestrato da Don Camillo, ma senza il contro paradosso di improvvisarsi facchino . C’eravamo tanto “amati/odiati “ chissa’ ? …. ma a conti fatti  e a posteriori  i vari Prodi, Ciampi, Napolitano,  eh si!  anche Berlusconi per non parlare di quelli ancora dopo,  Monti Bersani, Renzi e proprio al fondo del barile i politici della farsa pandemica,  Conte, Draghi, Speranza, Di Maio, Brunetta, Renzulli e vari cavalier serventi  gratificati del titolo di esperti : Bassetti, Burioni, Crisanti, Silieri, piu’ la stragrande maggioranza dei giornalisti e della gente dello spettacolo (davvero un patetico aggiornamento dei  volenterosi carnefici di ….) hanno finito per farci rimpiangere i vari “a Fra che te serve?” e le infelici  tirate clericali, facendo assurgere il famosissimo detto Montanelliano “Turatevi il naso ma votate DC!” ad un 
vero e proprio Imperativo categorico di stampo kantiano. Non si puo’ difatti dire “eh certo se non ci fossero state tutte queste clericalate, chi sa che cosa avremmo potuto avere? ,
  perche ci sono belli pronti questi citati personaggi che ti danno subito la risposta super dettagliata : “peggio, mille volte peggio!”. Un qualcosa di simile sempre a riguardo della perniciosa influenza della Religione nel mondo,  ho osservato riguardo al fattore estetico proprio della rappresentazione artistica. Non solo il Medioevo, piu’ o meno buio, ma anche rivisitato con i vari Guenon, Evola,  Le Goff, e persino Fulcanelli, Cattedrali e stile  Romanico e poi Gotico, Dante e Federico II, la renovatio Imperi,  ma anche il fior fiore del Rinascimento, con l’Umanesimo ed anche il Barocco e tutto lo stuolo dei sommi maestri
che caratterizzarono piu’ di tre secoli , Brunelleschi, Alberti, Bramante, Leonardo, Michelangelo, Piero della Francesca,  Bernini, Borromini solo per citarne qualcuno . Come sarebbe stata quella incredibile fioritura artistica se non fosse stata condizionata dal fattore religioso, col suo corredo di Madonne, Cristi in croce, martirii di santi e quant’altro?
  Immaginiamoci un Raffaello, un Michelangelo,un Bernini,  alle prese con fatti di   cronaca, eventi realiprefi ati a blandi rituali, che solo ingegni e talenti straordinari impedirono di divenire terribilmente noiosi . Solo nel XVIII secolo la artisticita’ diffusa in pittura, scultura ed anche architettura  comincio’ ad abbandonare i temi clericali, ma purtroppo questo passaggio non si espresse in forme di pura liberta’ espressiva, ma anche questo nacque condizionato da un tema che di fatto sostitui’ le tematiche religiose, l’asservimento al tema parimenti deificato, della “macchina” quale si era venuta a delineare con la cosidetta Rivoluzione Industriale , ovvero il prevalere di uno spirito e di una prassi fondati sul fattore economico, sul commercio, sul denaro, una modalita’ di approccio al mondo inaugurata dai mercanti gia’ del XIV secolo che difatti cominciarono a fare piazza pulita della poco economica  mentalita’ medioevale  e del troppo lento stile di rappresentazione, per operare nei secoli successivi una vera e propria strategia  fondata sull’economia della quale si fece principale interprete lo spirito anglosassone,  sia a livello nazionale (la Gran Bretagna della Regina Elisabetta del XVI secolo ), sia a livello di una organizzazione per sette (la Massoneria dei primi decenni del XVIII secolo). Importante sottolineare come detta preferenziazione  procedurale che investi’ tutto il modo di fare dello spirito anglosassone in tali due accezioni , trovo’ anche un elemento specifico di applicazione e di realizzazione nel mare , ovvero un mondo fluido, senza confini, aperto alle piu’ ardite delle scorribande, che si fece subito alternativo a quel mondo di terra benstretto tra confini della sua territorialita’  e 
giurisdizione . “ Terra e Mare ” titola un suo saggio del 1942 il grande filosofo e
  geo politico Carl Schmitt e ne individua il vero contendere delle potenze del mondo nell’appartenenza ad una di queste due specifiche, quella  terricola fondata sulla territorialita’ appunto, su solidi  confini, sull’appartenenza e quindi anche sulla tradizione, quella talassica invece, senza  confini, quale si addice all’elemento fluido per eccellenza delle distese marine, dove tutto e’ sempre di nuovo in gioco e non v’è alcun limite all’espansione equiparata al nuovo dio denaro, mobile anche esso e in continuo movimento   che prende il posto dell’antico dio e ne soppianta anche l’immagine  .

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...