domenica 19 gennaio 2025

UN MONDO A COPIONE

 

Oramai mi sono fatto convinto (intercalare tipico del dialetto siculo) che questi nostri tempi siano la quintessenza della farsa, del recitare parti a copione prestabilito e questo specie da quando e’ stato inventato il cinematografo ha assunto una peculiarita’ assoluta…che poi neppure questo e’ vero, pensiamo cheso' a Pirandello che piu' che al cinema si rifa' al teatro, ma pensiamo anche alla storia vera, quella che chiamano realta' :  guarda quello che furono capaci di fare con Napoleone, un modesto ufficialetto di artiglieria fatto passare per un genio della guerra, sia strategico che tattico, che logistico, neppure fosse stato chesso’ un Scipione, un Cesare, al limite un Eugenio di Savoia  : il Direttorio e quell’anima persa di Barras valsero sul finire del XVIII secolo, grosso modo come Twitter, Facebook e vari altri “social” piu’ magari un paio di testate giornalistiche bello che addomesticate tipo Repubblica, la Stampa o Il Corriere della Sera (mi limito a citare l’Italia dato che seguo poco la stampa in genere), e questo valse anche  negli anni successivi, dopo Jena per
HEGEL E NAPOLEONE A JENA
intervento addirittura di Hegel, che potremmo valutare come uno Zuckberg  dell'epoca, ma anche dopo Eylau disastro fatto passare per vittoria  (e qui raggiungiamo la mistificazione dei telegiornali della televisione). Stessa pappa cogli indiani d’america negli Stati Uniti, un genoicidio mascherato e contrabbandato a posteriori (vedi i vari John Waine e compagnia, perlomeno fino a “Soldier blu”)
 e del Risorgimento Italiano ne vogliamo parlare ? Quattro massoni al soldo della massoneria inglese e dei Rotschild in particolare che prima ti coinvolgono un Reuccio indeciso e titubante a far guerra all’Austria (un disastro)  e poi con il figlio di quello cialtrone e opportunista e un capo del governo ancora piu’ al soldo dei soliti Rotschild (per chi non lo avesse capito lo squallidissimo Camillo
Benso di Cavour, infingardo, falso, addirittura lenone come lo apostrofo’ Garibaldi
  al Parlamento del 1861, e a ragione in merito alla famosissima Contessa di Castiglione forse quella a cui piu’ di ogni altro andrebbe ascritta l’unificazione italiana  tanto da fargli venire un colpo apoplettico che in un paio di giorni lo porto’ alla tomba) e riescono a far fuori la monarchia del Regno delle Due Sicilie servendosi di una sorta di avventuriero rubagalline (il gia’ citato Giuseppe Garibaldi il cui episodio del colpo a  Cavour e’ l’unico che
LA CONTESSA DI CASTIGLIONE
LA VERA ARTEFICE DELL'ITALIA  UNITA
merita di essere celebrato) anche questi al soldo degli inglesi che si assunsero la parte che era stata
 di Barras, del Direttorio e che sara’ dei “Media” del XX e XXI secolo in merito appunto alla conquista della Sicilia e poi di tutto il meridione d’Italia, dando il benservito alla dinastia dei Borbone per soppiantarla con quella dei Savoia molto ma molto piu’ docili esecutori dei voleri economici  del solito spirito  bottegaio anglosassone. Le parti si recitavano dunque anche molto tempo fa, certo non nella stessa entita’ e soprattutto capillarita’ che ha contraddistinto  il passaggio dal secondo al terzo millennio, grazie alla spaventosa diffusione dei mezzi di comunicazioni, la tecnologia, l’informatica, la rete di cui pero’ bisogna dirla il cinema e’ stato il principio, direi l’Arche’ appunto:  “ arche’ – techne’ nel senso che tramite una tecnica che magari e’ stato facile spacciare anche per arte oltre che per abilita’, un po’ rifacendosi al significato precipuo della parola archetechne, inl nostro famigliare architetto che ti ha appunto architettato questo mondo fondato sulla recita e quindi sulla manipolazione sulla menzogna, dove niente e’ piu’ vero, niente, diciamo,  e’ piu’ reale se non nei termini di una piu’ o meno
DALL?IMMAGINARIO AL CONIUGATO
complessa operazione di mercato e di opinione 
che ricorda un po' il procedimento matematico della ideazione dei numeri immaginari del XVII secolo:  servirsi  di proiezioni di numeri negativi (ovvero mancanze, carenze, passivi debiti) che poi con il meccanismo dei  numeri coniugati  potevano essere riportati allo stato di fruizione  del registro della realta'  che quindi oltre che reale era decisamente complessa . Ebbene con questo 19 gennaio trasferito da onomastico a compleanno ho voluto anche io adeguarmi alla pratica corrente e collaudata di sostituire proiezioni di negativi al posto della realta' e tramite ritrasformazione in positivi (coniugati) pervenire ad un registro immaginario che sara' di certo piu' complesso dell'originario, ma nel contempo conformarsi ad un simbolico che accogliera’ quella componente desiderante che canonicamente dovrebbe far parte dell’inconscio. Stiamo parlando dell'inconscio  sia di quello freudiano che Junghiano ed anche di quello lacaniano e o per insiemi infiniti di Matte’ Blanco che con la sua bilogica rigorosamente simmetrica, tende a farsi beffe della logica aristotelica, o meglio costituirne un'altra, che magari qualcuno puo' anche chiamare inconscia in quanto intrisa di quel desiderio che in maniera non canonica, ma con sue specifiche modalita' per lo piu' sfuggenti al pensiero razional/logico della coscienza, si affianca alla realta'. D'altra parte tenere il 19 gennaio come onomastico, cioe' san Mario,  era del tutto impossibile per via della forte vergogna di condividere tale nome con due delle persone piu' disgustose che mi sia capitato di conoscere (fortunosamente non di persona)  e cioe' due persone cosidette "di potere"  due squallidi banchieri, bottegai cioe' agli ordini dei meccanismi di compravendita del mercato, ragionerucoli dico io che fanno parte di quella schiera di ronzini del pensiero, che ha cercato di dare lustro alla vecchia pratica del conto della serva chiamandola pomposamente economia e cercando di assicurarle la qualifica di scienza, due persone che pervenendo ai vertici del potere politico hanno fatto il peggior male al Paese (specialmente il secondo dei due Mario che ha operato nel contesto di quella ulteriore farsa della pandemia,  ovviamente
del tutto inventata)  facendo impallidire la fama sia dei Barbari che dei Barberini. Facile dunque  eliminare quel nome e passare invece a Marcello che non solo e' il nome di mio nipote - quindi inversione del solito schema del dare il nome del nonno, e fare il netto contrario, ma anche un nome che mi e' sempre piaciuto infinitamente di piu', nome di antica tradizione romana, come Mario d'accordo, ma meno comune e poi diamine.... era il nome dell'unico attore che mia sia piaciuto
malgrado il mestieraccio :  Marcello Mastroianni. L'unica cosa che mi dispiaceva  nel lasciare quel Mario era la omonimia perfetta con mio nonno Mario Nardulli nato pero' nel 1888 un anno magico del mio immaginario desiderante inserito nel pieno della Bella Epoque, un anno prima del Piacere di D'Annunzio, regnante l'unico Savoia passabile Umberto I con quei suoi meravigliosi baffoni, le canzoni napoletane dell'immortalita', mentre dall'Inghilterra la truculenta cronaca degli omicidi di Jack losquartatore,  e poi sai gli abiti, i colletti inamidati, i baffi imperanti, le uniformi sfavillanti, i gradi degli ufficiali detti a fiore sulle maniche, il Cafe' Chantant e la dominante assoluta delle volute dello stile Libertyma veniva  presto

compensata dalla nascita non a Roma ma a Salo' sul Garda paesetto che mio nonno aveva eletto a sua residenza nel 1905 scappando di casa per contrasti col padre e mettendosi a lavorare per una ferrovia locale, cosa che poi aveva determinato il suo richiamo nei corsi ufficiali degli alpini nell'aprile del 1915 in vista della mobilitazione per la guerra. Salo' sul Garda significa anche la capitale della Repubblica Sociale e gennaio 1945 come data ascrive la paternita' ad un sottotenente della X MAS caduto nel maggio combattendo contro i partigiani e significa anche per me entrare alla Scuola Militare Alpina di Aosta nel 1970, per un 58° corso AUC nel gennaio 1970, con  sergentato alla Caserma Buffa di Pieve di Cadore nell'omonimo battaglione di cui aveva fatto parte il personaggio storico da me piu' ammirato  in assoluto:  Italo Balbo e servizio di prima nomina al 6° rgt° della Tridentina btg. Bassano . Come vedesi di numeri immaginari ne ho  fa larghissimo uso (proiezione di negativi, ovvero mancati di desiderio ) , tutti con il loro compendio di simmetria che ne fanno simboli per la coniugazione di un inconscio , che sono l'unica
spiegazione plausibile di quella frase di Freud "il sogno e' la realizzazione di un desiderio" Il perche' e' presto detto:  correlando sogno e inconscio nell'accezione di un desiderio che pero' non e' quello banale semplice del " voglio " o "vorrei" ma e' una precisa equazione di perfetta simmetria tra proiezioni negative (reali)  e positive (immaginarie) si realizza quell'unita' del pensiero psichico che non solo la psicoanalisi, ma tutta la ricerca della ragione umana ha cercato sempre di raggiungere 

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