martedì 25 marzo 2025

ES-SENZA CON

E’ un po’ di tempo, tempo di questa estrema vecchiezza, che mi sto arrovellando sulla essenza della natura umana. Concorrono a questi arrovellamenti non solo i meccanismi del mio analogo io, cioe’ la coscienza, ma anche quelli di un  inconscio che parla, o meglio come diceva Lacan "non parla, ma ripete", dice sempre la stessa cosa, anche se lo fa con strumenti diversi: il sogno, l’atto mancato, il sintomo di conversione organica (leggi la tosse , qualche volta, piu’ raramente, il mal di stomaco) in correlazione ai quattro (dico quattro non tre) foglietti embrionali ratificati da Hamer (endoderma, mesoderma arcaico, mesoderma recente, corteccia cerebrale)  - domanda del solito Watson a Sherlock Holmes ...“e perche’ lo fa?” ”elementare Watson: perche’ non e’ capito!”. Cosa c’è dunque da capire su questa essenza specifica  della natura umana ? Come venne, da dove venne, e perche’? In merito alla coscienza di cui abbiamo fatto cenno, ci sono le esaurientissime risposte di Julian Jaynes nel suo oramai per me “biblesco” “il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza, ma se volessimo comprendervi tutto il funzionamento della mente umana, un po’ “tutto il cucuzzaro “ e quindi si anche sua maesta’ la bestia nera “inconscio”o come preferivano chiamarlo prima Nietzsche, poi Groddeck e alla fine anche lo stesso Freud  : ES. 
L’essenza umana  non puo’ essere limitata all’inconscio,  in tal senso vale piu’ che mai la metafora del raggio della torcia elettrica , fa luce solo nello spazio ristretto del suo raggio, e in questo raggio l’inconscio non ci sta quasi per nulla, anzi diciamolo e’ proprio tutto quello che lo sovrasta, molto molto di piu’ del famoso disegnetto dell’iceberg. Dell’ esser-ci ci rendiamo conto solo da effetti indotti , tutti
quei famosi effetti se non proprio scoperti, perlomeno sistemizzati da Freud : il sogno, l’atto mancato, il motto di spirito, la fantasia  e tutti quei giochetti della mente che un po’ rimandano al gioco dei bambini , un po’ a certe opere d’arte nei vari specifici applicativi. A me la ricerca dell’inconscio ricorda molto quella della ricerca dell’infinitesimale nel movimento, proprio in prima battuta delle elucubrazioni di Leibniz e Newton il primo che  tale infinitesimale loricercava dal di dentro della mente, quella famosa Vis Viva, il secondo invece 
che si rivolgeva all’esterno da se’, ovvero al mondo delle cose,  la natura, i fenomeni, laddove l’impiego dei numeri immaginari, ovvero la proiezione di un numero negativo, potrebbe rappresentare proprio quel salto nel mondo del non-essere, antecedente anche al dibattito secentesco. Alla luce quindi di questa ridottissima luce e di qualche riverbero che magari riesce a fare capolino qua e la’ nello spazio delimitato della torcia cosa possiamo sostenere?  Che siamo un bel passo avanti a tutti gli altri animali della terra e su questo c’è chi dice che non ci piove (ma neppure tutti), comunque sia come spiegare il divario in effetti notevole con tutte le altre specie viventi?  Suvvia a ben vedere rifa’ capolino solo quella benedetta coscienza , ovvero quella particolare metafora che abbiamo fatto di noi stessi : il famoso analogo-io di Jaynes che spiega buona parte di tutte le differenze : una questione di linguaggio, perche’ inn effetti senza linguaggio non vi sono ne’ metafore, ne metonimie ne’ alcuna altra forma di dialettica che possa configurare un mondo analogale, costruito su analoghi appunto, quale il nostro mondo solo umano  pero'; il punto e' che quando ci si deve cimentare a spiegarsi tutto questo, come dove e da dove , perche' entriamo in paranoia e arriviamo alle congetture piu' fantasiose, come quella degli Annunaki, ovvero gente venuta da un altro pianeta in un  passato lontanissimo e  imprecisato  che ci avrebbero creati o meglio modificati per aiutarli a esseguire dei compiti di loro interesse sul nostro pianeta (il piu' accreditato:  una ricerca e raccolta dell'oro, utile, anzi indispensabile per certi loro interessi , che spiegherebbe il perche' del persistere dell'impulso a tale ricerca e accaparramento  nella genia umana,  anche dopo la dipartita degli Annunaki): i retaggi di tale crazione di modifica di un essere gia' evoluto nella scala biologico, ma ancora non in possesso di una specializzazione cerebrale in grado di articolare un linguaggio e quindi analoghi, non sono solo quelli legati all'oro, molti indizi, specie se raccordati a quei famosi riverberi che fanno capolino nello spazio di luce della coscienza , denotano  specifiche  disposizioni nell'essere umano : anzitutto quella alla ubbidienza e al lasciarsi facilemente influenzare e dominare da un qualcosa che egli reputa superiore - un dio o degli dei, totem di vario genere, e manufatti simbolici in grado di innescare precise reazioni di sudditanza , persino
idee, opinioni, semplici frasi, comandi. Non a caso il gia' citato Jaynes pone come  antecedente all'analogo io della coscienza una sorta di mente bicamerale, ovvero una suddivisione del cervello in due specifici e quasi autonomi emisferi, che sovraintenderebbero a due diverse funzioni di adattamento all'ambiente, una nell'emisfero sinistro con modalita' sopratutto metaforiche  cioe' alla ricerca sempre di analoghi di significati  per accrescere il linguaggio e quindi la sua conoscenza  ed un'altra invece che si allocherebbe nell'emisfero opposto, quello destro, preposta piu' a raccogliere tutte le suggestioni stratificatesi nel corso delle esperienze, quindi una funzione di metonomia ovvero di trascinamento di significanti e tale da ripresentarsi alla bisogna quando una determinata situazione di emergenza lo richieda, ma con la peculiarita' di non poter essere elusa quindi non solamente udita , ma "ob-audita"= ubbidita (E' questa la modalita' che la mente bicamerale ha  condizionato la presenza al mondo dell'essere umano, fornendo nei momenti di bisogno  richieste da una situazione , delle "voci allucinatorie" con caratteristiche comportamentali adeguate di pronta reazione), voci superfliuo sottolineare che era essenziale che non potessero esere eluse e  quindi  addotte a non meglio precisati "dei" ....le voci degli dei di cui ci parlano tutti i piu' antichi testi dell'umanita' ivi compreso il nostro Esiodo delle Opere e giorni con caratteristiche di struggente rimpianto "perche' gli dei non ci parlano piu' , perche' ci hanno abbandonato? " e rieccolo il nostro Sherlock con il suo "elementare Watson"= perche' e' arrivata la coscienza ! l''analogo io, ovvero  quel meccanismo cerebrale, fondato sul linguaggio che ha sostituito se stesso in situazione per quel preciso momento in cui l'emergenza avrebbe dovuto innescare la voce degli dei . Mito di passaggio questo che siostanzialmente e' il mito dell'origine della coscienza,  anche esso riportato in tutte le origini della civilta' con le diverse modalita' di ognuna:  il paradiso terrestre e l'albero col serpente tentatore, Prometeo e il furto della scintilla divina, l'uovo cosmico e gli Yuga degli Indu' , Gilgamesh
e Zaratustrha. Da questa tendenza all'ubbidire al volersi sentire guidato derivano tutta un'altra serie di caratteristiche che si riscontrano puntualmente nell'essere umano: il bisogno di essere approvato, compreso, lodato, apprezzato (l'inconscio e' il desiderio dell'altro dice lacan, e per desiderio si intende anche un discorso, il discorso che ciascuno di noi instaura con se' stesso che però si comporta come altro e quindi sfugge ad ogni razionalita', con buona pace di quel fanfarone di Hegel che diceva che cio' che e' reale e' razionale e cio' che eè razionale e' reale). Sono caratteristiche di cui ci rendiamo tutti facilmente conto e questo sia con la coscienza sia se prestiamo un attimo di attenzione alle manifestazioni dell'inconscio, come il sogno ad esempio dove un simbolismo piu' variegato e complesso si manifesta attraverso immagini e sequenze che solo a volte riescono a darci un senso, meno che mai un significato . 

 

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