Freud per utilizzare una immagine che desse l’idea di quello che doveva intendersi il rapporto tra conscio e inconscio utilizzo’ la figura dell’Iceberg: solo una piccola parte emersa quella che invece rappresentava la coscienza, mentre per la maggior parte della sua forma immerso nelle profondita’ del mare, che appunto dovrebbe rappresentare l’inconscio. Per la verita’ la ripartizione conscia e inconscia ovvero Io ed Es ha una terza suddivisione quella del Super Io che va a comporre in forma definitiva la struttura psichica freudiana ratificata nella cosidetta seconda topica ovvero dopo il ribaltamento della precedente concezione freudiana fondata sulla teoria della Libido, inauguratasi nel 1921 con il saggio “al di la’ del principio del piacere “ e la scoperta della cosidetta “pulsione di morte”. Oltre questa tripartizione Freud non ando’ e non solo, ma non si capisce bene se questa figura del Super Io, ovvero tutte quelle imposizioni dettate da regole sociali, educazioni, leggi e quant’altro che si sovrappongono alla istintualita’ umana con piu’ o meno forti riscontri di adeguamento, reazione e relativo pacchetto di sofferenze, cui Freud diede il nome di “rimozione” e che a ben vedere costituisce la pietra angolare di tutta la costruzione freudiana, andrebbe nel famoso schema dell’iceberg collocata al di sopra o al di sotto della linea del mare. A mio parere forse andrebbe rappresentata proprio con la linea di demarcazione tra aria e acqua, quel filo che come una sorta di pellicola informa il limite tra le due essenze e che ha dei correlati con la figura della specularita’ così come proposta nella vicenda di Narciso, ovvero in quello sguardo che fa da transizione tra vita e morte. Si tocca qui uno dei punti piu’ critici del sottoscritto nei riguardi della teoria freudiana, per carita’ solo un punticello piccolo piccolo, ma che dico punto, piu’ un flusso ecco magari un’onda che scorre su tutta la superficie della distesa marina e che non è mai lineare, fissa, immutabile, ma anzi si muove si alza si impenna , in una carica si riveste di enfasi poetica utilizzando i versi di uno dei piu’ lirici ditutti i poeti dell’umanita’ Gabriele D’Annunzio, e nel contempo assume le coordinate di una equazione con tanto di acme e collasso di un trio di fisici quantistici De Broglie, Dirac, Schrodinger e un tutto da ricondursi a quella famosa pulsione di morte di Sigmund Freud. Di cosa parlo? ma appunto di qualche cosa che difetta in questa seconda topica freudiana, laddove la funzione tripartitica della struttura psichica e’ come una sedia che poggia su tre gambe essendo la quarta spezzata tipo la famosa "Broken Chair" di Berset sita a Ginevra, che ha , come d'altronde il libro di Freud sulla pulsione di morte un correlato cogli effetti della guerra e allude ad momento di riflessione su tali effetti: la domanda che sorge dall'assumere tali riferimenti e' : la gamba mancante o spezzata , ovvero se c’e’ un Io e un Super io, perche’ non c’è parimenti un Super es che faccia da contrappunto ad un Es????? Ed ancora sempre a proposito di questa nuova concezione Freudiana fondata non piu’ sulla Libido, ma sulla Pulsione di morte, come mai Freud ha lasciato a modello di tutto il suo sistema un personaggio come Edipo che non ha proprio nulla a che fare
giustappunto con tale Pulsione e non ha invece approfondito la figura di Narciso che sembra adattarsi a perfezione alle sue nuove considerazioni? Narciso irretito dalle lusinghe della riflessione supera quel Narciso che sembra adattarsi a perfezione alle sue nuove teorie? Limite tra conscio e inconscio, proprio come nella linea del mare che puo’ essere liscia ma anche mossa e frastagliata tipo onda, ma che sempre porta alla fusione di essere col non-essere e quindi alla morte. Da tutto quesdto ragionamento se ne deduce un vero e proprio imprimatur alle nuove teorie psicoanalitiche di Freud : il riferimento a Narciso e non a Edipo innesca altresì quella figura del Super Es che probabilmente potrebbe chiudere il cerchio (ci sono sedie circolari no?) di una composita struttura quadri- e non tri- partitica della psiche umana con la sua identificazione "tout court" in una sola figura che tutto racchiude e in cui tutto culmina : la morte, quindi il Super Es. Il sogno che ancora Freud definiva come la "via Reale" per l'inconscio, di cui noi da tempo immemorabile facciamo riferimento alla sua interpretazione, nelle misure piu' composite ( al sogno del Faraone ad Artemidoro di Tarso, fino alla Smorfia Napoletana : 71= l'omme e' merda, 78 = 'a soccola, 40 = Cecilia suona e Margherita canta, e ovviamente alla piu' famosa delle interpretazione del nostro fin troppo stracitato Freud) e' tutto un fiorire di ipotesi, eppure nesssuno ha mai avanzato l'ipotesi che il sogno non sia una via, ma piuttosto una piazza, un punto di raccolta di tutto quello che le 4 figure della psiche, all'unisono ovvero Io, Es, Super Io e Super Es hanno da dirci sulla loro composizione . anche il sogno e' fatto come un iceberg quello che crediamo di ricordare ha in verita' tutto un sotteso che e' fatto di accenni e di non acquisito : se io sogno di essere un impiegato bancario, c'è una banca precisa con nome capitale e quant'altro ai quali faccio riferimento e che tuttavia non appaiono nel sogno, puo' darsi che la ragazza che si presenta con la sia veste immacolata e i capelli al vento, sia in realta' una vecchia fiamma e così via....c'è un sotteso del sogno del quale siamo destinati a non sapere niente, mai.