Nazione sovrana e’ per me una qualifica diversa dei due termini presi a se’ che indicano degli –ismi di cui oggi si sta facendo un uso spropositato e speso e volentieri errato : con l’-ismo di nazione : nazionalismo, si intende spesso e volentieri un significato di eccessivo attaccamento alla propria compagine nazionale che francamente risulta piuttosto esagerato solo in determinati eventi tipo campionati del mondo di calcio, olimpiadi, manifestazioni agonistiche e sportive in genere : in tali occasioni difatti viene fuori tutto quello spirito di attaccamento alla propria nazione che puo’ anche risultare fastidioso per eccessiva partecipazione e anche per una pronunciata mancanza di spirito critico e obiettività. Diverso e’ il termine sovran-ismo che indica una sorta di gestione di potere che si vorrebbe pertinenza della propria terra con comunanza di storia e tradizione . Il termine quindi congiunto di “Nazione Sovrana “ si riferisce a uno Stato che esercita piena sovranità, ovvero indipendenza e autonomia, su un determinato territorio e popolazione. In altre parole, è uno stato che non è soggetto al controllo o all'influenza di altri stati o poteri esterni ed e' anche una esptressione che dovrebbe lasciar intendere una entita’ univoca che riesca a conciliare tutte le forze socioeconomiche ma soprattutto di tradizioni, cultura e ideali che contraddistinguono una popolazione e che danno luogo ad una determinata operatività in tutti quegli specifici che possono adeguatamente rappresentare la propria comunita’ e anche perseguire attivita’ e iniziative di conservazione e anche di miglioramento delle condizioni di vita nell’ambito della propria giurisdizione, Il concetto di stato nazionale e’ in qualche maniera antitetico a quello di Impero o comunque di una federazione , come sappiamo dalle ben note differenze che venivano poste fin dagli anni del liceo tra lo studio e le analisi ad esempio di un Dante Alighieri rispetto ad un Francesco Petrarca o anche dalle diatribe belliche tra Impero e Papato o addirittura singoli Comuni che magari si costituivano in Lega solo occasionalmente ; insomma, detto in altre parole: aggregazione, unione, magari federazione, di Stati oppure singoli entita’ nazionali così come ratificato dalla pace di Westfalia del 1648 che pose fine alla guerra dei trent’anni e da cui appunto vennero ratificate le diverse entita’ nazionali come piu’ compiuta espressione della borghesia emergente che si sarebbe imposta nei secoli successivi. Io personalmente, pur nell’ammirazione del modello imperiale Romano, riproposto successivamente in varie accezioni (il Sacro Romano impero di Carlo Magno, lo Stupor Mundi di Federico II, la grande fioritura della Praga di Carlo IV e l’impero su cui non tramonta il sole di Carlo V , sono piu’ orientato, probabilmente per tradizione e cultura, al modello delle singole entita’ nazionali, cercando pero’ di non cadere in quelle esasperazioni che in genere si attribuiscono a tutte le ideologie nazionaliste . Nazionale dunque con le dovute cautele e riserve, ma sovranità imprescindibile per ogni singola entita’ nazionale, eh si anche e soprattutto quella sovranità monetaria di cui oggi si e’ tornato tanto a discutere previa la delusione della fallimentare e catastrofica esperienza della cosidetta Unione Europea ovvero la UE delle Banche, dell’alta finanza, di un ipocrita Globalismo all’insegna della mortificazione giustappunto della sovranità di ogni compagine nazionale che per sua disgrazia ne e’ entrata a far parte in coincidenza con l’inizio di questo disgraziato terzo millennio. La nazione che riuscira’ a sottrarsi al diabolico potere del diffuso mercimonio della UE dovra’ non piu’ fare riferimentio alla finanza, alle banche ad un esasperato e accomodato scientismo , dovra’ al contrario concepirsi come l’unione organica di un popolo senza identificarsi in una determinata forma economica come purtroppo e’ avvenuto nel nostro mondo occidentale , nell’accezione della produzione e nello scambio di merci e sotto il totale dominio del dio denaro, (reale ed anche virtuale) vero e proprio feticcio del cosidetto mondo moderno e vieppiu’ “post moderno”, secondo l’accezione datane dai piu’ qualificati pensatori moderni , ovviamente non di fede liberista o neoliberista, per intenderci persone come De Benoist, Preve, Dugin, su ispirazione e riferimento con il meglio del pensiero della tradizione e della vera cultura (Evola, Guenon, Spengler, Schmitt, Junger) Ebbene c'è un libello di recente pubblicazione titolato appunto Nazione Sovrana dello storico Daniele Proietti dove viene avanzata la tesi che la piu' alta espressione di questo concetto di Nazione Sovrana sia stato realizzato (ma successivamente interrotto dalla ben nota mobilitazione e crociata di tutto il mondo capitalista, erede di quello spirito bottegaio di origine anglosassone , ovvero Inghilterra e Stati Uniti ) dalla Germania Nazionalsocialista nei pochi anni dal 1933 allo scoppio della seconda guerra mondiale che riusci' ad annullare la dittatura del "Debito Pubblico" e di converso nell'esiguo tempo di 6 anni realizzare una indipendenza economica e un benessere sociale che mai aveva avuto confronti in una nazione del mondo occidentale. La parte ideale di questo programma che doveva avere tanto successo era come e' noto fondata su di un principio di pronunciato razzismo in particolare nei riguardi degli ebrei, che ha offerto il destro per una, non solo critica, ma addirittura anatema generalizzato, messo in atto dalle potenze capitalistiche vincitrici del conflitto che aveva visto i due mondi contrapposti dal 1939 al 1945, dei quali solo oggi si cominciano ad intravedere dei risvolti (enfatizzati dall'autore del saggio) che sollevano parecchi dubbi sulle modalita’ ed anche sulle interpretazioni che le potenze vincitrici hanno dato della narrazione dei fatti di tale contrapposizione. Anzitutto si registra una grossa esagerazione sulla portata della persecuzione degli ebrei con una drastica riduzione del numero delle vittime, anche se, c’è da rimarcarlo, duole che lo Stato nazionalsocialista se la sia presa tanto con la razza ebraica sulla generali non facendo un necessario distinguo ed abbia finito quindi per penalizzare poveri diavoli e comunque gente di poca influenza, lasciando del tutto indisturbati gli alti e altissimi livelli della stessa razza che da tempo immemorabile, perlomeno dai tempi della Rivoluzione industriale dell’inizio del XVIII secolo si erano impadroniti delle leve del potere economico finanziario mondiale ed erano quindi altamente responsabile dei fatti che si erano succeduti .Un esempio classico in tal senso e’ la famiglia dei Rotschild ascesa ad un potere economico inusitato giustappunto in tale periodo e sempre correlata ad eventi di portata epocale sempre in direttiva di un aumento dei profitti e del potere internazionale con intromissioni in rivolte e rivoluzioni tipo la guerra dei coloni americani contro la corona inglese, la Rivoluzione francese i cui capi erano tutti affiliati al movimento della Massoneria che era e sara’ nei tempi la cartina al tornasole dell’influenza del principio mercantile anglosassone, così come individuato dal filosofo geo politico Carl Schmitt nei suoi due saggi Terra Mare e Il Nomos della terra dove appunto suddivide la influenza sul mondo secondo i due principi terricolo e marittimo , nella contrapposizione di Nazioni di terra Francia, Germania, Austria, Russia, e Nazioni di mare (Gran Bretagna e poi quasi a passaggio di testimone gli Stati uniti ). Tornando quindi ai motivi del rammarico per la imperfetta divisione della problematica ebrea, che ha offerto l'occasione ai soliti noti per costruire tutta una narrazione unilaterale degli eventi storici, questo non significa che non dobbiamo analizzare con animo e pensiero scevri di pregiudizio un movimento che si e' mostrato tanto efficace contro quel diffuso sprito bottegaio che perlomenor da cimque secoli ci opprime. anzitutto proprio leggendo le pagine del volume del Proietti non possiamo non rimarcare che il programma che il Nazionalsocialismo si proponeva di realizzare era anzitutto un programma spirituale , esso infatti doveva partire dal popolo e solo in un momento successivo diffondersi sul piano politico e in ultimo su quello economico. Il netto contrario cioe' di quanto il modello di pensiero della nostra era moderna si era identificato, grazie appunto allo spirito talassico e bottegaio inglese nella tipologia dell'utilitarismo, liquidando i modelli precedenti ovvero il contrattualistico e il tradizionalista, secondo le modalita' individuate nell'articolo precedente su questo stesso blog analizzando l'opera del filosofo Costanzo Preve nel suo scritto "la filosofia del presente" Passando quindi a tale parte economica ovvero al programma utilitaristico in senso stretto, vediamo come anche accettando le regole del gioco, ma modificandole in senso non piu' padronale, ma popolare e di pertinenza di tutti, i risultati apparirono subito diversi: anzitutta una rigorosa e integrale confisca dei profitti di guerra (piaga che aveva interessato tutte le nazioni belligeranti (peculiare da noi in Italia la dizione di "pescicani" ), quindi una statalizzazione di tutte le aziende, come l'economista inglese John Maynard Keynes, che pure era stato membro (critico) della Conferenza di Versailles, andava sostenendo, con la partecipazione agli utili nelle grandi impres, tema di base della dottrina corporativista che il regime fascista aveva iniziato ad applicare in Italia, quindi un ampio sviluppo della previdenza sociale per le malattie, la vecchiaia, la disoccupazione, l'assistenza sanitaria per l'infanzia e la maternita', una generale attenzione a tutte le problematiche del lavoro e il rapporto tra Stato e piccole e medie imprese commerciali e di forniture di servizi, il favorire un largo e variegato programma di infrastrutture pubbliche, senza dimenticare le problematiche dell'agricoltura, dando avvio ad una misurata riforma agraria con l'introduzione di una legge per l'espropriazione senza indenizzo della terra per scopi utili alla collettivita', l'abolizionme della rendita fondiaria eil perseguire con la massima severita' qualsiasi forma di speculazione fondiaria ed edilizia. Una eguale enfasi veniva perseguita in merito alla cultura e alla scolarizzazione: molto importante era difatti per il Nazional Socialismo che il popolo fosse ben istruito e in grado di discernere le propagande avverse a questo tipo di programma che ovviamente il potere oligarchico internazionale e si, con anche grosse implicazioni dell'ebraismo di alto livello, andavano mettendo in atto per contrastarne l'ascesa che metteva fortemente in crisi proprio quel modello di utilitarismo della modernita' che con guerre, raggiri, epidemie e crisi economiche indotte, lo spirito bottegaio anglosassone e ora anche nord americano, che sempre piu' ne andava raccogliendo il testimone, cercava di diffondere in tutto il mondo ; Vediamo come, sempre seguendo il testo di Proietti Nazione Sovrana, ma anche gli schemi della modernita' di Costanzo Preve sulla filosofia del presente, il Partito Nazionalsocialista vinte le libere e regolarissime elezioni del marzo1933 e salito al potere, con la ratifiche delle successive elezioni del novembre dello stesso anno sui pieni poteri, riusci' a trasformare tutto questo in fatti concreti e in una politica davvero differente da quella che quel famoso spirito bottegaio di origine anglosassone era riuscito ad imporre alla intera compagine europea specie dopo la Grande Guerra del 1914-18, coronando quella prassi mercantile e quindi di modello economico/utilitaristico che aveva avuto un forte impulso dalla fine della guerra di Crimea nel 1855. I movimenti di stampo nazionalistico, tipo il fascismo italiano e qualche suo correlato, tipo il regime di Dolfuss in Austria, il falangismo in Spagna, la Guardia di ferro di Codreanu in Romania e giustappunto il Nazionalsocialismo tedesco, furono in sostanza dei movimenti che cercarono di arginare l'avanzata del modello utilitaristico, facendo ritorno al modello tradizionalista e optando per una certa revisione del modello contrattualistico, ponendo pero' una netta chiusura con un quarto modello quello venuto fuori da una ferraginosa ideologia denominata Marxismo dal nome del suo ideatore Carlo Marx desunta dalla filosofia idealista di Hegel (vedi mio precedente articolo su questo stesso blog) e preso il nome di Comunismo, con modalita' di eccezionalita' dovute alla guerra in corso e finanziamenti neppure tanto oscuri della Germania (il famoso treno blindato con cui si rimando' in Russia il sobillatore Lenin) era andato al potere in Russia previa la famosa rivoluzione bolscevica del 1917 e ancora lo era saldamente in quella meta' degli anni trenta
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