sabato 4 ottobre 2025

MILLE SOGNI MA NON NEL CASSETTO

 

C'è da dire che in questi ultimi anni avrò fatto non meno di cinquecento sogni, forse anche mille, come canta Orietta Berti, considerando il fatto che ho anche ripreso  dei sogni particolarmente pregnanti,  anche della prima infanzia come quello della tigre sotto il balcone e l'arrivo dell'amico leone, della adolescenza come il libro di Montale e dello spostare l'accento del nome in uno stuolo di belle ragazze, quello da giovanotto di Asor Rosa sul girare intorno in merito a scelte lavorative, e anche quello in funzione trascendente del Processo di Individuazione Junghiano,  su Mala Strana in Praga e la scimitarra di Al Capone, (un malavitoso che si comporta stranamente roteando la scimitarra e non imbracciando un mitra da cui "mala -  strana" e poi quelli ricorrenti in determinate e particolari occasioni: rifare gli esami di maturità pur essendo più che laureato, essere agilissimo e fare salti in lungo che non finiscono mai, venir eletto Presidente degli USA , persone o cose o situazioni paradigmatiche di un certo aspetto della vita : il lavoro (ing.Marcello Candela e Piero Sigismondi), l'abitudine e il deporre l'abito (la casa di via Nicolò V) la città dove ti senti a tuo agio (Praga e in sottordine Parigi e Palermo). Poi si c'è il sesso, purtroppo con frequenza molto sporadica, però di una intensità e di una partecipazione di gran lunga superiore a quelle della veglia, e con livelli, che te lo dico a fà?... di avvenenza di partner, davvero da sturbo, alla Eva Herzigova.

Comunque sia al 99% sogni sempre fantastici, stupendi, meravigliosi, perlopiù che ti lasciano al risveglio ancora in estasi, un pò alla "sembrami essere simile agli dei...." Però non è tanto il contenuto del sogno in sè, che si è rivelato informante (i sogni, l'ho detto un milione di volte, sono come le emozioni, non significano nulla, non spiegano nulla, meno che mai si possono interpretare, ma sono una sorta di servomeccanismo di quella parte di te, cui abbiamo attribuito il nome di inconscio (io preferisco chiamarlo Groddecchianamente ES) che ti monitorizzano su come sei messo, tu come individuo, come unità biologica psico/fisica in merito al desiderio, che questo si' è il vero motore della vita), quanto il costrutto che gli ho dato ad un risveglio notturno (intorno alle tre) abbastanza prolungato e quindi lucido che mi ha richiamato una tecnica che una quarantina d'anni fa mi ero fissato di voler replicare ovvero il "reve eveillé dirigé" del francese Robert Desoille, tradotto in Italiano dalla casa editrice Astrolabio "il sogno da svegli guidato", laddove a mò di manuale pratico, l'autore ti indirizzava a far leva sulla tua capacità immaginativa, per, diciamo così elaborare a livello di conscio, quegli stessi elementi del sogno, lavorando su di essi fino a pervenire ad una modificazione dell'immaginario , sì da provocare come conseguenza una modificazione anche a livello affettivo e comportamentale.. e quindi pervenire al simbolico del desiderio, cui l'Es ne aveva monitorato le incidenze..insomma un pò quello che mi era accaduto negli ultimi due giorni, sia con le mie elucubrazioni su numeri complessi e doppie fenditure e collassi d'onda, in entanglement quantistico, sia in episodi effettivi , che con il richiamo ad una canzoncina delle mondine aveva provocato un deciso e non gradito cambiamento di stato, con l'innesto di motivi di melanconia e relative metafore associative.
Se una cosa avviene nel sogno, se un'altra si innesca su casuali associazioni ..."beh" mi sono detto "possiamo provare a forzare la cosa, utilizzare una terza fenditura e vedere un pò cosa va a capitare" proviamo a mettere un pò di conscio nell'inconscio, un pò di "io" che d'accordo opera per sintomi, con un pò di "es" che opera invece per simboli (entrambi utilizzano nella loro radice verbale, il prefisso "sun - sum" che significa "insieme" ) In altre parole, mi sono messo così, alle tre di notte a rimettere insieme gli elementi del sogno e, per così dire a seguirli come un'onda fino a coglierne il famoso "collasso" ovvero un cambiamento di stato, che poteva essere come i libri da mandare al macero del romanzo di  Bohumil Hrabal "una solitudine troppo rumorosa", ma anche un libro nuovo di zecca, dove gli dei dell'Olimpo, la galassia a spirale o l'eliocentrico del sistema solare, potevano interrelarsi fino a costituire un elenco, dove tutti i libri, gli autori, che di certo la tua mente non aveva mandato al macero, si materializzavano in una sorta di defilè, ove la conta di ciascuno di essi, aveva da raccontarti qualcosa....Omero con l'Iliade e l'Odissea, i Sofisti coi loro stratagemmi, Eraclito con l'enentiadromia e il celeberrimo Panta rei, quindi Alceo, Saffo "sembrami essere simile agli dei..più che mai attinente al procedimento" e via su per le ali del tempo, come un fiume che scorre sotto i ponti, un sogno lungo un fiume!. Siamo proprio sicuri che tutto questo arzigogolare intorno al significato sia tutto sommato l'essenza del sogno che tutto sommato  rifletterebbero l'assunto alla esigenza di interpretazione e questo vale dal sogno del faraone della Bibbia, ad Artemidoro di Tarso , fino a comprendere compiutamente lo stesso Freud ? Insomma  i
l sogno che proprio  Freud definiva come la "via Reale" per l'inconscio, non potrebbe darsi che non sottenda affatto una interpretazione e non necessiti di alcuna spiegazione  per il semplice fatto che l'inconscio in se' e' una spiegazione, laddove nessuno ha mai avanzato l'ipotesi che il sogno non sia una via, ma piuttosto una piazza, un punto di raccolta di tutto quello che le figure della psiche, all'unisono ovvero  Io,  Es,  Super Io e io ci metterei anche un Super Es, di cui e' qualche tempo che ne vado avanzando una sua immissione nella famosa 2^ Topica,  hanno da dirci sulla loro composizione: proprio come il famoso disegno dell'iceberg della formazione della psiche anche il sogno e' fatto come un iceberg : quello che crediamo di ricordare  ha in verita' tutto un sotteso che e' fatto di accenni e di non  acquisito .Questo assunto farebbe sì che tutte le interpretazioni dei sogni ivi compresa quella di Freud basata sulla condensazione e spostamento di significato e significante e cioè gli assi del linguaggio , metafora e metonimia, siano solo dei pallidi riflessi di qualcosa di molto più vasto, per intenderci un po' come la torcia che fa luce per un ristrettissimo spazio in relazione alla infinita immensita' del buio che ci circonda e che va molto oltre la famosa siepe. Sogniamo e non sappiamo che sognando partecipiamo di un infinitesimale che ci trascende e che per intenderlo non bastano semplici calcolucci con numeri reali, ci vogliono proiezioni anche di negativi e quindi immaginari e poi coniugarli per addivenire al simbolico ; ricordiamoci però che il simbolico (cioè il ri-mettere insieme il tutto della rappresentazione) opera sempre simmetricamente, cioè come a rimbalzo
reattivo, come Eco la ninfa che era innamorata di Narciso. Riecco quindi che riprende corpo la mia ipotesi di una quarta figura costitutiva del funzionamento psichico, in quanto tutto questo  fa venire in mente che forse Narciso non era solo uno innamorato di se stesso, ma uno che ha molto a che fare con la pulsione di morte di Al di là del principio del piacere di Freud? 
Se Freud fosse stato coerente con la sua scoperta, la sua seconda topica alternativa alla Libido davvero quell'al di là del principio del piacere, allora avrebbe cambiato Edipo con Narciso identificando Eco con la funzione trascendente simbolica e simmetrica e ci avrebbe dato una quarta figura nella struttura della psiche, ovvero dopo un "io"e un "es" e un po' monco  “Super io”  in quanto rappresentato   da tutte quelle imposizioni dettate da regole sociali,  un tutto da scoprire "Super ES”.
Un Super es come contrappunto e come conclusione di una quadripartizione e non una tripartizione della struttura psichica,  che chiuderebbe il cerchio della rimozione  che costruisce la pietra angolare  di tutta l’impalcatura freudiana, collocabile nel famoso schema dell’iceberg  non  al di sotto  o al di sopra della linea a specchio dell’acqua , ma proprio a filo tra la demarcazione tra conscio e inconscio, del tutto simile allo sguardo di Narciso che nel riflesso cerca se’ stesso e vi trova solo la morte, con testimone la presenza  della ninfa Eco che da parte sua non puo’ far altro che ripetere all’infinito non solo la voce, ma anche l’intero dramma della presenza umana . Ribadisco la mia grande perplessita’  di come mai Freud ha lasciato a modello anzi a simbolo  di tutto il suo sistema psichico un personaggio  come Edipo  che puo’ anche avere una sua ragione d’essere nella prima delle sue costruzioni quella della Libido, ma proprio nulla a che fare  con la seconda  fondata sulla pulsione di morte  e non ha invece approfondito  la figura di Narciso che
 sembra  adattarsi a perfezione alle sue nuove considerazioni?  Limite tra conscio e inconscio, proprio come nella linea del mare  che puo’ essere liscia ma anche mossa e frastagliata tipo onda,  ma che sempre porta alla fusione di essere col non-essere  e quindi alla morte. Da tutto questo ragionamento se ne deduce un vero e proprio imprimatur alle nuove teorie psicoanalitiche di Freud : il riferimento a Narciso e non a Edipo innesca altresì quella figura del Super Es che probabilmente potrebbe chiudere il cerchio di una composita struttura, come dicevo sopra , quadri- e non tri- partitica della psiche umana con la sua identificazione "tout court" in una sola figura che tutto racchiude e in cui tutto culmina : la morte, di cui non possiamo dire granche' perche ' essa resta racchiusa nel simbolico della riflessione di cui unica testimone e' la ninfa Eco, il cui linguaggio simbolico di simmetria di immagine non abbiamo imparato ad interpretarlo . 

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