giovedì 18 dicembre 2025

LUNA D'ARGENTO

L’argento si addice ai sonnambuli dice un antico adagio e difatti ha una associazione piuttosto marcata con tutto ciò che a fare con la luna, la notte, e quel culto delle dee lunari che hanno a che fare con la notte : d’argento e’ anche la pallottola che può uccidere il lupo mannaro, ovvero un altro figlio della notte, magari in una accezione un tantino più truculenta, possiamo anche dire orrorifica: l’argento è ben lungi dall’avere quelle peculiarità di non corruttibilità dell’oro e quindi anche quel riferimento giammai preciso e circostanziato. L’argento se non continuamente pulito  annerisce e si deteriora, abbisogna quindi di continua attenzione, proprio come il complesso delle civiltà che cominciando a scrivere la storia con la comparsa dell’analogo io e quindi la messa in situazione di sé stessi, ovvero la coscienza,  nell’ambiente, comincia a cvercare di raccontare di se' stesso. Si ha storia quando si hanno successi, ma anche insuccessi e vere e proprie cadute; i guerrieri lottano ma non è detto che
sempre vincano, entra in gioco il principio  del kairòs, ovvero quello spazio/tempo che i greci antichi denominavano “opportuno” ponendo una equivalenza con la figura dell’arco con frecce e il bersaglio che deve essere colpito, previo un attento calcolo delle numerose componenti che decidono del risultato (forza muscolare e grado di tensione del tirare la corda,  temperatura atmosferica e influenza dei venti, tipo di freccia e tipo anche dello stesso arco, etc.) Tutti coloro che si sono prodotti ad una riesamina di questa età dell’argento, come colui che ne ha indicato il primo manifestarsi, ovvero Omero, e a seguire Erodoto, Tucidide, fino ad arrivare agli storici di professione con più o meno evidenti influenze filosofiche, psicologiche, artistiche, sociali, economiche  ne hanno con crescente precisione indicato spazi, tempo, località, durata : dall’ancora indefinito spazio tempo dell’Iliade ancora sotto influenza della mente bicamerale, al molto più circostanziato scenario dell’Odissea con l’affievolirsi della potenza delle voci bicamerali previa moltiplicazione di àuguri, dei che prendono le sembianze di umani, ritualità per avere accesso a indicazioni (tutte cose assolutamente non presenti nell’Iliade dove la comunicazione voce allucinatoria_ portamento umano era sempre diretta)  fino ai dettagliatissimi eventi di grandi battaglie Termopili, Maratona, Salamina, Alessandro Magno e quindi la lunga epopea di Roma, dove il leggendario dei primi Re si precisa in una vera e propria cronaca coi tempi della Repubblica e dell’Impero. Così avviene anche nelle altre grandi culture e civiltà di un passato lontano,  quello Cinese, quello Indiano, Mongolo, delle piu’ diverse etnie, con però una precisazione : andando avanti col tempo il dettaglio, diciamo così storicistico tende a diminuire; forse per quella associazione con l’argento che è un metallo che richiede cura, attenzione per non  annerire, ma il dettaglio dei tempi, chessò dei Grandi tragici,  delle guerre puniche dei Romani, di Scipione, di Mario e Silla, di Cesare, di Tacito e anche della prime invasioni barbariche  viene meno e  questa è la più palese manifestazione che si va passando ad una nuova e diversa Era,  alle prime affermazioni di un diverso metallo e di una diversa categoria di rappresentanti :  il bronzo e i mercanti . Ecco in questo allungato passaggio epocale,  tutta la precisione, il dettaglio di tutti gli storici contemporanei  agli eventi ma anche successivi  tende a diminuire, specie da un punto di vista non specialistico – sapevamo tutto di Augusto e le famiglie romane, di Marc’Aurelio, di Costantino e sua madre Elena,  sappiamo molto meno  del succedersi delle invasioni barbariche nell’Impero Romano;  la stessa data della  caduta dell’Impero 476 d.c. è un qualcosa di arbitrario, abbastanza forzatamente  attribuita alla deposizione dell’ultimo imperatore  Romolo Augustolo da parte di Odoacre, con varie e diverse tesi da parte di studiosi successivi che però attenzione cominciano solo con l’Umanesimo nel ‘300,  ovvero con la definitiva messa in ombra di quel Medio Evo anche inteso come periodo di declino e la deteriore attribuzione dell’epiteto di “secoli bui”  

E' piuttosto noto che tale attributo di "secoli bui" attribuita ai secoli dal V al XIV e' oggetto in tempi recenti di profonda revisione, ma è un qualcosa rimasta allo stadio di addetti ai lavori o tutt'al più a pensatori di estrema destra più reazionaria che conservatrice ovvero come Guenon, Fulcanelli, Evola, Pound, Mircea Eliade,  uniti dalla fermissima idea che in merito alla storia umana si debba parlare più di involuzione che di evoluzione, sicchè molto poco propensi ad accettare l'assioma che il Medio evo abbia rappresentato una epoca di  decadenza. Ora tutti questi studiosi sono sempre stati molto avversati dalla nuova classe di potere, venuta fuori dalla fine dell'età dell'argento e dall'affermarsi di quella del bronzo, ovvero dei mercanti: una concezione a ben vedere  che ha finito per condizionare anche il senso comune praticamente, anzi forse con maggiore forza, nei tempi recentissimi, in ispecie gli odierni  del secondo decennio del terzo millennio caratterizzati dalle menzogne più spudorate e dal tentativo, giustappunto dei pochissimi al potere (un potere eminentemente mercantile, addirittura bottegaio sia pure in accezioni ultra moderne come le tecnologie informatiche e digitali   e il supporto di una larga fetta di opinione pubblica disposta a  dar man forte in cambio di briciole di potere o di danaro, dai quali in precedenza erano sempre stati tenuti estranei) di dominare con la paura, l’inganno, il raggiro l’intera totalità della umanità. Esiodo, le diverse concezioni sulle diverse Età del mondo , non ci danno ragguagli atti a stabilire un distinguo soprattutto temporale : abbiamo visto la assoluta indeterminazione dell’età dell’oro, ma anche quella  dell’argento, sia pure scandita con un certo grado di precisione soprattutto cronachistico (battaglie, ordinamenti sociali, letteratura, poesia, arte, filosofia etc) manca di ragguagli  referenziali : quando comincia l’età dei guerrieri? E quando finisce ? quando l’argento annerisce e quando viene ripulito e torna ad un certo splendore? Quando vi è il puntuale trapasso nel metallo più vile : il bronzo? Anche in questo possiamo avanzare ipotesi, teorie, spesso illazioni:  quel famoso indefinitissimo 476 potrebbe essere preso a fine e dell’una e inizio dell’altro, ma le ingerenze di un principio mercantile possono
essere recuperate in numerosi tratti della storia dei guerrieri : l’oro di Brenno il suo “Vae Victis” e la celeberrima frase di Furio Camillo “non auro sed ferro patria recuperanda est” , i sesterzi su cui fondavano le loro carriere personaggi altolocati come gli Scipioni o  Cornelio Silla, una figura sia pure non della rilevanza di un Cesare  come Crasso e su fino alle grandi proprietà e fortune di intere famiglie delle classi senatoriali ma anche equestri, quindi l’istituzione chiesastica sempre più ricca e possessore di beni , l’inizio delle fortune di proto mercanti, usurai ebrei, associazioni di mestieri, le controverse origini della Massoneria (Maestri Muratori) : eppure a tale dilagante interesse economico  che magari possiamo ritrovare una origine ancora più lontana in quel cadere in disuso della pratica del “Potlac” , ovvero il cosidetto sacrificio sacro che consisteva nel distruggere la parte dell’accumulo di merci, derrate e anche denaro, considerata la “parte maledetta” dalle comunità simboliche (che avevano a cuore il simbolo ovvero ciò che ri-mette insieme i veri valori di una comunità) e invece ambitissima e anzi messa a profitto, dalle comunità diaboliche come già società tipo la romana , che facevano dell’accumulo, ovvero la parte maledetta,  elemento di divisione e di supremazia: non ancora l’unica e la più importante, ma tuttavia non priva di relativa importanza. In questo dilatatissimo quadro eppure si collocano eventi come il ripristino dell’Impero Romano denominato “Sacro” ad opera di Carlo Magno proprio all’inizio del IX secolo, le  celeberrime Lotte per le Investiture tra Impero e Papato, figure come il Barbarossa  che resta però sconfitto da una Lega dei Comuni Lombardi che ha molto a che vedere e fare
con quella mentalità mercantile e bottegaia che finirà per prevalere , come Federico II lo “Stupor Mundi “ acerrimo nemico del Papato, un’opera letteraria come la Divina Commedia di Dante Alighieri che non accetta compromessi con il mercantilismo ….
questi sono tutti fatti , persone, opere,  contemplate nei cicli delle Eta’ del mondo come  sorta di eccezioni, denominata “età degli eroi” senza attribuzioni di metallo, che ricercavano un ritorno alla tradizione, all’antico , alla spiritualità contro la materialità, come d’altronde  avviene lo stesso nel mondo dell’arte grazie allo svilupparsi dello stile Gotico  e alla sua applicazione da parte di tutta la cittadinanza alla coralità delle Cattedrali. Sono queste le eccezioni che costituiscono come una variante al dominio di una classe che fonda invece il suo potere sul mercato, sul movimento di merci e soprattutto di danaro come avviene ad esempio con Filippo il Bello e la sua azione contro il Papato ed anche contro l’Ordine dei Templari soppresso e sterminato  per motivi strettamente economici. Commercianti, banchieri come i Chigi, i Medici ascendono al dominio di città e Stati, divengono cardinali e papi, esempio lampante di come l’interesse mercantile va prendendo piede su tutto, superando nel nome del denaro e dell’opulenza anche le tradizionali differenze aristocratiche: con la Rivoluzione Industriale la Età dei mercanti ha la sua più vistosa e definitiva  affermazione, in quanto riesce a sottrarre alla Religione il suo elemento più informante: la credenza escatologica con relativa paura del castigo divino, e lo fa espropriando l’uomo della sua stessa essenza: l’umanità. Umanità  che viene trasferita ad una macchina e come una macchina si può costruire, cambiare , assemblare, distruggere. Con l’avvento della macchina ora anche le idee, la stessa verità non ha più valore assoluto: tutto si fabbrica e tutto  si distrugge, soprattutto tutto si vende, tutto deve essere comprato. Rivoluzioni (americana, francese) sommosse, idee politiche, aspirazioni personaggi, non soggiacciono più ad alcuna obiettività, sono tutte farse, messe in scena con copioni prestabiliti, come ad esempio la vicenda di un mediocre militare Napoleone Bonaparte grazie a menzogne e farse,  viene elevato al rango di genio militare, o una filosofia banale come l’idealismo hegeliano contrabbandata come  summa del pensiero filosofico (tra l’altro Hegel aveva più volte detto che vedendo Napoleone subito dopo la battaglia di Jena  lo aveva gratificato dell’epiteto di “spirito della storia” e anche se nella sua concezione lo spirito come giustamente ha osservato Kojevè si intesse con la fine o morte della storia, resta l’abbaglio di chi ha creduto in una colossale farsa) , un Mephisto di Klaus Mann ante litteram). 
Mercanti e bottegai  hanno dominato anche questi ultimi due secoli , sia pure con qualche battuta d'arresto, quale ad esempio la  sconfitta di Napoleone e delle esiziali idee della Rivoluzione francese, persone come Metternich,  Radetzsky, Franz Joseph, ed ancora citati   pensatori  come  Guenon, Evola, Heidegger, Pound, Eliade, De Benoist, Dugin  che  hanno rappresentato e rappresentano le istanze congiunte di "guerrieri e filosofi" fornendo una sorta di modello per tutti coloro che non vogliono essere ridotti allo stato di servi , ovvero l'ultima età quella del ferro, cui i soliti mercanti, con il supporto delle più bieche idee contrabbandate da sedicenti filosofi come
Popper e messe in pratica da sordidi allievi come l'infido George Soros,  compagno di bottega dei vari Rotschild, Rockfeller, Schwab e anonime e abnormi societa' finanziarie come Vanguard o Blackrock vorrebbero portare il grosso dell'umanità 

mercoledì 17 dicembre 2025

L'ODIO HA UN CHE DI SINISTRO

 

DALL'INVIDIA ALL'ODIO DI CLASSE
La tesi dell'articolo del 13 novembre su questo stesso blog  sulla differenza fondamentale tra odio e disprezzo, ingenerata dalla presenza o meno dell'invidia, viene  riaffermata  con forza  nel presente scritto in cui viene data una impronta piu' collegata alla politica, nella fattispecie al collocarsi in quella che piu' o meno genericamente viene definito di sinistra o destra, dove giustappunto si sosteneva  che un odio vero si puo' avere solo in presenza di invidia e quindi di frustrazione, come ben evidenziato dall'ideologia di sinistra e che rapportata alla mentalita' bottegaia di stampo anglosassone ha una sorta di esemplificazione in quel conflitto servo-padrone evidenziato da Hegel in Fenomenologia dello Spirito e portato al parossismo da Marx ed epigoni, che si puo' riassu

mere con lo spasmodico desiderio dei servi di diventare padroni, in ambito della dilatata bottega del mercato e del commercio attuali, e che quindi esprime un senso di rivalsa e compensazione dettato appunto dall'invidia che rappresenta il tratto distintivo e caratterizzante dell'ideologia di sinistra e di tutte le idee che hanno questa compulsione ad appropriarsi di cose altrui e questo a prescindere della giustezza o meno di tale assunto; ecco, come sostenevo nel sopracitato articolo di Blog, solo nell'ambito della ideologia di sinistra difatti si tira in ballo l'odio, per spiegare determinate modalita' di comportamento verso altri essere umani - tutti difatti abbiamo sentito piu' volte pronunciare la terribile espressione "ODIO DI CLASSE" ecco direi che solo una ideologia perversa di frustrati e di corrosi dall'invidia, come in effetti era l'inventore di tale teoria, Carl Marx e la totalita' dei suoi accoliti e seguaci, Gramsci, Togliatti e, guarda ci metto pure Mussolini prima di superare il suo livore sociale e di invidia, proprio grazie ai suoi successi e riscontri (dalla nomina a direttore dell'Avanti ai soldi dei francesi per fondare il Popolo d'Italia e poi all'ascesa politica a fasti inusitat) puo' rispecchiarsi in un'espressione così fastidiosa nella sua sordida rabbia verso chi ha maggiore merito, possibilità e talento, anche se purtroppo debbo ammetterlo, specie oggi, anche entrature sociali e quindi clientelismo, raccomandazioni e a sostegno un comportamento di piaggeria e portato al compromesso. Ho spiegato che il disprezzo e' un'altra cosa in quanto non contrassegnato da invidia, difatti io ho il massimo disprezzo chesso' per un Soros, per un Gates, per un Draghi o per uno Speranza, ma neppure un'oncia di odio per il semplice fatto che non sono persone che invidio: mi nuocciono, mi disturbano e quindi li combatto, ma non coinvolgono altri sentimenti che non siano di pura reazione ad un loro agire che detesto. Diverso, assai diverso e' il sinistro che invidiando profondamente un qualcosa che l'altro ha (soldi, potere, financo donne e salute e tutto quanto di materiale e alcune volte anche di spirituale quegli possa avere) , vorrebbe appropriarsene, vorrebbe sostituisi a lui e quindi odia,profondamente con tutto il livore che la sua condizione di perenne frustrato puo' suggerire. Purtroppo c''e' da dire che la pseudo filosofia contenuta nel famoso saggio di Hegel "Fenomenologia delle Spirito" segnatamente nel tema del sopracitato conflitto "servo-padrone" non solo avalla tale invidia e quindi odio, ma gli da' anche un esito positivo per il frustrato, lasciando intravedere una sua futura, non si capisce quanto escatologica, vittoria. cio' ha ovviamente aumentato a dismisura il meccanismo reattivo di affrancamento dal
proprio stato e con altrettanta perniciosita' lo ha ficcato nelle mente di accoliti e seguaci sia essi di carattere teorico come Marx, Engels, sia di carattere piu' pragmatico come e' stato il caso di nefasti personaggi della storia tipo Lenin, Stalin e anche sia pure di entita' non così devastante, con politici di bassa taratura tipo Gramsci, Togliatti, Berlinguer e tutti i sinistri contemporanei del PD e partitini di raccatto. Possiamo dire, senza tema di abbagli che tutta la sinistra, dal giacobinismo al marxismo e alle varie teorie di mimesi del famoso conflitto delle fenomenologia hegeliana, hanno questa caratteristica dominante : fomentando l'invidia di persone frustrate verso l'altro sono eziologiche in merito alla fornazione dell'odio che da semplice peculiarita' personale, diviene appunto previa adesione ad ideologie aberranti, una caratteristica sociale ad altissimo incremento numerico, assumendo l'aspetto tanto perseguito dalla scienza moderna di una infezione microbica raccordata con la teoria di perniciosita' di Pasteur avallata da vari
industriali produttori di farmaci e vaccini piu' di un secolo fa ( vedi PROTOCOLLO FLEXNER DEL 1910 ) Abbiamo così combinato due tra le piu' nefaste tendenze della civilta' moderna agli albori di questo terzo millennio : quella dell'odio e quella della paura, la prima diciamo con obiettivo un sociale considerato privilegiato rispetto ad uno stato considerato di subordinazione da ribaltare e impadronirsi delle sue prerogative (" mario!...." mi fece tronfio di soddisfazione un mio ex amico comunista sfegatato, appena riuscì a comperarsi una villa di proprieta' ...."sono diventato padrone!" ) , la seconda con l'obiettivo di ridurre l'umanita' ad uno stato di totale sottomissione mantenendola irretita dallla minaccia di perdere la salute, cosa di cui abbiamo avuto una palese dimostrazione con la recente farsa di una pandemia dovuta ad un virus altrettanto farsesco e totalmente inventato

lunedì 15 dicembre 2025

UN SOGNO DI STRINGHE LUNGO UN FIUME

 

Dato che mi sono trovato a parlare di Superstrighe , Teoria M , riprendo un mio vecchio articolo del blog Unasolidainsicurezza, stimolato appunto dal titolo alquanto paradossale  da me ripreso dal nome di un locale di Praga  di enorme fascinazione  Quale e' la piu' solida delle insicurezze?  mi chiedevo e me lo chiedo a tutt'oggi  dopo che sono passate parecchie acque sotto i ponti, ecco giustappunto di una citta' come Praga dove  si poteva seguire il sogno di una sorta di Tutto dato dalla fascinazione, lungo il fiume'  c'è bisogno di sottolinearlo? :  credere che possa esistere una teoria del tutto.  Per una simile onnicomprensiva teoria, a mio parere ci vuole una trasformazione, si ma non dell'ex-sistere, ma dell'in-sistere, e siccome io propendo per le stringhe non le immagino lunghe e filanti, ma che si avvolgono sempre attorno a qualche cosa, un po' a elica, un po' a spirale, oppure al piede e polpaccio di una ragazza più bella i cui sandali servono a farla rimanere "terra terra”. Ma torniamo a questa “Teoria del Tutto” sorta di pietra filosofale dei fisici  teoretici, soprattutto Quantistici, fin da quella prima famosa cena a Bruxelles,
organizzata dalla Solvay nel 1927  con i più grandi fisici dell’epoca, Lorentz, Einstein, Bohr, De Broglie, Marie Curie, Bragg, Born, assenti però  quelli che informeranno il dibattito più acceso: Dirac,Heisenberg, Pauli, Schrodinger ed anche il nostro Fermi, che però, nel contrasto tra le due prime "star"  della riunione:  Bohr e  Einstein  costituirà l’atto di nascita della Fisica Quantistica. A prevalere in quell’occasione e’ la teoria di  Bohr, già emersa e sancita  dalla sua scuola di Copenaghen, ovvero la  ratifica che il Principio di Complementarità (Bohr stesso) è alla base  del Principio di Indeterminazione (Heisenberg, suo allievo) e che tali due principi sono gli unici che  possono
 chiarire il dualismo tra materia e luce, per il semplice fattoche non esiste una realtà avulsa dall’osservatore,  quindi tutte le Leggi Fisiche, in special modo una Teoria del Tutto dovrà per forza di cose avere una natura probabilistica,cosa che per Einstein era fumo negli occhi e difatti aveva ribattuto con la

celeberrima frase “Dio non gioca a dadi”   In merito però a riassumere tutto, relativita’ e quantistica, Bohr e Einstein, di acqua sotto i ponti ne dovrà ancora passare e ne passa tutt’ora;  è da poco scomparso uno dei più  spasmodici ricercatori di tale Toria del Tutto : Stephen Hackwing che però  sembra che verso la fine  avesse rinunciato del tutto, dopo una riesamina spassionata dei teoremi di incompletezza di Godel (Il teorema di Gödel implica che la matematica pura è inesauribile - non importa quanti problemi vengono risolti, ci saranno sempre altri problemi che non possono essere risolti con le regole esistenti. A causa di questo teorema, anche la fisica è inesauribile, difatti  le leggi della fisica sono un insieme finito di regole e includono quelle della matematica, quindi il teorema di Gödel si applica anche a loro. Si ma è un pò come il celeberrimo effetto della Doppia Fenditura ...se cambi punto di osservazione, se esci dallo schema, cambiano sia i riferimenti sia le conclusioni. Come ho detto all’esordio di questo articolo, io sono particolarmente affezionato alla Teoria delle stringhe e penso proprio che sia proprio tale teoria, con le revisioni che nel corso di una cinquantina d’anni sono state effettuate sul suo corpo teorico, possa ambire ad  essere accreditata come la più papabile per assolvere a spiegazione o magari interpretazione del Tutto.  La teoria delle stringhe prese le mosse da un articolo che un ricercatore del CERN di Ginevra Gabriele Veneziano scrisse per spiegare il comportamento degli adroni (Un adrone (dalgreco hadrós:"forte") è una particella subatomica composta da quark e antiquark legati da forza nucleare forte. La famiglia degli adroni è suddivisa in due sottogruppi:barioni, formati da un numero dispari di quark, come il protone e il neutrone; . I mesoni, formati da una coppia quark-antiquark, come il pione e il kaone.Durante gli esperimenti condotti con gli acceleratori di particelle i fisici avevano osservatoche lo spin di un adrone non è mai maggiore di un certo multiplodella radice della sua energia. Nessun semplice modello adronico, ad esempio quello che li considera composti da una serie di particelle più piccole legate da un qualche tipo di forza, spiega tali relazioni. Nel 1968 in quell’articolo che abbiamo fatto cenno, Veneziano, intuì che una vecchia formula matematica denominata funzione beta di Eulero, ideata 200 anni prima dal matematico svizzero Leonhard Euler, forniva informazioni importanti sull'interazione forte, senza però spiegare la correlazione. Nel 1970 si tentò una spiegazione, rappresentando la forza nucleare attraverso stringhe vibranti ad una sola dimensione; era però un'ipotesi che contraddiceva le esperienze. La comunità scientifica perse quindi interesse per la teoria e il Modello standard, con le sue particelle e i suoi campi, rimase dominante. Quattro anni dopo altri fisici studiarono i modelli con caratteristiche da messaggero della vibrazione di stringa e trovarono che le loro proprietà combaciavano esattamente con le particelle mediatrici della forza gravitazionale: i gravitoni. Schwarz e Scherk, gli scopritori, argomentarono che la teoria delle stringhe non aveva avuto successo perché i fisici ne avevano frainteso gli scopi. Questo condusse allo sviluppo della teoria di stringa bosonica, che è ancora la versione solitamente insegnata. Con lo sviluppo della cromodinamica quantistica, il bisogno originario di una teoria degli adroni fu diretto verso una teoria dei quark. La teoria di stringa bosonica è formulata in termini di azione di Poljakov, una quantità matematica usata per prevedere come le stringhe si muovano nello spazio-tempo. Applicando le idee della meccanica quantistica all'azione di Poljakov — procedura nota come quantizzazione — si nota che ogni stringa può vibrare in molti modi diversi, e che ogni stato di vibrazione rappresenta un tipo diverso di particella. La massa di cui è dotata la particella e i vari modi in cui può interagire sono determinati dai modi in cui la stringa vibra — essenzialmente, dalla "nota" che la stringa produce vibrando. La scala delle note, ad ognuna delle quali corrisponde una particella, è denominata spettro energetico della teoria. Questi primi modelli includevano sia stringhe aperte, con due punti terminali definiti, che stringhe chiuse, con gli estremi congiunti a formare un anello, o loop. I due tipi di stringa si comportano in maniera leggermente diversa, producendo due spettri. Non tutte le moderne teorie delle stringhe usano entrambi i tipi. Alcune comprendono solo tipologie chiuse: ultimamente infatti i teorici hanno abbandonato l'idea di stringa aperta, impostando i loro studi sulla tipologia di stringa ad anello.Ad ogni modo anche la teoria bosonica ha problemi. Fondamentalmente ha una peculiare instabilità, portando al decadimento dello spazio-tempo. In più, come il nome suggerisce, lo spettro di particelle contiene solo bosoni, particelle con spin intero come il fotone. I bosoni sono un ingrediente indispensabile nell'universo, ma non gli unici costituenti. Gli studi su come una teoria delle stringhe debba includere i fermioni nel suo spettro conducono alla supersimmetria, una relazione matematica tra bosoni e fermioni che è ora un settore di studio indipendente. Le teorie delle stringhe che includono vibrazioni fermioniche sono conosciute come teorie delle superstringhe; ne sono stati descritti parecchi tipi. Tra il 1984 e il 1986 i fisici compresero che la teoria delle stringhe avrebbe potuto descrivere tutte le particelle elementari e le loro interazioni, e considerarono la teoria delle stringhe come l'idea più promettente per arrivare a unificare la fisica. Questa prima rivoluzione delle superstringhe era iniziata nel 1984 con la scoperta dell'annullamento dell'anomalia nella teoria delle stringhe di tipo I da parte di Green e Schwarz. Si arrivò quindi a formulare ben 5 teorie delle stringhe, che cercavano appunto di spiegare la totalità delle regole che dirimono sulle dinamiche dell’universo. Poi arrivò nel 1995 il genio matematico di Ed Witten che alla Conferenza dei fisici teorici organizzata dalla University of Southern California decise di rendere quel particolare raduno a suo modo… memorabile. Come racconta lui stesso in numerose interviste successive, Witten ricercava qualcosa che “facesse la differenza” per la fisica quantistica in quello specifico momento storico. Si concentrò dunque sulle cinque teorie delle stringhe esistenti e decise di….eliminarne qualcuna. Fu così che, in una atmostera galvanizzata, il genio matematico di Baltimora stupì i fisici teorici colà convenuti proponendo alla loro attenzione una diversa, quanto spettacolare, prospettiva di osservazione delle teorie delle stringhe. Di fatto Ed Witten riuscì a dissipare i dubbi e le perplessità dei presenti e fu così che quel giorno tenne a battesimo la cosiddetta M-Teoria oM-Theory.
In realtà Ed Witten fece molto di più! Con l’unificazione delle cinque teorie già note, infatti, la stessa teoria delle stringhe, da un punto di vista strettamente tecnico, cessava di esistere in quanto tale e diventava semplicemente M-Theory. Una M-theory che non ha mai saputo chiarire il ruolo della M nel nome (alcuni speculano che tale consonante sia in realtà la W di Witten rovesciata, altri ritengono che voglia dire mistero, magia, matrix, madre, mostro, finanche madness, ovvero follia!), ma che in compenso ha risposto a molte delle altre domande fondamentali che gli string-theorists di lunga data si ponevano in quei giorni. Cos’è dunque la M-Theory? La M-Theory è semplicemente una diversa prospettiva di approccio alla teoria delle stringhe. Nello specifico matematico (della matematica formidabile utilizzata!), le equazioni di Witten hanno dimostrato che le cinque teorie delle stringhe esistenti erano in realtà solo cinque modi differenti di guardare alla stessa… faccenda. Insomma, per certi versi Witten ha validato i lavori dei teorici che lo avevano preceduto e ha dato nuova dignità e nuova energia alla speculazione fisica di cui si erano sempre occupati. Naturalmente la M-Theory portava seco anche delle conseguenze “tecniche” importanti e ben precise che giustificavano il cambiamento della prospettiva di visione proposto. Fino a quel momento, infatti, la multidimensionalità supportata dalle diverse teorie delle stringhe indicava in numero di 10 le dimensioni fisiche esistenti: una temporale, tre spaziali e 6 dimensioni extra piuttosto piccole e invisibili ai nostri sensi.
La M-Theory, invece, per poter “funzionare” al meglio necessitava di utilizzare 11 dimensioni: il genio di Witten ha quindi messo in campo una nuova dimensione extra mai considerata prima. C’è da chidersi però, ma se il nostro cervello non riesce neppure a visualizzarle da dove provengono queste dimensioni-altre? Ovviamente sono figlie della matematica utilizzata perché la logica di fondo racconta che le “stringhe” hanno bisogno di più di tre dimensioni spaziali per muoversi, per vibrare. Inutile spiegare che più dimensioni ci sono più libertà-di-movimento avranno le stringhe, più cose potranno… fare. Per esempio, la M-Theory dice che se collocata dentro questo straordinario contesto ad 11 dimensioni una stringa può accrescersi, allargarsi, fino a diventare una sorta di membrana, un cosiddetto brane che può ingrandirsi al punto da racchiudere in sé un intero universo. Le implicazioni di un simile ragionamento sono eccezionali, perché è dalla stessa cogitazione che deriva l’idea del multiverso, o detto più semplicemente di uno spazio multidimensionale esterno che contiene al suo interno infiniti universi ciascuno regolato da leggi fisiche proprie. Collegata a questo discorso è anche la nuova soluzione che offre la M-Theory ad un problema antico, ovvero quello della “debolezza” della forza di gravità rispetto alle altre forze conosciute in fisica. Detto in breve la motivazione fondamentale di questa debolezza sarebbe dovuta alla particolare forma-chiusa (simile per esempio ad un elastico di gomma), di alcune stringhe, chiamate gravitoni, le quali sono responsabili per la gravità e in quanto stringhe non aperte e non fissate alla membrana tridimensionale (come accade per le altre stringhe teorizzate dalla M-Theory), possono “sconfinare” negli altri universi del multiverso, proprio come le onde acustiche muovono da un qualsiasi campo dove avviene un qualsiasi scontro tra due o più oggetti fisici. Ne deriva che la gravità non sarebbe forza più-debole ma sarebbe forza uguale alle altre, semplicemente tale forza si presenta a noi, alla nostra realtà contingente, “diluita” nelle sue possibilità. Portando agli estremi una simile teorizzazione la gravità diventa infine una sorta di passepartout cosmico verso gli altri universi che non potremmo mai visitare…. Scienza? Fantascienza? M per madness e per follia? 
Di sicuro vi è che questi ragionamenti trovano formidabile conforto nella fenomenale logica interna di cui fa vanto l’unico strumento che ad oggi si è dimostrato valido quando si è tentato di comprendere come funziona il nostro mondo. Ovvero, dell’unico strumento che ad oggi si può considerare a buon diritto il linguaggio dell’universo: la matematica. Ecco spiegato perchè al momento considero la Teoria delle Superstringhe/M-teoria la principale teoria del tutto

I PRECURSORI DEL MULTIVERSO

Tri precursori dell'idea moderna di multiverso vi sono il filosofo rinascimentale Giordano Bruno (1548-1600),  l'illuminista Voltaire (1694-1778), il quale nel "Candido" (1759) si chiedeva: « Se questo è il migliore dei mondi possibili, allora dove sono gli altri? » ma Ia questi si debbono aggiungere  la "Many-Worlds Interpretation" (MWI) di Hugh Everett (1957) nella fisica quantistica e teorie cosmologiche come l'inflazione caotica di Andrei Linde, ma anche autori di fantascienza . Il termine però è stato coniato nel 1895 dallo scrittore e psicologo americano William James (1842-1910), ed è diventato ben presto uno dei chiodi fissi della fantascienza. Il primo a riprenderlo fu lo scrittore di fantascienza statunitense Murray Leinster (1896-1975) nel suo racconto "Bivi nel tempo sul numero di giugno 1934 della rivista "Astounding Stories", seguito nel 1940 da La legione del tempo di Jack Williamson (1908-2006) e nel 1941 da "Il giardino dei sentieri che si biforcano" del grandissimo Jorge Luis Borges (1899-1986). Uno dei generi letterari che più si avvale di questo concetto è il cosiddetto genere ucronico, che ambienta i propri racconti in universi paralleli dove le cose sono andate in maniera diversa dal nostro: fra i maggiori rappresentanti
di tale genere vanno annoverati autori come 
Philip K. Dick (1928-1982), Poul Anderson (1926-2001) e Harry Turtledove (1949-). Ad esempio ne "La Svastica sul Sole" (1962) di Philip K. Dick si ipotizza che Nazisti e Giapponesi abbiano vinto la Seconda Guerra Mondiale, abbiano conquistato il mondo e si affrontino in una pericolosa versione alternativa della Guerra Fredda, mentre nel Ciclo dell'Invasione di Harry Turtledove (formato dai romanzi "Invasione anno zero" del 1994, "Invasione fase seconda" dello stesso anno e "Invasione atto terzo" e "Invasione atto finale" del 1996) si immagina che, nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, una razza aliena cerchi di conquistare la Terra, cosicchè tutti i contendenti si dovranno coalizzare contro di essa. Negli universi paralleli o, se si preferisce, nelle 3-brane parallele potrebbero anche essere all'opera leggi fisiche diverse dalle nostre, come ipotizzato da Isaac Asimov nel suo romanzo "Neanche gli Déi" (1972); addirittura, potrebbe essere diverso il loro numero di dimensioni. Nel mondo del cinema bisogna citare il superclassico di Frank Capra "La vita è meravigliosa" (1946), in cui al protagonista George Bailey, interpretato da James Stewart, il suo angelo custode mostra come il mondo sarebbe stato radicalmente diverso in peggio se Bailey non fosse mai esistito. Nell'episodio "Un altro tempo, un altro luogo" della serie "Spazio 1999" si assiste ad una convergenza momentanea di due realtà alternative, dove i protagonisti incontrano i propri alter ego, alcuni vivi, altri morti. Nella grande
saga di Star Trek basti pensare
all'Universo dello Specchio, nel quale ogni personaggio del nostro cosmo ha una controparte cattiva, mentre nell'innovativo "Star Trek" (2009) di J. J. Abrams l'accidentale viaggio indietro nel tempo del vulcaniano Spock e del romulano Nero dal 2387 al 2233 attraverso un wormhole genera una realtà alternativa a quella della serie classica, che offre l'estro a un reboot dell'intera Serie Classica. Nel film "Donnie Darko" (2001) di Richard Kelly un fatto inspiegabile catapulta il protagonista in una dimensione parallela attraverso un wormhole. Nel 2008 la serie televisiva "Fringe" affronta l'argomento del multiverso, mettendo in risalto come il passaggio da un mondo all'altro, alteri il tessuto stesso dell'universo producendo effetti disastrosi nei mondi paralleli; lo scienziato Walter Bishop, in più punti della serie tv, spiega dettagliatamente il concetto di multiverso. Nella serie televisiva "The Flash" tutta la seconda stagione è incentrata su una terra parallela, detta Terra 2. E gli esempi potrebbero continuare all'infinito.  Molto spesso i modelli teorici di multiverso, benché difficilmente verificabili sperimentalmente, hanno il vantaggio di fornire una spiegazione ad alcuni problemi aperti che i modelli attuali non riescono a spiegare. Infatti nel dicembre 2021 Raffaele Tito D'Agnolo dell'Università di Parigi-Saclay e Daniele Teresi del CERN hanno proposto un nuovo modello cosmologico basato proprio sull'ipotesi del multiverso, le cui caratteristiche sono tali da giustificare uno degli aspetti più controversi del Modello Standard delle particelle elementari, ovvero il valore relativamente piccolo della massa del famoso bosone di Higgs. Non solo: il loro modello riuscirebbe anche a fornire una spiegazione efficace della simmetria tra le particelle di materia e antimateria rispetto all'interazione forte, oltre a prevedere l'esistenza di due nuove particelle che potrebbero
    il bosone di higgs
essere candidate a costituire la materia oscura. Infatti la scoperta del 
bosone di Higgs, annunciata nel 2012 al CERN, ha rappresentato l'ultimo tassello ancora mancante nel mosaico delle osservazioni sperimentali previste dal Modello Standard. Tuttavia, alcune caratteristiche osservate di tale bizzarra particella non sono del tutto compatibili con quanto previsto dal Modello stesso; in particolare, esso prevede che il valore della massa del bosone sia costituito da una serie di contributi, la cui somma dovrebbe produrre un valore nettamente più alto rispetto a quello misurato. Questa incongruenza si può spiegare ammettendo che alcuni contributi al valore della massa si cancellino esattamente a vicenda, a causa di un qualche meccanismo tuttora ignoto. Il problema del valore della massa del bosone di Higgs è una delle questioni aperte più importanti della fisica delle particelle, e tradizionalmente si è cercato di spiegarlo ipotizzando l'esistenza di una nuova simmetria fondamentale della natura, che giustifichi in modo naturale l'annullamento esatto dei contributi aggiuntivi alla modello di massa. Tuttavia questa ipotesi richiede l'esistenza di nuove particelle, e in particolare di quelle supersimmetriche, che fino a oggi non sono state osservate. il  modello 'Agnolo-Teresi parte da un'idea concettualmente semplice: agli albori del cosmo sarebbe esistita una moltitudine di universi paralleli, ciascuno caratterizzato da un valore diverso della massa del bosone di Higgs. Gli universi con un bosone di Higgs "pesante" sarebbero tuttavia diventati presto instabili, collassando in tempi molto rapidi, mentre gli universi caratterizzati dalla presenza di un bosone di Higgs "leggero", tra cui il nostro, sarebbero sopravvissuti fino a oggi. In altre parole, proprio il celeberrimo bosone potrebbe aver salvato il nostro universo dal fatale collasso! Questo meccanismo è reso possibile assumendo l'esistenza di due nuove particelle, che costituisce un secondo importante punto di forza del modello: l'esistenza di una perfetta simmetria tra particelle di materia e antimateria rispetto all'interazione forte. L'osservazione di questa simmetria, nota come CP, rappresenta un altro problema aperto nell'ambito del Modello Sandard, il quale prevede la possibilità che questa simmetria venga rotta, fatto però mai osservato in natura. Il modello di D'Agnolo-Teresi, con un'estensione minima rispetto a ciò che già conosciamo, fornisce una spiegazione soddisfacente sia al problema della massa del bosone di Higgs sia alla simmetria CP dell'interazione forte, due aspetti che in generale non sono direttamente legati l'uno all'altro. Tra l'altro queste due nuove particelle avrebbero tutte le caratteristiche giuste per costituire la materia oscura: sono stabili, interagiscono pochissimo e furono prodotte nell'universo primordiale. E se il valore della loro massa rientrasse all'interno di un intervallo ben preciso, la loro quantità coinciderebbe con l'abbondanza di materia oscura osservata nell'universo!Un aspetto importante del modello di D'Agnolo-Teresi è la possibilità di verificarne sperimentalmente le previsioni, dato che queste nuove particelle non le dobbiamo produrre, ma andrebbero semplicemente rilevate. Impossibile invece rilevare direttamente l'esistenza degli altri potenziali universi paralleli "sopravvissuti", caratterizzati da valori solo leggermente diversi della massa del bosone di Higgs: essi sarebbero stati spinti molto lontano dal nostro a causa del fenomeno dell'inflazione cosmica. Se però riuscissimo ad ottenere almeno una conferma indiretta del multiverso, alcuni tra i più importanti enigmi del Modello Standard potrebbero davvero trovare una soluzione. Ad esempio la reale esistenza delle brane potrebbe essere evidenziata attraverso la reciproca attrazione gravitazionale. Ma l'americano Paul Steinhardt (1952–) e il sudafricano Neil Turok (1958–) si sono spinti ancora più in là, ipotizzando che il Big Bang sia stato originato da una collisione tra due brane che ha sviluppato sufficiente energia per dare vita al nostro universo: tale formidabile "scontro tra universi" è stato battezzato Big Splat, e questo modello cosmologico prende il nome di universo ecpirotico (dal greco "uscito dal fuoco"). In teoria il Big Splat potrebbe essere dimostrato o meno dai sensibilissimi sensori di onde gravitazionali, dal momento che, secondo il modello inflazionario, le oscillazioni dell'inflatone avrebbero portato a distorsioni dello spazio-tempo e quindi ad onde gravitazionali percepibili, mentre nel modello delle p-brane il Big Splat non originerebbe onde gravitazionali. L'estrema elusività delle onde di gravità rende per il momento molto remota la speranza di una simile verifica sperimentale, ma l'astrofisica ad onde gravitazionali è solo agli inizi, e i sostenitori della M-teoria sperano che essa possa portare acqua al loro mulino. Tra i sostenitori di almeno uno dei modelli del multiverso e del Big Splat vi sono Stephen Hawking, Steven Weinberg, Michio Kaku e Alex Vilenkin, mentre tra i critici si annoverano il solito Roger Penrose e Paul Davies, per i quali tale questione è più filosofica che scientifica, e quindi dannosa per la fisica teorica in quanto rientra semplicemente nel capitolo della pseudoscienza, rappresentando una speculazione teorica non confermata da dati o evidenze sperimentali, ed essendo le teorie stesse da cui deriva non confermate sperimentalmente.

CI INDENTRIAMO NELLA "M" DELLE SUPERSTRINGHE

 A rivitalizzare stringhe e superstinghe negli anni novanta venne il matematico Edward Witten, il quale trovò le prove che le differenti teorie delle superstringhe altro non sono che diverse formulazioni di una teoria ancora più basilare, chiamata M-teoria. .Quando Witten la chiamò M-teoria, non specificò che cosa fosse la M, forse perché non si sentiva in diritto di denominare una teoria che non era in grado di descrivere interamente, e indovinare che cosa significhi la M è diventato un gioco tra i fisici teorici. Essa di volta in volta è stata interpretata come Mistero, Magia, Madre, Matrice o Membrana. Qualunque sia il significato della M, la M-teoria si basa su una generalizzazione del concetto di superstringa, la p-brana dove p sta ad indicare il numero di dimensioni coinvolte. Di conseguenza la zero-brana è una particella puntiforme, la uno-brana coincide con una superstringa, la due-brana è una sorta di "membrana"; e così via: ogni p-brana ha una linea di universo in (p +1) dimensioni che si propaga attraverso lo spazio-tempo. Sviluppando i lavori di Witten, Joseph Polchinski fece notare che, in certe situazioni, particolari tipi di superstringa non sarebbero in grado di muoversi in tutte le dimensioni a loro disposizione, e sarebbero incapaci di staccarsi da certe regioni dello spazio-tempo, sebbene assolutamente libere di muoversi in esse: Polchinski dimostrò che tali regioni erano proprio delle p-brane. Ma non tutte le superstringhe sono confinate all'interno delle brane: l'esistenza di stringhe chiuse riesce a spiegare anche l'estrema debolezza della gravità rispetto all'elettromagnetismo. Infatti la particella elementare responsabile della forza gravitazionale, il gravitone, corrispondendo ad una stringa chiusa, non è in alcun modo legato ad una brana, ed è per questo motivo che riesce a sfuggirle, facendo così sembrare meno intensa la forza di cui è responsabile! In seguito l'americano Andrew Strominger e l'iraniano Cumrun Vafa hanno dimostrato che la teoria delle p-brane può essere usata anche per conteggiare i microstati quantici associati alle diverse configurazioni dei buchi neri, e il risultato si è mostrato in buon accordo con le previsioni di Stephen Hawking. Il corrispettivo della teoria delle p-brane nelle approssimazioni a bassa energia sarebbe la già descritta teoria della supergravità.n particolare, da tale teoria è possibile dedurre il cosiddetto principio olografico, proposto dall'olandese Gerardus 't Hooft e
dall'americano 
Leonard Susskind, secondo il quale è possibile descrivere ciò che avviene in un volume di spazio semplicemente usando una superficie. Il nome viene dall'analogia con i famosi ologrammi: per produrre un'immagine olografica si investe un oggetto tridimensionale con luce laser, la luce riflessa subisce interferenza con un raggio laser non perturbato, e la figura di interferenza viene registrata su una lastra fotografica. Colpendo quest'ultima con un raggio laser è possibile riprodurre la figura tridimensionale, pur partendo da uno schermo bidimensionale. Ebbene, 't Hooft e Susskind hanno dimostrato che la teoria delle p-brane presenta molte soluzioni di tipo olografico. Un esempio è costituito dalla cosiddetta corrispondenza AdS/CFT (acronimo di Anti de Sitter/Teoria di Campo Conforme): la teoria delle superstringhe in 10 dimensioni è equivalente a una teoria di campi di gauge in uno spazio di Minkowski a quattro dimensioni, il che vuol dire, in un linguaggio meno ermetico, che l'informazione contenuta nella teoria delle superstringhe in dieci dimensioni si può tradurre in una teoria di campo quadridimensionale e viceversa. L'importanza di tutto ciò è enormemente maggiore dei paroloni dietro cui questa teoria si nasconde, poiché permette di interpretare il nostro universo quadridimensionale come immerso in un universo molto più ampio, a dieci dimensioni. Per descriverlo abbiamo due possibilità: o lo descriviamo come risultato delle oscillazioni delle superstringhe in dieci dimensioni, con tutta la complessità matematica del caso, oppure lo trattiamo come una teoria di campo a quattro dimensioni, a noi certamente più familiare. Ad esempio, la fisica delle particelle che cadono in un buco nero può essere registrata su uno schermo bidimensionale senza perdere informazione. I suoi sostenitori sperano che il principio olografico, applicato a problemi cosmologici tuttora aperti, ci possa svelare qualcosa di più sull'origine e sul destino del nostro universo. A prima vista la teoria delle stringhe, principale candidato a diventare la teoria quantistica della gravitazione, si trova a dover fare i conti con questo principio. Come una corda di chitarra pizzicata, una stringa quantistica elementare ha un'infinità di armoniche superiori, che corrispondono a campi di spin più elevato; ora questo ragionamento è valido solo quando la gravità è insignificante e lo spazio-tempo non è curvo. In uno spazio-tempo incurvato, i campi di spin elevato possono esistere. Supponiamo di avere un ipotetico spazio-tempo tridimensionale (due dimensioni spaziali, una temporale) saturo di particelle che interagiscono unicamente attraverso una versione potenziata della forza nucleare forte, in assenza della forza di gravità. In un simile contesto, gli oggetti di una certa grandezza possono interagire solo con oggetti di grandezza paragonabile, esattamente come gli oggetti che possono interagire solo se sono spazialmente adiacenti. La grandezza svolge esattamente lo stesso ruolo della posizione spaziale; si può pensare alla grandezza come a una nuova dimensione dello spazio, che si materializza dalle interazioni delle particelle come una figura di un libro pop-up. L'originario spazio-tempo tridimensionale diventa il limite di uno spazio-tempo quadridimensionale, con la nuova dimensione che rappresenta la sua distanza da quel limite. La struttura di questa teoria dà luogo alla dimensione del tempo, che sorge in modo intrinsecamente asimmetrico, e questo spiegherebbe la "freccia del tempo", cioè la sua unidirezionalità. Secondo la teoria di Vasiliev-Fradkin i campi di spin elevato sono in possesso di un grado di simmetria ancora più elevato del campo gravitazionale, e maggiore simmetria significa meno struttura: anzi, troppo poca struttura per soddisfare anche le funzioni più elementari, come per esempio le relazioni di causa-effetto coerenti. Materia e geometria dello spazio-tempo sono così profondamente intrecciate che diventa impossibile considerarle separatamente, e la nostra familiare immagine della materia come residente nello spazio-tempo diventa completamente insostenibile. Nell'universo primordiale, dove regnava la teoria di Vasiliev-Fradkin, l'universo era un ammasso amorfo. Quando le simmetrie di spin più elevate si sono rotte  è emerso lo spazio-tempo nella sua interezza. La M-teoria presuppone però un altro e ancor più incredibile sviluppo. Secondo i suoi autori, infatti, l'universo osservabile sarebbe formato solo da quattro delle undici dimensioni esistenti che si sono espanse al momento del Big Bang a differenza delle altre, rimaste arrotolate al modo di
Kaluza-Klein ovvero quella teoria  che 
 rappresentava  un tentativo di unificazione del campo gravitazionale, descritto dalle equazioni della relatività generale, con il campo elettromagnetico, descritto dalle equazioni di Maxwell, attraverso l'introduzione di una quarta dimensione spaziale in aggiunta alle tre conosciute più una temporale, per un totale di cinque dimensioni. se ne evincerebbe che il nostro universo sarebbe una 3-brana tridimensionale immersa in un iperspazio ad 11 dimensioni. La materia presente nell'Universo non può "uscire" da esso per entrare nell'iperspazio, poiché le superstringhe aperte tendono ad avere entrambe le estremità collegate ad una p-brana. Ma allora esisteranno altri universi paralleli, allocati in 3-brane adiacenti alla nostra e si ritorna quindi al  al concetto di multiverso, .

giovedì 11 dicembre 2025

L'INCONSCIO E LA MALATTIA

 La malattia e' un qualcosa che attiene piu' all'inconscio che alla coscienza e quindi  un qualcosa che solo in parte ha una eziologia esterna, E SOPRATUTTO essa non  è  un qualcosa che capita così per caso, per sfortunata eventualità (sfiga biologica) o tantomeno per ineluttabilità genetica (sfiga genetica), ma  in tutto e per tutto, sia da un punto di vista  fisico che psichico, mente e corpo, è sempre un preciso programma, o meglio un doppio programma,  della nostra entità e unità  corporea,  impegnata in un mondo, in una natura, in un complesso sistema ambientale che la ospita d’accordo, ma che anche  la sottopone continuamente ad una serie di “prove, sfide, traumi” con relativi conflitti, cui deve far fronte e risolvere per assicurarsi  la sua “presenza”.  Si parte  dalla malattia e non da altri meccanismi, che tradizionalmente sono stati accreditati all’inconscio, con sempre quel correlato di fumosità, di indefinizione e anche di mistero, perchè il suo statuto nella storia della coscienza umana, e’ anche oltremodo ambiguo : diffatti, e questo vale praticamente da sempre, il cosidetto immaginario collettivo si è sempre lasciato convincere con facilità da una sorta di paradigma fondato sulla paura  che ha informato tutte le strutture sociali, sia quelle di tipo religioso fideistico dove la paura era in funzione del peccato con la  malattia come  la giusta punizione di stampo divino, sia di tipo economico consumistico dove invece  la paura della  malattia era di un tipo più legato a consumismo e mercimonio con avallo di procedimenti statistici, ma nel contempo ha anche costruito una vera e propria credenza, comune ad entrambi le Società, ovvero una incondizionata ammirazione per una supposta perfezione della natura, con però alcune falle, incidenti di percorso,sotto un aspetto non biologico, ovvero terremoti, glaciazioni, nubifragi,  ma veri e propri tilt se passiamo all’aspetto biologico, dove la malattia, specie con il suo assurgere a indicizzazione generale con le epidemie, fa indubbiamente la parte del leone: un ulteriore  aspetto di tutto il correlato sotteso al termine malattia, che però, diciamocela tutta, da un punto di vista dell’utilità delle classi detentrici del potere, di qualsiasi periodo e orientamento,  è stata una vera manna. Come si evince dunque da ogni modalità di approccio alla tematica malattia torniamo sempre alla convinzione di una coscienza più o meno collettiva, che ricerca le sue motivazioni e la sua stessa logica sempre all’esterno da sè, ma mai e poi mai all’interno, nelle pieghe del suo essere al mondo e in precise modalità di reazione della sua entità biologica (un corpo, ma anche una mente in stretta correlazione, per dirla tutta: un tutt’uno!) ad un mondo che la impegna. La struttura e le cause della malattia sono andate, nel corso dei millenni e  delle varie società, sempre ricercate in qualcosa di esterno:  il peccato,la punizione, la contravvenzione a precisi dettami, sia etico/religiosi, sia di abitudine e di prassi di vita, nè il paradigma è granchè mutato quando si è addivenuti alla cosidetta mentalità scientifica della medicina moderna, laddove ci si è limitati a sostituire  i termini: il protocollo nosologico al posto della offesa al divino, una casualità a mò di sfiga, alla bisogna  biologica, alla bisogna genetica, al posto della colpa e vieppiù il procedimento statistico, ovvero una sorta di gioco del cucuzzaro come procedimento distintivo per l’individuazione dei meccanismi di diffusione della malattia.  Insomma, parliamoci chiaro, il principio di mantenere a stretto giro di coscienza e quindi nè più nè meno come uno dei tanti analoghi individuati attraverso il meccanismo metaforico della condensazione e quindi con un referente sempre esterno che funge da paragone, è quanto mai inadatto a trattare un qualcosa che invece riposa ben dentro di noi e semmai abbisogna di tutt’altri meccanismi di disvelazione, non dissimili da quelli adottati dagli altri messaggi del’inconscio. Qual’è quindi la tesi del presente scritto?  che  se cambiamo  la modalità di percezione anche la malattia si configura  come un messaggio sensato e in un certo qual modo “riuscito” non certo rispetto ad una coscienza che classifica, cataloga, ma rispetto ad un inconscio che come abbiamo visto aveva compartecipato alla esigenza di mantenere il suo stato biologico di entità vitale,  di esser-ci, ma  è anche depositario del desiderio di ritornare da dove è venuto (de-sidera)  e quindi è proprio la malattia che ci fa pervenire a quella pulsione di morte che rappresenta il girone più ardito della speculazione di Freud sull’inconscio e il suo fine ultimo che identifica il desiderio come ritorno ad uno stato precedente all’apparire della vita,  (Al di là del principio del piacere) Quindi e' anche di prammatica che in questo òpercorso di indagine la smetteremo di avvalerci di Edipo, ma passeremo a Narciso come immagine molto piu' attinente alla entita' del problema.  

Malattia e morte...capirai ce n’è di che saltare della sedia! stiamo affrontando le due bestie nere della coscienza: ma possiamo dire parimenti che si tratta anche della bestia nera di un inconscio? del meccanismo fondato cioè non sulla metafora, ma sulla metonimia,  di un qualcosa che non va alla ricerca di sempre nuovi significati esterni  da attribuire alle proprie analogie, bensì del significante di tutta la sua ontogenesi, un trascinamento di emozioni, allucinazioni, ispirazioni ma anche sviste, fantasie, sogni, che pervenute a quel famoso giro di boa della costruzione della coscienza, sono state libere  di dedicarsi alla seconda istanza  dell’apparire della vita biologica, quella del desiderio! E il desiderio, come dice Freud, come dice il principio del Nirvana e anche  il 2° principio della termodinamica, è principalmente desiderio di ritorno, ritorno da quel nulla da dove si è venuti o magari da stelle lontane la cui luce che ancora ci raggiunge è anch’essa morta da milioni di anni. Ebbene vogliamo provarci a individuare questo discorso sensato per queste due bestie nere della coscienza? e farlo non con il linguaggio simbolico dell’inconscio, ma proprio con quello della stessa coscienza: parole, scritti, studio, conoscenza e riflessioni, pervenuto finalmente però ad una modalita’ non più di diniego o svalutazione di quella parte di sè che solo da poco più di un secolo ha avuto il suo diritto di cittadinanza in merito al funzionamento di quel cervello che coordina tutte ma proprio tutte le attività della nostra entità biologica in una totale integrazione psicofisica    Per comprenderla davvero la malattia, per ricercarne la causa, quella che in termini scientifici viene  denominata “eziologia” ovvero dalla parola greca “αἰτιολογία, comp. di αἰτιο- «ezio-» causa  e -λογία «-logia» discorso, dobbiamo spogliarci di tutte le credenze che ci sono state propinate nei secoli e affrontare il problema da un diverso punto di osservazione e anche di mentalità...eh si!  fare un pò quello i fisici quantistici fanno da qualche tempo:  doppia fenditura, neuroni specchio, entanglement, utilizzando anche varie figure che magari non te le aspetteresti in trattati scientifici: diavoletti dispettosi, farfalle, gattini che vanno e vengono da una certa scatola, e dove si parla di “indeterminazione” (Heisenberg)  “complementarietà” (Bohr) “relatività” (Einstein)  “dualismo onda/particella (De Broglie) “funzione e collasso d’onda (Schrodinger) e parecchi altri tra  formule e principi. Direi proprio di fare quello che ha fatto la natura biologica:  partire   proprio dall’inizio, da dove è partita lei, ovvero  dall’origine embrionale dei tessuti costituenti  gli organismi viventi, ovvero dalla cellula uovo fecondata, laddove vale l’assioma della filogenesi ricapitolata dall’ontogenesi, ovvero la storia e intera vicenda dell’evoluzione della specie che ha una puntuale riproposizione nella storia e vicenda di ogni singolo individuo, cioè l’embrione.  Proprio come a livello macroscopico un elemento esterno filiforme che può benissimo essere visto come una cometa, quindi un qualcosa di origine siderea (de - sidera)  si impatta e penetra in un elemento tondo tipo un pianeta quale la terra, quindi una filogenesi anche cosmogonica per l’apparire della vita, a livello biologic0/soggettivo un elemento della stessa forma di una cometa (spermatozoo maschile ) penetra nell’uovo  femminile per dare avvio ad una nuova vita. L’inizio è obbligato ed è rappresentato dall’embriologia, una branca che non è stata mai troppo considerata nell’accezione della medicina tradizionale, più attenta a procedure di carattere nosografico, i famosi protocolli, con formulazione di diagnosi e prognosi e valutazioni a livello statistico. Uno studio, una attenta esamina dei tessuti  costituenti  gli organismi viventi, che hanno appunto origine nell’embrione, in effetti potrebbe rappresentare quel salto di qualità, in grado da dare alla medicina una marcia in più, anzi  proprio ad  un cambiamento di marcia, per individuare nuovi parametri di intervento.
Noi sappiamo che dopo il concepimento la cellula uovo fecondata  comincia un processo di  divisione e moltiplicazione della sua struttura:  da una singola cellula a due, a quattro a otto, fino al numero di sedici le cellule sono chiamate totipotenti, perchè da ognuna di queste singole cellule, può ingenerarsi un organismo completo, dalla 16^ in poi però comincia un ulteriore processo di  differenziazione, che porta alcune a posizionarsi all’esterno dell’ammasso cellulare, altre all’interno, un pò come se ci fosse quel famoso diavoletto di Maxwell che posiziona particelle incanalandone da una parte all’altra della stanza, ma la peculiarità più significativa  di questa suddivisione oltre la sedicesima cellula è che esse non sono più totipotenti, cioè non possono dar luogo ad un organismo completo, non possono diventare una qualsiasi cellula di tale organismo, ma solo un determinato tipo di tessuto, un tessuto che è stato denominato embrionale e ha dato appunto luogo alla formazione di foglietti embrionali, che andremo a dettagliare tra pochissimo, come terza delle Cinque Leggi
LE 5 LEGGI BIOLOGICHE DI HAMER

che un medico tedesco Rick Geerd Hamer  ha ideato e stilato con la qualifica di “Biologiche” Come vedremo sono proprio  questi  foglietti embrionali gli elementi su cui stabilire una nuova, diversa e infinitamente più corretta e dettagliata eziologia di qualsivoglia affezione, stabilendo una precisissima e sistematica correlazione tra il fenomeno malattia e l’evento che l’ha ingenerata, ovvero sempre e comunque un trauma, un trauma di adattamento ad un ambiente, da cui si diparte un conflitto, con tanto di processo reattivo e di riparazione che non potrà non avere tutta una serie di vicissitudini, proprio come le antiche “pulsioni” freudiane,
 questa volta però che affonda la sua logica in tutta la filogenesi della specie e nella sua ricapitolazione con l’ontogenesi dell’individuo:  da organismo monocellulare a pluricellulare, e sotto la spinta dei cambiamenti di stato cui un organismo sempre più complesso e articolato si trova ad interagire, che  produrranno nuove abilità si, ma anche nuove modalità di reazione ai conflitti che il mondo naturale ci richiede per continuare a farsi abitare:  occorrera’ difatti  fornirsi di differenti specificità anatomiche nel passaggio da un elemento acqua ad un elemento terra, polmoni al  posto di branchie, un apparato locomotore invece di pinne e coda,  formazione di  muscoli, tendini, uno scheletro, crescita di  peli per far fronte alla rigidità del climala pelle dovrà ispessirsi per proteggersi dai raggi solari, quindi, nuove specializzazioni fisiche, continuare a sviluppare  una locomozione sempre più efficace, e apparati atti a favorire una aggregazione in gruppi e relative nuove funzioni per fronteggiare le crescenti difficoltà, indotte anche dal vivere sociale (la più tipica e già specificamente umana, la parola e il linguaggio articolato) Tutto questo ha una traccia psichica, ma anche biologica in quello che siamo diventati, e una precisa traccia hanno anche i relativi conflitti che abbiamo dovuto affrontare, che si andranno appunto a localizzare nello sviluppo dei foglietti embrionali.

LUNA D'ARGENTO

L’argento si addice ai sonnambuli dice un antico adagio e difatti ha una associazione piuttosto marcata con tutto ciò che a fare con la luna...