martedì 8 settembre 2020

APPROFONDIMENTI INFINITESIMALI SUL NARCISISMO

Approfondimenti infinitesimali su Narciso, ma anche sulla seconda topica freudiana, ovvero io penso che Narciso nemmeno lo vede a Edipo in quanto a rilevanza psicoanalitica: tutta un'altra profondità! Siamo d'altronde in canonica accezione freudiana, entrambi i personaggi del Mito sono assunti dal fondatore della psicoanalisi come campioni di modalità psichiche a carattere di sorta di pulsione più o meno patologica, tutti e due informerebbero dei tratti comportamentali estremi, ma ecco mentre Edipo appare un pò troppo estremo e caricato, quasi da romanzo d'appendice, con quel suo uccidere il padre, sposarne la madre e quell'antefatto del ridicolo indovinello della Sfinge, che certo aveva le peculiarità per colpire con veemenza la immaginazione di un uomo di metà ottocento, con tutta quella "pruderie" vittoriana, generalizzata a tutta l'Europa, persino la spregiudicata Francia e la severa Germania, non parliamo poi della Felix Austria...capirai: desiderare sessualmente la madre!!!, ci può essere di più dirompente e dissacrante? Narciso invece, mancando di quella oscura fatalità che faceva di Edipo un ignara vittima del caso, poteva iscriversi nell'immaginario collettivo più come patologia viziosa e oggetto di riprovazione. Il Narcisismo, quale lo stesso Freud vi fece un famoso saggio di introduzione, rappresenta infatti più un tratto estremo, ma peculiare della personalità, che una vera e propria patologia, un qualcosa che specie le Società moderne, orientate verso un buonismo di maniera, purchè all'insegna di un consumismo assoluto di ogni manifestazione, ne hanno fatto un male assoluto. 
Ho detto più di un milione di volte, che considero Freud, probabilmente il più folgorante "sprazza luce" in termini di conoscenza dell'umano sapere, però, guai a considerarlo un oracolo, anche lui di toppate ne ha prese parecchie, e quella di avere dato questa enorme valenza all'Edipo e solo quel carattere di estrema idealità dell'Io a Narciso, con quell'entrambi concorrere alla formazione del Super Io, è per me una delle più marchiane. In verità Narciso non rappresenta solo l'esasperazione dell'ideale dell'Io, quale sostanzialmente Freud lo consegna, ma sopratutto il rapporto col desiderio, di cui qualche anno più tardi con Al di là del principio del piacere e l'introduzione di Thanatos, sempre Freud fornirà le coordinate, senza però riuscire ad individuarne le valenze, ma anzi andando a comporre quella seconda topica che è quanto mai ferragginosa proprio nei riguardi di quelle vicissitudini pulsionali, che non sono state aggiornate dal "Fort -Da" . Il super Io che promana appunto dal pastiche di Edipo e Narciso, lo trovo in effetti forzato e non rispondente ai caratteri di una psicoanalisi davvero profonda indagine della psiche umana e quindi anche e sopratutto dell'inconscio, che altro non è che la modalità preferenziata dal desiderio per manifestarsi, non la arbitraria condensazione della metafora, propria dell'analogo Io, punto conclusivo della formazione dell'Io conscio con le sue istanze di mantenimento di stato e di significato, ma il lineare trascinamento della metonimia, espressione del desiderio e del suo significante nel suo appuntarsi all'entità biologica umana e non limitatamente al solo codice linguistico. Narciso rappresenta appunto questo rapporto col desiderio, il suo arrivarci in una accezione che non è più "nei pressi" "all'intorno" come diceva Eraclito...va oltre la riflessione e in quel suo riflettersi, subito dopo le variegate immagini nelle quali può riflettersi, ricevendo sè stesso, può congiungersi solo colla morte, ovvero col desiderio puro senza più alcun orpello, proprio come aveva categorizzato Freud. Per pervenire a tale assunto, ecco una volta tanto bisogna ardire di andare oltre quello che Freud aveva posto ma che non aveva trovato la forza di portare alle sue conseguenze, magari ecco non logiche, ma "bi-logiche" come uno psicoanalista dopo di lui avrebbe cominciato a proporre: Ignacio Matttè Blanco e il suo inconscio come insiemi infiniti, la trasferibità di ogni classe di appartenenza all'insegna di una perfetta simmetria dei meccanismi inconsci. Non solo Mattè Blanco, ma anche i principi della Fisica Quantistica, entanglement, doppia fenditura, effetto farfalla, diavoletti di Maxwell e gattini di Schrodinger, tutta l'indeterminazione e relatività di tali principi e di certo non tenere in alcuna considerazione le affermazioni di una mia ex conoscenza, religioso nell'animo, che aveva trasferito il suo fideismo dalla Chiesa alla Scienza e sosteneva "non siamo all'anno zero!" "difatti..." gli rispondevo io "non siamo all'anno zero, siamo all'anno meno uno!....e non basta introdurre il numero negativo nell'ordine dei numeri relativi, dobbiamo incedere ad una vera complessità, ovvero adottare i numeri immaginari, la radice quadrata del negativo relativo, che chiameremo "i" e che altro non rappresentano che proiezioni di negativi ovvero mancanze, lapsus, difetti, sviste, malattie e in ultima analisi anche la morte

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