Narcisismo infinitesimale significa una sorta di connubio tra psicoanalisi e matematica, laddove la figura di Narciso è correlato al desiderio secondo l’accezione di Freud in Al di la ‘ del principio del piacere come processo finale della pulsione di morte, mentre l’infinitesimale fa riferimento al Leibniz della “vis viva” che può essere calcolata con limiti, derivate per dar luogo a integrali di porzioni appunto di potenziale infinito, che possono trovare applicazione in tutti gli scibili dell’esperienza umana: Il bello è che non abbiamo bisogno di fare le cose per davvero ....macchè!!!! : faremo finta! Come si dice oggi: procediamo sul virtuale…del reale ce ne sbattiamo bellamente! suvvia un pò di immaginazione? e in proposito è impressionante quanto sia immediato l'effetto se smetti di pensare e giustappunto fai qualcosa, di cui lo vedi, anche lo scrivere può far parte ...eh si proprio "LA MAGIA DEL FARE" (io dico che anche l'immaginazione ne fa parte, per cui vediamo se essendo una magia posiamo individuarne la struttura come fecero nel 1981 Richard Bandler e John Grinder in “La struttura della magia” Un pò di immaginazione???? ma certo! lo sai no, quanta carne al fuoco puoi mettere con questa...”espressione”!? ed il bello che puoi benissimo continuare sull'andazzo generale, ovvero quello del "reale" e puoi fare come hai sempre fatto: esporre, interpretare, spiegare, calcolare, .... si calcolare! sono quattrocento anni che qualcuno lo fa, solo che come riferimento a questo calcolo si è dato un indice non solo finito, come il reale di solito fa, ma infinito, appunto "calcolo infinitesimale" e quindi il reale deve includere giocoforza l'immaginario. Come ogni calcolo che si rispetti, tanti bei numeretti, 1, 2, 3,tutti reali, più che reali, si, ma anche negativi : -1, -2, -3, quindi l'insieme dei numeri reali, positivi e negativi. Ora però, un attimo d'attenzione: vogliamo vedere cosa succede se a tutti questi numeri reali negativi, metto sopra il segno di radice quadrata? Ecco l'insieme deve giocoforza contemplare una sua moltiplicazione, accogliere un ulteriore insieme che contemplando la radice quadrata di un numero negativo, dovrà per così dire proiettare tale nuova entità numerica in un immagine, o meglio in un immaginario, fatto appunto anche di numeri che potremo senz'altro chiamare immaginari: il discorso è complicato, anzi complesso, perche così si chiamano i numeri che comprendono sia i numeri reali (positivi e negativi) sia immaginari (negativi nella proiezione del segno di radice quadrata): numeri complessi. Parecchio tempo fa , discutendo animosamente con un mio vecchio amico, (ora ex amico perchè troppo distanti erano le nostre idee: io relativista quasi assoluto, lui fideista, dogmatico e anche se ateo, religioso), rispondeva a certe mie critiche sulla scienza "non siamo mica all'anno zero! "difatti non lo siamo!" ribattevo io "siamo all'anno -1". Ora un numero negativo e' pur sempre una mancanza, un qualcosa che è da rimettere a qualcuno, ecco un buon esempio potrebbe essere un debito, questo finche rimaniamo nell'ambito del reale, cosa succede se sfrondiamo nel sottoinsieme dei numeri immaginari, che uniti a quelli reali vanno a comporre l'insieme dei numeri complessi? entriamo nell'ottica di una proiezione (radice quadrata) di una mancanza, il che significa che l'immaginario diviene il depositario di un qualcosa che non attiene più solo a quel reale espresso dal numero positivo dato dal mantenimento del suo stato, ma diviene depositario di quel simbolico espresso dal desiderio che non si cura del mantenimento del suo stato, ma guarda oltre, o meglio guarda indietro, guarda da dove è venuto (de-sidera = intorno alle stelle - non e' forse la versione cosmogonica più accreditata, quella che pone l'origine della vita, il suo apparire improvviso, come impatto di un corpo celeste - un enorme meteorite, un frammento di stelle, più verosimilmente una cometa, vieppiù se suffraghiamo tale assunto anche formalmente, con il principio freudiano della "coazione a ripetere"? ) dando quindi pieno accredito a quella 2^ topica Freudiana espressa nel saggio Al di là del principio del piacere e quindi facendo coincidere la summa del desiderio, la sua realizzazione assoluta con quella pulsione di morte (thanatos) che altro non rappresenta che il nulla, ovvero l'infinito. Spostamenti pro-gressivi, ma anche re-gressivi di questo de-siderio, secondo la metodologia di funzionamento individuata da Freud per tutti gli strumenti che compongono l’inconscio : il sogno, il lapsus, la fantasia, la malattia e in ultimo la morte, ognuno con il suo carico simbolico, laddove v’è sempre quella mancanza dell’ordine logico che costituisce proprio la sua riuscita - il famosissimo assioma freudiano “ogni discorso mancato e’ un messaggio riuscito”…. quindi la radice quadrata di un numero negativo in quanto proiezione di un mancanza può benissimo essere intesa come quel numero immaginario,che ci consente di prendere coscienza dell’inconscio laddove il simbolico per suo statuto contravviene a tutti i meccanismi della logica dell’io penso. Per Leibniz, uno degli inventori del calcolo infinitesimale, il numero immaginario era uno spirito, invisibile, non consensuale, un numero divino, onirico, magico e in quanto capace di sviluppare ll suo quadrato in un’area qualsiasi della vita, ma Leibniz, così come Newton, stante la disputa accesasi tra di loro su chi fosse il vero ideatore del calcolo infinitesimale, non era in possesso del principio freudiano dell’inconscio e quindi anche l’applicazione al calcolo infinitesimale era sempre magico/onirica; noi al contrario, che abbiamo assimilato da oltre un secolo l’insegnamento di Freud possiamo applicarlo non solo alla magia e alla sfera dei sogni, ma a tutti i meccanismi e messaggi (riusciti) appunto dell’inconscio, così la radice quadrata di un numero negativo, la proiezione di un debito, di una mancanza con e della realtà, non interessa solo il magico e l’onirico, ma può appuntarsi a tutti gli altri aspetti dell’inconscio: ora è una fantasia, ora un lapsus, ora un motto di spirito ed ora, come ad esempio sta accadendo da qualche tempo a questa parte in tutto il mondo : una malattia, il sintomo di una malattia che viene appunto proiettato infinitesimalmente, una derivata di pura costruzione e menzogna che può essere calcolata con parametri del tutto immaginari. C’è un’ultima stazione che non è più un sintomo, ma un simbolo e precisamente il simbolo del desiderio che nella sua progressione di avvicinamento al limite si fa coincidente con l’infinito, ovvero quella pulsione di morte scoperta da Freud in “Al di là del principio del piacere”, ma entriamo in una logica che non è più quella del calcolo infinitesimale, che tutto sommato è un qualcosa di pragmatico e di utile anche se tale utilità pragmatica è del tutto indifferente di fini etici e può tranquillamente essere impiegata per i fini più disparati, come giustappunto la contemporaneità ci sta facendo “toccare con mano”.
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