Nel 1995 Edward Witten diede inizio alla Seconda Rivoluzione delle Superstringhe (Second Superstring Revolution), introducendo la teoria M. Questa teoria raggruppa le cinque teorie delle stringhe in una sola formulazione matematicamente coerente, ed abbandona il precedente tentativo di unificare relatività generale e meccanica quantistica, noto col termine di Supergravità, che introduceva una undicesima dimensione.
Donald Trump ci ha sempre detto che al termine di questo ‘reality’ politico, lui avrebbe conseguito una Big Victory, cioè una grande vittoria, e non si sarebbe mai accontentato di una semplice vittoria. In effetti la serie di sconfitte collezionate da Trump a causa del sopraggiunto contesto di ‘pandemia covid’, iniziate con l’accettazione delle modalità di voto postale sin da giugno 2020, hanno instradato gli americani verso una via lastricata di truffe ed inganni che già si sapevano essere a vantaggio dei Democratici, quindi il reality sui destini del Mondo ora può concludersi solo in due modi, l’uno esattamente antitetico all’altro. Il primo è quello di riconoscere che i democratici hanno vinto, nonostante la vergogna dell’Obamagate, l’intelligenza illecita con un nemico letale per gli USA (partito comunista cinese), e una montagna di brogli elettorali mediante milioni e milioni di volti falsi, la cui accettazione di principio in Occidente porterebbe alla fine conclamata della Democrazia, aprendo così l’Umanità verso una Dis-umanità dettata dall’incedere di una dittatura ‘sanitaria’ globale che ci porterebbe nel Transumanesimo e nella narrativa distopica di Aldous Huxley o George Orwell. Il secondo modo, quello che secondo me si verificherà, è invece quello di un finale con l’avvento di una improvvisa americanata. L’americanata è il finale del cinema da botteghino al termine del quale i pop corn vengono digeriti e non ti salgono su dallo stomaco insieme alla Coca Cola. L’americanata è quello che esige il Popolo Sovrano in una Democrazia edificata su di una comunità di valori sviluppati da radici classiche e giudaico cristiane, cioè l’esito di una storia di lotta sofferente al cui termine vincono gli onesti, i leali e i buoni quando tutti gli inganni e le malefatte dei cattivi vengono fuori e le circostanze premiano i meritevoli. L’americanata è una maniera inesorabile e perentoria di stabilire chi ha ragione e chi ha torto per una evidenza naturale ineludibile, tanto da assumere valenza spirituale quasi divina. In Europa siamo abituati a sorridere sulle americanate, ridacchiando della semplicità al finale del film da botteghino con cui la gran parte degli autori americani esemplifica la complessità dello stare al Mondo, come se la verità si potesse ricercare soprattutto separando il grano dalla pula. Ma forse ad essere sbagliati non sono loro, siamo noi europei continentali, che non solo abbiamo perso centralità politica nel Mondo da oltre un secolo, ma abbiamo avuto bisogno del sacrificio di tanti giovani americani, seppelliti sotto croci bianche a decine di migliaia qui in Italia, per impedire che l’Antico Continente 75 anni fa non diventasse un gigantesco campo di concentramento per esperimenti genetici nazisti o sado-satanisti. Perciò questo articolo voglio iniziarlo sviluppando il mio ragionamento partendo da una fonte ‘incredibile’, così svelandomi a tutti voi in maniera ancora più coraggiosa e sui generis di quanto fatto in passato. E’ giunto il momento di parlare a tutti voi di Q e soprattutto di Joe M. Joe M è un personaggio anonimo sempre più protagonista nel web americano e occidentale, ed essendo una fonte anonima e dal sapore letterario, come Zorro o la Primula rossa, se io fossi un giornalista ortodosso e benpensante, non dovrei prenderlo minimamente in considerazione per capire i destini del Mondo che, apparentemente, stabiliscono i colletti bianchi e non i supereroi in anonimo. Ma chi ha imparato a conoscermi avrà capito che io non sono quello che dovrei essere per il Ministero del buon pensiero, ma quello che ho il coraggio di essere, e perciò farò partire questo mio importantissimo articolo proprio dalle parole che Joe M ha sviscerato ieri, per il fine di spiegarvi con estrema lucidità logica, come andrà a finire questa storia delle presidenziali USA 2020. Vi dirò tantissimo su Joe M solo alla fine dello scritto, ben sapendo che l’immagine con cui lui ha scelto di proporsi anni fa, è quella di un eroe-antieroe allergico al grande pubblico, cioè l’esatto opposto di quello che lui sarebbe secondo me, senza questa maschera da eroe-antieroe della Marvel. Sono certo di potervi stupire, impressionare e sconvolgere svelandovi il fascino e il mistero che si cela dietro a questo personaggio del web e dei social, forse il numero 1° di Q, anche se non il mio preferito personale. Io ritengo che Joe M sia appartenente ad una famiglia importantissima nella storia americana e nel Mondo, e ci sono molti indizi che mi inducono a pensarlo. Il mio scopo non è quello di convincere voi, perché non vendo pentole, non vendo libri, non ho abbonamenti da farvi sottoscrivere né cerco voti, bensì inseguire l’obiettivo di far esplodere l’essenza umanistica in chi mi legge in modo che costui in autonomia possa decidere se rompere gli schemi illogici dominanti nelle narrazioni false della Storia e del Mainstream, e intraprendere il cammino lungo una strada molto poco battuta. Come ha spiegato il massimo esegeta italiano dei drops di Q, Akim Volpato, con questi drops (gocce di informazione e disinformazione) l’organizzazione di intelligence militare americana fondata da Jonh Fitzgerald Kennedy nei primi anni 60, denominata giustappunto Q (massimo grado di sicurezza), ha spiegato ai suoi seguaci sin dal 2018 non solo cosa avrebbe fatto Trump alcuni giorni prima che lui lo facesse rendendolo palese anche ai colletti bianchi, ma ha sempre spiegato che ci sarebbe un Piano attraverso il quale Trump avrebbe sbaragliato le élite del Nuovo Ordine Mondiale al termine del suo primo quadriennio. Secondo i vari personaggi di Q, il Presidente USA sarebbe stato coadiuvato nei suoi uffici da altissime informazioni e tecnologie militari ignote alla CIA, alla FBI e all’NSA, che ancora nel 2018 erano totalmente in mano ad Obama e Hillary, cioè al Deep State, quindi erano leve di potere della Cabala molto potenti, ma non quanto quelle di cui poteva disporre Trump. La Cabala è un’alleanza di potere tra pochissime famiglie di ricchissimi trilionari di origine khazara e perciò solo apparentemente ebraiche o cristiane (sono anche detti Aristocrazia Nera o Massoneria Aristocratica), e l’ordine dei gesuiti, l’organizzazione cattolica più potente che ci sia. I gesuiti sono stati in grado di influenzare il Papa manovrando come pedine tutti i Re e i governanti a proprio piacimento per quasi 4 secoli, cominciando con il Re Sole in Francia. In seno alla Chiesa Cattolica fu istituita nei secoli una regola non scritta violata con le elezioni del gesuita Bergoglio: nessun gesuita sarebbe potuto diventare Papa perché i gesuiti non sono pastori spirituali né si occupano di guidare anime, ma sono raffinatissimi uomini di potere con un dovere di obbedienza assoluta alla gerarchia dell’Ordine e al Papa (con quale priorità non si è mai ben capito).
Ora cerchiamo di capire cosa ci sta dicendo Joe M e cosa sta effettivamente succedendo a Washington in questi giorni. Dopo la giornata della Befana e l’ordalia di situazioni ed eventi di Capitol Hill, con dolorose morti, decine di feriti ma anche pantomime mediatiche varie, ci stiamo approssimando all’inaugurazione presidenziale del 20 gennaio, cioè alla cerimonia che suggellerebbe il passaggio di consegne del comandante in capo in carica fino alle ore 12.00 (18:00 italiane) del 20 gennaio 2021, Donald Trump, e il comandate in capo entrante, Joe Biden presidente eletto ai sensi della procedura di proclamazione dei risultati del collegio elettorale del 6 gennaio. La giornata della Befana è stata determinata alla luce della decisione di Pence, il Presidente del Congresso in Seduta Comune, di non considerare i voti dei Parlamenti Statali negli stati controversi, che avrebbero premiato Trump, ma solo i voti dei grandi elettori sortiti dalle urne che il Presidente USA aveva sempre disconosciuto e contestato, addirittura sin dalla notte tra il 3 e 4 novembre, a scrutini interrotti proprio negli stati controversi, dichiarando che le urne di questi stati erano state inficiate da voti postali illegali e imbrogli informatici orchestrati da più potenze straniere, addirittura ostili agli Stati Uniti come la Cina, per il fine di rubare il potere di determinare le elezioni al Popolo Usa e così mortificare la Costituzione degli Stati Uniti. Trump non ha mai fatto un minimo passo indietro rispetto a queste chiare e pesantissime accuse, e fare come se esse non esistessero o che siano lo sproloquio di un pazzo, è indice di magistrale idiozia e ignoranza delle leve di potere che lui ha in mano.
Biden però oggi sembra aver vinto, perché le certificazioni elettorali statali, quella congressuale della Befana e tutti i pronunciamenti giudiziari, finanche quello della Corte Suprema quantunque sulla legittimità e non nel merito dei brogli, su cui la Corte Suprema entrerà per la prima volta il 23 gennaio, sono dalla parte dei Democratici, forti inoltre della maggioranza congressuale nei due rami e del duo Biden e Harris alla Casa Bianca. Quello che sembra però non è, ed è solo l’apparenza a dover essere ribaltata. Siamo sull’orlo di un precipizio? Cosa ci sta dicendo Joe M? No, sull’orlo del precipizio sono solo i vertici Dem e una massa di repubblicani corrotti.
Quello che sembra reale, sicuro e certo, in realtà non lo è mai stato, e presto vedrete che la soverchiante forza dei media e dei social media che ottunde le capacità di comprensione diffusa, sarà schiacciata da una qualche americanata che ci lascerà senza fiato. Il tagliando del Make American Great Again (fai l’America Grande di Nuovo) non può non essere che un susseguirsi di americanate in grado di ridare un senso più profondo all’Occidente, con buona pace di certa intellighenzia che non ha mai letto o capito Tocquiville. La base filosofica degli Stati Uniti è stata data con Locke non con Hobbes, quindi il Diritto Naturale non sarà mai cedevole al Diritto Positivo. Lo ha spiegato Trump in chiusura del suo ultimo videodiscorso quando ha detto “il benessere e la salvaguardia del Popolo, viene prima di quella dei politici“, ma molto meglio di lui, con chiaro afflato lockiano ce lo spiegano i patrioti americani con le prime righe in premessa alla Carta del 1776:
“Filadelfia, 4 luglio 1776Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della Terra lo stato di potenza uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l’esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d’un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire….”.Su queste basi filosofiche, morali e di diritto, si basa l’iniziativa di Trump per rovesciare il palco di Joe Biden e Kamala Harris, operazione la cui fase finale è stata scatenata con precisione ad orologio a partire dal 6 di gennaio, giorno del Congresso ma anche in cui si è rivelato il ruolo dell’Italia nei brogli a favore dei Democratici, con il coinvolgimento di alcuni dirigenti della Leonardo SPA. Gli italiani artefici dell’Italian job, hanno testimoniato e comprovato oggettivamente la chiusura del cerchio mortale per i DEM, mediante un satellite italiano che ha allacciato i pastrocchi degli hacker di Francoforte già arrestati con una violenta sparatoria, alle macchine di voto della Dominion in America, marchingegni di Soros ampiamenti conosciuti e lasciati usare proprio con lo scopo di pizzicare i Dem con le mani sporche di sangue elettorale. Proprio dall’Italia, quindi, è partita la poderosa controffensiva di Trump, che lascia intuire agli occhi più avveduti la possibilità che mai gli uffici di intelligence della Presidenza americana abbiano perso il controllo degli eventi, accettando gli abusi per il fine ultimo di accumularli e punirli in maniera tanto inesorabile quanto divina. Ad esempio, ho sempre avuto il dubbio che Barr, i giudici della Corte Suprema o Pence non fossero dei traditori, e ci ho scommesso sopra ad istinto, ma ora ne sono sempre più certo, perché penso che Trump abbia avuto in pugno la situazione con abilità da prestigiatore. Nemmeno il 6 di gennaio Trump ha perso il controllo, quando il pifferaio magico Mike Pence ha suonato il suo strumento in un teatrino politico globale, per condurre i topi dell’America in una trappola, per un affogamento politico di proporzioni bibliche, anche riuscendo ad indurre media e Social media all’errore e all’autodistruzione con le proprie mani. L’operazione che mi accingo a raccontarvi è stata chiaramente preparata nei minimi dettagli, come la sceneggiatura di un film chiuso con finale ad americanata, e potrete rendervi conto della linearità logica con cui i mezzi, un calvario di sacrifici necessari, siano congrui ai fini, cioè distruggere la tirannide globale e abbattere qualsiasi forma di schiavitù finanziaria o sanitaria degli esseri umani.
La fredda cronaca degli ultimi giorni ci porta al dichiarato stato di emergenza per il Distretto di Columbia attraverso cui il presidente ha autorizzato la FEMA, cioè l’ente federale per la gestione delle emergenze nazionali, a coordinare tutte le azioni volte ad affrontare i pericoli di una qualsiasi calamità a danno del Popolo americano. La FEMA fondamentalmente è assimilabile alla nostra Protezione Civile, quindi è un mezzo che di per sé non è buono né cattivo, poiché è il fine con cui agisce che rende questo mezzo malvagio o benevolo. La FEMA ha la possibilità tecnica di concentrare e gestire una massa di persone in un campo di concentramento, e tutti coloro i quali pensavano che fosse stata rafforzata da Obama non per poter salvare masse di persone dagli uragani, ma per segregare fino a 30 milioni di americani in ottica di dittatura sanitaria, si ritrovano in una situazione di godimento assoluto, perché ad essere segregati nei palazzi del potere di Washington, potranno essere le élite di Obama e del Nuovo Ordine Mondiale. La FEMA, a differenza della nostra Protezione Civile italiana usata per indurci a cedere al Great Reset dolcemente sfruttando il virus cinese, può mobilitare risorse umane ma anche militari in quanto direttamente collegata al Dipartimento per la sicurezza interna (Homeland Security). Il presidente per legge (Stafford Act) può ordinare a qualsiasi agenzia federale di utilizzare le proprie risorse per aiutare il governo statale negli sforzi di assistenza di emergenza, coinvolgendo e utilizzando soldati. Improvvisamente la casa dei politici è finita nelle mani del Presidente e dell’Esercito da lui comandato, poiché se è vero che in prima istanza è il governatore statale a dover richiedere l’assistenza della FEMA, è anche vero che una volta dichiarata l’emergenza le redini sono nelle uniche mani del Comandate in Capo. La quantità spropositata di militari che in questi giorni confluisce nella capitale degli USA, è una esibizione di muscoli che stanno intimorendo i Dem, sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, ed infatti hanno chiesto loro 4 giorni fa di posticipare i meeting per raccordarsi sulla cerimonia del 20 gennaio oggi. La celebrazione di Biden adesso siamo noi, i trumpiani, che non vediamo l’ora si faccia. A Washington, città che porta il nome di un generale firmatario della Carta del 1776, sono arrivati blindati, droni, cecchini, posti di blocco, recinzioni alte due metri con filo spinato ritorto verso l’interno dei luoghi presidiati dai militari e non verso l’esterno, in una cornice di coprifuoco totale già molti giorni prima del giorno 20, portando sgomento negli stessi cittadini americani e panico nelle fila dei Dem. Pelosi e compagnia bella sanno molto bene che i tafferugli e i morti che ci sono ‘scappati’ la Befana sono stati realizzato dalle sedizioni di loro membri Antifà, quindi il giorno in cui il loro successo deve trovare l’apoteosi, chi è che dovrebbe scatenare cotante violenze, e perché Trump ci terrebbe così tanto a proteggere la celebrazione del colossale torto da lui subito? l’Esercito e i suoi potenti mezzi a cosa serviranno? Serviranno a proteggere i palazzi del potere dal Popolo americano inferocito per le declassificazioni degli scheletri nell’armadio Dem, oppure a proteggere il Popolo dai politici strumentalizzati dalla Cina e dalle èlite bancarie, segregandoli in massa in alcuni Km quadri per poi spegnere la luce?
Da tutto il paese stanno convergendo anche corpi della Guardia Nazionale, persino dal governatorato di Puerto Rico. Guido Lombardi mi ha fatto osservare che ogni stato federato ha il proprio corpo della Guardia Nazionale e tutti i 54 corpi (ci sono 4 territori oltre ai 50 Stati) rispondono al governatore del rispettivo stato (o territorio), ma a differenza delle varie forze armate, la Guardia Nazionale è composta da riservisti e agisce sotto il controllo dei vari governatori, i quali possono mobilitarla all’interno dello stato in casi di calamità ed emergenze, ma la National Guard di ciascuno Stato può essere impiegata in servizio federale per respingere un’invasione o reprimere rivolte. Può svolgere servizio di polizia/ordine pubblico federale se gli USA o parte di loro vengono invasi o sono in pericolo di invasione per opera di una nazione straniera. Per questo motivo chi in questi giorni fa riferimento all’Insurrection Act con cui Trump può attuare un dispiegamento di truppe della Guardia Nazionale e dei militari federali sul territorio, espone una possibilità concreta che Trump ha e che può giocarsi da istrionico gigante quale lui è, pronto a prendersi un posto da gigante della Storia. L’americanata, cioè l’happy end che tutti i suoi sostenitori si aspettano sin dal 2016, quando in moltissime manifestazioni lo slogan ‘HILLARY in THE PRISON’, surclassava pure gli slogan ‘MAKE AMERICA GREAT AGAIN’ e ‘AMERICA FIRST’, non è solo nelle sue corde, è proprio Donald Trump in carne ed ossa! Pensateci bene: è possibile che Trump, un uomo che ha nel colpo di scena il suo tratto distintivo, non ci regali questo colpo di scena che sintetizza plasticamente i due super slogan, Make America Great Again, e Hillary in the Prison? Trump prima di diventare Presidente irrompeva negli incontri di Wrestling, rompendo il politicamente corretto perché lui era un esterno del pubblico, partecipando fisicamente alle risse a scapito dei cattivi per riequilibrare gli esiti della competizione, e dal 2004 al 2014 si è imposto in TV con il reality show Apprentice, in veste di personaggio molto generoso quando si trattava di premiare i bravi lavoratori ossequiosi dell’etica americana, ma anche uno spietato ‘punisher’ dei cattivi lavoratori, specie se falsi, corrotti o malvagi. Le persone che si erano comportate male venivano licenziate in TV così dando esempio ad una generazione di giovani americani che il bene e il male non sono tutto uno, ma si distinguono e si devono separare nella sorte buona e cattiva, anche ricorrendo ad una spada da cavaliere o da San Michele Arcangelo, se occorresse.
Perciò mi aspetto che l’America rimanga fedele a sé stessa, e ci dia un esempio di Democrazia, di Civiltà, e di come il Sogno americano al termine di questa storia possa uscirne più forte e potente di prima. Deve per forza essere così!
Io sono cresciuto da adolescente con i miti americani di Top Gun, Rambo, Rocky Balboa e dei personaggi dei film d’azione con Nicolas Cage e Bruce Willis, e perciò l’americanata in finale di reality politico è assolutamente certa, perché a condurre il gioco non è stata la marionetta di una élite di burattinai banchieri di Ginevra, ma chi crede nell’America First e ne è un esempio palese.
Alle mie lettrici, che essendo donne hanno intuito femminile, chiedo se è possibile che Trump non abbia le palle per fare la cosa giusta. Il Sogno Americano esiste nel Make America Great Again e viceversa, e come possa esserci un Trump in futuro se lui non dimostrasse al Sogno Americano di esserci ora. Non è possibile nemmeno pensarlo! Sarebbe come immaginare di vedere Pretty Woman e Julia Roberts che alla fine non si ritrova Richard Gere sotto la finestra, con un mazzo di fiori e la favola che Lei aveva chiesto a lui? Julia Roberts, la sua favola se l’era conquistata nel film, non certo dopo il sesso che da prostituta aveva potuto offrire, un aspetto incidentale e marginale, ma dopo aver curato l’anima inquieta di un finanziere, e averlo portato sulla strada giusta del sostegno all’economia reale, e non della finanza d’assalto, della speculazione e della sopraffazione degli esseri umani più deboli perché meno intelligenti. Secondo voi sarebbe possibile? Ed ancora, sarebbe un sogno americano quello in cui ‘Una donna in carriera’ con Melany Griffith, alla fine non fa carriera, e continua ad essere una lavoratrice sfruttata e maltrattata da Sigourny Wevaer? Tess McGill era una giovane segretaria che viveva alla periferia di New York, con il sogno di sfondare nell’alta finanza, ma una serie di vicende la videro patire e soffrire il ruolo di sottoposta oppressa. Tess confidò a Parker (Sigourny Wevaer) una propria brillante idea di progetto per le Trask Industries, ma Parker la raggira con inganno dissuadendola, per appropriarsi del progetto. Quando Parker si frattura una gamba e resta costretta a letto per due settimane, Tess scopre del furto e decide di riappropriarsi del suo merito, ma sul finire del film sembra che Parker riesca prevalere imponendosi con arroganza. Tess sembrava destinata alla sconfitta, ed essere ancora costretta per anni a compiere mansioni umili per capi che la maltrattavano e il suo riscatto, sembrava non potesse mai arrivare. Ma alla fine del film ecco l’americanata, e tutti poterono riconoscere il merito a Tess, con un compiacimento che echeggiava nel nostro Io profondo, che comprende cosa è giusto e cosa è sbagliato in forza di un Diritto Naturale. Così come non compiacersi della morale profonda nel film il Diavolo Veste Prada, che termina con una portentosa americanata che schiaccia il satanismo. Andy (Anne Hathaway) è una giovane laureata che si accinge ad affrontare la vita, quando allo scopo di fare esperienza si imbatte in Miranda Prestley (Meryl Streep), emblema del mondo apparente e patinato, che può portare enormi e comodi vantaggi, il motivo per il quale Andy accetta le angherie del suo capo, una ‘diavolessa’ che piano piano snatura i principi e le certezze della ragazza, travolgendola in un mondo accattivante, specie quando un affascinante ma vacuo giornalista freelance la seduce a Parigi, portandola al punto più basso della storia, quando dovrà lasciare il suo fidanzato, un cuoco italiano. Andy però capisce il precipizio verso cui si è avviata, rendendosi conto che non è che stesse vivendo tanto bene, proprio come l’infelice e arcigna Miranda Prestley, quello che anche lei sarebbe diventate se non ci fosse stata l’americanata finale. Di fronte alla possibilità di vedersi dipinta come una possibile “nuova Miranda”, per il torto che aveva fatto alla sua collega Emiliy, oltre che a suo Padre e al suo ragazzo cornificato, Andy capisce che la strada intrapresa era lontana dal mondo che nel profondo suo ‘Io’ le apparteneva, quindi sfida il Diavolo fino a quel momento vincente, ed esce dall’auto girando le spalle a Miranda, che la chiama al telefono per recuperarla, ma non ce la fa, perché Andy è più forte, vede il numero e getta via il cellulare. Tornata a New York, Andy poi recupera il rapporto con il fidanzato, e viene assunta come giornalista per un piccolo giornale occupandosi di dire anche a pochi lettori quello che è vero, in verità anche grazie alle referenze della sua ex diabolico capo. Nell’ultima scena il clou dell’americanata, Andy rincontra Miranda per caso proprio davanti all’edificio della rivista multinazionale e le rivolge un sorriso salutandola, ma Miranda la guarda ed entra in auto fingendo l’indifferenza di chi è stato sconfitto. Solo una volta dentro l’auto, lontano da occhi indiscreti, Miranda si lascerà scappare un sorriso, il segno eccezionale che testimoniava di esser stata sorpresa. Nel Diavolo veste Prada pare quasi che il Diavolo abbia fatto un suo onesto lavoro, e che alla fine fosse sorpreso, stizzito ma compiaciuto di fronte ad una superiore manifestazione divina.
Chiunque creda nell’essere umano, sa che presto ci sarà un’americanata nei prossimi giorni, e che Biden non vincerà. Per tutti gli altri, comunque vada, ci sarà una vita funestata da Miranda Prestley a cui loro non sono riusciti a sfuggire, e che ovviamente li guarderà con schifo, per maltrattarli e non rispettarli, senza minimamente riservare loro un qualche sorriso di compiacimento, che pure il Diavolo ha quando incontra il Divino.
Gli esiti della Democrazia Americana stanno girando contro il Diavolo, e i segnali di ciò sono palesi con le ‘combinazioni’ fortuite di un crollo fisico dei due pilastri della Cabala: i khazari e il Vaticano preda totale dei gesuiti. L’altro ieri è morto il barone Benjamin de Rothschild, il numero 1° della holding a capo dell’impero finanziario più forte del Mondo. A molti sfugge cosa significhi questa notizia, cioè la morte di un pezzo grosso della Cabala che controlla tutte le top bank continentali e quindi le banche Centrali, BCE inclusa. La costruzione dell’impero Rothschild iniziò quando i due fratelli Nathan (da Londra) e James (da Parigi) giocarono con il Mondo scatenando le guerre napoleoniche. Non sono sicuro che costui sia effettivamente morto, poiché gente di quel livello ha la forza di sparire e inscenare la propria morte, tuttavia il segnale nella situazione politica attuale è sempre quello di un cedimento strutturale del Nuovo Ordine Mondiale.
Identica situazione si scorge nel Vaticano gesuita, che sembra pagare alcune insolenze papali, tra cui lo schiaffo alla cristiana cinese che a Capodanno si aggrappò alla mano del Pontefice esortandolo con una energica presa a proteggere i cristiani cinesi sotto la dittatura comunista, venendo schiaffeggiata sulla mano, oppure lo ‘schiaffo morale’ rifilato a Mike Pompeo, che Bergoglio si rifiutò di incontrare ad ottobre. Dalla Cina è arrivato il Covid 19 e potrebbe essere la fine del potentato gesuita in Vaticano, poiché molti potenti arcivescovi stanno cadendo come mosche. Ne sono morti 9 solo questa settimana, la maggior parte dei quali in Svizzera, molti dei quali sopra i 70 anni ma uno, un pupillo di Bergoglio, intorno ai 50. Che sfortuna!? Il Vaticano 7 giorni fa era stato funestato da un black out misterioso, e qualcuno ha pure sentito degli spari, ma quello di molto ‘sfortunato’ che risulta essere accaduto, è che il giorno seguente sarebbe deceduto il medico personale ed amico di Bergoglio, per Covid19.
Cosa sta succedendo? Sta succedendo forse un regolamento di conti di portata biblica?
Ognuno si faccia la propria idea, certo è che la mole di documenti desecretati da Trump sono destinati a sconvolgere il Mondo, qualsiasi cosa deciderà di fare Biden e la sua armata brancaleone, senza alcun più favore delle stelle. Biden sfiderà Trump e il botteghino americano privando l’America della sua americanata? No, non è possibile. Tra Trump e Biden chi è lo stallone italoamericano che finora ha incassato pugni dall’inizio alla fine, ma è rimasto in piedi all’ultimo round contro il pugile comunista che avrebbe dovuto spezzarlo in due?
Il finale da botteghino, cioè l’Americanata, per me è l’essenza stessa dell’America, e comunque i Dem decidano, presentarsi a Washington per reclamare la loro legittima refurtiva, oppure chinare il capo al cospetto del Sogno americano, sarà impossibile fermare una inondazione di sdegno popolare che arriverà con la furia degli eroi della Marvel su di una Democrazia lacerata dalla corruzione e non da una divisione che non ci sarebbe più, facendo sguainare la spada all’arbitro supremo che ha fondato gli Stati Uniti: l’Esercito americano.
Trump non avrebbe potuto fare altrimenti rispetto a quello che può fare stando dalla parte del Popolo, della Legge e dell’Esercito, e non avrebbe mai potuto agire prima per bonificare la palude, poiché la maggioranza 2/3 al Senato per cacciarlo con il pretesto Russiagate, era fattibile se avesse alzato troppo il capo uno o due anni fa. Come possono comportarsi i media e i social media per inquinare la verità e tapparci la bocca, lo sappiamo adesso, e come si sono comportati 94 senatori su 100 lo abbiamo visto il 6 di gennaio. Ma l’impeachment oggi non è possibile e la situazione si è ribaltata con un’americanata in arrivo, perché il 100% dei Dem insieme all’80% dei Repubblicani sono tutti politici ‘dead man walking’, cioè fottuti politicamente, perchè ‘l’impeachment’ lo subiranno tutti i congressman, i lobbisti delle multinazionali degenerate e i giudici di Washington, se non si metteranno in linea con i principi di una Nazione improntata al riconoscimento di Dio e non a quello di Satana.
In conclusione vi parlerò di Joe M, e sono certo che quantunque sia un argomento per lettori, manderò in solluchero soprattutto le mie lettrici, che al termine dell’articolo inizieranno a farsi un’idea su chi sia quest’uomo tenebroso accanto a Trump, e sulle cui parole ho ispirato questo lungo articolo.
La foto con cui Joe M si pone è esteticamente assai sgradevole (un teschio) ed è quella di un personaggio di fantasia su cui si può fissare la mente di un uomo nato intorno agli anni 60, e che ha grandi torti da vendicare. La foto è quella del Punisher (il Punitore) e si tratta di un antieroe immaginario che compare nei fumetti pubblicati dalla Marvel insieme all’Uomo Ragno e Capitan America. The Punisher fece la sua prima apparizione grazie alla penna di Conway, il creatore dell’Uomo Ragno. La natura brutale e la volontà di uccidere del Punitore lo resero un’anomalia nei fumetti americani, quando alla fine degli anni ’80, il Punitore faceva parte di un’ondata di antieroi psicologicamente particolari essendo stati turbati da un trauma infantile. Apparve per la prima volta inThe Amazing Spider-Man (1974), e il Punitore era inizialmente un antagonista dell’eroe riconosciuto e accettato dal pubblico, l’Uomo Ragno. Il personaggio è descritto come un vendicativo con sete di sangue che sfoga volendo uccidere i cattivi, qualcosa che la maggior parte dei supereroi dell’epoca si astiene dal fare, nel senso che tutti si limitavano a consegnarli alla Giustizia o metterli semplicemente in una rete. The Punisher no, ed ha dei limiti umani e dei superpoteri molto umani, perché è un abile tiratore ma soprattutto un abilissimo stratega, con un temperamento feroce in segno di notevole frustrazione per l’uccisione dei suoi familiari operata dai cattivi quando lui era molto piccolo. L’uomo è assai complesso, tenebroso ma affascinante, perché impegnato in un’ampia ricerca all’interno della sua anima su quale sia la cosa giusta da fare, e sebbene non abbia scrupoli nell’uccidere, e dovesse essere destinato ad un ruolo di secondo piano dall’autore, consegue popolarità imprevista. Pur rimanendo eroe di secondo livello al grande pubblico, diviene una leggenda tra gli appassionati del genere. The Punisher lavora nell’ombra, come se fosse inesistente, ma accompagnando eroi molto più popolari di lui, come l’Uomo Ragno e Capitan America, fa spiccare la sua profondità d’animo e diviene protagonista assoluto in una dimensione psicologica con la sua forza d’animo complessa, che giustifica tutta la brutalità che lui dosa in ragione degli eventi da lui subiti durante l’infanzia. Questo è il personaggio con cui Joe M si presenta, spiegando a tutti noi la situazione di trappola totale in cui sono finiti i Dem: cosa faranno, penseranno che Q è un bluff, come abbiamo dato ad intendere finora, o realtà? Cosa faranno, cederanno consegnandosi ai muscoli di Capitan America a cui riconoscere la Presidenza, oppure andranno andranno a Washington il 20 con il rischio di finire nella rete che l’Uomo Ragno ha approntato per tutti loro a Washington seguendo la strategia di Q Joe M alias the Punisher (il punitore)? La curiosità su chi possa essere Joe M della organizzazione Q, è enorme, e chissà se sarà mai soddisfatta.
Q è stata fondata da John Fitzgerald kennedy per combattere la Cabala, perché il grande Presidente dei Democratici negli anni ’60 si rendeva conto che la segretezza con cui operavano i suoi nemici, era la loro più grande forza, e per questo creò questo corpo di intelligence protetto da un livello di segretezza estrema, indipendente da FBI e CIA. La Cabala comprese che questo Kennedy era un uomo fuori dal comune e quindi molto pericoloso in ragione di uno slancio cristiano contagioso, e perciò lo uccise spappolandogli il cervello in una strada di Dallas nel novembre del 1963, infliggendo ai suoi figli una frustrazione che nessuno di noi potrà evidentemente immaginare, atteso che nessuno di noi ha per fortuna visto la propria madre disperata mentre cerca di recuperare materia cerebrale del marito che scivola via dal cofano dell’auto presidenziale. Il fratello di J.F. Kennedy, Robert Kennedy, ci provò a seguire le orme del fratello nel 1968, ma evidentemente era diventato un problema di consapevolezza famigliare, perché dopo aver vinto le primarie ed essersi avviato a diventare Presidente, fu anche lui ucciso dalla Cabala con un’esecuzione a bruciapelo in un contesto politico. Sul finire degli anni 90, il giovane John John figlio di JFK e nipote di Robert avrebbe dovuto sfidare Hillary a New York per arrivare in Senato e provare una carriera politica significativa, che si era prefissato di portare avanti avendo in mente le riforme finanziarie che aveva in mente il padre, cioè l’emissione della moneta a credito e la fine della schiavitù degli esseri umani. Pensate che tra i suoi amici Jonh Jonh aveva anche l’erede dei Rothschild in America, un ragazzo di cui si narrano le doti di grande intelligenza, sicuramente di famiglia, ma che sembrava la classica pecora nera, poiché era orientato a voler cambiare il Mondo avendo le stesse idee di John John. Purtroppo nel 1999 l’aereo privato del rampollo Kennedy si inabissò con la moglie e cognata, e quattro giorni dopo a 30 metri di profondità un solo corpo fu trovato, stranamente ben attaccato al Piper, che si è poi presunto essere quello del figlio appena trentottenne dell’ex presidente USA ammazzato a Dallas. Pochi mesi dopo, anche il rampollo dei Rothschild, la pecora nera o bianca qualsivoglia, morì nel corso di una festa newyorchese, ufficialmente per un’overdose di droga, anche se alcuni asserirono che non fosse il genere di vizi di quel giovane ragazzo venuto fuori dalla famiglia più ricca e potente del Mondo. Tuttavia nel 2001 le Twin Tower crollarono e con esse i server e i piani tecnici per impostare Gesara, cioè l’emissione della moneta a credito, come avrebbe voluto realizzare John John, anche per portare avanti il testimone di suo padre John Fitzgerald Kennedy, con il favore di tutti gli uomini liberi e forti che credono nell’Umanità a prescindere dal loro cognome, dal loro ceto, dal colore della loro pelle e dalla loro nazionalità. In quegli anni c’era però anche un outsider, un altro rampante newyorchese sbruffoncello e molto poco temuto dalle èlite, anche se stoffa ne aveva perchè era riuscito a farsi rispettare tirando su grattacieli a Manhattan, senza che qualcuno lo avesse autorizzato. Il ragazzo aveva un cognome molto meno blasonato rispetto a quello dei Kennedy o dei Rothschid, e di lui il Presidente antièlite anni 80 di nome Ronad Reagan disse che un giorno sarebbe diventato un Presidente modello Capitan America. Questo giovane uomo si chiamava Donald Trump. In conclusione lasciatemi finire con la madre di tutte le americanate: chi, se non un editore appassionato di fumetti avrebbe potuto pensare di accompagnare Capitan America avendo capito l’importanza di agire in anonimato e con una meticolosa e complessa strategia che la Cabala non avrebbe saputo leggere? Chi, se non un uomo maturo nel cuore di un bambino chiuso della sua stanza negli anni 70, mentre mitigava la sua frustrazione esistenziale sognando di far intrappolare tutti i cattivi nella rete dell’Uomo Ragno o far prendere a cazzotti da capitan America? Oh sì, solo The Punisher, alias Q-Joe M, alias… avrebbe potuto sognarlo. Come disse un matto di nome Enzo Ferrari, se puoi sognare una simile cosa, allora puoi anche farla. È di tutta evidenza che qualcuno l’ha sognata questa strategia, e io ho una mia idea ben precisa su chi possa essere stato.(NO IO NO. ANCORA NO......ma posso apprendere )
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