martedì 29 giugno 2021

L'INTEGRALE SUI CAMMINI

 

Avevo un amico giù a via Nicolò che se ne era sempre rimasto come in una stringa che si era avvolta sinuosamente nel polpaccio della bella di turno fino ad arrivare al piede che d'improvviso aveva assunto la sembianza di quello della Gradiva raccontata da Jensen e  dettagliata in tutti i suoi significanti da Freud. In quell’ottobre del 1965, dopo che lui aveva avuto quel po' po' di trionfo agli esami di Maturità classica al vecchio "Virgilio" di via Giulia, con tanto di ratifica di "migliore maturità d'Italia sebbene fosse privatista e portasse tutti i tre anni di liceo  aveva letto sui giornali che il nobel per la fisica, la materia  nella quale aveva deciso di iscriversi all'università e che assieme alla psicoanalisi e allo specifico molto più pragmatico dell'acchiappafemmine, era  stato assegnato a Richard Feynman (tra l’altro anche a Monod  di cui lui si era entusiasmato per il Suo Caso o necessità ) era sequenziale che si mettesse a approfondire il fisico che per così dire, rappresentava l'ultimo grido dello specifico: il personaggio poi era alquanto particolare e  sopra le righe per cui ovvio che ne rimanesse subito attratto: la cosa che più doveva interessarlo e appassionarlo  era quel “integrale sui cammini “ che lo suggestionava  anche come flatus vocis nominalistico e 
quindi in forza del suo genio  in erba,  si era messo ad utilizzare  come  sorta di divertissement quantistico, applicato a quel terzo specifico sopracitato, ovvero  il femminile ed il sesso; un qualcosa che lo portava in quei tre mesi, perlomeno fin quando i giornali riportarono le foto di Feynman appunto che riceveva il Premio Nobel dalle mani del Re di Svezia,  a lavorarci  alacremente suffragando l’impianto teorico con quello pragmatico. 
La vecchia equazione di Schrodinger ripresa sia nei precedenti di
De Broglie e Dirac, aggiornata proprio su questo integrale che Feynman aveva elaborato nel 1948e che aveva quella dicitura così suggestiva "integrale sui 
 cammini" lo portava a elaborazioni sempre più appassionanti, laddove richiedevano quasi come verifica il corrispettivo pratico di relative  fanciulle. 
Un lavoro doppio e parimenti entusiasmante, sia da un punto di vista teorico per i risultati davvero d'eccezione di equazioni con tanto di unità immaginarie, calcolo infinitesimale e integrali di raccordo,  dopo aver dato un  ultimo  tocco alla sua equazione dell'andamento integrale di tutto il cammino che porta dall'approccio al rapporto sessuale, così tanto per smentire con tanto di equazione e relativo integrale, l'affermazione di Lacan "il n'y a pas de rapport sexuel" decise ovviamente sul molto scherzoso, di inviarla  con tanto di quella variante di "integrale sui cammini" a Feynman stesso al Californian Institute of Tecnology contando ovviamente sulla bizzarria del personaggio. 
   
L'
integrale sui cammini fornisce le basi per l'elaborazione del gruppo di rinormalizzazione, che unificò la teoria quantistica dei campi con la meccanica statistica. Se si riflette sul fatto che l'equazione di Schrödinger è essenzialmente una equazione di diffusione con una costante di diffusione immaginaria, l'integrale di percorso è un metodo per l'enumerazione dei cammini casuali. Per questa ragione gli integrali di percorso sono stati utilizzati anche nello studio del moto browniano e della diffusione, prima della loro introduzione come formulazione alternativa della meccanica quantistica. L'approccio canonico della teoria quantistica, introdotto da Erwin SchrödingerWerner Heisenberg e Paul Dirac, pone grande attenzione alla dualità onda-particella e al risultante principio di indeterminazione. Ne derivano lo spazio di Hilbert degli Stati Quantici e la legge di sovrapposizione delle ampiezze quantistiche. L'integrale sui cammini parte dalla legge di sovrapposizione e sfrutta la dualità onda-particella per costruire un'equazione di generazione per le ampiezze quantiche.Feynman tentò inizialmente di esprimere il senso del breve accenno di Paul Dirac riguardante l'equivalente quantistico del principio di azione della meccanica classica. Nel limite di un'azione grande rispetto alla costante di Planck l'integrale sui cammini è dominato dalle soluzioni che sono punti stazionari dell'azione, poiché le ampiezze di storie simili tendono ad interferire costruttivamente con gli altri. Al contrario, per cammini che sono lontani dall'essere punti stazionari dell'azione, la fase complessa delle ampiezze calcolate in accordo con il terzo postulato, varieranno rapidamente per cammini simili e le ampiezze tenderanno a cancellarsi. Inoltre le parti importanti dell'integrale, ovvero le possibilità significative nel limite di una grande azione, rappresentano soluzioni delle equazioni di Eulero-Lagrange, cosicché la meccanica classica è correttamente salvaguardata. I principi di azione possono sembrare confusi a causa della loro apparente qualità teleologica  anziché predire l'evoluzione futura dalle condizioni iniziali, si parte da una combinazione delle condizioni iniziali e finali e poi si trova il cammino tra esse, come se il sistema sapesse in qualche maniera dove sta andando. L'integrale sui cammini è un modo di capire perché questo funziona. Il sistema non sa in anticipo dove sta andando, ma l'integrale sui cammini calcola semplicemente le "ampiezze di probabilità" per un dato processo, e i punti stazionari dell'azione segnano i bordi dello spazio delle storie per le quali l'interferenza quanto-meccanica originerà grandi probabilità. Per una particella in un potenziale liscio (cioè C∞), l'integrale sui cammini è approssimato da Feynman come il limite per piccoli passi su cammini a zig zag che in una dimensione è il prodotto di integrali ordinari. Per il moto di una particella da una posizione al tempo a al tempo , l'intervallo di tempo può essere diviso in piccoli segmenti di durata fissa . Questo processo è chiamato suddivisione temporale (time slicing in inglese). Una approssimazione per l'integrale sui cammini può essere calcolata come proporzionale a

dove H è l'intera storia nella quale gli zig-zag della particella, dalla sua posizione iniziale a quella finale, sono linearmente compresi tra tutti i valori di Nel limite di n che tende a infinito, questo diventa un integrale funzionale che con l'aggiunta delle piccole varianti da lui esaminate si appresta a dettagliare per filo e per segno il rapporto sessuale. Incredibile a dirsi Richard Feynman trovò il tempo per esaminare quella che per molti poteva sembrare una boutade e ne rimase non solo
divertito, ma conquistato e si peritò di invitare l'impudente giovane genietto all'università di California ove insegnava. Il giorno 23 febbraio 1966 dopo che la facoltà di Roma aveva consentito di dare 4 esami al mio caro amico, tutti , manco a dirlo, trenta e lode, ecco che a sue spese disponeva per lui e quell'assistente dell'appartamento al Pantheon, il viaggio di visita dal grande Richard Feynman, che c'era proprio da giurarlo, avrebbe comportato una epocale lezione nell'ateneo americano



domenica 20 giugno 2021

LA SCELTA DI ESSERE

 

Debbo scrivere una autobiografia che tenga conto del senso della dedica di Massimiliano per il 9 giugno, ovvero cambiamento di prima epifania riflessa, quindi stringa altra per normale simmetria (diciamo alla bilogica di Matte'Blanco ) e quindi adozione di un diverso spazio/tempo per una dimensione dove entra da protagonista il vocaboli "super"... super es come 4^ figura della topica di Al di Là del principio del piacere , super uomo nietschiano alla Così parlò Zaratustra, supersimmetria per configurare supestringhe in spazi/tempi
appositi, tipo Kalabi-Yau e quindi adozione del vocabolo "multi" per dimensioni e altri universi. Il luogo rimane quello, ma il tempo cambia e quindi anche se lo stesso il luogo si conforma ad un altro tempo, ovvero con stringhe che emettono altre frequenze, corde di violino che non ripetono. Ammissione al ginnasio (1958), "Meriggiar pallido e assorto" agli esami di Montale
Dracula il vampiro secondo Stoker, ma anche il corrispettivo al femminile di Camilla di Le Fans, il Faust di Goethe sulla scia di Villa Diodati in Svizzera vicino Ginevra (1960).Tutto da riscrivere quindi nella superstringa che informa la M-Teoria. Ma queste sono cose che verranno dopo, per scongiurare il degrado distopico cui perverrà il mondo nel secondo decennio del terzo millennio.
Qui stiamo pensando ad altri universi nell'accezione di quel "multi" e sopratutto di quel "super" che informa altri percorsi di spazio/tempo. Con l'ingresso negli anni sessanta il personaggio in simmetria di stringa, comincia a perseguire quel flusso se non ancora di super, di eccezionale certamente si: letture, interessi, studi, indirizzamento da parte del simmetrico a livello inconscio che si fa messaggio . tutto questo fino al marzo del '63, quando la scomparsa di un polo della simmetria lascia solo l'altro, ma con peculiarità appunto di "super" Il primo elemento che fa seguito alla scomparsa è la psicoanalisi e la concentrazione non sull'udito e le orecchie come effetto da compensazione, ma sulla vista incentrata sul femminile da un film che si ha modo di assistere Lolita di Stanley Kubrick,
in special modo nella immagine dei titoli dove c'è il piede in primo piano della interprete Sue Lyon: E’ anche da tale piede che si ripensa alle stringhe che avvolgevano il piede e il polpaccio delle ragazzette prossime allo sguardo e ad un quasi contatto (1958) e ne scaturisce quell’interesse per le stringhe che informeranno la vita . (si mescola anche il piede della Gradiva di Jensen nella esplicazione di Freud e quindi eccola lì la psicoanalisi). Fisica nell’accezione della fisica quantistica preparata da calcolo infinitesimale di Leibniz e da derivate composte da proiezioni di numeri negativi e psicoanalisi a conformazione di un ragazzetto che in effetti è sempre più “SUPER”. Così si delineano gradienti e interessi in quella primavera-estate del ’63. In aggiunta la visita di Kennedy a Roma nel luglio, che incrocia in via di Porta Fabbrica mentre si recava da Paolo VI e quindi una estate tutta passata tra libri e desideri (Tra Maraldi dove fa incetta dei libri più disparati e via Nicolò V dove si d’accordo c’è lo struggimento per la perdita del polo che simmetricamente lo aveva sostenuto in quei primi 15 anni, ma c’è anche come un flusso che va continuamente modificandosi . Approfondisce anche il gioco degli scacchi e comincia a suonare il violino. (giugno-luglio-agosto-settembre ) Continuiamo quindi a comporre questa superbiografia: poco prima del ritorno a scuola si infiamma per la lettura del “Così parlò Zaratustra"
di Nietzsche e comincia a coltivare delle tendenze di elezione; il lutto /privazione che lo aveva colpito nel marzo non gli aveva permesso di sostenere gli esami di licenza ginnasiale ed ora si era visto costretto a riscriversi alla v ginnasio, ma ovviamente la cosa gli stava assai stretta. Si distingueva in maniera imbarazzante tra i banchi di scuola e faceva amicizia con parecchi compagni più grandi in genere appartenenti a gruppi di estrema destra, che addirittura lo portavano con orgoglio al Fuan Caravella ovvero l’associazione di studenti destrorsi e quasi sempre con implicazioni esoteriche e persino magiche . Agli studi quindi di fisica quantistica e psicoanalisi aggiungeva in quell’autunno la entusiastica lettura di Le matin des magiciennes, Aleister Crowley, Renè Guenon che giusto giusto aveva scritto un saggio sul Calcolo infinitesimale
ed ancora Stirner, Mircea Eliade, Drieu de la Rochelle, Ezra Pound. Il 22 novembre schok per l’uccisione di Kennedy, che quasi lo riportava alla disperazione del marzo : poco dopo uno di quegli amici più grandi del Virgilio, lo portava ad una riunione pomeridiana in casa del filosofo estremo Julius Evola in Corso Vittorio Emanuele (25 novembre 1963 ,
dove vi erano anche l’ex cte della X Max Junio Valerio Borghese, Rauti, Almirante e la nipote del Maresciallo Graziani , Amelia Graziani che aveva come compagno un principe egiziano alto due metri con il quale conduceva un Istituto per recupero anni scolastici in via Flaminia . La sua presenza non doveva rimanere indifferente , difatti ancora sotto schok per la uccisione di Kennedy con Evola si era messo a discutere del Mito dell’eterno ritorno e poi del fatto che per lui gli USA rappresentavano quel futuro cui la tradizione doveva coniugarsi per dare avvio ad un avvenire in sintonia collo spirito del mondo (un concetto che Evola giudicò interessantissimo e degno di monopolizzare la discussione che si protrasse fino a sera tarda) …“si capirà bene “ argomentava con sicurezza lui “ che con Lyndon Johnson che a mio parere non è del tutto estraneo a questo misterioso attentato, vedo un futuro molto molto preoccupante, non mediato da una tradizione opportuna esso rischia di risolversi in mera tecnologia a beneficio di lobbies militari e industriali all’insegna del mercimonio e del consumismo “ e lì Evola intervenne con un suo straordinario pensiero che equiparava il consumismo con il comunismo e l’infame mentalità sinistrorsa dilagante…. “sono due facce di una stessa medaglia!” aveva sentenziato e quella frase lui non l’avrebbe mai più dimenticata. “per dio mi hai fatto fare un figurone!” disse l’amico del terzo liceo all’uscita dal sontuoso palazzo di Corso Vittorio, e di questa sua performance nei giorni seguenti Luciano (questo era il suo nome) ne aveva parlato coi camerati della federazione del MSI della corrente Almirantiana e Rautiana e anche al Fuan Caravella, portandolo nell’una e nell’altra dove lui si era prodotto in conoscenze davvero inusitate in un ragazzetto di 15 anni e mezzo . Nei banchi di V ginnasio era ovviamente centomila leghe sopra a tutti gli altri compagni di classe e metteva in crisi non pochi professori, tanto che lo avevano invitato nelle classi superiori del liceo a dibattere con professori di filosofia e di fisica. Qualcuno si compiacque di trovare delle lacune nel sequel storiografico di uno specifico, ma era chiaro che questa erano destinate in tempi brevissime a colmarsi, ed allora sarebbe risultato evidente tutto il suo composito genio. Aveva anche ripreso la Ginnastica alla Borgo Prati dove il nonno lo aveva iscritto nel 1958 ed in men che non si dica era tornato ai tempi di kippe e ad una forma smagliante che nel gennaio del 1964 aveva raggiunto il metro e ottantuno di altezza per un peso di 69 chilogrammi, estensore con 4 molle, kippe in tutti gli attrezzi : parallele, anelli sbarra. Nel febbraio 1964 sempre Luciano gli aveva dato una diritta per una splendida ragazzetta di 24 anni, una mignotta veneta che riceveva non lontano dal liceo, in via dell’Arco di Parma 7/a, facendo in modo che non gli chiedesse i canonici 18 anni e così quel desiderio che era divenuto spasmodico soprattutto con i piedi di Sue Lyon l’anno precedente, si era finalmente incarnato , in una fanciulla più che disponibile che gli si mostrava in tutte le sue grazie e ne permetteva una esaustiva applicazione d’uso (10 febbraio 1964) : aveva anche fatto ritorno quasi ogni settimana da Evola, ove le discussioni erano sempre più esaltanti e si era tornati sull’argomento USA dove la scesa in campo come avversario di Johnson , del senatore Barry Goldwater riaccendeva le speranze di tornare a coniugare un futuro anteriore:
Goldwater difatti pur nella sua sfacciata veste di esaltazione di una visione americana era quello che dismetteva i toni di anticomunismo becero e demonizzante tipici del Partito Repubblicano per proporre una visione colta, addirittura filosofica di una destra qualificata, che in effetti aveva tutti i crismi per colpire uno come lui che aveva trovato quello straordinario contrappunto nel grande filosofo Evola, il quale aveva finito per sposare anche lui quel principio di modernità nella tradizione che poteva, anzi doveva, applicarsi anche all’Europa . Alla base del programma di azione di Goldwater c’era un suo libro del 1960 che aveva avuto uno straordinario successo “The coscience of a Conservative” che era una vera e propria
piattaforma programmatica nonché una sorta di manifesto culturale per quella prassi da coniugare al futuro anteriore . Per leggerne il testo, lui m.n. si era messo a studiare l’inglese e si era documentato con il cosidetto “fusionismo” del filosofo Frank Meyer che proprio in quei giorni aveva pubblicato un libello “what is Conservatism?” che andava alla ricerca di un pattern capace di unire le diverse anime della destra americana, con in più la isolata Partecipazione di un quasi sedicenne, sia pure in continuo confronto con la filosofia quasi proibita di Evola. Per la verità a lui il termine conservatorismo piaceva poco, a lui infiammava quello di re-azionario, ovvero colui che non vuole conservare, ma vuole estrarre il meglio dal passato, da tutto il passato : una sorta di anelito verso l’età dell’oro dai testi di Esiodo, ma anche di ulteriore formulazione, non religiosa alla De Maistre, ma con tratti nietzschiani ovviamente di super uomo e di Mito dell’eterno ritorno da Mircea Eliade.
L’assidua verifica e anche contrappunto con Evola per tutta quella primavera con una brevissima interruzione per gli esami di licenza ginnasiale che decretavano un vero e proprio trionfo (tutti dieci) segnavano questo straordinario cammino ed evoluzione culturale. Ecco parafrasando Prezzolini che diceva che il conservatorismo non è un partito, ma è una struttura della mente umana, lui riusciva con l’avallo del suo mentore filosofo a sostenere che è il reazionario lo spirito, non del futuro, un futuro semplice che il progressista vuole occupare, bensì di un futuro come tempo composto e complesso, ovvero un futuro anteriore. Uno spirito non del domani, ma del dopodomani. L’impegno verso tale concezione si era fatto davvero pressante e quasi esclusivo nel corso dell’estate e l’inizio dell’autunno. Fatte salve le solite letture sempre più profonde ( testi di Einstein, Heisenberg, Schrodinger, tutto Freud anche lo sconvolgente Al di la’ del principio del piacere , il Thalassa di Sandor Ferenczi) e un frequente ritorno a via Arco di Parma dalla compiacente Ivana (questo era il nome della mignotta veneta) si era dedicato in maniera entusiastica al credo di Goldwater, sicchè quando ai primi di novembre era arrivata la cocente sconfitta, l’aveva presa davvero male. “senza futuro anteriore non c’è più speranza per il mondo, siamo destinati ad uno scenario tecnologico, consumista e comunista, un melange del 1984 di Orwell e del Mondo Nuovo di Huxley, e stante la mia caratterialità poco disposta al compromesso anche di “I am legend” di Matheson. Non si era peritato neppure di iscriversi a scuola al 1 liceo classico, ne’ tanto meno di frequentarla, sicche’ ritrovando in casa di Evola Amelia Graziani e il suo principone egiziano, si era fatto convincere ad iscriversi al loro Istituto di recupero anni scolastici che a retta ridotta per più della metà lo avrebbero presentato, con orgoglio, direttamente agli esami di Maturità Classica (novembre 1964)

domenica 13 giugno 2021

RITORNO E CONTINUITA' PER LA REAZIONE

Non è certo il primo articolo che faccio sul personaggio , però ora che le cricche globaliste, sinistrorse e ipocritamente buoniste,  sono riuscite con la manipolazione e la truffa più spudorata ad allontanare Trump dalla Presidenza degli USA, il rimpianto per il personaggio si è fatto davvero struggente  e viene da chiedersi se, fatto salvo un fantomatico straordinario ritorno, l’umanità, quella che non ha dismesso intelligenza, ragione, non abbia perduto quella che viene da ritenere “l’ultima occasione per vivere” ?  Trump l’ultima occasione per vivere? Solo pochi anni fa, ai tempi della sua inaspettata vittoria del 2016, parecchio prima cioè che l’attuale farsa di pandemia virus e terrorismo sanitario mediatico, azzerasse tutti i valori e sovvertisse ogni precedente principio di libera associazione, mai più avrei detto, io italiano, mai troppo  asservito alla abominevole ideologia della sinistra, ma insomma neppure portato a demonizzarla, (anche io sostanzialmente sono stato permeato dall’utilitaristica e abilissima operazione Togliattiana di asservimento dell’intellettualità ai valori della sinistra come corrispettivo di una accettazione senza condizioni, un po’ alla Mephisto di Klaus Mann, dei regimi di destra tipo fascismo e nazismo )  avrebbe potuto pensare di identificare Trump con i più nobili valori di libertà, cultura, intelligenza ed anche di quella famosa “competenza” che proverbialmente  ogni messaggio di quella che viene chiamata vita, impone come suo corrispettivo necessario.
Rozzo, incolto, arrogante, come dice nel suo libro su Trump il giornalista Gennaro Sangiuliano, con una certa impresentabilità dovuta anche a caratteri esteriori, tipo il ciuffone biondo tinto,  le cravatte sgargianti, i modi troppo calcati, lo stesso aspetto da omaccione, dava subito un po’ l’impressione dello stereotipo di un  Capitan America di provincia, magari senza cappello da cow Boy o stivaletti con punta a spillo o di converso senza  uno dei costumi di scena dell’ultimo Elvis Presley, ma pur sempre una sorta di caricatura, troppo estremo, troppo kitch per essere preso sul serio. Ricordo che un qualcosa di simile lessi una volta  del fatto di un giornalista di una delle più colte e impegnate testate giornalistiche tedesche, che era stato inviato a fare un servizio su di una delle prime manifestazioni di piazza di Hitler intorno ai primi anni venti, che tornò in redazione urlando  incazzato come una bestia “ma porca miseria, con tutte le cose importanti che ci sono da scrivere oggi in questa nostra povera Germania, mi avete mandato a fare un servizio su quel mediocre ometto, dall’aspetto ridicolo, con quei capelli impomatati e quei  baffetti alla Charlot !?”  Mai fidarsi di quel che sembra, specie mai fidarsi dell’aspetto esteriore : la Phisique du role è una sorta di fantasia della nostra immaginazione:  Cesare era pelato ed effeminato, Federico II di Svevia lo stupor mundi bassissimo sul metro e cinquanta, il Princeps Eugen di Savoia e anche Federico II detto il Grande, due grandi generali, ma anche due incalliti omosessuali, così la stragrande maggioranza degli artisti del Rinascimento e poi il generale Napoleone Buonaparte docile cavalier servente dell’amante di uno dei più potenti membri del Direttorio e solo in virtu’ del matrimonio con tale amante, nominato comandante dell’Armata d’Italia, Garibaldi uno scalcinato avventuriero tormentato dall’artrite, Cavour un obeso lenone, Vittorio Emanuele II un rozzo erotomane ma anche un untuoso profittatore senza dignità tanto da venir ripreso da Radetzsky per il suo portamento di denigrazione del padre e di servilismo  durante l’armistizio di Vignale del 1849. E che dire, non solo di Hitler, ma anche di Mussolini tracotante buffone e autore di smargiassate tutte miseramente contraddette dai fatti  (“spezzeremo le reni alla Grecia” “li fermeremo sul bagnasciuga” etc.)  di intrepidi generali che si fecero guidare da telegrammi “tra la sconfitta e l’inazione , preferisco la sconfitta. Muovetevi!” di altri, anzi lo stesso Generale  che buttarono le greche ai cespugli per fuggire codardamente abbandonando il Paese alla mercè del nemico, e tanti tantissimi altri esempi.  Morale della favola : non farsi mai condizionare da una prima impressione e forse neppure da una seconda, aspettare prima di formulare un giudizio, soprattutto prima di venir indotto a seguire una certa persona.  Ho già detto che le mie prime tendenze politiche furono fin dall’inizio piuttosto di destra, non da un punto di vista economico, e neppure sotto l’aspetto conservatore, in quanto più che conservatore mi sono sempre definito reazionario, amante del passato, cultore di qualsiasi ritorno, appassionato in special modo di tutto ciò che non è più verificabile: uno scorcio di città, un certo edificio o monumento, persone morte, memorie antiche, vecchie leggende. Così dopo il trauma dell’uccisione di Kennedy nel novembre del 1963 accentuai tale tendenza reazionaria sebbene fossi stato un grande ammiratore del Presidente americano e così trovai molto più opportuno troncare ogni continuità con il vice presidente Johnson, che non mi era mai piaciuto e che dirò di più , mi era sempre sembrato non tanto estraneo all’attentato di Dallas;  così per le elezioni del 1964 parteggiai apertamente per il candidato d’opposizione Barry Goldwater, di cui un mio amico più grandicello che tornava dagli Usa sul finire dell’estate mi riportò un cappellino sul quale era scritta la formula
AUH2O formula dell’elemento “Oro” e dell’elemento “Acqua” .
Ho sempre affermato che dopo l’omicidio Kennedy non mi interessai mai più di politica, ebbene a ripensarci bene non è così: subito dopo quel 23 novembre 1963, complice un invito in casa di Julius Evola cui mi fece accedere un amico più grande che era rimasto colpito da certe mie argomentazioni che riguardavano la filosofia di Nietzsche sul SuperUomo, un po’ un libro di cui casualmente ero entrato in possesso scritto in francese e che un po’ con l’aiuto di mia nonna Concetta ero riuscito a tradurre ed intendere alla perfezione, con tanto di sconvolgimento personale “Le Myte de l’etern retour” di Mircea Eliade, mi avvicinai molto molto più alla filosofia della destra esoterica.
Gia’ !!!! Evola in persona si era rallegrato che un ragazzetto di 15 anni conoscesse e fosse in grado di dissertare sul Mito dell’eterno ritorno, perdipiù in quella riunione erano presenti la nipote del Maresciallo Graziani, Amelia Graziani e il suo compagno un omone alto due metri che era un principe egiziano in esilio: ora questi due avevano un centro di recupero anni scolastici e siccome io avevo perso un anno a causa dell’incidente che mi era capitato nel marzo di quel 1963, mi convinsero con una forte riduzione della retta a presentarmi per la licenza ginnasiale. Però ecco in quel finire dell’anno andavo sempre più appassionandomi di politica in una accezione però per nulla pragmatica, ma tutta teorica e filosofica (Evola appunto, Guenon, ancora Mircea Eliade e vari altri tra cui a mò di manuale un altro testo in francese “le matin des magiciennes” della coppia Pauwles e Bergier. L’incontro con il personaggio Goldwater avvenne nell’estate del
1964, con il regalo di quell’amico dagli USA e così mentre la gente affollava i funerali di Togliatti io mi trovavo ad identificarmi con la sorta di missione che sembrava indicare il candidato repubblicano laddove era come una ripresa del sogno americano che poteva con qualche forzatura  venir adattato ad un concezione che allora mi appariva del tutto necessaria per il mondo, ma che dopo la sconfitta di Goldwater avrei come negletto per ben 57 anni. Gia’ perche’ la sconfitta di Goldwater venne da me presa come una sorta di sconfessione  della filosofia di destra dove dopo la morte di Kennedy e quella visita a casa di Evola, immediatamente successiva (se non vado errato fu una domenica sera dei primi di dicembre del 1863). Ho fatto cenno al termine filosofia, ma non è propriamente esatto o perlomeno non e’ quello nel cui spirito avevo deciso di identificarmi sui 15/16 anni: una modalità di vita altra fatta di distingui, di individualità e di tentativo di trascendere i dettami ordinari dell’esistenza, distaccandosi dalla massa informe del populismo ed anche di tutte le concezioni ideologiche ed anche economiche di sinistra, prima fra tutte ovviamente quella marxista. Non ero un ragazzino facilissimo, o perlomeno non lo ero sempre, perlopiù mi si poteva incontrare in feste da ballo e persino portare capelli un tantino più lunghi, un po’ alla Beatles,  che se si va a ben vedere non erano proprio dei veri capelloni, ma solo un po’ di zazzera sulla fronte e sfumatura bassa sulla nuca, sempre con una ragazzetta preferita, in tempi di kippe alla palestra di ginnastica Borgo Prati  (per chi fosse digiuno dei termini della ginnastica artistica la kippe è quel movimento che fa passare su di un attrezzo dallo stato di sospensione a quello di appoggio, consiste in un pronto richiamo delle gambe all’addome  nel corrso di un slancio e ad uno stacco  repentino che imprime a tutto il corpo una fulminea spinta in avanti, il suo attrezzo di elezione sono le parallele dove si parla di “kippe lunga”, ma la si fa su tutti gli altri attrezzi, la sbarra, gli anelli, il cavallo con maniglie, e le ragazze fanno letteralmente sognare per la ripetizione continua di tale esercizio   nelle parallele asimmetriche). Molti amici, canzonette alla moda, soprattutto ballabili in feste a casa , ma anche nelle prime cantine, ma anche qualche chicca un po’ più ricercata il Bob Dylan di Blowin in the wind, il francese Brassens e i primordi del nostro Fabrizio De Andrè nei cui primi 45 giri appariva solo il nome Fabrizio; ma ecco il contraltare: una marea di libri, moltissimi di argomento esoterico : Il mattino dei maghi, Così parlò Zaratustra, Gurdjeff, Oupensky, Crowley  quindi parecchi autori di estrema destra Eliade, Cioran, Celine, Drieu De la Rochelle, Ezra Pound e ovviamente fino all’esaurimento Julius Evola di cui però non mi era mai più capitato di frequentarne la casa. Questo mio dirozzamento dal solco europeo a quello statunitense però induceva delle riserve da parte di puristi della ideologia di destra come l’amico intimo di mio cugino Nico Nardulli, Giuseppe Ferrara  che insegnava al San Giuseppe ovviamente filosofia ed era attratto più dalla cultura orientale dei Sutra e del serpente della Kundalini, o magari del Tao e dello Yin e dello Yang. Come detto io al contrario andavo alla ricerca di una sorta di piattaforma  di concretezza della cultura destrorsa che non mi sembrava il caso di andare a ricercare in ambito europeo in quanto tenuta a debita distanza, per non dire vero e proprio ostracismo grazie a quella citata abilissima operazione di asservimento dell’intellettualità da parte  del “Migliore” del PCI ovvero Palmiro Togliatti, o troppo banalizzata da uno scimmiottamento della cultura orientale che mi pareva poco assimilabile al pensiero di un ragazzotto sveglio di questa quasi metà anni sessanta. Il salto alla cultura americana era un po’ nei cromosomi della mia generazione cresciuta, sulle note di “tu vo’ fa’ l’americano” di Carosone, sul film di Alberto Sordi in “maccarone tu me sfidi, e io me te magno” la televisione del gigantismo del Perry Como Show e quindi si:  la Nuova frontiera di John Fitzgerald Kennedy e il suo “ich bin ein berliner” con una specie di appropriazione dell’unico mondo che sembra adattabile a quello di un ragazzo che cerca di ragionare su di un futuro un tantino meno squallido di quello che il compromesso del centro sinistra di Aldo Moro sembra promettere. Del cambiamento messo in atto da papa Roncalli con il Concilio Vaticano II, francamente a me ateo convinto fin dall’età di 8 anni , mi importava poco e niente, ma di Kennedy…eh bhe!!!!..............
vederli così insieme allontanarsi melanconicamente sulla copertina di una Domenica del Corriere di fine di quel terribile anno, mi aveva provocato uno struggimento indicibile e così con il nuovo 1964, compenetrato in quella prospettiva di un nuovo al futuro anteriore dove la storia si confonde secondo i precisi dettami di “ Il mito dell’eterno ritorno” mi ero reso conto che si poteva giocare la partita di una vita  di interesse e partecipazione non solo sul tempo, ma anche sullo spazio in una canonica accezione di relatività ristretta di Einstein e all’insegna pittorica de “Les demoiselles d’Avignon “ di Picasso. In quel da poco iniziato 1964, era quasi di prammatica che non si potesse parlare di cultura se non da sinistra, ebbene la confutazione di tale assunto doveva diventare il mio tratto distintivo, ma mi riusciva di farlo, solo spostando l’indice referenziale come ho detto nello spazio/tempo e non adottando più un unico punto di vista, ma variegato : da un verso tutte particelle alla Heisenberg e al suo principio di Indeterminazione, dall’altro un flusso continuo assimilabile ad un onda con tanto di funzione che va al collasso secondo la ben nota equazione di Schrodinger . 
Dall’estate del ’64 grazie anche al regalo del mio amico che veniva da un lungo viaggio negli USA , portavo anche io come i giovani repubblicani americani  il cappellino con la formula AUH2O e questo mi forniva come una scissione dal trito contesto europeo e una coeva identificazione con il Paese e la gente di un Paese  che più di ogni altro accarezzava un futuro con la controassicurazione  di farlo con la grazia e il tatto della tradizione e della memoria, come stava dicendo in quegli stessi anni lo psicoanalista francese Jacques Lacan “un futuro anteriore” . la traduzione statunitense dell’indirizzo da ritrovare è “Grand Old Party = la grande vecchia festa” che infiamma la platea della Convention di San Francisco. E’ merito di Barry Goldwarter  svecchiare  programmi e visioni dei Repubblicani  spostandosi da un anticomunismo becero  e demonizzante  alla Mc Carthy a contenuti  positivi, basati su  una visione filosofica di correttezza e valori da recuperare ed esaltare dal seno della tradizione  Quando Goldwater grida “l’estremismo in difesa  della libertà non è un vizio  e la moderazione  nel perseguimento  della giustizia non  è una virtu’ ….”la platea come detto della convention di San Francisco,  si infiamma e lo applaude con entusiasmo, così a migliaia di chilometri fa un ragazzo di 16 anni che anche lui e’ alla ricerca di una vera e propria piattaforma  programmatica, si da  costituire una destra aperta alla modernizzazione previa una sorta di passe da parte della storia e della tradizione . Dopo Dallas giusto un anno dopo, la vittoria del suo vice Lindon Johnson non rappresenta, come apparentemente potrebbe sembrare,  la continuità del pensiero e della prassi di John Fitzgerald Kennedy, ma al contrario la sua definitiva archiviazione, un po’ come il celeberrimo falsissimo rapporto Warren sulle responsabilità dell’attentato : era Goldwater il vero continuatore il quale  proprio agendo su quel sostrato di conservatorismo con forte istanze anche reazionarie a salvaguardia di storia e tradizione, stava dando adito a tutto un movimento di pensiero ma anche di azione, definito “fusionista” ovvero una nuova capacità di unire  tradizione e libertà facendo leva sul senso di identita’ di una intera comunita’ : quella americana nella fattispecie del momento contingente, ma che se non fosse stata sconfitta forse avrebbe avuto modo di trascinare metonomicamente molti altri Paesi anche europei, una Francia di De Gaulle, una Italia che dismette il fallimentare centro sinistra e apre piuttosto a destra, magari innanzi tutto confermando un Presidente come Cesare Merzagora . Siccome però è andato tutto all’opposto personalmente io da ragazzetto di 16 anni, in quel novembre del 1964, quasi disponendo di una sestina di Nostradamus, presi atto non del tutto consciamente per la verità, della sconfitta del candidato repubblicano, quasi facendomene carico in quanto correo della sottesa aspirazione ad un mondo diverso assolutamente non massificato dal consumismo e neppure da ogni futuro globalismo, che le urne avevano però bocciato   e pertanto mi inducevano ad un generale ritiro . E’ dalla sconfitta di Goldwater, piu’ che dall’uccisione di Kennedy che va ascritto il mio ultracinquantennio di abbandono e assoluto rifiuto di ogni forma di politica:  un qualcosa che solo un evento epocale gravissimo quale l’attuale sistematico attentato alla libertà da parte di quelle forze legate al globalismo, al consumismo più esasperato e alla informatizzazione digitale dei processi sociali previo l’appoggio dell’ipocrita buonismo della  mentalità di sinistra del mondo intero, ha segnato un ripensamento e un ritorno : Ripensamento e ritorno che hanno un nome ed un cognome e una persona che rappresenta  tutto questo : Donald Trump. 
Bisogna che arrivi lui, o meglio non basta che arrivi perché quando venne, contro ogni pronostico eletto , a mala pena sapevo chi era e sempre addentro quella demondizzazione soprattutto politica,  risalente, come ho spiegato esaurientemente in questo articolo, al novembre del 1964, non mi curai negli anni successivi 2017, 2018, 2019 minimanente ad interessarmi della sua Presidenza. Come ho detto è stata la Grande farsa di questo terrorismo mediatico sanitario che mi ha fatto venire i primi dubbi/regurgiti , intorno all’aprile del 2020 in piena cattività (io non usero’ mai gli orripilanti termini in inglese con i quali i nostri rozzi e ignoranti politici, per non parlare dei cosidetti esperti da telegiornale o da trasmissione di interviste , si riempiono la bocca) mi andavo chiedendo “aho e se invece fossero proprio questi personaggi improponibili tipo Sgarbi, tipo Bolsonaro, tipo Johnson e soprattutto tipo Trump, a detenere la palma della alternativa? Personaggi che il potere costituito non può digerire quasi fosse un “complesso del boccone” di accezione Hameriana che ingenera in fase vagotonica proliferazione cellulare ovvero carcinomi dello stomaco dovuti a foglietto embrionale dell’endoderma cioe’ di origine tronco encefalica???” In altre parole un cancro, un cancro per il consumismo globalista, per le lobbies farmaceutiche, per i vari Fauci, Gates, Soros, Schwab e anche assai più in piccolo da noi, per i vari Renzi, Grillo, Conte, Draghi, Colao?  Un cancro come a suo tempo erano stati per questi poteri, che hanno anche loro  una inveterata tradizione di maleficio per l’umanità ( i Rockfeller, i Rotschild ) un  Kennedy, un Goldwater e in una certa diversa interpretazione, un De Gaulle, un Almirante, un Cossiga, un Putin. Una storia tutta quanta da riscrivere, da deselezionare e rivedere totalmente; per una qualche leggibilità ho personalmente cominciato dalla Rivoluzione Industriale e dalla prima farsa correlata all’ascesa della borghesia ; quella di un inventato genio militare in un mediocre militare e ancor più mediocre essere umano cioè Napoleone Bonaparte e al netto opposto nella sistematica svalutazione di un personaggio invece altamente positivo, anche se indubbiamente pittoresco e assai spesso sulle righe come Donald Trump.


domenica 6 giugno 2021

SIMMETRIA E SUPESIMMETRIA: DALL'INCONSCIO COME INSIEMI INFINITI ALLE SUPERSTRINGHE

 LA TEORIA DELLE SUPERSTRINGHE IN QUANTO IN SUPERSIMMETRIA
Mi sono fatto una idea dell’importanza della simmetria studiando l’inconscio come insiemi infiniti di Mattè Blanco che giustappunto operando in termini di una logica assai differente di quella tradizionale,che Mattè Blanco definisce “Bi-logica”,immette meccanismi inusitati anche nel funzionamento dei fenomeni inconsci scoperti da Freud. La simmetria un principio mediato dall’arte, dall’architettura si presta a far da interprete ad una comprensione di supposte anomalie che da sempre hanno contrassegnato la scoperta Freudiana: pensiamo ad esempio a certe asserzioni “l’inconscio non conosce la negatività” “l’inconscio opera per rassomiglianza””simile attrae simile” l’inconscio ripete”, etc….. hanno tutte senso in una non logica, in un qualcosa che prescinde da schemi, da classi di appartenenza che proprio la simmetria contraddice “Mario è il padre di Marcello….Marcello è il padre di Mario” ovvero riflessione speculare , annullamento dei tre principi aristotelici : identità, non contraddizione, terzo escluso.
L’inconscio come insiemi infiniti. Saggio sulla bilogica, esordisce nella prefazione l’autore, “è scritto per psicoanalisti e per filosofi matematici”. Non solo si tratta di riferimenti a Kant, James, Russell (autore cui si rifanno anche i “pragmatisti” della comunicazione umana), Whitehead e Wittgenstein, tra gli altri, ma anche, come si trova scritto nella prefazione, ai filosofi eleatici (sono espressamente citati Parmenide e Zenone) e a Sartre (per il suo abbozzo di una teoria delle emozioni). In più di un’occasione, inoltre, Matte Blanco si dice (anche inconsciamente) influenzato da Bergson. Per certi versi il testo costituisce una ripresa delle questioni poste da Husserl nelle Ricerche Logiche (la questione delle relazioni tra logica e psicologia e la critica husserliana dello psicologismo). Dal punto di vista abbracciato dallo psicoanalista cileno gli argomenti impiegati (anche sprezzantemente) contro lo psicologismo “non possono essere utili”. È illusorio (e presuntuoso), sostiene, pretendere che noi non siamo parte del mondo. Motivo per il quale il Dasein di Heidegger costituisce di per sé una confutazione (vivente) dell’epoché di Husserl. Husserl, nel distinguere io psicologico (l’io naturale umano e il vivere psichico) e io trascendentale, fa questione di “io ridotto” che “non è un pezzo del mondo”. Nell’ottica matteblanchiana, comparabile con quella del Dasein (la simmetria del sein attraversa l’asimmetria del Da), non si tratta, non può trattarsi di un io ridotto. Matte Blanco confuta analogamente Cartesio il filosofo che ha incarnato il rifiuto del pensiero occidentale di mettere in relazione lo spazio con lo studio dei fenomeni psichici. “Oh, Cartesio” esclama parafrasando il poeta messicano Nervo “quanto ci hai danneggiato!” (ancora l’antiDescartesrefrain). Matte Blanco ritiene che le nostre concezioni della mente siano interamente permeate dalla comparazione spaziale. Il concetto di spazio, a sua volta, per riprendere la questione a suo tempo affrontata da Husserl, “è inevitabilmente legato ai concetti fondamentali della logica”. E, però, il principio di simmetria e la bi-logica esigono infinite dimensioni. Il sogno, ad esempio, non può essere compreso a partire dalla sola tridimensionalità. Né può esserlo mettendo fuori circuito la sua analogia localis. La metafora (senza la quale sarebbe impossibile per la psicologia scientifica e per la psicoanalisi accedere al linguaggio) è essenzialmente un fenomeno spaziale. La natura ama nascondersi e, però, lo spazio ama la psiche. L’anima, ripetiamo ancora una volta con Senocrate, è un numero, autokìnetos, un numero che si muove da solo. L’accezione psicoanalitica più avanzata e profonda che non voglia ridursi ad una terapia dell’adattamento sociale, sonda tali argomenti e giocoforza nel suo farsi paradossale incontra la ricerca della Fisica quantistica che ha introdotto delle novità assegnando alle particelle alcune proprietà ondulatorie, oltre che corpuscolari. Dagli inizi degli anni ’20 del XX secolo è nata la teoria quantistica dei campi, che associa alle particelle i quanti di energia dei campi d’onda corrispondenti. Dagli anni ’30 sono stati fatti esperimenti a energie sempre più elevate che dimostrano che la materia è composta da elettroni, protoni e neutroni (materia ordinaria) e da moltissime altre particelle instabili, con tempi di disintegrazione spontanea molto brevi, dell’ordine di qualche milionesimo di secondo. A volte le interazioni tra le particelle sono indotte da scambi di altre particelle; questo è alla base della tecnica molto interessante dei diagrammi di Feynman,
che consente di collegare la probabilità di reazione (nota come sezione d’urto) a processi elementari in cui le particelle reagenti generano altre particelle in stati intermedi. Alla somma dei diagrammi relativi a un certo processo la teoria associa un'ampiezza di probabilità, cioè un numero complesso il cui modulo al quadrato determina essenzialmente le sezioni d'urto. Con il proliferare delle particelle soggette alle interazioni forti, l’applicazione di questi metodi risulta limitata, per l’estrema intensità delle forze nucleari. Negli anni Sessanta si è cercato di caratterizzare le sezioni d’urto e le corrispondenti ampiezze di probabilità. La Teoria delle Stringhe è nata proprio perché sembrava impossibile ricorrere alla teoria quantistica dei campi e ai corrispondenti diagrammi di Feynman per le interazioni forti.
La Teoria delle Stringhe nasce nel 1968 da un un'intuizione del fisico italiano Gabriele Veneziano, ma solo nel 1970, Yoichiro Nambu, Holger Bech Nielsen e Leonard Susskind la introdussero per la prima volta.
Nel 1974 John Schwarz e Joël Sherk ottennero dai modi di vibrazione delle stringhe una particella con spin pari a 2: il gravitone! Nel 1984 Michael Green e John Schwarz spiegarono tutti i fenomeni di interazione e fecero incuriosire tutti i fisici del tempo, tanto che la teoria iniziò ad essere conosciuta e diffusa a livello mondiale. In inglese string significa corda, infatti è nota anche come “teoria delle corde”.
Non bisogna però fare confusione con la parola stringa, perché esiste in due diversi contesti. Nella Teoria delle Stringhe si ipotizza che tutte le particelle elementari (tutto l’Universo, anche noi) siano modi vibrazionali di stringhe microscopiche, talmente piccole che non possano essere distinte dalle particelle elementari che conosciamo. Le stringhe dovrebbero essere piccole cordicelle vibranti (chiuse o aperte) i cui modi di vibrazioni sarebbero in grado di creare tutte le particelle bosoniche e fermioniche conosciute. Esse sarebbero i costituenti ultimi della materia e avrebbero dimensioni addirittura un milione di volte più piccole dei quark: la dimensione di una stringa è infinitesimale, miliardi di miliardi di volte più piccola di un nucleo atomico (circa 10-35 metri) e questo precluderebbe ogni possibilità di osservarle.La vibrazione delle stringhe dà origine sia alla materia sia all’energia. Con la Teoria delle Stringhe le particelle subatomiche sono come note musicali e la Natura diventa una grande partitura.
La Teoria delle Stringhe ha una solida ed elegante base matematica, il problema attuale sta nel trovare le possibili verifiche a livello sperimentale. La Teoria delle Stringhe originaria, detta teoria bosonica, prendeva in considerazione i bosoni, la sua variante supersimmetrica è in grado di includere anche i fermioni, per questo si parla oggi di Teoria delle Superstringhe.ella teoria delle stringhe, il concetto di supersimmetria è essenziale per includere i fermioni. Secondo il concetto di supersimmetria, tutti i fermioni devono avere un bosone superpartner. Quindi la supersimmetria è un intermediario concettuale che mette in relazione bosoni (portatori di forza) e fermioni (particelle di materia). Le teorie delle stringhe che usano il concetto di supersimmetria sono indicate come teorie delle superstringhe. Normalmente, le teorie di stringhe richiedono più di quattro dimensioni. Nella teoria delle superstringhe, lo spazio-tempo è considerato a dieci dimensioni. Nella teoria M, si crede che lo spazio-tempo sia 11-dimensionale. ella teoria delle stringhe, il concetto di supersimmetria è essenziale per includere i fermioni. Secondo il concetto di supersimmetria, tutti i fermioni devono avere un bosone superpartner. Quindi la supersimmetria è un intermediario concettuale che mette in relazione bosoni (portatori di forza) e fermioni (particelle di materia). In fisica i fermioni, così chiamati in onore di Enrico Fermi, sono le particelle che seguono la statistica di Fermi-Dirac e di conseguenza, secondo il teorema spin-statistica, hanno spin semintero (1/2, 3/2, 5/2...). Insieme ai bosoni, sono una delle due famiglie fondamentali in cui si dividono le particelle.Le teorie delle stringhe che usano il concetto di supersimmetria sono indicate come teorie delle superstringhe. Normalmente, le teorie di stringhe richiedono più di quattro dimensioni. Nella teoria delle superstringhe, lo spazio-tempo è considerato a dieci dimensioni. Nella teoria M, si crede che lo spazio-tempo sia 11-dimensionale. Queste stringhe sono diverse dalle stringhe cosmiche. I fisici spesso chiamano stringhe fondamentali le stringhe microscopiche che costituiscono l’Universo e superstringhe cosmiche le stringhe cosmiche che derivano dalla teoria delle stringhe. Le stringhe cosmiche sono delle configurazioni di energia che, secondo alcune teorie di fisica delle alte energie, si sono formate in un passato remoto. Sono di struttura filamentosa e possono essere molto grandi, delle dimensioni di una galassia o addirittura lunghe quanto l’Universo. Le stringhe sarebbero sparse ovunque nell’Universo. Alcune teorie di fisica moderna dicono che in passato molto remoto, pochi istanti dopo il Big Bang, si sarebbero formate le stringhe cosmiche che, a causa della continua espansione dell’Universo, sarebbero diventate sempre più grandi. Fino a qualche tempo fa si pensava che le superstringhe cosmiche fossero instabili e decadessero in tempi brevissimi nelle stringhe fondamentali. Recentemente, però si è notato che non è sempre vero, poiché è possibile avere delle configurazioni di superstringhe cosmiche stabili, che potrebbero essere sia aperte sia chiuse, e potrebbero formare un’intera rete di stringhe che è presente in tutto l’Universo.
La Teoria delle Stringhe porta anche all'esistenza di nuove dimensioni (oltre le 3 spaziali + 1 temporale a cui siamo abituati): ben 26 nella teoria bosonica originaria e 10 nelle versioni con le superstringhe. Il termine di teoria delle superstringhe è in realtà una contrazione del termine più corretto di "teoria supersimmetrica delle stringhe" perché diversamente dalla teoria bosonica delle stringhe, è la versione della teoria delle stringhe che include i fermioni e la supersimmetria. Non ci sono fino a questo momento predizioni quantitative sperimentali che possano essere verificate o falsificate. Al momento il problema più importante della fisica teorica consiste nell’armonizzare la relatività generale, che descrive la gravità e viene applicata al macrocosmo, con la meccanica quantistica che descrive le altre forze fondamentali che descrivono il microcosmo. Lo sviluppo di una teoria quantistica dei campi riguardanti una forza fornisce invariabilmente probabilità infinite e quindi prive di utilità. I fisici teorici hanno sviluppato una tecnica matematica, detta rinormalizzazione, che elimina gli infiniti dell’elettromagnetismo, nella interazione nucleare forte e nell’interazione nucleare debole, ma non quelli della gravità. Quindi lo sviluppo di una teoria quantistica della gravità deve essere espressa in maniera differente rispetto alle teorie che riguardano le altre forze della natura. Ecco quindi che la simmetria che governa i fenomeni dell’inconscio si evolve in supersimmetria passando al campo della realtà fisica e quindi dando luogo non a semplici stringhe, ma a Superstringhe veri e non irrazionali costituenti fondamentali della realtà s lunghezza pari a quella di Planck 1.616x10 −35 m che vibrano a frequenze diverse. Il gravitone, la particella proposta quale mediatrice della gravità, per esempio, è descritta dalla teoria come una stringa che vibra con ampiezza d’onda uguale a zero. Questa particella nasce dalle oscillazioni nello spazio di una stringa chiusa; l’elisione di componenti energetiche sui vari piani di vibrazione rende possibile sia l’esistenza di particelle con massa nulla ad esempio fotoni, sia di particelle dotate di massa non nulla ed in cui alcune componenti energetiche non si elidono. Un’altra condizione prevista dalla teoria è che non vi siano differenze misurabilmente riscontrabili tra stringhe che si "accartocciano" intorno a dimensioni più piccole di loro stesse e quelle che si muovono lungo dimensioni più grandi ; cioè gli effetti in una dimensione di grandezza R sono uguali a quelli in una dimensione di grandezza 1/R. Le singolarità sono evitate in virtù del fatto che le conseguenze che si potrebbero osservare in un Big Crunch non raggiungono mai lo zero. Infatti, se l’universo dovesse iniziare un processo di Big Crunch, la teoria delle stringhe ci dice che non potrebbe mai diventare più piccolo delle dimensioni di una stringa e che a quel punto dovrebbe iniziare ad espandersi. Il nostro spazio fisico possiede solo 4 dimensioni apprezzabili alla nostra scala di grandezza e di ciò bisogna tenere conto in qualsiasi teoria fisica; tuttavia, nulla vieta che una teoria affermi che vi siano dimensioni spaziali aggiuntive. Nel caso della teoria delle stringhe, vi sono evidenze secondo cui lo spazio-tempo richiede 10, 11 o addirittura 26 dimensioni. Il conflitto tra i dati osservati e la proposta teorica è risolto postulando che le dimensioni aggiuntive siano "arrotolate su se stesse" o meglio compattificate. Il modello a 6 dimensioni di Calabi-Yau può giustificare le dimensioni addizionali richieste dalla teoria delle superstringhe. È difficile "visualizzare" queste dimensioni perché possiamo muoverci soltanto in uno spazio a tre dimensioni. Un metodo per superare questo limite è quello di non tentare di visualizzarle, bensì di pensarle come numeri addizionali nelle equazioni che descrivono il mondo. Ciò apre la questione se questi "numeri extra" possano essere osservati direttamente mediante esperimenti. Questo, a sua volta, pone la questione se i modelli che derivano da questi calcoli astratti possano essere considerati "scientifici", visto che finora non è stato possibile dimostrarli con esperimenti: con la fisica conosciuta gli apparati sperimentali dovrebbero essere grandi più o meno quanto la nostra galassia. La teoria delle superstinghe non è la prima teoria a più dimensioni proposta vedi la teoria di Kaluza-Klein. La moderna teoria delle stringhe si basa sulla matematica delle pieghe, dei nodi e della topologia sviluppatasi dopo Kaluza e Klein e che ha permesso negli ultimi tempi che le teorie fisiche fondate su dimensioni extra fossero molto più credibili di quanto non lo fossero ai tempi di Kaluza e Klein.Uno dei problemi con cui si dovevano confrontare i fisici favorevoli a questa teoria era l’esistenza di 5 differenti teorie delle superstringhe. Una soluzione a questo problema sembrò derivare dalla cosiddetta seconda rivoluzione delle superstringhe avvenuta negli anni novanta, la quale proponeva che le 5 teorie possano in realtà essere interpretate come 5 diversi aspetti di una teoria ancora più basilare: la M-teoria. Questa soluzione è però ancora allo stadio di congettura. Le caratteristiche principali delle cinque teorie compatibili delle superstringhe sono:

· La teoria delle stringhe di Tipo I ha una supersimmetria in senso deca-dimensionale 16 supercariche. Questa teoria peculiare si basa su stringhe non orientate aperte e chiuse, mentre le altre sono basate su stringhe orientate chiuse.

· Le teorie delle stringhe di Tipo II hanno due supersimmetrie in senso deca-dimensionale 32 supercariche. Vi sono due tipi di stringhe tipo II, chiamate tipo IIA e tipo IIB, che differiscono tra di loro per il fatto che la teoria IIA è di tipo non-chirale parità conservate mentre la IIB è di tipo chirale parità violata.

· Le teorie delle stringhe eterotiche sono basate su un ibrido particolare di una superstringa di tipo I e una stringa bosonica. Vi sono due tipi di stringhe eterotiche che differiscono riguardo al gruppo di gauge deca-dimensionale: la stringa eterotica E 8 × E 8 e la stringa eterotica SO32. Il nome di stringa eterotica SO32 è lievemente impreciso riguardo ai gruppi di Lie SO32 perché la teoria dà origine ad un quoziente Spin32/Z 2 che non è equivalente a SO32.
Le teorie di gauge chirali possono essere inconsistenti a causa di anomalie che compaiono quando alcuni diagrammi di Feynman a un loop determinano una rottura della simmetria di gauge nei loro effetti quantistici

IL RISVEGLIO DELLA RAGIONE NEL FUTURO ANTERIORE

  Io un buon libro di di saggistica lo leggo mediamente dieci quindici volte, con punte di oltre cento e magari duecento, per saggi davvero ...