La vicenda umana, che ovviamente dopo quanto detto, studiato, analizzato, ri-esaminato e quindi ri-assunto, non la chiameremo più evoluzione, ma semmai involuzione, ovvero deciso peggioramento da una situazione di ideale essere ad una di tormentato divenire è tutto questo composto, dove però qualcosa resta, se non del tutto escluso, perlomeno sempre sotteso, accennato... e si! è lui il “desiderio” che non si lascia imbrigliare dai giochetti seriali della parola, nè tanto meno dagli analoghi della metafora, ivi compreso quell’analogo-io che soprassiede alla coscienza. Il desiderio sta sempre altrove, sempre negli anfratti, come sostengono erroneamente molti: negli scarti!!!!... della parola e del pensiero cosciente, e non viene neppure riconosciuto nella parte del cervello, da cui sembra originare: le corrispondenze sulle aree dell’emisfero tra destra e sinistra ?:.... Wernicke, Broca?: aree mute su quello destro! “ Il panorama è del tutto differente se invece, proprio come ha fatto Jaynes per la coscienza e emisfero sinistro, seguiamo uno stesso procedimento per quello destro e una non-coscienza, che così un tantino riduttivamente è stato denominato inconscio o peggio “subconscio” che è la quintessenza del riduttivo, in quanto quello che stiamo faticosamente cercando di dettagliare tutto è tranne “sub” sotto, anzi diciamo che è sterminatamente più vasto. Ci vogliamo provare a approfondire e dettagliare, questo particolare e alquanto negletto, frainteso, bistrattato, funzionamento “altro” dell’entità biologica umana? Magari partendo da quell’ipotesi cosmogonica cui negli articoli precedenti abbiamo fatto cenno : orbene diciamo che se non fosse stato per quella coeva istanza, presente all’atto dell’origine della vita, non il mantenimento, ma il ritorno, il momento dell’impatto della... “cometa” “asteroide” ”frammento”... (poni quello che vuoi, ma in effetti la cometa con la sua lunga coda è la più accreditata, non fosse altro anche per quella coazione a ripetere anche formale, addirittura grafica, di disegno, che tutte le forme vitali tendono a ri-assumere con infinite varietà), ebbene dopo la parentesi di una imprecisata, ma certamente assai lunga e per nulla conosciuta età dell’oro con dominio di prescrizioni auditive (le famose voci ascritte agli dei, che Jaynes chiama “mente bicamerale” in quanto contraddistinta da due diverse specializzazioni del cervello umano), la nascita di una coscienza dialogale con la formazione dell’analogo io e la capacità di porre in relazione sè stesso con l’ambiente, le “voci” per un uomo oramai siffatto non servono più e diventano tutt’al più motivo di nostalgia o di stramberia di determinate persone, auguri, sibille, sciamani, maghi, artisti, che non trovano adeguato posto nel consesso di un mondo sempre più preciso e metodizzato. Non è quindi che tacciono, diciamo che parlano ma lo fanno a modo loro, un modo quanto mai antitetico a quello della coscienza, sempre più impegnata a stabilire delle precise regole al suo da farsi: parlano non solo con le parole, ma con immagini, con sogni, con fantasie e con tutto un armamentario alquanto variegato, per il quale ci vorranno tremila anni per arrivare ad un qualcuno che riconosca loro uno statuto di possibilità.Freud ha cominciato affrontando una di tali modalità di comunicazione ripetuta dell’inconscio, il sogno, ma poco dopo, come fatto cenno, è passato a valutarne altre: i lapsus, gli atti mancati, gli sbagli di termini (psicopatologia della vita quotidiana), poi l’ironia, le cosidette freddure (il motto di spirito e la sua relazione con l’inconscio) quindi le più antiche storie, i Miti (Totem e tabu’), le pulsioni con tanto di loro vicissitudini, quindi i ricordi e la loro rimozione, laddove con quella sua espressione di “lento ritorno del rimosso” ne ha fatto l’architrave dello stessa psicoanalisi, però si è anche occupato di seduzione, di transfert, di “lutto e melanconia!” sancendone una differenza metodologica, quindi di psicologia delle masse, di narcisismo e di precise affezione di impronta psichica, riesumando le teorie di Groddeck, e infine non poteva non occuparsi di “lei” la morte, elevandola a paladina di tutta una revisione del suo pensiero come summa del desiderio, sottraendolo al piacere e invece affidandolo al ritorno, al ritorno da dove siamo venuti con meccanismi di coazione a ripetere, per cui ecco che siamo rimandati a quella duplice istanza contenuta appunto nel desiderio vitale: la prima di permanenza nel suo stato, la seconda di tornare a quel nulla da cui la vita è emersa. Sono proprio tutte queste istanze, che le famosi voci della mente bicamerale, non avendo più un ruolo da svolgere nei termini della permanenza e di un adattamento sempre più efficace, si sono andate ad occupare, e non più solo voci, ma il sequel di variegati messaggi che era andato a scoprire e ad elencare, fino a quello ultimissimo del ritorno al nulla come modalità di “pulsione” definita anche istinto di morte” Le corrispondenti parti di quelle dell’emisfero sinistro, ovvero delll’emisfero destro, si sono andate ad occupare di tutto quel materiale che la metafora con il suo analogo io in sempre più efficace era in grado oramai di condensare e narratizzare compiutamente, difatti non essendoci praticamente più spazio metaforico, quello che doveva per forza di cose, venire rappresentato era il trascinamento significante della metonimia, di tutto quello, cioè che esulava dal ragionamento conscio dell’Io, ovvero il lavorio simbolico di un inconscio teso a sviluppare la seconda istanza, quella del ritorno, come pulsione di desiderio. Era quanto mai sequenziale che oramai non avendo più un compito stabilito, quello di concorrere alla funzione dell’emisfero sinistro di un adattamento all’ambiente, attraverso tutto quello che non rientrava nel compito metaforico di allargamento e precisazione del linguaggio articolato, la funzione vestigiale dell’emisfero destro, si trovava all’improvviso del tutto libera da problemi di pronta necessità e quindi la sua funzione metonimica poteva essere trasferita a tutto quello che non rientrava nella necessità, ma ecco piuttosto alla casualità, quale è il desiderio in relazione ad un sugello di ritorno che non può mai essere definito precisamente, ma sempre per accenni, per mancati, per sviste e sempre quando l’io conscio finalizzato invece al mantenimento del suo essere in vita, è per svariati motivi fuori gioco . “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?” tutte domande che l’uomo si è sempre fatto, ma cui la filosofia, sopratutto la scienza, ha svalutato come inutili, pretenziose, non catalogabili in un vero sapere “roba da filosofi, da scienziati pazzi o anche da artisti” e che sono sono state sempre sprezzantemente liquidate, su cui non è stato neppure difficile includervi, sciamani, stregoni, invasati di tutti i generi e si anche artisti, che invece di occuparsi di rendere sempre più affidabile il mondo contestuale che ci circonda, si sono messi a sostituirlo, a farne un altro parallelo: musica, poesia, anche racconti, poemi, dipinti, sculture, persino costruzioni che abbiano perso lo stretto senso della loro funzione precipua dell’abitare, che cosa altro sono se non un sostituto della realtà ? Ciò che è reale è razionale” e “ciò che è razionale è reale” è così che il più pretestuoso dei filosofi Hegel ci “metteva una pezza” e sulla sua scia , tanti altri hanno cercato di mettercene altre, magari facendo leva su scempiaggini tipo quella appena accennata, o rifacendosi alla sua celebrata dialettica “tesi, antitesi, sintesi” per profetizzare anche una morte dell’arte o andare alla ricerca di una “astuzia della ragione”, tanti altri tra cui si può annoverare un Marx che pomposamente ha chiamato il suo materialismo “scientifico, un Darwin che ha preteso di individuare le leggi e il mistero della natura, e ulteriori ronzini della conoscenza e del pensiero, di un livello davvero infimo, che sono però riusciti ad imprimere un meccanismo di compravendita e mercimonio anche a specifici di sicuro impatto sul mondo: Pasteur con la medicina facendone coi suoi “microbi” il più marcato disegno di speculazione di magnati tipo Rockfeller, previa l’individuazione di un nemico da combattere con farmaci e vaccini, Adam Smith e i suoi seguaci di una agghiacciante teoria economica, il cosidetto liberismo di cui il sopraccennato marxismo ben lungi da esserne l’antitesi, ne rappresenta solo la faccia oscura, originariamente nascosta per l’impresentabilità delle sue tesi, ed infine tutto lo stuolo di sedicenti storiografi che hanno fatto della menzogna e della manipolazione i principi individuatori per la comprensione degli eventi più recenti della specie umana (come ha correttamente espresso Evola: in particolare della età del bronzo ovvero dell’avvento dei “mercanti” partendo , non a caso da una delle prime grandi farse e gonfiature della storia : quella della pandemia del 1348, fino a farsi sempre più marcata con la Rivoluzione industriale e l’avvento della macchina elevata a referente dell’essenza umana) Si dirà : né Hegel né questi suoi seguaci erano in possesso della scoperta Freudiana del funzionamento “altro” dell’inconscio e quindi non potevano addivenire al principio che l’essenza umana in tutta la sua complessità, tradizione, sacralità, arte, malattia, financo la morte è una altra realtà, o meglio non è per niente una realtà, e’ un simbolo un qualcosa cioè che non è di pertinenza dell’emisfero sinistro e della razionalità, bensi di quello destro, negletto perlomeno da tremila anni, ed è un meccanismo che cerca di “ri-mettere insieme” non i dati concreti e necessari ad un sempre maggiore adattamento, bensì a quel mito dell’eterno ritorno dove sta quel “de sidera”. Ecco proprio qui sta la differenza del mio pensiero con quello di Evola ed anche di tutte le interpretazioni a ciclo delle età del mondo: anche io sono convinto che la strada dell’involuzione,del peggioramento sia corretta, e per la prima di queste età, quella dell’oro e degli dei, ho postulato una possibile interpretazione/trasposizione che possa di colpo far luce su di un passato troppo lontano e indefinito e del tutto mancante di riscontri; l’ho espressa nel mio precedente articolo su questo blog, facendo riferimento ad una recentissima teoria di uno psichiatra americano Julian Jaynes, di una mente, o meglio di un cervello umano suddiviso per funzioni (una adattiva di mantenimento di stato, una di desiderio come ritorno da dove si è venuti), pragmaticamente e proceduralmente arricchita da principi, leggi ed effetti di una scienza fisica, quella quantistica, che impone continui cambiamenti di stato per parti o per flussi, avvalendosi anche di equazioni matematiche (Einstein, Bohr, Heisenberg, De Broglie, Dirac, Schrodinger, Pauli, Bell, Feynman, etc) calcolo infinitesimale (Newton, Leibniz) con limiti, derivate e integrali e numeri reali si, ma anche immaginari (proiezioni di numeri negativi) Mi ha indotto in tale ricerca proprio quel certo pessimismo sotteso al quasi ineluttabile destino di totale caduta del genere umano allo stato di servi tipico dell’età del ferro, che fa seguito al peggioramento dell’età dei mercanti e che sembrerebbe di individuare proprio all’oggi di questa ultima farsa messa in atto da tali mercanti (divenuti i magnati di ben nota influenza Rockfeller, Rotschild, Soros, Gates, Schwab) e avallata da quella mentalità sinistra e popperiana (evoluzione dell’Hegelismo e del Marxismo nel comun denominatore dell’iper consumismo) con la invenzione di una emergenza sanitaria fondata non su dati di fatto, ma solo sulla diffusione di immotivata paura e il pecoronismo della stragrande maggioranza dell’umanità. Troppo indefinite le alternative proposte da Evola in “Rivolta contro il mondo moderno” e anche nel suo “Cavalcare la tigre” e anche poco circostanziate le prospettive di quegli “intrepidi tigrotti” capaci di tale iniziativa, ma senza precisazione del momento di re-azione, ovvero quando trovare il “kairos” per colpire e annichilire l’avversario. Evola, Guenon e un po’ tutti i pensatori della tradizione di una grande “Destra”, a mio parere non distinguono i nemici dai possibili alleati: la moderna società dei consumi e dell’oligopolio, nonchè della massa informe, della servizievole mentalità di sinistra (un melange di marxismo e di popperismo all’insegna di un rivoltante buonismo) e dell’assoluto mercimonio delle classi preposte alla comunicazione di massa (stampa, televisione, cinema financo arte e intellettualità) ha fatto sì che resta estremamente difficile discernere il buono dal cattivo, ma ecco io penso, che bisogna un tantino fidarsi. Ho citato Jaynes , la fisica quantistica ci sono alcune persone, idee, anche fatti che “trascendono” il meccanismo di sequenzialità in negativo delle varie ere del mondo, specie dell’età nella quale da perlomeno settecento anni siamo immersi, così abbiamo visto quel tentativo di pochi “eroi” per sottrarsi allo strapotere dell’Era dei Mercanti mercanti e della loro mentalità bottegaia fondata sul commercio: (Carlo Magno, Federico II, la coralità dell’esperienza delle Cattedrali, la Caste, la Cavalleria, l’Impero, la Divina Commedia di Dante oppure più recentemente, un personaggio come Metternich, la Santa Alleanza da lui promossa che assicurò un quarantennio di pace al mondo, in termini più culturali una filosofia quale quella di Schopenauer o di Nietzsche e quindi la psicoanalisi di Freud, tutti cammini “altri” rispetto al dilagare del convenzionalismo mercificato della produzione economica, tutti “cammini” da integrare in una grande concezione di opposizione e rivolta contro il modernismo disumanizzato della macchina e del consumo. Ai fatti, alle idee, ai pensatori citati, ne potremmo anche aggiungerne altri , magari non effettivi al cento per cento, prendendo a modello il meccanismo di arruolamento degli Ufficiali delle Forze Armate che spesso e volentieri si è avvalso per il suo organico di richiamare elementi non di carriera specifica, non in servizio permanente effettivo, ma di complemento, richiamati cioè alle armi per una pressante esigenza, tipo una guerra , un aggiornamento su nuovi armamenti, una campagna coloniale, o spesso e volentieri per un utilizzo correlato alla professione del prescelto che potrebbe tornare utile. Il punto è che in caso di emergenza, pressante emergenza come la presente di questo secondo millennio, non si deve tralasciare nulla che possa tornare utile, specie quando in gioco c’è una posta di importanza fondamentale come la Libertà. Cosa vuoi che possa contare se la Psicologia analitica di Carl Gustav Jung potrebbe apparire troppo mistica, se le Quattro Lune di Horbiger troppo fantascientifiche o gli Elohim di Biglino poco probabili? tutto va messo nel crogiuolo di una nuova modalità di reazione, avendo a che fare, tra l’altro con un nemico potentissimo e agguerritissimo, soprattutto negli specifici che governano il consenso (danaro, mass media, convenzioni ipocrite e buoniste ma informanti, soprattutto per certi tipi di mentalità essendo tra l’altro il nemico potentissimo e agguerritissimo.) Ed allora quale importanza vuoi che possa rivestire che John Kennedy si facesse una donna al giorno, quando è stato l’unico che abbia cercato di contrastare i magnati del petrolio e della mercificazione del mondo, che Enrico Mattei favorisse questa o quella corrente della DC, quando era stato il solo capace di contrastare le famose Sette Sorelle della produzione petrolifera, che Italo Balbo fosse un altissimo gerarca fascista, quando fu l’unico italiano invitato alla Casa Bianca da Roosveelt, dopo i fasti della sua celeberrima trasvolata, e sopratutto il solo che in piene Leggi Razziali ebbe il coraggio di consumare un caffè con un vecchio amico ebreo nella piazza principale di Ferrara, che Donald Trump abbia dato in tutti, una iniziale impressione di un pittoresco Capitan America, quando è stato il primo Presidente americano della storia a non ordinare neppure una scaramuccia, che ha risolto ogni crisi economica del suo Paese
TRUMP, L'UNICO CHE POTEVA RISOLVERE IL MISTERO KENNEDY |
e infine , cosa di gran lunga più importante, che ancora oggi sia visto come l’unica speranza per ribaltare il processo distopico del mondo che ci vede in balia di pochi magnati ipercapitalisti, ma anche iperconsumisti e ipercomunisti. Il punto da considerare, proprio come in un calcolo infinitesimale dove siano introdotti numeri immaginari, e’ di cercare di far salire sul dorso della tigre il più possibile di “intrepidi tigrotti” questo in vista di uno scontro davvero epocale tra Luce e Tenebre, tra il falso progresso del modernismo bottegaio odierno e un sicuro ritorno alla Tradizione di esseri umani. L’età dei Servi che è la minaccia più grande che la attuale distopica offensiva di pochi magnati e la servile mentalità sinistrorsa cercano di imporre a tutta l’umanità può e deve essere scongiurata, magari trascendendo anche le non entusiastiche previsioni di filosofi di sicuro affidamento come Evola, e a mio parere , per farlo occorre essere un tantino più pragmatico e meno misticheggiante: la tradizione, gli dei vanno bene, anzi benissimo, ma con gli aggiustamenti di razionalità, quali quelli avanzati nel presente articolo, una razionalità che però è il netto contrario di quella postulata da Hegel o peggio scimmiottata da un Marx o addirittura condotta all’abominio dallo pseudo pensiero di un ronzino a comando tipo Popper laddove quel titolo della sua opera “Società aperta….con quel seguito… “e i suoi nemici” è come una patente di ammissione di “scritto su commissione” …. commissione di chi? Ma è palese dei soliti Rockfeller, Rotschild, Gates, Schwab, che sono il proseguo incarnato di quei “mercanti” che da troppi secoli impongono il loro dominio e sono ora al punto di passaggio per far passare l’umanità all’ultima sua fase quella che gli Indù chiamano del Kali Yuga e noi del ferro, l’età dei servi. Pochi mercanti e uno stuolo di volenterosi carnefici di libertà identificati con la mentalità cosidetta di sinistra, ipocrimente egualitaria e buonista, super intollerante in quanto atavicamente frustrata e quindi invidiosa, stanno operando in tal senso a stretta finale, ebbene combinando il paventato stato cui vogliono ridurci con la prima parola del titolo del libro di Evola , è quanto mai opportuno per noi parlare di “RIVOLTA DEI SERVI”
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