Abbiamo trattato al dettaglio della piu’ famosa pandemia quella del 1348 e della piu’ famosa rivoluzione quella francese del 1789, ma questo non significa che ce ne furono altre e non solo successivamente come ben sappiamo, ma anche in precedenza : ad esempio in merito della peste, vi fu quella di Atene del 480 a.c. , il cui Tucidide che la descrisse avanzo’ alcuni temi che possono anticipare alcuni elementi di raccordo con le epidemie successive, soprattutto in merito alla questioni delle origini della pestilenza, ovvero un lungo assedio della citta, situazione igienico sanitaria al collasso, sporcizia, assembramento, e, determinante la paura come collante di tutte le manifestazioni degenerative sia fisiche, che psichiche. In quanto alle Rivoluzioni, vi fu quella inglese di Cromwell e vi fu anche una rivoluzione non sociopolitica, ma forse molto piu’ caratterizzante nel profondo della struttura sociale ed anche economica: la Rivoluzione Industriale di meta’ del settecento, non a caso di primogenitura anglosassone , proprio in quanto altamente rappresentante dello spirito commerciale della emergente classe borghese , che come abbiamo avuto modo di osservare ha una peculiarita’ originaria sia nella appartenenza ad una determinata frangia della popolazione mondiale: gli ebrei, sia una localizzazione nazionale in una specifica nazione l’Inghilterra che aveva giustappunto scelto il commercio e il denaro come elementi di connubio con la propria tradizione – un qualcosa, attenzione che nessuna altra nazione, specie in termini di vertice aveva mai operato, facendo oggetto di scambio il proprio lignaggio aristocratico con non meglio precisati meriti di censo, in relazione al quale si poteva annoverare la spregiudicatezza ma anche vere e propri portamenti banditeschi e criminali. Non e’ una caso che la epocale e famosissima rivoluzione francese ebbe una sorta di antefatto proprio in casa britannica, o meglio non proprio in casa, diciamo in una dependace suburbana quale potevano essere le Colonie Americane. Mi spiego perche’ non ho considerato come precedente della Rivoluzione francese, la Rivoluzione inglese con alla testa Oliver Cromwell di oltre centocinquanta anni prima, con tutto che ci fu il fattore comune dell’esecuzione di un Re legittimo? : perche allora la borghesia commerciale inglese non aveva ancora dato avvio alla ricostituzione della Massoneria, con la Gran Loggia d’Inghilterra , che avvenne solo nel 1717 con costituzione ratificata solo nel 1723; quindi a rigore non possiamo trovare gli inquietanti paralleli che appunto solo con la rivoluzione delle Colonie Americane denominata Guerra d’Indipendenza e con la premessa strutturale della Rivoluzione Industriale e l’avvento dell’era delle macchine, possiamo considerare un effettivo precedente.V’e’ una premessa da considerare e tutto oggi, specie con quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni di questo secondo decennio del terzo millennio, ci induce a prendere in assoluta, imprescindibile considerazione, proprio parlando di cio’ che attiene quella famosa revisione totale del racconto della storia. Il “Nulla e’ mai successo davvero” di cui abbiamo argomentato a piu’ riprese a proposito del racconto che ci e’ stato fatto della storia, si fa un vero e proprio “ Principium individuationis” tanto più informante e praticamente assoluto, quanto si avvicina ai nostri giorni..........................................“el pueblo unido jemas sara’ vencido” ci hanno ripetuto con slogan e anche in musica, le sinistre ipocrite, costantemente nel libro paga delle diverse lobbies ipercapitaliste - “il popolo unito giammai sara’ battuto !” ebbene io dico e suffragato da tanto di documentazione storica di tutti i tempi, il netto contrario: “giammai e’ successo che il popolo unito abbia vinto checchessia” se puo’ sembrare che abbia qualche volta vinto , ecco come nella rivoluzione francese e nel suo precedente della guerra d’Indipendenza delle Colonie americane. oppure chessò durante il cosidetto Risorgimento Italiano, o nella Rivoluzione bolscevica, nella celeberrima Marcia su Roma delle Camicie Nere, o ancora nel crollo del comunismo sovietico, persino in fenomenucci meno rilevanti tipo le Brigate Rosse con il celeberrimo rapimento di Moro o Mani Pulite degli anni novanta in Italia, e’ stato sempre e solo sotto commissione e strettamente pilotato da chi di dovere . Sorvolo di parlare di oggi dove la falsissima e gonfiatissima pandemia di un ridicolo coronavirus ha fatto da battistrada a una guerra contro l’avversario di sempre degli americani (eredi della bottegaia inghilterra) e torniamo al nostro imputato piu’ rilevante : la massoneria : Come dice Marco Pizzuti nel suo libro “Rivelazioni non autorizzate” libro da cui ho attinto molte informazioni qui riportate : “Le Rivoluzioni per avere successo devono poter contare essenzialmente su due fattori : una struttura organizzata che si ponga alla loro guida e i fondi necessari per realizzarle – nessuna ribellione allo status quo può durare a lungo se non e’ stata prima ben congegnata e poi generosamente finanziata da qualcuno” ; Così e’ stato per la Rivoluzione francese e così per tutte le cosidette rivoluzioni ante e post cedenti, ma ecco, con buona pace degli Inti Illimani non c’è stato mai alcun Pueblo Unido che abbia avuto successo in alcunche’. La guerra d’Indipendenza americana, che magari per noi europei non sara’ cosi’ significativa e sconvolgente come quella francese, rappresenta pero’ il caso piu’ probante per valutare come l’influenza di pochi cosidetti eletti sia sufficiente per imprimere un diverso corso alla storia.C’è anche da aggiungere che siamo nella prima emanazione di effettivo potere della confraternita massone, ovvero di quella borghesia commerciale emergente, che in Inghilterra stava divenendo piu’ potente della stessa Casa reale e dello Stato da lei rappresentato; favorire nella fattispecie della colonia americana una societa’ ancora non consolidata, si da poterle imprimere il proprio sugello distintivo , un sugello a carattere eminentemente commerciale, addirittura al di sopra dell’autorita’ statale, poteva rappresentare davvero una escalation di potere assoluto al di la’ di ogni legge e di ogni convenzione, vieppiu’ rafforzato dal fatto di favorire non una compagine sociale gia’ strutturata, ma in fieri , con lo status addirittura di colonia, una colonia che nelle intenzioni dei finanziatori e ideatori della rivolta, doveva rappresentare una longa manus della propria influenza e con un potenziale di implicazioni praticamente illimitato. Da qui deriva il fatto della massiccia presenza di uomini della Massoneria in tutte le fasi della guerra , presenza che si avvaleva anche di figure autocne ovvero massoni americani, accreditati dalla madre patria inglese giustappunto ad assolvere ai compiti prestabiliti. Si hanno prove certe dell’esistenza di logge massoniche in territorio americano gia’ dal 1720 e queste cominiarono a diffondersi anche nelle file dell’esercito di occupazione inglese, in ispecie tra ufficiali di alto grado, tantè che intorno alla seconda meta’ del secolo mentre le Logge americane andavano proliferando come i funghi , i legami di confraternita tra le truppe regolari britanniche e i loro colleghi coloniali si consolidavano velocemente In questo contesto, generali di ambo le formazioni come Ligoner, Amherst, Putnam, Cornwallis, Hove, Nixon, Wooster, Washintong , Montgomery erano tutti, anzitutto massoni. In quanto al tipo di guerra che scoppio’ tra queste due, diciamo così fazioni , ma in realta’ univoca compagine, non fu tanto vinta dai coloni americani quanto persa dagli inglesi, perche’ così doveva essere in partenza, così era stato stabilito in precedenza e nessuno, quale che fosse la fazione cui apparteneneva , aveva la benche’ minima possibilita’ , e diciamolo, anche nessuna voglia, di cambiare i termini della partita. Ecco perche’ dobbiamo bandire ogni disquisizione militare da questa cosidetta guerra; nessuna tattica e nessuna strategia possono spiegare il perche’ della debacle dell’esercito inglese rispetto a non meglio precisate bande di coloni, che tra l’altro non utilizzavano neppure tecniche di guerriglia proprie di popoli quando sono in netta deficienza strutturale e organizzativa, sfruttando magari paludi, foreste, terreni accidentati ; la maggior parte delle battaglie si svolse infatti nei canoni delle classiche battaglie di campo europee, con assedi, scontri frontali, manovre, ma con un qualcosa di artefatto, di farsa, come di un copione gia’ stabilito e c’è anche da aggiungere che mai l’esercito britannico si trovo’ di fronte un popolo coalizzato contro di esso: la maggior parte dei coloni rimase legata alla madre patria inglese e furono davvero pochi coloro che si schierarono con gli indipendisti – pochi, ma come detto, ben determinati e con una ideologia dominante che fungeva da collante, giustappunto la Massoneria. Massoni erano tutti i comandanti militari inglesi e nel corso di tutta la guerra si portarono tutti allo stesso modo ovvero mettendo in atto una serie davvero incredibile di sabotaggi e di inspiegabili rese, che permise agli insorti di vincere con estrema facilita’ – un qualcosa che a noi italiani ricorda molto la celeberrima Impresa dei Mille dove l’esercito borbonico si fece ripetutamente battere da un gruppuscolo di scalmanati e da un Generale che neppure conosceva la differenza tra tattica e strategia, solo perche’ i suoi comandanti avevano gia’ contrattato la resa dei loro reparti, non tanto con il governo centrale rappresentato da Cavour e dal re Sabaudo Vittorio Emanuele II, quanto con le opportune Logge inglesi che avevano organizzato la spedizione con i finanziamenti di uno delle piu’ eminenti famiglie massoni e anche ebree : i Rotschild. Con il continuo affermarsi della prassi massone di accrescimento di potere tramite il denaro, cominciano anche ad emergere in seno alla Massoneria personaggi specifici, quali appunto i membri della famiglia Rotschild o anche una figura di passaggio tra le due rivoluzioni come il Marchese De la Fayette
La Fayette con Washintong |
I Principi sotto il Vulcano furono costanti interlocutori e consigliori (e detto per inciso qualcosa di piu’) durante la campagna di Sicilia, di Garibaldi e di tutto il suo Stato maggiore : Bixio, Sirtori, Crispi, La Masa, Turr, Corrao facevano la spola tra il Palazzo delle Aquile dove aveva sede il comando rivoluzionario e i sontuosi palazzi dove risiedevano i nobili inglesi e non a caso parlavano tutti fluentemente l’inglese, Vi e’ poi il giallo della cassa segreta con tutta la documentazione finanziaria della spedizione, di cui chi scrive è in grado di fornire una versione di prima mano, in quanto conoscente e amico di Stanislavo Nievo scrittore e regista televisivo, nonche autore del libro “Il prato in fondo al mare” dove si racconta del tragico naufragio con il piroscafo Ercole e del suo antenato lo scrittore Ippolito Nievo, in quel 1860 Tenente Colonnello responsabile dell’Intendenza militare, che giustappunto trasportava nel piroscafo tale cassa con non solo le riserve auree e di valuta dell’impresa, ma anche tutta la documentazione finanziaria, per la quale se non si fosse inabissata si sarebbe potuto risalire con facilita’ a chi realmente finanzio’ l’Impresa.
I misteri di Sicilia e le probabili ingerenze massoniche non finiscono con la conquista del regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi e quindi il passaggio tramite plebisciti al Regno d’Italia sotto sua Maesta’ Vittorio Emanuele II e Capo del governo il più ossequioso dei cavalier serventi della Massoneria Inglese Camillo Benso di Cavour: uno dei piu’ valenti sottoposti di Garibaldi il Colonnello e poi Generale, promosso sul campo Generale, Giovanni Corrao, l’amico intimo del concittadino palermitano Rosolino Pilo, tornato Colonnello con il passaggio dal cosidetto Esercito Meridionale all’Esercito Regio del nuovo Regno, non era durato a lungo nei ranghi dell’Esercito regolare per tornare tra le fine garibaldine nel ’62 combattendo ad Aspromonte dove Garibaldi fu ferito dalle truppe Regie del Col. Pallavicini (episodio riportato nel film Il Gattopardo di Luchino Visconti):Amnistiato per la diserzione dalle truppe regolari e i fatti di Aspromonte, Corrao torno’ nella sua Palermo e comincio’ a tessere le fila di una sedizione popolare che rinnegava la spedizione di due anni prima e proponeva la secessione della Sicilia dal regno d’Italia. Le sue qualita’ di capo popolo e abile organizzatore, che si erano d’altronde messe in luce nel ’60 come co-arruolatore assieme a Rosolino Pilo, dei cosidetti picciotti, stavano tornando prepotentemente alla ribalta in quei primi mesi del 1863, tanto da preoccupare non poco il Governo centrale e la Corona (e aggiungiamo noi…. la Libera Muratoria, anche quella oltre Manica). Corrao era un personaggio pittoresco, alto, imponente, energico e volitivo. Poteva sembrare anche un Brigante con quella sua espressione fiera e l’aspetto minaccioso e difatti non mancarono le accuse di essere una sorta di trait d’union con la Mafia allora emergente. Sta di fatto che nell’agosto 1863, quando il suo movimento di opposizione al Governo centrale stava facendosi davvero pericoloso, venne ucciso da ignoti sicari, che pero’ una donna delle vicinanze testimonio’ di avere visto aggirarsi nei luoghi dell’agguato in divisa di carabinieri reali. Per la cronaca, nella relazione delle indagini sul suo assassinio, venne utilizzato per la prima volta in un atto ufficiale del regno d’Italia, il termine Mafia. Per giusto cent’anni.Fino al 1963, la sua mummia era conservata nelle famose Catacombe dei Cappuccini in via Pindemonte a Palermo e il sottoscritto la vide, di poi però’ con la revisione della sua figura storica, che era stata adombrata appunto di implicazioni proto mafiose, la sua salma e’ stata traslata nel cimitero di san Domenico, la Santa Croce palermitana, sepoltura dei Siciliani piu’ illustri. L’ultimo colpo di coda del malcoltento siciliano e’ di tre anni dopo, subito dopo la rovinosa guerra del nuovo regno d’Italia alla sua prima prova militare, battuta per terra (Custoza) e per mare (Lissa) : ultimo per modo di dire, perche’ all’endemica guerriglia con i Briganti per tutti gli anni sessanta, fara’ riscontro nel 1894 la grande rivolta dei fasci siciliani repressa con stati di assedio e cariche di cavalleria, pero’ in quel settembre del 1866 abbiamo degli insorti che prendono la citta’ di Palermo e la tengono per sette giorni e mezzo, da cui la dicitura di “rivolta del sette e mezzo” si tratta di una nuova rivolta popolare che puo’ essere considerata una propaggine dell’azione sobillatrice di Corrao - non a caso uno dei principali protagonisti Giuseppe Badia era un amico e collaboratore di Corrao fin dai tempi delle formazione delle bande di picciotti nel 1860 – repressa con il fuoco dei cannoni della flotta della regia Marina e con un vero e proprio corpo di occupazione comandato dal Generale che 4 anni dopo occcupera’ Roma : Raffaele Cadorna. Tratto velocemente di queste rivolte perche’ non vi si ravvede piu’ la matrice massone, ma si misura solo la pochezza di una classe dirigente che battuta sui campi di battaglia in guerre vere, e da generali stranieri veri, riesce a rifarsi , giustappunto in accezione militare, solo contro quasi inermi cittadini .Eh si! ci sono anche una serie di rivolte, sommosse, rivoluzioni e rivoluzioncine di cui la matrice massonica e’ meno evidente, come ho detto ad esempio a proposito della rivolta del sette e mezzo a Palermo o di quella dei Fasci siciliani del 1894, anzi forse del tutto inesistente e alcune volte addirittura antitetica. Se ad esempio nel processo di unificazione dell’Italia e’ fin troppo palese, non altrettanto puo’ essere rimarcato per quello della Germania, dove una classe di potere egemonica ha poco o nulla a che spartire con la mentalita’ commerciale e bottegaia dell’Inghilterra e dei Paesi ad essa correlati - l’Italia tra le prime in Europa, ma anche gli Stati Uniti specie quelli che si affermeranno dopo la vittoria della coalizione nordista – in quel decennio sessanta si compiono molte nuove realta’ nazionali (Italia 1859-1870 -USA 1861-1865 - Germania 1864-1870), ma mentre le prime due sono di chiara marca commerciale e quindi massonica, l’ultima no, appartiene ad una sorta di retaggio guerriero, ovvero “l’eta’ dei guerrieri” alla Esiodo, così l’acceso militarismo della nazione battistrada la Prussia, di cui lo stesso cancelliere Bismarck non disdegna di rivestire spesso fogge militari. Su tale falsariga e’ l’Impero austriaco che nel 1867 diviene austro-Ungarico, anche se sotto tutela prussiana che l’ha battuta in guerra a Sadowa l’anno precedente . L’odio, la repulsione della Massoneria e della loro patria bottegaia per questi retaggi di spirito guerriero nelle nazioni d’Europa centrale, che a tratti e con accezioni assai spesso contrastanti, si dilata anche all’Impero russo , e’ feroce e attraversa tutto il XIX secolo con una vera e propria esplosione deflagrante nel 1914: in tale anno difatti la Massoneria non perdera’ occasione per operare un deciso salto di livello, non piu’ con una rivolta, neppure piu’ con una rivoluzione, ma con una guerra mondiale di proporzioni ed entita’ quali non si erano mai viste in tutta la storia dell’umanita’. Si ! qui lo dico e qui lo affermo: e’ la massoneria la vera sobillatrice dell’ordine costituito in quell’estate del 1914, la massoneria che si serve della piu’ bottegaia delle nazioni che e’ pronta a riversare tutta la sua influenza commerciale nei campi di battaglia, e trascina abilmente i suoi razzaffonati alleati sfruttando abilmente certe discrasie spesso e volentieri di vecchia data : uno spirito di revanche della cocente sconfitta di Sedan del 1870 per la Francia, la Russia puntando sulla sua eterna rivalita’ con gli imperi teutonico e asburgico, e ultima, un po’ per il colletto, una Italietta di scarsa affidabilita’ sia per i suoi voltafaccia sia visti i suoi non esaltanti precedenti militari (la sconfitta del ’66, la farsa della presa di Roma nel ‘70 e anche una debacle coloniale addirittura in una battaglia campale contro gli abissini nel 1896 ).I Guerrieri teutonici si rivelano però ossi duri da spolpare e solo per una serie di disgraziate circostanze non colgono specie nei primi mesi di guerra quella folgorante vittoria che probabilmente avrebbe decretato il fallimento di tutta la bottega ed allora ecco ricorrere all’aiuto oltre oceano degli apprendisti nuovi capi bottega .Mai come in quel 1917, dopo tre anni di logoranti battaglie e milioni di morti, i Maestri Massoni debbono essersi compiaciuti della scelta dei loro antenati di favorire l’indipendenza degli Stati Uniti d’America, una nuova entita’ staccata dalla madre patria, ma sempre unita da vincoli piu’ forti di quelli nazionali: sara’ infatti la scesa in campo degli americani a far pendere la bilancia dalla parte della Intesa di Inghilterra, Francia e Italia , anche se deprivata dell’alleato russo a causa di una rivoluzione. Rivoluzione di febbraio e soprattutto Rivoluzione di ottobre cosidetta bolscevica, per la quale non mi sento di attribuirle una matrice massone, ma anzi questa volta organizzata proprio dalla parte avversa, la parte riconducibile ai “Guerrieri” desiderosi con ogni mezzo di staccare dalla contesa pezzi della coalizione nemica. Sono d’accordo che la Massoneria soprattutto di etnia ebraica era contrarissima al potere dello Zar e da parecchi anni fomentava rivolte contro la Russia favorendo altresì altre nazioni contro di essa, come ad esempio con la guerra russo-giapponese, pero’ nel 1914 aveva per ragioni di stato e di opportunita’ strategica dovuto accettarne l’alleanza nel conflitto. L’atavico odio della massoneria ovvero di quella borghesia sempre piu’ elitaria in senso mercantile e commerciale, contro la concezione stessa dell’Impero che vedeva in tale istituzione solo un ostacolo al suo spirito mercantile e commerciale legato al profitto, doveva per il momento scendere a patti e operare un distinguo, pero’ quando nel 1917 l’Alta Finanza Germanica su commissione dello Stato maggiore tedesco comincio’ a finanziare la rivoluzione in seno alla Russia, molto probabilmente l’Alta Finanza Inglese ed ebrea si mantenne neutrale, dedicando la sua attivita’ a favorire il pronto intervento nel conflitto degli USA ovviamente dalla loro parte: è una tesi questa non condivisa dall’autore dell’accennato libro” Rivelazioni non autorizzate”Marco Pizzuti, che anche per la Rivoluzione Bolscevica da’ gli stessi finanziatori e organizzatori, prendendo a sostegno il fatto che per la appena precedente rivoluzione di febbraio il suo protagonista Alexander Kerensky fosse sia un ebreo che un massone . Ma a mio parere un conto e’ la rivoluzione di Kerensky che aveva tratti socialdemocratici e quindi in linea con l’interesse commerciale ed economico dei Paesi dell’Intesa e soprattutto dell’alta finanza ebrea pilotata sempre dalla massoneria , un conto e’ la rivoluzione d’ottobre che da subito aveva fatto mostra di quei caratteri di estremismo esasperato , che lasciava intendere chiaramente che mai piu’ una rivoluzione capitanata da un fanatico ideologo e demagogo come Lenin avrebbe continuato la guerra a fianco di Paesi capitalisti . E’ difatti cosa fin troppo nota che Lenin prigioniero dei tedeschi per le sue attivita’ sediziose in germania non solo venne liberato, ma fu fatto viaggiare su un vagone blindato di un treno protetto da truppe tedesche con meta esclusiva la frontiera russa, proprio per sobillare con tutta la sua consumata abilita’ la rivoluzione e favorire un esito estremo che portasse alla defezione della Russia dalla guerra. Un po’ la stessa musica per il secondo grande protagonista della rivoluzione d’ottobre Leone Trotsky, che viveva a New Jork in quanto espulso dalla germania e che la comunita’ Germanica d’America fece imbarcare segretamente per San Pietroburgo nel marzo 1917. Il mio parere e’ che se la massoneria di cui sembra che sia Lenin che Trotzsky facevano parte, aveva investito su tali personaggi era piu’ una questione di anni passati, per intenderci ai tempi della guerra Russo Giapponese, dell’ammutinamento della corazzata Potemkin, ma in quel 1917 la palla di un simile complotto era passata alla’alta finanza germanica su commissione dello Stato Maggiore germanico che diede avvio appunto alla operazione di favorire una rivoluzione con il movente specifico di far defezionare dal novero dei nemici una compondente di primissimo piano. Facciamo una ulteriore riflessione: le cose della vita, specie quando ci sono in gioco grandi interessi, non sono mai bianco e nero, ma hanno una varieta’ illimitata di grigi, così anche io penso che la massoneria, l’alta finanza internazioneale quasi tutta di etnia ebraica , abbiano avuto parte in complotti di ogni genere soprattutto nel favorire quello spirito falsamente democratico, larvatamente buonista, apparentemente propenso alla emancipazione delle masse, che specie ai giorni d’oggi e’ diventato dominante: ovvero un po’ l’aggiornamento del “pecunia non olet” dell’Imperatore Vespasiano, ovvero il denatro non puzza, questo significa che da qualunque parte vengano i profitti, saranno sempre ben accetti, il danaro non ha odore e non ha personalita’, piu’ aperta sara’ la societa’ e tollerante di tutte le posizioni, anche le piu’ estreme, piu’ ampio sara’ il consumo e quindi il guadagno; ecco quindi la spiegazione del perche’ sia Massoneria che l’alta finanza e i notabili ebrei, abbiano sempre caldeggiato emancipazione e le idee liberali e perseguito, o meglio fatto perseguire da pensatori prezzolati le piu’ avanzate e cosidette progressiste, idee e movimenti di totale apertura ad ogni istanza come uno dei piu’ famosi ronzini di tale tendenza karl Popper ha cercato di condensare nel suo ignobile saggio“La societa’ aperta e i suoi nemici” un testo che non a caso e’ divenuto una sorta di bibbia e di manuale d’uso delle lobbies internazionali di industrialismo e consumismo esasperato in questi primi decenni del terzo millennio, grazie anche al suo allievo George Soros, che proprio grazie alla farsa di una presunta pandemia e all’inganno e alla manipolazione perpetrata con un impiego massiccio di danaro e la mobilitazione della quasi totalita’ dei mass media , è a tutt’oggi in primissimo piano nel tentativo di asservire in maniera totale l’umanita’ai principi di un iper capitalismo che ha gettato ogni maschera e si è finalmente congiunto con la faccia fino a poco fa tenuta oscura della sua stessa medaglia, quella del socialismo progressista, giustappunto di una societa’ aperta dove ogni diversita’ venga appianata in nome del feticcio del consumo globalizzato, ma pilotato da ristrettissime elites
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