mercoledì 19 ottobre 2022

ALTRE PANDEMIE, ALTRE RIVOLUZIONI

 

Abbiamo trattato al dettaglio della  piu’ famosa pandemia quella del 1348 e della piu’ famosa rivoluzione quella francese del 1789, ma questo non significa che ce ne furono altre e non solo successivamente  come ben sappiamo, ma anche in precedenza : ad esempio in merito della peste, vi fu quella  di Atene del 480 a.c. , il cui Tucidide che la descrisse avanzo’ alcuni temi che possono anticipare alcuni elementi di raccordo con le epidemie successive, soprattutto in merito alla questioni delle origini della pestilenza, ovvero un lungo assedio della citta, situazione igienico sanitaria al collasso, sporcizia, assembramento,  e, determinante   la paura come collante di tutte le manifestazioni degenerative sia fisiche, che psichiche. In quanto alle Rivoluzioni, vi fu quella inglese di Cromwell e vi fu anche una rivoluzione non sociopolitica, ma forse molto piu’ caratterizzante nel profondo della struttura sociale ed anche economica:   la Rivoluzione Industriale di meta’ del settecento, non a caso di primogenitura anglosassone , proprio in quanto altamente rappresentante dello spirito commerciale della emergente classe borghese , che come abbiamo avuto modo di osservare ha una peculiarita’ originaria sia nella appartenenza ad una determinata frangia della popolazione mondiale: gli ebrei, sia una localizzazione nazionale in una specifica nazione l’Inghilterra  che aveva giustappunto scelto il commercio e il denaro come elementi di connubio con la propria tradizione – un qualcosa,  attenzione che nessuna altra nazione, specie in termini di vertice aveva mai operato, facendo oggetto di scambio il  proprio lignaggio aristocratico con non meglio precisati meriti di censo, in relazione al quale si poteva annoverare la spregiudicatezza ma anche vere e propri portamenti banditeschi e criminali. Non e’ una caso che la epocale e famosissima rivoluzione francese ebbe una sorta di antefatto proprio in casa britannica, o meglio non proprio in casa, diciamo in una dependace suburbana quale potevano essere le Colonie Americane. Mi spiego perche’ non  ho considerato come precedente della Rivoluzione francese, la Rivoluzione inglese con alla testa Oliver Cromwell di oltre centocinquanta anni prima, con tutto che ci fu il fattore comune dell’esecuzione di un Re legittimo? : perche allora la borghesia commerciale inglese  non aveva ancora dato avvio alla ricostituzione della Massoneria, con la Gran Loggia d’Inghilterra , che avvenne solo nel 1717 con costituzione ratificata solo nel 1723; quindi a rigore non possiamo trovare gli inquietanti paralleli che appunto solo con la rivoluzione delle Colonie  Americane denominata Guerra d’Indipendenza e con la premessa strutturale della Rivoluzione Industriale e l’avvento dell’era delle macchine, possiamo considerare un effettivo precedente.V’e’ una premessa da considerare e tutto oggi,  specie con quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni di questo secondo decennio del terzo millennio,  ci induce a prendere  in assoluta,  imprescindibile considerazione, proprio parlando di  cio’ che attiene quella famosa revisione totale del racconto della storia. Il “Nulla e’ mai successo davvero”  di cui abbiamo argomentato a piu’ riprese a proposito del racconto che ci e’ stato fatto della storia, si fa un vero e proprio “ Principium individuationis” tanto più informante e praticamente assoluto, quanto si avvicina ai nostri giorni..........................................
“el pueblo unido jemas sara’ vencido” ci hanno ripetuto
  con slogan e anche in musica,  le sinistre ipocrite, costantemente nel libro paga delle diverse lobbies ipercapitaliste -  “il popolo unito giammai sara’ battuto !” ebbene io dico e suffragato da tanto di documentazione storica di tutti i tempi, il netto contrario:  “giammai e’ successo che il popolo unito abbia vinto checchessia” se puo’ sembrare che abbia qualche volta vinto , ecco come nella rivoluzione francese e nel suo precedente della guerra d’Indipendenza delle Colonie americane. oppure chessò durante il cosidetto Risorgimento Italiano, o nella Rivoluzione bolscevica, nella celeberrima Marcia su Roma delle Camicie Nere, o ancora nel crollo del comunismo sovietico, persino in  fenomenucci meno rilevanti tipo le Brigate Rosse con il celeberrimo rapimento di Moro o  Mani Pulite degli anni novanta in Italia,  e’ stato sempre e solo sotto commissione e strettamente pilotato da chi di dovere . Sorvolo di parlare di oggi dove la falsissima e gonfiatissima pandemia di un ridicolo coronavirus ha fatto da battistrada a una guerra contro l’avversario di sempre degli americani (eredi della bottegaia inghilterra)  e torniamo al nostro imputato piu’ rilevante : la massoneria : Come dice  Marco Pizzuti nel suo libro  “Rivelazioni non autorizzate”  libro da cui ho attinto molte informazioni qui riportate : “Le Rivoluzioni per avere successo devono poter contare  essenzialmente su due fattori : una struttura organizzata che si ponga alla loro guida  e i fondi necessari per realizzarle – nessuna ribellione allo status quo può durare a lungo  se non e’ stata prima ben congegnata  e poi generosamente finanziata da qualcuno” ; Così e’ stato per la Rivoluzione francese e così per tutte le cosidette rivoluzioni ante e post  cedenti, ma ecco,  con buona pace degli Inti Illimani non c’è stato mai alcun Pueblo Unido che abbia avuto successo in alcunche’. La guerra d’Indipendenza americana, che magari per noi europei non sara’ cosi’ significativa  e sconvolgente come quella francese, rappresenta pero’ il caso piu’ probante per valutare come l’influenza di pochi  cosidetti eletti sia sufficiente per imprimere un diverso corso alla storia.
C’è anche da aggiungere che siamo nella prima emanazione di effettivo potere della confraternita massone, ovvero di quella borghesia commerciale emergente, che in Inghilterra stava divenendo piu’ potente della stessa Casa reale e dello Stato da lei rappresentato; favorire nella fattispecie della colonia americana una societa’ ancora non consolidata, si da poterle imprimere il proprio sugello distintivo , un sugello a carattere eminentemente commerciale, addirittura al di sopra dell’autorita’ statale, poteva rappresentare davvero una escalation
   di potere assoluto al di la’ di ogni legge e di ogni convenzione, vieppiu’ rafforzato dal fatto di favorire non una compagine sociale gia’ strutturata, ma in fieri , con lo status addirittura di colonia, una colonia che nelle intenzioni dei finanziatori e ideatori della rivolta, doveva rappresentare una longa manus della propria influenza e con un potenziale di implicazioni praticamente illimitato. Da qui deriva il fatto della massiccia  presenza  di uomini della Massoneria in tutte le fasi della guerra , presenza che si avvaleva anche di figure autocne ovvero massoni americani, accreditati dalla madre patria inglese giustappunto ad assolvere ai compiti prestabiliti. Si hanno  prove certe dell’esistenza di logge massoniche in territorio americano gia’ dal 1720 e queste cominiarono a diffondersi anche nelle file dell’esercito di occupazione inglese, in ispecie tra ufficiali di alto grado, tantè che intorno alla seconda meta’ del secolo mentre  le Logge americane andavano proliferando come i funghi , i legami di confraternita  tra le truppe regolari britanniche  e i loro colleghi coloniali si consolidavano velocemente  In questo contesto,  generali di ambo le formazioni come  Ligoner, Amherst, Putnam, Cornwallis,  Hove,  Nixon, Wooster, Washintong , Montgomery erano tutti,  anzitutto massoni. In quanto al tipo di  guerra che scoppio’ tra queste due, diciamo così fazioni , ma in realta’ univoca compagine,  non fu tanto vinta dai coloni americani quanto persa dagli inglesi, perche’ così doveva essere in partenza, così era stato stabilito in precedenza e nessuno,  quale che fosse la fazione cui apparteneneva , aveva la benche’ minima possibilita’ , e diciamolo, anche nessuna voglia,  di cambiare i termini della  partita. Ecco perche’ dobbiamo bandire ogni disquisizione militare da questa cosidetta guerra;  nessuna  tattica e nessuna   strategia possono spiegare il perche’ della debacle dell’esercito inglese rispetto a non meglio precisate bande di coloni, che tra l’altro non utilizzavano neppure tecniche di guerriglia proprie di popoli quando sono in netta deficienza strutturale e organizzativa, sfruttando magari paludi, foreste, terreni accidentati ; la maggior parte delle battaglie  si svolse infatti nei canoni delle classiche battaglie di campo europee, con assedi, scontri frontali, manovre, ma con un qualcosa di artefatto, di farsa,  come di un copione gia’ stabilito e c’è anche  da aggiungere che mai l’esercito britannico si trovo’ di fronte  un popolo  coalizzato contro di esso: la maggior parte dei coloni rimase legata alla madre patria inglese e furono davvero pochi coloro che si schierarono con gli indipendisti – pochi, ma come detto, ben determinati e con una  ideologia dominante che fungeva da collante, giustappunto la Massoneria. Massoni erano tutti i comandanti militari inglesi  e nel corso di tutta la guerra si portarono tutti allo stesso modo ovvero mettendo in atto una serie davvero incredibile di sabotaggi e  di inspiegabili rese, che permise agli insorti di vincere con estrema facilita’ – un qualcosa che a noi italiani ricorda molto la celeberrima Impresa dei Mille dove l’esercito borbonico si fece ripetutamente battere da un gruppuscolo di scalmanati e da un Generale che neppure conosceva la differenza tra tattica e strategia, solo perche’ i suoi comandanti  avevano gia’ contrattato la resa dei loro reparti, non tanto con il governo centrale rappresentato da Cavour e dal re Sabaudo Vittorio Emanuele II, quanto con le opportune Logge inglesi che avevano organizzato la spedizione con i finanziamenti di uno delle piu’ eminenti famiglie massoni e anche ebree : i Rotschild. Con il continuo affermarsi della prassi massone di accrescimento di potere tramite il denaro, cominciano anche ad emergere in seno alla Massoneria  personaggi specifici, quali appunto i membri della famiglia Rotschild o anche una figura di passaggio tra le due rivoluzioni come il Marchese De la Fayette
La Fayette con Washintong
che fu tra i maggiori protagonisti di entrambi le rivoluzioni
   quella americana e quella francese, Maggior Generale sotto Washintong e comandante  della Guardia Nazionale Rivoluzionaria dal 1789 al 1791, ancora  Gran Maestro Massone lo stesso Washintong, vincitore della guerra d’Indipendenza e   primo Presidente degli Stati Uniti, persino un ex tipografo divenuto scienziato come Benjamin Franklin  che fu tra i promotori dell’Indipendenza americana,  era Primo Gran Maestro Massone dello Stato della Pennysilvania e manco a dirlo era amicissimo (diciamo piu’ opportunamente era confratello) sia di La Fayette che di Washintong Tornando all’Italia, di cui giocoforza essendo italiani abbiamo fatto cenno a piu’ riprese affrontando il tema delle pandemie e anche quello delle rivoluzioni, ebbene si probabilmente le nostre logge massoniche non hanno la stessa rilevanza e neppure lo stesso prestigio di quelle inglesi e probabilmente neppure di quelle francesi o americane, pero’ la Massoneria ha recitato anche da noi e da tempo immemorabile la sua ingombrante influenza. Non sto parlando di Logge piu’ o meno deviate tipo la P2 di Licio Gelli degli anni settanta del novecento, ma della massoneria piu’ rinomata, quella inglese di cui le nostre confraternite sono state sempre delle derivate con un altissimo grado di sudditanza. Chi fu a finanziare la campagna sia pure rovinosa di carlo Alberto nel 1848 contro l’Austria? C’è da chiederlo? Un esponente  della potentissima famiglie ebrea e massone dei Rotschild : il potere imperiale austriaco così come quello,  sia pure nella meta’ ottocento ancora frammentato,  della Germania,  sono stati sempre visti come il fumo negli occhi dalla Massoneria:  di certo per quel rifarsi ancora a quello spirito dell’Impero e per quel non volersi sottomettere al volere anche pseudo etico del denaro come collante di tutto. Se difatti leggiamo le pagine dei Buddendrock di Thomas Mann e vediamo la figura dei commercianti tedeschi, noteremo  che hanno delle caratteristiche molto differenti dai loro colleghi anglosassoni : accanto al denaro vi sono altri elementi tipo la signorilita’ l’onore, il decoro…insomma in qualche maniera siamo ancora in una accezione di eta’ dei guerrieri e solo con una certa riluttanza la etnia germanica e mitteleuropea e’ scesa a patti con lo spirito bottegaio tipico dell’ascesa dei mercanti . Insomma lo abbiamo detto anche Giulio Cesare indulgeva alla potenza del denaro, ma fino ad un certo punto, lui non sarebbe mai divenuto un Crasso e così un prussiano, un bavarese, un austriaco non sarebbe mai divenuto un inglese. La monarchia francese era stata come abbiamo visto eliminata e anche se dopo la rivoluzione era tornata in una accezione molto piu osservante del potere economico, tant’e’ che quando il Re Carlo X aveva manifestato tratti non in linea con le direttive del potere massone ecco che era stato fatto fuori nella solita maniera con rivolte ripo rivoluzione e al potere era salito quel Philippe Egalite’ che era stato favorevole alla decapitazione di Luigi XVI ed era un maestro massone di antichissima data. Cosi’ Napoleone III che doveva arrivare al potere prima come Presidente di una nuova Republica nel 1848 e poi come Imperatore ricalcando il suo famoso zio. E comunque i Rotschild tornarono a piu’ riprese nel finanziare il velleitario Regno di Sardegna specie quando al suo governo era salito il conte Camillo Benso di Cavour un docile esecutore delle loro direttive.
Così finanziarono per intero la ridicola spedizione in Crimea nel 1855 a favore di inglesi e francesi nella famosa guerra di Sebastopoli, per poi ammettere il piccolo Stato al congresso di Plombiers e stringere quindi la discussa e pochissimo onorevole alleanza con la Francia di Napoleone III. L’Imperatore francese ci mise faccia e proprie truppe in cambio di Nizza e la Savoia , ma a tessere le fila dell’intera operazione fu ancora una volta la Massoneria inglese, che smise di appoggiare l’intera campagna solo dopo la carneficina della battaglia di Solferino tra Francesi e austriaci
  e non certo dopo la scaramuccia di San Martino  con protagonisti i savoiardi dove solo nella nostra storia nazionale si mettono insieme le due localita’ quasi si fosse trattato di una stessa battaglia: meglio molto meglio finanziare la scalcinata spedizione dei mille capitanata dal noto brigante internazionale Giuseppe Garibaldi per la conquista di uno Stato da burla dove il capitale inglese controllava praticamente tutte le leve del  potere economico, ma anche militare, come ben si vide in tutte le fasi di tale campagna, dallo sbarco delle due navi di garibaldini di cui una si incaglio’ nel porto di Messina e solo l’intervento di una fregata inglese impedi’ che la flotta borbonica potesse profittare dell’occasione “ se una palla borbonica sfiora le vele di questa nave” fece sapere il comandante della fregata “voi siete in guerra con Sua Mesta’ la regina Vittoria” Stessa storia nella prima battaglia campale tra garibaldini ed esercito borbonico nella piana di Calatafimi. Il Gen. Landi che era stato comprato con piastre d’oro  turche ,  aveva assicurato che appena uno solo dei garibaldini avesse raggiunto il settimo terrazzamento della collina a fronte di Calatafimi,  avrebbe ordinato la ritirata dell’intero esercito  borbonico . Purtroppo questo settimo terrazzamento sembrava maledetto, perche’ non un solo uomo di tutta la compagine garibaldina riusciva a raggiungere tale obietttivo concordato per la ritirata dell’avversario  e questo non perche’ ci fosse un qualche fuoco di interdizione, ma proprio per la fatica di superare i diversi terrazzamento. Forse poteva riuscire qualcuno degli scavezzacolli arruolati  dal duo RosolinoPilo-Giovanni Corrao, nelle famose bande, poi denominate “picciotti” ragazzi giovani e forti foraggiati da una sorta di proto mafia, che però Garibaldi aveva disposto che attaccassero di lato, ripeto giovani forti e svelti di mano,probabilmente anche di gambe, ma totalmente digiuni  di guerra e combattimenti,  che malauguratamente per loro,  si  ritrovarono contro un reparto di uno dei pochissimi ufficiali che forse per il suo basso grado non era stato comprato, il Maggiore Sforza, il quale ordino’ il fuoco disperdendoli all’istante, Fu probabilmente a quel punto che Garibaldi pronuncio’ il suo famoso “Bixio qui si fa l’Italia o si muore “ Nino Bixio e’ stato spacciato per un generale indomito e coraggiosissimo; in effetti lo era , ma era anche un individuo collerico, severissimo coi sottoposti e anche sanguinario  - sembra che durante il viaggio da Quarto  avesse sparato in faccia ad un suo ufficiale che non lo aveva prontamente ubbidiuito e non e’  un caso se pochi mesi  dopo gli inglesi pretesero che fosse lui a guidare la repressione per dei fatti incresciosi accaduti a Bronte una cittadina sotto giurisdizione inglese (la ducea di Bronte di proprieta’ degli eredi dell’Ammiraglio Nelson ) dove la rabbia contadina sperando in una improbabile liberazione da servitù millenarie aveva ucciso alcuni notabili e proclamato la annessione  delle terre 
Comunque sia, li’ a Calatafimi Bixio era comandante in seconda
  e dipendevano da lui i Colonnelli  dei tre settori centrali a fronte della collina, senza dubbio le parole di Garibaldi dovettero  spingerlo ad usare parole molto piu’ forti verso i suoi subalterni non scevre di tremende minacce, sicche’ in uno di questi settori finalmente un trafelato colonnello Sirtori raggiunse il fatidico settimo terrazzamento: come da copione scatto’ l’ordine di ritirata del comandante borbonico Gen. Landi  che aveva bellamente ignorato le richieste del maggiore Sforza di passare al contrattacco dopo lo sbandamento dei picciotti delle colonne laterali. Testimoni oculari, ovviamente  ignorati o messi a tecere,  riferirono che i soldati borboni piangevano all’idea di ritirarsi, imprecando contro i loro generali che impedivano loro di cogliere una sicura vittoria. Stesso copione per le fasi successive della campagna, che i libri di storia continuano a dirci gloriosa, ma che fu invece  dall’inizio alla fine una campagna sotto tutela della massoneria inglese che aveva tra l’altro in Sicilia tutta una serie di grandi famiglie di imprenditori, con le mani in pasta in vari settori commerciali:  l’estrazione dello zolfo, la commercializzazione del sale, tutta una serie di tonnare con locali e macchinari atti alla pesca e alla conservazione e inscatolatura del tonno con relativa spedizione in Inghilterra e persino negli Stati Uniti, grandi coltivazione di terreni agricoli con uliveti e vite  a scopo di diffusione di olio e vini e financo la produzione di uno speciale liquore fatto con uve della zona di Marsala, particolarmente gradito dagli anglosassoni in quanto molto simile allo Cherry : stiamo parlando degli Ingham, dei Woodhouse, dei Whitaker, i famosi “principi sotto il vulcano” che da numerosi anni, piu’ di sessanta,  al seguito della donazione  del re Ferdinando III Borbone, della Ducea di Bronte all’ammiraglio Orazio Nelson per ricompensarlo del soffocamento della Repubblica Partenopea, si erano trasferiti e stabiliti in Sicilia  e avevano avviato le diversificate attivita’ di cui fatto cenno.
Furono proprio questi “
  principi “tutti strettamente implicati nella Massoneria che cominciarono a lamentarsi con la Madre Patria dell’intrusione della famiglia reale dei  Borbone nei loro affari,  gia’ negli anni subito dopo il ’48: probabilmente e’ proprio da tali lamentele che comincio’ da parte del Governo inglese una vera e propria campagna denigratoria del regno delle Due Sicilie  che ebbe il suo clou nel 1851 in due  lettere scritta dal politico inglese William Gladstone  ad un suo collega parlamentare George Hamilton Gordon,  dove c’era quell’espressione “la negazione di dio eretta a sistema di governo” riferita appunto al Governo borbonico, che fece il giro del mondo e il suo eco non si del tutto spento neppure ai nostri giorni: era una frase che in realta’ si riferiva al sistema carcerario, ma non e’ questo il fatto importante, il fatto davvero importante  e’, che come qualche anno dopo lo stesso Gladstone in visita a Napoli oramai facente parte del regno d’Italia,  ammise,  che  tale frase  fu abilmente sfruttata dal leader liberale John Temple conosciuto come Lord Palmerson, che tra l’altro gli aveva  anche commissionato la stesura delle due lettere, per orchestrare una gigantesca campagna denigratoria del Regno delle Due Sicilie (per la cronaca Gladstone era stato si a Napoli  nel 1850, ma non aveva visitato alcun carcere e si era invece limitato a riferire delle livorose impressioni dei liberali napoletani a seguito dei fatti del ’48. Superflo sottolineare che tutti e tre i personaggi protagonisti di questa ante litteram “fake news” erano influenti Maestri Massoni.

I Principi sotto il Vulcano furono costanti interlocutori e consigliori (e detto per inciso qualcosa di piu’) durante la campagna di Sicilia, di Garibaldi e di tutto il suo Stato maggiore : Bixio, Sirtori, Crispi, La Masa, Turr, Corrao facevano la spola tra il Palazzo delle Aquile dove aveva sede il comando rivoluzionario e i sontuosi palazzi dove risiedevano i nobili inglesi e non a caso parlavano tutti fluentemente l’inglese, Vi e’ poi il giallo della cassa segreta con tutta la documentazione finanziaria della spedizione, di cui chi scrive è in grado di fornire una versione di prima mano, in quanto conoscente e amico di Stanislavo Nievo scrittore e regista televisivo, nonche autore del libro “Il prato in fondo al mare” dove si racconta del tragico naufragio con il piroscafo Ercole e del suo antenato  lo scrittore Ippolito Nievo, in quel 1860 Tenente Colonnello responsabile dell’Intendenza militare, che giustappunto trasportava nel piroscafo tale cassa  con non solo le riserve auree e di valuta  dell’impresa, ma anche tutta la documentazione  finanziaria, per la quale se non si fosse inabissata si sarebbe potuto risalire con facilita’ a chi realmente finanzio’ l’Impresa. 

I misteri di Sicilia e le probabili ingerenze massoniche non finiscono con la conquista del regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi e quindi il passaggio tramite plebisciti al Regno d’Italia sotto sua Maesta’ Vittorio Emanuele II e Capo del governo il più ossequioso dei cavalier serventi della Massoneria Inglese Camillo Benso di Cavour:  uno dei piu’ valenti sottoposti di Garibaldi il Colonnello e poi Generale, promosso sul campo Generale, Giovanni Corrao,  l’amico intimo del concittadino palermitano Rosolino Pilo, tornato  Colonnello con il passaggio dal cosidetto Esercito Meridionale all’Esercito Regio del nuovo Regno, non era durato a lungo nei ranghi dell’Esercito regolare per tornare tra le fine garibaldine nel ’62 combattendo ad Aspromonte dove Garibaldi fu ferito dalle truppe Regie del Col. Pallavicini (episodio riportato nel film Il Gattopardo di Luchino Visconti):Amnistiato per la diserzione dalle truppe regolari e i fatti di Aspromonte,  Corrao  torno’ nella sua Palermo e comincio’ a tessere le fila di una sedizione popolare che rinnegava la spedizione di due anni prima e proponeva la secessione della Sicilia dal regno d’Italia. Le sue qualita’ di capo popolo e abile organizzatore, che si erano d’altronde messe in luce nel ’60 come co-arruolatore assieme a Rosolino Pilo, dei cosidetti picciotti, stavano tornando prepotentemente alla ribalta in quei primi mesi del 1863, tanto da preoccupare non poco il Governo centrale e la Corona (e aggiungiamo noi…. la Libera Muratoria, anche quella oltre Manica). Corrao era un personaggio pittoresco, alto, imponente, energico e volitivo. Poteva sembrare anche un Brigante con quella sua espressione fiera e l’aspetto minaccioso e difatti non mancarono le accuse di essere una sorta di trait d’union con la Mafia allora emergente. Sta di fatto che nell’agosto 1863, quando il suo movimento di opposizione al Governo centrale stava facendosi davvero pericoloso, venne ucciso da ignoti sicari, che pero’ una donna delle vicinanze testimonio’ di avere visto aggirarsi nei luoghi dell’agguato in divisa di carabinieri reali. Per la cronaca, nella relazione delle indagini sul  suo assassinio, venne utilizzato per la prima volta in un atto ufficiale del regno d’Italia, il termine Mafia. Per giusto cent’anni.
Fino al 1963,  la sua mummia era conservata nelle famose Catacombe dei Cappuccini  in via Pindemonte a Palermo e il sottoscritto la vide, di poi però’ con la revisione della sua figura storica, che era stata adombrata appunto di implicazioni proto mafiose, la sua salma e’ stata traslata nel cimitero di san Domenico, la Santa Croce palermitana, sepoltura dei Siciliani piu’ illustri. L’ultimo colpo di coda del malcoltento siciliano e’ di tre anni dopo, subito dopo la rovinosa guerra del nuovo regno d’Italia alla sua prima prova militare, battuta per terra (Custoza) e per mare (Lissa) : ultimo per modo di dire, perche’ all’endemica guerriglia con i Briganti per tutti gli anni sessanta, fara’ riscontro  nel 1894 la grande rivolta dei fasci siciliani repressa con stati di assedio e cariche di cavalleria, pero’ in quel  settembre del 1866 abbiamo degli insorti che prendono la citta’ di Palermo e la tengono per sette giorni e mezzo,  da cui la dicitura di “rivolta del sette e mezzo” si tratta di una nuova rivolta popolare che puo’ essere considerata una propaggine dell’azione sobillatrice di Corrao -  non a caso uno dei principali protagonisti Giuseppe Badia era un amico e collaboratore di Corrao fin dai tempi delle formazione delle bande di picciotti nel 1860 – repressa con il fuoco dei cannoni della flotta della regia Marina e con un vero e proprio corpo di occupazione comandato dal Generale che 4 anni dopo occcupera’ Roma : Raffaele Cadorna. Tratto velocemente di queste rivolte perche’ non vi si ravvede piu’ la matrice massone, ma si misura solo  la pochezza di una classe dirigente che battuta sui campi di battaglia in guerre vere, e da generali stranieri  veri,  riesce a rifarsi , giustappunto in accezione militare, solo contro quasi inermi cittadini .
Eh si! ci sono anche una serie di rivolte, sommosse, rivoluzioni e rivoluzioncine di cui la matrice massonica e’ meno evidente, come ho detto ad esempio a proposito della rivolta del sette e mezzo a Palermo o di quella dei Fasci siciliani del 1894, anzi forse del tutto inesistente e alcune volte addirittura antitetica. Se ad esempio nel processo di unificazione dell’Italia e’ fin troppo palese,  non altrettanto puo’ essere  rimarcato per quello della Germania, dove una 
classe di potere egemonica ha poco o nulla a che spartire con la mentalita’ commerciale e bottegaia dell’Inghilterra e dei Paesi ad essa correlati - l’Italia tra le prime in Europa, ma anche gli Stati Uniti specie quelli che si affermeranno dopo la vittoria della coalizione nordista – in quel decennio sessanta si compiono molte nuove realta’ nazionali  (Italia 1859-1870 -USA 1861-1865 - Germania 1864-1870), ma mentre le prime due sono di chiara marca commerciale e quindi massonica, l’ultima no, appartiene ad una sorta di retaggio guerriero, ovvero “l’eta’ dei guerrieri” alla Esiodo, così l’acceso militarismo della nazione battistrada la Prussia, di cui lo stesso cancelliere Bismarck non disdegna di rivestire spesso fogge militari. Su tale falsariga e’ l’Impero austriaco che nel 1867 diviene  austro-Ungarico, anche se sotto tutela prussiana che l’ha battuta in guerra a Sadowa l’anno precedente . L’odio, la repulsione della Massoneria e della loro patria bottegaia per questi retaggi di spirito guerriero  nelle nazioni d’Europa centrale, che  a tratti e con accezioni assai spesso contrastanti,  si dilata anche all’Impero russo , e’  feroce e attraversa tutto il XIX secolo con una vera e propria esplosione deflagrante nel 1914: in tale anno difatti la Massoneria non perdera’ occasione per operare un deciso salto di livello, non piu’ con una rivolta, neppure piu’ con una rivoluzione, ma con una guerra mondiale di proporzioni ed entita’ quali non si erano mai viste in tutta la storia dell’umanita’. Si ! qui lo dico e qui lo affermo: e’ la massoneria la vera sobillatrice dell’ordine costituito in quell’estate del 1914, la massoneria che si serve della piu’ bottegaia delle nazioni che  e’ pronta a riversare tutta la sua influenza commerciale nei campi di battaglia, e trascina
abilmente i suoi razzaffonati alleati sfruttando abilmente certe discrasie spesso e volentieri di vecchia data : uno spirito di revanche della cocente sconfitta di Sedan del 1870 per la Francia, la Russia puntando sulla sua eterna rivalita’ con gli imperi teutonico e asburgico,
  e ultima, un po’ per il colletto, una Italietta di scarsa affidabilita’ sia per i suoi voltafaccia  sia visti i suoi non esaltanti precedenti militari (la sconfitta del ’66, la farsa della presa di Roma nel ‘70 e anche una debacle coloniale  addirittura in una battaglia campale contro gli abissini nel 1896 ).I Guerrieri teutonici si rivelano però ossi duri da spolpare e solo per una serie di disgraziate circostanze non colgono specie nei primi mesi di guerra quella folgorante vittoria che probabilmente avrebbe decretato il fallimento di tutta la bottega ed allora ecco ricorrere all’aiuto oltre oceano degli apprendisti nuovi capi bottega .
Mai come in quel 1917,
  dopo tre anni di logoranti battaglie e milioni di morti,  i Maestri Massoni debbono essersi compiaciuti della scelta dei loro antenati di favorire l’indipendenza degli Stati Uniti d’America,  una nuova entita’ staccata dalla madre patria, ma sempre unita da vincoli piu’ forti di quelli nazionali: sara’ infatti la scesa in campo degli americani a far pendere la bilancia dalla parte della Intesa di Inghilterra, Francia e Italia , anche se deprivata dell’alleato russo a causa di una rivoluzione. Rivoluzione di febbraio e soprattutto Rivoluzione di ottobre cosidetta bolscevica, per la quale non mi sento di attribuirle una matrice massone, ma anzi questa volta organizzata  proprio dalla parte avversa, la parte riconducibile ai “Guerrieri” desiderosi con ogni mezzo di staccare dalla contesa pezzi della coalizione nemica. Sono d’accordo che la Massoneria soprattutto di etnia ebraica era contrarissima al potere dello Zar e da parecchi anni fomentava rivolte contro la Russia favorendo altresì altre nazioni contro di essa, come ad esempio con la guerra russo-giapponese, pero’ nel 1914 aveva per ragioni di stato e di opportunita’ strategica  dovuto accettarne l’alleanza nel conflitto. L’atavico odio della massoneria ovvero di quella borghesia sempre piu’ elitaria in senso mercantile e commerciale,  contro la concezione stessa dell’Impero che  vedeva in tale istituzione solo un ostacolo al suo spirito mercantile e commerciale legato al profitto, doveva per il momento scendere a patti e operare un distinguo, pero’ quando nel 1917 l’Alta Finanza Germanica su commissione dello Stato maggiore tedesco  comincio’ a finanziare la rivoluzione in seno alla Russia, molto probabilmente l’Alta Finanza Inglese ed ebrea si mantenne neutrale, dedicando la sua attivita’ a favorire il pronto intervento nel conflitto degli USA ovviamente dalla loro parte: è  una tesi questa non condivisa dall’autore dell’accennato libro” Rivelazioni non autorizzate”Marco Pizzuti, che anche per la Rivoluzione Bolscevica da’ gli stessi finanziatori e organizzatori, prendendo a sostegno il fatto che per la appena precedente rivoluzione di febbraio il suo protagonista  Alexander Kerensky fosse sia un ebreo che un massone .  Ma a mio parere un conto e’ la rivoluzione di Kerensky che aveva tratti socialdemocratici e quindi in linea con l’interesse commerciale ed economico dei Paesi dell’Intesa e soprattutto dell’alta finanza ebrea pilotata sempre dalla massoneria , un  conto e’ la rivoluzione  d’ottobre che da subito aveva fatto mostra di  quei caratteri di estremismo esasperato , che lasciava intendere chiaramente che mai piu’ una rivoluzione capitanata da un fanatico ideologo e demagogo come Lenin avrebbe continuato la guerra a fianco di Paesi capitalisti . E’ difatti cosa fin troppo nota che Lenin prigioniero dei tedeschi per le sue attivita’  sediziose in germania  non solo venne liberato, ma fu fatto viaggiare su un vagone blindato di un treno protetto da truppe tedesche con meta esclusiva la frontiera russa, proprio per sobillare con tutta la sua consumata abilita’ la rivoluzione e favorire un esito estremo che portasse alla defezione della Russia dalla guerra. Un po’ la stessa musica per il secondo grande protagonista della rivoluzione d’ottobre Leone Trotsky, che viveva a New Jork in quanto espulso dalla germania e che la comunita’ Germanica d’America fece imbarcare segretamente per San Pietroburgo nel marzo 1917. Il mio parere e’ che se la massoneria di cui sembra che sia Lenin che Trotzsky facevano parte,  aveva investito su tali personaggi era piu’ una questione di anni passati, per intenderci ai tempi della guerra Russo Giapponese, dell’ammutinamento della corazzata Potemkin, ma in quel 1917 la palla di un simile complotto era passata alla’alta finanza germanica su commissione dello Stato Maggiore germanico   che diede avvio appunto alla operazione di favorire una rivoluzione con il movente specifico di   far defezionare dal novero dei nemici una compondente di primissimo piano. Facciamo una ulteriore riflessione: le cose della vita, specie quando ci sono in gioco grandi interessi, non sono mai bianco e nero, ma hanno una varieta’ illimitata di grigi, così anche io penso che la massoneria, l’alta finanza internazioneale quasi tutta di etnia ebraica , abbiano avuto parte in complotti di ogni genere soprattutto nel favorire quello spirito falsamente democratico, larvatamente buonista,  apparentemente propenso alla emancipazione delle masse, che specie ai giorni d’oggi e’ diventato dominante: ovvero  un po’ l’aggiornamento del “pecunia non olet” dell’Imperatore Vespasiano, ovvero il denatro non puzza, questo significa che da qualunque parte vengano i profitti, saranno sempre ben accetti, il danaro non ha odore e non ha personalita’, piu’ aperta sara’ la societa’ e tollerante di tutte le posizioni, anche le piu’ estreme,  piu’ ampio sara’ il consumo e quindi il guadagno; ecco   quindi  la spiegazione del perche’ sia Massoneria che l’alta finanza e i notabili  ebrei, abbiano sempre caldeggiato emancipazione e le idee liberali e perseguito, o meglio fatto perseguire da pensatori prezzolati le piu’ avanzate e cosidette progressiste,  idee e movimenti di totale apertura ad ogni istanza come uno dei piu’ famosi ronzini di tale tendenza karl Popper  ha cercato di condensare nel suo ignobile saggio
“La societa’ aperta e i suoi nemici” un testo che non a caso e’ divenuto una sorta di bibbia e di manuale d’uso delle lobbies internazionali di industrialismo e consumismo
  esasperato in questi primi decenni del terzo millennio, grazie anche al suo allievo George Soros, che proprio grazie alla farsa di una presunta pandemia e all’inganno e alla manipolazione perpetrata con un impiego massiccio di danaro e la mobilitazione della quasi totalita’ dei mass media , è a tutt’oggi in primissimo piano nel tentativo di asservire in maniera totale l’umanita’ai principi di un iper capitalismo che ha gettato ogni maschera e si è finalmente congiunto con la faccia fino a poco fa tenuta oscura della sua stessa medaglia,  quella del socialismo progressista,  giustappunto di una societa’ aperta  dove ogni diversita’ venga appianata in nome del feticcio del consumo globalizzato, ma pilotato da ristrettissime elites

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