Apprezzo molto che un filosofo come Alekxander Dugin che si definisce di area non occidentale, ma eurosiatica, si produca in una profonda riflessione e anche in un panegirico di due parole “liberta’ e verita’ “ che malauguratamente da noi in occidente sono state negli ultimi settant’anni egemonizzate dalla cosidetta cultura di sinistra, ma anche dall’ipocrita potere capitalista che facendo leva su di un pilotatissimo buonismo di maniera ne ha fatto una sorta di bandiera per coprire le sue malefatte. La farsa, anch’essa abilmente orchestrata, di una pandemia da un virus quanto mai improbabile, ha finalmente mostrato come capitalismo e comunismo procedano di concerto, siano cioe’ le due facce di una stessa medaglia, proprio come sosteneva Evola nel suo grandioso libro “Rivolta contro il mondo moderno” - vedere la manina di Mario Draghi uno dei piu’ ossequiosi e solerti garzoni del “Deep State” sulla spalla di quello che dovrebbe essere il rappresentante piu’ estremo degli interessi popolari : Maurizio Landini, in effetti potrebbe sembrare paradossale , ma in verita’ paradossale non e’, ma piu’ che sequenziale a tutta la storia degli ultimi duecentocinquant’anni o meglio al racconto che le classi di potere affermatesi con l’avvento dei Mercanti e quindi del fattore economico come valore guida delle vicende del mondo, ci hanno sempre propinato. Non mi piace la modalita’ di dizione sempre a stampella di termini stranieri, in particolare inglesi, la lingua dei padroni - prima la Gran Bretagna, poi gli USA – chiamiamo le cose con il loro nome ovvero “Stato Profondo” quello che a livello politico viene inteso come l'insieme di lobby e reti di potere, che grazie ai loro poteri economici condizionano l'agenda degli obiettivi pubblici, di nascosto e a prescindere dalle strategie politiche dei vari stati nazionali, lontano dagli occhi della stragrande maggioranza delle popolazioni mondiali. Si tratta di un vero e proprio "Stato dentro lo Stato", la cui influenza e’ tale da agire in totale indipendenza sempre contro le pubbliche istituzioni e condizionarle e piegarle ai propri interessi sempre valutabili in termini di denaro . Ovvio e naturale che parole come Liberta’ e Verita’ sono, in un tale sistema, non solo parole vuote, ma peggio, parole in vendita …. in vendita del migliore offerente, ovvero quello che paga meglio, pronte a piegarsi ai dettami di volta in volta stabiliti dalle leggi di mercato, dove non ci sono piu’ valori da scambiarsi , ma vige un solo valore : il valore di scambio. Capitalismo e Sinistrismo, le famose due facce della stessa medaglia, così come un filosofo vero come Julius Evola aveva perfettamente denunciato negli anni trenta del novecento, sono riuscite , bhe magari diciamo, stanno riuscendo ad imprimere il loro sugello su tutto lo scibile delle specifiche attivita’ umane che vanno dal racconto della storia, alla operativita’ della scienza, alla pratica della politica e hanno oramai egemonizzato la cultura, o meglio la sub cultura coi loro mezzacci e mezzucci, tra cui rientra l'uso sconsiderato dei significati /significanti delle parole, come giustappunto si rimarca con i termini di Liberta’ e verita’. Ecco perche’ e’ piacevolmente sorprendente e molto promettente un pensatore come Dugin che spostando il centro di osservazione , un po’ come farebbe un fisico quantistico alle prese con particelle e onde al cospetto di una doppia fenditura, opera una disgressione anche topica servendosi giustappunto del tema dell’eurosiatismo. «Per principio, l'Eurasia e la nostra terra, la Russia vera e propria, restano il centro di una nuova rivoluzione anti-borghese e anti-americana. Il nuovo Impero Eurasiatico sarà costruito sul principio fondamentale del nemico comune: il rigetto dell'atlantismo, strategia di dominio degli USA, e il divieto di permettere ai valori liberali di dominarci. Questo impulso civilizzatore sarà la base di un'unione politica e strategica” Disgressione topica significa sopratutto valutare il diverso impatto di diffusione ideologica in determinate aree geografiche quale appunto si configura l'entita' euroasiatica, ma anche riferirsi ad una precisa tradizione culturale, magari ecco spurgata degli elementi aggiunti per motivi utilitaristici dalle elites bottegaie liberali e comuniste, secondo il ben noto principio di una coniugazione al futuro anteriore Per far questo Dugin, ammettiamolo si serve di elementi culturali della tradizione occidentale, d'accordo non quelli derivati dal pensiero dominante dei bottegai e loro garzoni, tipo Hegel , Marx e lo stuolo di ronzini della filosofia tipo Fichte, Schelling, Feurbach o i cosidetti pensatori di scuola economica Smith, Ricardo, Say, Malthus, ma piuttosto Schopenauer, Nietzsche anche un certo Freud, magari quello della seconda topica, cioe’ di dopo Al di la’ del principio del piacere “ quindi con ancor piu’ serrato riferimento i pensatori ultra ostracizzati dal potere bottegaio : Stirner, Guenon, Eliade, soprattutto Evola. Nella prefazione all’edizione italiana de La quarta teoria politica Aleksandr Dugin ha ampiamente documentato la sua formazione ammettendo la rilevanza assunta da quella che puo’ essere definita òa filosofia della tradizione, rappresentata appunto dalle figure di René Guenon e di Julius Evola. .Il ponte tra La Quarta teoria e la tradizione è riconducibile proprio ad uno dei testi cardine di Evola Rivolta contro il mondo moderno, che per Evola, come per Dugin, sarebbe necessaria per restaurare quei principi di vera liberta’ e di unica verita’ contro cui il Rinascimento, l’Illuminismo, il liberalismo, si sono battuti per instaurare il loro meschino potere. Ad Evola Dugin accosta, con una certa disinvoltura, Martin Heidegger: pur evidenziando le ovvie differenze, ritrova nei due una comune avversione nei confronti della tecnica e della Rivoluzione scientifica. Dugin intende rivolgersi non all’individuo astratto, o all’homo oeconomicus, ma al popolo, inteso come comunità organica. Le ideologie del ‘900 avrebbero invece posto al centro il singolo in quanto tale (liberalismo), in quanto appartenente a una classe (socialismo), o in quanto elemento dello Stato (fascismo). Il progressivo affrancarsi dell’individuo moderno dalla sfera religiosa e dai vincoli comunitari, avrebbe poi condotto, dopo la caduta delle ideologie, a una disumanizzazione estrema, che la Quarta teoria vuole combattere, auspicando una rinascita dei valori tradizionali premoderni. Dugin riprende così la critica heideggeriana al sapere strumentale, evocando una sorta di ritorno al sacro. Se questo tema rinvia all’ultimo Heidegger, il concetto di Dasein é legato a Essere e Tempo, l’opera del 1927, in cui il filosofo tedesco descrive la condizione umana come essere- nel- mondo. Ciascuno, infatti, è sempre collocato in una dimensione storica e non è concepibile al di fuori del mondo in cui dimora. Dugin legge il Dasein enfatizzandone la spazialità nel senso della territorializzazione e del Nomos della terra di Carl Schmitt. Il luogo e la tradizione in cui ciascuno vive rivendicano allora, per Dugin, la loro specificità contro l’individuo, considerato “astratto”, dell’Illuminismo e delle Dichiarazioni universali. Le diverse forme di populismo, di destra e di sinistra, esprimono il disagio nei confronti del trionfo planetario del liberalismo, e Dugin si propone di smascherare quanti, dietro lo schermo della Società aperta di Popperiana memoria come concezione ideologica e di pragmatica applicazione tramite il sordido allievo george Soros , sostengono le ragioni della finanza internazionale. Il liberalismo si rivela così, come egli stesso scrive, il “nemico principale della Quarta teoria politica“. - La società aperta di Karl Popper, sostenendo la libertà individuale contro ogni concezione di carattere olistico, difenderebbe allora “non tanto i diritti dell’uomo, ma, piuttosto i diritti dell’ omuncolo”. Per Dugin, infatti, la libertà, deve coinvolgere l’uomo nel suo rapporto organico con la comunità in cui vive. La Quarta Teoria incarnerebbe così, nelle intenzioni dell’autore, l’autenticità dell’essere-nel-mondo (Dasein), espressa nell’homo maximus, che si proietta al di là dei confini angusti dell’ “umanesimo minimalista”, difesi dall’individualismo liberale. Ecco quindi che L’eurasiatismo, a cui Dugin fa costante riferimento, si contrappone alla pretesa universalità del Logos occidentale, rifiutando l’idea di un processo storico unico in cui, come in una scala evolutiva, vengono collocate le diverse culture, dal momento che l’ “epistemologia eurasiatica” attribuisce alla civiltà russa (come alla cinese o all’islamica) una totale autonomia rispetto all’Occidente. Nel futuro anteriore di Dugin, che come abbiamo visto, malgrado la premessa di presa di sistanza dall’occidente , i significati , ma anche i significanti di Liberta’ e Verita’ si sottraggono alla esclusivita’ occidentale, ma entrano a far parte di un lessico altro che va alla ricerca di una sorta di concetto metastorico di tradizione . Nella critica alla modernità, accanto a Evola e Guenon, troviamo anche, nel variegato atlante ideologico di Dugin, Spengler, Toynbee Lévi-Strauss, Dumezil, Baudrillard e potrebbe essere molto molto interessante aggiungere nella sua concezione determinate componenti che potrebbero offrire inusitati spunti di allargamento culturale e anche geografico : i celeberrimi Seminari di Jacques Lacan, l'inconscio come insiemi infiniti del cileno Ignacio Matte' Blanco ( che quindi esula anche dalla tradizione occidentale), un teoria davvero dirompente come quella dell'americano Julian Jaynes a proposito dell'origine della coscienza ;infine una concezione scientifica come quella di Ryke Geerd Hamer col suo impianto anti scientista e anti medicina ufficiale (che non a caso si e' inventata la recente pandemia proprio per opprimere meglio l'umanita' ) , ha caratteri di disvelamento del mercimonio insito nella prassi terapeutica ; E' la prima volta che lancio questa proposta di inclusione nella filosofia di quello che considero il piu' convincente ideologo di un nuovo modo di essere, di temi piu' che ostracizzati dalla bieca cultura e anche pragmatica bottegaia liberal/comunista. Se davvero la linea Putin della tradizione ed anche della topica 'eurosiatica la spuntera' su quella dell'illanguidito modernismo di societa' aperta alla Popper coi suoi piu' vistosi finanziatori Soros, Gates, Rotschild, Schwab, avremo bisogno proprio per essere tutti veramente liberi , di verita' non nuove , ma vere e non le reiterate menzogne che sono state contrabbandate negli ultimi secoli qui tra le foschi nubi delle nostre contrade occidentali. D'altronde anche i russi e lo stesso Dugin non sono stati esenti di errori : nel 1992 uno ambiguo intellettuale Eduard Limonov, privilegiando gli aspetti nazionalisti sull’internazionalismo comunista, fondò il Fronte Nazionale Bolscevico. Ne derivò uno strano sincretismo, in cui coesistevano, e non solo sul piano iconografico, simboli nazisti e bolscevichi. Dugin, inizialmente fu un sostenitore di Limonov, ma per fortuna ne prese successivamente le distanze, proprio per dare vita alla citata ideologia eurasiatista, che intendeva gettare un ponte fra l’esperienza sovietica e la galassia della destra nazionalista, su ispirazione , come abbiamo visto del nostro Julius Evola. Il progetto di Unione Eurasiatica, che venne adottato ed elaborato da Putin già nell’ottobre del 2012, coniugava i temi dell’eurasiatismo con la specificità geopolitica della Russia postsovietica: Un altro grande pensatore si e' unito a Dugin nel sostenere l'eurosiatismo di Putina Alain De Benoist che dopo aver scritto un poderoso saggio introduttivo all'opera di Evola "gli uomini e le rovine" ha collaborato con Dugin alla stesura di un saggio giustappunto sulla grande politica eurosiatica di Putin, difatti il progetto di Unione Eurosiatica che venne adottato e elaborato da Putinin nel 2012, coniugava i temi dell'eurosiatismo con la specificita' geopolitica della Russia Noi siamo assertori convinti che tale concetti, una volta sconfitti i temi dei bottegai (alta finanza, lobby tecnologiche e sanitarie, transumanesimo)e le sporche faccende dei loro garzoni (politici, giornalisti, opinionisti e anche pseudo esperti su diversi specifici ) forse saremo pronti per dare maggiore entita' al primo termine di tale topica "euro-siatica"
L'associazione tra il titolo del blog LENARDULLIER con l'architetto LECORBUSIER tende ad un parallelismo con l'Archè = Principio, che deve misurarsi con la modernità = Technè, quindi un "futuro anteriore" applicabile a diversi specifici di conoscenza
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